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Autore: rosa di vetro    29/06/2014    2 recensioni
Signori, Signore e popolo di EFP, io Rosa di vetro insieme a LilyRoseWeasley96 vi presentiamo:
Combatti con me Amore! Questa fan fiction cela il segreto del potere, il segreto della vita e il segreto dell’essere felici: questa Long svela l’Amore …
Lily è un nome che cela due persone con caratteri, segreti e profezie di una vita e di una battaglia diversa.
Lily Evans, lei che per i genitori è Lily, per gli amici è Lu e per James è Lilian. Tutti sanno chi è! Ma lei lì smente e li sorprende, sposando il suo miglior nemico.
Lily Evans si sacrifica per amore del figlio, lei muore ma salva suo figlio. La profezia si avvera.
Lily Luna Potter, lei è la principessa per il padre, la rossa per James, il piccolo giglio per Albus. Lei è l’uragano Lily per Alice, Jack e tutti i suoi amici. Lei è la luna per un ragazzo che lei chiama nel profondo del suo cuore Ius. Tutti sanno chi è! Ma ancora una volta Lily li smentirà e li sorprenderà.
Lily Luna Potter si sacrifica ma per il padre, Lily Luna Potter è in coma. I medi maghi non danno speranze ma questa volta Lily combatterà!
Storia betata da Lady Viviana
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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                                      Inciampando tra verità e ricordi  

Tic Tac.
Mi muovo sulla seggiola facendola cigolare.
Tic Tac.
Il mio tallone continua a picchiettare sul pavimento freddo.
Tic Tac.
Ho la testa fra le mani e ho un tremendo mal di testa.
Tic Tac. 
Sento mio fratello parlottare con il suo amico.
Tic Tac.
Vedo uscire dalla stanza di Lily mio padre e mia madre con una faccia distrutta come se una parte di loro fosse morta, ma con uno sguardo forte e le mani unite come se nulla li potesse abbattere.
Tic Tac.
Mi alzo di scatto dalla seggiola con l'intenzione di strappare quel maledetto orologio dal muro per farlo volare fuori dalla finestra, magari beccando quello stupido piccione che da mezz'ora continua a raschiare contro il vetro. 
Tic Tac.
Guardo attentamente le lancette che si muovono inesorabili, indicando il tempo che passa mentre Lily rimane lì, senza aprire i suoi meravigliosi occhi. 
Perché? Perché mi hai fatto questo? Perché non ti sei venuta a confidare con me, come facevi quando eravamo piccoli? 
Mille domande mi frullano per la testa e non capisco più nulla.
Tic.
Mi avvicino alla porta della sua stanza bianca come tutto il resto dell'ospedale. 
Afferro la maniglia e apro la porta, rimango qualche secondo sulla soglia a rimirare la scena poi decido di entrare. La camera è del medesimo colore di tutto l'ospedale, l'unica cosa che stona in tutto questo asettico bianco è lei, con i suoi improbabili capelli rosso sangue e quelle impertinenti lentiggini che gli coprono il suo nasino all'insù e le sue gote. Mi avvicino come se mi stesse chiamando a sé, ma ad ogni passo che faccio la mia rabbia aumenta sempre più. Le sono così vicino che potrei accarezzarle la guancia, ma non lo faccio. Non ci riesco.
Sembra che stia dormendo, non è collegata a macchinari che la fanno respirare o le introducono strani intrugli nelle vene. C'è solo lei con il suo leggero respiro, dovuto ad un incantesimo che le fa contrarre i polmoni, c'è solo lei con i suoi capelli e le sue lentiggini e io non riesco a starle accanto. C'è solo lei e uno schermo che riporta varie informazioni che io non riesco a capire, ma che sono importanti per la sua sopravvivenza.
Inizio a camminare per tutta la stanza, mi muovo come un animale in gabbia. Non capisco, perché? Perché hai voluto ferirmi così? 
Mi avvicino ai piedi del letto e stringo l'inferriata, la guardo e sento tutta la rabbia ribollire, la mia tristezza aumentare e il dolore all'altezza del cuore farsi più acuto. 
"Perché? Perché? Perché? Perché?" mi continuo a ripetere. Poi inizio a parlarle come se mi potesse sentire, come se in realtà fosse tutto uno stupido e insensato gioco.
- Dimmi perché non ti sei venuta a confidare Lily, perché hai dovuto tenere tutto nascosto. Non ti fidavi? Non mi credevi degno di poter mantenere il segreto? Dov'è che ho sbagliato? Miseriaccia, Lily svegliati, alzati, parlami se vuoi puoi anche urlarmi contro non mi interessa, ma reagisci! - Torno a girovagare per la stanza, ma più velocemente di prima, con più rabbia i miei piedi si appoggiano a terra, con maggior paura il mio sguardo osserva il tuo volto.
- Ho paura Lily e tu non sei qui per aiutarmi! Tu non ci sei, non ci hai provato. Ti sei rifiutata di fare l'intervento, ti sei rifiutata di diminuire il carico di lavoro, per cosa? Desideri davvero così tanto morire? Stai aspettando con ansia il momento del non ritorno? - a quelle parole tiro un pugno al muro, lo fisso per qualche secondo, poi torno a camminare per la stanza con maggior vigore guardando la mano, con cui ho dato il pugno, che ha le nocche leggermente sbucciate. La guardo, ma in realtà non la vedo. Davanti ai miei occhi c'è solo il suo volto. 
- Dimmi non vedi l'ora di abbandonare: me, papà, la mamma, Al? Cosa ti abbiamo fatto per meritarci questo trattamento? Volevi fare l'eroina? Quella che non si piega davanti a niente e a nessuno? - a queste parole faccio seguire un gran fracasso, credo di aver fatto cadere il comodino su cui erano appoggiati dei tulipani, i suoi fiori preferiti. 
- Ti odio. Ti odio perché ci stai facendo soffrire. Ti odio perché non sei più la mia piccola sorellina. Ti odio perché con questo tuo comportamento mi hai ferito profondamente e non so se ti potrò perdonare. Ti odio anche perché ho altri motivi per odiarti, ma sono così tanti e io sono così arrabbiato che non riesco a concentrami. So solo che ora io ti odio.-
- Mamma mia quanto odio per una sola persona.- a quella voce sconosciuta mi volto di scatto e vedo una ragazza vestita interamente di bianco eccetto per le cuciture che sono rosse. Ha capelli biondo grano e due occhi neri come la pece, che possono inghiottirti e possono non lasciarti più andare. Mi guarda per qualche secondo, poi si avvicina a Lily, le controlla il polso, osserva il monitor come se capisse i geroglifici scritti su di esso e mentre annota qualcosa su una cartella dice semplicemente: -Lei non voleva ferire nessuno e non ha il complesso dell'eroe.-
- E tu chi sei per dirlo? - ringhio io.
- Sono la sua infermiera da un anno a questa parte, nonché sua amica. Siamo uscite parecchie volte insieme, e un'ottima ascoltatrice e consigliera. - afferma la ragazza scostando una ciocca di capelli dal viso di mia sorella e prima di tornare a scrivere sulla cartellina mi lancia un occhiata che avrebbe fatto cagare in mano per la paura anche Lord Voldemort. 
- Vattene.-
- Cosa? Lei non può...- cerco di protestare.
- Io posso e lo faccio. Se ne vada, non è nelle condizioni di stare qui. Si vada a fare un giro e ad schiarirsi le idee.- appoggia la cartellina nel suo apposito spazio in foto al letto e poi si frappone fra me e mia sorella mettendo le mani sui fianchi e con sguardo omicida dice: - Lei non sa quanto Lily abbai sofferto. Lei vede solo il suo dolore. Quando avrà capito perché si è comporta così e l'avrà perdonata potrà tornare.-
- Ma cosa? Lei non può...-
-Io posso e l'ho appena fatto. Se ne vada. - non mi arriva neanche sotto al mento e non ha paura di sfidarmi. Che coraggio!
- Ora! - esclama indicando con il dito la porta. 
La guardo con rabbia e frustrazione per qualche secondo, ma lei non si piega, ne evita il mio sguardo, anzi mi sfida a provocarla. Scuoto la testa e mi dirigo verso la porta, prima di uscire lancio un ultimo sguardo a Lily su cui è chinata l'infermiera. 
No, non ti posso perdonare.
Uscendo sbatto la porta.
Tac.


Cammino anche se non ho una meta. Siamo a dicembre e io non ho nemmeno il giubbotto con me, ma non sento freddo. Vedo le persone affianco a me proseguire velocemente per la strada, tutte impegnate per raggiungere i loro scopi, ma io uno scopo non ce l'ho. Mi fermo a guardare questo via vai di streghe e maghi indaffarati, poi mi volto e vedo la mia immagine riflessa. Quasi non mi riconosco. Capelli neri disordinati come al solito, maglietta a maniche lunghe rossa, jeans scuri e un tatuaggio tribale si scorge dal collo della maglietta. Quello che mi lascia perplesso è il volto: smunto, bianco cadaverico e un leggero presagio di occhiaie sotto gli occhi marroni, così simili, se non identici, a quelli di Lily. Com'è possibile che io abbia già questo aspetto? Non sono passate neanche 24 ore e io sembro già un fantasma. Davvero un solo evento può stravolgere una vita così?
Mi riscuoto e guardo con più attenzione la vetrina opaca del locale che riporta la scritta "Il Birrodotto". Sorrido. Qui ha avuto la sua prima sbronza. 
*INIZIO FLASHBACK*
"Lily?"
"Ehilà Jamiiiiiiiiiiiie!" strascica il mio nome, mi sorride divertita e si appoggia a me come se non riuscisse a stare in piedi. Siamo difronte al locale dal quale esce un gran fracasso che alcuni definirebbero musica. Lily guarda divertita la vetrata opaca come se riuscisse a vedere cosa sta succedendo all'interno e inizia a ridacchiare. 
"Lily sei ubriaca?"
"Io,ubriaca? Mai!" detto questo si volta e mi guarda stralunata. "Jamie, fratello, non sapevo avessi un gemello. Come si chiama?"
La guardo male poi affermo:"Tu sei decisamente ubriaca." cerco di prenderla di peso ma lei sfugge alla mi presa e inizia a ballare per la strada deserta. 
"Io, mio caro, non mi sono mai ubriacata in vita mia e di sicuro non lo sono adesso. Stavo scherzandooo, pensavi davvero che vedessi un tuo gemello?" dice divertita mentre improvvisa una ruota "Sai non vorrei sconvolgerti ma sono tua sorella, me ne sarei accorta se tu avessi avuto un gemello, no? Comunque smettila di muoverti!" sbotta fermandosi in mezzo tra me e il locale e osservandomi con sguardo truce, poi abbassa lo sguardo sulla strada e borbotta:"Ho un tremendo mal di testa." poi senza che io riesca a fermarla cade a peso morto sulla strada tenendosi la testa fra le mani.
"Questi, sorellina mia cara, sono le avvisaglie di una sonora sbronza." le dico mentre cerco di tirarla su. Proprio in quel momento si affaccia alla porta del locale una figura snella e alta che urla:"Oppa!!"
Lily si volta e cade di nuovo a peso morto per terra vanificando tutti i miei sforzi e urla anche lei:"Oppa!!"
"Lily ti sto cercando da dici minuti, ehi tu chi sei? Stalle lontano brutto pervertito!" Non ho nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo che la ragazza che stava parlando con mia sorella si lancia su di me facendomi cadere di schiena sulla strada dura e bagnaticcia. Mentre cerco di liberarmi di quella iena incontro due occhi bicolori annebbiati a causa dell'alcool.
"Trudi sono James, non un pervertito!" 
L'altra sorda alle mie proteste tenta di strozzarmi, ma qualcuno la solleva malamente permettendomi di respirare nuovamente. Mi alzo e vedo Johnny che sta tendendo Trudi per la vita, mentre Jack che sembra leggermente alticcio cerca di farla ragionare. Mi avvicino a Lily che è ancora seduta per terra con la testa rivolta al cielo mentre cerca di contare le stelle. 
"Lily forza andiamo a casa"
Abbassa lo sguardo su di me e sorride leggermente, poi volta la testa e si copre gli occhi con la mano e sbotta:"Che sole!"
"Lily non sono neppure le due di mattina, non c'è il sole."
"Beh e tu come lo chiami quello?" mi chiede con aria di sfida indicando qualcosa alle mie spalle. Mi volto e sospiro, poi l'aiuto ad alzarsi, la pulisco e dico:"Quello è un lampione."
"Secondo me tra noi due quello ubriaco sei tu." biascica ponendo il suo dito indice sul mio petto.
Mentre finisco di pulirla si avvicina Johnny e dico un po' arrabbiato:"Grazie di avermi avvertito, ma dovevate contattarmi prima che si ubriacasse."
"Quella di contattarti è stata un idea di Jack. Comunque è grande e vaccinata, può ubriacarsi quanto vuole." mi risponde tranquillamente il compagno di lavoro di mia sorella.
"È la prima volta che si ubriaca! Dovevate stare più attenti!" dico alzando la voce.
Sentendo quelle parole Trudi si scosta bruscamente da Jack e si dirige barcollando verso di noi. "Lily! - la nominata in causa alza la testa con un sorriso ebete dipinto sul volto- Sei stata mefa...meta...metaforicame....vabbe' quella cosa lì, sverginata! Ora sei entrata nel mondo degli adulti ubriachi! Yeeeeeeh!!" dopo quelle parole senza senso si accascia su Johnny che l'afferra appena in tempo.
Jack si avvicina guardando storto Trudi che continua a borbottare cose prive di logica e poi dice:"Quella di andare a bere è stata un idea di Lily, comunque."
Abbasso lo sguardo su mia sorella che sta piangendo silenziosamente e  sbotto alzando gli occhi al cielo:"Oh perfetto siamo arrivati alla fase del pianto isterico."
Noto che anche Trudi sta iniziando a piangere e lancio un'occhiata agli altri due che con uno sguardo sconfitto e un'alzata di spalle afferrano Trudi. Poi con un cenno del capo a mo' di saluto si smaterializzano. 
"Non lo dirai a mamma e a papà, vero?" biascica Lily tra un singhiozzo e l'altro.
"Se non mi chiederanno niente io non dirò nulla. Dovresti ringraziarmi, mentirò per te." dico ridacchiando.
Lily mi guarda qualche secondo poi mi abbraccia e dice con più lucidità di prima:"Omettere non vuol dire mentire, significa proteggere le persone da una verità che sicuramente li ferirà. Grazie Jamie."
*FINE FLASHBACK*
È passato un anno... Mi stavi già mentendo, Rossa?


Mi sono perso nei meandri della città fino ad arrivare alla Londra babbana. Cammino senza sosta, ma la mia rabbia e il mio dolore non diminuiscono. Continuo a cercare risposte che so che non troverò perché l'unica che me le può dare è sdraiata su un letto di ospedale, impossibilitata a rispondermi. Proseguo nel mio cammino fino ad arrivare alla British Library, la biblioteca più grande e più importante di Londra. Edificio maestoso dove la sapienza sia babbana che magica si riunisce. La guardo attentamente mentre uomini in cravatta e donne in tailleur mi sorpassano velocemente dandomi anche degli spintoni.
Salgo alcuni gradini e come quella volta mi siedo sullo stesso gradino e nel medesimo punto, aspettando un miracolo o un'illuminazione. Quella volta arrivasti tu, come sempre del resto...

"Non capisco come Fred possa dire che questo sia un gioco divertente." penso mentre cerco di far funzionare quello stupido giocattolo babbano, che tanto appassiona mio cugino.
"Se continui così lo spacchi."
Mentre cerco di far arrotolare quella stupida pallina sul filo lancio uno sguardo a Lily che è in piedi di fianco a me e mi guarda con aria divertita. Mi si avvicina e me lo prende dalle mani, poi con abilità inizia a giocarci come se non facesse nient'altro da mattina a sera. 
"Allora mi vuoi dire cos'è che ti turba? E non osarmi mentire! Io ti conosco meglio di chiunque altro." afferma mentre si appoggia allo scorrimano di marmo.
Non le rispondo e continuo a guardare davanti a me con sguardo truce. Proseguiamo con questo duello silenzioso, interrotto solo dal sibilo prodotto dallo yo-yo, per almeno cinque minuti buoni, poi con lentezza Lily ferma il giocattolo, lo ripone nella tasca della felpa e si siede di fianco a me. Mi prende sotto braccio, appoggia la sua testa sulla mia spalla e guarda insieme a me l'orizzonte. E io lo sento, lo sento il suo sostegno incondizionato, non ha bisogno di dirmelo, lo avverto perché in fondo io e lei siamo fatti così. Non ci piace esternare i nostri problemi, tutti ci vedono sempre sorridenti, sempre allegri e sono convinti che noi non soffriamo che siamo immuni dal dolore, ma non è vero. In realtà noi siamo le prime vittime del dolore e della sofferenza, siamo solo bravi a nasconderci dietro le nostre maschere. 
Scosto lo sguardo dal punto che stavo fissando e mi volto appoggiando il mento sulla criniera indomabile di mia sorella.
"Ho paura" sussurro, ma lei non dice niente aspetta che io continui, che mi sfoghi, che mi liberi da tutto il peso che mi porto sulle spalle.
"Sono all'ultimo anno di scuola e non so cosa sarà del mio futuro. Guardo i miei amici, guardo Albus e guardo anche te e vedo che tutti voi avete un'idea ben precisa di cosa farete nel futuro. Io invece sono allo sbando, ho paura di sbagliare, di deludere papà, mamma e tutti. Papà vorrebbe che io facessi l'auror, ma io non lo sento come il lavoro fatto per me. Mamma vorrebbe che io facessi il medimago e non so come le possa essere venuta in mente questa idea balzana visto che sono una schiappa a scuola! Lily, davvero non so cosa fare. Sto impazzendo..." lascio volare la frase per la città come se aspettassi una risposta divina alla mia follia. 
"James, sei all'ultimo anno e hai ancora tempo, non tanto, ma ce l'hai. Non ti basare sui desideri degli altri, segui il tuo cuore. Nessuno potrà dirti niente se farai quello che vuoi realmente. Papà desidera che tu faccia l'auror perché da piccolo era il tuo più grande sogno come quello di essere, com'è che lo chiamavi? Ah, sì un guerriero protettore. Lui vuole solo che tu sia felice, è rimasto indietro nel tempo, se fosse per lui mi regalerebbe un regno solo perché  da piccola volevo essere una principessa. Per quanto riguarda la mamma cerca di convincere sia Al che me a diventare un medimago, è il suo sogno avere un figlio che svolga quel mestiere, ma anche lei sarà felice qualsiasi lavoro tu sceglierai di intraprendere. Tutti noi saremo lì a sostenerti e qualora qualcuno avesse qualcosa da ridire se la dovrà vedere con me! Siamo una enorme, chiassosa, insopportabile famiglia, ma ti vogliamo bene. Anche Al sta dalla tua parte anche se non te lo dice apertamente." conclude dandomi un bacio sulla guancia.
I miei occhi si oscurano e sussurro:"Io e lui non risolveremo mai."
"Oooooh, certo che risolverete!" esclama spazientita Lily "Magari non oggi, ne domani ma risolverete e tornerete a essere i fratelli molesti che mi fanno gli scherzi solo per divertimento."
"Me lo prometti?" chiedo io come un bambino di cinque anni.
"Certo! Se entrambi foste meno cocciuti avreste già risolto da tempo." mi accarezza la guancia e sussurra "Capirà quanto bene gli vuoi, in fondo sei qui seduto perché lui è dentro alla biblioteca e hai paura che tornando a casa si perda, svampito com'è."
Le sorrido e le afferro entrambe le mani "Mi starai sempre vicina? Non mi abbandonerai?"
Si alza e fa fare la stessa cosa anche a me. Mi arriva sotto il mento e con sguardo dolce appoggia la sua mano sul mio cuore "Ci sarò sempre per te, fratellone, anche quando non mi vedrai sarò al tuo fianco. Te lo prometto."

Mi tocco il cuore, ma non ti sento Lily. Mi hai abbandonato. Non hai mantenuto nessuna delle due promesse che mi hai fatto.
Sono solo e tu non sei qui con me.


Questa volta so dove mi stanno conducendo i miei piedi, so dove sono diretto. Entro nel parco vicino a casa dei miei genitori. Un enorme parco frequentato sia da babbani, sia da maghi. Esploro il luogo di mille avventure di quando eravamo piccoli, palco di mille storie di eroi e principesse. Rivivo tutto dalle risse che ingaggiavamo fra noi alle risate che condividevamo. Vorrei ritrovare quel legame che a quel tempo ci univa, un legame non solo fraterno ma di amicizia indissolubile. 
Noi tre come i tre moschettieri.
Continuo a percorre le strade lastricate del parco fino ad arrivare al nostro posto segreto: un albero dal tronco basso dal quale si ramificano grossi rami su cui è facile arrampicarsi. Albero che si trova nella parte più sperduta e meno frequentata del parco, nascosto alla vista poiché circondato da altri alberi.
Mi avvicino e mi siedo sulla parte del tronco da dove si ramificano tutti i rami. Questa parte lo chiamavamo il trono perché terribile era la assomiglianza, ed era la parte che occupavo sempre io. Risento tra quei rami le nostre risate di quando eravamo piccoli e mi guardo in giro aspettando di vedere comparire da dietro qualche albero dei folletti di cui eravamo convinti fosse pieno il parco.
- Perché quel muso lungo? -
A quella voce infantile alzo lo sguardo di scatto e incontro, qualche ramo più in su, un paio di occhi color cioccolato.
- Cosa ci fai lassù? - chiedo.
- Quello che fai tu, mi nascondo. -mi risponde la bambina scendendo dal ramo su cui era seduta per poi fermarsi ad un ramo alla mia altezza.
Osservo la bambina vestita di un cappotto e un cappellino bianco che le copre i capelli e un paio di pantaloni rossi e bianchi a quadri accompagnati da dei scarponcini neri. Il visino lentigginoso si avvicina pericolosamente al mio per sorridermi dolcemente. Un'altro viso più adulto si sovrappone al suo, ma viene velocemente allontanato dalla mia logica. Impossibile che sia lei.
- Allora perché sei triste? - mi domanda.
- I tuoi genitori non ti hanno detto di non parlare con gli sconosciuti? - 
La bambina arrabbiata, perché per la seconda volta ho evitato di rispondergli, gonfia le guance e corruga la fronte. Proprio come... No! Non può essere lei.
Mi volto e torno ad osservare gli alberi. Rimaniamo in silenzio per molto tempo, finché spazientito non le chiedo: - Non te ne andrai finché non ti avrò detto perchè sono triste, vero? -
- Esatto! - risponde allegra la piccola peste che contenta per aver vinto la battaglia silenziosa che avevamo intrapreso, mi dona un sorriso enorme iniziando a dondolare le gambine.
- Sono arrabbiato con una persona.-
- Perché?-
- Beh, perché mi ha mentito.-
-Su cosa ti ha mentito?-
- Sulla sua salute... Non mi ha detto che stava male e adesso rischia di morire. Non credo, però, che siano argomenti adatti per una bambina di sette anni.-
- Otto, prego. Quindi sei arrabbiato perché non ti ha detto che stava male? - mi chiede guardando corrucciata le sue gambe dondolare.
- Esatto..-
- Tu le hai mai chiesto della sua salute? -
- Io... No, non credo... Sono molto impegnato, non la vedo molto spesso... Però se avesse avuto bisogno, io ci sarei stato! - sbottò arrabbiato nei confronti del mio balbettare difronte ad una bambina che mi sta guardando pensierosa. 
- Se sei così impegnato come faceva a dirti che stava male? Ci vuole molto coraggio per dire certe cose. Magari ci ha provato ma non ci è riuscita, come fai a sapere che non ci ha neanche provato? -
- Io... Non lo so...-dopo aver pronunciato quelle parole scendo dall'albero e inizio a camminare avanti e indietro, mentre vengo osservato attentamente dalla bambina.
- Vuoi molto bene a questa persona, no? Allora prova a mettersi nei suoi panni, in questi casi bisogna immedesimarsi nell'altro per capire davvero. Me lo dice sempre il mio papà! - afferma guardandomi con uno sguardo insieme paziente, dolce e divertito. 
Un suo tipico sguardo che mi rivolge nei momenti di discussione. Sembra impossibile, ma è lei.
- È un uomo molto intelligente tuo padre.- dico fermando il mio andirivieni.
- Il mio papà è il migliore del mondo. È il mio eroe e quando sarò grande lo sposerò!- dice aprendosi in un sorriso immenso.
Mi avvicino lentamente a lei e per la prima volta da quando ho saputo dell'incidente sorrido.
- Non ho mai capito la mania di mamma di metterti questi cappelli. Tu hai dei meravigliosi capelli, dovresti mostrarli.-
A quelle parole si sfila il cappello e lunghi e mossi capelli rosso sangue le ricadono sulle esili spalle.
- Ti ringrazio Lily, non saprei come fare senza di te.-
Senza aspettare neanche un secondo Lily si lancia verso di me e io l'afferro abbracciandola stretta.
-Ti voglio tanto bene, fratellone.-
- Anche io, sorellina-
La stringo più forte, mentre sento gli occhi bruciare.
- Anche io...-
La tengo stretta al mio petto per un tempo interminabile, per sentire per più tempo possibile quel piccolo corpo profumato di vaniglia e talco vicino a me.
Dopo un po' ci stacchiamo e l'appoggio a terra. Mi metto in ginocchio per essere alla sua altezza. Allaccia le sue piccole braccia al mio collo e dopo pochi secondi mi dice:- Ora devo andare, mamma e papà mi staranno cercando. -
Annuisco e continuo a guardarla.
- Vedrai che si risolverà tutto, orsetto potto. -afferma sorridendomi diabolica.
- Quante volte ti ho detto che non mi devi chiamare in quello modo? Non sono un peluche! - sbotto facendo finta di essere arrabbiato. 
Ridendo mi da un bacio sulla punta del naso per poi si scostarsi da me. Mi alzo e pulisco i pantaloni dalla terra, poi rialzo lo sguardo e lei è sparita senza aver fatto nessun tipo di rumore.
Mi guardo intorno sperando di scorgerla, ma non la trovo. Appoggio le mani sulle tasche dei pantaloni e sento qualcosa di duro nelle tasche posteriori, lo tiro fuori e trovo la lettera. Ruvida al tatto, l'avvicino al naso e sento quell'odore inconfondibile che ha solo lei: vaniglia mista a talco.
La guardo per qualche secondo, poi prendo a due mani il mio coraggio e inizio a leggere.

Ciao,
James, fratellone, se ora stai leggendo questa lettera vuol dire che io mi stanno operando.  Mi dispiace, lo so che sei molto arrabbiato con me, per non averti detto niente, ma per favore vorrei che tu facessi una cosa per me. Lo farai? avvererai questo mio ultimo desiderio? Tu hai sempre detto di essere in grado di fare qualunque cosa. Quindi io, oggi, ti propongo una missione, un po’ particolare, a dire il vero.
James, tu sei forte, e questa è la cosa per cui io ti ammiro molto e ti stimo e per questo  certe volte sono diventata gelosa. Perché in fondo io non sono forte e coraggiosa come te, ma sono pazza. Anche se non ho ancora capito se questa è una cosa bella oppure no.
Vorrei che tu non piangessi, non per me, almeno, e vorrei anche, che tu provassi a far sorridere anche gli altri. Lo so, è assurdo che io ti chieda una cosa simile, però non voglio essere ricordata tra le lacrime e tra il dolore, per favore e non voglio che qualcuno pianga per me. Voglio essere ricordata nei momenti in cui stavo bene, quando io, tu e Al facevamo casini e tutti si arrabbiavano, e non quando ero sul letto di morte. Questa è la tua missione. riuscirai a compierla?
Spero per te di sì, perché se così non fosse, potrei purè tornare indietro da là su, per prenderti a calci, ci siamo intesi?
A quanto pare, dove andrò tra poco, c’è anche una specie di televisione a sessantacinque pollici, il doppio di quella a casa nostra, invidioso, fratellone? In cui si può vedere tutto quello che viene fatto da tutti qua giù e, quindi, se stai pensando di non fare ciò che ti ho chiesto, perché tanto io non potrò verificare il tutto, penso di averti smentito.
Ahahah, insieme alla lettera ti lascio anche un regalo. E, se ti conosco bene, ti piacerà! Vai a vedere …
allora ti piace?Voglio che ti rimanga qualcosa di me e cosa c’è di meglio di una scopa? In fondo, lo sanno tutti che è l’unica cosa al femminile con cui non ti arrabbi mai e che continui ad adorare sempre e senza pretendere nulla in cambio. Mi raccomando, trattala bene! Mi è costata un occhio della testa.
Infine, James, e non perché è meno importante vivi la vita e goditela, lo devi fare anche per me. Sei obbligato a farlo, perché vivrai non solo per te ma anche per me. Volare è una cosa bellissima, non smettere mai di farlo e, ogni volta che lo farai, ricordati di me, ricordati della tua cercatrice preferita, con cui hai vinto moltissime partite.
Alla prossima, Jamie.
Lo so, ma il nostro non sarà mai un addio, MAI, ma solo un arrivederci perché nemmeno la morte può dividere i tre malandrini, non è vero?
Ti voglio bene,
La tua principessa per sempre.


Mi manca il fiato e sento uno strano peso sullo stomaco mentre assimilo quello che ho letto. Guardo per l'ultima volta l'albero poi mi smaterializzo al San Mugo. Senza  calcolare minimamente le persone che mi circondano entro nella sua stanza e la trovo nello stesso modo in cui l'ho lasciata. Mi avvicino e questa volta le afferro la mano per poi avvicinare il mio viso al suo.
- Io combatterò, Lily, tu però devi combattere con me! - dico posandogli un bacio sulla fronte. 
-Hai capito allora.-
Non ho bisogno di voltarmi per capire chi è la proprietaria della voce. Continuando a guardare il volto della mia sorellina, accarezzandole dolcemente la mano dico: - Ho avuto bisogno di una spintarella da parte tua e dell'intervento del mio angelo custode, ma poi ci sono arrivato.- 
- Me l'aveva detto che sei un po' testardo.- 
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti quegli occhi neri come la pece che mi incatenano a loro.
-Come ti chiami?- le chiedo sorridendo come un deficiente.
- Natalie.- dice sorridendomi con le gote leggermente rosse.
-Piacere Natalie, io mi chiamo James detto anche orsetto potto.-


Nda :
Ciao a tutti! Innanzitutto chiediamo scusa perché nel capitolo precedente abbiamo dimenticato il famoso "Nda: note di autore". Dunque, io e la collega siamo felicissime perché in breve tempo la storia sta piacendo davvero tanto. E c'è addirittura chi sta chiedendo anche di aggiornare più rapidamente. Ahahahaha, che dire siete gentilissimi. Siamo giunti alla seconda lettera, quindi ne mancano altre 3. In questo capitolo è comparsa la Lily piccola. Qualcuno pensa: " impossibile"? Beh, a quanto  pare non lo è del tutto. La Lily angelo custode comparirà altre volte, vedremo se sarà degna del nome angelo custode o meno? 
Bene pensiamo di aver detto tutto. Anzi no, c'è dell'altro, c'è chi ci ha chiesto se Jack provasse qualcosa di più dell'amicizia per Lily, ci teniamo a dire che no, lui non prova altro per Lily che non sia della buona amicizia. Scusate perché non siamo in grado di far uno di quei Nda lunghissimi e divertenti. Ringraziamo tutte le sante anime che leggono, tutti quei incredibili angeli che seguono, preferiscono e ricordano. E per ultimo ma non per questo meno importante, a tutti quelli che incuriositi da questa storia hanno sprecato il loro tempo a recensire per fare piacere a due pazze come noi! Grazie mille, Merci, thank you very much, muy gracias chicos de Efp... E in tutte le altre lingue di questo mondo. Un bacione
Alla prossima 
Rosa e LilyRose
 
  
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