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Autore: Prinzesschen    30/06/2014    9 recensioni
Sospesa tra amore e odio, tra presente e passato, Jales Carter è una giovane Auror che combatte tra le fila dell'Ordine della Fenice. Una storia di amore e di amicizia, un viaggio indietro nel tempo e un intreccio di vite e di anime destinate a separarsi.
*
-Tremi per il freddo o per la paura, Carter?- chiese con tono derisorio Sirius Black accostandosi a me con la sua scopa. –Lo dico sempre che dovresti restare a casa a cucinare insieme alla signora Weasley.
Sentii la rabbia salire e repressi l’istinto di afferrare la bacchetta e schiantarlo. Nonostante la palese ed immotivata sfiducia che quell’irritante esemplare di maschio bianco latitante mostrava nei miei confronti, ero una delle più giovani e promettenti Auror della storia.
-Non ti conviene, Black, ne approfitterei di certo per avvelenarti!
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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time after time 10

Time after time

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10- I've tried to go on like I've never knew you
I'm awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I'm going to be is
Incomplete.

-Sono qui, professore.
Avanzai verso Silente che, silenzioso, mi attendeva con la giratempo stretta in una mano e l’aria austera che lo contraddistingueva e che sempre l’avrebbe fatto.
-Curioso, non è vero? Come ogni evento, ogni istante possa essere così strettamente intrecciato ad un altro.-
Sapeva che avevo capito, forse le lezioni di Occlumanzia non avevano funzionato con me o forse ero semplicemente troppo stravolta ed evidentemente confusa.
-Perché non me l’ha detto, professore? Perché nessuno me l’ha mai detto? Questo è già.. successo! E’ così ovvio!-
Affondai la testa tra le mani, lasciandomi cadere su una sedia con lo sguardo fisso al pavimento. Non capivo più quale fosse la menzogna e se ce ne fosse davvero una, se ero stata la pedina di un gioco così crudele e per mano di chi.
-Io.. se avessi fatto qualcosa per salvarli magari il futuro sarebbe stato diverso! Lei mi ha detto di non farlo ma è tutto così.. assurdo. Perché non ha lasciato che li avvertissi?-
Silente sospirò e si avvicinò a me, lento e placido come sempre.
-Io non so cosa accadrà, signorina Carter. Non posso saperlo. Ciò che è certo è che niente del futuro può essere svelato nel passato.-
-Ma professore io so come è andata e troppe persone soffriranno, lei deve ascoltarmi!-
-Non puoi svelare nulla neanche a me. Le cose devo fare il loro corso e tu lo sai. Non ti è chiaro, adesso? E’ già successo. So chi sta causando tanto dolore nel tuo tempo senza bisogno che tu me lo dica, conosco il nemico che combatti e voglio che tu sappia che farò tutto ciò che è in mio potere per fermarlo. Tu sei la prova che c’è ancora chi combatte per questa causa in un futuro, lontano che sia da questo momento. Tu sei la speranza di una lotta che non si ferma e qualunque cosa tormenti il tuo cuore ti darà la forza di continuare a batterti per le persone che ami. Adesso torna indietro e cambia il tuo tempo, torna indietro e ci rivedremo, signorina Carter.-
Mi porse la giratempo ed io la afferrai.
-Conti due giri ogni cinque anni, qualcosa mi dice che ne serviranno un paio.- sorrise prima di allontanarsi.
Fissai quell’oggetto per un tempo che mi sembrò infinito chiedendomi cosa avrei trovato, al mio ritorno. Tante, troppe cose sarebbero cambiate e non sapevo se davvero considerarmi pronta. Chissà quante volte mi avevano giudicata: avrei subito di nuovo l’odio di Sirius e, finalmente, avrei saputo di meritarlo, avevo consegnato Lily e James alla morte quanto e più di Peter.
Feci ruotare la giratempo ma i miei occhi non la videro, offuscati dalle lacrime che avevano ricominciato a scendere senza tregua.
Sentii la stanza stringersi attorno a me e quando riaprii gli occhi ero di nuovo nella stanza che occupavo, al numero dodici di Grimmuld Place, scossa dai singhiozzi. Posai la giratempo sul letto e mi lasciai cadere per terra, stringendomi le gambe al petto.
Fuori dalla stanza il vociare dei ragazzi mi sembrava lontanissimo e ovattato.
-Jales!-
Ma io non ero più Jales, non ero più la Jales che loro conoscevano né la Jales che Remus e Sirius avevano conosciuto vent’anni prima.
Non ero più nessuno, ero l’involucro di un’anima che aveva sfidato il tempo, strappata da un’epoca e da un’altra come una fotografia da un album di ricordi. Cosa era rimasto di me ad Hogwarts? O a Grimmuld Place?
-Jales, per l’amor del cielo, non farmi sfondare la porta.-
Riconobbi la voce di Remus e senza pensarci mi sollevai correndo verso la porta e spalancandola.
-Remus!- mi gettai tra le sue braccia singhiozzando sempre più forte e lui si fece avanti, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alla spalle.
Sentii il suo petto sollevarsi e riabbassarsi mentre sospirava, stringendo la presa e abbracciandomi forte.
-Io non.. non ho potuto fare niente, capisci? Non potevo.. dirvi niente!-
-Jales, tesoro, va tutto bene.-
-NO! IO NON DOVREI ESSERE QUI! IO NON VOGLIO ESSERE QUI!-
Stavo urlando battendo i pugni contro il suo petto, incapace di controllare tutta la rabbia e la frustrazione che si stavano riversando dentro e fuori di me come un tornado, travolgendo ogni altra sensazione, ogni altro pensiero.
-Non potevi fare nulla. Non è colpa tua..-
Alzai lo sguardo verso di lui e vidi che il suo volto era una maschera di emozioni contrastanti. Percepiva il mio dolore, lo capiva e lo condivideva. 
Non era più costretto a fingere.
-Lily e James.. loro.. avrei dovuto essere lì a lottare, non sarei mai dovuta tornare ma Silente diceva che non potevo ed io..-
-Mancano anche a me, Jales.-


-E così Silente mi mise in guardia. Disse che avrei incontrato qualcuno che credevo di aver perso per sempre e non ebbi alcun dubbio che si trattasse di te. Mi raccontò di com’era andata, mi spiegò tutto e mi fece giurare che mai e poi mai ti avrei svelato la verità, una verità che non potevi ancora conoscere.-
Seduti sul mio letto era arrivato il momento dei chiarimenti e finite le lacrime non potei che ascoltarlo, guardandolo con occhi nuovi, con gli occhi di un’amica che aveva perso la parte peggiore della storia, che si era presa il meglio rubandolo a loro.
-Sirius.. lui mi odia.-
-Credi che ne sarebbe mai capace, adesso che sai?- chiese, sorridendo come avrebbe fatto un tempo, da ragazzo.
-Io ho..-
-Tu non hai fatto niente di sbagliato, Jales. Sono stanco di ripeterlo. Sirius ti incontrò ad Azkaban qualche mese prima della sua fuga. Quando lo rividi, due anni fa, mi disse di essere certo che tu fossi stata un’illusione, la follia che inesorabile lo tormentava come il resto dei prigionieri. Non potei far altro che raccontargli tutto, aveva già sofferto abbastanza e da allora ha vissuto ogni istante aspettando questo momento. Non l’ho mai più visto innamorato, Jales. Hai portato via il suo cuore e credo proprio che ti tocchi restituirglielo.-
Sentivo il mio, di cuore, bruciare selvaggiamente, mi sentivo spezzata, violata, colpevole. Quell’insopportabile sensazione di oppressione non voleva lasciarmi ma mi imposi di non ricominciare a piagnucolare. Non li avrebbe riportati indietro.
-Non c’era da stupirsi che tu rifiutassi Peter, comunque.- buttò lì, serio.
-Come avrei potuto fare altrimenti? Amavo Sirius e il pensiero di ciò che avrebbe fatto mi nauseava.
-E’ sempre stato così invidioso di Sirius.. gli ha restituito anni di sconfitte nel modo peggiore possibile.- mi spiegò, amareggiato.
-Anche per..-
-Si, Jales, per te ma anche per altre innumerevoli cose che probabilmente nessuno di noi saprà mai con certezza.-
Chinai il capo, abbattuta.
-Farà sempre male, Jales. Non smetterà mai. Si allevierà, si anniderà in un angolo della tua mente ma non smetterà mai di ferirti.- fece una pausa, accennando un altro sorriso, -in qualche strano modo, è bello essere insieme a parlare di questo. E’ bello riavere la mia amica Jales, quella che mi impediva di studiare e nascondeva i miei libri perché aveva voglia di chiacchierare.- sottolineò l'ultima parola e scosse la testa, divertito.
-Sono contenta che tu ci sia, Rem.-
-Te l’avevo detto che ci sarei sempre stato, per te. Mi sei mancata.-

-Ma dov’eri finita? Mia madre sta dando di matto, non riesce a far funzionare quella dannata aspirapolvere babbana!-
Fred Weasley mi venne incontro, esasperato, per poi afferrarmi per un braccio e trascinarmi di sotto.
-Ma che fai?!-
Scesi le scale trovandomi davanti una nervosissima Signora Weasley intenta a prendere a calci una aspirapovere supermoderna, di quelle che, se programmate, pulivano autonomamente l'ambiente prescelto.
-Dubito che così la convincerà a funzionare, Signora Weasley!- la ripresi avvicinandomi a lei e sfiorandole un braccio per tranquillizzarla, -dove l’ha presa, questa?-
-Arthur è affascinato da questa stupida roba babbana, senza offesa, cara. L’ha portata dal Ministero e insiste perché impari ad usarla.- mi informò, spazientita, con le mani arpionate ai fianchi.
Mi chinai e la programmai, ringraziando Merlino di aver assecondato la mia curiosità e di essere tornata alla mia città natale, l’estate precedente, cercando di recuperare le conoscenze e le abitudini babbane che avevo ormai abbandonato da troppo tempo.
-Ecco, guardi un po’ che magia!-
L’aspirapolvere cominciò a muoversi, pulendo il centro della stanza, come animata di vita propria.
-Ma è magnifico!- trillò elettrizzata fissando l’oggetto che intanto si stava avvicinando pericolosamente al portombrelli a zampa di troll che, instabile come sempre, piombò per terra con un tonfo sordo e con le abituali conseguenze.
-FECCIA, LURIDI TRADITORI DEL VOSTRO SANGUE, MALEDETTI USURPATORI CHE INSOZZATE QUESTE MURA..-
La dolcissima Signora Black dal suo ritratto sbraitava maledizioni di ogni tipo con un’espressione, se possibile, più feroce del solito e nonostante ci stessi mettendo tutta la forza che avevo non riuscivo proprio a tirare la grossa tenda di velluto ammuffito e pesante per zittirla.
-Lascia, Carter, fai fare a me.-
Il mio cuore perse un battito quando Sirius comparve al mio fianco e si appese alla tenda, tirandola con un strattone e chiudendo finalmente quella insopportabile strega dietro il velluto nero.
Non mi era mai sembrato così bello, nonostante il volto provato e stanco fosse così diverso da quello del giovane malandrino con il quale avevo trascorso i mesi precedenti e del quale mi ero perdutamente innamorata.
Non riuscivo a staccare gli occhi da lui, dalle sue mani belle e perfette come allora, e le sue labbra che troppe volte avevo baciato. I suoi occhi, quante volte ci avevo visto riflessi i miei?
-Ti sei incantata, Carter?- chiese, sprezzante come sempre, rivolgendomi uno sguardo quasi infastidito.
-I-io, no.. scusami.-
Gli voltai le spalle e mi avviai su per le scale quando la sua mano afferrò la mia.
-Non farlo. Non andartene di nuovo.- mormorò con lo sguardo fisso sulla catenina che portavo al collo. Il suo regalo d'addio.

Senza riuscire a pronunciare neanche un’altra parola ci recammo nella sua camera per avere un po’ di privacy e poter parlare liberamente, avrei voluto gettargli le braccia al collo e baciarlo così forte da far male ad entrambi ma lui stava al capo opposto della stanza, poggiato contro un vecchio mobile di legno con le braccia incrociate al petto.
Lo sguardo era impenetrabile, puntato su di me come se avesse voluto guardarmi attraverso.
-Ti prego, Sirius.. di’ qualcosa.-
Chiuse gli occhi, rigido e teso.
-Ho immaginato per troppo tempo cosa avrei potuto dire, in questo momento, ma adesso.. – strinse le labbra, scuotendo il capo.-Adesso non riesco neanche a pensare. Per noi non sarà mai un addio, mh?- citò le mie parole avvicinandosi a me.-Eppure te ne sei andata.-
Si fermò a meno di un passo da me, sovrastandomi e facendomi sentire immensamente piccola, chiusa tra la parete e il suo sguardo duro.
-Mi dispia..-
-Non dirlo!- lo aveva quasi urlato, scagliando un pugno contro il muro bianco dietro di me e portando il viso vicino al mio, troppo vicino.
-Non ne avevi il diritto, Jales. Non avevi il diritto di ferirmi come hai fatto. Ho passato anni a chiedermi cosa ti fosse successo, se fossi ancora viva! A sognarti e svegliarmi disperato e tremendamente solo. Poi quando.. quando ti ho incontrata di nuovo è stato.. folle.- si scostò, ridendo amaro. 
–Eri ancora giovane e bella come l’ultima volta che ti avevo vista, come l’ultima volta che ti avevo stretta. Come quando eri mia. Ho rifiutato l’idea che fosse possibile finché Remus non mi ha spiegato come stavano le cose e ricordo che in quel momento, dentro di me, infuriava una guerra. Avrei voluto raggiungerti per poterti tenere di nuovo al mio fianco e avrei voluto ucciderti per avermi mentito e ferito a morte.-
-Hai.. ragione su tutto e.. so che mi odi perché James e.. Lily..- sentivo le lacrime tornare a premere nei miei occhi. Non mi ero mai sentita tanto fragile come in quel momento.
-Non ti ho odiata così a lungo per questo, Jales. Non c’era niente che tu potessi fare, neanche essere lì con me quando è successo, nonostante lo avessi tanto desiderato. No. Ti ho odiata perché non potevo amarti. Ti ho odiata perché sei stata tu tutto questo tempo eppure non lo eri ancora.-
La rabbia sembrava aver lasciato il posto ad una dolcezza smisurata quando mi prese il viso tra le mani ed io le strinsi, premendomele sulla pelle.
-Perché io soffrivo e tu no. Perché io non ho smesso di amarti neanche per un singolo fottuto istante mentre tu vivevi la tua vita e neanche mi vedevi. Silente ti ha spedita qui, in questa casa, come se il fatto di sapere che non avevi memoria di noi non fosse già stato abbastanza crudele ed io ho.. concentrato tutto nell’odio, incapace di provare alcunché di razionale in tua presenza.-
Tutto quel tempo in cui lo avevo giudicato, schernito e in cui credevo di difendermi da un odio che in realtà non era altro che amore mi piombò addosso come una secchiata di acqua gelida. Gli avevo rivolto parole orribili, troppo spesso.
Sorrise di nuovo, colto da un pensiero improvvisamente meno brutto. –Sembravamo bloccati a quando ti conobbi e tu continuavi a rifiutarmi, ricordi?-
Fu il mio turno di spiegare ma non avrei mai potuto farlo con i suoi occhi puntati addosso e le sue mani sulla pelle che distruggevano ogni mia volontà, così scivolai fuori dalle sue braccia e presi a percorrere la stanza, torturandomi le mani.
-Era per questo che non volevo che ci fosse niente tra noi. Non avrei mai voluto baciarti e non avrei mai voluto che tu ti innamorassi di me ma ero tutto così dannatamente vero, mi facevi sentire viva e reale nonostante quello non fosse il mio posto e..ho fatto un casino, Sirius.-
Quando mi voltai per guardarlo di nuovo lo trovai ad un soffio da me, silenzioso come sempre.
-Per te è.. trascorsa una vita mentre per me sono state solo poche ore e ora vorrei tanto..-
Le sue labbra sigillarono le mie, zittendomi, e quel bacio fu il più sconvolgente della mia vita. La sua bocca aveva lo stesso sapore di allora ma i suoi baffi mi solleticavano il viso e la sua presa era quella di un uomo, non più di un ragazzo, mentre spingeva il mio corpo contro il suo.
Gli accarezzai la nuca, rigettandomi sulle sue labbra ogni volta che uno dei due si scostava per riprendere fiato, per poi aggrapparmi alle sue spalle e lasciare che le lacrime mi bagnassero il volto.
-Ho preso la parte migliore di te e ti ho lasciato solo ad affrontare dolori che avremmo dovuto condividere. Hai vissuto venti anni di orrore nel tempo di un mio respiro e non mi perdonerò mai per questo.-
Mi sorrise, come se la tempesta che infuriava dentro di lui si fosse improvvisamente placata e mi asciugò il viso, con le dita magre.
-Guarda su.-
Alzai lo sguardo e vidi che proprio sopra le nostre teste pendeva del vischio. 

The end


Song: Incomplete - Backstreet boys

Artwork: JeyCholties

Bene, adesso è tempo di ragionare! Spero che il finale non vi abbia deluse e che la vostra fantasia possa, da qui in poi, viaggiare abbastanza da costruire il resto della storia cui io ho dovuto, per mancanza di tempo e pazienza, rinunciare. 

Vorrei ringraziare le mie adorabili lettrici, tutte, dalla prima all'ultima, sia quelle che mi hanno seguita passo per passo esprimendo i loro pareri e le loro sensazioni, sia quelle che hanno inserito la storia tra le preferite o tra le seguite o che hanno semplicemente letto il mio delirio harrypotteriano con un sorriso. 

Un grazie particolare, sperando che non si monti la testa, va a Letstarthekillin e alla sua infinita pazienza nel sopportare i miei trip e nel leggere passo passo la storia aiutandomi durante il percorso ma, ovviamente, non solo per questo, lei lo sa bene.

Un bacio abnorme va anche a JeyCholties per l'immagine meravigliosa che avete visto all'inizio di ogni capitolo e per le adorabili registrazioni che mi ha inviato dopo ogni aggiornamento regalandomi un sorriso. 

Ringrazierei anche Ben Barnes e Jane Levy per avermi ispirata con i loro, per me azzeccatissimi, volti.

Il fatto che questa storia sia finita mi rende abbastanza triste, c'ero particolarmente affezionata, ma avrò più tempo per dedicarmi a Furry Love ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2630106&i=1 ), una storia un po' più babbana.

Ho cianciato abbondantemente e vi lascio. ;) A.

  
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