Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Richi    03/07/2014    2 recensioni
"Così distanti, eppure così maledettamente vicini.
Il battito dei nostri cuori che accelerava.
Eravamo rimasti noi.
Noi che eravamo il mondo.
Noi e i nostri battiti all'unisono."
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2
Palla di cannone

 
Alessandro
La testa rimbombava. Aprii leggermente gli occhi e la luce mi accecò. La sveglia, intanto, continuava a farsi odiare a modo suo: risuonava un allarme che spaccava i timpani. La colpii per farla smettere.
07:14
Dovevo muovermi non potevo ricevere un ulteriore ritardo a scuola, eppure... Eppure tornare lì io non ce la facevo proprio. I professori, le ore, le interrogazioni, Francesco. Perché sì, anche lui faceva parte dei tanti motivi per il quale io lì non ci volevo andare. Anzi, forse, uno dei motivi più validi per me. Ritrovarmelo davanti non avrebbe di certo migliorato le cose. E se poi non mi avesse salutato perché io ero solo uno sfigato? E se non mi avesse degnato neanche di uno sguardo per ricordarmi che ogni cosa doveva rimanere al proprio posto? 'Ci si vede a scuola.' E se fosse stata tutta una bufala per concludere quella conversazione della sera prima così superflua e irrilevante?
Perché continuavo a farmi quei complessi, quei film mentali? Se non pensavo che tutto dovesse andare nei peggiori dei modi non ero contento.
Nonostante tutto mi alzai dal letto e cominciai a prepararmi.
Appena lasciate le coperte calde, il freddo mi imprigionò come a volermi ricordare come stessi. Come a volermi ricordare che togliermi quel gelo dentro non sarebbe stato facile.
Scesi da casa con le mie solite adorate cuffie e il volume alzato al massimo e mi preparai al peggio.
 
-
 
L'ora di matematica non passava mai. Interminabile come le urla del professore ormai così consuete e a volte anche prive di senso. Guardai la classe apparentemente attenta, anche se sapevo benissimo che realmente nessuno stava seguendo, e mi soffermai su Cristina.
Era una ragazzina biondastra, occhialoni quadrati e più grandi del suo viso e vestiti usati così da renderla ancora di più ciò con cui gli altri volevano chiamarla: disastrata.
Eppure sentivo, eppure sapevo che dietro tutto quel menefreghismo, dietro tutto quel 'pensare ad altro', ero certo che Cristina fosse davvero forte, anche se apparentemente così fragile. Sentivo che stava vivendo qualcosa di dannatamente doloroso ed eppure sentivo come lei facesse finta agli occhi degli altri che tutto andasse per il meglio.
Mi incuriosiva questo suo modo di fare, questa sua voglia di evadere dal mondo, questa sua voglia di rimanere sola.
Girò la testa di scatto e mi vide, mi sorrise impercettibilmente.
Perché lei faceva così, sapeva benissimo quando una persona la stava osservando e gli sorrideva come nulla fosse. Non si stupiva del fatto che gli altri fossero a volte anche scioccati dal suo abbigliamento o dai suoi modi di fare, a lei non fregava nulla. Lei stava pian piano morendo dentro.
I pensieri furono cacciati via dal suono della campanella e quasi nello stesso istante dalla vibrazione del telefono.
'Ci vediamo ora in aula 16?'
Sì, era Francesco e ciò mi fece dedurre che non si vergognava di me, e che probabilmente il mio cuore stava ricominciando a battere per un motivo.
 
Francesco
Quella mattina avevo avuto voglia di vederlo, avevo avuto voglia di conoscerlo, avevo avuto voglia di ascoltare la sua voce.
Lo vidi entrare impacciato, presi la situazione in mano.
- Ciao. –
- Ehi. –
Lo vidi arrossire, sorrisi di rimando, non riusciva proprio a coprire l’imbarazzo che si celava dentro di sé.
- Come va? –
- Nulla di nuovo, ora di matematica noiosa come al solito. –
Rise e stavolta lo vidi dal vivo. Mamma mia cosa era quel ragazzo. No, dovevo smetterla. Lui doveva essere solo un amico. Non ero gay. No, non lo sarei stato.
- Ritieniti fortunato, alla prossima ora ho interrogazione di scienze su tutto il programma del quarto anno. –
- Cosa pensi di fare dopo la scuola? –
- Non so, non mi piace pensare al futuro. Voglio godermi il presente. –
I miei occhi automaticamente guardarono fuori dalla finestra tristi.
- Hai paura di qualcosa in particolare? –
Alessandro si stava già preoccupando per me, era così bello vedere la sua faccia in questo stato.
- Sai, quando non sai cosa ti aspetta lì fuori un po’ la realtà ti fa paura. Ho sempre visto la scuola come una cosa che mi rovinasse la vita, quando in realtà solo quest’anno mi sono reso conto di quanto mi facesse sentire sicuro, protetto. Ed ora? Ora che succederà? –
- Sono sicuro che ci sarà un posto nel mondo per tutti. –
Mi sorrise cercando di farmi stare meglio. Quel ragazzo mi faceva impazzire.
- Ehi, allora io vado. Ci vediamo. –
Se ne doveva andare, l’avrei voluto stringere forte e farlo rimanere lì insieme a me, ma non si poteva.
- Ci si vede Ale. –
Mi sorrise e andò via.
Presi il telefono e guardai la mia faccia riflessa sullo schermo.
Ero felice. Davvero felice.
 
Alessandro
Il cuore batteva troppo forte e veloce per il mio corpo. Mi sentivo stranamente allegro. Eppure anche timoroso. Sì, avevo paura. Non doveva nascere nulla, e tra l’altro non sapevo neanche se mi stessi illudendo per niente. Quegli sguardi, quella voglia di conoscersi potevano benissimo essere una presa in giro.
Preso dai miei pensieri andai a sbattere contro Cristina.
- Oh, scusa. –
Dissi dispiaciuto.
- Non ti preoccupare, davvero. –
La sua voce era così lieve che senza leggere ciò che dicesse dalle labbra non avrei capito.
- Come stai? Non parli mai con nessuno. –
Fu una frase azzardata, ma volevo provare ad aiutarla.
- E’ una cosa molto gentile da parte tua chiedermelo. –
- Non hai ancora risposto Cristina. Cosa succede? –
- Non succede proprio nulla. Non sono né felice né triste, né serena né irritata. Non sento più niente. –
E se andò via per il corridoio.
Rimasi sbalordito.
Quella ragazzina aveva bisogno di aiuto, e l’unica soluzione sarebbe stata diventare suo amico, e per fare ciò ci sarebbe stato bisogno di tempo, ed io, avrei avuto la pazienza di aspettare.
 
Note d’Autore:
Ed eccoci al secondo capitolo!
Premettendo che i capitoli non usciranno così frequentemente come la distanza di tempo tra il primo e il secondo.
Comunque oggi scopriamo un nuovo personaggio: Cristina.
Lei è insicurezza, lei è paura, lei è una ragazza che sta lottando per sopravvivere ed ora Alessandro sente il bisogno di aiutarla, anche se in futuro sarà lei ad aiutare lui (piccolo spoiler!! ahahah).
Cristina l’ho voluta aggiungere nella storia perché sono sicuro che tante ragazze, e anche tanti ragazzi, si ritrovano purtroppo in lei. E presto ci sarà anche un pov su Cristina che ha questa personalità molto complessa.
Intanto abbiamo il primo vero incontro tra Alessandro e Francesco, e Alessandro continuava ad aver paura, paura che sia tutta una presa in giro. In fondo lui si vede come lo sfigato di turno preso di mira da una delle persone più popolari della scuola. Sarà veramente così?
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere tutto ciò che volete tramite le recensioni.
A presto!
Richi 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Richi