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Autore: Checie    29/08/2008    1 recensioni
Questa è la mia vita, in pochi capitoli. Tutti i fatti e le persone citate sono realmente esistenti o esistiti. Tutti i riferimenti sono puramente voluti. Spero vi piaccia!!!!!!!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pasta 7 Dunque, questo capitolo esula un po’ dall’autobiografia, diciamo che è una specie di analisi para-sociologica del popolo delle vacanze, visto che la sottoscritta si trova nella ridente Jesolo Lido, vittima del mese di villeggiatura che le viene annualmente imposto dalla sua santa madre. Sono le 14:41 del 2 agosto, molto probabilmente pubblicherò verso il 20. Mea culpa, ma qua internet NON C’E’.






Prendiamo un’adolescente qualunque. Diamole un aspetto qualunque: occhi nocciola, capelli castani mossi, altezza 1,70, peso 60 kg, seno piccolo, tendenza all’accumulo di grasso sui fianchi. Figlia di un geometra e di una casalinga, fratello minore di 11 anni, comprensibilmente insopportabile. Ha finito la 3 liceo psicopedagogico, ha due migliori amiche e un fidanzatino con le gote paonazze e una grande stalla ove alleva con dedizione le vacche di famiglia. Lo stereotipo della ragazza media di campagna, drogata di High School Musical, fan di Rihanna e tante altre belle cose. L’adolescente qualunque non sono io, anche se ne condivido il ceto sociale.
Chiamiamo la nostra adolescente media Jessica R. Non specifico il cognome in quanto potrei rischiare di citare una persona realmente esistente.
La nostra Jessica si reca annualmente in quel del Lido di Jesolo per trascorrere un paio di settimane di vacanze ogni agosto, in compagnia della sua famigliola. Lo spettacolo che le si presenta davanti agli occhi è quello di cui lei stessa, in quanto ipotetica ragazza media, fa pienamente parte.
La spiaggia, dedalo di ombrelloni, sdraio, letti e lettini, è il pascolo dei ragazzini in età pre e post svezzamento, che si producono in ultrasuoni davvero notevoli e corrono ovunque come indemoniati. Una delle caratteristiche più peculiari di questa fascia della società è la cocciutaggine senza paragone: i miei stessi occhi hanno visto una bambina di non più di 7 anni ripetere all’infinito “Chupa! Chupa!”, desiderando ardentemente che la madre le comperasse uno di quei meravigliosi lecca lecca. Jessica è però molto paziente, in quanto sorella di una peste undicenne, e passa sopra alle innumerevoli ed incalcolabili succursali degli asili sparsi sul litorale.
Altro personaggio tipico dell’estate jesolana è la “signora”. La “signora”, per lo più ultraquarantenne, veste bikini fascianti da centinaia di euro, coperti malamente da svolazzanti caftani che le danno un’aria vagamente esotica, incurante della calura e dell’umidità opprimente è sempre perfettamente truccata e pettinata, ma soprattutto non sta mai zitta. Si va dalle notizie più succose di Novella 2000, ai mille problemi quotidiani che affliggono la moglie di un’industrialotto di provincia, a cosa fare, o meglio NON fare con i figli e via così, mostrando un’abilità nel parlare di milioni di argomenti senza mai, in definitiva, dire nulla. Non so se si è capito, ma le “signore” sono le mie preferite.
Jessica si dimostra abbastanza indifferente alle “signore”, lontane da lei per età ed estrazione sociale, ma la nostra adolescente tipo è molto più vicina a loro di quanto sembri: è amica delle loro figlie.
Allora, la figlia femmina per antonomasia è uno specchio della madre, per imitazione, o per completo distacco. Non c’è niente da fare, il modello materno o si prende a modello, o si allontana il più possibile. Nel nostro caso, siamo di fronte a dei soggetti che emulano le madri, conservando però l’apparentemente incompatibile abitudine di sparlare a briglia sciolta delle loro genitrici. La nostra Jessica le vede in gruppo per la spiaggia, nei loro bei bikini, tutte con gli stessi occhiali da sole (per chi volesse uniformarsi: Ray Ban Pilot bordo cromato lente nera coprente, al massimo dell’originalità marrone fumé), in perenne sfilata su e giù per il pontile, spesso zitte come tombe, intente a scannerizzarsi l’una con l’altra chiedendosi se nei laccetti dello slip ci sia qualche dettaglio drammaticamente “out” e pensando con rammarico a quel bel costume intero anni ’50 che hanno lasciato nell’armadio, ma che forse sarebbe stato meglio indossare. Per quanto Jessica non possa competere con loro le ammira e le invidia, ed è perciò  bendisposta a sottomettersi al loro volere. Naturalmente lei questo non lo sa, ma in definitiva è così che si comporta. Le simpatiche ragazze della spiaggia hanno un occhio a dir poco clinico nell’individuare qualche indifeso soggetto da prendere sotto la loro ala protettiva, perciò non ci mettono molto ad accorgersi della nostra eroina. I primi momenti dell’avvicinamento sono farciti di bontà e cortesie seducenti, un modo come un altro di ostentare il  meraviglioso mondo (se lo dicono da sole) da cui provengono. Una volta diventate amiche, cioè poco più che conoscenti, Jessica si sente estremamente elettrizzata in quanto ammessa in un’elite che non ha niente da dire, ma che si è costruita un’apparenza davvero impressionante. Queste splendide ragazze sono in realtà delle piccole aguzzine, che sanno di potersi imporre su qualcuno più debole di loro. E non sto parlando di debolezza fisica o mentale, ma solo di debolezza economica, peraltro unico metro di valutazione, paragone e giudizio in loro possesso. Possono grossomodo dettare legge in casa e questo fa loro credere di poterlo fare anche in ogni altro contesto. Jessica è una ragazza buona ed ingenua, e per questo ha tutta la mia stima e la mia approvazione, non riesce ad opporsi a loro e quindi, silenziosamente ed ingiustamente, subisce. Le sue “amiche” hanno orari molto elastici, escono e rientrano quando e come vogliono, cambiano abito ogni sera e il divertimento per eccellenza è sfilare (così come sul molo) per le vie della città, come se fosse la cosa più bella del mondo. La nostra intrepida eroina non sarebbe persona che si comporta così ma nel suo cervello si innesca un meccanismo che le fa esaudire ogni desiderio delle altre pur di restare nelle loro grazie.
Lo scontrarsi con queste deliziose personcine non la priva però del piacere di bearsi della presenza di un altro immancabile personaggio estivo: la voce dell’altoparlante. Per chi non ne conoscesse l’esistenza, la voce dell’altoparlante è per l’appunto una voce che, ad orari indefiniti ma comunque costanti, trasmette messaggi della massima importanza, fra cui il programma delle manifestazioni jesolane in tre lingue, l’annuncio di bambini persi e le comunicazioni dello Sporting Club Animazione. Per entrare un po’ nello specifico vi basti sapere che le manifestazioni prevedono emozionanti incontri con grandi nomi dello spettacolo e dello sport estratti di fresco dalla naftalina, come Barbara Bouchet ed Arrigo Sacchi, mentre lo Sporting Club Animazione offre ogni tipo di sollazzo e divertimento, dai balli di gruppo all’autodifesa, dal Tai Chi all’aquagym mattutino. Per la nostra povera Jessica, che vorrebbe solo prendere il sole in santa pace tutto ciò è davvero tremendo. Ma, sprezzante di cotale abominio, un bel giorno la nostra eroina decide di prendere parte ad una sessione di aquagym.
Sono le nove del mattino (l’alba) e Jessica, con il suo bel bikini azzurro si reca sulla battigia, dove ad aspettarla trova un manipolo di cinquantenni appesantite dalle numerose gravidanze, un paio di invasate dello sport che hanno appena fatto due ore di jogging e si riscaldano per una mattinata di nuoto e racchettoni, qualche mamma sprint che si è trascinata dietro la figlia recalcitrante e la rappresentanza del pollaio, nella persona di un gruppetto di ragazze urlanti. Jessica non si lascia scoraggiare e immerge anche lei i piedi in quei 5cm di acqua (apro una parentesi di riflessione: ma l’aquagym non si fa con l’acqua ad altezza seno?), pronta a cominciare l’allenamento. Sopraggiunge l’istruttrice, donna poco più che ventenne, maglietta degli sponsor in una gradevole nuance evidenziatore arrotolata sopra l’ombelico, slip del costume, cappellino da baseball, coda sbarazzina e l’immancabile microfono attaccato alla guancia. La suddetta istruttrice comincia ad agitarsi, saltellare, urlare “EH! EH! Su le mani, su le mani!” in perfetto stile villaggio turistico, nel patetico (da pathos, passione) tentativo di far muovere il suo attonito uditorio. Jessica non si fa pregare e comincia subito a seguire le movenze dell’istruttrice, mettendoci tutta se stessa e cercando di evitare urti e collisioni con le sue vicine. Dopo una buona mezz’ora di agili balzi e flessuosi saltelli il sudore è colato come un ghiacciolo sotto il sole dell’una, le signore si sono rattrappite e incartapecorite, le figlie-delle-mamme-sprint sono sull’orlo della disperazione, solo Jessica resiste stoicamente. È l’unica ad avere un’età adatta e un fisico mediamente asciutto. La normalità è vicina.
Terminata questa sfiancante ginnastica mattutina, il nostro soggetto in esame decide di concedersi una breve passeggiata per la via principale del centro, giusto per spulciare le vetrine ed andare a caccia di saldi. Così, in shorts e canottiera, si mette a passeggiare per il porfido che emana calore ed umidità al 100%, facendosi strada fra drappelli di olandesi che rimangono imbambolati appena vedono l’insegna “pizzeria” e carrozzine misura yacht atte al contenimento di due festosi gemellini. Il suo occhio viene rapito dalle più svariate botteghe: un psichedelico negozietto completamente rosa che vende solo articoli firmati Hello Kitty, una cartoleria di lusso in cui il quaderno più economico costa 5 euro, un locale pizza-kebab, un sushi-pizza, un pizza-pesce, uno snack-pizza (la pizza è onnipresente ed abbinabile un po’ a tutto, per la gioia degli olandesi) ed un negozio tutto in legno che vende borse che sembrano fatte col rivestimento interno dei canotti per bambini e scarpe prese di peso dall’Emporio del Giocoliere.
Tutto ciò sconcerta non poco la nostra intrepida eroina che, dopo altri cinque minuti, torna di corsa a rinchiudersi nel suo appartamento, ben felice di guardare il preserale di Pupo, aiutare sua madre a pelare le zucchine e urlare dietro a suo fratello che le ha rubato una maglia e la usa come mantello.
L’anno prossimo andrà in un covone di fieno. Almeno lì non c’è nessuno.











MIO SPAZIO:
perdonate il ritardo cosmico e il fatto che ho tempo zero per ringraziarvi tutti come meritereste, ma sappiate che vi adoro! Non scherzo…^____^
  
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