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Autore: guard_the_project    16/07/2014    1 recensioni
Rose era convinta, convinta che Scorpius Malfoy fosse la sua anima gemella, che lui non la pensasse allo stesso modo era solo un futile dettaglio.
Louis era infastidito, infastidito dagli altri che non comprendevano la sua ambizione alla perfezione, ma soprattutto infastidito da Robyn Finnigan che lo faceva sentire imperfetto.
Albus era sregolato, una vita completamente sregolata con una sola costante; Lysander Scamander.
Una storia su tutta la nuova generazione condotta però da Rose, Albus e Louis.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Louis Weasley, Rose Weasley, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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prologo 2

DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Premessa: le date di nascita dei personaggi sono state modificate in funzione della storia e sono stati aggiunti dei secondi nomi completamente inventati.


Prologo

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Rose ne era convinta, anzi ne era più che certa, lei e Scorpius Hyperion Malfoy erano destinati a stare assieme.

Niente e nessuno avrebbe potuto ostacolare il loro destino. Non importava il fatto che fossero di due case diverse, non la spaventava il fatto che suo padre, nonostante i progressi fatti in tolleranza verso Malfoy senior, se si fosse messa assieme al figlio l'avrebbe diseredata, ma sopratutto, ciò che davvero era superfluo nel progetto di vita di Rose era che Scorpius non fosse d'accordo.

Tutto era incominciato al terzo anno quando ,in un scaffale nascosto della biblioteca, aveva trovato un vecchio libro druidico che permetteva di prevedere il futuro con l'utilizzo delle rune.

A dispetto del generale odio degli studenti verso antiche rune, Rose sapeva già tradurle al primo anno. Si poteva far ricadere la colpa di ciò sui geni Granger presenti in lei, oppure si poteva semplicemente prendere atto che tradurre le antiche rune su Rose avesse un potere calmante, in ogni caso, era un dato di fatto, che al terzo anno la strega sapesse già tradurre testi del quinto.

Nemmeno a dirlo, un libro per prevedere il futuro con le rune e la capacità di saperle tradurre, uniti all'incredibile curiosità di Rose non poteva che portare ad una disastrosa conclusione che in questo caso coincideva con la risposta “Scorpius Malfoy” alla domanda “chi è e sarà l'uomo della mia vita? La mia anima gemella?”.

A poco erano servite le ovvie considerazioni fattole dai scettici Albus e Dominique sulla possibilità di aver sbagliato la traduzione, oppure semplicemente sull'eventualità che insomma, quel libro fosse solo una sciocchezza, appunti di magia antica rudimentali e difettosi. Niente poteva farla vacillare nella sua convinzione che Scorpius Malfoy fosse parte del suo destino. Senza contare che, dalla sua parte Rose, purtroppo, aveva quello svaporato di Lysander Scamander e la paladina del vero amore nota ai più con il nome di Lillian Luna Potter, che fomentavano questa insana convinzione.

In tutto ciò Scorpius Malfoy non aveva avuto alcun diritto di parola.

Sia chiaro, nonostante la presentazione fatta, Rose non era del tutto priva di ragione e amor proprio, non rientrava nel Scorpius fan club (nonostante avesse pagato fior di galeoni per avere la tazza da colazione con la foto di Scorpius in divisa da Quiddich che parava sicuro una pluffa), non passava ore e ore a sospirare, né gli si gettava fra le braccai ogni volta che lo vedeva. No, niente di tutto ciò.

Lei era semplicemente convinta che loro due sarebbero un giorno finiti assieme, si limitava così a far notare al suddetto ragazzo i loro punti in comune, i vantaggi della loro unione, lasciando sospiri e miagolii a chi era più bravo di lei a farli (letteralmente, da quando James, appena diventato maggiorenne, aveva voluto provare a risistemarle il naso colpito da una pluffa, aveva le vertigini ogni volta che sospirava).

Rose era caparbia, Scorpius odiava le persone caparbie.

In verità il rampollo di casa Malfoy aveva sempre visto la caparbietà come una qualità, tanto più che era una caratteristica che gli apparteneva, ma dal terzo anno in poi aveva cambiato radicalmente idea. Il terzo anno, l'anno in cui Rose Nymphadora Weasley era piombata nella sua vita. Merlino come rimpiangeva quei primi anni di saluti appena accennati nei corridoi.

Rose di per sé non era particolarmente molesta, a differenza di alcune streghe, gli lasciava i suoi spazi, non gli faceva sorprese imbarazzanti e non lo ossessionava con richieste d'uscita (più o meno), eppure era proprio questo ad infastidirlo, il fatto che fosse così convinta del loro futuro assieme da non pensare nemmeno di aver bisogno di questi giochetti.

Lei sapeva che sarebbero finiti assieme, ne era dannatamente convinta.

Rose lo sapeva, così come suo padre sapeva che sarebbe diventato primo ministro, sua madre sapeva che avrebbe sposato una strega di buona famiglia, alcuni serpeverde sapevano che avrebbe ripristinato le vecchie gerarchie, la squadra di Quiddich sapeva che avrebbe parato ogni singola pluffa. Ed era davvero ironico che tutti sapessero cosa avrebbe fatto, chi sarebbe diventato, quando lui non sapeva proprio un bel niente.

No, non era vero, lui sapeva che una cosa poteva sceglierla, lui poteva scegliere di non uscire mai e poi mai con Rose Weasley.


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Louis Weasley era infastidito, infastidito dal fatto che nonostante avesse più volte sottolineato il suo disappunto, James e Fred continuassero a trascinarlo con loro in ogni missione.

Lo reputavano come un fratellino minore, lui dei pazzi che lo avrebbero incastrato in qualche situazione che lo avrebbe portato ad una punizione che avrebbe rovinato il suo essere uno studente modello.

James e Fred erano convinti che avesse bisogno di loro per rompere quella maschera di perfezione creata da sua madre e nonna. In verità a Louis andava bene così, c'era un motivo per il quale gli insegnamenti Delacour aveva attecchito su di lui più che sulle sue sorelle. A lui piaceva essere perfetto, ambiva alla perfezione ed era infastidito quando non riusciva ad esserlo.

Louis non aveva chiesto di essere salvato. Stava bene anche da solo esattamente come poteva starlo in mezzo ad altre persone. Non gli cambiava nulla, tanto lui era perfetto in ogni caso,ovunque e comunque; sapeva sorridere automaticamente in ogni situazione, essere sempre cordiale, presentarsi al meglio in qualsiasi caso.

Però era vero che a volte preferiva stare solo, non perchè fosse un amante della solitudine, ma solo perchè ogni tanto si accorgeva di non saper più riconoscere un suo sorriso vero da uno finto. Aveva passato quindici anni ad essere un Louis perfetto e lo aveva fatto così bene che ogni tanto non capiva neppure i suoi stessi gesti.

Era questo il motivo per cui cercava di rimanere da solo, se non stava in compagnia non gli sorgevano quei dubbi e se non gli sorgevano quei dubbi voleva dire che tutto andava bene, anzi alla perfezione.

Eppure a volte, doveva ammetterlo, era infastidito da ciò, come non poteva non ricordarsi più cosa lo rendesse davvero felice e cosa no!?

C'era una cosa che però lo infastidiva più di James, Fred e della sua perdita di conoscenza di se stesso ed era Robin Finnigan.

Lei sorrideva sempre, era sempre cordiale e riusciva a presentarsi al meglio, ma a differenza sua lo faceva spontaneamente. Lei era riuscita dove lui aveva miseramente fallito, d'accordo, non proprio fallito, visto che lui era perfetto in pubblico come si addice ad un mago con un ottavo di sangue veela nelle vene, ma mancava di spontaneità e questo agli occhi di Louis era un insuccesso imperdonabile.

Ad Hogwarts la conoscevano tutti; lei era la ragazza da cui si andava a chiedere un consiglio, lei era quella sempre pronta ad aiutare, lei nonostante fosse un prefetto ligia alle regole sapeva chiudere un occhio alla giusta occorrenza.

Louis trovava tutto ciò molto fastidioso, ma cosa strana era che lei sembrava non accorgersene, continuava ad essere gentile con lui nonostante lui la evitasse, si fermava a parlare con lui nei corridoi ignorando la sua espressione stizzita, durante i pasti quando James e Fred lo trascinavano al tavolo dei grifondoro sceglieva sempre il posto più lontano possibile da lei, eppure lei continuava a salutarlo sorridente.

Decisamente c'era qualcosa che non andava in quella ragazza e quando Louis avrebbe capito cosa, e lo avrebbe capito, era troppo perfetto per non riuscirci, lo avrebbe usato contro di lei, l'avrebbe messa di fronte ai dubbi che lui stesso di tanto in tanto doveva affrontare, togliendole così quel stupido dolce sorriso dal volto.


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Albus si portava le mani a coprire gli occhi con la stessa frequenza con cui si accorgeva di aver fatto una cavolata, ovvero molto spesso.

Viveva alla giornata, non faceva mai progetti, odiava avere dei limiti.

Albus Severus Potter era uno sregolato per eccellenza. Niente nella sua vita aveva ordine, nulla era deciso, tutto era relativo.

Proprio questo atteggiamento però lo portava a coprire il viso con le mani, il suo caos interiore non gli permetteva di pensare alle conseguenze che spesso irrompevano nella sua vita peggio di uno schiantesimo.

Per quanto quel modo di vivere gli piacesse e ottenesse l'ammirazione dei più per la spontaneità, la sicurezza con cui la conduceva, la mancanza di legami e la completa libertà,in verità si ritrovava troppo spesso in situazioni che con il senno di poi non gli erano affatto gradite.

Era inoltre impossibile per qualsiasi altra persona avvicinarsi realmente a lui, costruire qualcosa, senza venir travolti dalla sregolatezza della sua vita.

Questo modo di vivere sempre all'attimo era iniziato al primo anno quando dopo aver passato l'estate a preoccuparsi per lo smistamento nelle case era finito a serpeverde.

La sua famiglia gli era stata vicina, tutti più volte gli avevano ripetuto che non c'era nulla di male nella sua divisa verde-argento, eppure lui aveva pianto di nascosto per settimane.

Non sarebbe mai stato il degno figlio di Harry e Ginevra Potter come lo era James. Poteva essere una bravo ragazzo, un ottimo mago, ma avere una serpe disegnata sulla divisa al posto di un grifone, chiamare amici figli di ex-mangiamorte, non voler diventare un auror per difendere la comunità magica, lo avrebbero sempre reso agli occhi di tutti il diverso di quella famiglia e questo lo faceva soffrire. Anche adesso che era al sesto anno, Albus poteva ricordare quei sguardi che si soffermavano sempre qualche secondo di troppo sullo stemma verde-argento prima di rivolgergli la parola, come se si aspettassero che da un momento all'altro cambiasse, che si scoprisse essere tutto uno scherzo.

Alla fine però aveva smesso di soffrire però e doveva ringraziare una partita di Quiddich.

Era l'ultima partita di quel primo anno trascorso a Hogwarts, la squadra dei serpeverde faceva, usando un eufemismo, schifo. Stavano giocando contro i corvonero per il terzo e quarto posto, erano trascorsi appena una decina di minuti ed erano già 90 a 10, i corvonero avevano già iniziato a festeggiare, i serpeverde rimanevano seduti in silenzio ad osservare quello sfacelo. Al tredicesimo minuto il cercatore serpeverde del tempo, l'unica speranza delle serpi, svenne sulla scopa, afferrato al volò si scopri avere trentanove di febbre, il capitano allora, preso dalla disperazione lo fece sostituire da una ragazzotto del primo anno, tale Albus Severus Potter.

Erano ormai 140 a 10 quando il piccolo Albus riusci ad avvistare il boccino, da quel momento in poi fu solo istinto. Non c'era nulla attorno a sé, solo quel piccolo boccino dorato, non sapeva il perchè ma sapeva che doveva essere suo, ne andava della sua stessa vita. Si appiattì sulla scopa e partì all'inseguimento. Era talmente concentrato che furono gli altri a raccontargli poi cosa avesse fatto, come avesse seminato il cercatore di corvonero, il modo in cui avesse schivato i bolidi, le virate effettuate. Albus, di tutto ciò, non si ricordava nulla, i suoi ricordi riprendevano dal momento in cui un boato proveniente dagli spalti era giunto alle sue orecchie. Tutti i serpeverde lo stavano acclamando, non solo loro però, anche i grifondoro e i tassorosso che avevano assistito alla partita erano lì, in piedi per lui, ad applaudire la sua tecnica, la sua velocità, la sua tenacia.

Albus aveva prima guardato il boccino sfarfallare fra le sue dita , poi tutti gli spalti e a quel punto aveva alzato il pugno chiuso verso il cielo. Era stato in quel momento che aveva capito, lui era libero.

Non era più il figlio diverso di Harry Potter, adesso lui era il cercatore di serpeverde che aveva portato la sua squadra alla vittoria. A differenza di James, in futuro Lily e dei suoi cugini la sua casa gli permetteva di essere ciò che voleva, essere un serpeverde gli stava dando la possibilità di essere se stesso. Nessuno dei verde-argento lo avrebbe acclamato per essere un Potter, erano ambiziosi e non avrebbero mai permesso ad un stupido cognome di sorpassare il proprio, ma per aver fatto vincere la loro squadra, per aver portato punti alla casa, per quello lo avrebbero acclamato.

Poteva crearsi una vita staccata dal nome della sua famiglia. Per la gente sarebbe stato il figlio serpeverde, non si potevano fare paragoni perchè quell' etichetta lo rendeva estraneo ai progetti della famiglia pur facendone parte.

La vita sregolata era iniziata più o meno in questo periodo. La vertigine di poter fare tutto, essere chiunque. Era bella quella sensazione, dava una sorta di assuefazione.

Tuttavia ogni tanto gli pesava non avere punti fermi, si ritrovava a chiedersi perchè avesse tanto insistito per andare a quella festa o perchè non avesse voluto andarci per studiare, si alzava e si chiedeva perchè quella tizia o quel tizio ora si trovassero nel suo letto, o perchè non fosse andato con la sua famiglia ad un certo evento. Non aveva avuto reali motivi per dire di no, quindi perchè lo aveva fatto?!

Quando queste domande lo assillavano allora tornava da Lysander. Aveva uno strano potere calmante su di lui; i capelli biondi mossi, gli occhi azzurro-grigio, come se fossero velati, impegnati a guardare qualcosa di invisibile allo sguardo altrui, la sua voce bassa e modulata. Non era nulla di importante, lo faceva solo perchè era una persona tranquilla, niente di più, gli piaceva ascoltarlo quando la sua testa sembrava piena di troppi interrogativi.

Non c'era nulla di sentimentale in tutto ciò, nemmeno di fisico, anche perchè per quello era pienamente soddisfatto. Ad Hogwarts non gli era mai mancato nulla. Una sera poteva andare a letto con una giovane serpeverde attratta dalla divisa da Quiddich e il giorno dopo fare coppia fissa con un fisicato corvonero che ammirava i suoi occhi e la sua capacità di vivere in completa libertà, senza regole e quindi in grado di sorprenderlo sempre.

Nulla di sentimentale quindi, solo ricerca di tranquillità. Ed il fatto che dopo aver passato il pomeriggio con Lysander andasse a cercare Lorcan per fare sesso con lui era solo la dimostrazione di quanto poco gli importasse del primo e di tutta la questione sentimentale in generale, non era certo per poter rivedere nei suoi lineamenti quelli del fratello gemello come invece faceva Lorcan che accettava quella situazione solo perchè Al gli ricordava James.

Nulla di sentimentale, nessun problema, solo tranquillità, non solo era quello che si ripeteva nella testa, ma anche quello che ripeteva a quegli idioti di Rose e Scorpius che dopo averlo visto ricadere nel suo solito schema Lysander- Lorcan intervenivano.

Scorpius lo trascinava di peso sulla scopa e lo portava a fare un volo così lungo da liberargli la mente, poi Rose, che solo in questi casi non rivolgeva a Malfoy la parola, lo portava in riva al lago e parlavano di tutto, spesso fino a notte fonda e Albus smetteva di porsi domande, almeno per un po'.


****

Questo è un esperimento, sono in preda ai dubbi al riguardo e non so se continuare, pubblicherò l'epilogo e il primo capitolo assieme così che possiate insultare me, la storia e il computer che ha permesso di scriverla con la consapevolezza di quale fosse l'idea generale di questa storia (gli insulti potranno essere così più corposi).

Seriamente mi piacerebbe avere delle opinioni, magari critiche costruttive per sistemare alcune cose che non mi convincono molto ad esempio (mi sento alquanto stupida a segnare questi punti, ho la sensazione di parlare da sola, non che non lo faccia normalmente, ma è comunque strano e sto divagando): i personaggi sono troppo stereotipati? Dovrei aggiungere una quarta protagonista come mi suggerisce il mio animo femminista (Roxanne magari)? La coppia Lorcan- James è da tenere?(avrei un piano b divertente per james in caso) È il caso di finirla di fare domande? Assolutamente sì! Un bacio:)


  
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