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Autore: sensibility    18/07/2014    11 recensioni
Bella ha solo ventidue anni quando si ritrova sola, senza un tetto sopra la testa e senza un soldo in tasca, costretta a crescere una bimba di pochi mesi senza l'aiuto di nessuno. E' proprio quella bimba il motivo per cui suo padre, furioso, l'ha cacciata di casa senza pensarci due volte. Bella decide allora di lasciare la città in cui è nata e cresciuta e che tanto l'ha fatta soffrire nella sua vita per trasferirsi in un piccolo paese sperduto tra le montagne dove troverà un lavoro, una casa, dei nuovi amici, una famiglia. E chissà che con il tempo non riesca ad aprire di nuovo il cuore all'amore...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno a voi!
Vi lascio al nuovo capitolo e ci rivediamo in fondo :)


Capitolo 8


Edward va incontro alla ragazza bionda con un sorriso allegro, dimenticandosi del gioco con Lily, dimenticandosi di tutto il resto che non fosse la nuova arrivata e il suo passo sinuoso.
Oliver, sentendosi abbandonato, lo rincorre per un po’ sperando di vederlo lanciare il bastone un’ultima volta ma quando Edward non lo guarda nemmeno, torna di corsa dalla sua padroncina che mi sta guardando curiosa.
“Sarà una sua amica, tu cosa pensi, amore?” chiedo con un sorriso, accarezzandole la testa e giocando con un ricciolo. Lily mi guarda e sorride, senza capire le mie parole. Dopo un’ultima occhiata verso Edward, chiedo: “Che ne dici se andiamo a disegnare? Comincia a fare freddo qui fuori.”
Lily annuisce con entusiasmo, prendendomi la mano e cercando di tirarmi con tutta la sua forza verso casa. Ridacchiando, mi lascio trascinare verso la porta d’ingresso. Lungo la strada faccio cenno a Oliver di seguirci e cerco di incrociare lo sguardo di Edward per avvertirlo che stiamo rientrando ma lui è troppo preso dalla sua nuova amica per accorgersi di qualcosa.
Faccio un respiro profondo, rendendomi conto che sono gelosa e non ho alcun motivo per esserlo. Come se fosse il mio ragazzo. Siamo a malapena amici e poi per quel che ne so la ragazza potrebbe essere una sua parente. Non è così che succede di solito, nei film? Fai la figura della pazza gelosa e poi il tuo lui ti rivela che la ragazza in questione è la sorella, la cugina o la zia.
Sbuffai. “Figurati se sono parenti” borbotto, attirando l’attenzione di Lily che mi guarda confusa. Sorrido e scuoto la testa. “Dai, andiamo a disegnare.”
Appena entriamo in casa il calore ci avvolge e sulle guanciotte piene di Lily compaiono due chiazze rosse. Mi affretto a svestirla prima che scappi via per andare a prendere fogli e colori e poi mi tolgo la giaccia, guardandomi intorno divertita dalla confusione che regna in casa.
“Dov’è la mia giacca?” urla Emmett, tirando fuori la testa dal guardaroba in cui era immerso con tutto il corpo. Le risposte di Rose ed Esme mi fanno ridere: “Se vengo lì e la trovo, le prendi!”
Prima che Emmett possa impazzire, entro nel guardaroba, spingendo da parte il corpo pieno di muscoli del ragazzo, e in pochi secondi trovo la sua giacca pesante.
“Grazie!” esclama Emmett, prendendo la giacca e scoccandomi un bacio sulla guancia prima di voltarsi verso le scale e urlare: “L’ho trovata! Io vado! Ci vediamo stasera!” e in un attimo è fuori dalla porta.
“Aspetta! Vengo con te” urla Rose, prima che la porta si richiuda alle spalle del suo ragazzo. “Ciao, Bella, a stasera” mi saluta, passandomi davanti di corsa, con i tacchi che risuonano sul pavimento e la ventiquattr’ore che le sbatte sul fianco.
“Ciao, Rose, buon lavoro” mormoro con un cenno di saluto della mano. Quando la porta si richiude, mi avvio verso la cucina dove so di trovare Lily già pronta con tutto l’occorrente per disegnare ma appena entro in cucina sento l’ennesimo urlo scuotere la casa.
“Mamma!” urla Alice con un acuto che mi perfora i timpani. “Dov’è il foulard che Ed mi ha portato da Parigi? Quello rosso e oro!”
La risposta di Esme arriva attutita ma il lamento di Jasper attira la mia attenzione. “Se vuoi un consiglio, scappa finché sei in tempo” mormora il ragazzo, entrando in cucina furtivamente, guardandosi intorno come se temesse di veder spuntare chissà quale pazzo alle sue spalle. Parlando di Alice, forse non ha tutti i torti.
“Che succede?” chiedo, prendendo Lily in braccio e facendola sedere al tavolo. “Ecco, tesoro, cosa vuoi disegnare?”
Lily afferra una matita e comincia a disegnare senza rispondere, così concentrata che la sua lingua spunta tra le labbra. Sorrido e mi siedo accanto a lei mentre Jasper si siede di fronte e con un sospiro, posa la testa sul tavolo. “Stasera ci sarà il ballo d’Inverno e Alice è fuori di testa. Più del solito.”
Ridacchio. “Fammi indovinare. Non sa cosa mettere, niente le sta bene, non trova le scarpe adatte, non riesce a truccarsi come vorrebbe?”
Jasper alza la testa e mi guarda con un sorriso divertito. “Sì, qualcosa del genere. Non so come faccia Esme ad avere tanta pazienza con lei. L’ho accompagnata a fare shopping un paio di mesi fa. L’errore più grande della mia vita.”
Ridacchio di nuovo. “Posso immaginarlo. Mia sorella era uguale ad Alice” mormoro con lo sguardo perso nel vuoto mentre ripenso a Victoria, “ma più viziata.”
Se Jasper è sorpreso di sentirmi parlare della mia famiglia, non lo lascia vedere. “Faccio fatica a crederlo” borbotta, lanciando un’occhiataccia verso il soffitto, dove da qualche parte si trova l’uragano Alice. Sorrido, sapendo che in realtà sta solo scherzando e adora tutto di quella ragazzina così esuberante e piena di energia.
“Edward dov’è?” chiede improvvisamente, guardandomi interrogativo. “Credevo che fosse fuori con te.”
Una smorfia mi compare sul volto e lancio un’occhiata verso la finestra attraverso cui riesco a intravedere Edward e la nuova arrivata parlare. “È arrivata una ragazza poco fa. Credo che sia una sua amica” rispondo indifferente, guardando le linee colorate che Lily sta tracciando sul suo foglio. E su parte del tavolo. Fortuna che non è prezioso e con una spugna riesco sempre a togliere tutto e farlo tornare come prima.
“Una sua amica?” chiede Jasper confuso. “Credevo che ormai non fosse rimasto più nessuno in paese che conoscesse. Non aveva molti amici a liceo e quei pochi se ne sono andati per frequentare università prestigiose in giro per il Paese e nessuno di loro è più tornato.”
“È quasi Natale” gli faccio notare. “Torneranno tutti per le feste a trovare la famiglia.”
“Tu sei qui e non mi sembri intenzionata a tornare dalla tua famiglia per le feste. O mi sbaglio?” chiede Jasper.
Lo guardo ma distolgo subito lo sguardo. Sarebbe facile parlare con lui, confidarmi e togliermi un peso dalle spalle, ma non lo posso fare. “La mia situazione è diversa.”
“Di questo ne sono sicuro.”
Restiamo in silenzio, tutte le cose non dette che aleggiano tra noi rendono l’aria pesante, con l’unico suono della matita di Lily che gratta sui fogli bianchi. Imbarazzata dal silenzio tra noi, mi alzo e prendo una fetta di torta avanzata dal giorno prima e due forchette per dividerla con Jasper che ha già l’acquolina in bocca alla vista di tutto quel cioccolato.
Dal piano di sopra vengono rumori strani, colpi secchi, urla e risate; è sempre così quando Alice deve prepararsi per una serata importante. Esme mi ha raccontato che per il suo primo appuntamento ha tirato fuori tutti i suoi vestiti, sommergendo la stanza di stoffe colorate, provato tutte le scarpe, segnando irrimediabilmente il legno del pavimento, e ha provato almeno dieci modi diversi di truccarsi, per poi passare una giornata intera a fare shopping perché non aveva nulla da mettere.
Ho riso così tanto quando me lo ha raccontato. Per fortuna, in vista del ballo ha già fatto shopping e ora deve solo abbinare abito, scarpe e trucco; una faccenda di vitale importanza che porterà via ad Alice tutta la giornata.
“Vieni, entra!”
La voce di Edward mi fa sobbalzare. Sento i suoi passi avvicinarsi alla cucina, accompagnato dal fastidioso rumore dei tacchi della ragazza. Meno di un minuto dopo entrano insieme in cucina, con un sorriso allegro sul volto. “Vuoi qualcosa da bere? O da mangiare?” chiede Edward, gentile, sorridendole, poi si volta verso di noi e il suo sguardo cade sulla torta. “Ehi, cosa mangiate? Quella non è una fetta della torta di ieri, vero?”
Sorrido e annuisco ma è Jasper a rispondere: “Sì ed è buonissima. Bella ci vizia.”
“Ma smettila!” esclamo, ridacchiando mentre scuoto la testa, imbarazzata. “Siete voi che siete degli ingordi. Se non preparassi un dolce ogni giorno, sareste capaci di mangiarvi persino la tovaglia.”
“Emmett sicuramente” concorda Edward, facendomi l’occhiolino. Arrossisco al suo gesto e distolgo lo sguardo per non vedere l’occhiata furiosa della ragazza al suo fianco.
“Ed, vorrei un bicchiere di succo di pompelmo se non ti dispiace” chiede la sua amica, cercando di attirare l’attenzione di Edward che si volta verso di lei, ricordandosi solo in quel momento della sua presenza.
“Oh, sì, scusa!” esclama Edward, guardandosi intorno con lo sguardo perso. “Non so se abbiamo del succo di pompelmo. Sono tornato a casa da poco e non ho idea di cosa ci sia e cosa no.”
Con uno sbuffo, faccio un cenno con la testa verso il frigo. “Ho comprato del succo di pompelmo rosa tre giorni fa. Ne è rimasto sicuramente almeno un bicchiere.”
“Grazie” mormora Edward, prendendo un bicchiere pulito e servendo il succo fresco alla sua amica, invitandola a sedersi al tavolo con noi.
“Ciao, Tanya” la saluta Jasper con un sorriso. “Come mai da queste parti?”
“Ciao, Jasper” lo saluta Tanya con freddezza, accennando appena un sorriso. “Sono tornata per le vacanze di Natale. Era da un po’ che mancavo da casa e cominciavo a sentire nostalgia della mia famiglia. E poi a Natale si deve stare in famiglia, non trovate anche voi?” chiede, sorridendo a Edward, e la sua voce sembra una carezza. Se sta cercando di fare colpo, ci sta riuscendo; Edward è a disagio e si muove sulla sedia come se fosse seduto su un cactus.
L’accenno alla famiglia mi colpisce, riportandomi a qualche anno fa quando festeggiavo il Natale a casa e non riesco a trattenermi: “È bello poter tornare a casa per Natale.”
Il mio tono di voce, triste e nostalgico, attira l’attenzione di tutti intorno al tavolo e i loro sguardi non mi piacciono per niente. Tanya è curiosa, quella curiosità che ti spinge a scoprire i segreti di tutti per poi poterne sparlare in giro; Jasper è dispiaciuto per me, dopo la nostra chiacchierata di poco fa credo abbia intuito più di quanto avrei voluto; Edward, invece, mi guarda a lungo, in silenzio, con gli occhi che cercano i miei. Distolgo lo sguardo, tornando a guardare Lily.
“E tu chi sei?” chiede Tanya con un sorriso gelido, poi si volta verso Edward con un sorriso svenevole sulle labbra tinte di rosso acceso. “Oh, aspetta! Ma certo! Sei la sorella di Edward, giusto?” esclama con un tono di voce che mi irrita all’istante e senza aspettare una risposta, continua: “Sembri molto più grande dei tuoi diciotto anni. E la bambina? Non mi hai detto che Esme ha avuto un’altra figlia. Non è un po’ troppo vecchia per certe cose?”
La fisso sconvolta. Jasper abbassa lo sguardo sul tavolo, sforzandosi di non ridere, mentre Edward, imbarazzato, scuote la testa. “Avrei dovuto presentarvi prima. Tanya, lei è Bella. Non è mia sorella. Lavora per mia madre. Mia sorella Alice è da qualche parte al piano di sopra a provare abiti per il ballo di stasera, immagino.”
“Oh, il ballo d’Inverno!” esclama Tanya, posando una mano sul braccio di Edward e stringendolo appena. “Ti ricordi? Era stato tutto perfetto. Il mio abito era così bello, elegante e così sexy. Sei impazzito quando mi hai visto, non te lo ricordi?” mormora a voce tanto bassa che faccio fatica a sentirla ma siamo sedute troppo vicine perché le sue parole possano passare inosservate. Edward arrossisce e si passa una mano tra i capelli, senza sapere cosa rispondere. “E poi ovviamente siamo stati nominati re e reginetta del ballo. Credo di avere ancora la corona sulla mia scrivania.”
Ripenso alla corona che anch’io ho ricevuto al ballo di fine anno: un piccolo diadema argentato con alcune gocce di vetro colorato. È rimasta sulla mia scrivania per mesi e non facevo che guardarla, finché non ho capito che vincerla non aveva cambiato nulla. Anzi.
L’ho regalata a mia sorella quando mi sono accorta che entrava nella mia stanza di nascosto per ammirare quella stupida corona, provarla e fingere di essere la reginetta della scuola. Nel giro di qualche mese mia sorella parteciperà a quello stesso ballo e sono più che sicura che farà di tutto per vincere la sua preziosa corona. La mia è rimasta sulla sua scrivania per anni, e forse è ancora lì, in attesa che una seconda corona inutile vada a farle compagnia.
Persa nei miei pensieri sento appena la voce di Tanya ma le sue parole non mi sfuggono, soprattutto quando riguardano Lily.
“Ehi, sta scarabocchiando sul tavolo!” esclama Tanya, indicando la mia bambina che presa dalla foga del disegno ha ormai oltrepassato i confine del suo foglio bianco per colorare tutto il tavolo.
Sobbalzo, colta di sorpresa dal suo urlo stridulo, e come me anche i due ragazzi. Seguendo il dito puntato verso Lily, guardo cosa sta combinando ma sorrido, rilassandomi, quando mi rendo conto che va tutto bene. “Tranquilla, sta solo disegnando. Dopo pulisco tutto e il tavolo torna come nuovo.”
Tanya mi guarda dubbiosa, così Edward la rassicura, annuendo. “Bella ha ragione. Mia madre ha comprato questo tavolo proprio perché si poteva pulire facilmente. Tutti noi abbiamo disegnato qui combinando di quei disastri che non ti immagini. Lily, a confronto, è bravissima.” Sorride alla mia bimba, divertito dal capolavoro che sta creando con le sue matite di tutti i colori.
Tanya fa spallucce, indifferente, e torna a parlare del ballo. “Che ne dici di andare al ballo questa sera? Insieme? In memoria dei vecchi tempi” aggiunge alla fine con tono malizioso, posando una mano sul braccio di Edward e accennando una leggera carezza.
Edward sorride. “Vado già al ballo. Mia sorella mi ha chiesto di accompagnare Bella. Puoi venire con noi se vuoi” propone, lanciandomi un’occhiata veloce per assicurarmi che mi vada bene.
Lo guardo, sorpresa dalle sue parole e per niente contenta; avrei voluto passare la serata con lui, parlare, magari ballare, ma non posso certo dirglielo. Così annuisco con un sorriso, fingendo indifferenza.
Non era un appuntamento, siamo solo amici, mi ripeto mentre guardo Tanya parlare del vestito che metterà quella sera, di quante persone che conoscono ci saranno, di quanto sarà divertente. So già che mi sentirò fuori posto. Sospiro e mi metto a disegnare con Lily, fingendo che tutto il resto non ci sia.
“Cosa stai disegnando, amore?”
“Oliver” mi spiega, indicando un insieme di linee e curve colorate, poi indicando un altro punto continua: “Mamma.”
“Ma che brava che sei” mi complimento con lei, prendendo una matita blu e cominciando a disegnare un piccolo fiore. Jasper ed Edward, attirati dalle mie parole, ammirano il disegno di Lily, facendole così tanti complimenti da farla ridacchiare. Tanya, accorgendosi che nessuno le sta prestando attenzione, lancia una veloce occhiata al foglio e sbotta: “Ma è uno scarabocchio! Non si capisce nemmeno cos’è.”
Le lancio uno sguardo infuriato, controllando che Lily non sia rimasta ferita dalle sue parole ma la mia bambina, anche se piccola, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e tenendo la testa alta, risponde: “Oliver!”
“Brava, bimba!” esclama Edward con una risata. “È Oliver, non ci sono dubbi.”
Tanya lo guarda scettica ma poi sorride, voltandosi verso Lily. “E chi è Oliver, tesoro? Un tuo amico?”
“Oliver!” esclama, puntando il dito verso il suo cucciolo che, sentendosi chiamare, alza la testa dal suo angolino preferito e abbaia. Tanya si volta sorpresa e, vedendo il cane, spinge la sedia verso Edward, allontanandosi di qualche centimetro dall’animale.
“Cosa ci fa quel cane in cucina?” esclama inorridita.
Sorrido, facendo cenno a Oliver, che sentendo Tanya alzare la voce si è alzato in piedi, di stare tranquillo; ubbidiente, si sdraia di nuovo con lo sguardo fisso su Lily. “È il cane di Lily e la segue dappertutto.”
“Tua madre si è addolcita negli anni” borbotta a bassa voce Tanya, lanciando un’occhiataccia a Edward. “Quando eravamo piccoli, non avrebbe mai permesso a un cane di entrare in casa. Figurati in cucina.”
Edward guarda Lily con un sorriso dolce. “Tutte le nonne si addolciscono con i nipotini, soprattutto se sono belli come lei” risponde, facendomi l’occhiolino.
“Nonna?” chiede Lily, alzando la testa e guardando Edward confusa.
“Nonna?” esclama Tanya sorpresa.
Sorrido e annuisco, spiegando a Lily il significato della parola nonna. Non è la prima volta ma sembra che lo dimentichi sempre. O, forse, vuole solo sentirselo ripetere. “La nonna è la mamma della tua mamma.”
“O del tuo papà” aggiunge Edward con un sorriso.
Tanya lo guarda scioccata. “Credevo che Esme avesse avuto un’altra figlia. Di chi è, invece? Non è tua, vero?” chiede e lo fissa come se dalla sua risposta dipendesse tutta la sua vita.
Edward la fissa sconvolto e scuote la testa con forza. “No, non è mia figlia. Certo che no!”
La sua risposta mi colpisce. Dal tono di voce capisco che l’idea di avere un figlio lo infastidisce. Con un sospiro rispondo: “È mia figlia.”
Lily alza lo sguardo su di me e sorride. “Mamma.”
“È tua figlia??” urla sconvolta. “Ma avrai vent’anni!”
Faccio spallucce. “A volte non si può scegliere.”
“Avresti potuto abortire” ribatte come se fosse ovvio.
Questa volta tocca a me guardarla inorridita. “Non potrei mai abortire!” esclamo, lasciando una carezza sulla testa di Lily.
“E i tuoi genitori? Ti hanno lasciato portare avanti la gravidanza senza dire niente?”
“Non era una loro scelta” rispondo con calma. Non voglio risponderle male, anche se non mi piace il tono con cui mi parla e, soprattutto, non mi piace che creda di potermi fare tutte queste domande.
“Tanya” mormora Edward, cercando di frenare l’amica ma lei sembra non sentirlo, o lo ignora volutamente, e continua con le sue domande. “Come mai non sei a casa dei tuoi genitori? Insomma, con una bambina così piccola come fai senza di loro?”
“Ho fatto senza di loro per tutta la vita” sussurro con rabbia per poi continuare a voce più alta, “e sono qui perché ho bisogno di lavorare ed Esme mi ha offerto un lavoro.” Le mie risposte sono il più lapidarie possibili ma questo non scoraggia Tanya che continua imperterrita. “E il padre? Chi è? E dov’è? Non ti può aiutare?”
Ripensando al padre di Lily, non posso fare a meno di abbassare la testa per nascondere una smorfia. Dopo qualche secondo, faccio un respiro profondo ed alzo di nuovo lo sguardo su Tanya ma prima che possa aprire bocca, ci pensa Lily a rispondere al mio posto e la sua risposta mi stringe il cuore.
“No papà.”
Gli occhi di tutti sono su di lei che, come se niente fosse, torna al suo disegno. E poi guardano tutti me, aspettando che dica qualcosa. Sospiro. “Il padre non c’è.”
“Cosa vuol dire che non c’è?” chiede Tanya, lanciandomi un’occhiata infastidita; dal suo tono di voce sembra che si stia rivolgendo a una bambina capricciosa. “Da quel che ne so i bambini si fanno in due, quindi un padre da qualche parte c’è, non ti pare?”
Ora mi ha fatto veramente incazzare. “Dovevi essere la prima della classe in scienze al liceo. Certo che c’è un padre ma non ne voglio parlare. Fa parte del passato e lì resterà.”
“Che maleducata” mormora stizzita.
Sto per risponderle male ma Edward interviene al mio posto. “Tanya, smettila con tutte queste domande. Bella è stata anche troppo gentile ma non ne vuole parlare, quindi piantala.”
Tanya lo guarda scontrosa e mette su un broncio degno di una bambina di quattro anni a cui hanno negato il gelato ma nessuno le presta attenzione e questo non fa che aumentare il suo malumore. Ignorando Tanya, guardo Edward e mimo un grazie in silenzio.
Dal piano di sopra si sentono rumori di passi, il ticchettio di scarpe con un tacco vertiginosamente alto lungo le scale e infine la voce di Alice spezza il silenzio. “Ehi, Jasper, Bella, Edward, dove siete?” chiama, l’entusiasmo nella sua voce è fin troppo chiaro e mette i brividi. Jasper mi guarda, fingendo uno sguardo terrorizzato, poi mi fa l’occhiolino e si alza, mormorando: “Voi non mi avete visto.”
Lo guardo scappare via, ridacchiando, poco prima che Alice entri in cucina con un sorriso e delle scarpe con il tacco di un rosso abbacinante. “Bella, mi serve il tuo aiuto!”
“Che succede?” chiedo, curiosa, ammirando le sue scarpe. “Dove le hai trovate quelle?”
Alice segue il mio sguardo e sorride. “Pensavo di indossarle questa sera, al ballo. Che ne dici? Troppo appariscenti?”
“Decisamente!” esclama Edward, osservando le scarpe della sorella inorridito. Alice, però, lo ignora, continuando a fissarmi in attesa del mio giudizio. Edward mi lancia uno sguardo di fuoco, cercando di convincermi a far cambiare idea a sua sorella.
Prendendo tempo, chiedo: “Che vestito pensi di indossare stasera?”
“È per questo che mi serve il tuo aiuto!” esclama con la sua voce squillante. “Sono così indecisa! Non sono nemmeno sicura che queste scarpe vadano bene. Forse Edward ha ragione.”
“Le scarpe sono fantastiche” assicura Tanya, intervenendo nella discussione. “Non lasciare che tuo fratello ti faccia cambiare idea. Io non avrei alcun dubbio. Le metterei senza pensarci due volte.”
Alice, che fino a quel momento non si era accorta di lei, la guarda sorpresa. “Tanya! Che ci fai qui?” chiede con un sorriso, sedendosi sul bordo della sedia lasciata libera da Jasper poco prima.
“Passo le vacanze di Natale con i miei.”
“E da quando?” si lascia sfuggire Alice e il sarcasmo nella sua voce non lo noto solo io ma non Tanya che risponde tranquilla. “Ho deciso qualche settimana fa. Ho pensato fosse carino festeggiare in famiglia. Se avessi saputo che anche Edward sarebbe tornato a casa, avrei preso il volo prima” mormora maliziosa, facendo l’occhiolino a Edward che rimane impassibile.
Alice mi lancia uno sguardo veloce prima di tornare a Tanya. “Ti annoierai a morte da queste parti. A Forks non c’è granché da fare, soprattutto se paragonato a Los Angeles.”
“Hai ragione!” esclama Tanya disperata. “Non so come ho fatto a sopravvivere al liceo. È veramente una noia qui! Sono arrivata da un giorno e già non ne posso più. Edward, però, mi ha invitato al ballo d’Inverno questa sera. Sono sicura che ci divertiremo, non è vero, tesoro?”
Edward la guarda scioccato. “Non chiamarmi tesoro” borbotta scontroso ma il sorriso di Tanya non ne risente.
Il mio sguardo scioccato, sentendo come ha chiamato Edward, e quello dello stesso Edward, non è niente a confronto di Alice che mostra due occhi sbarrati e la bocca spalancata. “Edward ti ha invitato al ballo?” chiede e per la prima volta da quando la conosco, la sua voce è stranamente di un volume normale. Aspettando una risposta, fissa il fratello scura in volto, ignorando Tanya che annuisce con un sorriso. “Esatto! In memoria dei vecchi tempi.”
Alice fissa per qualche secondo Edward che distoglie lo sguardo, passandosi una mano sulla nuca scompigliandosi i capelli già in disordine. “Bella, vieni con me? Ho assoluto bisogno del tuo aiuto” chiede, voltandosi verso di me, e un sorriso inquietante si apre sul suo volto, illuminandolo di una luce strana.
Un brivido mi corre lungo la schiena. “Arrivo” mormoro, alzandomi in piedi. “Amore, vieni con me a scegliere il vestito per Alice?”
“No” risponde Lily, porgendomi il disegno appena finito e prendendo un nuovo foglio bianco. “Ancoa disegno.”
La guardo, indecisa, poi alzo lo sguardo su Edward. “Ti dispiace controllare Lily per qualche minuto? Vado a cercare Esme per chiederle se può stare con lei.”
“Non ti preoccupare” mi risponde con un sorriso, “resto io con Lily finché Alice non ti libera. Che ne dici, piccola? Resti con me per un po’ mentre la mamma si fa torturare da quella peste di Alice?”
“Sì” esclama Lily con un sorriso, annuendo. “Vai, mamma” mi dice, sorridendomi e salutandomi con la mano. Sorrido, le do un bacio sulla testa e seguo Alice al piano di sopra. Quando la porta della sua camera si chiude alle nostre spalle, Alice sbotta: “Edward è un completo idiota! Come può aver invitato quell’oca al ballo? Doveva venirci con te!”
“Ci andremo tutti e tre insieme” rispondo con un’alzata di spalle. “Non importa.”
“Sì che importa” ribatte furiosa, aprendo l’armadio con tanta forza da far sbattere l’anta contro il muro, e comincia a tirare fuori tutti i suoi vestiti. “Ora ti vai a fare una doccia mentre io cerco il vestito perfetto per te. Stasera sarai assolutamente perfetta e quello scemo di mio fratello non vedrà altre che te. Lo farà sbavare, fidati.”
“No, Alice” cerco di fermarla ma m’interrompe prima che possa aggiungere altro e mi spedisce a fare la doccia. “Fidati di me. Sarai uno schianto. Guarderanno tutti te stasera.”
“È proprio ciò che non voglio” sussurro, chiudendomi in bagno con un lamento. Sarà una lunga serata, me lo sento, ma non posso ignorare l’eccitazione che sento all’idea di attirare l’attenzione di Edward. Così mi butto sotto il getto di acqua calda, obbedendo agli ordini di Alice, preparandomi per qualsiasi cosa abbia in mente per me.


Bene, ora sappiamo qualcosa in più su Tanya. Che ne dite? Vi sembra simpatica? Bella sicuramente no ma cerca di sopportarla anche se dopo tutte quelle domande riguardo il suo passato, di cui Bella non vuole parlare, le ha risposto male. Però se lo meritava, secondo me.
Nel prossimo capitolo vedremo cosa ha in mente quella pazza di Alice e come andrà a finire il ballo a cui parteciperanno quella sera.
A presto!
  
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