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Autore: Sakurina    23/07/2014    2 recensioni
"Sai Ino... solo i bravi ragazzi ottengono ciò che vogliono... noi sognatori, invece, dobbiamo vivere con il cuore spezzato."
Ino non rispose, si limitò ad abbassare il volto, con occhi lucidi. Sapeva che Kiba aveva ragione.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Ino
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Giulia, per il suo ventiduesimo compleanno.

Perché è da quando avevi 17 anni e ancora non ci conoscevamo che aspetti di sapere come finisce.

Meglio tardi che mai.

Ti voglio bene.

 

 

–˜—™–˜—™–˜—™–˜—™–˜

 

Epilogue: "Forever Wild"

 

 

 

" Hot summer nights,

Mid July

When you and I were forever wild

The crazy days

City lights

The way you'd play with me like a child..."

 

Lana Del Rey, "Young And Beautiful"

 

 

 

 

La notte avvolgeva quel luogo, tramutandolo in un regno di ombre incredibilmente diverso dal magico palazzo splendente che era di giorno: i suoi infissi dorati e le pareti candide, i pavimenti lucenti e i lampadari sfavillanti, tutto era inghiottito dall’oscurità che rendeva quell’hotel un posto misterioso e cupo.

Ma il silenzio imperioso solitamente dettato da Morfeo non accompagnava quella notte, perché le risate cristalline della ragazza riempivano gli atri bui e i corridoi scuri del lussuoso hotel.

Se ci si avvicinava alla piscina all’aperto che si trovava sulla terrazza del quinto piano dell’hotel, oltre alla risate, si potevano udire il rumore dell’acqua disturbata dai movimenti di due giovani amanti che, nuotando, sospiravano abbracciati fra un bacio e l’altro; le loro mani scorrevano bramose sui loro corpi seminudi – in realtà il pezzo superiore del bikini viola di Ino era durato molto poco – e le loro labbra indugiavano a vicenda su colli, braccia e spalle.

L’idea di passare l’ultima notte nella piscina dell’hotel era stata di Ino – voleva fare qualcosa di memorabile per salutare quella missione che le aveva sconvolto la vita – ma non immaginava che Kiba avrebbe approfittato delle tenebre delle 4 del mattino per fare quello che in quei giorni avevano abbondantemente fatto in camera (un po’ ovunque, a dire il vero). Del resto fare cose pazze e sconsiderate insieme a Kiba cominciava a venirle naturale.

Avevano passato quegli ultimi giorni a Okaneshi crogiolandosi in quel legame sconvolgente che si era instaurato fra di loro, comunicando più con i baci che con le parole, con gli sguardi e con i sorrisi complici piuttosto che con i chiarimenti; finché erano lì, in quel mondo estraneo, avvolti in quella bolla di sapone, non c’era davvero bisogno di sprecare fiato per parlare di cose che non avevano senso finché non fossero tornati a Konoha. Alla vita reale e noiosa di tutti i giorni. Alla Ino Yamanaka e al Kiba Inuzuka che si conoscevano ma nemmeno così tanto.

In quegli ultimi giorni avevano fatto di tutto: avevano frequentato locali eleganti vestiti di tutto punto bevendo, champagne alla salute di Tsunade-sama (e a quella del suo conto), per la gioia di Ino; avevano fatto lunghe passeggiate per le spiagge di Okaneshi e per le verdi colline intorno ad essa per accontentare Kiba; avevano fatto l’amore sia nei bagni dei ristoranti, che sulle spiagge, che fra i verdi prati delle colline, per far contenti un po’ tutti e due.  

E dopo aver finito di averlo fatto anche nella piscina dell’hotel, lasciando che le loro risatine soffuse e i loro sospiri languidi risvegliassero strane idee negli ospiti dell’albergo o li inducessero a fare sogni molto intensi, Ino e Kiba stettero seduti abbracciati e coperti da un morbido asciugamano ad osservare l’alba che risvegliava la città e la colorava di meravigliosi colori violacei e rosati. Ino teneva la testa appoggiata nell’incavo della spalla di Kiba, mentre lui le baciava lentamente la testolina, accarezzandole con una mano i capelli.

-“È l’alba.”- Disse lui, con un sospiro amaro.

-“Già.”- Sussurrò Ino, impercettibilmente.

 

-“Sei sicura che qualcuno non se lo farà arrosto?”- esordì Kiba, non appena intravvide le porte di Konoha apparire all’orizzonte.

Da quando erano partiti da Okaneshi, non si erano rivolti la parola. Si erano soltanto tenuti per mano per tutto il tragitto, silenziosamente. Avevano poi lasciato Ichi, ormai completamente guarito, vicino al luogo in cui l’avevano trovato, un vasto prato pieno di coniglietti saltellanti. Ino lo aveva salutato con le lacrime agli occhi, rendendosi davvero conto solo in quel preciso istante che tutto ciò che aveva amato in quei giorni stava per finire. Da quel momento, non aveva più ripreso la mano di Kiba, limitandosi a camminare leggermente davanti a lui per non avvertire la sua presenza di fianco.

Avvistare le mura al tramonto di Konoha e contemporaneamente sentire la voce di Kiba, la fece sussultare.

-“No, sono sicura che starà bene... almeno sarà libero di fare ciò che vuole e non sarà costretto a starsene chiuso in gabbia... anche se il mondo là fuori è pieno di pericoli, sono convinta che per lui sarà meglio vivere così.”- sospirò Ino, con tono amaro.

-“E per noi? Per noi vale lo stesso?”- le chiese Kiba, affiancandola e fissandola con sguardo cupo.

-“Direi di no, visto che stiamo per rientrare nella gabbia.”- asserì lei, senza guardarlo, riprendendo a camminare spedita verso le mura di Konoha.

Un leggero sorrisino amaro si spaziò sulle labbra di Kiba, mentre Akamaru mugugnava dispiaciuto, strusciandosi sotto la sua mano.

-“Non preoccuparti Akamaru... lo sapevo che sarebbe finita così...”- sussurrò Kiba, con voce sottile e carica di amarezza.

 

La vita a Konoha riprese a scorrere normalmente.

Il lavoro al negozio di fiori, gli allenamenti, i corsi di Tsunade-sama, il ristorante con Choji e Shikamaru.

I giri di perlustrazione con Akamaru, gli allenamenti, gli addestramenti dei nuovi cuccioli, le passeggiate con Shino e Hinata.

Per una settimana, Sakura aveva notato che Ino era terribilmente giù di morale e cupa, forse perché Shikamaru era ancora a Suna? In effetti, dopo il suo ritorno una settimana dopo, l’umore di Ino tornò a essere raggiante.

Anche Kiba per una settimana era stato corrucciato e rabbioso, rinchiuso nel suo silenzio che solo Akamaru poteva capire. Aveva evitato la compagnia di tutti finché, passati sette giorni, dopo aver incontrato Hinata durante una passeggiata, il buonumore gli era tornato.

Tutto era tornato come prima.

O quasi tutto.

Quando Shikamaru tentò di infiltrarsi nella camera di Ino una notte, trovò la finestra perfettamente chiusa e rinforzata, e dovette andarsene insoddisfatto da quel balcone che profumava di fiori.

Quando Hinata andò a cercare Kiba una sera per chiedergli di accompagnarla al festival di quella sera, lo trovò fuori casa.

Forse perché era trincerato dietro a una finestra perfettamente chiusa e rinforzata, su quel balcone che profumava di fiori.

 

Del resto era notte e la notte, si sa, è fatta per i sognatori.

 

–˜The End–˜

 

 

“It's all the same for The Dreamers,

It's all the same for us...”

Broken Iris “Where Butterflies Never Die”

 

  
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