“Dove
è lei?” “Emma?”
“Dove è lei?” “Lei
chi?”
James
si stava seriamene preoccupando per la sua sanità
mentale. Che tutti quei mesi passati a fantasticare su un ipotetico
ritorno di
Emma l’avessero fatto impazzire al punto da portarlo ad avere
delle allucinazioni?
Emma gli diede una botta sul braccio “Ahia! Mi hai fatto
male!” no, non era
decisamente un’allucinazione.
“Dimmi dove
è lei e
forse ti risparmierò!” continuò la sua
minaccia Emma dopo aver catturato di
nuovo la sua attenzione “Ma lei chi Emma? Non ti
seguo!” lei sbuffò soltanto e
lo spinse via dalla porta per entrare dentro
“Prego… Entra pure!” disse James
un po’ scocciato, ad essere sinceri appena l’aveva
vista aveva sperato in un
lungo bacio bagnato dalle lacrime di lei che chiedeva scusa sulle sue
labbra e
a seguire una nottata di parole dolci sussurrate... “Non fare
l’ironico con me,
stronzetto! Dimmi dov’è!” Quando vide
che James faceva ancora il finto tonto si infilò in cucina,
guardò sotto il
tavolo e poi uscì per controllare dietro le tende e dietro
il divano “Fai bene
a nasconderti sciacquetta!” esclamò per poi filare
su per le scale mentre James
si chiedeva come riuscisse a correre così velocemente con
quei chiodi così lunghi
appiccicati ai talloni ma quando sentì una porta sbattere
decise che forse era
meglio seguirla.
“Ma
cosa stai facendo Emma?” chiese entrando nel piccolo
bagno e sorprendendola a guardare dietro la tenda della doccia
“Sto cercando
quella troietta di Victoria! Mi pare ovvio! Certo che voi maghi vi
nascondete
proprio bene! Dimmi dov’è!!”
“Ma Victoria non è qui! Come ti salta in
mente?”
le chiese seguendola nella stanza di Locarn che fu a sua volta
setacciata “Me
lo ha già detto che siete fidanzati! Non ti preoccupare
voglio solo spalmarle
della crema depilatoria in testa!” “Tu sei
impazzita. Ci si ubriaca a capodanno
Emma, non a Santo Stefano!” “Ah mio caro James!
Sono incazzata, non ubriaca!”
disse puntandogli un dito contro per poi accanirsi contro
un’altra porta che
spalancò e fece sbattere contro l’armadio
“EHI! La smetti di sbattere tutto e
mi spieghi che cavolo ti prende? Sono mesi che non mi parli e ora
piombi qui a
distruggere tutto quello che ti capita davanti come una pazza!?
““Mi hai appena
dato della pazza James?” chiese lei con gli occhi
così aperti che sembravano
volersi andare a fare una passeggiata “SI! Sto facendo la
pazza! E se non m fai
trovare al più presto quella brutta bagascia
finirà che ti distruggerò casa!!”
“Ma cosa cavolo ti prende?” “Cosa cavolo
mi prende? E lo chiedi anche? Mi hai
perseguitata per giorni e giorni e appena mi innamoro di te che fai? Te
ne esci
con un mondo magico e un ministro fittizio che minaccia di mandarmi in
una
prigione in mezzo al mare del nord! -gli urlò contro
accompagnando il tutto con
dei gesti molto ampi delle braccia che fecero indietreggiare James- Io
faccio
la sostenuta e tu mi dimentichi in quattro secondi virgola tre e torni
da
quella schifosa lampadata! Io credo di essere innamorata di James! E
quello che
ho scoperto questa sera mi ha distrutta!” un lacrima le scese
su una guancia
“Quindi io ora devo distruggere lei! Perché non
riesco a farti tutto quello che
ho pensato di farti sulla metro, perché finalmente ti sei
tagliato i capelli e
sei maledettamente carino!” James rimase a guardarla cercando
di assorbire
tutte le informazioni che lei gli aveva vomitato addosso. Sbagliava o
la
ragazza che stava guardando sotto il letto Lysander aveva detto
qualcosa di molto
simile a un “ti amo”? la spallata che lei gli diede
uscendo dalla stanza lo
fece rinsavire “Ehi! - la chiamò- la smetti di
setacciare la casa? Victora non
è qui! L’ultima volta che l’ho vista tu
eri presente! Smettila di fare l’idiota
e parlami!” Emma si girò e gli andò
incontro a passo di marcia ritrovandosi
davanti a lui in soli tre passi. “Io non faccio
l’idiota-gli disse a un
centimetro di distanza- Io mi sento ferita James, ok? So che
probabilmente tu
non provavi quello che provo io e che probabilmente mi ero solo illusa
di
essere qualcosa di più per te che…”
interruppe di colpo la frase per fissare il
vuoto, come se qualcosa di ovvio le si fosse appena presentato davanti
e con
gli occhi che, se possibile erano diventati ancora più
grandi, guardò di nuovo
James e cambiò discorso in un sussurro
“Scusa… scusami tanto James. Non… Non
sarei dovuta venire. Che idiota.” Detto questo si
girò dirigendosi verso le
scale e lasciando James di nuovo sorpreso e immobile. Ma che stava
succedendo?
Il rumore della porta che si apriva lo riscosse e corse giù
per le scale
uscendo subito dalla porta che Emma si era appena chiusa alle spalle.
Guardò la
strada ma trovò Emma solo quando guardò il
marciapiede.
James
aveva sempre creduto che Emma fosse una persona molto
forte, in realtà non la conosceva bene come avrebbe voluto,
ma non sembrava il
tipo di persona che si lascia abbattere da stupidaggini e vederla li,
seduta
per terra nel suo vestito firmato lo fece ribollire di rabbia.
“Ma
cosa diamine stai facendo lì per terra? Sei
impazzita?”
quasi le urlò contro “Io non ho ancora capito cosa
sia successo stasera, cosa
diamine ti abbia detto Victoria e non ho neanche la minima idea di come
tu
abbia potuto incontrarla. Ma so una cosa- fece una pausa, un
po’ per la
suspense, un po’ perché Emma lo stava guardando di
nuovo e i suoi occhi
sembravano di vetro quella sera- so che da quando ti conosco non faccio
che
pensare a te e che da quando non posso più vederti
non… non lo so! È come se mi
fossi dimenticato quello che facevo prima! So solo che ti vorrei con
me,
sempre! E ora non so dirti se questo è amore o che so io, so
solo che voglio
conoscerti, voglio passare con te tutto il mio tempo libero, il mio
tempo
occupato il tempo in generale! Mi procurerò un Giratempo,
così ne avrò ancora
di più!” Emma si alzò dal marciapiede
chiedendosi cosa fosse un Giratempo e
chiedendosi quando James si era fatto così fascinoso
“Perché dici queste cose
se stai con Victoria?” continuò lei imperterrita
facendo alzare gli occhi al
cielo all’altro “Ma chi la vuole a quella! Non
stiamo insieme! Non voglio
neanche vederla! Ma sai una cosa? Le sono grato! Perché se
non ti avesse
riempito la testa di quelle idiozie tu non saresti venuta qui questa
sera e io
non avrei resistito un minuto di più senza
vederti.” Emma sorrise timidamente
abbassando lo sguardo per non farsi notare, ma lui vide lo stesso e
piegò un
lato della bocca all’insù decisamente appagato da
quello che aveva detto e dalla
reazione di lei. “Quindi…- chiese lei dopo qualche
secondo di silenzio – non
stai con Victoria?” lui sospirò, un po’
esasperato “No.” “E quindi un
po’ mi
hai pensato in queste settimane?” “Decisamente
più di un po’… E tu?”
aggiunse
titubante “Forse un po’…”
rispose lei con una smorfia facendolo ridere. Mentre
lei si sentiva una stupida. Una completa idiota! Primo per aver creduto
alla
sgualdrinetta, secondo per essersi precipitata lì come una
furia e poi per non
aver capito prima che gran pezzo di figo aveva davanti.
“Quindi…” le fece da
eco James per prenderla in giro “… se vengo
lì e cerco di baciarti non rischio
la vita, vero?” lei sorrise di nuovo, sentendosi un
po’ meno stupida “Non lo
so… a tuo rischio e pericolo!”
Intanto
James si era avvicinato e le stava davanti in tutta la sua altezza
“Penso
proprio che rischierò questa volta” le disse,
stavolta assurdamente serio.
Perché era assurdo che lei fosse lì. Era assurdo
che lui la stesse per baciare
e che quando mancava ancora un centimetro fosse stata proprio lei ad
azzerare
le distanze. Era assurdo che quel bacio fosse così bello. Ed
era assurdo che
lei pensasse che l’aver fatto la figura della stupida andava
benissimo se la
ricompensa era quella. Era tutto decisamente assurdo per Emma. Ma forse
la
parola giusta era ‘Magico’.
È davvero passato
troppo tempo dall’ultimo aggiornamento,
probabilmente vi sarete dimenticati di me! Scusate!! Comunque ecco un
assaggio
dell’ottavo capitolo! Al più presto ci
sarà una seconda parte!
Buona giornata a tutti! :)