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Autore: Fiamma Erin Gaunt    19/08/2014    6 recensioni
[Storia a OC] [Un ragazzo Grifondoro e uno Tassorosso ancora disponibili]
Com’è vivere durante gli anni della guerra, quando Lord Voldemort diventa di giorno in giorno più potente e nessuno è al sicuro? Tra mille litigi, tragedie, rivalità, amori più o meno ricambiati, la Generazione dei Malandrini la vive così.
[Storia a sei mani: Fiamma, Eris e Rhaenys]
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Slytherin Love Tales'
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Cap 2

 

 

 

 

 

 

- Ma quanti sono questi marmocchi? – borbottò Rabastan, mentre si facevano largo per entrare nella Sala Grande e puntavano in direzione del tavolo verde argento.

- Non più degli altri anni, anzi, forse anche qualcuno di meno. –

Evan aveva ragione. Con l’ascesa di Lord Voldemort la maggior parte dei genitori aveva deciso di tenere le famiglie unite e aveva assunto dei docenti privati per l’istruzione dei loro figli. Come se tutto quello fosse di qualche aiuto. L’unico posto in cui i marmocchi di quei genitori fin troppo apprensivi sarebbero stati al sicuro era Hogwarts, ma sembrava che la maggior parte del mondo magico si ostinasse a non capirlo.

- Bah, spero solo che si sbrighino. Ho una fame allucinante. –

- Tu hai sempre fame, Rab – rise Katherine, per poi fulminare con un’occhiataccia una ragazzina del secondo anno che le era finita addosso.

- Certo, altrimenti come li mantengo tutti questi muscoli? – replicò, flettendo i bicipiti e ammiccando leggermente. – Vuoi una dimostrazione? –

La ragazza lo spinse via ridendo e si diresse verso quello che negli ultimi anni era diventato il suo posto fisso.

Omi Ishido Blackthorne, uno dei ragazzi del suo anno, era già seduto accanto a lei e alzò lo sguardo verso di loro non appena li sentì arrivare. Gli occhi grigi luccicarono al di sotto delle ciocche corvine. Avrebbe potuto passare per uno dei Black se non fosse stata per la forma lievemente a mandorla dei suoi occhi che tradiva in minima parte l’origine asiatica.

- Ehy, Omi, si può sapere dove ti eri cacciato? –

- Ero nell’altro scompartimento con Edward – spiegò, indicando con un cenno del capo il ragazzo che gli sedeva davanti.

Edward Jonson, con i suoi capelli biondi perennemente scompigliati e gli occhi verdi, era un mistero per lei, ma riusciva a capire perché Omi ci andasse d’accordo. Erano entrambi riservati, chi non li conosceva bene poteva etichettarli come gelidi come cubetti di ghiaccio, ma dentro di loro avvampava un vero e proprio incendio. Due acque chete solo all’apparenza, insomma, che non si facevano problemi a scatenarsi quando dovevano far valere le loro ragioni o c’era qualcosa che non gli andava bene.

Regulus lanciò un’occhiata al braccio del diretto interessato, tra l’altro uno dei suoi migliori amici insieme a Barty. – È nuovo quello, non ce l’avevi quando sono passato a trovarti quest’estate – osservò, indicando il tatuaggio a forma di serpente.

Edward annuì, mostrandolo come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto prima di allora. – Sì, l’ho fatto qualche giorno fa. –

Rico assottigliò lo sguardo, osservandolo con l’occhio esperto di chi di tatuaggi se ne intendeva. – L’hai fatto all’Evil, vero? –

Il ragazzo annuì.

- È forte, hanno fatto un bel lavoro, sembra un serpente vero – decretò infine il Capitano.

Vennero interrotti dall’invito di Silente a cominciare a mangiare e dalla comparsa delle pietanze nei giganteschi vassoi da porta al centro della tavolata.

- Hai risolto quel problema alla fine? – domandò Omi, sorseggiando un calice di succo di zucca.

Rabastan annuì. – C’è voluto un po’, ma ce l’ho fatta. –

- Che problema? –

- Niente di che – tagliò corto il più giovane dei Lestrange.

Se c’era qualcosa che Katherine non sopportava era sentirsi dire “niente di che” quando c’era ovviamente qualcosa di cui era all’oscuro.

Poggiò una mano sul braccio muscoloso del loro Portiere, sbattendo gli occhi da cerbiatta. – Tu mi dirai di cosa si tratta, vero Omi? –

- Omi … - cominciò Rabastan, come per avvisarlo.

- Non posso Kat, sul serio –

- Per favore, fallo per me – insistè, arricciando appena il labbro inferiore che era già naturalmente più pronunciato di quello superiore e le conferiva un broncio sexy.

Omi lanciò un’occhiata all’amico, come a dire che si arrendeva.

- Okay, te lo dico … Rabastan sta organizzando qualcosa per Halloween. Qualcosa che lascerà quelli là senza parole – concluse, guardando in direzione del tavolo dei Grifondoro, concentrandosi particolarmente sul gruppetto dei Malandrini.

- Spero che sia qualcosa che distrugga anche quel sudicio Traditore del suo sangue –

Omi sembrava contrariato. – Ancora fissata con Black? –

- Dovresti saperlo che fino a che non ottengo vendetta non demordo. –

- Sì, ma stiamo parlando di qualcosa che è accaduto anni fa, Katherine – provò a farla ragionare Edward.

La ragazza gli lanciò un’occhiataccia. – Non fare finta di niente, so bene che quello ti è simpatico –

Edward non provò neanche a negarlo. Era praticamente cresciuto con i fratelli Black e aveva iniziato Hogwarts lo stesso anno di Sirius; contrariamente al resto della sua Casa, e a Regulus, era riuscito a mantenere l’amicizia con il Grifondoro.

- Lasciatela fare. Kat sa quello che fa e sinceramente non vedo cosa ci sia di male in una sana vendetta – intervenne Rico, mentre Evan annuiva. Poi si voltò leggermente verso il tavolo dei Corvonero, seguendo lo sguardo di Regulus che fissava chissà chi con aria imbambolata. Non aveva neanche reagito al nome del fratello e quello lasciava intendere quanto fosse concentrato.

- Che c’è, Reg? – chiese Barty, notando a sua volta lo strano comportamento dell’amico.

- Nulla. –

- Questo tuo nulla ha per caso lisci capelli neri e occhi grigio azzurri? – domandò ironicamente Rico, sorridendo quando Serena Mattews intercettò il suo sguardo e lo fulminò con un’occhiata sprezzante. – Lasciatelo dire, Reg, puoi sicuramente trovartene una con un carattere migliore. –

- Magari ce l’ha con te perché ti sei fatto tre quarti di scuola e non sopporta i play boy. Ma la butto lì così, eh – ironizzò Omi.

- Ancora con questa storia? Non mi sono fatto tre quarti di scuola – protestò.

- No, se ne è fatto solo la metà – convenne Evan, con espressione fintamente seria, facendoli scoppiare a ridere.

Rico gli puntò un dito contro. – Questa me la paghi, cuginastro. –

- Se non ti sei fatto metà scuola, fammi il nome di dieci ragazze carine tra il sesto e il settimo anno che non ti sei fatto – lo sfidò Omi.

Persino Edward si avvicinò un po’ di più per assistere meglio alla scena.

- Tutto qui, Blackthorne? Certo che te ne posso dire dieci. –

- Allora fallo. –

- Katherine, Sandy, Thea, la Martin, la Montgomery, la Hannover, la Inglebee, la Mattews, la Evans e la Meadowes – decretò, sorridendo soddisfatto per essere riuscito a vincere la sfida.

- La Evans non vale, non sono neanche certo che sia a conoscenza dell’esistenza del sesso – intervenne Edward.

Il resto del gruppo si disse d’accordo.

- Allora la Selwyn. –

- Elinor te la sei fatta al quinto anno, è per questo che ora non ti parla più – gli ricordò Evan.

- Ah già, è vero. Dovevo essere proprio molto ubriaco per aver rimosso di esserci stato – considerò, osservando il profilo elegante della loro compagna di Casa con le morbide onde dorate e gli occhi ambrati.

- Allora … questa decima? – l’incalzò Katherine.

- Adesso ti ci metti anche tu, Kitty Kat? –

- Ovviamente – sorrise malandrina.

- La … uhm, d’accordo, mi arrendo. –

Risero nuovamente tutti mentre il Capitano si dipingeva sulle labbra un sorrisetto a metà tra il seccato e il divertito.

Un foglio di pergamena si materializzò d’un tratto davanti a Katherine. La ragazza lo spiegò e ne lesse il contenuto. Si alzò da tavola velocemente, sotto lo sguardo perplesso degli amici.

- Che succede, Kat? –

- Niente di che, tranquillo, devo solo fare una cosa. Ci vediamo poi in Sala Comune – disse, scoccandogli un lievissimo bacio a fior di labbra prima di procedere spedita verso l’uscita.

Omi sgranò gli occhi grigi, colto di sorpresa.

- Qualcuno di voi ha una minima idea del perché l’ha fatto? – domandò.

Rico scosse la testa, trattenendo a stento una risata.

- Che c’è? – domandò, piccato.

- Non so perché l’abbia fatto, ma la tua faccia è impagabile – decretò il ragazzo, rinunciando all’idea di rimanere serio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Lo sappiamo che questo capitolo è un po’ cortino e che abbiamo presentato solo due OC, ma abbiamo dovuto spezzarlo in due parti perché altrimenti sarebbe venuto troppo lungo. Non temete, nel prossimo presenteremo anche tutti gli altri. Ricordiamo infine che ci sono ancora due posti liberi (un Grifondoro e un Tassorosso) ma vi chiediamo di creare due ragazzi visto che al momento scarseggiano un po’. Alla prossima.

Baci baci,

               Fiamma, Eris e Rhaenys

  
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