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Autore: Joasteroide42    23/08/2014    2 recensioni
A volte le persone si comportano agendo d' impulso, scrivono delle cose che in realtà non pensano, ma dopotutto sono pensieri privati che nessuno saprà mai. Questo, ovviamente, se non si conta James Potter e di quando trovò il diario di Lily Evans.
Dal capitolo 1:
Mentre James tastava le assi del letto per assicurarsi che lì non ci fosse niente, un quadernetto verde cadde a terra e si spalancò.
James lo prese con l’intenzione di rimetterlo al suo posto, dato che gli appunti di Astronomia Mary aveva detto di averli presi in un quadernetto rosa, ma al suo occhio spuntò la scritta enorme che c’ era nella prima pagina:”DIARIO SEGRETO DI LILY EVANS; STATE ALLA LARGA!”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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NOTE DELL'AUTRICE: Scusatemi per il solito ritardo, che questa volta è più mostruoso delle altre, dato che son passati ben cinque mesi.

Ad ogni modo, ecco il 34 capitolo. Se riesco dovrei aggiornare il prossimo entro il 18 ottobre (lo so avevo detto prima, ma ho dovuto cambiare). Ringrazio tutti quelli che recensiscono/seguono/mettono tra le preferite la mia mia storia.

RIASSUNTO DEL CAPITOLO PRECEDENTE: Dopo che James e Lily si sono baciati per la prima volta, la rossa in questione è un po' in imbarazzo con lui, ma poi vanno a fare una passeggiata insieme per i cortili di Hogwarts, e l'imbarazzo di Lily “svanisce”. Inoltre, tranne che agli amici intimi, James e Lily decidono (sotto richiesta di Lily) di non dire a nessuno che “si stanno frequentando”.

Marlene nasconde un segreto che per il momento non è ancora noto, ma gli unici a sospettare qualcosa sono James e Mary, che però non ne hanno ancora parlato tra di loro. Inoltre, Marlene non ha ancora perdonato James per la faccenda del diario di Lily, ed è arrabbiata anche perché lui ha iniziato ad accorgersi di quanto lei (Marlene) fosse arrabbiata solo dopo che aveva fatto pace con Evans.

Emmeline ha qualcosa che non va, ma non vuole confidarsi con nessuno; l'unico che sa qualcosa al riguardo è James, il quale sa appunto che centra una certa Harriet in tutto questo. Quest'ultimo nome è stato per l'appunto pronunciato da Emmeline nel sonno, ma la ragazza (Emmeline) ha fatto promettere a James di non raccontare a nessuno quanto aveva sentito.

Lily accusa Remus (che ha avuto una giornata molto brutta per una serie di svariati motivi) del fatto che non si fanno più confidenze. Remus ribatte che è lei a non dirgli più niente da quando è iniziato tutto quel “casino” con James (inizio che risale al primo capitolo della storia), ma aggiunge anche che la colpa non è di James, ma di Lily.

Lo scorso capitolo termina con la litigata tra Lily e Remus, entrambi furiosi.

 

Buona lettura!

 

Capitolo 34: Il peggiore San Valentino

 

-Mmh...deve essere questa- disse a bassa voce James Potter avvicinandosi furtivamente a una porta chiusa di un'aula di disuso in un corridoio deserto della Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.

-Continuo a pensare che sia una cattiva idea- insistette Remus, ma Sirius lo rimbeccò piazzando l' orecchio sulla porta:-Taci, Lunastorta. Sto cercando di sentire-.

James e Peter Minus appoggiarono anche loro un orecchio sulla porta, e Remus, dopo un sospiro, li imitò.

Una voce piuttosto fredda e distaccata ma allo stesso tempo preoccupata giunse al loro udito:-...cosa si potrebbe fare, altrimenti?-.

-È la Mcgranitt- notò Peter, e Sirius intimò anche a lui il silenzio.

-Non lo so...ma la situazione sta peggiorando- disse a bassa voce quello che sembrava essere il professor Vitious.

-É ovvio che qualcosa deve essere fatto-

-Be', non è che il ministero se ne sia stato proprio con le mani in mano- commentò il professor Lumacorno, anche lui preoccupato, e la voce del Professor Witch, l' insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, risultò seccata e di un'ironia pungente:-Già, e quanti risultati ha ottenuto, Horace?-

-Si, certo, ovviamente tu hai ragione- disse Lumacorno quasi accondiscendente (dopo qualche momento di imbarazzato silenzio), e James mormorò:-L' ho sempre detto che il professor Witch è un grandissimo figo-.

-Per la centesima volta, chiudete tutti quella dannatissima bocca- borbottò Sirius appoggiando ancora di più l' orecchio alla porta.

-Mmh...che rompiscatole, Felpato...-

-Sta' zitto, ti ho detto!- replicò Sirius irritato, e i quattro Malandrini riuscirono chiaramente a sentire il professor Vitious dire:-Ma ci saranno davvero della persone interessate?Insomma, con la paura...-

-Confido nel meglio, Vitious. E poi, come ha detto poco fa Minerva, non vedo altra soluzione- ribatté quello che era senza alcun dubbio Albus Silente, nel suo solito tono calmo e impassibile. James riusciva a immaginare l'espressione pacata del preside.

-Ad ogni modo- riprese Lumacorno, leggermente imbarazzato:-Io devo andare, temo. Ho lezione tra poco-.

-Anche io- concordò il Professor Witch, e i Malandrini sentirono dei passi avvicinarsi verso la porta.

-Oh, cazzo- sibilò Sirius e James, veloce come un fulmine, tirò fuori dalla tasca della divisa il mantello dell' Invisibilità stropicciandolo e facendo cadere di proposito i suoi amici a terra, tutti ammassati l' uno contro l' altro (compreso lo stesso James) e ricoprì tutti quattro con il mantello.

C' era un motivo se l' aveva fatto: erano troppo grandi ormai per riuscire a stare sotto al mantello tutti e quattro insieme, perciò aveva pensato velocemente a quella possibile soluzione: stendersi a terra, rannicchiandosi e facendosi piccoli l'uno contro l'altro per rimanere coperti dal mantello.

Ora c' era solo un possibile, e eventuale problema, che James non aveva considerato immediatamente: che qualcuno dei professori calpestasse il mantello, così scoprendoli.

Sperò con tutto il cuore che ciò non accadesse, e fu straordinariamente fortunato. Quando gli insegnanti furono scomparsi dal corridoio, i Malandrini aspettarono qualche secondo, per essere sicuri che non ci fosse più nessuno nei paraggi, e, quando ne ebbero la conferma, si tolsero il mantello.

-Mi stavi schiacciando Sirius!- sbottò Remus levando via bruscamente da sé il corpo di Sirius che, a seguito della spinta di James per fare atterrare tutti sul pavimento, era caduto su di lui.

Anche James e Peter si alzarono.

-Quante storie. E poi sono cavolate. Io peso meno di una rondine- ribattè Sirius, e Remus concordò:-Si, una rondine che ha appeno mangiato tre chili di patatine, sei di formaggi, e nove di torta al cioccolato...-

-Non eravate voi quelli su Peter!-

-Hey!- fece Peter indignato, e James soffocò una risata:-Scusa, Codaliscia. Scherzavo-.

-Io no- fece Remus, e poi aggiunse più seriamente:-Ma avete sentito quello che hanno detto gli insegnanti?-.

-Si, ma non di certo grazie a voi tre- fece Sirius scorbuticamente, e Remus ribatté:-Non è questo il punto. Che ne pensate?-.

Ci fu un momento di silenzio. Quel dialogo appena udito era strano, davvero. Quale era la “possibile soluzione” che gli insegnanti stavano pensando di attuare?E quello che loro avevano ascoltato poteva davvero avere rilevanza?

-Non credo sia un problema scolastico. Non sarebbero così preoccupati, o no?- fece Peter, e James annuì:-No, no di certo-.

-Andiamo, ragazzi, rifletteteci. Gli insegnanti sono preoccupati riguardo a una situazione che sta peggiorando, e vogliono trovare una soluzione...si tratta di Voldemort, no?- disse Sirius come se fosse ovvio, ignorando il sussulto di Peter al nome del mago.

-Non so...insomma, perché tutti gli insegnanti?Dovrebbero essere delle persone che sono tutte contro al movimento di Voldemort, e non sappiamo se tutti gli insegnanti lo sono- rifletté Remus, e James sbuffò:-Ti prego. Hai visto i nostri professori...insomma, alcuni sono piuttosto odiosi, ma non credo che uno di loro potrebbe mai schierarsi dalla parte di Voldemort. La situazione di cui parlano deve riguardare per forza lui-.

-Bene. Abbiamo chiarito che riguarda Voldemort, almeno dal punto di vista ipotetico- concesse Remus, e aggiunse:-Ma quale sarebbe il modo in cui gli insegnanti pensano di poter eventualmente risolvere tutto questo?-.

-Vuoi sempre mettere il dito nella piaga, eh Remus- ribatté Sirius irritato, e Remus, inaspettatamente, tacque.

Non riusciva a smettere di pensare alla litigata con Lily del giorno precedente. Non pensava di avere torto, non del tutto almeno.

Lily non aveva il diritto di dire a lui che non gli confidava mai niente quando lei faceva lo stesso con lui. In quell'esatto momento, realizzò quante cose erano cambiate dall'anno precedente, da quando erano diventati amici. L' anno precedente si dicevano eccome le cose, ma quell'anno, chissà perché (Remus non riusciva ancora a ideare nella sua mente un motivo totalmente razionale e sensato, anche se aveva alcuni sospetti) non c'erano più stare vere confidenze tra di loro.

-Remus?Che hai?- domandò Peter stranito guardando l' amico, che si risvegliò come da uno stato di apparente trance:-Ehm, si, cos...no, non ho niente-.

-Si nota proprio- commentò sarcastico James, e Sirius chiese:-Hai litigato con Lily?-

-Cosa te lo fa pensare?-

-Non vi siete degnati di uno sguardo per tutto il giorno!- esclamò Sirius, e Remus gli lanciò un' occhiataccia:-Piantala,Felpato. Dico sul serio-.

-Come mai avete litigato?- domandò James per nulla scalfito dalla volontà di Remus a lasciare cadere l' argomento, e il Lupo Mannaro ribattè:-Affari miei-.

-Ce lo dirai prima o poi- fece Peter, e James e Sirius si mostrarono d'accordo:- Sei troppo prevedibile, Remus-.

Remus scosse la testa divertito, scompigliando i capelli di Peter:-Andiamo a mangiare qualcosa nelle cucine, invece di continuare a sparare cavolate come vostro solito-.

-Okay- rispose immediatamente e senza esitazione Sirius aumentando il passo, e gli altri tre risero.

Nel cortile di Hogwarts, intanto...

Era un pigro tipico giorno di febbraio, in cui il cielo era opaco e l' umore tetro, anche se il venticello fresco che inondava il cortile era nel complesso piacevole.

Emmeline Vance, Marlene Mckinnon e Lily Evans se ne stavano all'ombra di un salice, ognuna leggendo o studiando per conto proprio.

-Basta- fece a un certo punto un'esausta Marlene chiudendo il suo libro di Pozioni, e Lily concordò rimettendo nella sua borsa il proprio libro di Antiche Rune:-Concordo...sono esaurita-.

Emmeline non alzò nemmeno gli occhi dal libro, dicendo un breve:

-Io no- e continuando a studiare.

Lily e Marlene alzarono gli occhi al cielo, ma poi iniziarono a parlare tra loro sottovoce per non disturbare Emmeline:-Allora, Marlene, che mi racconti?-

-Al solito- fu la risposta pigra di Marlene, che aggiunse:-E tu invece?Oltre alla cosa con James, intendo-.

-Ho litigato con Remus- rispose Lily, e Marlene domandò tirando fuori dalla borsa un sacchetto di dolciumi e afferrandone uno:-Perché?-

-Non so dirtelo con precisione...è difficile da spiegare-

-Va bene- rispose Marlene non insistendo oltre.

Era questo il bello di Marlene, rifletté Lily: non era mai insistente, non che non le interessasse sapere della cose, ma rispettava la volontà degli altri e non insisteva di fronte a un “Non lo so” o “Non ne voglio parlare”.

-Vado in bagno...torno tra poco- annunciò Marlene alzandosi e dirigendosi verso il castello.

Lily annuì, prendendo un dolce del sacchetto che Marlene aveva lasciato a terra e mangiucchiandolo.

Poi, all'improvviso, realizzò una cosa, e imprecò. Si alzò di scatto lasciando cadere il dolce che aveva in mano, e facendo anche alzare lo sguardo di Emmeline su di lei.

Ma Lily non aveva tempo di dare spiegazioni. Iniziò a correre, controllando l' orologio. Merda. Erano le diciotto e tre minuti.

Aumentò la velocità della corsa, entrando nel castello e salendo le scale con tutto il fiato che le era rimasto in gola.

Stava salendo una rampa di scale quando all'improvviso quella mutò la propria direzione e dovette cambiare tragitto, imprecando di nuovo.

Dopo qualche minuto riuscì finalmente a raggiungere la Torre di Grifondoro e entrare (dopo avere detto la parola d'ordine alla Signora Grassa e avere attraversato la Sala Comune) nel proprio dormitorio.

Aprì il cassetto del suo comodino, convinta di trovarci il saggio sul libro di Trasfigurazione che la Mcgranitt aveva assegnato alla sua classe tre settimane prima, ma non lo trovò. Dannazione!Aveva sempre tutto perfettamente in ordine, e una buona volta che una cosa le serviva con urgenza...

Disperata, la rossa iniziò a frugare nell'altro cassetto del comodino, non trovando nulla neanche in quello.

Senza preavviso, una voce dietro di lei chiese divertita:-Che stai facendo?-.

Lily si girò nervosa, trovandosi davanti James Potter che la guardava confuso e divertito allo stesso tempo.

La ragazza prese un respiro profondo, poi propose al moro:-Se adesso mi aiuti, ti devo un favore, ok?-

-Tre favori-

-Va bene!- esclamò Lily in preda al panico, e James domandò sorridendo:-Cosa devo fare?-.

-Prima di tutto, smettila di ridacchiare, secondo, non trovo il mio saggio di Trasfigurazione-

-Quello sul libro della Trasfigurazione dalle persone agli oggetti?-

-Sì, quello!L' ho rilegato in una busta rossa, un po' trasparente!C' è scritto: SAGGIO DI LILY EVANS SUL LIBRO “Trasfigurazione tra umani e oggetti”!- urlò la rossa frugando nella sua scrivania, in cui era però tutto perfettamente ordinato e impilato.

James aprì un armadio a caso e iniziò a frugare tra i vestiti. Lily alzò gli occhi al cielo:-Dubito che potrebbe trovarsi lì-.

-Sicura?- chiese James inarcando le sopracciglia e mostrandole un fascicolo incartato in una busta rossa.

-Oddio, grazie!- fece Lily afferrando la cartella, e uscendo dal dormitorio, mentre James chiedeva:-Ma come ha fatto quel compito a trovarsi lì?-.

Ma Lily era già uscita. La rossa continuò a correre, fino a quando non arrivò davanti alla porta dell'ufficio della professoressa Mcgranitt. Bussò e dopo pochi secondi si ritrovò a faccia a faccia con Minerva Mcgranitt.

La professoressa, molto più alta di Lily, la guardava sorpresa, inarcando un sopracciglio, i capelli raccolti in una crocchia come le era di abitudine.

-Signorina Evans...posso esserti utile?- domandò la professoressa ancora confusa, e Lily rispose ansimando e porgendole il suo fascicolo rosso:-Il mio saggio!So che avrei dovuto consegnarlo- controllò l' orologio-venti minuti fa!Mi dispiace, ma ho avuto dei problemi ultimamente, so che questo non mi giustifica, ma...-

-Niente scuse, signorina Evans. Tre settimane fa sono stata chiara. Chiunque non avrebbe presentato il compito entra le ore diciotto di questa sera avrebbe dovuto scontare una punizione. Ho saputo che il signor Gazza deve lucidare i premi che si trovano nella bacheca dei trofei. Lo farai tu al suo posto. Trovati alle ore ventuno di questa sera davanti alla bacheca dei trofei. E, ovviamente, dovrai fare tutto il lavoro senza usare la magia-.

Lily annuì, imbarazzata e forse anche un po' amareggiata.

La Mcgranitt, squadrando un'ultima volta la propria alunna, prese il fascicolo che la rossa le porgeva e, con un breve cenno del capo, chiuse la porta, mentre Lily sussurrava:-Arrivederci-.

Lily chiuse gli occhi, prendendo un bel respiro profondo e dicendosi che sarebbe potuta andare peggio, ma non aveva ancora terminato il pensiero che un sacco di crema pasticciera le cadde sui capelli.

-Pix!- urlò la ragazza furiosa, guardando un punto in alto, in cui Pix il Poltergeist se ne stava sdraiato sul nulla, con in mano una ciotola ormai vuota di crema pasticciera.

-Se Pix la ragazzina dai capelli rossi fa infuriare, allora io mi devo rallegrare!- canticchiò Pix con voce melensa che fece venire a Lily solo più voglia di picchiarlo.

La rossa però non fece in tempo a dire altro, perché Pix si dileguò.

Con la voglia sempre più crescente di prendere a pugni qualcuno, Lily si diresse verso la Sala Comune.

Quando attraversò il buco del ritratto, la rossa trovò James che la guardava, facendo apparentemente di tutto per non ridere, senza però ottenere risultati eccellenti.

-Non una parola- soffiò Lily minacciosa, e James, smettendo di ridere (ma non di sorridere) chiese:-Che diavolo ti è successo ai capelli?-

-Pix- rispose Lily irritata salendo le scale del dormitorio femminile.

Quando però la rossa provò ad aprire la porta, scoprì con sua sorpresa che questa non si apriva. Formulò “Alohomora”, ma non successe nulla. Dannazione, Alice doveva essersi addormentata un' altra volta mettendo le difese alle stanza per sbaglio!

Non è che sbagliasse incantesimo, ma lo faceva proprio per distrazione, ed era questa la cosa che più di tutte dava sui nervi a Lily, perché glielo aveva ripetuto centinaia di volte nei precedenti sette anni di non farlo, ma spesso si dimenticava ancora.

Quest'ultima iniziò a battere la mano contro lo stipite della porta e esclamando:-Alice, apri!-, ma Alice non si svegliava. Erano rare le poche volte che ciò accadeva: era difficile che persino un carro armato potesse svegliarla.

La rossa udì la voce di James provenire dai piedi delle scale:-Che succede?-

-Alice!Ha messo di nuovo per sbaglio gli incantesimi difensivi al nostro dormitorio mentre lei dorme, e quindi non posso entrare!- fece Lily quasi isterica scendendo le scale.

-E ora come faccio a fare la doccia?Non posso andare in giro conciata così- la rossa indicò i suoi capelli.

James rifletté un momento, poi le propose:-Puoi venire a farla nel nostro dormitorio-.

Lily sembrò inizialmente sorpresa, poi inarcò un sopracciglio:-Non mi sembra appropriato, quindi no, grazie-.

James sbuffò:-Lils, hai i capelli coperti completamente di crema pasticciera, mi sembra eccome appropriato-.

Evans ci pensò per qualche secondo, poi sentenziò:-Va bene, grazie...ma come faccio poi ad asciugarmi?Insomma, i capelli posso farli con la magia, ma il...resto no-.

-Puoi usare il mio accappatoio- disse James, e Lily ponderò la domanda:-Ci sono altri tuoi amici nel dormitorio attualmente?-.

-Nah...sono tutti in giro- rispose James e Lily allora accettò:-Okay, grazie per la doccia e per l'accappatoio-.

James sorrise e entrambi salirono nel dormitorio dei ragazzi, immerso nel caos più totale.

-Bello- commentò Lily sarcastica, e, con un groppo alla gola, guardò l'unico letto in cui tutto era in ordine, pensando che probabilmente doveva essere di Remus.

James notò il comportamento della rossa e chiese di getto:-Perché tu e Remus avete litigato?-.

La rossa si girò si scatto verso di lui:-Noi non abbiamo...perché, ti ha detto qualcosa?-. Sembrava quasi un po' speranzosa.

Il moro scosse la testa:-No, ma non vi siete rivolti la parola tutto il giorno...quindi, ripeto, perché avete discusso?-.

Lily disse evasiva:-Devo farmi un bagno per pulirmi questa robaccia dai capelli. Dove si trova il bagno?-.

James alzò gli occhi al cielo, poi indicò una porta bianca vicino al letto di Sirius:-Là. Lo shampoo e tutto il resto sono vicino alla vasca-.

Lily domandò aprendo la porta del bagno:-Sicuro che posso usare il tuo accappatoio?-.

-Lo odio- disse franco James, e Lily chiese perplessa:-Cosa?-.

-Odio quando le persone mi chiedono se sono sicuro di fare una cosa. Se dico una cosa, è perché sono sicuro-

-Ok. Allora, be'...grazie- fece Lily, e James annuì mentre la rossa si chiudeva a chiave in bagno.

Attraverso il muro della porta, James udì l' urlo di Lily (che gridava per farsi sentire):-Qual' è il tuo accappatoio?-

-Quello giallo- rispose James, e poi si stese comodamente sul proprio letto, fissando le tende a baldacchino.

E si sentì felice. Felice perché finalmente frequentava la ragazza che gli piaceva da anni, la ragazza la quale si era reso conto di amarla solamente qualche mese prima (anche se, in cuor suo, sapeva che era da più tempo).

Tutto sembrava più allegro e vivido ora: il colore del cielo, la tonalità delle foglie, il suo letto, i sorrisi, la sua mano quando toccava i capelli di Lily...tutto.

Sospirò beato, sorridendo alle tende del letto a baldacchino.

Come si può definire quando uno è così felice che non riesce a smettere di sorridere?

Il suo sorriso limpido sarebbe bastato a rallegrare chiunque altro (tranne forse Severus Piton) per quanto fosse sincero.

James Potter in quel momento era completamente spontaneo, come non lo era da tempo.

Stette lì, a pensare, troppo pigro per muoversi ma troppo sveglio per addormentarsi.

Ma la felicità non durò a lungo. Il pensiero di Marlene gli piombò addosso come un fulmine.

Era l' estate precedente. James stava seduto a gambe incrociate sul proprio letto, cercando di rileggere senza risultato (non aveva dormito molto quella notte) il suo tema di Trasfigurazione completato il giorno precedente. Era solo, quel giorno: Sirius era andato a fare un'escursione in montagna con sua cugina Andromeda, suo padre era a lavoro e la madre era a casa di un'amica.

Qualcosa di strano stava accadendo in lui da tempo ormai, e i suoi amici l'avevano notato, ma avevano fatto attenzione a non lasciare trapelare niente.

James, anche se non se ne rendeva ancora conto, stava cambiando. Stava maturando, e anche i suoi modi di pensare con il tempo stavano lentamente mutando.

Ad ogni modo, dovette smettere di fare finta di leggere, perché all' improvviso qualcuno bussò alla sua finestra.

Quando si affacciò ad essa, con sua grande sorpresa, Potter vide la sua amica Marlene Mckinnon a cavallo di un manico di scopa che gli indicava impaziente di aprire la finestra.

-Ciao Marlene!Ehm...cosa fai?- chiese James sorpreso aprendo la finestra, e Marlene ordinò sbrigativa:-Prendi la tua scopa e vieni a fare un giro-.

-Cosa?-

-Hai capito bene-

-Okay- rispose James. Andò a prendere il suo manico di scopa e, quando tornò nella stanza, montò a cavallo di essa e uscì anche lui dalla finestra. Richiudendola, il moro chiese all'amica:-Dove si va?-

-A Bristol. Seguimi!- urlò Marlene partendo in quarta verso il cielo, e James la seguì ridendo:-Perché proprio a Bristol?-.

-Perchè mi piace come città- rispose Marlene, con il vento che le scompigliava i capelli e tutti e due aumentarono la velocità, dando così a entrambi un senso di vuoto e libertà, e inoltre risero come dei matti.

Non erano migliori amici, ma erano amici, e si volevano bene.

Il sole illuminava i loro visi e la loro velocità aumentava sempre di più, regalando a entrambi una sensazione gratificante...

James dovette interrompere il corso dei suoi pensieri, perché la porta del bagno si aprì, e James si sollevò dal letto.

Lily si era rivestita, ma aveva i capelli completamente bagnati.

-Gli devo ancora asciugare- spiegò la rossa, e aggiunse:-Ho pensato che magari tu volevi andare in bagno, quindi sono uscita-.

-No, non devo andare in bagno- mormorò James.

Lily si accorse in quel momento che James la guardava in modo strano.

Così la ragazza domandò perplessa:-Ehm...James, va tutto bene?James?-.

Il moro si alzò e sussurrò avvicinandosi alla rossa:-Si, tutto alla grande...- le accarezzò lievemente una ciocca di capelli bagnati, e Lily sentì dei brividi percorrerle la schiena, fino a quando le labbra di James sfiorarono le sue, e allora parve tutto più semplice.

Approfondì il bacio, chiudendo gli occhi e beandosi di quella sensazione piacevole, come James del resto stava facendo.

James sentiva il suo corpo bruciare, mentre lo stomaco di lei faceva le capriole.

“Ramoso” si staccò di qualche centimetro e disse a bassa voce:-Sei molto bella-.

Lily sorrise, leggermente imbarazzata ma più felice di prima:-Grazie, anche se non credo sia vero. Penso che “carina” sia più che sufficiente-.

James scosse la testa, divertito, poi la baciò di nuovo, le loro lingue che giocavano tra loro e la loro mente che per qualche secondo si estraniava completamente dal resto del mondo.

Questa volta fu la rossa a interrompere il bacio, annunciando:-Devo asciugarmi i capelli-.

James si allontanò sorridendo, alzando le mani e sedendosi a gambe incrociate sul proprio letto:-Fai pure-.

La rossa così formulò mentalmente un incantesimo e si asciugò i capelli con la bacchetta.

James stette lì, in silenzio, a guardarla asciugarsi i lunghi capelli rossi.

Quando lei ebbe finito, ripose la bacchetta (bollente) nella tasca.

A quel punto James si alzò di nuovo dal letto, e disse, più serio di prima:-Dal tuo umore di prima intuisco che non sia andata bene con la Mcgranitt-.

-Be', fai conto tu che stasera devo andare a lucidare tutti i trofei nella bacheca- rispose la rossa irritata, e James concordò:-Si, non è esattamente l'ideale di serata, immagino-.

Lily annuì, poi si stropicciò gli occhi:-Ho davvero bisogno di dormire. Vado in Sala Comune-.

-Cosa?No, puoi fermarti qui!- esclamò James, e la rossa alzò un sopracciglio:-Qui?Non farti strane idee-.

James soffocò una risata:-Intendevo che posso prestarti il mio letto-.

Lily ci pensò un attimo, poi affermò, pensando già all'eventualità con imbarazzata:-Non voglio che i tuoi compagni di stanza mi vedano dormire qui-.

-Be', Remus è in biblioteca a studiare, e ha pregato tutti di non disturbarlo fino alla chiusura della biblioteca, che sarà alle nove.

Frank è uscito con alcuni suoi amici del sesto anno.

Peter sta scontando anche lui una punizione che terminerà tra un'ora e mezza, e Sirius è probabilmente da qualche parte per dormire-.

-E se dovessero tornare?- chiese Lily alzando di nuovo un sopracciglio, ma il moro rispose:-Metto gli incantesimi di difesa. Con quelli nessuno dei miei amici potrebbe entrare, tranne forse Sirius:ha un coltellino in grado di aprire qualsiasi serratura, sai? Ad ogni modo, non ha dormito molto la notte scorsa (non chiedermi perché, ma so solo che non c'è stato nessun russare fastidioso per quasi tutta la notte) quindi dormirà ancora un bel po', penso. E anche nella remota possibilità che dovesse arrivare, ti importa davvero cosa pensa Sirius?-.

Lily lo guardò un attimo, poi fece spallucce:-Giusta osservazione-, e, togliendosi le scarpe, si sdraiò sotto le coperte del letto di James.

La rossa disse chiudendo gli occhi:-Non lasciarmi dormire troppo. Massimo un'ora, è chiaro?-.

-Va bene, padrona- commentò sarcastico James, e Lily mormorò con gli occhi chiusi:-Bravo, schiavo-.

E, in pochi secondi, si addormentò.

James, seduto sul bordo del letto di Sirius (che stava di fianco al suo) guardò il viso di Lily. La carnagione era molto chiara come al solito. Lily agitò un po' le gambe, e James si stropicciò gli occhi. Era esausto, quel giorno aveva avuto anche l'allenamento di Quidditch...

Si coricò sul letto, gli occhi che volevano chiudersi...aveva deciso, li avrebbe chiusi solo per due minuti...due minuti soltanto, e poi li avrebbe riaperti...ma, contro la sua volontà, in quei due minuti James si addormentò profondamente.

Alle nove meno un quarto di sera circa, la porta del dormitorio si aprì.

Sirius Black ghignò nella penombra.

C'era già buio, ma non abbastanza per impedire a Sirius di non orientarsi per la stanza.

Era da un po' che non faceva un bello scherzo.

Sarebbe stato scortese da parte sua, svegliarli mentre erano così profondamente addormentati e in un certo senso dolci.

Bleah, doveva assolutamente fare qualcosa di divertente.

Ci pensò per qualche secondo, e poi, ecco l'illuminazione.

Cercando di fare il meno rumore possibile, prese il suo giradischi fregato qualche anno prima (non si ricordava più dove l'avesse sgraffignato e da chi, esattamente, forse da una vecchietta babbana) e infilò nel giradischi un disco babbano dei Queen.

Indossò un cappello argentato che una ragazza aveva lasciato qualche mese prima nel suo dormitorio, dopo, ehm...avete certamente capito il concetto.

Fece un incantesimo non verbale inventato e brevettato da lui qualche tempo prima e fece partire la musica.

La canzone “Another One Bites The Dust” si diffuse nella stanza grazie al suo incantesimo, e un getto di luci viola, rosse, blu e verdi iniziò a prodursi magicamente per la stanza, illuminando soprattutto “Felpato” che improvvisava un balletto.

-Ma cosa...?!- grugnì James aprendo gli occhi, e Lily alzò di scatto la schiena, mentre Sirius continuava a ballare in modo idiota, mentre la musica a tutto volume spaccava le orecchie di Lily e James.

-SIRIUS!COSA STAI FACENDO?!- urlò Lily, e Sirius sorrise e disse ad alta voce per sovrastare il suono della musica:-Piaciuto il risveglio, Lily?E ora viene la grande mossa-.

E fece una doppia piroetta, mentre veniva inondato di sprizzi di luci dorate, con la musica che terminava.

James guardò male l' amico, sibilando:-Sparisci entro i prossimi sei secondi-.

Sirius rise:-Che paura, guarda, sto morendo dal terror...- ma non riuscì a finire la frase che James gli saltò addosso, placcandolo a terra.

Lily si alzò infuriata, prima guardando il suo orologio, e poi i due a terra:-Mentre voi due vi picchiate come due poppanti, io vado, perché sono quasi in ritardo. Grazie James per avermi svegliata- l' ultima frase la disse con evidente ironia e fastidio.

Uscì dalla porta del dormitorio afferrando la sua borsa e cominciando a camminare in fretta, diretta alla bacheca con i trofei.

Quando ci arrivò, Gazza era lì che l' aspettava, guardandola in quel suo solito modo leggermente inquietante e soddisfatto che possedeva ogni qualvolta un alunno veniva messo in punizione.

-Bene, signorina, ecco i tuoi attrezzi da lavoro. E se vengo a sapere che hai pulito anche solo un trofeo con la magia, vado immediatamente dalla professoressa Mcgranitt. Siamo intesi?- disse Gazza perfido.

Lily annuì, facendo del suo meglio per respingere l' istinto di sputargli in faccia.

Gazza sorrise soddisfatto più che mai, e facendo un cenno alla sua altrettanto perfida gatta Mrs Purr, se ne andò, ma, appena, prima di scomparire dalla sua vista, la informò:-Pulisci solo la metà dei trofei nella bacheca, tra poco arriverà un altro tizio, in punizione come te, che dovrà pulire il resto dei trofei-.

Infatti, una copia perfetta degli attrezzi che erano stati consegnati a Lily stava a terra, a quanto pare destintati a quello che dopo poco tempo si sarebbe definito comunemente il nuovo arrivato.

Lily fu abbastanza sollevata dalla notizia: non avrebbe dovuto fare tutto da sola, e avrebbe avuto qualcuno con cui chiacchierare.

Con un sospiro, iniziò a pulire con tutte le cose babbane (un secchio d'acqua, del sapone e una salvietta) che gli aveva affibbiato Gazza (insieme a una scaletta per quando avrebbe dovuto pulire i trofei e i vetri dei ripiani alti).

Stupido babbuino degenere, pensò la ragazza riferendosi al custode della scuola, e pulendo con abbastanza foga.

Sei o sette minuti dopo, apparve il compagno di punzione di Lily per quella sera.

Il ragazzo doveva essere anche lui al settimo anno, a giudicare dall'aspetto (almeno che non fosse stato bocciato)..

Era abbastanza alto, anche se non esageratamente, e possedeva due occhi azzurri che sembravano abbastanza penetranti.

I capelli erano corvini, ma più ordinati di quelli di James, e sicuramente più corti di quelli di Sirius (che arrivavano quasi alle spalle del malandrino).

Sorrise, probabilmente per educazione, ma Lily comprese che non si sarebbe fatta un nuovo amico quella sera quando vide l'uniforme che il ragazzo indossava: l' uniforme di Serpeverde.

Non che avesse qualcosa contro i Serpeverde in generale (era stata la migliore amica di uno di loro per cinque anni e mezzo), ma li conosceva abbastanza bene (Piton era un caso escluso, perché ci erano stati molti mutamenti nel suo comportamento nei confronti di Lily durante tutti quegli anni, ma bastava vedere come era cambiato lui diventando amici dei Serpeverde perché tutti possano farsi un'idea di come fossero in generale la maggior parte dei Serpeverde) e sapeva che era abbastanza raro che una “Serpe” (così lì aveva sempre definiti Marlene) potesse scambiare delle chiacchiere amichevole e sincere con una Grifondoro, figuriamoci poi con un Nata Babbana.

Rassegnata, la rossa salutò, decisa a ignorare i tentativi di provocazione che sarebbero certamente usciti dalla bocca del Serpeverde quando quest'ultimo si sarebbe reso conto dell'uniforme che indossava lei:-Ciao. Le tue cose per pulire sono sul pavimento, ma pulisci solo metà bacheca, al resto Gazza ha detto che ci devo pensare io-.

Lui annuì, e disse afferrando i suo attrezzi e iniziando anche lui a pulire:-Piacere. Come ti chiami?-

-Lily Evans, tu?- rispose lei, e si aspettava che l'altro suo compagno di punizione dicesse qualcosa in merito al non aver mai sentito quel cognome, ma, tuttavia, l'altro non lo fece, ma rispose a sua volta:-Andrew-.

La rossa si domandò come mai Andrew non volesse rivelare il suo cognome, e pensò che probabilmente era uno di quei ragazzi che aveva madre strega e padre (da cui aveva per l'appunto ereditato il cognome) babbano, e se ne vergognava enormemente.

-Comunque, Lily, a che anno sei?- domandò Andrew, e la ragazza rispose (stranita dal fatto che la chiamasse già per nome, ma non estremamente infastidita):-Al settimo. Te?-.

-Stessa cosa. Non ti ho mai notato durante i corsi- notò lui, e la rossa gli fece notare a sua volta, in modo ironico:-Non sarà mica perché non facciamo parte della stessa Casa, vero?-.

Andrew rise:-In effetti. Ma tu di che casa sei?-.

La rossa pensò che dopo la sua ormai non più futura rivelazione (a quanto pare lui non le aveva guardato l'uniforme) la “chiacchierata” che si prospettava al momento amichevole avrebbe certamente cambiato direzione verso una più ostile, ma fu comunque sincera:-Grifondoro. E tu sei un Serpeverde, a giudicare dalla tua cravatta-.

-Esatto. Sinceramente però, non è che ami le cravatte. Preferirei che a parte la giacca non si mettesse un bel niente sulle camicie- affermò lui, e Lily cercò di non far trasparire quanto fosse stupita. Davvero aveva ignorato l'appartenenza della sua casa?

Lily ribatté, ad ogni modo:-Non sono d' accordo-

-E i papillon sono semplicemente odiosi-

-Non è vero!- protestò la ragazza, e Andrew rise.

Lily sorrise a sua volta, salendo al gradino più in alto della propria scaletta e ripulendo un altro ripiano.

Ci fu silenzio per qualche minuto, poi Lily lo ruppe:-Perché non mi hai voluto dire il tuo cognome?-.

Anche se Liy manteneva il suo sospetto, era curiosa di avere una conferma.

Andrew inarcò un sopracciglio:-Vuoi davvero saperlo?-.

Lily annuì, e Andrew disse non guardando la ragazza:-Io...io mi chiamo Andrew Cheese**-.

Lily avrebbe voluto non ridere, ma davvero non riuscì a trattenersi.
Scoppiò a ridere come una deficiente, e cercava di scusarsi tra una risata e l' altra, ma non ci riusciva, dato che le risate non volevano proprio cessare.

Andrew aspettò che lei smettesse di ridere, e le disse con un sorriso:-Ridi pure, ma conosco tanti di quei proverbi babbani sui capelli rossi che potrebbero farti vergognare sul serio-.

Lei sgranò gli occhi, sorpresa:-Conosci dei proverbi babbani?-.

-Un sacco. Mio padre me ne racconta spesso, lui è babbano, sai- affermò Andrew, ma non lo disse con disgusto.

Lily evitò di dire tutte le cose che le passavano per la testa, perché sarebbero state inopportune (per esempio che era un Serpeverde molto particolare o che era sorprendentemente strano che facesse parte di quella Casa), ma si limitò a informare Cheese:-Anche i miei genitori sono babbani-.

-Conoscerai anche tu gli Abba, quindi?Mio padre dice che sono fantastici, ma io li trovo ridicoli, a dirla tutta- confessò Andrew, e Lily ribatté:-Forse sono un po' ridicoli, e non sono il mio gruppo preferito, ma secondo me non sono neanche male...Mamma mia mi piace un sacco come canzone-.

-Non sono d' accordo io questa volta. Ti piacciono i Queen?-

-Da matti-

-Anche a me-

-Qual'è la tua canzone preferita dei Queen ?-

-Another one bites the dust- rispose Andrew, e Lily rise:-Mi hai ricordato un mio amico, oggi mi ha fatto uno scherzo terribile con quella canzone-.

-A proposito di scherzi...che ci fa una come te in punizione?Non sembri proprio il tipo, e osservando la spilla da Caposcuola sulla tua divisa lo sembri ancora meno- disse Andrew, e Lily rispose:-Mi sono dimenticata di consegnare il tema della Mcgranitt entro il tempo previsto. E tu?Qual'è il motivo per cui sei qui a parlare con me di cravatte e cantanti che ritieni ridicoli?-.

Andrew sorrise:-Ho preso con un mio amico i libri che di solito il professor Vitious usa uno sopra l'altro per farsi vedere dagli alunni, e li ho nascosti nel bagno di Mirtilla...e ho anche buttato il suo registro, prima che arrivasse, fuori dalla finestra-.

-Ora si che mi ricordi qualcuno- Lily sospirò, poi continuò:-E perché?-

-Vitious è noioso come pochi-

-Non è vero. E non è una valida motivazione- gli fece notare Lily, e lui rise:-Ti ricordo che sei in punizione anche tu-.

Lily strinse le labbra, poi annuì sorridendo:-In effetti-.

Chiacchierarono del più e del meno ancora per un po', fino a quando Lily finì di pulire l'ultimo trofeo tra quelli che le erano stati assegnati. Richiuse la bacheca e salutò il ragazzo con un sorriso, scendendo dalle scale e andandosene, diretta ai dormitori di Grifondoro...

 

 

Aveva fame, ma la cena era passata da un pezzo e non aveva la minima voglia di andare fino alle cucine.

Pazienza, avrebbe sopportato il brontolio che ogni tanto proveniva dal suo stomaco da ormai mezz'ora o circa (non aveva idea di quanto fosse passato da quanto la sua punizione fosse terminata, dato che era rimasta immersa nei suoi pensieri per un po'.

Non si era nemmeno accorta di avere rallentato il passo, ma alla fine, non è che le importasse molto.

Il turno da caposcuola era già stato svolto da Remus probabilmente (di sicuro James lo aveva saltato un'altra volta).

Remus.

Una fitta provenne dallo stomaco della ragazza al pensiero del mago sopra citato.

Quasi quasi rimpianse di avere iniziato con quella storia delle confidenza e non avere semplicemente taciuto.

Ma era vero che era da un sacco di tempo che non si facevano confidenze.

E avevano il coraggio di chiamarsi “migliori amici”.

Che poi Lily, a dirla tutta, non era mai stata amica con Remus come lo era stata con Severus.

Ma quest'ultimo attualmente rimaneva il suo amico più caro, e non si dicevano nulla di privato, non si raccontavano segreti e non passavano neanche più molto tempo insieme da soli.

Pensò alle parole dell'amico del giorno prima, alle quali trasalì “E chi ha detto che era colpa di James!Lily, era colpa tua!-.

Cercando di scacciare via quei pensieri, diede la parola d'ordine alla signora Grassa, che (Merlino solo sapeva perché)era molto felice quella sera, quindi non se la prese con Lily per averla svegliata.

Il ritratto si aprì, e visto che doveva essere quasi mezzanotte (la punizione era stata lunga, e probabilmente lo era stata anche quella sua specie di “passeggiata” fuori programma) Lily si aspettava di non incontrare nessuno in Sala Comune, e che fossero tutti a letto. Si sbagliava.

-James- disse la rossa infastidita osservando il suddetto: non le era ancora passata del tutto “l'arrabbiatura” nei confronti del ragazzo per non averla svegliata come invece aveva detto che avrebbe fatto.

-Lily- disse lui sorridendosi e avvicinandosi al punto in cui si trovava lei (dato che al momento la sua attuale ubicazione era dall'altra parte della stanza).

Lily alzò gli occhi al cielo:-Cosa vuoi?-.

Questa volta fu James ad alzare gli occhi al cielo:-D' accordo, mi dispiace di non averti svegliato!Mi sono addormentato!-.

-Ah, bene, quindi sei giustificato dal non mantenere la parola data!- esclamò sarcastica la rossa sedendosi a terra, e usando come schienale la parte in basso (del davanti) del divano principale della Sala Comune.

James si sedette di fianco a lei, nella sua stessa posizione, ribattendo:-Non ho detto questo. Merlino, mi dispiace, ma sai anche tu che è una cavolata!-

-Non è una cavolata!Se Sirius non mi avesse svegliato, non sarei andata a svolgere la mia punizione!E ne avrei avute delle altre in più!- ribatté la rossa, e James ammise:-Va bene, ho sbagliato, ma non volevo dormire, è solo che ero così stanco...devo essermi appisolato-.

Lily lo guardò con sguardo truce, ma poi il suo sguardo si posò su un piatto che stava sopra al tavolino, con sopra una omelette fumante che doveva essere stata portata in Sala Comune da poco (almeno che qualcuno non l' avesse scaldata con la magia, e, anche se Lily non lo sapeva, era quello che aveva fatto James a intervalli di mezz'ora nell'ultima ora e mezza), sopra ci stava una forchetta, e, sinceramente, il piatto sembrava molto invitante.

-Cos'è quella?- domandò Lily stranita.

James sembrò un poco imbarazzato, ma non troppo, e rispose:-Ho pensato che dovevi avere fame dato che non avevi cenato...ero vicino alle cucine a fare un giro...e quindi ti ho portato una omelette-.

Lily guardò prima il moro, poi la omelette, e decise che aveva davvero troppa fame per lasciare vincere l'orgoglio e non mangiare quella omelette.
Così prese il piatto tra le mani, e, stringendo con la mano destra la forchetta, borbottò:-Ruffiano- e bofonchiò anche qualcos'altro, che probabilmente doveva essere un “Grazie”.

Lily iniziò a mangiare, cercando di non fare trapelare quanto fosse deliziosa quella omelette.

-Sai, Peter oggi ha fatto esplodere il suo calderone, era disperato, per fortuna siamo riusciti a ripararlo- raccontò James, nell'evidente tentativo di fare conversazione.

Lily continuò a mangiare la sua omelette senza degnarlo di uno sguardo.

-E dai, andiamo. Sei ancora arrabbiata con me?- esclamò il moro, e Lily alzò lo sguardo dal piatto.

- Arrabbiata no - ammise lei, ma aggiunse:- Infastidita? Un po' -.

- Mi dispiace, lo sai. Mi sono addormentato contro la mia volontà...avevo fatto l' allenamento di Quidditch, ero stanco, sai?Ma scusa se non ho mantenuto la parola data. In futuro cercherò di mantenerla-.

Lily lo guardò per qualche istante, poi sospirò:-Va bene. Sei perdonato-.

James sorrise, e Lily disse sorridendo ancora più apertamente di prima:-Anche perché questa omelette è troppa buona per non perdonarti-.

James rise, e Lily si unì alla risata. Quando quest'ultima cessò, Lily domandò:-A proposito di Quidditch, quando è la prossima partita?-

-Tra una settimana- rispose James, e Evans annuì addentando un altro morso di omelette.

-Verrai?- chiese James, cercando di sembrare indifferente, ma senza riuscirci.

Lily sorrise, e disse alzando la mano in modo solenne:-Lo prometto-.

James avvicinò il proprio viso a quello di Lily, e le loro labbra non si sfioravano solo per qualche millimetro, ma Lily lo avvisò in un sussurrò:-Sicuramente il mio alito ora puzza del formaggio e del prosciutto che c'erano nella omelette-.

-Non mi importa- mormorò James, baciandola. Lily ricambiò il bacio, ma si staccò quasi subito.

Lily rispose allo sguardo confuso di James:-Devo finire di mangiare la omelette. Ho fame-.

James rise di nuovo, e Lily addentò un altro morso del favoloso piatto.

-Sai, se dovessi ringraziare gli elfi domestici per la omelette, e gli preparassi una torta, non gliela farei portare mai più da qualcun altro- disse Lily, e James domandò:-Per essere precisi, stai parlando di Sirius?-.

Lily lo guardò sorpresa:-E tu come lo sai?-.

-É il mio migliore amico, Lily- le ricordò James, e Lily masticò un altro morso della pietanza.

-Tu hai una migliore amica, Lily?- le domandò James, e Lily gli lanciò un'occhiataccia:-Perché lo vuoi sapere?-.

-Curiosità- rispose il moro, e Lily sospirò, poi confessò:-Rimanga tra noi...non è che la chiamo “migliore amica” o cose del genere, ma probabilmente Carol è la mia amica la quale sono più legata-.

James alzò le sopracciglia, e Lily ne inarcò una:-Cosa?-.

-È solo che voi due sembrate così diverse- fece notare James, e Lily alzò le spalle:-Per certe cose siamo diverse, in alcune siamo simili. Forse hai ragione, sono più le cose per le quali siamo diverse, ma la diversità non è affatto un male. Non tutti hanno per amici gemelli siamesi-.

L'ultima frase la rossa la disse con ironia, e James ribatté:-Hey, io sono amico anche con Peter e Remus, che sono molto diversi da me!-.

-Ma, ad ogni modo, è Sirius il tuo migliore amico. Non Peter o...qualcun altro- protestò la rossa, e James ammise:-Forse, e dico forse, hai ragione. Ad ogni modo, oggi non hai risposto alla mia domanda-.

-A quale domanda?- domandò Lily, ma aveva il timore e il sospetto riguardo a ciò che il malandrino si riferisse.

Infatti, James disse esattamente quello che Lily temeva:-Si può sapere per quale motivo tu e Remus avete litigato?-

-No- rispose però la rossa prontamente, inghiottendo un ultimo morso di omelette e così terminandola.

-Ma Lily...- stava dicendo James, ma la ragazza (probabilmente per tappargli la bocca, pensò James) lo baciò.

Fu un bacio trasportante, ricco di passione.

Le loro labbra si incastravano perfettamente fra loro, e nessuno dei due riusciva a pensare qualcosa di razionale.

Lily ammise a se stessa una cosa che sapeva da tempo ma che fino a quel momento non aveva mai osato ammettere (escludendo il giorno in cui aveva poi scoperto che James aveva letto il suo diario, e comunque, proprio dopo questa scoperta, si ero auto-convinta di essersi sbagliata riguardo a James, e quindi di conseguenza anche ai propri sentimenti) : lei era innamorata di James Potter. Ma non lo disse, perché avrebbe potuto confondere le idee al moro.

Per lei “essere innamorati” non era sinonimo di amare, ma era uno stadio di emozione che si trovava dopo il semplice “piacere” ma prima dell'amare.

Ma, per non confondere le idee, disse semplicemente tra un bacio e l'altro, forse con un po' di imbarazzo:-Mi piaci un sacco, James-.

James non disse niente, sorridendo sulle labbra di lei e continuando a baciarla.

Stettero così per un po' fino a quando dopo un po' lei si fermò:-Sono stanca ora, vado a letto-.

-Be', buonanotte allora- disse James sorridendo, e lei replicò alzandosi:-Notte- per poi salire le scale del dormitorio femminile di Grifondoro.

Lì, Lily indossò il suo pigiama di pizzo rosa, sentendosi in qualche modo stranamente fresca.

Leggera, eccome si sentiva. Facendo attenzione a non svegliare altre si coricò, ma era sempre difficile non svegliare Emmeline.

Infatti, la suddetta mormorò, coricata sul suo materasso/letto (poco meno alto dei letti a baldacchino di Grifondoro):-Ho sentito dire che sei stata in punizione-.

-Già. Non è stata una cosa per niente piacevole- affermò Lily, e Emmeline sussurrò:-Come va con James?-.

Lily, senza che prima avesse pensato a come rispondere, disse spontaneamente e sinceramente:-Molto bene-.

E così, dopo avere augurato la buona notte a Emmeline, la rossa sprofondò tra le braccia di Morfeo.

In quei giorni, Lily pensò molto a Remus e alla loro litigata, passando delle notti insonni a rimuginare su ciò che era accaduto.

Il quattordici febbraio arrivò.

Lily non aveva mai amato il giorno di San Valentino, e, sebbene, non lo detestasse, le era alquanto indifferente come festa, se si poteva definire tale, a suo parere.

Quindi nutriva qualche speranza che James non avrebbe fatto nulla, soprattutto un regalo o una sorpresa per una festa secondo lei priva di senso. A suo parere, se si è innamorati di una persona lo si è sempre, non soltanto un giorno.

Ma, ad ogni modo, quel giorno fu importante per Lily, principalmente per due motivi.

Prima di tutto, capì una cosa.

Forse, in una parte più recondita del suo cervello, Lily aveva iniziato a non confessare più cose a Remus Lupin da quando era iniziato tutto quel casino con James alla fine di settembre (il ventuno, precisamente) perché Remus era un amico del moro, e probabilmente aveva avuto paura che i due si dicessero delle cose tra amici.

Forse aveva avuto il timore che Remus dato che era amico di James avrebbe potuto raccontargli quello che lei gli diceva, e non lo biasimava se nemmeno lui (Remus) aveva più voluto farle confidenze, dato che lei (Lily) non si era degnata di farlo con lui.

E Lily ammise a sé stessa di avere sbagliato, anche perché Remus si era mostrato degno della massima fiducia e...

Lily non riuscì a terminare il pensiero, perché una bambina del secondo anno le si avvicinò, porgendole una pergamena:-Da parte del professor Silente-.

Lily afferrò la pergamena stranita, e fece appena in tempo a sillabare un “Gra-” che la bambina corse via di fretta.

Lily alzò le sopracciglia. Silente?

Di cosa doveva avere bisogno Silente da lei?Non riusciva a ricordare di avere fatto qualcosa di sbagliato, aveva sempre eseguito i suoi compiti di Caposcuola.
Certo, si era dimenticata di consegnare quel tema alla Mcgranitt, ma era assurdo che Silente volesse convocarla per un motivo così futile.

Insomma, non era una cosa “urgente” come quando al primo anno trasfigurava le tazze da the in topi fuori da Hogwarts nell'estate tra il primo e il secondo anno della scuola di magia… Lily sorrise al ricordo.

Poteva affermare in sua difesa che allora la magia era una cosa totalmente nuova, e che chiunque l'avrebbe fatto al suo posto.

Di solito interrompeva la gente che le faceva notare che un sacco di Nati Babbani non avevano commesso il suo stesso piccolo errore.

Accorgendosi di stare divagando, Lily aprì la pergamena incuriosita, e lesse:

Cara signorina Evans,

ti aspetto questo pomeriggio alle ore sedici nel mio ufficio, ti dovrei parlare di una questione urgente.

La parola d'ordine è “Mosche al caramello e cioccolato”.

Cordiali Saluti,

Albus Wulfric Percival Brian Silente

Lily rilesse più volte il biglietto ambiguo, non essendo meno confusa di prima. Perché Silente voleva parlarle?E se qualcuno gli avesse raccontato del falso sulla sua condotta?

Non riuscì nemmeno a rimuginarci sopra più di tanto perché un gufo dalle piume bianche e rosse planò nella Sala Comune (che era al momento l'ubicazione di Lily) con maestosità e con una lettera avvinghiata alle sue zampe.

Lily riconobbe il gufo: era quello che aveva spedito qualche settimana prima ai suoi genitori per consegnare loro una lunga lettera, in cui chiedeva loro come stessero e raccontava le proprie novità.

Finalmente mi hanno risposto, pensò la ragazza.
Diede qualche biscotto allo zenzero al gufo come “premio” per avere intrapreso quel viaggio, poi sfilò la lettera dalla busta colorata in cui l'aveva rilegata (a giudicare dalla grafia con cui aveva scritto l'indirizzo) Anne Evans, e con un sorriso iniziò a leggere, ma il sorriso si spense subito.

Cara Lily,

è così difficile trovare le parole per dirtelo. So che è sbagliato farlo per lettera, ma so anche che non si può fare altrimenti, e sono consapevole anche del fatto che vorresti esserne informata.

Non trovo un modo bello per dirtelo, Lily, quindi lo farò e basta: tuo padre ha un tumore. Glielo hanno diagnosticato qualche settimana fa. É ricoverato all'ospedale “Happy Help”.

Ti sarei grata se oggi o domani partissi da Hogwarts e ti fermassi per un paio di giorni a casa...tuo padre non me l'ha detto esplicitamente, ma credo che vorrebbe vederti.

Ho già avvertito il professor Silente, lui ti spiegherà meglio la faccenda.

Qualunque cosa accada, ti voglio bene, e spero di rivederti il più presto possibile,

Mamma

A Lily cadde di mano la lettera, e sentì le ginocchia cedere a terra.

 

 

** Per chi non lo sapesse, Cheese significa "Formaggio" in inglese.
  
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