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Autore: Sarah_Milka_    26/08/2014    0 recensioni
Da lontano il ragazzo li guardava increduli, lui era steso nel letto, con tutti quei fili attaccati al corpo e altri due che lo aiutavano a respirare.
"Mamma, non piangere, sono qui!"
Passò la mano davanti al viso del padre, ormai sull'orlo del pianto, cercò di abbracciare le sorelle con gli occhi rossi e le lacrime sul viso.
Ma niente, nessuno lo sentiva, nessuno lo vedeva, lui ora era solo un fantasma.
Da lontano vide una luce, nessuno sembrò notarla, ma per lui era accecante.
"Vieni ragazzo, non aver paura."
"C-chi sei?"
Chiese allarmato e con un po' di tremolio nella voce.
Una figura apparve sotto quella luce, un ragazzo con un accenno di barba e i capelli raccolti in un ciuffo castano rivolto all'insù gli sorrideva allegramente.
"Sono il tuo angelo custode."
"Il-il mio angelo custode?"
"Si, sono qui per aiutarti, vuoi tornare dalla tua famiglia, vero?"
"C-certo che voglio tornare da loro, ma non so come..."
"Fidati di me!"
L'angelo gli porse la mano e il ragazzo gliela strinse con più sicurezza di quanto si aspettava e, dopo aver guardato un'ultima volta i visi pieni di tristezza della famiglia, sparirono...
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Quindi voi siete gli amici di quel ragazzo!"
Esclamò felice dopo aver saputo delle mie condizioni fisiche, sperava che fossi ancora vivo.
"Signora, noi siamo venuti qui per porgerle delle domande, la polizia si è arresa, ha abbandonato le indagini. Lei per caso sa qualcosa di quello che è accaduto quella sera?"
La donna si alzò e guardò fuori dalla finestra per poi chiudere per bene le tende.
"Lui non deve sapere ciò che sto per dirvi."
"Lui chi?"
Chiese Zayn  allarmato.
"Non posso dirvelo. Dell'uomo che l'ha investito ho riconosciuto solo il luogo in cui l'ho incontrato, lavora per un'impresa edile non poco lontana dal paese, purtroppo non so dirvi molto."
"Potrebbe descrivercelo?"
Chiese Sarah prendendo appunti su un blocco a quadretti.
"Avrà si e no quarant'anni, capelli biondo scuro o qualcosa di simile, gli occhi non li ricordo essendo visti da lontano. Porta con se una valigetta in pelle nera. Ha un'aria spavalda e fiera di sè."
"Perfetto, non sa quanto sia stata utile per noi."
"Di niente, è un piacere aiutare se si può."
Sorrise per poi accompagnarci alla porta.
"Le faremo avere presto delle notizie riguardo a Louis, grazie ancora."
Appena arrivati fuori il viale di casa sua Zayn prese le chiavi della macchina.
"Che ne dite, lo andiamo a trovare?"
Sorridendo entrammo in macchina.
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"Zayn, ci siamo persi."
"Non ci siamo persi! So benissimo dove ci troviamo!"
"Allora dove siamo?!"
Scoppiai a ridere per la conversazione davvero molto avvincente tra i due, erano ora che continuavamo a percorrere sempre la stessa strada senza riuscire a trovare una via d'uscita.
"Forse era meglio documentarsi prima sulle varie imprese edili presenti in paese e nelle zone vicine."
Sbottò Sarah lasciandosi andare contro il sediolino in pelle.
"Dai, almeno la prossima volta sapremo dove non andare."
"Se ci sarà una prossima volta."
Continuò lei con voce accusatoria.
"Dai ragazzi, calmatevi, riusciremo ad uscire da qua!"
Dissi sicuro di me e lasciandomi andare sui sediolini posteriori.
"Allora, caro fantasma, essendo molto sicuro di te, ci indicheresti la strada?"
"Potete fermarmi vicino a un passante, di solito si fa così"
"Quindi neanche tu conosci la strada, perfetto, ottimo"
Strillò Sarah con voce acuta, se fossi nel mio corpo ora avrei perso il senso dell'udito.
Zayn guidò ancora per un po' prima di fermare qualcuno e chiedere indicazioni, e finalmente - con enorme piacere da parte di Sarah - tornammo in paese.
"Casa dolce casa"
Mormorò lei dopo che Zayn ci lasciò lì.
Aprì la porta buttandosi sul divano e urlando alla madre un 'sono tornata'.
"Io torno all'ospedale"
"Di già?"
"Voglio vedere la mia famiglia, almeno voglio concedermi questo finchè posso"
Le sorrisi per poi andarmene.
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"Ciao Louis!"
Disse Willow poggiando dei fiori dentro un piccolo vaso sul mobiletto affianco al letto, sorrideva e i suoi occhioni blu mare erano tornati vivi, speranzosi, felici.
Caratterialmente siamo sempre stati quasi simili, l'unica cosa a differenziarci era la sua timidezza.
Era la persona più timida che abbia mai visto in 18 anni della mia vita.
"So che mi ascolterai, tu mi ascolti sempre"
Disse sedendosi sulla sedia al mio fianco e sospirando, aspettai che aprisse bocca mentre mi sedevo ai piedi del letto.
"I medici dicono che per il 60% delle probabilità tu possa tornare a vivere e non essere più un vegetale. Sono circa tre mesi - se non di più ho perso il conto - che tu sei così. Manca parecchio la tua sbadataggine e la tua allegria in casa. Mi mancano anche i tuoi scherzi, ti ricordi quella volta che tingesti di arancione la camera di Julie? Andò su tutte le furie perchè quel bel 'rosa Barbie' era stato coperto, e lei ama quel colore."
Disse facendo una smorfia mentre io mi trattenevo in un risolino divertito.
"Mamma ultimamente sta male, mangia poco, dorme poco, ha sbalzi di umore imprevedibili, vive male. Non si sa cos'abbia, ma io e papà avevamo deciso di farle fare della analisi, abbiamo paura, sai? Pensiamo che sia a causa della preoccupazione, della collera, della tristezza  per quello che ti è successo e che sta vivendo..." 
Sospirò lasciandosi scivolare sulla sedia come se fosse una sdraio e chiuse gli occhi.
"Papà ha detto che potrebbe essere un inizio di depressione, ma io non so se crederci o meno, non so cosa sia la depressione ne quali siano i sintomi principali, Lou, come devo comportarmi? Cosa devo fare?"
La guardai a labbra dischiuse senza sapere che pensare, non mettevo piede a casa da quella sera prima dell'incidente, non ci riuscivo.
Avevo paura per quello che avrei trovato lì, già faceva male vedere il loro dolore quando venivano a trovarmi, e in più ora ci si è messa 'sta storia di mamma, i mali non vengono mai da soli, c'è sempre qualcosa che deve andare peggio di prima, c'è sempre qualcosa che riesce a farti cadere sempre di più in quell'oblio oscuro, privo di ogni fonte di luce e colore.
C'è sempre quel qualcosa che è in grado di renderti più forte ma allo stesso tempo più debole di prima.
C'è sempre quel qualcosa di maledettamente brutto.
Sembra tutta una serie di eventi a catena, si parte da cose semplici, quasi sciocchezze per poi arrivare a cose simili.
La vita, il destino, o qualunque altra cosa sia sta mettendo a dura prova me, i miei parenti e i miei unici due amici.
Sta cadendo tutto giù, sto affondando lentamente trascinando con me tutte le persone a cui voglio bene per paura di affogare, sto diventando come il Titanic.
Sto cadendo a pezzi solo nel vedere quelle maledette lacrime sul viso di mia sorella senza potergliele asciugare, sta passando troppo per essere una semplice ragazzina di 15 anni.
Un colpo di tosse risvegliò me e mia sorella dai nostri pensieri, si asciugò in fretta il viso mentre io mi voltai verso la porta trovandoci il medico che le sorrideva raggiante.
"Allora signorina, come sta?"
"Come al solito dottore, lei?"
"Lo stesso vale per me, sono venuto qui per fare i soliti controlli a tuo fratello, vuoi stare qui o aspettare fuori?"
"Aspetto fuori, magari mi prendo anche qualcosa da bere"
Lei gli sorrise per poi uscire dalla stanza.
Devo sfogarmi con qualcuno, devo parlare con Liam, ancora una volta.
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"Louis non incolparti di cose di cui tu non c'entri"
"Ma se mia madre sta male è colpa mia, capisci?"
Mi alzai in piedi sul cornicione del tetto dell'ospedale, ci salivo spesso la sera, quando non c'era nessuno, e ci stavo con Liam, perdevamo ore a parlare.
"E' colpa mia, se avessi evitato quella macchina invece di stare fermo in mezzo alla strada ora non sarei qui, mia sorella non piangerebbe ogni due per tre, mia madre non rischierebbe di cadere in depressione, mio padre non sarebbe così stanco da essere richiamato continuamente a lavoro e mia sorella Julie non andrebbe male a scuola, è colpa mia, sono un fallimento..."
"...Sei un essere umano, Louis. Gli esseri umani sono conosciuti per i loro continui errori e per il loro modo di essere tanto idioti da incolparsi di accuse inutili."
Tornai a sedermi al suo fianco per poi guardare quelle poche stelle visibili tra le nuvole cariche di pioggia che coprivamo il cielo.
"Zayn e Sarah sono riusciti a trovare altre indizi, dopodomani andiamo a cercare quell'uomo per parlargli..."
"Sai Louis, ti ammiro. Molte persone non definirebbero più uomo colui che gli ha procurato tanto male, lo farebbe sembrare simile a una bestia."
"L'uomo è la vera bestia, Liam"
Mi sorrise per poi tornare a guardare il cielo.
Una volta finito tutto questo dolore chiederò scusa a tutti coloro che mi sono stati vicino.


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Ta-daaaaaaaaaaan!
Da quanto tempo non pubblicavo un capitolo?!
Scusate il tremendo ritardo e la caduta nel banale in questo capitolo, mi sa che sto perdendo l'ispirazione.
Coooomunque, come state passando le vacanze?
Spero bene e che ve le stiate godendo.
Come al solito vi chiedo le solite cose: potete dirmi cosa ne pensate della storia?
Accetto anche suggerimenti per continuarla, per migliorarla.
Grazie ancora per aver letto fino a qui, baci Sarah.

 






  
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