Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: I m a witch    29/08/2014    2 recensioni
Lei è Alice, altrimenti nota come Deamon A, frontwoman della celebre band black metal The Six Deamons.
Vive per la sua band, canta per passione.
Lei e i suoi compagni vengono idolatrati in tutto il mondo grazie al loro fascino oscuro e maledetto; i testi delle loro canzoni parlano di demoni e come tali si fanno chiamare.
Scopriranno a proprie spese che i demoni delle loro canzoni sono più reali di quanto potessero mai immaginare.
Perché nessuno è al sicuro quando si avverte l'odore di ciliegie: l'odore di Cherry.
**Questa storia partecipa al contest "Il Romanticismo del 666" indetto da _LoveStory_ & _Stardust**
**Storia in gara agli "Oscar EFPiani 2015"**
Genere: Dark, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4
 
 


Melany era in piedi di fronte alla porta, visibilmente sconvolta. Notai quanto stesse cercando di farsi coraggio, stringendo forte i pugni.
«Sì, sono io» sorrise, avvicinandosi a Cherry «Ero tanto preoccupata per te… temevo che ti fosse successo qualcosa di male»
Lacrime nere rigarono le guance di quello che, ormai, era totalmente un demone in quanto aspetto.
«Mi è successo, infatti, qualcosa di male» rispose, accasciandosi su se stessa.
Prese a tremare violentemente, rigettando quella sostanza nera.
Melany si tirò indietro.
«È un bene che vomiti quella roba» le dissi «Continua, non ti fermare!»
La ragazza annuì, tra le lacrime, poggiando una mano sulle spalle dell’amica, accarezzandola.
Con la coda dell’occhio vidi Tracy, terrorizzata, correre verso il corpo di Ian, subito rassicurata da Ryan sulle condizioni del suo ragazzo.
Melany continuava a sostenere Cherry, passandole una mano sui capelli.
«Fin quando ci sarò io, con te, non ti accadrà nulla di male» le sussurrò.
A quelle parole, però, Cherry si alzò di colpo, infuriata.
«Bugiarda! Tu mi hai lasciata sola con lui! Hai permesso che mi facesse questo!»  gridò, indicando il proprio colpo.
«Lo so, e mi dispiace, è colpa mia. Ora però risolveremo tutto, insieme»
«No, non si può» mormorò Cherry, per piegarsi su se stessa e rigettare nuovamente.
Vidi anche Jason, in un angolo, liberarsi da quel male.
Pallido e sudato si sedette sul pavimento, poggiando la testa contro la parete, riprendendo le forze. Dovetti resistere all’impulso di correre da lui: non era ancora finita.
«Kate» la chiamai, avvicinandomi.
«Tu… tu mi odi!» sibilò lei, ritraendosi.
Notai che la parte sinistra del suo corpo era completamente normale, l’occhio era persino tornato verde.
Le sorrisi.
«Ti sbagli, non potrei mai odiarti. Sei solo una vittima, come tutti noi» dissi, allargando le braccia «So che sei una brava ragazza, e anche che ami tanto il nostro gruppo. Ne sono felice, davvero»
Cherry pianse, ad ogni lacrima tornava a essere sempre un po’ più Kate. Sembrò anche che stesse tornando giovane.
«Devi continuare a lottare così, Kate, stai andando alla grande» disse Tracy, incoraggiandola.
«No… sono malvagia...»
«Non lo sei. Non volevi davvero fare questo patto, ti ha ingannata»
Kate annuì, piangendo.
«Però l’ho fatto comunque. Ormai sono una dannata»
«No, non è detto!» gridai.
Mi rifiutavo di crederci, non poteva essere vero!
Senza nemmeno rendermene conto corsi da lei per abbracciarla.
In un primo momento cercò di divincolarsi, per poi gettarsi in quell’abbraccio, piangendo le sue lacrime nere.
Melany si unì a noi, piangendo anche lei.
«Ti staremo vicini, ok?» le sussurrai ad un orecchio.
«Tu… allora è vero che non mi odi?»
«Non ti odio, piccola»
Avevo perdonato del tutto quella ragazza. Leggendo il suo diario mi ero accorta di quanto fossimo estremamente simili. Anche io, quando avevo sedici anni, mi sentivo un’emarginata, un’incompresa, ma ho potuto contare sull’appoggio dei miei amici e del mio sogno, diventato finalmente realtà. Lei, invece, non aveva avuto la mia stessa fortuna, anzi, il male aveva persino deciso di approfittarsi della sua sofferenza per trarne vantaggio.
«Però Jason mi odia!»
«No, nemmeno lui ti odia… vero?»
Lui mi guardò, scettico. Era ancora pallido e provato per l’esperienza appena passata. Nonostante ciò ebbe la forza di sorridere, seppur debolmente. Si alzò, vacillando, si inginocchiò insieme a noi e ci avvolse tra le sue braccia tatuate.
«Questa situazione… non so esattamente da cosa sia nata ma, se Alice dice che non è colpa tua e che non c’è motivo per odiarti allora le credo. Ti aiuteremo… siamo una famiglia»
Sentii Kate singhiozzare ancora più forte. Ormai era quasi tornata quella di prima, gli anni e le rughe cadevano via dalla sua pelle insieme alle lacrime dense e scure, facendo riemergere il ritratto di quella ragazza dall’aria dolce e timida.
«Noi… ti perdoniamo!» dissi, con decisione.
A quel punto, però, Kate si alzò di scatto, gli occhi nuovamente neri.
Melany, Jason e io ci allontanammo da lei. Sentii le braccia di lui stringermi con fare protettivo, quasi cercasse di farmi da scudo contro quella nuova e sconosciuta minaccia.
Tracy era sempre più atterrita, con accanto il solo sostegno di uno Ryan alquanto sconvolto per via di ciò che si stava verificando sotto i propri occhi. Ian era ancora svenuto: sperai con tutto il cuore che stesse davvero bene, l’impatto era stato piuttosto violento.
Kate sorrise maligna, incrociando le braccia al petto e chinando la testa di lato.
«Ma brava la mia Alice» disse una voce profonda e oscura. Al solo sentirla venni percorsa da violenti brividi in tutto il corpo.
Quello era il Male.
«Sei riuscita a rovinare il mio piano.» continuò «Avete dimostrato una forma di amore nei confronti di quest’inutile ragazzina, riuscendo persino a perdonarla. Il patto non può aver luogo, senza una fonte d’odio ad alimentarlo»
Ecco perché, non appena Melany era entrata nella camera, semplicemente con la sua presenza e con l’affetto nei confronti di Kate, era riuscita a renderla libera.
Sorrisi, nonostante tutto.
«Questo significa che Kate avrà indietro la sua anima!»
Il Male sorrise.
«Sì, ma questo non vuol dire che riesca a sopravvivere. Il suo corpo è molto provato dall’eccessivo e improvviso invecchiamento e ringiovanimento. Non è consigliabile privarsi per lungo tempo della propria anima, seppur parzialmente. Morirà non appena lascerò il suo corpo»
«No!» urlò Melany, piangendo «Non puoi!»
Quelle frasi provocarono una sua sonora risata.
«Posso fare questo e ben altro, non mettermi alla prova. Se la cosa vi può consolare, la sua anima non mi appartiene più, per cui riposerà in pace»
Piansi.
Avrei dovuto essere felice del fatto che la sua anima, alla fine, avrebbe avuto la pace che meritava, ma ciò non m’impedì di piangere al pensiero che la sua vita si stava infine spegnendo.
Jason mi strinse più forte, infondendomi un calore mai provato prima.
Il Male storse la bocca, disgustato.
«Beh, mi dovete un’anima, e io non dimentico mai i miei debiti… ho l’eternità per riscuoterli. Ci si vede» detto questo gli occhi di Kate tornarono verdi, la sua espressione divenne serena. Il suo corpo si accasciò di colpo a terra e Melany fu subito lì, prendendola prima che toccasse la moquette caramello.
Ci avvicinammo a lei, compreso Ryan, seppur con reticenza.
«Kate? Kate!» continuava a chiamare Melany, scuotendola.
Lei, però, non rispose, né i suoi occhi verdi diedero segno di vita.
Sulle labbra, notai, aveva un sorriso appena sbocciato. Agli angoli degli occhi, ancora aperti, rivolti con sguardo vacuo verso il soffitto della suite, delle piccole lacrime facevano capolino, trasparenti.
Jason le chiuse gli occhi, mentre Ryan abbracciò Melany, allontanandola dal corpo dell’amica.
Vidi Tracy rabbrividire per poi sorridere, serena.
«Ho sentito… tanta pace. Era la sua anima, finalmente al sicuro» spiegò, carezzando i capelli rossi di Kate.
Jason mi diede un bacio sulla testa.
«Stai bene?» mi chiese, sorridendo, ancor debole.
«Sì… per così dire» sbuffai, appoggiandomi a lui «Tu?»
«Da parecchio non stavo così bene, anche se ho passato tempi migliori. Kate… è così diversa da Cherry. Mi devi spiegare molte cose» disse, guardandomi negli occhi, serio come mai.
Sospirai, osservando il corpo di Kate.
Piansi ancora, senza nemmeno rendermene conto.
«Ti spiegherò tutto, promesso. Adesso, però, pensiamo a lei»
 
 
Mettemmo in ordine la suite, per poi chiamare un’ambulanza, dicendo che una nostra amica si sentiva improvvisamente male.
Spiegammo alla polizia, chiamata in seguito alla constatazione del decesso e all’accertamento che si trattasse di una persona scomparsa, che Kate era fuggita di casa, intrufolandosi la sera del concerto all’interno del nostro tour bus. Dicemmo che eravamo riusciti a contattare Melany, nella speranza che riuscisse a convincerla a tornare sui suoi passi ma che, in quel momento, si fosse accasciata improvvisamente a terra.
I risultati dell’autopsia sembrarono dar conferma alle nostre parole: Kate morì di arresto cardiaco, dovuto a un affaticamento anomalo del cuore. I medici non seppero spiegare da cosa fosse derivato quell’affaticamento in un individuo talmente giovane, limitandosi a dire che avveniva solo in casi rarissimi per via di malattie cardiache ancora nei primi stadi.
I funerali si tennero tre giorni dopo.
Era l’1 agosto, una giornata inclemente di sole e calura.
Era il giorno del mio venticinquesimo compleanno, trascorso al cimitero, di fronte alla lapide di marmo bianco sormontata di fiori colorati di Katelyn Frey.
L’intera band era presente, finalmente a conoscenza di ciò che era accaduto nell’ultimo mese. Io e Tracy raccontammo ai ragazzi tutta la storia, nonostante Cam e Steve fossero ancora scettici al riguardo. Spiegai loro il piano che avevo escogitato in un momento di follia, in quel bar, aggrappandomi alla speranza che l’amicizia tra Melany e Kate fosse più forte del male, così come l’’amore tra me e Jason, convincendo così la ragazza a venire con me in albergo, aspettando il momento più propizio per indebolire Cherry e farle incontrare. Non aveva funzionato come avrei voluto: Jason era finalmente libero, così come Kate, ma lei, alla fine, era morta comunque.
Avevo fallito, era morta.
«Non è stata colpa tua. Abbiamo fatto tutto ciò che era possibile» mi aveva detto Tracy, ma continuavo a scuotere la testa. Mi sentivo in colpa verso Melany, verso i genitori di Kate. Non avevo nemmeno il coraggio di guardarli in faccia.
Melany, in piedi alla destra della lapide, piangeva ancora. Ryan, notai, aveva preso a cuore quella ragazza, continuando a consolarla, un braccio ad avvolgerle le spalle e l’altro ad accarezzarle i capelli. Era sempre stato così, pensai, pronto a sostenere chiunque, fosse anche una sconosciuta. Era nella sua natura.
I genitori di Kate erano visibilmente sconvolti. Abbracciati, piangevano la morte della loro bambina, senza riuscire ancora a spiegarsi molte cose riguardo la sua improvvisa fuga, o quella lettera trovata sul letto.
Avrei tanto voluto trovare delle parole per dar loro conforto, ma non riuscii proprio a cavare nulla, frenata dai sensi di colpa che mi stavano rodendo l’anima.
«Non spetta a noi alleviare il loro dolore» mi disse Jason, a fine funerale, conducendomi verso il taxi.
Prima che riuscissi a salire, Melany corse verso di me, con Ryan accanto.
«Alice, aspetta!»
Mi fermai, fissando gli occhi a terra.
«Melany, mi dispiace, avrei dovuto…»
Melany mi abbracciò di slancio, piangendo sulla mia spalla. Mi unii a lei, stringendola più forte che potei.
«Grazie!» mi disse «L’hai liberata…. Grazie a te potrà riposare in pace»
Scossi la testa.
«L’ho uccisa, Melany. Non cercare di giustificarmi»
La ragazza inorridì, afferrandomi con fare deciso il viso tra le mani.
«Nient’affatto. La colpa non è nostra, mettitelo bene in testa. Non dobbiamo lasciarci prendere dai rimpianti, e sai perché? Perché è lui che ci spinge a provarli, per indebolirci. Dobbiamo essere forti, chiaro? E lo saremo insieme!»
Venni scossa da quelle parole, rendendomi conto della verità celata in esse. Vidi Ryan sorridere, gli occhi fissi su Melany, e capii che parte di quel discorso era suo, nato probabilmente per alleviare quegli stessi sensi di colpa che anche Melany aveva dovuto provare. Continuava a maledirsi anche lei, in fondo, per aver lasciato sola la sua amica, in balia del Male. Lo sapevo bene, non aveva fatto altro che ripeterlo, in quei giorni, tra le lacrime dei suoi occhi vuoti e spenti. In quegli stessi occhi, però, adesso riuscivo a vedere la scintilla di una nuova determinazione, e tutto ciò era grazie al mio migliore amico, a Ryan. Diceva sempre le cose giuste, al momento giusto.
La salutai con calore, entrambe promettendo a vicenda di farci sentire.
Salimmo sul taxi, allontanandoci dal cimitero, salutandola con la mano dai finestrini, vedendo la sua figura, solitaria su quel prato, farsi sempre più piccola.
Il giorno dopo avremmo ripreso il tour da dove l’avevamo interrotto, partendo per la Francia: non potevamo restare un minuto di più, era già tanto che la produzione ci avesse concesso il tempo di porgere gli ultimi saluti a Kate.
Il viaggio verso l’aeroporto fu stranamente silenzioso, per noi sei.
«Direi che la storia è finita» mormorò Tracy, appoggiandosi stancamente a Ian, ancora non del tutto ripresosi da quella sera.
«No, non credo» disse Jason «Ragazzi, mi è venuta un’idea per il nuovo album…»
 
 
L’adrenalina era a mille.
Da lungo tempo non eravamo su un palco e fummo investiti dalla potenza di quei cori, dall’amore e dall’ammirazione dei nostri fan.
Per la prima volta riuscii a vederli, uno per uno.
In ognuno di quei volti si moltiplicava quello di Kate, portandomi molto spesso sull’orlo della crisi.
A fine canzone feci un gesto alla mia band, affinché smorzasse leggermente i toni.
«Ragazzi» dissi sul microfono, rivolta al pubblico che, in tutta risposta, iniziò a gridare. Sorrisi «Volevo ricordare con voi una nostra fan inglese che, nemmeno una settimana fa, ha perso la vita. Era una ragazza adorabile, anche se non ho avuto modo di conoscerla bene, né nel migliore dei modi. So che, in questo momento, ci guarda, da lassù. Kate, questa è per te.»
Come concordato iniziammo la nostra nuova canzone, Smell of Cherry, composta e improvvisata proprio in quei giorni, nata dalle paure, dalle sofferenze e dalle scoperte di quell’ultimo mese.
 
The Devil wants you, but you’re now free.
Fly high, little Cherry, don’t stop your flight.
Our love is the wind under your wings.
Fly high, little Angel.

Fly high, little Cherry.


 
Era curioso di come riuscimmo a comporre quella canzone in maniera del tutto naturale.
Ci chiudemmo all’interno dell’ennesima suite dell’ennesimo albergo per un giorno intero, con i nostri strumenti, i nostri fogli scarabocchiati e i nostri sentimenti ben in vista, pronti all’uso. Come ai vecchi tempi trovammo subito quell’intesa, divenendo una cosa sola. Di nuovo Jarcis.
La prima persona al mondo ad ascoltare quella canzone fu Melany, a chilometri di distanza da noi, ma sempre vicina. Con lei si era creato un rapporto speciale, nato dal fatto di aver vissuto quella sovrannaturale situazione, di aver provato le stesse sofferenze, di aver riportato le medesime ferite.
«Spacca i culi» ci disse dall’altro capo del telefono, con la voce leggermente rotta.
Ridemmo, per poi abbracciarci.
Jon, il nostro manager, non era d’accordo sull’esecuzione al pubblico ancor prima della pubblicazione dell’album, dovendo essere quella la track list principale del progetto. Noi cinque, però, eravamo determinati a eseguirla quanto prima; era un nostro modo per rendere omaggio a Kate, per concretizzare e archiviare quella situazione a modo nostro, attraverso la musica e la passione dei nostri fan, di cui anche lei fece parte.
Li vedemmo ballare, urlare, canticchiare il motivo di quella canzone fino a quel momento sconosciuta ma che, in quel modo unico e speciale che solo la musica era in grado di creare e spiegare, era già entrata nel cuore di tutti loro.


Un anno dopo Smell of Cherry divenne un concept album, incentrato sulla storia vissuta nel luglio del 2010.
Ottenne un enorme successo, scalando in fretta le classifiche di tutto il mondo.
I numeri, però, poco ci importavano. Ciò che più ci dava gioia era l’aver reso Kate, Cherry, immortale.

 


NdA
Ed eccoci alla conclusione! :')
Che dire, grazie a tutti coloro che l'hanno seguita/letta/ricordata e, soprattutto, a 21century che ha recensito i capitoli!
Spero che vi sia piaciuta e... fatemi sapere! ;)
See you next time!
Witch ^-^

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: I m a witch