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Autore: hugmeidols    03/09/2014    0 recensioni
“[...] Senti, – sospirò – non piace nemmeno a me l’idea di andarmene da Londra, anche perché lì avevo tutto-“
“Appunto! – esclamò Mars girandosi di scatto verso di lui – Avevamo tutto ma a causa del tuo ultimo fallimento amoroso ce ne dobbiamo andare, di nuovo!” tornò a guardare fuori dal finestrino.
“Non è colpa mia se con Johanna non ha funzionato”
“Oh certo! – Mars lo guardò furiosa – Come non è stata colpa tua con Cassie, Julie e Yvonne. Per cortesia, ammettilo, sei tu che non riesci a mantenere una relazione stabile e non riesco a capire perché ogni volta dobbiamo andare via. Ho una vita anche io e adesso che finalmente ero riuscita a farmi degli amici e un fidanzato, puff, ecco che partiamo di nuovo verso chissà dove!”
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Perdonatemi, non trovo una trama più avvincente. Per ora metto questa, successivamente ne studierò una migliore!
Genere: Demenziale, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Changes - Capitolo tre.

"Mars?" chiamò Bruce da dietro la porta della stanza della figlia.
"Sì?" rispose distrattamente lei senza distogliere lo sguardo dal libro che stava leggendo.
"La cena è pronta" le comunicò per poi tornare al piano di sotto.
"Scendo subito" asserì lei, ma il signor Tanner era già lontano.
Mars lesse gli ultimi tre righi del paragrafo e con lo stomaco brontolante, posò il libro sul comodino accanto al letto e, dopo essersi stiracchiata a doveri, si alzò dal letto e si avviò verso il piano di sotto.
Da quando era andata a comprare le cose per la scuola, Mars non aveva più messo piede fuori di casa.
A dir la verità non era nemmeno uscita dalla sua stanza se non per andare in bagno e per mangiare e suo padre, ormai, aveva persino rinunciato a cercare di convincerla ad andare con lui da qualche parte.

Scese le scale lentamente e quando arrivò in cucina, il padre stava ancora mettendo le porzioni di lasagna nei piatti.
"Mh, cosa festeggiamo?" domandò mettendosi a sedere.
"Niente, perché?" rispose l'uomo facendo la stessa cosa.
Mars fece spallucce "Non lo so, solitamente prepari cose buone solo quando festeggiamo qualcosa o devi presentarmi qualcuno.. - fece una breve pausa - non vorrai dirmi che-"
"Non farti strane idee, non c'è nessuna" rispose prontamente Bruce.
"Meno male" asserì facendo un respiro di sollievo.
Bruce accennò un sorriso "Allora, - si pulì le labbra con un tovagliolo - sei contenta che domani finalmente inizi la scuola?"
Mars lo fulminò con lo sguardo "Papà, sto cercando di mangiare."
"Se devo essere onesto, sono davvero contento. Almeno così metterai piede fuori di casa e vedrai di nuovo la luce del sole" ammise.
La ragazza continuò a mangiare senza rispondere in alcun modo "Seriamente Mars, sei stata una settimana chiusa dentro casa. - Asserì - Non succedeva da quando avevi dieci anni."
"Evidentemente non mi andava di uscire, ti pare?" rispose cercando di essere il meno acida possibile.
"E' successo qualcosa?" domandò mettendole un'altra fetta di lasagna nel piatto.
Mars lo guardò indagatoria "Stai cercando di corrompermi con della pasta al forno?" alzò un sopracciglio.
Bruce scoppiò a ridere "Be', - fece spallucce - sembra l'unico modo per farti aprire con me."
"Non è successo niente, - sospirò - è solo che odio uscire e avere gli occhi di tutti addosso. E' snervante." ammise.
"E' solo questione di tempo tesoro, vedrai che prima o poi si abitueranno alla tua faccia."
"Cosa stai insinuando?!" esclamò figendosi offesa.
"Assolutamente nulla" Bruce rise di nuovo.
"Be', per la cronaca, me l'hai data tu questa faccia" rispose riprendendo a mangiare.
"Colpito e affondato" disse lui; Mars gli sorrise vincente.
La cena proseguì in silenzio, poi il telefono che Mars aveva posato sul tavolo poco prima, vibrò, segno che qualcuno la stava chiamando.
"Chi è?" chiese Bruce curioso.
Mars fece spallucce "Saranno sicuramente le amiche che avevi a Londra" suppose poi l'uomo.
"Già.. sicuramente" rispose lei bloccando la tastiera del telefono senza nemmeno guardarlo.
Bruce corrugò la fronte "Non rispondi?"
"Come scusa?" 
Il padre indicò il telefono "Non rispondi alle tue amiche?"
"Oh, - finse un sorriso - sono sicura che possono aspettare. Non facciamo altro che parlare da quando sono qui.."
"Ma è fantastico! Hai visto? - Le accarezzò un braccio affettuosamente - E tu che avevi paura di perdere tutte le tue amiche venendo qui."
"In realtà, - asserì lei riempiendosi un bicchiere d'acqua - la mia paura era quella di perdere Zayn, il che è successo, quindi" concluse bevendo.
"Sì ma alla fine si è rivelato per quello che è no?"
"Non solo lui" pensò Mars.
"Già" rispose poi.
"Comunque, - riprese Bruce iniziando a sparecchiare - perché non le inviti qui? Sarebbe bello riavere Denise, Sophia e Melissa in giro per casa. C'era sempre un piacevole chiacchiericcio quando venivano a trovarti" le propose.
Mars strinse il bicchiere tra le mani e abbassò lo sguardo "N.. non credo vogliano venire qui, - strinse le spalle - a loro non piacerebbe per niente Holmes Chapel e poi, - si alzò - non era chiacchiericcio, erano pettegolezzi" ammise mettendo il bicchiere nel lavandino e prendendo il telefono che il padre le stava porgendo.
"Quindi, - riprese prima che Bruce potesse farle altre domande - quando ne avrò la possibilità andrò io da loro" gli sorrise e uscì dalla cucina.

"Sarebbe bello riavere Denise, Sophia e Melissa in giro per casa. C'era sempre un piacevole chiacchiericcio quando venivano a trovarti. - Ripetè Mars con disprezzo mentre si chiudeva la porta della stanza alle spalle -Le inviterei papà, - lanciò il telefono sul letto che poi rimbalzò e cadde a terra - se solo si fossero degnate di cercarmi" concluse sbuffando e chinandosi per riprendere l'oggetto da terra.
Sbloccò la tastiera per vedere se funzionasse ancora e sullo schermo apparve il messaggio di una chiamata persa da un numero che non aveva memorizzato in rubrica.
"E adesso chi è?" si domandò annoiata cliccando sul numero e portandosi il telefono all'orecchio.
Il telefono squillò per qualche secondo poi, finalmente qualcuno rispose:
"Ciao Mars, ti ho disturbato per caso?" domandò una voce maschile a lei poco familiare.
"Scusa ma, chi cazzo sei?" chiese irritata. Odiava quando la gente dava in giro il suo numero di telefono senza chiederle il permesso.
Il ragazzo rise "Be', a quanto pare la finezza non è il tuo forte, - commentò - comunque sono Liam, ti ricordi? Il ragazzo della cartolibreria."
Mars rimase perplessa per qualche secondo "Come fai ad avere il mio numero? Non ricordo di avertelo dato sai?"
"Oh be', lavoro nella segreteria del liceo e, siccome avevo bisogno di parlarti ho.. ecco - esitò un secondo - sì be', sbirciato nel tuo fascicolo personale. A dir la verità, avevo paura di aver chiamato al numero di tuo padre" rise leggermente.
Mars serrò la mascella cercando di rimanere calma: la gente di quel posto le piaceva sempre meno.
"Adesso che mi hai trovata, posso sapere cosa vuoi?" domandò spazientita.
"Mi stavo chiedendo se, ecco, domani, ti dispiacerebbe se ti accompagnassi a scuola pe-"
Mars scoppiò a ridere "Scusami?" domando poi incredula.
"Se non vuoi posso benissimo lasciarti andare da sola è solo che pensavo, dato che è il tuo primo giorno, che ti servisse una mano per orientarti.. tutto qui" la voce di Liam si fece un po' triste e Mars si sentì leggermente in colpa.
"No cioè, - cercò di non ridere - è che non me lo aspettavo ma, mi farebbe piacere, davvero.." trattenne un'altra risata.
"Davvero?" domandò lui con forse troppo entusiasmo nella voce.
"Sì" rispose lei.
"Fantastico! - Esclamò Liam - Dimmi solo dove abiti."
"Em.. - Mars si sporse verso la finestra - praticamente davanti casa di Harry" disse.
"Ah" fu l'unica cosa che disse l'altro.
Mars alzò un sopracciglio "Oh, Liam? Ci sei ancora?" domandò.
"Sì.. sì, - rispose lui - allora ci vediamo alle otto meno venti davanti casa tua. A domani" concluse chiudendo la chiamata prima che Mars potesse rispondere.
"Sì.. okay.." commentò stranita posando il telefono sulla scrivania.
"Chissà cosa gli è preso."

Il mattino seguente, la sveglia suonò alle sette in punto precise e Mars si maledì di essere andata a dormire tardi a causa del libro che non riusciva a smettere di leggere.
Ogni volta era così: cominciava a leggere un libro di Nicolas Sparks e non riusciva a smettere di farlo finché non lo aveva finito.
Peccato però che la sera prima era andata a dormire alle cinque e che quindi, aveva dormito a malapena due ore.
"Dannato Sparks" disse poi spegnendo la sveglia e a malavoglia mettersi a sedere sul letto a mo' d'indiano.
"Mars?" Bruce bussò due volte sulla porta della sua stanza.
"Sono sveglia papà" gli comunicò alzandosi e dirigendosi verso l'armadio per predere dei vestiti.
"Ah, - commentò l'uomo aprendo la porta e guardandola quasi stupito - solitamente ti ci vogliono altri quindici minuti per farti riprendere."
Mars strinse le spalle "Non ho dormito un gran chè sta notte quindi, - sì diresse verso la finestra per vedere che tempo ci fosse fuori - diciamo che ero più che altro in dormiveglia" concluse scrutando il cielo "Credo che pioverà" asserì poi.
"Sì infatti, il meteo dice che pioverà tutto il giorno. - Rispose lui - Vuoi un passaggio a scuola? Posso fare un po' tardi a lavoro."
Mars fece di "no" con la testa "Viene Liam, vado con lui" gli sorrise lievemente.
"Se non ha cambiato idea" pensò ricordandosi della reazione che aveva avuto la sera prima al telefono.
"Liam? - domandò l'uomo curioso - E chi sarebbe?" Alzò un sopracciglio.
Mars tornò verso l'armadio e cominciò a prendere quello che le serviva "Un mio.. amico - esitò - l'ho conosciuto quando sono andata in cartolibreria per prendere le cose per la scuola. - Lanciò la felpa e i jeans sul letto - E' simpatico tutto sommato."
"Ed è anche una specie di spia dato che ha trovato il mio delefono senza che io glielo dessi" avrebbe voluto aggiungere.
"Ah be', sono contento che ti sia fatta almeno un amico" ammise Bruce.
"Già, almeno conosco qualcuno" rispose chiudendo l'armadio e andando in bagno a lavarsi.
"Comunque, io sto andando a lavoro" le comunicò lui da dietro la porta del bagno.
Mars aprì il rubinetto della doccia "Non mi hai ancora detto che lavoro è comunque."
"Te lo spiegherò a pranzo" disse.
"Va bene, - rispose entrando in doccia - buon lavoro allora."
"E a te buon primo giorno di scuola, a dopo" concluse allontanandosi e uscendo di casa.
"Ciao" lo salutò mentre apriva il bagnoschiuma e se lo versava sulla mano per poi insaponarsi.
Impiegò dieci minuti a farsi la doccia: aveva deciso di prendersela un po' comoda quando poi si ricordò che alle otto meno venti Liam sarebbe stato a casa sua.
"Cazzo, devo sbrigarmi" esclamò sbrigandosi a chiudere i rubinetti e ad uscire dalla doccia per asciugarsi e vestirsi.
"No.. ho dimenticato l'intimo in camera!" asserì poi esaurita prendendo i vestiti e tornando in camera.
"Le sette e venti, - commentò guardando l'orario sul telefono - posso ancora farcela" cercò di autoconvincersi.
Si vestì nel giro di pochi secondi e corse a prendere lo zaino per poi infilarvi dentro un paio di quaderni, lo zaino e il portapenne poi, infilò un paio di vans nere in pendant con la felpa nera della Alcott e tornò in bagno per truccarsi almeno un po' e decidere che acconciatura fare.
Dopo aver provato a legarli un paio di volte e, prima di strapparseli per l'esasperazione, decise che avrebbe lasciato i suoi lunghi capelli castani, sciolti.
Si spruzzò un po' di profumo e dopo aver fatto un bel respiro profondo, uscì dal bagno, prese lo zaino e il telefono e, scese al piano di sotto diretta in cucina ma, non fece in tempo ad aprire il frigo per fare colazione che, il campanello suonò.
"Questa giornata è decisamente cominciata con il piede sbagliato" commentò richiundendo l'elettrodomestico e dirigendosi nell'ingresso.
"Buon giorno!" la salutò esaltato Liam non appena Mars aprì la porta.
"Cià - rispose lei prendendo le chiavi e chiudendosi la porta alle spalle - come mai sei così di buon umore oggi? Ieri sembrava ti fosse morto il cane" commentò poi mettendosi a camminare.
"Oh, - disse Liam seguendola - tanquilla, non era niente di particolare" tagliò corto sistemandosi lo zaino sulle spalle.
Mars corrugò la fronte "Davvero? No perché non appena ti ho detto che abitavo davanti casa di Ha-"
"Dio santo ti ho detto che non è successo niente!" sbottò accelerando il passo; Mars sgranò gli occhi stupita per la sua reazione rimanendo qualche passo indietro.
Liam sospirò e si girò verso di lei che aveva preso a camminare con lo sguardo basso "Scusa" asserì poi passandosi una mano tra i capelli corti, sistemati accuratamente con del gel in modo da rimanere all'insù come una cresta.
"E' che con Harry non va più bene come un tempo, - ammise - da quando sta con quell'Hanna, - sputò quel nome quasi gli facesse schifo persino pronunciarlo - non è più lo stesso."
"Che vuoi dire? - domandò Mars camminandogli vicino - Cioè, se vuoi dirmelo.."
Liam fece spallucce "Prima Harry era diverso, - rispose con un po' di nostalgia - passavamo le giornate insieme a guardare film, leggere fumetti, insomma eravamo migliori amici-"
"Ma, alla cartolibreria sembravate in ottimi rapporti" constatò lei.
"Appunto, - s'inumidì le labbra - sembravamo.."
Mars corrugò la fronte "Non credo di capire.." ammise.
Liam fece un lungo sospiro "La gente qui mormora, è una piccola cittadina Mars, penso tu ormai lo abbia capito. - Lei annuì - Semplicemente non vogliamo che la gente si faccia i fatti nostri perciò, anche se non siamo più amici come prima, almeno in giro facciamo finta di essere buoni amici anche se.. - fece una breve pausa - mi sembra di non conoscerlo più."
"Dovevi andare a scuola con lui oggi?" 
Liam la guardò "Come scusa?"
"A scuola, - accennò un sorriso - dovevi andarci con lui? Cioè, solitamente andavi con lui?"
Il ragazzo annuì "Ora capisco.."
"No cioè, - schioccò le dita - non ti ho usata come un ripiego, davvero è che.. - deglutì lentamente - non mi si fila nessuno qui ad Holmes Chapel e, dato che Harry sarebbe andato con, quella - roteò gli occhi facendo ridere Mars - ho pensato che, siccome sei nuova e non conosci nessuno-"
"Saremmo potuti essere snobbati insieme" rise.
"Una cosa del genere" rise anche lui.
"Ma, non sei gay vero?" chiese senza pensare.
Liam sgranò gli occhi "Cosa?! - quasi squittì - Non sono gay" rise.
"E che ne so io - strinse le spalle - sei così geloso di quell'Hanna."
"Non sono geloso di lei - si mise le mani nelle tasche posteriori dei jeans neri che stava indossando - semplicemente mi manca passare del tempo con il mio amico Harry e, dato che a lei non vado molto a genio, non posso nemmeno uscire insieme a loro perché, - alzò le mani in segno di resa - mi odia, e la cosa è reciproca comunque" ammise.
Mars rise "Mi sembra di essere in una soap opera."
"Benvenuta ad Holmes Chapel - rise - comunque siamo arrivati" le annunciò indicandole un grosso edificio davanti a loro.
"Passo da questa strada ogni giorno e non avevo mai fatto caso a questo edificio. - Commentò mentre si avviavano verso l'atrio - Sei sicuro che sia una scuola e non un centro commerciale?" rise.
"Oh, ti accorgerai subito che non è un centro commerciale. - disse Liam ridendo mentre varcavano le soglie della Holmes Chapel High School - Comunque, non stupirti se non vedi nessuno dentro, saremo solo io, tu e qualche bidello. Le lezioni cominciano alle otto e mezza ma, ti ho fatta venire prima così puoi ambientarti un po'" le sorrise.
Mars si fermò "No aspetta scusami, - alzò le sopracciglia - mi hai fatta svegliare alle sette e mi hai fatto fare tutto di corsa, per farmi ambientare?!" 
Liam rise "Mi ringrazierai quando vedrai quant'è complicato orientarsi qui dentro."

Non appena Mars fu dentro la scuola, i suoi occhi cominciarono a saettare da angolo ad angolo, studiando ogni minimo particolare e cercando di memorizzare ogni cosa.
Le pareti all'interno dell'edificio erano dipinte di un arancione non troppo vivace e sui muri, vi erano appese tantissime bacheche e moltissimi poster e attestati di chissà chi.
Sulla sporgenza sul tetto che delimitava la fine dell'atrio, vi era una scritta in latino e nel corridoio alla destra di quest'ultimo, vi era la bidelleria e infondo a destra, la mensa.
Nel corridio a sinistra invece, vi erano le classi dei professori e i bagni di quest'ultimi.
Davanti a loro vi era un corridoio lunghissimo e piene di finestre che davano a dei giardini interni con panchine e cestini con posacenere sopra, per gli studenti che fumavano e, lungo le pareti dei corridoio, una sfilza di armadietti grigio chiaro che, a prima vista sembravano nuovi ma che, passandogli vicino, lasciavano intravedere piccoli segni del tempo.
Superato il corridoio poi, si apriva un grande spazio con al centro, una statua, forse del fondatore della scuola.
Di fronte, vi erano le scale che portavano ai piani superiori e, sia a destra che a sinistra, vi era un corridoio nel quale si trovavano le classi del pian terreno.
"Okay, avevi ragione - commentò Mars non appena furono tornati nell'atrio - questo posto sembra un labirinto."
Liam rise "Te l'ho detto, - le sorrise - comunque vieni, andiamo a prendere il tuo orario che, praticamente sarà uguale al mio."
"Come uguale al tuo?" gli domandò seguendolo verso la bidelleria.
"Quanti anni hai?" 
"Cosa c'entra adesso?"
Le sorrise mentre cercava nei cassetti della scrivania "Tu rispondi."
"Ho sedici anni, ma continuo a non capire" ammise appoggiandosi allo stipite della porta.
"Ho sedici anni anche io e, dato che qui c'è una sola sezione, abbiamo lo stesso orario" rise.
"Ah, - rise anche lei - allora saremo anche compagni di classe. Fantastico!"
Liam le porse un triangolino di carta "Ecco il nostro orario."
Mars lo studiò per qualche secondo "Che razza di materia è economia domestica?" domandò seguendo Liam fuori dalla bidelleria.
Lui rise "Una materia inutile, almeno per noi maschi. Ci insegnano a cucire e a fare le tipiche cose di casa" strinse le spalle.
"Che palle, - rise - comunque, che vuol dire questo più quattro dopo l'ultima ora?" 
Liam guardò l'orario  "Vuol dire che dobbiamo rimanere a scuola fino alle sei"
Mars sgranò gli occhi e si sentì mancare "Come scusa?!" quasi squittì facendolo ridere.
"Non stavi a scuola fino alle sei nella città da dove vieni?" le domandò cercando il suo armadietto.
"Assolutamente no, uscivamo da scuola alle tre ogni giorno."
Liam si fermò davanti un armadietto "Ecco il tuo, numero 21 e qui c'è il tuo lucchetto - le passò delle chiavi e un oggetto metallico - il mio è quello difronte" rise.
"Come fai a sapere qual è il mio e, quando hai preso le chiavi?" domandò girandosi quest'ultime tra le mani.
"Lavoro in bidelleria, te l'ho detto ieri sera e, stavano nel tuo fascicolo" rise.
"C'è praticamente la mia vita in quel fascicolo insomma" commentò aprendo il suo armadietto e pensando a come lo avrebbe personalizzato da lì a qualche giorno.
"Bene o male sì. - rispose lui - Comunque, vieni con me, sono le otto e mezza e un quarto, devo suonare la prima campana dell'anno."
"Che cosa eccitante" disse sarcastica mentre Liam si avviava in bidelleria.

Liam suonò la campanella e nel giro di pochi secondi, l'atrio e il corridoio del liceo, si riempirono di teenagers di ogni età.
"Non credevo ci fossero così tanti adolescenti in questa cittadina" commentò Mars stupita da dietro il vetro della bidelleria.
"Ci sono molte cose che non sai di Holmes Chapel, - asserì Liam avvicinandolesi - per esempio, è più grande di quanto pensi" le sorrise per poi uscire.
"Hai suonato tu la campana?" lo fermò una donna bassina di mezza età, con i capelli lunghi neri legati in un'alta coda.
"Sì, signora Jones. Sono entrato prima per far fare un giro alla nuova alunna" rispose Liam indicando Mars che lo aveva raggiunto sulla soglia della porta.
"Be', spero ti trovi bene in questa scuola" le augurò la donna mentre i due si allontanavano diretti verso la loro classe.
"Wow, - disse Mars sistemandosi lo zaino sulle spalle - che ansia che mette quella bidella."
Liam scoppiò a ridere "E' sempre così il primo giorno, nemmeno a lei piace svegliarsi presto - strinse le spalle - poi diventa più simpatica" le sorrise.
"Se lo dici tu. - Asserì lei ricontrollando l'orario - Abbiamo letteratura alla prima ora, dove si trova la classe del professor Patrik?"
"Professoressa" la corresse lui.
"Ah" rise.
"Comunque è al secondo piano."
Mars piagnucolò rimanendo davanti la rampa di scale mentre Liam cominciava a salire divertito "Non c'è un ascensore vero?" domandò poi seguendolo svogliatamente.
"No, mi dispiace" rise.
"Ci credo che qui siete tutti magrissimi" sbuffò.
Continuarono a salire accompagnati dai lamenti di Mars e, non appena furono arrivati davanti la classe, Liam la fece entrare ma non si sedette accanto a lei.
"Ehi, cos'è, non ti piace l'ultimo banco?" gli chiese mentre si sistemava.
Liam fece di "no" con la testa "E' che io ho un'altra lezione adesso" ammise.
"Mi prendi in giro spero, - lo guardò spaesata - mi avevi detto che avevamo lo stesso orario, come farò io qui da sola?" si sentì abbandonata.
Lui rise per l'ennesima volta "Abbiamo lo stesso orario ma non le stesse lezioni. Tu hai scelto l'indirizzo linguistico, io quello scientifico, quindi non abbiamo tutte le stesse lezioni."
"Non credo di aver capito.." ammise.
Le sorrise e sedendosi sul banco, tirò fuori il suo orario dallo zaino "Vedi? - Glielo indicò - Usciamo ogni giorno allo stesso orario, il che vuol dire che al ritorno andremo a casa insieme se ti va ma, le lezioni, sono diverse. Saremo compagni di classe solo durante matematica, educazione fisica ed economia domestica."
"Il che vuol dire mai" si lasciò cadere sul banco rischiando di darvi una testata sopra.
"Mi dispiace, pensavo sapessi dei diversi indirizzi.."
"Il fatto è che mio padre ha compilato il modulo. A me fanno cagare le lingue, preferisco di gran lunga le materie scientifiche" ammise.
Liam strinse le spalle "Puoi vedere se al secondo trimestre ti cambiano indirizzo."
Mars sbuffò "Quindi per questi tre mesi devo sorbirmi lezioni che non m'interessano affatto. Meraviglioso" concluse sarcastica.
"Dai, magari ti piace questo corso."
"Prova a darmi una ragione valida per farlo" lo sfidò.
Liam indicò la porta con il pollice "Anche Harry ha scelto questo indirizzo" le sorrise e saltando giù dal banco, prese lo zaino e la salutò con la mano mentre Harry entrava in classe guardando incuriosito verso la direzione dalla quale arrivava Liam.
"Oh no" commentò lei roteando gli occhi cercando di non farsi vedere.
"Mars! - Esclamò Harry avvicinandolesi - Anche tu lingue eh?"
"A quanto pare" finse un sorriso.
"Be', fantastico. - Mars finse allegria - Io sono seduto là comunque, - indicò il suo posto - con Hanna."
Le salì un conato di vomito "Quindi dovrò sorbirmi le vostre effusioni da piccioncini pure a scuola, sei ore su sei e, - guardò l'orario - anche quando rimaniamo a scuola pure il pomeriggio?"
Harry scoppiò a ridere "Tranquilla, lei frequenta solo le lezioni d'italiano con noi, ha scelto politica."
"Mi sento davvero molto sollevata" finse un altro sorriso.
"Davvero?"
"No. - Rispose acida - Non m'interessa nulla del corso della tua ragazza e, dato che questa giornata è già cominciata col piede sbagliato, ti sarei grata se evaporassi."
Harry ridacchiò "Non ti farai molti amici se continui ad essere così acida."
"Non ho bisogno di amici, grazie Harry."
Le sorrise "Ci vediamo in giro."
"Ma anche no" commentò lei prendendo il suo telefono e mandando un messaggio a Liam:
"Potevi dirmelo che Harry e la sua fidanzata saranno nella mia stessa classe quasi ogni gior-"
"Ehi ma che cazzo fai?!" esclamò quando qualcuno le cadde addosso facendole volare il telefono dalle mani.
"Scusami non volev-"
"Dannazione Kent non sei riuscita a farla cadere!" esclamò una voce da vicino alla cattedra, rivolta ad uno scimmione che stava a pochi banchi di distanza da quello di Mars.
"Dai Simpson, è il primo giorno di scuola, - incrociò le braccia divertito - facciamole credere per un giorno in più che la sua vita sarà più semplice" concluse ridendo per poi mettersi a sedere dietro Harry che divertito gli dava il cinque.
Mars guardò confusa la scena e ci rimase male quando Harry invece di reagire e aiutare quella che sicuramente era una sua compagna di classe da anni, aveva dato il cinque allo stronzo che l'aveva quasi fatta cadere a terra.
"Mi..mi dispiace.. - si scusò l'altra chinandosi per riprendere il telefono caduto dalle mani di Mars - Funziona ancora?" le domandò quando se lo riprese.
"Sì.. sì tranquilla, ha fatto voli ben peggiori" le sorrise lievemente.
"Posso sapere chi è quello?" le domandò indicando l'idiota che l'aveva spinta.
La ragazza abbassò lo sguardo e rispose bisbigliando per non farsi sentire dal diretto interessato "E' Peter Kent, ce l'ha con me dall'estate prima dell'inizio del liceo ma, non ho mai capito perché.. - deglutì lentamente - probabilmente non c'è nemmeno un motivo. - Guardò il posto accanto a Mars - E' occupato quello?"
L'altra guardò la sedia "No no, è libero."
"Ti dispiace se mi siedo?"
"No, figurati" le spostò la sedia per permetterle di sedersi.
"Grazie" rispose lei sospirando.
"La cosa che mi fa rabbia, - aggiunse - è che prima Harry era dalla mia parte ma, da quando la storia con la sorella di Peter è diventata ufficiale sembra che, il suo cervello sia diventato più piccolo di una nocciolina" commentò tirando fuori dallo zaino un quaderno e un portapenne dei supereroi.
"Aspetta, anche tu eri amica di Harry?" le chiese a bassa voce per non farsi sentire.
La ragazza annuì "Ma aspetta, - corrugò la fronte - come mai hai detto anche?"
"Oh be', perché a quanto pare anche Liam non approva quella sua relazione" rispose.
L'altra arrossì leggermente "L..liam Payne?"
"Lo conosci?"
"No.. no, - disse - cioè.. era amico di Harry, lo conosco per sentito dire.." abbassò lo sguardo ma Mars alzò un sopracciglio indagatoria.
"Sicura?"
"Sì, - rise istericamente - no okay, eravamo nella stessa comitiva ma, io ero più amica di Harry e quando Liam mi disse che stava cambiando da quando Hanna gli aveva messo gli occhi addosso, non gli ho creduto e ho pensato lo stesse dicendo solo perché era geloso dell'amicizia tra me e Harry, - si spostò una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio - anche perché reputava Harry il suo migliore amico e invece, poco tempo dopo, Harry ha voltato le spalle anche a me.."
"Quanto tempo dopo che Hanna ha messo gli occhi addosso ad Harry, lui ti ha voltato le spalle?"
L'altra strinse le spalle "Be', per tutto il periodo delle medie eravamo grandi amici ma, verso la fine dell'estate ha cominciato a cambiare e a trattare me e Liam in modo diverso.. - abbassò lo sguardo - quando poi ha saputo che Hanna gli andava dietro, verso Agosto credo, si è dimenticato di entrambi e, quando è cominciata la scuola, sono cominciati anche gli atti di bullismo contro di me.."
Mars guardò verso i tre che se la stavano ridendo "E tu subisci da tre anni? - l'altra annuì - Perché non hai mai detto niente a nessuno?"
"Chi vuoi che si metta contro il capitano della squadra di football e la capo cheerleader?"
Mars roteò gli occhi "Ovviamente."
"Già, è tutto proprio come in quei telefilm americani che fanno il pomeriggio, - rise leggermente - peccato che non credo Harry tornerà mai quello di prima" strinse le spalle e poco dopo la professoressa entrò in classe.

"Buon giorno e buon anno a tutti.."
Mentre la professoressa blaterava probabilmente il solito discorso d'inizio anno, Mars studiava attentamente la ragazza che le era piombata addosso e che adesso era la sua compagna di banco.
Era poco più alta di lei, di corporatura normale e a quanto pare era una specie di nerd uscita da chissà quale buco privo di luce e pieno di videogiochi e fumetti.
Aveva i capelli lunghi fin sotto le spalle e una frangetta che sembrava si fosse tagliata da sola perché troppo pigra per andare da un parrucchiere.
Portava un paio di occhiali neri con le lenti grandi, simili ai ray-ban colorati che solitamente sono da sole e indossava un paio di skinny neri strappati sulle ginocchia, delle vans e una felpa blu scuro dei pokèmon.
Non era molto diversa da lei, aveva lo stesso colorito pallido e la stessa aria stanca. Aveva i capelli del suo stesso colore e forse anche gli occhi erano dello stesso castano.
L'unica cosa che le differenziava era il fatto che Mars non portava gli occhiali e non aveva la frangetta.
"Mars Tanner?"
La ragazza ritornò alla realtà "Sì?" domandò poi distratta facendo ridere i suoi nuovi compagni.
"No niente, ti stavo solo presentando ma sembravi in un altro pianeta."
"Oh, - arrossì leggermente - mi scusi, sono solo un po' stanca"
"Comprensibile dato che l'estate è finita da poco ma, vedi di stare un po' più attenta" concluse sorridendole amorevolmente.
"Sì, lo farò, grazie" ricambiò il sorriso.
"Mars eh?" disse la sua compagna di banco.
"Già, - strinse le spalle - mia madre era una donna piena di fantasia."
"Nah, è figo come nome. - Asserì - Io sono Claire comunque" le porse la mano e Mars la strinse confusa.
"Scusa, mia madre è fissata con le buone maniere e io a quanto pare, ho preso da lei il suo essere informale" rise.
L'ora di letteratura passò velocemente e con essa, anche quella di laboratorio, biologia, letteratura francese e spagnola ed economia domestica.
Claire era stata la sua compagna di banco per quasi tutto il giorno e alla fine, non le dispiaceva, era solo un po' esaltata ma ogni tanto se ne usciva con qualche battuta che la faceva ridere e che l'aiutava a non pensare a quanto odiasse quel posto e la gente che ci abitava.
Durante la ricreazione poi, dato che quel giorno nessuna di tutte e due sarebbe dovuta rimanere a scuola fino alle sei, Claire ne approfittò per farle capire un po' come funzionavano i tavoli della mensa.
"Allora, - disse mentre pagava la sua mela - oggi a mensa ci sono solo quelli che, sfortunatamente rimangono qui fino alle sei quindi non potrai capire molto."
"Infatti non credo di capire, - ammise Mars pagando anche lei il suo frutto - è il primo giorno e rimangono qui fino alle sei?"
Claire annuì "Quelli del quinto anno rimangono qui fino alle sei."
"Che sfiga di merda" rise.
"Esatto, - rise anche lei - comunque, la mensa apre all'una e un quarto e chiude alle due e mezza, questo ci serve per avere anche un po' di tempo per riprenderci un po' dalle lezioni, - Mars annuiva cercando di ricordare tutto - quando però usciamo alle due, all'una e un quarto suona la campana della ricreazione e all'una e mezza, suona l'altra per farci capire che è ora di tornare a lezione."
"Okay, fin qui tutto chiaro."
"Bene, adesso passiamo ai tavoli. - Si mise in un punto dal quale si vedeva tutta la mensa - L'ultimo tavolo è quello dove si siedono solitamente Harry e i suoi nuovi amici senza cervello, poi c'è il tavolo di quelli del corso artistico, per quello del corso di musica e quello di teatro-"
"Un po' come in high school musical no?"
Claire scoppiò a ridere "Tecnicamente"
"Aah, allora ho capito - rise anche lei - e quale sarebbe il banco di noi comuni mortali?"
"Quello vicino alla finestra. - Rispose indicandolo - Lo odiano tutti perché quando piove entra un po' d'acqua ma, alla fine, non è poi così spiacevole" concluse.
"Okay quindi, domani ci sediamo lì?"
Claire annuì e non appena non appena suonò la campanella dell'ultima ora, le due si salutarono e Mars entrò nell'aula di economia domestica dove vide Liam seduto a secondo banco, e prima che lo facesse qualcun altro, decise di correre per prendersi il posto accanto al suo.
"Ehi!" esclamò l'amico non appena se la ritrovò vicino.
"Ciao! Devo dirti una cosa!" disse lei con un po' di fiatone a causa dello scatto fatto poco prima.
"Wow, sei proprio fuori allenamento eh?" rise.
"Diciamo che Mars ed educazione fisica non stanno molto bene insieme" rise anche lei dimenticandosi però quello che stava per dirgli.
Liam le sorrise "Com'è andato il tuo primo giorno?"
"Piuttosto bene a dir la verità. - Ammise - A te? Non ti ho visto a ricreazione."
"Benone e, sì lo so ma, avevo educazione fisica e sono rimasto ad allenarmi un po'" le sorrise.
"Ah capisco. - ricambiò il sorriso - Oh, ecco cosa dovevo dirti, -si ricordò - hai presente Cl-"
"Buon giorno e buon inizio dell'anno ragazzi.." disse il professor Howell interrompendola e cominciando a parlare di tantissime cose che fecero passare di mente a Mars, quello che doveva dire a Liam che, aveva anch'esso smesso di prestarle attenzione poco dopo.

La lezione di economia domestica sembrò la più lunga di tutte e non appena la campanella suonò, a Mars sembrò di aver appena finito di scontare cinquant'anni di pena in carcere.
"Dio mio - commentò chiudendo lo zaino alzandosi in piedi - questa lezione non finiva più. Mi domando a cosa serva saper lavorare all'uncinetto quando frequento il corso di lingue."
"Be', - Liam strinse le spalle - figurati a me quanto possa servire" scoppiò a ridere.
"Ma è obbligatorio?" chiese uscendo dall'aula.
"E' una di quelle materie che vanno fatte per forza, come la matematica"
"Che palle" disse dirigendosi verso l'atrio insieme a Liam quando prima di uscire, vide Claire e la salutò con la mano catturando l'attenzione dell'amico.
"Chi saluti?" domandò guardando in direzione del saluto dell'amica e, non appena l'altra lo vide, smise di sorridere e uscì di corsa lasciando Mars perplessa.
"Che le prende?" si chiese la ragazza corrugando la fronte per poi accorgersi dell'espressione vitrea di Liam, poi ricordò.
"Oh, oh!! - Schioccò le dita - Finalmente ricordo!" esclamò.
"Cosa?" 
"Quello che dovevo dirti prima in aula di economia domestica!"
"Dovevi dirmi qualcosa?" alzò un sopracciglio.
Mars sospirò "Sìì!"
"Perché sei così esaltata dal fatto di esserti ricordata qualcosa?"
"Perché ho la memoria più corta di quella di un pesce rosso" ammise facendolo ridere di gusto.
"Comunque, - riprese mentre si avviavano verso casa - è stata la mia compagna di banco per tutto il giorno e, diciamo che mi ha detto un po' come sono andate le cose... quel Peter è un animale, ha rischiato di farla finire con la faccia a terra-"
"Cosa?" domandò Liam che improvvisamente stava prestando interesse a quello che stava dicendo Mars.
"Cosa, cosa?"
"Peter ce l'ha ancora con lei?" domandò alzando un sopracciglio.
"A quanto pare sì, perché?"
"Dannazione! - cominciò a mordersi nervosamente il labbro inferiore - Gli avevo detto di spaventarla solo per un po', non di rovinarle la vita!"
Mars si fermò "Tu c'entri qualcosa con questa storia?"
Liam sospirò "Quando Harry e Hanna hanno cominciato a sentirsti, lei venne da me un pomeriggio, - Mars corrugò la fronte guardandolo accigliata - mi disse che voleva che Claire stesse il più lontano possibile da Harry perché pensava che tra loro ci fosse qualcosa e, sinceramente lo pensavo anche io.." sbuffò.
"Cosa è successo poi?"
"Le dissi che tra di loro non c'era nulla ma lei minacciò di farmi spaccare la faccia dal fratello se non avessi fatto come mi aveva detto e-"
"Sei un codardo."
Liam la guardò severo "Non sono un codardo. - Mars lo guardò negli occhi - Ho provato e riprovato a far in modo di farle cambiare idea su Harry ma, lei non mi ha dato ascolto e ha smesso di parlarmi, così anche Harry.. Poi, qualche giorno dopo, Peter mi ha placcato mentre ero fuori a fare delle compere per mia madre e, stava per picchiarmi ma.."
"Ma?"
"Gli ho detto che Claire non mi parlava più e che quindi non avrei potuto far niente però, lui avrebbe potuto far qualcosa. Gli diedi dei soldi, li presi dal conto di mio padre-"
"Quanto?"
"Un centinaio di sterline.. - sospirò - gli dissi di spaventarla e un paio di giorni più tardi, venni a sapere che Harry non parlava nemmeno con lei. Pensai che Peter avesse fatto il suo dovere e che finalmente tutto si era sistemato-"
"Be' non è così. - Lo interruppe - Da quello che mi ha detto, Claire ha smesso di parlare con Harry perché lui le ha voltato le spalle, il motivo non lo so però.. so solo che oggi lui non ha alzato un dito quando Peter l'ha spinta anzi, ne ha alzati cinque, per sbatterli conto la sua mano" confessò.
Liam serrò la mascella "Non ha fatto nulla?"
"Una cosa l'ha fatta"
"Ossia?"
"Ha riso, di gusto anche."
Liam s'inumidì le labbra "Io.. io non sapevo che Peter stesse continuando a darle addosso. Lo avevo pagato solo per spaventarla e-"
"Sono tre anni che le da addosso Liam, non ci credo che tu non te ne sia mai accorto."
"Non sto mentendo Mars, - si fermarono perché erano arrivati a casa di lei - come ti ho detto, io e te abbiamo solo tre lezioni insieme e Claire ha il tuo stesso orario.. anche volendo, Peter non è mai nella mia stessa classe quando c'è anche lei quindi come facevo a saperlo?"
Mars sospirò "Be', allora vedi di fare qualcosa perché giuro che se non lo fai, glielo spacco io un banco in faccia a quel Peter. Non è giusto che ci vada di mezzo lei a causa tua e di Harry."
"Lo so ma, ti prego, non avercela con me.."
Mars accennò un sorriso "Tranquillo.. e scusa se ti ho dato del codardo. A domani."
"Figurati.. a domani" rispose lui riprendendo a camminare verso casa.
  
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