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Autore: fire_94    10/09/2014    5 recensioni
Nella città di Tarri, assieme agli umani convinvono altre due razze, molto diverse fra loro e da sempre in competizione. Una, le Ombre, razza molto simile agli umani, con caratteri scuri e dai poteri misteriosi; l'altra, i Domatori, razza anch'essa dalle fattezze umane, ma che presenta dei caratteri “bestiali” e che è in grado di comandare delle creature potenti e straordinarie.
Oltre a loro, da poco sono comparsi anche i Cuori Impuri, delle creature che si cibano di umani ma invisibile agli occhi delle loro prede.
Da allora, Ombre e Domatori hanno smesso di combattere fra loro, almeno per ora, e si sono dedicati allo sterminio dei Cuori Impuri, sebbene cerchino di evitarsi il più possibile...
Questa più che una trama mi rendo conto che è soltanto una descrizione di queste razze che faranno da protagoniste alla mia storia... mi scuso, ma ancora devo capire bene anche io come si evolverà.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo Uno
Cuori Impuri
 
Sotto le mura della città di Tarri, dal lato esterno, una giovane donna di poco più di vent'anni stava avanzando sulla sabbia a passo lento; fra le mani aveva un cestino pieno fino all'orlo, ma individuarne il contenuto era impossibile a causa di un fazzoletto a quadri bianchi e rossi che vi aveva posato sopra. La donna aveva i capelli raccolti in un due trecce che le ballavano dietro la schiena a ogni suo movimento. Le sue labbra si aprivano e si muovevano, come se stesse cantando. Continuava a camminare verso casa, ignara di ciò che aveva alle calcagna.
Appollaiata sulla cima delle mura di pietra, alte forse più di dieci metri, baciata dai caldissimi raggi del sole, c'era una figura ammantata da capo a piedi. Del suo volto, soltanto i suoi occhi scuri facevano capolino sopra una benda che le copriva il mento, fin sopra il naso. Alle sue spalle, le guardie incaricate di mantenere l'ordine erano stese a terra, alcune in posizione supina altre prona. Nessuno di loro aveva perso nemmeno una singola goccia di sangue. Avevano il respiro pesante, sembrava dormissero come bambini, con le spade dalla lama ricurva ancora dentro la fodera. Prima ancora che riuscissero a estrarle, qualcosa li aveva colpiti.
Farrin aveva gli occhi incollati sulla giovane donna, più grande di lei forse di due o tre anni, spostando spesso lo sguardo poco più indietro, verso una massa d'ombra scura che sgambettava appresso alla sua vittima. Per lei era impossibile non notare quella creatura a quattro zampe, con una pelle nera e lucida, in mezzo al giallo sporco della sabbia, ma la giovane donna non avrebbe potuto vederla nemmeno se avesse guardato dritto nella sua direzione.
Farrin portò una mano ai coltelli che aveva nascosto in gran numero sotto un mantello. Ne afferrò l'elsa, sentendola fredda contro la pelle calda. Restò immobile in quella posizione, senza estrarli né accennare a voler fare qualcosa.
Quel Cuore Impuro era l'ultimo che le rimaneva. Ne aveva sconfitti almeno una decina tutta da sola, dato che i suoi compagni di squadra avevano deciso di mandare solo lei, così che loro potessero preoccuparsi di tutti gli altri nel centro della città. Quelli fuggiti, in pratica i più codardi, erano toccati tutti quanti a lei.
Si passò una lingua fra le labbra, sentendo il sapore della stoffa della benda, oltre che delle sue labbra e il salato del proprio sudore. Continuò a fissare la creatura, che ormai era a pochi passi dalla sua preda, la quale all'improvviso si voltò con aria impaurita, come se avesse percepito qualcosa. Era impossibile per lei scorgere anche solo la sagoma del Cuore Impuro, tuttavia Farrin supponeva fosse possibile che provasse la sensazione di essere seguita, se si trattava di una persona particolarmente sensibile.
Non appena si ritrovò di fronte il volto della donna, la creatura aprì le sue immense fauci, grandi forse la metà delle sue dimensioni totali, e scattò in avanti per addentarla. In quel preciso istante, Farrin agì. Lanciò uno dei coltelli, trafiggendo in mezzo agli occhi il Cuore Impuro durante il suo agile balzo verso la sua preda; la creatura rotolò sul terreno, sollevando un'ondata di sabbia che accecò la giovane donna. Questa prese a tossire, continuando a fissare di fronte a sé con aria sconvolta. Doveva aver visto il pugnale, ma non capiva cosa stesse succedendo.
A Farrin comunque importava poco. Il suo compito l'aveva svolto. Con quel Cuore Impuro, aveva sconfitto tutti e undici quelli che erano fuggiti durante la battaglia. Si passò una mano fra i capelli corvini, agitandone una ciocca e lasciando che le si aprissero in un ventaglio dietro la nuca. Quindi si voltò, pronta a tornare dai suoi compagni.
Tuttavia, dovette fermarsi quando udì un verso stridulo, seguito da almeno un'altra decina di voci simili. Tornò a guardare il deserto fuori dalla città, dove un enorme ammasso di corpi neri, tutti così vicini da sembrarne uno solo, stava zampettando a tutta velocità verso Tarri. Era un vero e proprio piccolo esercito di Cuori Impuri.
Farrin non trattenne una smorfia disgustata. Odiava quelle creaturine, provava ribrezzo nel pensare alle loro enormi mascelle che si aprivano per poi scattare verso la preda e staccargli un pezzo di carne. Il pensiero del sangue della vittima che colava fra i loro denti aguzzi la fece rabbrividire. Un'orda intera di quelle creature non avrebbe potuto sistemarla da sola, sebbene non le piacesse ammetterlo. Sarebbe dovuta andare a chiamare aiuto, ma pensò che i suoi compagni dovessero essere nella sua stessa situazione all'interno della città. Inoltre, nel tempo che avrebbe perso per raggiungere gli altri e tornare, i Cuori Impuri avrebbero fatto in tempo a penetrare all'interno.
Questo significa che avrebbe dovuto cavarsela da sola. Sperò soltanto di riuscire a non sporcarsi con il loro sangue nero e viscido.
Afferrò altri due pugnali e, mentre li estraeva, spiccò un balzo per poi ricadere giù dalle mura, sulla sabbia calda, davanti allo sguardo ancora sconvolto della giovane donna, con una leggiadria degna di un felino. Sentì il rumore della ragazza dietro di lei crollare a terra con un tonfo, probabilmente svenuta a causa di quella sua improvvisa apparizione, ma non si voltò a controllare se stesse bene. Il suo compito era quello di salvare ogni singolo cittadino dalle grinfie dei Cuori Impuri e l'aveva fatto, perciò se quella tipa fosse morta per qualsiasi altro motivo, la faccenda non la riguardava.
Le creature ormai erano vicine. Troppo, per i suoi gusti.
Da dove si trovava, Farrin scagliò i due pugnali che aveva in mano, trafiggendone due in mezzo agli occhi con una precisione incredibile. Vide il loro sangue zampillare per aria, prima di ricadere sul terreno, ma cercò di non farci troppo caso. Quindi, dopo aver preso i suoi ultimi due pugnali, con un sospiro di rassegnazione, iniziò a correre a gran velocità con un passo incredibilmente silenzioso verso le creature.
Odiava i combattimenti corpo a corpo, ma ormai aveva terminato i pugnali da lanciare, perciò aveva poca scelta. Mentre ancora era a metà strada, però, un urlo quasi animalesco la indusse a bloccarsi di botto.
Alzò lo sguardo al cielo: una donna dai capelli tagliati piuttosto corti, di un rosso acceso, dotata di due grandi ali dalle membrane quasi trasparenti, si era sollevata in alto, oscurando il sole con la propria figura, snella e slanciata. Era lei a urlare, con la sua voce bassa e roca, come se si stesse divertendo un mondo.
Farrin digrignò i denti. «Bestie,» mormorò fra sé e sé. «Cosa ci fanno qui?»
La ragazza alata gonfiò il petto per lanciare un ultimo grido al cielo, così forte che perfino i Cuori Impuri, di solito apatici verso ogni cosa, alzarono le teste per controllare cosa stesse succedendo. Dall'alto videro una creatura dalle ali bianche, con la testa e il corpo di un leone e un serpente sibilante come coda, che scese giù su di loro in picchiata, sbucato da chissà dove. Ne addentò alcuni con le sue zanne, schiacciando i loro corpi viscidi e neri fra le mascelle muscolose.
A quella vista, Farrin non trattenne una smorfia di profondo disgusto. Detestava vedere quelle bestie all'opera, uccidevano in modo violento, spargendo litri di sangue che si potevano benissimo evitare.
I suoi occhi incontrarono lo sguardo della ragazza alata, ancora librata in aria. Farrin riuscì a percepire, nonostante la distanza, la scarica d'odio che l'altra le lanciò con il proprio sguardo. Per un attimo temette anche che volesse scendere per attaccarla, ma tirò un sospiro di sollievo nel vedere che quella invece raggiunse la sua creatura per darle man forte contro i Cuori Impuri.
Farrin allora decise di sfruttare l'occasione. Visto che avevano deciso di chiamare anche i Domatori per liberarsi di tutti questi impiastri neri, anche se la questione la faceva tremare per la rabbia, almeno avrebbe potuto usarli per raggiungere i suoi compagni senza il rischio che i Cuori Impuri nel frattempo entrassero in città. Sempre ammesso che potesse fidarsi delle capacità di quegli esseri tanto brutali.
Purtroppo, aveva ben poca scelta se voleva portare a termine la missione con successo, perciò girò i tacchi senza perdere tempo a pensarci ancora.




Angolo Autrice:
Salve a tutti!
Allora, prima di tutto, ringrazio chiunque sia arrivato fin qui.
Questo qui è soltanto il primo capitolo, nemmeno troppo lungo, di questa storia che mi è venuta in mente qualche tempo fa. E' una specie di esperimento, ho voluto pubblicarla per scoprire se vale la pena continuarla oppure no (fino a ora ho scritto tre capitoli xD).
Il titolo, siccome io odio trovare titoli, l'ho preso da una canzone, questa qui in particolare: http://www.youtube.com/watch?v=lKN2Hotc6JI&index=11&list=PLaGFZY6GM01WmI1sViC2PtRryzFaKtrLM
Potrebbe procedere un po' a rilento, se decido di continuarla, quindi mi scuso in anticipo. Cercherò di non esagerare comunque, prometto! :P
Bene, detto questo, direi che ho finito.
Grazie ancora per aver letto!
Alla prossima! ^^

 
   
 
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