Cari lettori, vi rubo un minuto del vostro tempo per introdurvi la storia. E' la prima volta che scrivo sull'universo Star Wars, adoro i film e i suoi personaggi e non cambierei nulla del capolavoro di Lucas, questa è una semplice alternativa scritta per gioco, un'alternativa meno drammatica che prende le fila dalla penultima scena de "La vendetta dei Sith". Dimenticate il IV, il V e il VI capitolo, la storia prende piede subito dopo il III. Spero che vi piaccia e vi divertiate nel leggerla, e magari che riesca a emozionarvi un poco, e se volete farmi sapere il vostro parere, critiche e consigli sono più che ben accetti :-) Questo è solo il prologo ma il primo capitolo è già pronto per la pubblicazione che avverrà a breve. Grazie a tutti in anticipo a tutti. Buona lettura!
Prologo
La
lettiga scivolava silenziosa in testa al corteo funebre. Gli astanti, una folla
resa muta
dall’incredulità del funesto evento a cui stavano
assistendo, guardavano con
occhi colmi di paura e commozione quella bara nera che gli passava
davanti,
capaci solo di tendere la mano e lanciare un fiore, una rosa bianca,
ultimo
omaggio a uno dei più grandi Cavalieri Jedi che il consiglio
aveva avuto
l’onore di avere.
La
morte del maestro Windu aveva scosso il nostro mondo come un violento e
inaspettato terremoto, aveva squarciato il velo della falsa sicurezza
in cui ci
eravamo adagiati e che non ci aveva permesso di vedere come il mondo
stesse
cambiando sotto i nostri occhi ciechi. Sembrava quasi un simbolo della
Repubblica che stava per morire, dell’universo come lo
avevamo conosciuto fino
ad ora.
Avevamo
sempre combattuto guerre contro nemici esterni, guerre estenuanti e
nefaste ma
che eravamo stati sicuri di vincere, forti del nostro solido stato,
delle
nostre leggi. Vinti da secoli di prosperità di una
Repubblica che sembrava
invincibile e ferrea, non eravamo stati in grado nemmeno di immaginare
che la
guerra più grande sarebbe venuta da dentro, con il
tradimento nel cuore della
Repubblica stessa. Il Senato, l’organo di governo, e
l’Ordine dei Cavalieri
Jedi, suo protettore, si era infine rivelato cedibile alla corruzione.
La
sicurezza che avevamo riposto in loro si era infranta come un vaso di
cristallo
contro il muro della realtà.
Il
Maestro Windu era morto il giorno prima mentre cercava disperatamente
di
arginare una piaga ormai troppo estesa. Aveva cercato di eliminare il
fautore
di questa guerra intestina, il burattinaio che aveva mosso i fili di
entrambi
gli schieramenti per anni senza che noi ce ne accorgessimo per
acconsentire al
suo sogno di gloria di divenire realtà, il Cancelliere
Palpatine.
Ora
il Cancelliere, rivelatosi Darth Sidius, la serpe in seno che non
avevamo
nemmeno sospettato di avere, si stava muovendo velocemente per
raccogliere gli
alleati di cui si era fornito nel corso della sua guerra silente. Si
era auto
proclamato Imperatore della Galassia e nessuno aveva avuto il potere
per
opporsi, neppure il Maestro Yoda, uscito sconfitto dallo scontro che
aveva
avuto con lui.
Mentre
guardavo quella bara scivolare via, mi sembrò che le nostre
possibilità scorressero
lontane con lei. Non riuscivo a capacitarmi di come nonostante i nostri
sforzi,
non fossimo riusciti ad impedire che la situazione precipitasse in
questo modo.
La Repubblica finita, l’Ordine Jedi distrutto,
l’universo nelle mani di un
folle.
Ma
noi siamo
ancora vivi.
Il
pensiero mi fulminò per la sua ovvia verità. Noi,
a differenza di Windu,
eravamo ancora vivi. Forse potevamo porre rimedio al disastro che
avevamo
permesso si compisse. Non sapevo se ne avremmo avuto la
possibilità ma di certo
avremmo tentato, avremmo fatto tutto ciò che era in nostro
potere per
ripristinare la libertà che ci era stata sottratta e
vendicare le perdite
subite.
Noi
siamo ancora
vivi e non ci arrenderemo.