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Autore: Carlos Olivera    12/09/2014    1 recensioni
Gli uomini combattono e si accaniscono per ottenere qualcosa, e più ciò che bramano è irraggiungibile o impossibile più lo desiderano. Come la rugiada scompare al sorgere del sole, così questa loro sete di nuovi orizzonti è il sogno dentro un sogno, miraggio di qualcosa che cercheranno per l'eternità senza ottenerla mai.
Dalle lussureggianti strade di Kyrador agli infuocati deserti di Alepto, Jake Aulas e Carmy O'Neill si addentrano sempre di più nei meandri più segreti ed oscuri del loro mondo, mentre ai loro occhi si dipianano poco alla volta i fili oscuri di una grande cospirazione volta a sovvertire l'ordine mondiale di Celestis, minacciando di distruggere il fragile equilbrio che governa l'esistenza della Città delle Nebbie e di precipitare il loro mondo nel caos.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tales Of Celestis'
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32

 

 

Con la morte di Timur e la distruzione di buona parte del suo dominio della droga, i laboratori e gli altri centri di produzione della lilith come di molti altri stupefacenti, come previsto, erano andati nel panico.

Privati di una catena del comando, i capi delle singole installazioni sfuggite alla prima retata avevano speso le settimane successive cercando di riorganizzarsi, ma non potendo più contare sulla propria solida rete di silenzio e di fiancheggiatori riuscire a stanarli si stava rivelando molto più facile.

In media veniva smantellato un centro alla settimana, anche se le stesse autorità di polizia si mostrarono sorprese da quale sterminata organizzazione l’ormai defunto priore fosse stato capace di mettere in piedi.

A rendere la situazione ancor più complessa vi era poi il fatto che molti di questi centri si erano mutati in piccoli fortini, equipaggiandosi con sistemi di sorveglianza e armi di vario genere, il che rendeva quasi sempre necessario l’intervento del TMD o delle Forze Speciali.

Benché in teoria il caso, per quanto li riguardava, fosse ormai da considerarsi chiuso, non era raro che anche Carmy e i suoi compagni prendessero parte ad alcune di queste operazioni, soprattutto se si trattava di installazioni particolarmente grandi e ben difese.

Una mattina di inizio autunno, poco prima del sorgere del sole, era toccato ad un centro di smistamento e di spaccio, situata in un vecchio capannone in disuso nell’area portuale a nord della città.

Doveva essere un lavoro come tanti altri, ma qualcuno doveva aver passato una soffiata, perché al loro arrivo le Forze Speciali e il piccolo distaccamento della Polizia Militare avevano trovato gli occupanti impegnati a tentare in tutta fretta di ripulire il laboratorio, e ne era nato un piccolo scontro a fuoco.

Approfittando della situazione il responsabile di quel centro aveva cercato di darsela a gambe passando dal retro, ma come fece per defilarsi lungo la stradina che passava dietro il capannone qualcuno gli saltò addosso piombando giù da una delle finestre del primo piano.

Neanche il tempo di rotolare sull’asfalto bagnato e rimettersi in piedi, che l’uomo si ritrovò a tu per tu con una giovane agente di polizia che lo teneva sotto il tiro della pistola.

«MAB, non ti muovere!» gli intimò Carmy rialzandosi assieme a lui.

Quello dapprima parve voler tentare qualcosa, ma dinnanzi all’arma puntata si risolse infine ad alzare le mani. A quel punto Carmy, peccando di eccessiva sicurezza, commise l’errore di lasciare la pistola con una mano per recuperare le manette, e come la vide distogliere per un istante lo sguardo il trafficante riuscì ad sottrarle l’arma.

Il riconoscimento genetico gli impediva di usarla, e allora gettatala via l’uomo sfoderò un grosso coltello, dinnanzi alla quale tuttavia la giovane agente restò immobile, e a prima vista per nulla intimorita. Partirono due assalti, cui Carmy replicò schivando i vari affondi, fino a che un fendente non minacciò di colpirla arrivando dall’alto.

«Panzer Fleisch

Grazie all’incantesimo la sua mano divenne dura come la roccia, tanto da permetterle di afferrare l’arma per la lama e strapparla di mano all’aggressore, che nel perderla scivolò drammaticamente in avanti.

«Shock bomb!» ordinò la giovane agente, e folgorato dalla scarica di energia che gli venne scagliata addosso sottoforma di un globo elettrico il fuggitivo crollò inerme in posizione fetale.

«Sei in arresto per produzione e spaccio di droga.» disse prima ancora di riprendere fiato

Vedendola tornare poco dopo all’ingresso del capannone con qualche livido per la caduta e sbattere, non senza veemenza, il fuggitivo sul blindato, Cane e Lucas si lasciarono sfuggire un sorrisetto divertito.

«Che fine ha fatto la ragazzina tutta acqua e sapone che è entrata nella polizia militare sei mesi fa?»

«Ho imparato dai migliori.» sorrise lei

 

Tornata al commissariato, e su pressione dei suoi compagni, Carmy si attardò un momento per passare in infermeria, trovando ad attenderla al suo ritorno in ufficio una gradita sorpresa.

«Vieni, presto» le disse Lucas affacciandosi dal box. «C’è il Capitano in collegamento.»

«Arrivo subito!»

La ragazza fece appena in tempo ad entrare prima che il mezzobusto di Alexia, parzialmente nascosta sotto le coperte di un elegante e morbido letto, comparisse sul monitor affisso alla parete.

I segni dei molti interventi chirurgici cui il Capitano aveva dovuto sottoporsi erano ancora evidenti; il braccio destro era completamente fasciato, così come parte della testa, e sicuramente sotto la giacca verde acqua del pigiama portava un supporto per sostenere il peso del corpo in attesa della completa rigenerazione vertebrale.

In un certo senso aveva un po’ stupito tutti il fatto che, dopo essere stata dimessa dall’ospedale, Alexia avesse accettato l’invito della madre di andare a spendere parte del proprio congedo momentaneo in attesa della guarigione in una delle molte residenze di campagna di proprietà della sua famiglia, lontana da Kyrador e dalle noie del suo lavoro.

Ciò nonostante, almeno una volta a settimana, il Capitano chiamava i suoi subalterni per rassicurarli delle sue condizioni, ma soprattutto per accertarsi che la squadra se la stesse cavando egregiamente, visto e considerato che le sue attuali condizioni le avrebbero impedito un completo ritorno in servizio prima di sei mesi.

«Signor Capitano» disse Cane salutandola platealmente. «La trovo in splendida forma.»

«Non sei spiritoso» sorrise lei. «Comunque non mi posso lamentare.»

«Com’è la campagna, signore?» chiese Lucas

«Tranquilla. Rothbury non sarà il posto più sperduto di Celestis, ma è senza dubbio un’altra cosa rispetto a Kyrador. Anche se in verità, da quando sono qui non ho conosciuto altro luogo che questa camera da letto.»

«Come vanno le sue ferite, Capitano?» domandò Carmy

«Abbastanza bene. Secondo i medici sto guarendo a vista d’occhio. Potrei perfino tornare in servizio prima del tempo.»

«Non si sforzi, Capitano. In fin dei conti, si è fatta molto male.»

«Carmy, di madre ne ho già una, e mi basta.»

«Scusi, non volevo…» balbettò allora lei arrossendo e distogliendo lo sguardo

«Ecco, questa è la Carmy che conosco.» disse Alexia con un sorriso

«Le giuro Capitano, a volte la nostra Carmy sembra quasi un’altra persona» disse Lucas. «Forse potrebbe fare un pensierino sul suo conto e promuoverla al posto di qualcuno che ben conosciamo.»

La risposta a quella battuta fu per Lucas una punta di scarpa dritta sulla tibia, tanto che l’agente dovette stringere i denti per non mugugnare di dolore.

«Non si preoccupi, signor Capitano» sentenziò invece Cane gonfiando il petto. «Il suo posto è ben coperto. Come ha detto la nostra qui presente Carmy, lei pensi solo a rimettersi e guarire.»

«Non ti ci abituare troppo, Cane. Sarà solo per pochi mesi.»

«Cercherò di fare del mio meglio.

Intanto, abbiamo già ottenuto dei buoni risultati.»

«Ovvero?»

«Nelle ultime tre settimane abbiamo smantellato quattro tra laboratori e locali adibiti allo spaccio» spiegò Lucas. «E abbiamo arrestato quasi tutti i capi della chiesa dell’Ottavo Distretto sfuggiti alla prima retata.

La Chiesa di Ela ha ufficialmente disconosciuto l’operato di Timur e dei suoi alleati, ma la reputazione del culto ormai è rovinata, e gli ci vorrà parecchio tempo per ricostruirla.»

«Le teste mozzate stanno andando ognuna per conto proprio, ma non c’è più la stessa ferrea organizzazione di prima. Ormai è solo questione ti tempo» intervenne Cane, che però un attimo dopo parve incupirsi. «Anche se temo che servirà ben altro per arrestare la diffusione della lilith

«Ne sono consapevole. Purtroppo, i timori della polizia erano fondati. È chiaro che Timur non era il solo a garantire il rifornimento di grossi quantitativi di droga all’interno di Kyrador, per non parlare delle altre città.»

«La droga in circolazione è certamente diminuita, ma non tanto quanto si sperava» osservò mestamente Carmy. «Incidenti anche seri continuano ad accadere con una certa frequenza, e ultimamente gli EDA stanno diventando più potenti.»

«Sì, l’ho saputo. Ne parlano anche nei notiziari. Ma è ovvio che il problema costituito dagli EDA non è legato soltanto alla lilith.

E il fatto che ora qualcuno abbia cominciato a fare uso di questa droga a fini di vero e proprio terrorismo non fa che rendere la situazione ancor più pericolosa.»

«Purtroppo,» disse Cane. «Da quando le Indagini Speciali hanno preso in mano l’inchiesta abbiamo pochissima libertà d’azione in questo senso. Ma se vuole sapere come la penso, è fuori di dubbio che alcuni di questi cosiddetti incidenti in realtà siano tutt’altro.»

«Dal punto di vista degli stati d’animo com’è la situazione lì a Kyrador

«C’è un po’ di tensione, ma nulla di straordinario» rispose Lucas. «Anche se la gente comincia ad essere preoccupata per tutti questi EDA.»

«Comincio a temere che chi ha architettato tutto questo voglia proprio far sì che la tensione continui a salire.

E purtroppo, se è davvero così, rivelare o meno la natura deliberata di alcuni di questi presunti incidenti non cambierebbe le cose.»

Carmy sentì il solito brivido alla schiena, ed anche i suoi compagni aggrottarono le sopracciglia in un’espressione preoccupata.

 

L’obitorio sulla quarantesima strada lavorava principalmente per conto della polizia cittadina, inoltre fungeva da sede di studio per l’università nazionale, ma non era raro che si occupasse anche di indagini affidate dalla MAB.

Di ritorno da una commissione nel vicino distretto Jake decise di farci un salto, desideroso di scambiare qualche parola con una vecchia amica e compagna di università.

«Alisa?» disse entrando nella sala autopsie del terzo livello sotterraneo, dove era certo di trovarla.

Come varcò la soglia, una figura in piedi dall’altro alto della stanza davanti ad un terminale si volse a guardarlo, e dinnanzi al giovane agente si materializzò da un momento all’altro il volto rotondo, quasi infantile, di una giovane donna, contornato da spumeggianti boccoli rossicci e impreziosito da grandi occhi blu.

Stretto tra i denti, e lasciato a penzolare vistosamente dalla bocca, la dottoressa Moraida mordicchiava come al solito uno dei suoi adorati bastoncini gommosi all’amarena; Jake non riusciva a ricordare una sola volta in cui non l’avesse vista intenta a succhiarne uno.

«Guarda un po’, se questa non è una sorpresa.» gongolò la giovane dottoressa prima di succhiare rumorosamente un altro strato del suo dolcetto

«Dovresti toglierti questo vizio.» commentò Jake riferendosi sia all’abitudine dell’amica di soccombere alla sua dipendenza in ogni dove, persino sul luogo di lavoro, sia al modo poco formale di mangiarli

«Sono sicura che non sei venuto qui solo per beccarmi sulle mie ben note manie.»

«Passavo da queste parti, e ho pensato di venirti a salutare. Non ci vediamo da quando sono partito per la stazione Ares.»

Lei si avvicinò, protendendo il busto in avanti fin quasi a sfiorargli la fronte, e dopo aver speso lunghi secondi a fissarlo quasi crucciata piegò le labbra in un grosso sorriso.

«Sei proprio come ti ricordavo. A quanto pare le vergate della Ares e il lavoro da TMD non hanno rovinato il tuo bel faccino, Jacky

«Ancora con questa storia? Io mi chiamo Jake

«Jacky è più carino. Quando andavamo al college sembravi quasi una ragazza» quindi gli tastò il polpaccio. «Ora i muscoli e il fisico non ti mancano. Sei diventato un vero soldato.»

«Tu invece sei rimasta la solita nerd con strani gusti e ancor più strane manie.» le fece il verso Jake indicando con lo sguardo un tavolo anatomico coperto da un telo

«È arrivato questa notte» rispose lei tornando seria. «Caso EDA. L’ennesimo. Ormai ne arriva uno ogni due giorni.

Anche se c’è qualcosa di strano.»

«Strano in che senso?»

Alisa chiamò una proiezione virtuale al centro della stanza, raffigurante due filamenti genetici che roteavano lentamente su sé stessi, ognuno di un diverso colore.

«Quello rosso è l’M-Code dell’EDA che sta riposando in questo momento sul mio tavolo. Quello verde invece proviene dall’EDA apparso il mese scorso all’università. Immagino ne avrai sentito parlare.

Noti niente?»

«Che sono entrambi ridotti ad un bordello?» disse quasi con spirito Jake dopo un momento di riflessione

«Certo, a prima vista possono sembrare due comuni filamenti genetici scombussolati da una overdose di energia che ha portato alla mutazione.

Sicuramente saprai che la mutazione EDA è dovuta ad uno scompenso magico-energetico all’interno dell’organismo che porta ad una momentanea scissione dell’M-Code e alla sua ricostituzione in modo del tutto casuale.

Invece, nel caso dell’EDA apparso all’università, la struttura dei nucleotidi della sequenza genetica, per quanto alterata, non appare così compromessa come nel caso degli altri EDA.»

«Vuoi dire che non vi è stata alterazione genetica?»

«No, no. C’è stata. E anche piuttosto violenta. Ma stranamente l’M-Code, a dispetto della notevole mutazione a cui è andato incontro, non ne è uscito eccessivamente compromesso.

Questo spiega anche perché, a leggere i rapporti, sia stato capace di reggere tutti quei colpi sprigionando nel contento un notevole potere offensivo.»

«Forse è stato solo un caso. Anche se non è stato ancora reso pubblico, pare che si sia trattato di un vero e proprio attentato terroristico. Hanno usato quel poveraccio come un cavallo di troia.»

«Un giorno o l’altro dovrò cercare di capire da dove viene questo modo di dire» commentò Alisa sfiorandosi il mento. «Lo usano tutti, ma nessuno sa bene quale ne sia l’origine.»

«Ad ogni modo, l’uomo che ha organizzato quel bell’esperimento mi è morto davanti agli occhi dopo essersi sparato un colpo in testa.

Quindi, è probabile che non ne rivedremo più di bestie simili.»

«Forse. O forse no.»

Riacquistata la serietà per la seconda volta, la dottoressa materializzò altre due sequenze genetiche.

«Questi due sono finiti sotto i miei ferri uno due settimane fa e l’altro martedì scorso. Stessa storia. Una mutazione significativa ma non così radicale.

E in entrambi i casi, il rapporto parla di EDA particolarmente coriacei.»

«Non ne sapevo niente. Deve essersene occupata un’altra squadra. Dove sono apparsi?»

«Su una nave da crociera appena salpata per New Aalborg e ad una fiera di collezionisti di cianfrusaglie terrestri.

Avrei voluto fare qualche altra analisi, ma i tuoi amici capoccia dell’Agenzia prima si sono presi i corpi e poi hanno secretato tutto.»

Questa volta fu Jake a toccarsi il mento, preoccupato e pensieroso, e un silenzio angosciante calò tra i due, mentre il rumore simulato di tutti quei filamenti genetici che roteavano su sé stessi riempiva la stanza come un insopportabile ronzio.

«Facendo questo lavoro,» concluse Alisa. «Ho imparato a non fidarmi mai delle coincidenze. Ma in questo momento, vorrei tanto sbagliarmi.

Chissà, forse è davvero soltanto un caso.» ma lei sembrava la prima a non crederci.

 

 

Nota dell’Autore

Eccomi qua!^_^

Finalmente, dopo tanto penare, sono riuscito a pubblicare questo primo capitolo.

Come vedete il numero del capitolo non corrisponde a quello reale; questo perché, come ho già detto, pur avendola pubblicata come nuova storia in realtà si tratta della continuazione della precedente, così ho preferito lasciare la numerazione originale.

Per ora è tutto

A presto!^_^

Carlos Olivera

  
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