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Autore: AnnaHazza    12/09/2014    3 recensioni
L’amore è qualcosa che attendiamo.
Ci immaginiamo il nostro primo bacio e addirittura la nostra prima volta.
Ma certo non immaginiamo la prima volta che ci si spezza il cuore, forse perché, anche il solo immaginarlo, fa troppo male.
Però, in qualche modo, il dolore per amore è quello che ci cambia davvero..
Buona lettura!
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Nel momento in cui Johannah inserì le chiavi di casa nella serratura, si ricordò d’aver lasciato la porta aperta data la presenza di Charlotte.
Dal corridoio del soggiorno vide la ragazza dormire sul divano, coperta dal giubbotto del figlio mentre Louis era intendo ad usare il proprio telefono.
Quando i loro sguardi s’incontrarono, Johannah lo salutò con una mano e lui le fece l’occhiolino.
La donna salì le scale affacciandosi verso la stanza delle figlie, le guardò dormire serenamente e poi, si diresse lentamente verso la propria camera.
Charlotte alzò lentamente gli occhi, si sedette sul divano e sbadigliò portando lo sguardo imbarazzato verso Louis.
 
Edward Evans, militare della marina britannica, stava aspettando i propri familiari all’aeroporto.
Jamie appoggiò la testa sul finestrino confusa pensando a Liam e Zayn mentre la madre camminava verso la macchina con i fratelli gemelli a fianco.
Laura salì a bordo, accese il veicolo, sorrise a Jamie e si voltò verso i figli minori.
“Shane e Cameron, allacciate le cinture” commentò raccogliendosi i capelli in una coda.
“Jamie non ce l’ha, quindi noi non la mettiamo” disse Shane incrociando le braccia al petto.
La ragazza sbuffò alzando gli occhi verso il cielo e ubbidì alla madre, che le aveva intimato di seguire le regole stradali. Dover dare l’esempio ai fratelli minori era davvero una noia per Jamie.
L’auto partì velocemente, erano in terribile ritardo e il marito li stava già aspettando da una mezz’ora piena.
“Sono felice che papà torni a casa” sospirò Jamie voltandosi verso la madre.
“Anch’io, amore” sorrise Laura senza distogliere lo sguardo concentrato dell’autostrada “è un peccato che debba ritornare al lavoro finite le vacanze di Natale”.
Jamie annuì senza parlare, era difficile per lei accettare che suo padre lavorasse all’estero dato il loro rapporto speciale.
 
Charlotte abbassò lo sguardo verso il pavimento mentre Louis non le toglieva lo sguardo di dosso.
“Saluta da parte mia, Johannah e le gemelle” disse con un sottile tono di voce la ragazza.
Indossò il giubbotto e si diresse lentamente verso la porta finché non fu bloccata dalla presa di Louis che la attirò a sé, stringendola fra le sue braccia.
“Non era mia intenzione criticarti l’altra settimana, Charlotte” le sussurrò all’orecchio.
La ragazza appoggiò il proprio mento sulla spalla di Louis, lasciandosi trasportare dall’odore del ragazzo che lei desiderava.
“Mi scuso io, ho interpretato male le tue parole” rispose la ragazza allacciandogli le braccia intorno al collo.
Le mani di Louis si appoggiarono sulla sua schiena, portandola verso di se e facendo scontrare nuovamente i loro corpi.
“Perdonami, Tomlinson” gli disse guardandolo negli occhi azzurri, “non sopporto litigare con te”.
La ragazza provò una stretta allo stomaco e il suo volto si riempì di un sorriso appena le labbra del ragazzo si adagiarono calde alla sua nuca.
 
Niall, stanco di passare la maggior parte del tempo a casa dei suoi genitori per l’ansia che Mose tornasse ancora da lui, attraversò la strada dirigendosi dai Medway.
“Buongiorno” sorrise Gwyneth aprendo la porta d’ingresso.
“Ho una proposta da farti” disse Niall lasciandole un bacio sulla guancia.
Gwyneth lo guardò con un viso stanco che Niall definiva attraente in qualsiasi ragazza.
“Mi hanno ingaggiato in un pub a Brighton” la informò facendole l’occhiolino.
“E’ una grande notizia” sorrise sinceramente andando ad abbracciarlo.
“Vieni con me, Gwyneth” le disse spostandole una ciocca di capelli dal viso “partiamo adesso, la sera mi esibisco e poi torniamo a casa”.
 
 
George attraversò il corridoio di casa, salì le scale e raggiunse il piano superiore.
Chiuse lentamente gli occhi sedendosi sul letto matrimoniale mentre pensava alla moglie Rebecca.
Gli mancava in ogni attimo della giornata, dal mattino alla sera.
Spesso pesava a come sarebbe stato averla ancora a casa, come se la malattia non l’avesse mai consumata fino alla morte.
Si era ripromesso di amare le sue figlie giorno dopo giorno e che nessuna donna avrebbe mai preso il posto della loro madre, fino all’arrivo di Johannah.
Non si era mai innamorato di un’altra donna, lui e sua moglie avevano sempre avuto uno di quei rapporti più unici che rari.
Forse avrebbe dovuto solamente riposare e non pensarci, il ricordo di sua moglie gli faceva venire il rimorso.
 
Gwyneth aveva inserito qualche vestito di ricambio in uno zaino, avvisato suo padre che sarebbe tornata la sera tardi e insieme a Niall, partì per Brighton.
“Grazie per avermi accompagnato, sono felice di ricevere il tuo supporto” iniziò lui il discorso mentre guidava.
“Farei questo e altro per te, Niall” disse Gwyneth arrossendo sulle guancie “soprattutto dopo l’inconveniente con Charlotte”.
Il trucco semplice della ragazza le evidenziava i grandi occhi verdi, nei quali Niall si era perso un paio di volte durante quella giornata.
“Non discutere con tua sorella a causa mia, Gwyneth” la rimproverò il ragazzo cambiando marcia e controllando allo specchietto la presenza della sua chitarra nei sedili posteriori.
“Ho altri motivi per i quali non parlare con Charlotte sia la soluzione migliore, mia madre è quello principale” ammise mordendosi il labbro.
“Te ne pentirai un giorno di non aver instaurato un rapporto Charlotte, fidati di me” tentennò Niall parcheggiando l’auto nel centro di Brighton.
 
Jamie sistemò i capelli in una treccia, indossò un paio di semplici pantaloni e una maglietta del padre.
Sbadigliò scendendo le scale di casa a piedi nudi, fino a raggiungere il divano dove suo padre le sorrise indicandole di sedersi fra lui e la moglie, Laura.
“La mia bambina è cresciuta” disse facendole l’occhiolino.
“Ho smesso di essere un bambina quando mi sono arrivate le mestruazioni, papà” ribadì lei scuotendo la testa.
“Non hai mezzi termini, Jamie” la rimproverò sua madre sospirando.
Edward rise finendo di sorseggiare il suo bicchiere di birra, che abitualmente beveva dopo l’orario di cena.
La ragazza si strinse forte al petto di Edward mentre l’uomo le lasciò un bacio sulla nuca e la madre li guardava sorridente.
“Manca poco a Natale, dobbiamo ancora inviare le lettere a Babbo Natale” esclamarono i gemelli interrompendo quell’intimo momento fra Jamie e i suoi genitori.
Jamie fece per aprire la bocca ma sua madre gliela coprì prontamente con una mano, “non rovinargli le feste Mackenzie, ti supplico”.
“Quest’anno voglio organizzare una festa con tutti i nostri parenti e amici più cari, ragazzi” disse il padre “penso che questa sia una delle poche volte che festeggeremo insieme”.
Forse era la seconda volta che passavano il Natale come una famiglia dalla nascita dei gemelli; il lavoro di Edward lo teneva occupato e assente per la maggior parte del tempo.
“Dovevi dirmelo prima, Edward” si allarmò la madre “dovrò spedire gli inviti al più presto, tralasciando i preparativi dell’evento”.
 
Niall osservava Gwyneth camminare di fianco a lui mentre il vento del mare le scostava i capelli.
Era divertente come  la ragazza spostava le ciocche che si collocavano sugli occhi mentre parlava.
L’aveva invitata a passare una giornata con lui per più motivi, il primo era che Gwyneth rimaneva l’amica della quale si fidava di più e il secondo era che uscirci insieme avrebbe ferito Charlotte, e quello era un obiettivo da raggiungere.
“Ho un po’ di ansia per questa sera, non è la prima volta che mi esibisco davanti ad un pubblico, però ho sempre il timore di non piacere” sospirò il ragazzo chiudendo leggermente gli occhi.
“Nessuno rimarrà deluso, fidati di me” disse Gwyneth saldando le loro mani e sorridendogli, senza nascondere il proprio rossore sul viso.
 
 
 
   
 
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