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Autore: rosa di vetro    16/09/2014    5 recensioni
Signori, Signore e popolo di EFP, io Rosa di vetro insieme a LilyRoseWeasley96 vi presentiamo:
Combatti con me Amore! Questa fan fiction cela il segreto del potere, il segreto della vita e il segreto dell’essere felici: questa Long svela l’Amore …
Lily è un nome che cela due persone con caratteri, segreti e profezie di una vita e di una battaglia diversa.
Lily Evans, lei che per i genitori è Lily, per gli amici è Lu e per James è Lilian. Tutti sanno chi è! Ma lei lì smente e li sorprende, sposando il suo miglior nemico.
Lily Evans si sacrifica per amore del figlio, lei muore ma salva suo figlio. La profezia si avvera.
Lily Luna Potter, lei è la principessa per il padre, la rossa per James, il piccolo giglio per Albus. Lei è l’uragano Lily per Alice, Jack e tutti i suoi amici. Lei è la luna per un ragazzo che lei chiama nel profondo del suo cuore Ius. Tutti sanno chi è! Ma ancora una volta Lily li smentirà e li sorprenderà.
Lily Luna Potter si sacrifica ma per il padre, Lily Luna Potter è in coma. I medi maghi non danno speranze ma questa volta Lily combatterà!
Storia betata da Lady Viviana
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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                                      Stretti ai rami della vita  


- Al dove stiamo andando? Dai lasciami ho del lavoro da fare!! -sbotta la dolce Alice protestando in malomodo contro il modo sbrigativo con cui la sto trascinando verso l'auto babbana che mi sono fatto prestare da un amico due ore fa.
- Mi dispiace oggi niente lavoro -rispondo facendola salire nel sedile davanti. Mi guarda un attimo in cagnesco e poi rassegnata sale. Mentre richiudo lo sportello la sento sbuffare, sorrido facendo il giro dall'altro lato per salire.
- Lo sai che ore sono vero? -  chiede sarcasticamente. Metto in moto continuando a sorridere - Le otto di sera e allora?-
- Beh è un tantino tardi - dice tranquilla, poi notando la mia espressione divertita si corregge - Domani ho tanto lavoro da finire e solo due ore di tempo a disposizione quindi devo andare a dormire presto, affinché la mattina seguente mi ritrovo carica al massimo-
- Domani non vai a lavoro- la interrompo fischiettando tranquillamente.
- Stai scherzando vero? - chiede la mia dolce logorroica arrabbiata.
- Affatto - rispondo sorridendo con tono pacato, guardandola di sottecchi.
Incrocia le mani sul petto e gira la testa dall'altro lato, mettendo il broncio in segno di protesta. Quando fa così sembra una bambina, mi viene subito da pensare tra una risata e l'altra.
- Dai non fare così, appena arriviamo ti compro il gelato, bambina mia - dico scompigliandole i capelli biondi e ridendo della sua espressione omicida.
- Smettila! - sbraita con uno sguardo assassino - Mi costringi a venire con te e mi prendi pure in giro! È davvero inammissibile! - sbuffa 
riprendendo fiato e gonfiando le guance come un criceto.
La guardo e rido ancora con più gusto. Amo Alice in tutte le sue sfaccettature, la dolce, l'indifesa, la bambina, la capricciosa e la testarda.
Smetto di ridere solo per riprendere fiato e per cambiare marcia, solo allora mi accorgo che il ristorante in cui ho prenotato è vicino. Faccio cambio di marcia, mentre dentro di me si fa strada la preoccupazione e il nervosismo. L'ansia comincia a farsi sentire sempre di più, man mano che ci avviciniamo. 
Quando arriviamo davanti al ristorante parcheggio il più lentamente possibile e scendo. Giro dall'altro lato e faccio scendere Alice e insieme ci dirigiamo al ristorante. Sono molto rigido cerco di rilassarmi più che posso mentre entriamo.
Alice indossa un vestito blu notte che le arriva sopra il ginocchio, mentre dietro c'è uno strascico che arriva fino a metà polpaccio. La scollatura è a cuore con un corsetto che le fascia il petto e una gonna morbida che valorizza con delicatezza le sue forme.
Insomma lei è bellissima.
Io al contrario sembro uno stupido grifone imbranato, non è colpa mia ma la sbadataggine è una caratteristica di tutta la famiglia, peccato che io sia una serpe, e un Serpeverde non dovrebbe mai sembrare imbranato o agitato. 
Quando entriamo ci attende un cameriere in smoking con un menù tra le mani. Ci chiede se abbiamo prenotato, io annuisco e dopo qualche minuto dove il cameriere si accerta delle mie parole, ci fa strada tra i tavoli.
È un ristorante semplice che apre sulla spiaggia, classico è la parola giusta per descriverlo, niente di assai pregiato o di alto livello. 
La mia scelta non è stata dettata dal caso o dal denaro, per carità un particolare di tanta importanza non lo lascerei mai al caso e per quanto riguarda il denaro ne ho a palate, il mio lavoro ha molti contro, ma lo stipendio è decisamente un pro.
Il ristorante è ampio e ordinato, per niente affollato. Quelle coppie o famiglie che ci sono, sono dentro.
Il Mercante, infatti, è un ristorante che ha la particolarità di avere tavoli sia dentro che fuori cioè in spiaggia in mezzo alla sabbia.
Ho prenotato proprio tra quei tavoli illuminati dai piccoli lampioni, tra la sabbia, con un sottofondo musicale e un panorama ineguagliabile che ti invoglia a mangiare per vari motivi.
Prima di tutto perché non sono molto affollati anzi con mio grande piacere, scopro che non c'è nessuno fuori, la maggior parte della gente preferisce non sporcarsi con la sabbia. Esulto mentalmente per questo colpo di fortuna.
Mi avvicino al tavolo per primo e invito Alice ad accomodarsi, subito dopo giro dall'altra parte e mi siedo anche io, di fronte a lei.
- Che bel posto! - esclama guardandosi intorno - Non ci sono mai stata prima -
- Lo so - 
- Come scusa? - si gira a guardarmi stranita.
In effetti volevo un posto che lei non conoscesse e che fosse vicino al mare, la prima volta che siamo stati nello stesso posto senza litigare e abbiamo parlato come due persone normali è stato proprio su una spiaggia circa un anno fa. Da li a poco è cominciata la nostra storia e ora, beh ora siamo qui è io sudo freddo per trovare il modo di pronunciare quella fatidica domanda.
- Intendevo che lo so che è un bel posto - mi affretto a rimediare, dimostrando per l'ennesima volta le mie caratteristiche da serpe.
- Grazie per avermici portato è davvero bellissimo, Albus - dice sorridendomi. 
La guardo con un piccolo sorriso di rimando.
- Se continui a sorridermi così ogni volta che ti porto da qualche parte finirà che non ti porterò più da nessuna parte - 
Mi guarda un po' sorpresa - Perché? Non ti piace quando sorrido? - risponde confusa.
- No al contrario il tuo sorriso è bellissimo -
- E allora qual'è il problema? sembra confusa e curiosa al tempo stesso. 
Posa il gomito sul tavolo e poi poggia la testa sul polso e mi guarda, in attesa della risposta.
- Il problema è che ogni volta che ti vedo sorridere mi viene quasi un infarto. E non voglio morire ora che finalmente ho trovato la ragazza giusta per me. -
Sorride con le gote leggermente arrossate, distogliendo subito lo sguardo.
Arriva il cameriere, ordiniamo due piatti di pesce alla griglia e mentre aspettiamo la nostra cena, attacco conversazione un po' per sciogliere la tensione che mi opprime, un po' per toglierla dall'imbarazzante  silenzio che si è diffuso da un po' tra di noi. La tensione si scioglie quasi subito e iniziamo a parlare senza fermarci più. Parliamo del più e del meno, di argomento leggeri e piacevoli.
Sorrido e parlo come ho sempre fatto, dimenticando la causa per cui sono li e comincio ha divertirmi.
- Davvero? - chiedo stupito tra una risata e l'altra per uno dei suoi racconti sugli aneddoti della sue avventure con Lily.
- Già è stato imbarazzante, soprattutto quando è arrivato il poliziotto, con una faccia annoiata di chi vuole essere in tutt'altro posto, e ci ha chiesto ‘Cosa state facendo?’ Lily tutta fradicia per la pioggia si è avvicinata e gli ha detto ‘ Lei è?’. Lui guardandola dubbioso come se non si aspettasse tale domanda essendo la cosa sottintesa e anche evidenziata dall'abbigliamento, le ha risposto ‘Un poliziotto ’ io ero completamente bianca in viso e mi aspettavo che da un momento al l'altro arrivassero gli aerei militari e ci puntassero le armi contro come nei film babbani che spesso guardiamo io e lei. Comunque io ero spaventata e cercavo di fermare Lily che continuava a parlare con il babbano come se niente fosse ‘Piacere signor poliziotto io sono Lily Luna Potter. Posso darti del tu vero?’ Lui la guardava come se fosse davanti a qualche strano essere alieno ‘Sei ubriaca ragazzina?’
‘ Non faccio ubriaca di cognome, ma Potter ’
Il signor poliziotto che avrà suppergiù 50 anni guardandoci ha detto ‘ Deve venire con me ’
E lei ‘ Sono follemente innamorata, signore, e certe cose non le faccio ’ -  scoppio a ridere con le lacrime agli occhi.
- Poi cosa è successo? - la incito a continuare 
-  Beh lui si è allontanato oltraggiato balbettando che aveva capito male e che lui voleva portarvi al commissariato e Lily guardandolo incredula ha detto quasi offesa ‘ Perché mai non abbiamo fatto niente’ e lui ‘ Ma davvero? Avete accesso un fuoco in mezzo alla strada e vi siete messe a ballare come due pazze incurante del fatto che un auto vi potesse investire, senza contare che siete pure ubriache’ Lily gli si avvicina a lui e mettendogli la sua mano nella fronte gli dice ‘ Mi sa che stai male, e hai le allucinazioni per vedere cose del genere. Io le ripeto non sono ubriaca, ma sono Lily Luna Potter, quelle luci che hai visto, quelle che brillavano e illuminavano il cielo, tutte colorate e che pensa che le abbiamo prodotte noi non esistono. Probabilmente se le sarà immaginate o sarà stato un  gioco di luci come l'arcobaleno.
Secondo me dove c'era della luce che riflessa sulle gocce d'acqua a prodotto l'arcobaleno ma questo stanco di avere una forma così banale è scoppiato e a fatto quelle bellissime luci che solo lei ha visto’-
io ascolto ma a ogni cosa che dice non resisto e mi metto a ridere. - Ma dai! - dico tra una risata all'altra tenendomi la pancia che ormai mi faceva male per le risate.
Alice sorride nel ricordare quei episodi e in alcune scene ride anche lei con me.
- Gli ha detto veramente così ? - le chiedo a un certo punto stupito.
- Si parola per parola -
- E cosa ha detto il babbano ?-
- Non ha potuto parlare perché Lily non smetteva di farlo, ne inventava di tutti i colori perché era ubriaca fradicia come me, ma cercava di coprire l'accaduto. -
- E poi? - la interrompo nuovamente.
Arriva il cameriere con i piatti e iniziamo a mangiare.
- Beh lei ha continuato con le sue bugie dicendone di tutti i colori credimi. Il poliziotto spazientito, sentendosi un po' preso in giro, ci ha detto di dirgli la verità altrimenti ci  avrebbe sbattuto in cella e allora Lily gli ha detto ‘ Bene allora io le dirò tutta la verità e nient'altro che la verità. Sono Lily Luna Potter figlia di Harry Potter il salvatore del mondo magico. Hai sentito bene sono una strega e mio padre un mago. Viviamo in una Londra magica e le luci che ha visto erano il risultato di un incantesimo che abbiamo fatto con le nostre bacchette e il fuoco pure. Siamo ubriache perché abbiamo bevuto tre bottiglie di burrobirra, un alcool che beviamo noi maghi. Per divertirci abbiamo messo la musica e ci siamo messe a ballare, per quanto riguarda gli incidenti non ti devi preoccupare tanto se succede ci possiamo smaterializzare.’ -
- Noo, ha davvero detto questo? - la interrompo per l'ennesima volta  spinto dalla curiosità.
- Già l'ha fatto ma il bello è quello che ha risposto lui.-
- Cosa? - 
- ‘ Bene dato che mi hai detto la verità non vi  porterò al commissariato ’ prende il cellulare ‘ vi porto dritto al manicomio’- mi dice Alice ridendo tra una parole e l'altra.
La guardo ridere e non riesco a fare a meno di pensare che è bella, la mia donna.
- Lily è davvero incredibile fa sempre qualcosa di unico. Non ti annoi mai con lei. Lei è unica - dice sorridendo ancora.
A quelle parole mi sento subito triste.
- Già immagino - dico mettendo di nuovo la maschera di indifferenza. Odio metterla con lei, però non sopporto che mi vede stare male.
Lei notando la mia espressione sgrana gli occhi e si morde il labbro inferiore e abbassando lo sguardo dice - Scusami - vederla così abbattuta mi ridesta subito e mi fa tornare in mente perché siamo qua. Allora torno a sorridere anche se il sorriso non viene incoraggiante come volevo, ma triste con un po' di amarezza e sembra quasi forzato.
- Non preoccuparti. -
- No mi dispiace, ho detto una sciocchezza non dovevo -
- Davvero non preoccuparti. Non è colpa tua se io è Lily non siamo in buoni rapporti. -
- Dovreste chiarire - dice avvicinandosi a me è posando la sua mano sulla mia per infondermi conforto.
- Non ne voglio parlare - dico un po' più brusco del dovuto, spostando lo 
sguardo sulle orde che si abbattono sulla povera sponda. 
- Lei ti vuole bene, Al! Tu le manchi - sbotta con calma ignorando la mia risposta e stringendomi la mano.
La guardo negli occhi trasmettendole tutta la tristezza e dolore e lei capisce.
- Se le manco non avrebbe rotto il nostro legame creando uno stupido muro di freddezza tra di noi per  quasi 11 anni. Se mi volesse davvero bene non si sarebbe arrabbiata così tanto solo perché sono un Serpeverde non dopo la scuola e dopo tutti questi anni. - esplodo a sentendomi svuotato e triste più che mai. 
La voce di Alice mi porta in riva nuovamente e io mi aggrappo ad essa. - Forse non è solo per quello che avete litigato forse è qualcosa altro -
- Basta smettiamo di parlarne non siamo cui per parlare di questo ma per divertirci.-
- Giusto - mi risponde un po' meno convinta di me.
Il tempo passa rapidamente e piano piano che la sera scende comincio ad agitarmi e a parlare di meno. Mille probabilità mi frullano per la testa.
Lei se ne accorge - Che ne pensi? -
La guardo un po' indeciso su da farsi e poi sospirando rispondo - Mi dispiace non ascoltavo. Scusami -
- Già l'ho notato - dice lasciandosi cadere sullo schienale della sedia.
- Che succede? - chiede poi guardandomi dritto negli occhi. - Sei agitato e sembri combattuto dall'inizio della serata e ora lo sei molto di più. Vuoi dirmi qualcosa? - aggiunge ormai seria guardandomi negli occhi. La guardo per un po', poi una smorfia mi contorce il viso. Dimentico sempre che la mia ragazza è una psicologa e riesce a capire i sentimenti delle persone del loro modo di fare.
- Facciamo una passeggiata ? - le propongo alzandomi e avvicinandomi a lei. Ci allontaniamo un po' e passeggiamo in silenzio guardando il mare muoversi. Poi prendendo coraggio mi siedo sulla sabbia e le porgo una mano. Lei l'accetta e togliendosi i tacchi si siede al mio fianco. Il mio cuore sta per avere un infarto. Io normalmente sono tranquillo, ma immagino che anche la tranquillità in persona in questo preciso momento si sarà sentita un po' nervosa. 
Mi giro a guardarla e rallento un po' il nodo della cravatte che sembra soffocarmi. Le prendo le mani, le stringo alle mie e comincio a parlare.
- C'è una cosa che vorrei chiederti, ti sembrerà una cosa stupida, un idea pazza o troppo affrettata ma io ecco... Alice io non sono un grifondoro, non lo so cosa succederà in futuro. La vita ci riserva molte sorprese. Ricordi prima litigavamo sempre ora stiamo insieme e siamo felici e magari in futuro...- mi interrompo nuovamente, non riesco a completare il discorso. Respiro profondamente, e mi concentro: nelle 3 D( Desiderio, Decisione, Destinazione).
‘Quanto lo desidero?’ mi  chiedo: così tanto che sto per fare la cosa più pazza di questo mondo.
Quindi hai deciso?: sì, ho deciso perché è tutto ciò che voglio e sono sicuro della mia decisione.
Sei pronto per la destinazione?: non molto ma per lei faccio di tutto, non sono stato un grifone ma una serpe. Non sono coraggioso e non sono in grado di rischiare ma questa è la mia decisione, il mio desiderio e la mia destinazione. 
E quindi lo farò.
Riprovo di nuovo.
- Alice io ti amo ecco te l'ho detto. Ti amo follemente ed è la cosa più bella che mi sia capitata. Stiamo insieme da molto, anche se ancora non siamo riusciti a dirlo a nostri genitori, nonostante ci proviamo in continuazione. Loro sono ancora convinti  che noi ci detestiamo. Voglio dire tutto a tutti, voglio gridarlo ai quattro venti. Ma prima voglio fare una cosa. È la cosa più pazza di questo mondo ma io voglio sposarti. Voglio sposarmi con te. Voglio farti mia. Voglio sposarti Alice, tu mi vuoi?  - quando finisco mi accorgo di avere il fiatone. Ho parlato velocemente a causa del nervosismo, ma finalmente mi sono tolto il pensiero. Ora manca solo la risposta. La vedo silenziosa mentre guarda verso l'orizzonte, sembra pensierosa e preoccupata, poi la vedo calmarsi ha preso una decisione. Ho una paura nera.
Mi sorride - Certo che sì - dice tra le mie braccia. 
Restiamo in silenzio a goderci questo momento fino a quando lei di alza e togliendosi la sabbia dal vestito dice - Ma lo dirai tu hai alla famiglia, uomo -
Cavolo la famiglia quella sì che sarà un impresa.



Sento qualcosa che si rompe, un confuso borbottio che mi desta e mi fa abbandonare il dolce vagare nel inconscio. Apro gli occhi e la luce mi acceca, subito allora chiudo gli occhi e poi li riapro piano piano. Mi giro per guardarmi attorno, mi trovo in una stanza bianca e fredda con un 
arredamento essenziale:  un lungo tavolo pieno di ampolle e parti di animali in barattoli di vetro. Dappertutto ci sono fuochi accesi e calderoni che bollono sopra. Dopo aver messo a fuoco l'ultima parte della stanza si attiva la mia 
mente e riconosco il posto: il mio studio pozionistico. Mi giro verso la destra e scorgo una sagoma che nella penombra mescola una pozione nel calderone.
- Chi va là? - chiedo con voce rocca e impastata dal sonno.
La sagoma si sposta verso la luce, poi sorridendomi dice - Buon giorno bella addormentata-
Torna a tagliare erbe, io tra uno sbadiglio e l'altro lo guardo lavorare.
Stranamente Scorpius non dice niente per sapere perché ho dormito lì forse intuendo da solo la risposta.
- Che ore sono? - chiedo alzandomi e dirigendomi verso il lavabo. Mi lavo la faccia con l'acqua fredda diverse volte.
- 4: 39 pm -
Mi asciugo l'acqua che mi gocciola con un asciugamano e torno a sedermi nel divano di fronte al tavolo dove dormivo poco prima.
- Scusami non so come mi sia addormentato! - mi scuso con lui.
Scorpius si volta a guardarmi per un attimo - Nessun problema ma non è da te e tu lo sai.- lo guardo per un po' - Ieri non avevo sonno e sono rimasto a lavorare fino all'alba. Probabilmente non sono riuscito più a reggermi in piedi.- chiarisco
- Non hai una bella cera - osserva il biondo tornando al suo calderone, 
abbassando il fuoco e aggiungendo le ali di pipistrello che stava tagliuzzando. 
- Tutto ok? - 
- Non ho niente. - mi avvicino e prendo gli ingredienti per la seconda pozione da fare su richiesta. Il nostro lavoro consiste nel creare pozioni 
farmaceutiche, cosmetiche e di ogni natura, sotto commissione. Lavoriamo per le fabbriche, per i negozi e per le scuole, insomma un bel lavoro che fa guadagnare 
un bel gruzzolo di banconote da mettere in tasca. Prendo un calderone pulito dagli scaffali e accendo un fuoco leggero. La pozione che devo fare è un elisir d'amore, per il negozio di scherzi di zio George.
- Che fai ? - mi chiede a un certo punto. Mi giro e noto che si è fermato e mi sta puntando gli occhi addosso.
- Che credi stia facendo, lavoro no?- 
Mi sposto di lato per poterlo guardare meglio e al tempo stesso lavorare sulla pozione.
Lui mi guarda deciso con un cipiglio severo.
- Al, va bene che sei un Serpeverde e che non fai mai vedere i tuoi sentimenti, io lo capisco più di tutti, ma io sono il tuo miglior amico con me non ce n'è bisogno. Puoi sfogarti se vuoi! Lo sai vero? Di di me puoi contare- mi guarda posandomi una pacca di incoraggiamento. - Lo so, - gli rispondo - ma sto bene, davvero! - distolgo lo sguardo dagli occhi del mio miglior amico. Sto mentendo, ma non ho voglia di parlare. Non ora perlomeno.
- Come vuoi - dice pacato tornando alla pozione e a giudicare dal suo sguardo capisco che ha intuito anche lui la mia menzogna, ma ha lasciato scorrere. Questo è uno dei motivo per cui ho scelto lui come miglior amico. Tra noi è così, il silenzio è una cosa rilassante e priva di agitazione che apprezziamoventrambi. Noi ci capiamo a vicenda e quando uno non ha voglia di parlare l'altro lo lascia in pace finché non è pronto. Non sono molto aperto, preferisco riflettere o ascoltare, è diverso solo quando mi trovo con Alice. Lei è sempre riuscita a cambiarmi quando è nelle vicinanze. Con lei vicino, ad Hogwarts, diventavo peggio di Scorpius e James messi assieme. La cosa incredibile è che io non ero così e non volevo esserlo, ma lei mi faceva e mi fa tuttora quest'effetto. Mi fa bruciare di passione rendendoli un altro. Facendomi diventare uno che in uno sgabuzzino la sbatte al muro o uno, che schiavo suo, fa tutto per lei anche sposarsi da un momento all'altro all'insaputa di tutti. 
- Albus Severus Potter ma che diamine fai? - alzo lo sguardo confuso sullo stesso Scorpius che un momento fa era calmo come suo solito e ora ha quell'aria perplessa, ma soprattutto irata.
- Che cosa... - comincio seguendo il suo sguardo e noto che è indirizzato alla mia pozione.
Inizialmente non capisco ma poi guardo con più attenzione. Due secondi: uno per pensare che non ho la bacchetta, uno per buttarmi a terra contemporaneamente a Scorpius, mentre la mia pozione esplode. 
Boom.
Guardo stupito il mio calderone andare in mille pezzi e la pozione sporcare tutto il tavolo nella sua lunghezza e anche parte del soffitto.
Guardo tutto il fumo che si è alzato e Scorpius più stupito che mai. Lo vedo alzarsi e spolverarsi pantaloni e il camicione per poi alzare lo sguardo su di me - Stai bene, eh? Ora si che ne sono sicuro - dice sarcastico.
- Ehm ecco io...- cerco di dire ma mi interrompe.
- Ti prego Albus, fammi il favore di stare zitto e di andartene a 10 miglia lontano da me, prima che ti uccida senza pietà.- soffia con un tono gelido, occhi di un grigio liquefatto e uno sguardo furente. Lo guardo ammutolito mentre lui si massaggia le tempie con i pollici e al suo ennesimo sguardo, mi tolgo il camicione e mi dirigo verso la porta. Io lo conosco Scorpius, lui è il tipo di persona che non si arrabbia facilmente, ma quando succede sono guai seri. Ecco perché è meglio non avvicinarlo.
- Ok vado - mi avvicino al divano e prendo la giacca e la bacchetta.
- Si vai vai - mi dice sbrigativo guardando il disastro che ho fatto.
Mi senti profondamente in imbarazzo dopotutto io sono il più giovane pozionista dell'ultimo secolo. Ricordo i giornali il giorno il cui io e Scorpius, come squadra, abbiamo superato gli esami con voti eccezionali alla età di 19 anni. È stato una notizia che è girata per la stampa per molte settimane. Tutti i giornali con le nostre facce in prima pagina. Poi è stato un gioco da ragazzi trovare lavoro. E beh, ora ritrovarmi per la prima volta in vita mia a distruggere un calderone mi fa provare non poca vergogna e imbarazzo.
Come è potuto succedere?
Io non confondo mai le dosi e la frequenza di mescolo.
- Albus - una chioma bionda, mi si getta in braccio. 
La stringo forte notando solo in quel momento di essere arrivato a casa. Chi sa poi perché dato che volevo stare solo.
- Sei qui, non credevo che saresti venuto - esclama lei spostandosi di un passo per guardarmi negli occhi.
- Neanche io, ma sono venuto - sospiro aprendo la porta con le chiavi e entrando con mia moglie di fianco.
Casa nostra non è molto grande, n'è molto decorata, possiede solo le cose importanti,  ma a noi va bene così. Ci spostiamo verso il salone e ci sediamo sul divano, lei accoccolata al mio lato destro. La stringo ancora di più a me accarezzandola dolcemente con movimenti circolari del pollice, come facciamo sempre nei nostri pochi momenti intimi. 
- Ero da Lily.- rompe il silenzio.
Rimango zitto.
- I dottori non danno nessun miglioramento - continua cercandomi con lo sguardo.
- Harry, con il corpo auror, sta girando tutti gli ospedali, ma - sospira - ancora non hanno trovato la madre di Isahaia. Non ti preoccupare la troveranno ne sono certa anche perché non mancano molti ospedali da controllare. Non ci vorrà molto. -
- Non quanto te - rispondo calmo. 
- Cosa ?- si gira per guardarmi meglio.
- Non sono preoccupato, tu lo sei - rispondo con lo stesso tono di prima. Lei si scosta di colpo, allontanandomi.
- Albus come puoi dire una cosa del genere. E tua sorella! - sbotta incredula.
- Non ne sono tanto sicuro - 
- Ok questo è davvero troppo. Ma ti senti? E meglio se io vado all'ospedale dalla mia migliore amica che è tua sorella. Ad aiutare la tua famiglia a trovare qualcosa che ci possa tirare fuori da questo casino. Tu resta cui a non preoccuparti e a non essere sicuro di avere una sorella. Magari quando le succede qualcosa sarai più sicuro.- sbraita con tutta la rabbia, l'incredulità e la frustrazione che prova.
Sgrano gli occhi per un attimo e poi torno calmo.
- Stai solo scaricando tutta la tua rabbia su di me! - 
- Non ti riconosco più ! Non è questo l'uomo che ho sposato. Non ti riconosco... - raggiunge la porta.
- Litigare già una settimana dopo il matrimonio. Ti sei già pentita a quanto pare. - subito dopo averlo detto mi mordo la lingua già pentito, alzandomi dal divano come se quest'ultimo mi avesse scottato.
Apro bocca. Che cavolo ho fatto? Ma è troppo tardi la guardo uscire con le lacrime agli occhi. Cavolo, l'ho fatta piangere. Diamine!
Cavolo!!! Sono un cretino!!
Mi passo una mano tra i capelli guardandomi attorno.
Che pasticcio!!
Mi dirigo in camera da letto per prendere il cambio, poi vado in bagno per farmi una doccia. 
Forse mi calmerà e mi farà chiudere il becco una volta tanto prima di fare l'ennesima sciocchezza. Ma non potevo pensare prima di aprire la bocca? Avrei dovuto seguirla, ma non sarebbe servito a niente. La conosco e in quello stato è in grado sarebbe in grado solo di litigare senza permettermi di chiederle scusa e aggravando ancora di più la cosa.
Mi sbottono la camicia e me la tolgo e poi sbottono il bottone dei jeans e abbasso la cerniera. Mi tolgo i pantaloni e mentre li prendo dal pavimento cadono alcune monete e una busta.
La lettera di Lily. 
Mi abbasso a prenderla, la guardo e me la giro tra le mani. L'avvicino al naso e sento il profumo di gigli, di Lily. L'allontano subito da me e la poso sul armadietto.
Fa troppo male! 
Mi faccio una doccia veloce e ripenso subito ad Alice. Sono stato uno stupido. Non le penso quelle cose. Ma... Cosa potevo fare? Infondo quella ferita è ancora dentro di me che brucia.
Lily e James. 
Il nostro litigio. 
Sono più di 10 anni che non parliamo. Solo piccoli discorsi di cortesia. Niente! 10 anni di freddezza, 10 anni che mi odia solo perché sono di Serpeverde.
Alice mi ha detto come potevo non essere preoccupato, io lo sono. Perché nonostante tutto, al contrario suo, le voglio bene e non la odio.
Ho perso le staffe e ho detto delle cavolate, Alice non c'entra e io ho scaricato tutta la rabbia per Lily su di lei.
Ho sbagliato. Io non mi pento affatto di averla sposata. Perché io l'amo. Chiudo gli occhi sotto la doccia.


- Al no! Non di nuovo - sbraita sbattendo la porta.- 
Mi avvicino a lei e le accarezzo la guancia con la mano.
- Ti amo lo sai, no? - chiedo con voce un po' roca a causa di prima.
Appoggia anche lei la mano sulla mia. - Lo so! - sussurra piano, socchiudendo gli occhi - Anche io - aggiunge poi.
- Qual è allora  il problema ? - le chiedo con dolcezza.
- Non voglio Albus - risponde calma
- Lo sai che non possiamo fare altro che aspettare - dico.
Si allontana da me nuovamente. - Aspettare! Non facciamo altro da un mese Al -
Sospiro infondo come darle torto ma al tempo stesso ....
- Non è colpa mia, Alice - 
- Se per questo nemmeno mia - dice a denti stretti.
Bene allora o la va o la spacca. La prendo per mano - Allora andiamo - 
Esclamo più deciso che mai.
- Dove? - chiede confusa.
- Non hai detto che non vuoi continuare a perdere tempo, che un mese ormai é passato e che noi siamo ancora al punto di partenza e non abbiamo ancora detto ai nostri genitori nemmeno che stiamo insieme figurati che ci sposiamo? Allora andiamo a sposarci -
- Cosa?! Ora? - mi chiede sorpresa puntando i piedi per terra.
- Sì, ci sposiamo e poi si vede tutto il resto -
- Ma... ma... i nostri genitori? E la cerimonia? Non ho il vestito Al! Non posso sposarmi in jeans.- comincia lei ma la ammutolisco subito.
- Vedi ora sei tu a perdere tempo -
- Non si chiama perdere tempo - ribatté lei.
- Senti Alice io non ti capisco, prima dici che vuoi che ci sposiamo. Che stiamo perdendo tempo e che se continuiamo a rimandare ogni volta che succede qualcosa non ci sposeremmo mai, poi però quando ti dico di andare a sposarci seduta stante tu cominci a tirarti indietro - 
- Voglio sposarmi più oggi che domani però non così Albus. Non in jeans, non da soli, senza gli amici, senza la mia famiglia e la tua. Questo è un giorno troppo importante. - 
Le lascio la mano
- Bene allora tocca aspettare, mi dispiace ma se vuoi fare tutte quelle cose dobbiamo riunire tutti e dire loro al più presto che ci sposiamo, ok?- chiedo avvicinandomi di nuovo a lei.
Mi stringe e annuisce.
Chi si aspettava che nella famiglia Potter non ci sia neanche un momento di tranquillità per annunciare un matrimonio.



Sorrido un po' a quel ricordo mentre un altro impresso nella mia memoria si fa largo dentro di me. Portandolo a galla.


Ci materializziamo a casa dopo l'ennesimo fallimento. Mi butto subito sul divano e chiudo gli occhi, Alice si rannicchia tra le mie braccia.
Ma è mai possibile che ogni volta che proviamo a dirlo agli altri succede qualcosa che rovini tutto? E dire che questa volta ci eravamo quasi e boom, niente da fare.
- Almeno questa volta nessuno incidente di lavoro! - farfuglia Ali leggendomi nel pensiero.
Gli ultimi giorni ogni volta che provavamo a parlare succedeva un disastro. Attacchi da parte di Isahaia nel ministero e papà e Lily che corrono dalla loro squadra auror lasciandomi con le parole a mezz'aria. Intoppi, uffici che si allagano, racconti della mamma sul suo lavoro che per legge nella famiglia Potter non possono essere interrotti. Questa volta mi hanno lasciato con la parola sposiamo in bocca. E dire che questa volta ero riuscito a dire - io ed Alice ci ...- e compaiono i patronus che avvertono dei qualche catastrofe imminente.
Ovviamente so che era più importante che salvino tutte quella povera gente. 
Però nessuno è più povero di me. 
Loro almeno non stanno aspettando da 2 anni e un mese per chiarire una la maledetta situazione ai genitori. Io si!
- Ok basta ! Non ne posso più ! - esclama Ali alzandosi in piedi e guardandomi più determinata che mai.
- Ci sto! Sposiamoci ora! - continua lasciandomi a bocca aperta. 
Mi alzo anche io, posandole le mani sulle guance e avvicinandola a me.
- Alice sei sicura? Tu volevi un vestito, la famiglia, gli amici e la cerimonia. Non sei costretta lo sai vero? - comincio a parlare dolcemente mentre lei scuote la testa.
- Tutte quelle cose le voglio però voglio te di più. -risponde.
La bacio dolcemente - Anche io ti amo! -
- Per sempre - risponde e con le mani incrociate ci smaterializziamo.

Una settima è passata, un solo bellissimo giorno da marito e moglie e l'indomani ho saputo di Lily. Non abbiamo potuto infierire ancora sulla famiglia. La cosa è finita automaticamente al secondo posto d'importanza.
Esco in accappatoio e mi vesto rapidamente, devo andare a parlare con Alice. 
Devo risolvere tutto. Mi dirigo verso l'uscita ma cambio idea, un attimo dopo torno in camera per riprendere la lettera.



(Jack e Trudi)
- Questa? - 
Muovo la bacchetta e aspetto ma non succede niente.
- Questa? - dice porgendomi un altra mappa.
- No, nemmeno questa - sbuffo spazientito.
- Dai prova con quest'altra - mi incoraggia Trudi nonostante ormai si è quasi rassegnata anche lei.
Prendo in mano nuovamente la mia bacchetta e la punto verso la mappa che mi ha dato.
Chiudo gli occhi per la centesima volta, vuoto la mentre è penso alla persona che sto cercando, riaffiora l'immagine della donna, occhi chiari quasi trasparenti, lineamenti delicati e aristocratici, che nonostante l'età si notano ancora, e capelli di un bianco candido.
Con l'immagine definita di Sofia Dukcisander, la madre di Isahaia, sussurro: - Revelio - 
Non succede nulla.
-Nulla, di nuovo niente! Accidenti non è nemmeno questa - prendo la pergamena in mano, l'accartoccio con tutta la mia forza dentro il palmo della mano e poi  la getto per terra  vicino a tutte le altre cartacce inutili.
L'idea di usare delle mappe incantate dei vari ospedali per non perdere tempo è stata di Johnny e grazie all'aiuto di tutti gli altri siamo riusciti a trascrivere la struttura di tutte le cliniche e di tutti gli ospedali di Londra e dei villaggi vicini.
Poi una volta finito, abbiamo cominciato a usare un incantesimo di localizzazione che usa la stessa  formula e principi del homenum revelio, l'incantesimo utilizzato sul posto per sapere se c'è qualcuno nei dintorni con il sistema che usa il ministro per sapere da lontano anche da lontano se un 
minorenne usa o no la magia.
Questo è uno dei incantesimi più nuovi utilizzati dagli auror in casi come questi.
In una situazione normale l'incantesimo si dovrebbe usare per cercare una determinata persona in un posto, nonostante ciò il risultato è preciso per 84% , quindi c'è una percentuale anche se non molto alta in cui la persona cercata non venga rilevata anche se realmente è in quel posto, ma ora con l'aggiunta di 
queste mappe incantate il posto dove cercare è più definito e anche se è lontano, l'incantesimo è preciso e senza possibilità di sbagliare.
- Dai Jack continuiamo - mi sprona Trudi, andando a prendere altre mappe da esaminare.
- Se un giorno mi sentirò male, non voglio essere portante in nessun ospedale. Sai com'è ci sono così pochi ospedali e cliniche a Londra che non vorrei rischiare di morire senza trovare un metro cubo vuoto. -  borbotto sarcastico, mentre Trudi posa sul tavolo altre 50 mappe di ospedali e cliniche. Sorride e mi si 
avvicina - Se un giorno ti sentirai male ti porto a casa mia, magari riesco a trovare io il modo di curarti. - soffia sulle mie labbra con quello sguardo birichino e pieno di malizia.
- A dire il vero un po' male mi sento - esclamo con voce secca.
Mi sfiora le labbra  - Va meglio? - 
- Mmh, un po' ma ho ancora un po' di capo giro e anche mal di testa chissà non potremmo...  - provo.
- No, non possiamo. Dobbiamo trovare l'ospedale il prima possibile per Lily. Quindi zitto e lavora - mi interrompe.
- Signor si signora - sorride alle mie parole.
- Sei uno stupido non c'è che dire - 
- Ma io ti piaccio così - ribadisco
- Forse - 
La guardo scioccato - Come forse? Credevo che alla fine tu avessi capito quello che provi per me - borbotto scocciato, è stato difficilissimo convincerla ad 
accettare questi nostri sentimenti soprattutto i suoi nei miei confronti dato che lei non faceva altro che negare e non ci tengo a cominciare daccapo. 
Nossignore.
- Dipende tutto dal tempo che impieghi nel trovare l'ospedale caro - soffia la mia ragazza tranquilla, con un sorriso sulle labbra.
- Ma che c'entra? - 
- È un modo per sapere se ti piaccio abbastanza per poter stare con me - 
afferma spostandosi i capelli da un lato. - Se riesci a trovarlo allora vuol 
dire che sarai i mio ragazzo in caso contrario non staremo insieme perché il nostro amore è troppo debole per sopravvivere, ahimè -
ecco! Io lo sapevo che non mi dovevo innamorare di questa pazza. Lo sapevo e ora per ogni cosa che vuole ottenere da me metterà in mezzo la scusa che il nostro amore non è forte abbastanza per resistere.
Sciocchezze! Il punto è che alla mia ragazza piace giocare sporco e sfrutta tutta questa storia a suo favore.
Dio quanto mi fa impazzire! 
Sbuffo rassegnato prendendo la prima mappa. Tanto prima o poi ce l'ha vinta sempre lei quindi è meglio assecondare e sperare.


Non la trovo in bagno dove l'ho lasciata allora comincio a cercarla un po' dappertutto.
- Che cerchi? - una voce mi fa girare.
Capelli rossi mossi e vaporosi, occhi nocciola da cerbiatta e lineamenti 
delicati mi fanno venire un colpo.
- Allora? -chiede stufa di essere adocchiata  in quel modo.
- Ehm... Ecco cerco una lettera.... Tu... Tu sei davvero vera? - balbetto 
senza riuscire a credere di avere davanti a me Lily. E di aver appena detto una frase senza senso.
- Ok, se vuoi ti aiuto. - dice con tono calmo guardandomi dritto negli occhi.
- Andiamo! - comincio a cercare la lettera da un armadio all'altro, da uno scaffale all'altro. Poi a un certo punto mi giro e vedo Lily o qualunque cosa sia ferma. Un po trasparente e pallida come il fantasma di Sr Nicolas, ad 
Hogwarts, ma ferma a guardarmi.
- Ma non dovevi aiutarmi ?- chiedo stranito.
Lei non risponde, alza la mano e mi fa un gesto di seguirla, io un po' perplesso lo faccio.
Ci spostiamo in salone dove lei si avvicina al tavolo e mi indica un oggetto. Mi avvicino e vedo un diario azzurro e sotto la lettera. 
Lo prendo in mano e mi siedo.
Lo guardo attentamente. 
- È il mio diario - dice Lily affianco a me. La guado per un po' poi lo apro. Comincio a sfogliare guardando le date fino ad arrivare a quelle risalenti a un anno fa, allora comincio a sfogliare piano.
Il mio cuore comincia a battere forte
- Po..posso leggere?- alzo lo sguardo e incontro quelli di Lily che ogni tanto scompare come un fantasma. Scompare e poi ricompare, senza mai distogliere lo 
sguardo dal mio.
Si avvicina a me senza camminare, più che altro fluttuando come ha fatto prima per indicarmi dov'era la lettera.
E annuisce piano.
Abbasso lo sguardo sul diario e comincio a leggere.

Caro diario,
Ho un groppo alla gola ma non riesco a piangere. Non so che fare... E ho paura! Ho molta paura e mi sento sola. 
Sono sola.

Mi fermo un attimo, guardo Lily che è davanti a me, prendo un respiro e 
continuo a leggere nella pagina dopo.



Caro diario,
Non ne posso più, ho voglia di sfogarmi con qualcuno, ma non riesco a farlo. 
Ho provato più volte con Alice ma ogni volta che ci provo mi blocco e 
torno indietro. Poi c'è James gliene volevo parlare ieri però mi sembrava così felice per il suo nuovo lavoro che mi sono sentita un egoista anche solo a pensare di dirgli una cosa simile. Mi sento così sola.

Lily perché non sei venuta da me? 
Anche io sono un tuo fratello, non c'è solo James o Alice. Ci sono io.
Ti avrei ascoltata...
Cambio pagina e torno a leggere.


Caro diario,
Oggi era il compleanno di papà, erano tutti felici e non riuscivo a smettere di guardarli, di osservare la mia famiglia perché forse questo è uno delle ultime volte in cui vivo qualcosa di bello con tutti loro riuniti.


Lily, oh Lily perché non sei venuta da me!
Sfoglio pagina e leggo un altro pezzo.
Ma ormai la voglia la curiosità si è ridotta a zero, c'è solo un'infinita 
tristezza che mi lacera dentro per ogni parola scritta.
Continuo a leggere solo per necessità di sapere di più su mia sorella, di colmare quel vuoto che ho dentro e che non riesco a riempire con niente e nessuno.  

Caro diario,
Oggi ho incontrato Al, più che altro l'ho spiato. Non volevo che mi vedesse, però pensando che non ho poi tanto tempo non sono riuscita a impedirlo.

Mi ha spiato? Davvero? 
Perché non sei venuta da me? Che bisogno c'era di spiarmi. Non ti capisco Lily !
Vado un po' più avanti con le pagine.

Caro diario,
Ormai penso che sia inutile continuare le cure tanto continuo a peggiorare e i medimago dicono che ci sono speranze, ma non è vero lo vedo dai loro sguardi.... E io sono stanca, questo macigno è troppo per me.

Dovevi continuare le cure dannazione! Sbatto un pugno sulla poltrona dove sono seduto.

Caro diario,
Sto dimagrendo, e continuo ad avere dei mal di testa costanti... Nessuno se ne accorto per fortuna.
Ho deciso che nessuno saprà niente. Se devo morire soffriranno una volta sola non tutto il tempo in cui sarò malata fino alla mia morte.

Ah-ah ma guarda la grifondoro lo fa per noi!
Mi viene da pensare con una nota sarcastica. 
Per fortuna? Che vuol dire!!!
Non le è saltato per la testa che magari avremmo sofferto di più perché non le siamo stati accanto per tutti questo tempo vero? 
Scorgo una punta di amarezza e anche di rabbia nei miei pensieri. La cosa è stupida e ridicola, non posso 
arrabbiarmi con una persona malata e in fin di vita ma non riesco a farne a meno.


Caro diario,
Ho parlato con i medimago hanno detto che devo fare un intervento... Non voglio farlo!! Tanto lo so che morirò lo stesso. E... Ho paura o tanta paura della morte. Una paziente come me mi ha detto che la morte è una nuova avventura e una nuova vita.... È vero!! Però io non voglio cominciare d'accapo, 
devo ancora dichiararmi a Scorpius e fargli sapere quanto lo amo.. 

Interrompo la lettura di quel pezzo un po' sorpreso.
Come? Scorpius? Ami Scorpius? Non posso crederci.
Devo parlare subito e immediatamente con Scorpius!! Torno a leggere 

Devo ancora chiarire con Albus, perché gli voglio tanto bene, glielo devo ancora dire... Voglio vivere!!! Voglio vivere, non voglio morire... Sono ancora troppo giovane. 

Davvero Lily ? Mi vuoi bene!
Perché allora non mi parli da così tanti anni? Perché?
Perché ti sei comportata in quel modo, perché hai fatto tutto questo.

Caro diario,
Oggi ho visto Natalie l'infermiera che lavora al san mungo e con cui molte volte ho dovuto fare gli esami. È una ragazza calma e molto dolce.
Ormai siamo amiche da molto! Questa volta ho avuto un collasso nell'ospedale, avevo delle speranze, c'è le avevo, ma anche quelle me le hanno strappate via. Ho 
cominciato a parlare della mia malattia, di ciò che provavo non lo avevo mai fatto. Le ho raccontato tutta la mia vita, lei ascoltava e io parlavo non riuscivo a smettere. Parlavo, parlavo, piangevo e non mi fermavo. Alla fine lei 
mi ha guardato è mi ha detto "Combatti Lily non arrenderti!"
Ma questa volta è più forte di me.. Non riesco a reagire... Non mi sento una grifondoro. Mi sento solo una semplice ventenne, una ventenne malata, sola e senza speranze e con in mano un gruppo di parole "Combatti, non arrenditi" e le 
parole sono solo parole, non servono ad altro.

Natalie? È quell'infermiera bionda che assiste sempre Lily?

Caro diario, 
Non farò l'operazione, ho smesso anche di andare a curarmi.
Ho scritto delle lettere e li ho legati ad un incantesimo, quando mi succederà qualcosa le lettere si materializzeranno nelle mani dei destinatari.... Non mi sto arrendendo, non lo fatto in vita mia per nessun motivo al mondo  ma non ho più le forze per combattere. Non da sola.

Chiudo il diario piano.
Mi sento un po' stordito, stupito ma anche e soprattutto confuso e non riesco a capire così tante cose.
- Frastornato, fratello?- alzo lo sguardo sorpreso, ho dimenticato la sua presenza.
La squadro, è pallida e quasi invisibile. Riesco a vedere l'armadio 
attraverso di lei.
- Non mi chiami mai così.- le dico dopo un piccolo silenzio in cui ci siamo studiati a vicenda.
Si avvicina fluttuando.
- Io non sono la tua Lily. Quindi non sono costretta a chiamarti in un 
determinato modo. Tu quanto anni mi dai? - chiede lei sorridendo.
- Diciassette, no? - rispondo.
- No, sembro e ho le sembianze di Lily in quell'età ma non ho veramente 17 anni - spiega lei.
- Spiegati meglio -
- Io sono una Lily aldilà del tempo e dello spazio. Posso comparire con queste sembianze da diciassettenne ma so tutto della vita che farò negli anni che mancano, chiaro? -
- Non è chiaro a dire il vero -
- Ascoltami Albus io non appartengo al tuo tempo o al tuo spazio. Quindi so tutto quello che mi succederà nel tempo. Quello che farò a 20 anni e tutto il resto. -
- Perché? - chiedo.
- Beh non lo so esattamente a dire il vero, deve essere un qualche effetto tra i mondi o un evocazione della stessa Lily, una richiesta involontaria forse. Non lo so, forse voleva così tanto stare vicino alla sua famiglia che la sua forza combattiva mi ha evocato - risponde fluttuando intorno a me, evocando in 
me l'immagine di Lily quella vera che quando riflette su qualcosa fa avanti e indietro. Lei fa lo stesso solo che al posto di camminare fluttua e in certe 
occasione scompare e ricompare sempre più offuscata e con una luce debole.
-Non volevo dire questo - si gira a guardarmi.
- Perché non mi volevi parlare? Perché? Perchè mi hai allontanato da te per tutti questi anni? Non capisco.- continuo 
-Non spetta a me dirtelo. Ma puoi leggere la lettera se vuoi capire. - mi 
indica con gli occhi la busta e sorride prima di scomparire.


- James. -
- Natalie. -
- È ora che tu vada.-
- Non la lascio. -
Un sospiro profondo giunge dalle mie spalle. Tengo la mano di Lily stretta fra le mie e la osservo intensamente come se semplicemente guardandola lei potesse risvegliarsi. Sento un rumore di passi e Natalie entra nel mio campo visivo avvicinandosi al monitor che riporta i parametri vitali di mia sorella. Dopo averli controllati e aver segnato i risultati sulla cartellina, accarezza dolcemente il viso di Lily. Senza staccarle gli occhi dice: - Io sto per staccare, la prossima volta per chiederti di andartene verrà Sergey, un uomo 
alto un metro e novanta, per 150 kg. Non è una persona dalle maniere gentili, è molto probabile che ti farà volare fuori dalla finestra. -
Io la guardo di sfuggita, i lunghi capelli biondi le sfuggono dalla coda di cavallo e i suoi intensi occhi neri riflettono una grande pena. Senza pensarci, cosa che faccio spesso, dico quello che mi passa per la testa: - Stai per staccare? -
- Sì... - mi risponde confusa lei guardandomi corrucciata.
- Bene, io me ne vado se mi permetti di offrirti un caffè.-
- Un caffè? Alle 10 di sera? -
- Allora una birra. - le sorrido.
Emettendo un piccolo grugnito sorride a Lily poi lanciandomi un'occhiata dubbiosa dice: - Ve bene, ma offri tu. -
- È quello che ho detto. -
Dopo pochi minuti ci troviamo fuori dall'ospedale e quasi rimango stupido nel vedere che nulla sia cambiato. Nonostante sia stato poco in ospedale mi sono quasi dimenticato come sia fatto in realtà il mondo esterno. Non parliamo per 
tutto il tragitto che ci porta dall'ospedale al bar che dista pochi metri. 
Entriamo in un piccolo spazio in cui il balcone occupa tutta la parte destra del locale mentre nella parte sinistra si trovano i tavolini. Le luci soffuse 
rendono l'ambiente più rilassante e confortevole, tutto l'ambiente come il balcone, i tavoli, il pavimento sono fatti di legno. Seguo Natalie, che facendo un cenno di saluto al barista, si siede nel tavolo più lontano dalla porta d'entrata. La faccio accomodare sulla panca, i cui sedili sono ricoperti da un soffice cuscino, percorre tutta la parte sinistra del locale, mentre io mi 
siedo su una seggiola di fronte a lei. Dopo esserci liberati delle rispettive 
giacche chiediamo due birre. Un silenzio imbarazzante, totalmente diverso da quello confortante che ci aveva avvolti prima, scende su di noi e io, visto che odio situazioni del genere, le chiedo: - Vieni spesso qui? -
Lei seguendo i graffi dei tavolo con il dito indice dice:  -Sì, è un posto che 
mi rilassa. -
- Mmm, ci credo. Mi trasmette un senso di tranquillità.-
Natalie mi osserva incuriosita per qualche secondo poi mi chiede: - Mi hai invitato per sapere di più su tua sorella, vero? -
Io ricambio il suo sguardo curioso e le rispondo:  - In parte. -
- In parte? È qual è l'altra parte del motivo? -
- Te lo dico se mi dici qualcosa su come vi siete conosciute tu e mia sorella.- 
- Ti piacciono i patti, eh? - mi chiede divertita.
-Già..-
Il silenzio scende di nuovo su di noi, ma questa volta non lo spezzo perchéso, e questo potrà risultare strano, quando è il momento di tacere.
- Sai ho portato qui anche lei la prima volta che l'ho conosciuta. Era stata una giornata terribile, stavo uscendo dall'ospedale quando l'ho vista seduta su una delle panchine di fronte alla fontana dell'ospedale che si beveva un caffè. Mi ricordavo di lei, era stata una delle pazienti urgenti della mattinata, era 
stata fatta uscire intorno alle 15 e nonostante fossero le 21 era ancora qui. Sapevo chi fosse e quale malattia le era stata diagnosticata. Mi sedetti di fianco a lei, non so perché lo feci visto che dovevo assolutamente tornare a 
casa a contattare il mio avvocato perché un paziente mi aveva denunciato per un motivo che non mi ricordo più. Ero così arrabbiata, così stanca, pensavo che la 
mia vita fosse finita non ricordandomi di avere ancora tutta la vita di fonte a me. Senza pensare che il timer della persona al mio fianco era partito senza che lei lo volesse, senza che lei potesse fare nulla. Mi offrì il caffè che 
stava bevendo e io ne bevvi un sorso continuando a guardare la fontana e pensando ai miei problemi. Dopo un po' mi chiese di andare a bere con lei una birra e così la condussi qui. Grazie. - io quasi non mi accorgo che ci hanno appena servito la birra, preso come sono dal racconto. Natalie fa scorrere le 
dita sul bordo del bicchiere, guarda il soffitto e ridacchia tristemente: - 
Mentre bevevamo non so come mi tirò fuori tutti i miei problemi, le raccontai tutto di me e lei rimase lì a insultare chi mi aveva fatto un torto, a ridere e a spronarmi senza mai mostrare le ferite che si portava dentro. Niente. La seconda volta che venne all'ospedale venimmo qui durante la mia pausa per prendere un caffè, anche questa volta parlammo soltanto o meglio io come al solito non riuscivo a tacere i miei problemi e lei come sempre mi sosteneva. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana diventammo amiche. Ci raccontavamo di tutto, mi raccontò di te, di Albus, di Alice, dei vostri genitori e della vostra numerosa famiglia e di Scorpius, senza però toccare l'argomento malattia. Ogni volta che veniva all'ospedale era sempre piena di energia convinta che avremmo trovato una soluzione, che non avrebbe dovuto affrontare 
quel maledetto intervento. Un giorno però la vidi crollare, le avevano detto 
che non aveva speranze se non l'intervento. Fu lei quella volta a cadere. Pianse, pianse così tanto che la portai in una delle stanze degli infermieri. Non disse nulla durante la sua crisi di pianto, ma per me era come se mi avesse urlato tutta la sua paura, il suo dolore, la sua disperazione. La sentii, James. Sentii il dolore che stava provando e non sapevo cosa fare. Facendo il 
lavoro che faccio io pian piano si diventa quasi insensibili al dolore che provano i pazienti, ci si dimentica cosa vuol dire essere umani.  Quando smise di sfogarsi, parlò e mi rese partecipe del suo dolore, le dissi solo di combattere, come se non lo avesse già fatto fin da subito. Io con tua sorella sono rinata, però non credo di esserle stata d'aiuto come lei lo è 
stata per me...- piccole lacrime iniziarono a scendere sul viso di Natalie che provava a cancellarle, ma più lo faceva più queste scendevano copiose sulle 
guance. Prendo posto vicino a lei e inizio a cullarla, cercando di rassicurarla. Dopo un po' smette e per farla distrarre inizio a raccontarle 
cose stupide su di me o su Lily. Ridiamo e chiacchieriamo di cose futili per non so quanto tempo, finché il barista non ci fa notare che giunta l'ora di chiusura. Gli pago le birre e usciamo nella buia e fredda notte. Ci guardiamo per un po', poi Natalie mi si avvicina e mi deposita un leggero bacio sulla guancia, si scosta e dice: - Mi hai aiutato, grazie. Buona notte. -
Fa per allontanarsi, ma io la blocco, la faccio girare verso di me e la bacio. 
Un bacio diverso dà tutti quelli che ho dato, dolce e pieno di un sentimento a cui non so dare un nome. Non la sforzo ad aprire le labbra, mi basta sentire la sua bocca sulla mia. Così morbida e così calda da farmi quasi impazzire. Con la 
lingua percorro il contorno delle sue labbra, mentre lei mi mordicchia il 
labbro inferiore. Sono al settimo cielo, mi sento potente e allo stesso tempo mi sento così debole. Debole perché per la prima volta so di essere in balia del volere di una donna, ma la cosa non mi dispiace affatto. Poi avviene il miracolo, lei schiude le labbra e finalmente io posso addentrarmi. Così bello e 
unico fu quel momento, le nostre lingue giocarono, si incontrano, si scontrano. Così diverse ma allo stesso tempo così simili.
Le nostre bocche si staccano, perché i nostri polmoni reclamano dell'ossigeno. 
La tengo stretta tra le mie braccia mentre le mani di lei rimangono intrecciate nei miei capelli, non so come ci siano arrivare ma trovo la sensazione molto piacevole. Ci guardiamo, poi io sorridendo, consapevole di quello che provo, 
dico: - Mi piaci. -
- Che? - esplode lei stralunata.
- È l'altra parte del motivo per cui ti ho invitata a prendere una birra. -
- Ti piaccio? -
- Sì, forse anche qualcosa di più.
- Non ha senso... -
- Ti svelo un segreto... - le sussurro all'orecchio - Nulla ha senso quando tu sei vicina a me, se non il fatto che il mio cuore batte solo per te. -
Poi le bacio il lobo dell'orecchio e mi allontano, ma lei mi afferra per il 
bavero e mi fa avvicinare al suo viso.
- Nulla ha senso se non ci sei tu a crearmi problemi. - mi sussurra.
Io sorrido sornione e torno a baciare le sue labbra.



Faccio un ampio respiro e prendo in mano la lettera. La giro e leggo per 
l'ennesima volta il nome. Con due dita comincio ad aprirla e una volta aperta tiro fuori il foglio. Sto per aprirlo, per capire finalmente tutto. Sono eccitatissimo e molto nervoso.
Ho una grande paura! Ma voglio sapere.
Bip.
Mi giro di scatto verso la tigre, il patronus di James. 
- Al abbiamo trovato il quaderno, finalmente, vieni subito - la voce di James si diffonde nella stanza.
Riposo la lettera nella busta e la metto in tasca, poi mi smaterializzo con destinazione ministro della magia reparto auror.
Appena compaio trovo tutti lì. Vedo Jack parlare con Johnny e mandare degli sguardi di sfuggita a Trudi che seduta al tavolo parla con Scorpius.
Dall'altro lato della sala vedo zio Ron parlare con Teddy e papà. Infine noto Alice circondata da un gruppo di auror. La voglia di correre da lei è grande ma mi costringo ad andare verso papà.
- Albus dov'eri  finito? Sono successe molte cose. - Vieni - dice mentre mettendomi una braccio attorno alle spalle mi spinge verso una sedia. Piano piano 
si siedono tutti.
Papà si alza dal suo posto a capotavola - Finalmente il quaderno è nelle nostre mani - si alzano subito dei gridi di felicità e dei fischi che vengono subito placati prontamente dal capo auror. - È questo che siamo riusciti a fare in così poco tempo è tutto merito del lavoro di tutti quanti.
Alice il tuo consiglio di restringere i campi di ricerca è stato molto azzeccato. Grazie a te è stato molto più facile trovare l'ospedale dove si trovava la madre di Isahaia. - tutti cominciano ad applaudire per il buon lavoro fatto. 
- Grazie a tutti per il lavoro di squadra e soprattutto a Jack e Trudi che si sono dimostrati una squadra di ricerca formidabile. - conclude con un sorriso. 
Alzo lo sguardo verso i due e noto l'espressione divertita di Johnny, quella imbarazzata di Jack e infine quella trionfante di Trudi.
- Harry dobbiamo brindare! - esclama Ron alzandosi e evocando con la sua  bacchetta un idromele e dei bicchieri per tutti.
Johnny si alza e con il bicchiere in alto - Brindiamo a Lily, una dei migliori auror del Ministero, a cui dobbiamo la cattura di Isahaia - dice, Trudi si alza anche lei e dice - A Lily che combatte sempre e non si arrende mai -
- A Lily - tutti dicono in coro. 
Tutti bevono mentre papà comincia subito a dare ordini di qua è di la su ciò che deve essere fatto.
Io approfitto del caos che si è creato nella stanza, mi avvicino a Alice e le 
dico di seguirmi nel suo ufficio, poi esco.
L'aspetto per un po' e dopo 10 interminabili minuti arriva. Aprendo appena la porta, scivola dentro chiudendo la porta dietro di sé.
- Credevo non saresti più venuta-  mi avvicino.
- Lo credevo anch'io - si interrompe per guardarmi negli occhi e poi continua - Ma poi ho cambiato idea. Cosa volevo dirmi? - chiede in tono sbrigativo muovendo 
le braccia. - non ho molto tempo devo aiutare gli altri per salvare Lily - dice di sottecchi. - Ma ha te non importa, vero? -
Mi avvicino sospirando.
- Ali lo sai che  non le pensavo quelle cose - le metto una ciocca bionda 
dietro l'orecchio. - Scusami, mi dispiace. Sono stato uno stupido. Perdonami - aggiungo sfiorandole il collo con le labbra, un leggero tocco che però la fa tremare impercettibilmente.
- Non dovevi dirlo - risponde in un sussurro tremando quando le poso le braccia ai fianchi.
- Lo so. Perdonami.- dico stringendola a me e posandole dei piccoli baci sui capelli.
- Mi hai ferita - le sue mani sono sul mio petto che si alza e si abbassa a un ritmo più veloce del normale.
- Stavo male. Era troppo anche per me. Ho scaricato tutto su di te. Non 
dovevo. Ho sbagliato. - poso la fronte sulla sua mentre parlo, guardandola negli occhi. 
- Scusami -
Le sfioro le labbra con delicatezza assaporando quel momento intimo.
Le sfioro le labbra ancora con dolcezza, facendola adagiare a me.
-Ti amo - sussurra alla fine.
Sorrido - Per sempre - 
Torniamo a baciarci 


Sono di nuovo a casa.
Faccio un enorme respiro per prendere coraggio e poi la apro.

Caro Albus,
Ti ho mai detto che ti voglio bene? No, non l'ho più fatto da quando sei stato smistato a serpeverde, ma rimedio ora, perché voglio che tu lo sappia e che non ne dubiti mai. Ti voglio un bene dell’anima, Albus Severus Potter. E, se non lo dici a James, potrei anche confidarti che sei il mio fratellone preferito, ma 
non te lo dico non lo faccio perché sono sicura che, da brava serpe quale sei, andrai dritto dritto da lui per rinfacciarglielo.
Ahahah, sei davvero incredibile, Al, proprio come i due grandi uomini di cui porti il nome. Non te l’ho mai detto, ma sei in gamba, un grande pozionista e sono sicura che tu e il tuo amico riuscirete a fare grandi cose.
Albus, ricordi quando sei venuto a casa dopo essere stato smistato a 
serpeverde con Scorpius e, tutto contento, hai detto che lui era il tuo nuovo miglior amico? Non mi sono arrabbiata con te, ma con me stessa, quella volta. 
Mi sentivo egoista, perché non riuscivo ad accettare il fatto che i tre nuovi malandrini non esistevano più a causa poi di una stupida casa. Non potevo accettarlo, così mi sono arrabbiata e mi sono sentita ancora più ferita quando hai detto che Scorpius era il tuo nuovo miglior amico, perché sono sempre stata 
io la tua miglior amica e mi sono sentita tradita, tagliata fuori, a causa di uno stupido Malfoy.
Al, la vita insegna. Ma, in certe occasioni, una persona, anche se sa cosa è giusto fare, non riesce a farlo ed io sono stata così con te. Sapevo che ti dovevo parlare ma non ci riuscivo perché tu che sei la persona più vicina a me, la persona che più mi conosce hai pensato che la causa della mia rabbia fosse il tuo essere serpeverde. Come se non mi conoscessi, io non farei mai una cosa simile perché non mi importa in che casa sei.
Anche dopo, quando avrei potuto scegliere, non l'ho detto, che ero gravemente malata. 
Non l’ho fatto, non sono stata abbastanza coraggiosa, non potevo sopportare il dolore e la pena negli occhi di papà, della mamma, nei tuoi o in quelli di James. Non l’avrei mai potuto fare.
Albus, non stai piangendo, vero? Non osare! Perché non sei il tipo, ci siamo intesi? Inoltre sei un serpeverde e, se piangi ed io da lassù lo scopro, ti giuro che ti prenderò in giro per tutta l’eternità senza mai smettere. Lo sai quanto possa essere cattiva, quando voglio.
Sarò sempre la tua migliore amica per sempre, anche se tu non vuoi,
Lily, che ti vuole tanto bene
PS: non osare toccare la mia stanza, il fatto che io non ci sia più non vuol 
dire che quest’ultima sia tua di diritto!
PPS: Alice è sempre stata innamorata di te e anche tu, quindi muoviti o rischi di morire prima di dichiararti. 


Ripiego il foglio e mi asciugo le lacrime che mi rigano le guance. Non mi ero accorto che stavo piangendo.
Stringo al petto il foglio con un piccolo sorriso.
Ti voglio bene anche io Lily. Stupida! Come hai potuto pensare una cosa del genere. La mia stupida sorellina.
Torna da me, non arrenderti. Io farò di tutto per farti tornare da me, te lo 
prometto.
Alzo lo sguardo quando sento un rumore alla porta e una chioma bionda spunta dal varco.
- Albus sei qui? - chiede chiudendo la porta.
Mi strofino gli occhi con la maglietta e metto la lettera in tasca.
- Sì sono qui - rispondo alzandomi dal divanetto.
Si incammina nel buio tastando con la mano la parete in cerca 
dell'interruttore di luce. 
- Perché sei al buio - dice posando sul tavolo una scatola.
- Usavo la bacchetta - mi avvicino mentre rispondo. Scorpius apre la scatola e comincia a tirare fuori erbe e diverse ampolle piene.
- Ti stavo cercando, sei scomparso e non ti ho più visto - mi lancia un'occhiata interrogativa.
- Perché mi cercavi? - gli chiedo, lui mi passa delle erbe e io le metto nei 
barattoli inserendo il nome della pianta.
- Dobbiamo provare a riprodurre la pozione cosa credi - tira fuori un quaderno 
- E questo ci sarà molto utile-  dice poggiando il quaderno sul tavolo - Poi sono passato da papà per gli ingredienti che ci mancano ed eccomi qui - 
Ci sediamo e io apro il quaderno leggendo le varie descrizioni.
- Non ho mai visto una pozione che usa ingredienti come questi - esclamo stupito guardando in volto Scorpius.
- Hai ragione, la prima cosa che si impara quando si vuole diventare un 
pozionista è che non tutti gli ingredienti possono essere compatibili, e che alcune erbe se messe in contatto creano una sostanza esplosiva - riflette lui - 
Questi ingredienti non sono compatibili, sono sicuro che se riproduciamo la pozione questa esploderà. A meno che qualcosa ci sta sfuggendo -mi guarda 
pensieroso.
- Che ne dici se intanto proviamo a produrre l'antidoto? Lo so che non abbiamo molto ma possiamo provare con gli opposti chimici di ogni ingrediente magari ne traiamo qualcosa, che dici? - gli chiedo.
Lo so che non è tanto ma dobbiamo provarci dobbiamo salvare mia sorella e il tempo scorre.
Scorpius intercetta il filo dei miei pensieri e annuisce.
Questo che facciamo,  è praticamente impossibile, lo so. Non abbiamo abbastanza informazioni. Ma la disperazione ci spinge a tentare qualcosa di assurdo, perché un conto è fare l'antidoto di una pozione conosciuta e un conto 
e inventare sul posto un antidoto a una pozione sconosciuta, di cui molte cose ancora ci sfuggono.


Ndda: ossia note delle due autrici

Rosa: Ciao a tutti
Lilyrose: Finalmente siamo tornate!!
Rosa: Già dopo questo lungo periodo.
Lilyrose: Ci dispiace per questo a proposito.
Rose: Ma dovete capire che è stato un vero parto. 
Lilyrose: C'eravamo noi due, una che incitava e l'altra che urlava per la rottura delle acque.
Rose: Poi ci scambiavamo i ruoli e quella che prima partoriva ora incitava.
Lilyrose: Ahahahah c'è l'abbiamo fatta! È nato un bel bambino, no?
Rosa: Personalmente ancora non mi convince. Potevamo cambiare quel..
Lilyrose: Non cominciare ti prego. Non hai fatto altro, mi hai fatto diventare la testa tanta.
Rosa: Scusami 
Lilyrose: Continuavi a rompere con domande come: ma sei sicura? Ti piace? Forse è meglio cambiare questa parte? E se facessimo qualche modifica qui e la?
Rosa: Scusa tanto. Me ne rendo conto. Purtroppo però per questo capitolo avevo delle idee specifiche che però non riuscivo a esprime come volevo.
Lilyrose: Capisco. Allora ti perdono.
Rosa: Grazie amica!
Lilyrose: D'altronde anche io alcune volte faccio cose così. Tu ricordi quella volta quando..
Rosa: Ho una memoria lunga ricordo tutto io. Ma non credo che ai lettori importa. 
Lilyrose: Volevo solo dire...
Rosa: Dopo dopo. Ora le cose importanti.
Lilyrose: Sarebbero?
Rosa: Beh manca solo l'ultimo capitolo.
Lilyrose: Assolutemnte vero, collega.
Rosa: E poi cosa si fa?
Lilyrose: L'epilogo no?
Rosa: Ma non capisci proprio niente. 
Intendevo alla fine della storia!
Lilyrose: Ah quello. Possiamo sempre sviluppare una delle altre lilius di cui abbiamo parlato in chat!
Rosa: Ma ce ne sono tante con quale cominciamo?
Lilyrose: ma che importa. Ne prendiamo una a caso no?
Rosa: "Non è quello che sembra" o "è tutta colpa di quel maledetto gelato"?
Lilyrose: Magari entrambe. Tanto "è tutta colpa di quel maledetto gelato" è una minilong si può finire subito.
Rosa: Bene allora deciso?
Lilyrose: Certo. Ora torniamo alla nostra tragedia. La storia sta per finire.
Rosa: Il prossimo capitolo è quello di Scorpius.
Lilyrose: Scusa, che c'è di tragico in questo?
Rosa: Se poi viene un disastro e facciamo la figura di merda? Tutti i 17 lettori ci perseguiteranno per renderci la vita impossibile! E se poi sono così infuriati che chiedono aiuto agli dei dell'olimpio? Immagina cosa potrebbe succedere se dovessimo essere portati in prigione ad Azkaban.
Lilyrose: Ma dai sempre ad esagerare.
Rosa: Non sto esagerando!
Lilyrose: Allora dimmi perché dovrebbero imprigionarci?
Rosa: Condannate per aver finito male una storia. 
Lilyrose: Certo che questo è un gran crimine!
Rosa: Rovinare il finale di una storia è davvero la cosa peggiore che delle scrittrici possono fare.
Lilyrose: Senti basta lasciamo perdere
Rosa: Ok lasciamo perdere comunque continuo a pensare che potevamo cambiare quella parte.
Lilyrose: Ormai abbiamo pubblicato mi dispiace non c'è più niente da fare. Salutiamo i lettori dai!
Rosa: Allora ciao a tutti. E fateci sapere che ne pensate voi ok?
Lilyrose: Mi raccomando
Rosa: Idem, a presto
Lilyrose: Prestissimo! Baci
Rosa: Tanti, tutti per voi!!
  
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