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Autore: Laylath    09/10/2014    3 recensioni
Ore 02.00 AM.
SBAM! SBAM! SBAM!
Il forte bussare alla porta fece trasalire Breda, svegliandolo improvvisamente dal sonno profondo tipico di un soldato che sa che ogni minuto di riposo è prezioso.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heymas Breda, Jean Havoc
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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Parte 5. Ore 02.00 AM.



Ore 01.30 AM.
 
Esci fuori da questa stanza o ti ammazzo, maledetto! E’ tutta colpa tu…aaaaaah!
Breda fece in tempo a sentire l’ultimo urlo di Rebecca prima che la porta si aprisse e un furentissimo Jean uscisse dalla stanza della partoriente.
Il soldato rosso serrò gli occhi nel sentire il forte SBAM che accompagnò la non proprio gentile chiusura dell’uscio. Ma era solo l’ultimo atto di una notte da tragedia che era iniziata quando, cinque minuti prima di uscire da lavoro, Rebecca aveva chiamato in ufficio per avvisare che era entrata in travaglio… con due settimane di anticipo rispetto a quanto si era prospettato.
E Breda non sapeva ancora bene come si era trovato coinvolto in quell’improvvisa emergenza: perché ovviamente doveva succedere proprio a loro di non trovare il medico a disposizione e dunque dover fare tutto da soli (giustamente entrambe le famiglie dei quasi genitori abitavano fuori città e non c’era stato tempo di avvisarli). L’unica consolazione era che assieme a Rebecca c’era colonnello Hawkeye e dunque una mano femminile era presente.
“Brutta stronza! – esclamò Havoc, sbattendo un pugno sul muro: era l’ansia fatta persona, sembrava dover esplodere da un momento all’altro – prima mi distrugge i polsi con la sua stretta del cazzo…”
“Jean, il parto è un momento difficile e doloroso…” cercò di consolarlo Heymans.
“… poi mi vomita addosso tutte le cattiverie di questo mondo! I bambini si fanno in due! Che cosa sarebbe solo colpa mia?”
“Sta solo sfogando il dolore fisico, suvvia…”
“E al mio dolore chi ci pensa?”
“Dolore…”
“Dove cazzo sta quel maledetto nano di Fury? L’ho mandato a comprare le sigarette più di un’ora fa… se non fumo giuro che uccido qualcuno!”
“Trovare un negozio aperto a quest’ora è quasi impossibile – Breda gli diede uno spintone e lo fece sedere nel divano – ora calmati e…” la sua filippica venne interrotta da nuove urla.
Riza! Cavolooooooo!!
Jean Havoc, se non torni in questa stanza a darmi una mano non andiamo lontani! Rebecca! Ferma!
Se torna dentro lo uccido!
Lo uccido io se non torna… maledizione, Havoc! Vieni qui che sta per nascere!
“Non posso – Jean scosse il capo – che se la veda da sola quella stronza, io ho già dato…”
“E dai!” lo incitò Heymans, tirandolo per il braccio.
“Fottuti medici irreperibili… io mica rischio la vita: sono un soldato e…”
“Senti, idiota, mi hai già rovinato la serata costringendomi a venire a casa tua… e trascinando anche quella povera anima di Fury – il rosso passò alle maniere forti – o entri e dai a tua moglie tutto il sostegno che puoi, beccandoti tutti gli insulti che meriti… o giuro che io…”
Jean…
“Oh no, sta piangendo di nuovo…”
Havoc, torna qui! E’ un dannato ordine!
“Non ho mai sentito il colonnello così furente in tutti questi anni – Breda gli diede un’ultima spinta verso la porta – Non vorrai renderti colpevole di insubordinazione, vero?”
Havoc nemmeno rispose a quella provocazione: aveva assunto l’aria tipica di un toro che si prepara a caricare. Traendo un profondo respiro percorse a lunghe falcate il salotto e si fiondò nella stanza dove si stava perpetuando il delitto.
E a Breda non rimase che attendere nel divano: si alzò un paio di minuti dopo per andare ad aprire ad un terrorizzato maresciallo Fury che non aveva trovato le sigarette richieste.
“Mi… mi ucciderà?” chiese il giovane chiaramente desideroso di trovarsi ovunque meno che in quel posto.
“No, ha altro a cui pensare, fidati.”
“Ma perché il capitano Falman doveva esser fuori città proprio in questi giorni?”
“Non pensare che la situazione sarebbe differente. Il più furbo è stato il generale a dileguarsi cinque minuti prima che quel telefono squillasse… secondo me ha subodorato il pericolo.”
Ahia! Rebecca! Non mordere!
Staccagli pure il braccio ma non dimenticare di spingere, dannazione!
“Voglio tornare a casa…” sbiancò Fury.
Pure io – pensò Breda.
 
Ore 02.00 AM
 
L’urlo di Rebecca terminò, seguito immediatamente da un forte vagito.
Fury e Breda si guardarono tra di loro, increduli che finalmente, dopo tutte quelle urla e lamenti, l’erede della famiglia Havoc fosse nato.
Tesero le orecchie e sentirono le voci concitate del colonnello e di Havoc e dai toni felici sembrava che tutto fosse andato per il meglio.
“E’ andata, ragazzino – sghignazzò Breda, sentendosi incredibilmente felice per il suo miglior amico – c’è un nuovo Havoc ad Amestris, per quanto non so se sia una cosa positiva o meno.”
“Sono così felice per il tenente e la signora! – Fury sembrava quasi scodinzolare come un cucciolo: ogni traccia di terrore ed ansia era sparita dal suo volto – Crede che ce lo faranno vedere?”
“Dopo che Havoc ti ha preso per il colletto in ufficio e sequestrato per questa notte direi che è il minimo.”
Quasi a confermare quanto appena detto, la porta si aprì ed Havoc uscì tenendo tra le braccia un fagottino avvolto in una coperta bianca.
L’espressione del biondo era oscillante tra l’incredulità e la felicità assoluta, come succede per ogni padre che prende per la prima volta in braccio la propria creatura.
“Uh, complimenti – Breda si accostò a lui e sbirciò il visino arrossato e contratto in una smorfia di fastidio – e allora? Maschio o femmina?”
“Femmina – mormorò il neo papà, come se fosse la cosa più ovvia del mondo – ovvio che era femmina… vero, Jilly?”
“Jilly? Bel nome, tenente.” Fury si avvicinò ed osservò meravigliato la neonata.
“E Rebecca?” Breda alzò lo sguardo sull’amico, sicuro che la donna stesse ottimamente.
“Già – Havoc fece un sorriso strano e dopo qualche secondo porse la bambina al rosso – c’è un piccolo problema… potete pensare voi a Jilly?”
“Eh?” Breda si ritrovò tra le braccia l’infante così all’improvviso che fece giusto in tempo a consolidare la presa per evitare una caduta sul pavimento.
“Ma come…?” anche Fury era perplesso.
Havoc, torna… mi sa che anche il secondo sta per nascere!” la voce del colonnello Hawkeye prevenne qualsiasi spiegazione il biondo potesse dare.
Anche il secondo… dannato, non gli bastava mettermi incinta di uno! Uargh!
“Scusate, ma penso di essere richiesto! – Havoc, arretrò verso la stanza – Eccomi, amore mio…”
Non chiamarmi amore, disgraz… aaahiaaaa!
 
Ore 03.30 AM
 
“Jilly che nasce alle due, Jody venti minuti dopo – Breda sospirò contemplando i due neonati che dormivano nella grande cesta preparata alla bell’e meglio per entrambi (non era previsto anche un secondo infante) – in quanto ad orari hanno preso tutto da te, non trovi?”
La sua voce sembrava rimbombare in quella casa ora così quieta: Rebecca finalmente dormiva dopo quel parto così pesante e anche la sua amica bionda era crollata in una poltrona accanto al letto.
“Senti, mi sono dovuto improvvisare medico per un’intera notte… e non solo, il divano è occupato da quell’idiota di Fury. Quasi quasi lo butto a terra e mi ci addormento io.”
“E lascialo in pace, poveraccio.”
“Manco mi ha trovato le sigarette…”
“Con questi due ora dovrai diminuirle mi sa.”
“Ah, ovviamente sei il loro padrino.”
“Che? – Breda alzò lo sguardo – oh no, non puoi chiedermelo. Va bene farti da testimone di nozze, ma i due marmocchi se li spupazza qualcun altro, capito? Dalli a Fury, lui almeno li farà giocare.”
“Tu e il colonnello Hawkeye, è deciso – Havoc nemmeno fece caso a quella protesta – di tutte e due o vi giocate il maschio e la femmina a testa o croce.”
“Stai parlando dei tuoi figli…”
“Sono praticamente tuoi nipoti… e dai che sono simpatici, non trovi?”
“Ti odio…” sospirò Heymans, arrendendosi al fatto che per una volta tanto il suo amico aveva ragione.
Del resto a quei due bambini sarebbe servita una figura adulta un minimo responsabile.
A dire il vero hanno tutto un team a disposizione… anche se la parola responsabilità non è proprio il nostro forte.
Il telefono squillò improvvisamente tanto che i due soldati sobbalzarono all'improvviso. Immediatamente i loro sguardi corsero preoccupati ai due neonati e le loro paure trovarono conferma nel vedere che iniziavano ad agitarsi ed aprire gli occhi.
"No, no... cazzo, Breda, come funziona quando piangono?"
"Non lo so, prendili, cullali, calmali... " si impanicò il rosso correndo all'apparecchio per far smettere il fastidioso trillo.
"Ma chi cazzo è a quest'ora?" Havoc aveva preso in mano quella cesta strillante, muovendola goffamente nella pessima imitazione del cullare.
"Pronto?" esclamò Breda.
"Ehilà, Breda, allora come va la situazione lì? E' nato?"
"Generale Mustang... sappia che in questo momento la sto odiando."
Appunto... che avevo detto sulla responsabilità del team?





_____________________
Eccomi giunta alla fine di questa piccola ideuzza ^^
Alla fine per chi segue le mie fic, Jilly e Jody non sono degli illustri sconosciuti... ma ad onor del vero sappiate che ho sempre ritenuto che Havoc e Rebecca dovessero avere due gemelli, anche prima della mia AU.
Spero che vi siate divertiti ^^

 
  
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