Una
sconcertante verità
Harry’s
pov
Dopo quella sera
presi in mano la situazione e iniziai a
investigare su Zac, dovevo scoprire qualcosa su di lui e per farlo era
necessario chiedere a qualcuno che lo conoscesse, e sapevo anche dove
andare,
mi era semplicemente bastato fare qualche domanda trabocchetto a Mandy
dato che
lei a quanto pare sapeva tutti i retroscena.
Arrivai in
quella stupida pista di moto cross augurandomi di
non incrociare Zac, intorno a me c’era gente che
già correva lungo la pista, o
chi riparava moto, mi serviva qualcuno a cui chiedere informazioni su
Zac ma
non sapevo a chi rivolgermi notai poi a qualche metro di distanza un
ragazzo e
una ragazza che ridevano e scherzavano tra di loro accanto a una moto,
forse
loro sapevano qualcosa «scusate ragazzi conoscete per caso un
certo Zac? So che
frequenta questa pista» la ragazza assunse uno sguardo quasi
spaventato mentre il
ragazzo si avvicinò guardandomi serio «si lo
conosciamo, perché lo cerchi?»
«è
una questione un po’ lunga e delicata, cosa sapete di
lui?»
«so
che è un figlio di puttana, ecco cosa so» rispose
il
ragazzo facendo trasparire uno strano sorriso sul suo volto, quel
ragazzo
sapeva e dovevo assolutamente farlo parlare «senti che ne
dici se andiamo a
prenderci un caffè e mi dici qualcosa di lui? Se vuoi ti
pago» «no tranquillo,
lo sputtano anche gratis quel coglione».
Circa una decina
di minuti dopo ci trovavamo all’interno di
un bar a sorseggiare un caffè «sai tra tutte le
cose strane che mi sono
successe in vita mia non l’avrei mai detto che mi sarei
trovato a bere un caffè
in compagnia di Harry Styles» accennai un sorriso e lui rise
con me «comunque
io mi chiamo Scott» si presentò «allora
posso sapere che ti ha fatto Zac?»
respirai a fondo e gli raccontai tutto «il fatto è
che si è messo con una mia amica»
appena dissi quella frase Scott si fece terribilmente serio
«ma è da un po’ di
tempo che lui non mi convince sento che nasconde qualcosa, nessuno di
noi lo
conosce bene, molto spesso riceve strane telefonate e una volta
l’ho persino
visto in compagnia di un tipo poco raccomandabile che gli dava dei
soldi, non
so più che pensare, voglio solo scoprire che cosa nasconde
quel ragazzo». Scott
sospirò rivolgendo lo sguardo verso la finestra
«senti una cosa che ti posso
dire con certezza è che Zac è matto, e il mio non
è un modo di dire, nessuna
ragazza dovrebbe stare con lui perché ha delle brutte
abitudini, perciò dì alla
tua amica di stare molto attenta» ero ancora più
confuso di prima «aspetta
brutte abitudini in che senso?»
«all’inizio
è dolce e tranquillo ma se per qualche motivo
dovesse arrabbiarsi esce fuori di testa, hai presente la ragazza che
c’era
prima con me? Lei si chiama Amanda è la mia migliore amica
ed è stata con Zac
per un anno, all’inizio era tutto rose e fiori poi un giorno
lui l’ha picchiata
solo perché si era messa una minigonna, da lì
è iniziato l’inferno, la
picchiava sempre, la umiliava e la rinchiudeva persino in casa
perché non
voleva che uscisse con noi, io di questa cosa non ne sapevo niente
finché un
giorno non ho notato dei lividi sul suo corpo e allora non ci ho visto
più,
volevo ammazzarlo ma lei cercava di fermarmi e mi disse che lo aveva
denunciato
per aggressione, così lui non può avvicinarsi a
lei più di un certo tanto,
credimi Harry quello è pazzo, una volta l’avevo
visto con un suo amico, non mi
ricordo come si chiama ma credo che sia un suo amico
d’infanzia, quello è
schizzato perso, molto peggio di Zac» come poteva esistere
qualcuno peggiore di
Zac? Era un mostro e Rose era in pericolo, non potevo permettere che le
succedesse
qualcosa «a quanto so io lui non l’ha mai
picchiata, altrimenti conoscendo Rose
lo avrebbe già lasciato» Scott mi
guardò interrogativo «non l’ha mai
picchiata?
Da quanto stanno insieme?»
«un
paio di mesi mi sembra» quello ci pensò su
«questo è strano,
molto strano, di solito anche la minima cosa lo fa scattare»
ero sicuro al
cento per cento che con Rose non era successo «no anche se
odio ammetterlo si è
sempre comportato bene con lei e anche i miei amici vanno
d’accordo con lui, è
solo che io non mi fido» Scott sembrava sempre più
pensieroso «allora c’è
sicuramente qualcosa sotto, mi rifiuto di credere che sia cambiato
perché
quelli come lui non cambiano nemmeno con un miracolo».
Si
c’era qualcosa sotto ma che cosa? «e riguardo alle
telefonate e ai soldi sai dirmi qualcosa?» «no mi
dispiace tutto quello che so
di Zac è ciò che ti ho detto, ma può
essere che sia entrato a far parte di
brutti giri, la cosa non mi stupirebbe affatto».
Una volta
conclusa la nostra conversazione uscimmo dal bar
«Scott grazie di tutto mi sei stato molto d’aiuto e
scusa se ti ho fatto
perdere tempo» «tranquillo e se Zac dovesse fare
qualche cazzata sai dove
trovarmi» mi diede una pacca sulla spalla e si
incamminò verso la sua strada.
Quella
conversazione mi aveva schiarito le idee e avevo
capito che Zac non è un bravo ragazzo come voleva farci
credere, ma era
pericoloso e dovevo tenere gli occhi ben aperti.
Rose’s
pov
Non ero proprio
in vena di rivedere mio padre tanto meno di
andare a pranzare da lui come fossimo una famiglia felice ma Libby mi
aveva
chiamata dicendomi che le sarebbe piaciuto se sia io che Nora saremmo
andate da
loro e a lei non sapevo proprio dire di no, provai a chiamare Zac per
invitare
anche lui, mi sarebbe piaciuto fargli conoscere la mia famiglia.
«ciao
amore»
«ehi
tesoro ti stavo giusto per chiamare, tutto a posto?»
«si ti
volevo chiedere se ti andava un pranzo in famiglia,
la compagna di mio padre mi ha invitato e mi piacerebbe che ci fossi
anche tu»
ci fu silenzio dall’altra parte.
«Zac
ci sei ancora?»
«si..emh
senti mi piacerebbe molto venire e conoscere la tua
famiglia ma oggi non mi sento molto bene» mi dispiaceva molto
ma non potevo
certo costringerlo
«oh e
cos’hai?»
«niente
di che solo un po’ di mal di testa»
«va
bene non preoccuparti, vorrà dire che ci sentiremo
appena starai meglio, ti amo».
Sinceramente mi
era dispiaciuto il fatto che non sarebbe
potuto venire ma non potevo farci niente e poi ci sarebbero state altre
occasioni per conoscersi.
Più
tardi mi trovavo davanti a casa di mio padre in
compagnia di Nora «Rose stai tranquilla in fondo è
solo un pranzo e poi credo
che papà voglia riallacciare i rapporti con noi»
due secondi dopo aprirono e
Libby ci accolse con tutto il suo calore materno e la sua
solarità, nonostante
fosse in procinto di partorire era sempre raggiante «ciao
ragazze, come sono
contenta di vedervi» disse abbracciandoci entrambe. Una volta
dentro mio padre
ci salutò entrambe con un bacio sulla guancia «dai
ragazze accomodatevi è già
tutto pronto, io e Nora ci sedemmo vicine a una parte del tavolo e mio
padre e
Libby si sedettero davanti a noi. Sapevo già come sarebbe
proseguito quel
pranzo Libby avrebbe parlato fino allo sfinimento e ci avrebbe
incoraggiato a
mangiare mentre mio padre non avrebbe fatto altro che fare domande.
Dopo che Libby
finì di parlarci della sua gravidanza e del
fatto che faceva fatica ad alzarsi persino dalla sedia mio padre
iniziò con l’interrogatorio
«allora Rose come ti trovi in quella casa?»
«bene» ormai non mi confidavo più
con lui come facevo una volta e il più delle volte gli
rispondevo a monosillabi
«e una volta uscita di lì cosa pensi di
fare?» una domanda più stupida non gli
sarebbe potuta venire in mente e poi non ero certo io che decidevo cosa
fare
«non sappiamo ancora niente di progetti futuri ma credo che
inizieremo a
registrare musica come fanno tutti gli artisti» «e
così diventerai ancora più
famosa» disse come se fosse quella la cosa più
importante «papà non lo faccio
per la fama ma perché amo cantare e voglio che la mia
passione diventi anche il
mio mestiere» mio padre annuì senza sapere come
proseguire la conversazione
c’era ancora parecchia tensione tra noi.
«io
invece ho riflettuto molto e penso che mi iscriverò
all’università di scienze della
comunicazione» esordì Nora, mio padre fece un
sorriso che andava da un orecchio e finiva nell’altro
«brava tesoro sono
contento per te» quella frase mi lasciò
completamente di stucco non ero mai
stata gelosa di mia sorella ci mancherebbe altro ma dopo quello ci ero
rimasta
davvero male «quindi per Nora sei felice e per me non te ne
frega niente?»
sbottai sbattendo la forchetta sul tavolo in vetro «Rose non
fraintendermi io
sono felice per te ma quello che vuoi fare tu non è un vero
lavoro nella vita
bisogna rimboccarsi le maniche e non perdere tempo a cantare e
divertirsi!»
diventai rossa dalla rabbia «non canto per divertirmi, ma
perché è la mia vita
e dubito che tu possa capirlo» una cosa del genere non me la
sarei mai
aspettata «Rose non capisco perché d’un
tratto sei diventata così aggressiva, a
parer mio la convivenza con quei ragazzi non ti sta facendo affatto
bene, ti
stai facendo condizionare da loro e dai loro atteggiamenti, prima non
mi
avresti mai risposto in questo modo» Libby e Nora non
sapevano dove nascondersi
dato che probabilmente si sentivano a disagio «si ma prima
ero una bambina e
non ti azzardare a mettere in mezzo loro perché nemmeno li
conosci, non sai
come sono realmente» stavo per perdere seriamente il
controllo mai avevo
litigato con lui in questo modo «mi è bastato
vedere i video di alcuni dei loro
concerti, non danno per niente il buon esempio, non fanno altro che
toccarsi mi
sembrano dei pervertiti e il bello è che le ragazzine li
adorano» ma cosa
poteva capire un uomo che si ascoltava gli Abba del mondo della musica
di questa
era «non puoi basarti su dei video e poi hanno
vent’anni non ottanta hanno il
diritto di divertirsi e fanno divertire le loro fans e poi tu vedi solo
quello
che ti piace vedere, loro sono delle persone fantastiche lo sai che
fanno un
sacco di beneficienza e che vanno a trovare le fans malate? Scommetto
che
questo piccolo dettaglio ti è sfuggito» presi la
borsa salutai Libby scusandomi
umilmente e uscii da quella casa seguita da Nora, avevo sentito
abbastanza e
non gli avrei rivolto la parola per il resto dei miei giorni.
Quando rientrai a casa Mandy mi accolse più euforica del solito come se fosse appena tornata dal concerto di Beyoncè e avesse voluto raccontarmi tutti i particolari «Rose devo assolutamente dirti una cosa» iniziò tenendomi per le braccia «ti ricordi quando abbiamo fatto la festa qui a casa per il risveglio di Nora?» come dimenticare quel giorno? Charlotte era riuscita a mettermi contro tutti i ragazzi «si me lo ricordo e allora?» non capivo dove voleva arrivare «ecco quel giorno è successa una cosa che ha dell’incredibile io l’ho saputo da Kat che gliel’ha detto Alexis e ti giuro che non ci volevo credere» «Mandy non tenermi sulle spine, dimmi cosa è successo» Mandy sospirò pesantemente «ti dico solo una parola, tradimento»