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Autore: Lory221B    16/10/2014    2 recensioni
John, giovane mutante, è costretto dai suoi genitori ad andare alla scuola di Charles Xavier dove incontra un insolito ragazzo che gli cambierà la vita. Intanto qualcuno trama nell'ombra.
Johnlock
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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cap 2 cap. 2 - Nuovi incontri e nuovi poteri

John  quasi non riuscì a chiudere occhio  durante la prima notte nella nuova scuola. Pensava alla sua casa, a Harry che lo svegliava a cuscinate, all'odore del caffè la mattina.
 La scuola non sembrava male e il suo eccentrico compagno di stanza quantomeno era un soggetto interessante ma di certo non si sentiva a casa. Si addormentò giusto un'ora, il tempo di svegliarsi e constatare che Sherlock non era già più nella stanza. Non gli sarebbe dispiaciuto fare due chiacchiere prima di andare a lezione ma in mancanza del moro non poteva fare altro che prepararsi ad incontrare gli altri studenti.
Si diresse svogliatamente verso la cucina ricordando le indicazioni di Kitty e vi trovò un ragazzo e una ragazza che parlavano fra loro.
- Ciao, sei quello nuovo vero? - chiese la ragazza - Io sono Sally e lui è Philip - disse facendo un cenno con la testa verso l'altro ragazzo seduto sullo sgabello.
- Si piacere, io son John Watson -
- Ah, sei il nuovo compagno di stanza di quel psicopatico di Sherlock! - affermò Philip malignamente.
- Psicopatico? Non mi sembra - si limitò a commentare John guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa di commestibile - anzi mi sembra davvero brillante!- aggiunse.
- Era il mio compagno di stanza, una mattina mi sono svegliato e avevo i capelli verdi! - quasi urlò il ragazzo.
- Oh, quindi è questo il suo potere? Può modificare la materia a suo piacimento? o solo i capelli?- chiese curioso John, visto che non era riuscito ad ottenere quella misteriosa informazione da Sherlock.
- Ahah ma cosa dici? Ha usato qualcosa di chimico per i capelli di Phil! Vuoi dire che non ti ha detto cosa può fare quel freak? Il suo potere è l'invisibilità - esclamò Sally.
- Un potere abbastanza inutile - aggiunse Philip.
- Mai quanto il potere di annoiare le persone a morte Philip - esclamò improvvisamente una voce a fianco a loro, che John riconobbe subito come quella di Sherlock, anche se non poteva vederlo - E comunque, sono un sociopatico ad alta funzionalità, informati! -
- Fatti vedere! - urlarono Philip e Sally.
Il corpo di Sherlock riapparve alla sinistra di John il quale non trattenne un sorriso di approvazione - Vedi John, Philip sa essere talmente noioso - sbuffò Sherlock - non ho potuto fare a meno di sperimentare alcune cose su di lui - .
Philip stava per ribattere ma venne bloccato dell'ingresso del professor Lestrade.
- Ragazzi, veloci con questa colazione, le lezioni vi aspettano - .li esortò il professore.
John non se lo fece ripetere due volte, afferrò al volo due pezzi di torta e uscì dalla cucina seguito da Sherlock che non dimenticò di voltarsi verso Sally e Philip con un sorrisetto di sfida.
- Simpatici vero? Sono tutti così accoglienti - scandì Sherlock sollevando eloquentemente un sopracciglio.
- E così sai renderti invisibile .E' pazzesco, puoi andare dappertutto, fare quello che vuoi, è incredibile! - esclamò entusiasta John.
- Tu non hai mai visto altri mutanti a parte te vero? - commentò ironicamente Sherlock.
- In effetti no, tranne quello che si vede alla tv -
- Bè avrai di ché restare stupito qui allora - Sorrise Sherlock scomparendo letteralmente dalla sua visuale, lasciando John solo e  imbambolato nel mezzo del corridoio.

John si recò alla sua lezione immaginando che Sherlock, di un anno più giovane, frequentasse lezioni diverse. All'ora di pranzo John iniziò a cercare il moro sperando di poter pranzare con lui. Non capiva perchè, ma era l'unico con cui si sentiva a suo agio.
- Scusate, avete visto Sherlock? - chiese John ad un gruppetto di ragazzi intenti a fissare un ragazzo che continuava a passare attraverso i muri al solo scopo di ricevere un applauso.
- No, ma sai, è difficile vederlo no? - gli  rispose strizzando l'occhio uno del gruppetto.
John sospirò,  pensando "umorismo da quarta elementare" ma di Sherlock non c'era proprio traccia e John dovette accontentarsi di rivederlo in camera la sera.
- Ti ho cercato tutto il giorno! - esclamò John entrando in camera.
- Perchè? - esclamò stupito Sherlock.
- Bè pensavo che potevamo pranzare assieme o fare due chiacchiere - rispose John sedendosi sul letto - Ti sembra tanto strano? -
- Un po', di solito nessuno vuole pranzare con me - esclamò incolore il moro, lasciando John un po' stranito e un po' dispiaciuto.
Rimasero a fissarsi qualche minuto finchè John non decise di rompere il silenzio - E così il tuo potere è l'invisibilità -
- Mi sembrava ne avessimo ampiamente parlato, è una tua abitudine ripetere l'ovvio? -
- E tu sei sempre così cordiale? -
Sherlock sorrise all'affermazione di John e lui di rimando gli fece un ampio sorriso che rallegrò il moro, lasciandolo stranito. Sherlock non era tipo da sorrisi e conversazioni amichevoli ed era abituato ad essere lasciato in disparte, come quello "strano". Ma John lo trattava come qualcosa di simile ad un amico.
Il biondo si alzò rendendosi conto che non aveva ancora finito di sistemare le cose nell'armadio. Forse solo ora si sentiva pronto ad accettare la nuova sistemazione. John spostava con una certa lentezza le cose dalla valigia all'armadio quando, involontariamente, inciampò nella cinghia della valigia rovinando verso un mobiletto e trascinando con sè qualcosa di legno che non riuscì a vedere e di cui, curiosamente, non sentì il tonfo.
Quando si rimise in piedi vide una cosa incredibile. Quella "cosa di legno" era in realtà un violino che era rimasto sospeso in aria protetto da un campo di energia.
- Oh mio Dio, sai fare anche questo? - Urlò John stupito guardando il moro.
Sherlock aveva la mano tesa verso il violino che scendeva dolcemente verso il pavimento, protetto dal campo energetico.
- Si, ecco, è una stupidata, non riesco a fare altro che questi piccoli campi di energia attorno agli oggetti. Sarebbe più utile attorno alle persone -  Esclamò mesto Sherlock.
- A me sembra fantastico, e poi i tuoi poteri devono ancora evolvere no? - Sorrise incoraggiante John.
Sherlock guardò John sorpreso e senza dire una parola prese in mano il violino e si mise a suonarlo, assorto nei suoi pensieri, facendo da colonna sonora al biondo che aveva deciso di continuare a riporre  le sue cose nella stanza.
John stava sistemando alcuni fumetti nella libreria quanto Sherlock smise di suonare.
- Comunque avevo da fare, è successa una cosa strana nella stanza del pericolo - Esclamò il moro tutto ad un tratto.
- Scusa cosa? - Chiese stupito John, non capendo che Sherlock aveva ripreso la conversazione iniziale.
- E' la stanza dove si simulano i combattimenti. Una ragazza è rimasta ferita, credo si chiami Mary. Ero curioso di capire se era successo per caso o...-
- Aspetta - lo interruppe John - C'è una ragazza ferita? Io posso curarla! Dove si trova adesso? -
- Tranquillo, il professore non ti chiamerà mica ogni volta che qualcuno si fa una taglietto o, nel caso della ragazza, si rompe una gamba. Non sei nemmeno sicuro di saper controllare il tuo potere, potresti peggiorare le cose,  Xavier non ti lascerà toccarla.  -
John non ascoltò il resto del discorso di Sherlock e uscì di corsa dalla stanza diretto all'infermeria. Se c'era un motivo per cui era contento di essere nella scuola era proprio per poter usare i suoi poteri per aiutare gli altri.

Angolo autrice
Ciao a tutti, un mega grazie a chi ha recensito e a chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate, preferite e a chi ha semplicmeente letto.
Siamo appena all'inizio, ma spero la storia vi stia piacendo!
Piccola precisazione, per i poteri di Sherlock ho preso "in prestito" quelli di Violetta de Gli incredibili. Non me ne sono nemmeno resa conto all'inizio, ma mi sembrano adatti!

Un bacione e alla prossima.

   
 
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