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Autore: Cheonefer86    23/10/2014    2 recensioni
Una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, che seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per amare”.
(Prima si intitolava "È sufficiente un anno per innamorarsi?" che era un titolo provvisorio che ho sempre dimenticato di cambiare ;D)
Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, anche se, ovviamente saranno spoiler per l’ultimo capitolo di quella raccolta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Rating: per tutti
Genere: commedia
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger, Sarah Snape
Pairing: Severus/Hermione
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus è costretto ad uscire sotto la pioggia per andare a cercare le donne della sua vita.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Parole/pagine: 728/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one shot “Un anno per amare” (la storia la potete trovare su
EFP oppure nel Gioco Creativo n°13 “Un anno di sorrisi per Severus” (se scorrete nell’indice, dal 18 ottobre, trovate i vari capitoli)).

Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.

 

 

 

 

Giochi d’acqua e di famiglia

 

Pioggia

 

Quella domenica l’aria era umida e la pioggia cadeva in forti scrosci che rimbombavano in tutta la casa, l’unico rumore che si poteva udire nel silenzio che lambiva ogni parete.

Severus camminava avanti e indietro, visibilmente preoccupato per quel ritardo del tutto ingiustificato.

Sarebbero dovute andare un’oretta al parco, ma ne erano passate più di due e, oltretutto, pioveva, e pioveva piuttosto forte e si sentivano persino i clangori del temporale che si stava via via avvicinando.

“Razza d’incosciente! Dove diavolo siete andate?”

Snape sbuffò per l’ennesima volta, ormai aveva perso il conto di quanti erano stati i suoi lamenti e le numerose imprecazioni che aveva lanciato alla quiete della casa.

Stanco di consumare il pavimento con le suole, prese il mantello, se lo appuntò alla gola e uscì sotto il cielo che aveva deciso di lacrimare piuttosto abbondantemente.

L’acqua gli scivolò in un attimo su tutto il corpo, bagnandogli i capelli e il viso, mentre anche i vestiti iniziarono ad inzupparsi ben presto.

“Complimenti, Severus, sarebbe stato chiedere troppo prendere un ombrello?”

Come aveva previsto, il parco era deserto, con numerose pozze trasparenti che s’increspavano sotto le gocce che rovinavano a terra e crepitavano sotto i piedi di Snape schizzando frenetici l’acqua.

Si guardò tutto intorno, ma non c’era traccia di nessuno, soltanto pioggia e pioggia che ormai gli stava ammollando persino le ossa, per non parlare di quella che aveva iniziato a penetrargli nelle scarpe!

Sicuramente avrebbe preso l’influenza, poco ma sicuro, e, altrettanto sicuro, era che Hermione avrebbe scontato quell’insensatezza prendendosi cura di lui giorno e notte.

A quel pensiero allettante, il mago sorrise, mentre l’acqua gli aveva ormai incollato i lunghi capelli al viso e, se avesse aperto la bocca, avrebbe persino bevuto.

«L’acqua piovana è un vero toccasana per le piante, le fa crescere forti e rigogliose» gli aveva detto sua madre quando era ancora un bambino e si perdeva insieme con lei a guardare le gocce di pioggia che scendevano lungo il vetro delle finestre.

Lui, però, era ormai cresciuto, e tutta quella pioggia non gli serviva di certo!

Se si fosse portato dietro l’ombrello, magari…

Snape uscì dal parco e prese a camminare lungo un viale alberato che conduceva al centro del piccolo paese dove abitavano, almeno gli alberi lo avrebbero riparato dalla pioggia che non aveva nessuna intenzione di cessare.

Sbuffò di nuovo e imprecò ancora, e continuava a farlo anche quando arrivò alla piazzetta desolata, dove soltanto la pioggia passeggiava tra i lastricati di pietra.

Scrutò ogni edificio che si affacciava su di essa, e con attenzione cercò due teste dai capelli arruffati che probabilmente se la stavano spassando mentre lui era in apprensione.

Ormai era zuppo fradicio e nei suoi piedi potevano esserci anche dei pesci per quanto ne sapeva e iniziava ad avere freddo, molto freddo.

“Ecco, l’influenza sta già arrivando!”

Era giunto nei pressi di una graziosa sala da tè, quando, finalmente, le vide.

Ridevano le sue due streghe, ridevano allegramente con delle tazze fumanti tra le dita, mentre lui era bagnato dalla testa ai piedi.

Entrò nel locale lasciando una scia di gocce d’acqua su tutto il pavimento e si diresse a passo spedito – e furioso – verso il tavolo in cui due splendidi sorrisi lo attendevano.

«Papà! Papà!» gridò divertita Sarah, ma l’uomo ignorò sua figlia per fissare con sguardo duro sua moglie.

«Non ti è venuto in mente di avvertire?»

«Scusa, Severus, hai ragione, ma Sarah voleva…»

«Voleva cosa?» la voce di Snape era severa, e aveva iniziato a tremare mentre sentiva l’acqua raggelarsi sulla sua pelle. «Ero in pensiero!»

«Papà è colpa mia, non te la prendere con mamma, volevo soltanto farti un regalo.»

Il viso della bambina divenne triste, ma si alzò per andare da suo padre e, così, all’improvviso, lo abbracciò, stringendo le sue esili braccia intorno alla vita di Severus.

«Scusa, papà,» ma Snape in quel momento sorrise, sorrise alla figlia e sorrise ad Hermione che aveva sul volto uno sguardo mortificato.

Prese in braccio Sarah e andò a sedersi vicino alla moglie alla quale diede un bacio sulle labbra per dissipare ogni preoccupazione.

«Bleah!» gridò la piccola, riuscendo, però, solamente a far ridere entrambi i suoi genitori.

Tutti e tre insieme rimasero seduti ad osservare le gocce che ad una ad una scendevano sulla vetrina del locale, mentre Sarah cercava di contarle e di afferrarle con le piccole dita.

   
 
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