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Autore: Gilaui    21/10/2008    2 recensioni
Era solo il silenzio, colui che la accompagnava in quella fredda e piovosa giornata Londinese. Lei era seduta in metropolitana, come ogni giorno, allo stesso posto, alla stessa ora
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio


Erano le sette e mezzo di sera quando lei tornò a casa, una piccola villetta a due piani,

al primo la cucina, dove lei aveva assaggiato per la prima volta il gelato, il salotto, dove aveva guardato il suo primo film dell'orrore, la sala da pranzo, dove aveva visto per la prima volta i suoi “nuovi” nonni, e il bagno, dove ruppe lo specchio a 10 anni. Al piano di sopra la camera dei suoi “nuovi” genitori, dove aveva scoperto accidentalmente come nascono i bambini, un piccolo bagno e la sua camera. Per lei quella camera, non era semplicemente una stanza, era il suo regno, l'unico posto dove le faceva piacere stare, durante il fine settimana non ne usciva mai, fatta eccezione per i pasti. Non era molto grande, ma a lei non le era mai importato; c'era un letto con le coperte nere, una scrivania con un computer e un piano da disegno, una libreria nera,e un armadio rosso, le pareti, anch'esse rosse erano piene di schizzi e di tanti piccoli foglietti contenenti frasi, proverbi e idee.


Quando entrò nel salotto trovò Richard seduto sul divano a guardare una vecchia partita di rugby, come al solito a quest'ora era già in pigiama, in realtà non si era mai sicuri che se lo fosse tolto il pigiama. La televisione accesa era l'unica luce in quella casa dominata dalle tenebre.

Sei in ritardo, saresti dovuta tornare un'ora fà”

Scusa Richard c'è stato un ritardo”

Sciocchezze la metro non ha mai ritardi. Non avrai mica tentato la fuga di nuovo?”

No. Stai tranquillo”

Come posso stare tranquillo con te, sola in giro per Londra a quest'ora?!Per una quindicenne è molto pericolosa la notte qui!”

Stai tranquillo, ora vado in camera e lì ci resto fino a domani mattina”

Aspetta non hai cenato!Ti ho lasciato della pizza in frigo,la riscaldi al microonde e...”

Non ho fame grazie”

Ok, allora in tal caso buonanotte angioletto”

Buonanotte”

Ah!Emma aspetta!”

Che c'è?”

Ho stirato la tua divisa scolastica, è nel tuo armadio”

Grazie ma tanto sai che io non me la metterò”

Emma salì le scale e entrò in camera sua sbattendo la porta.

Richard non era un uomo “malvagio”, anzi, era un uomo di grade successo, finché sei anni fa ...sua moglie Jane...non si addormentò per sempre.


Era una calda giornata estiva e Jane era molto malata, da 3 anni usciva ed entrava dagli ospedali, aveva un cancro al cuore e i dottori le avevano detto che le restavano appena tre anni; ma il suo debole cuore ne resse solo due. Quella sera Jane diede la buonanotte alla sua piccola Emma, la figlia dei suoi miglior amici, baciò suo marito e andò a dormire. Non sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima notte. Il giorno dopo i suoi occhi no si riaprirono mai più.


Quando Emma aprì la porta di camera sua, trovò il buio sovrano, accese la luce ed entrò, prese dei fogli da disegno la sua matita e iniziò a disegnare. Disegnare era una delle poche cose che la rendevano felice; la sua mano, quando teneva la matita, era guidata dal suo inconscio, era come se prendesse vita propria; disegnava ciò che aveva visto nella giornata, il negozio di fumetti, l'internet caffè, la sua coca cola, la guida del museo di storia naturale. Sulla parete del letto erano attaccati 5 fogli, uno rappresentante la neolaureate, un altro il signore con il giornale, l'altro rappresentante il suo frullato, le tre ragazze che siedono sempre davanti a lei e l'ultimo una ragazzina co lunghe trecce color carota. Ma il disegno che dominava la stanza dall'alto, come una sentinella, arruolata per proteggere e sorvegliare Emma; questo disegno, rappresentava come, secondo lei, fossero i suoi genitori, era il disegno sul quale aveva lavorato di più.

I suoi disegni erano sempre rimasti segreti al mondo, anche a Richard, che non aveva mai osato entrare nel regno di Emma; sia chiaro, non per paura, ma per rispetto, lui rispettava sempre gli spazi del suo piccolo angioletto.


Era mezzanotte e Emma stava ancora disegnando.

Angelo è tardi, domani non ti reggerai in piedi alla prima ora di scuola”

Ok ho capito ora dormo. Notte”

Notte!”

Emma attaccò i suoi disegni sul muro dell'armadio, si mise il pigiama e spense la luce; così il buio tornò l'unico e il solo padrone della stanza.


  
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