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Autore: debblovers    05/11/2008    7 recensioni
"Sapevo solo che adesso sarebbe stato il momento decisivo, anche se la mia decisione era stata presa. E nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Nemmeno il vampiro che avevo sempre amato e che avrei amato per sempre"
Spoiler Breaking Dawn!
Ciao a tutti! Questa FF è frutto della mia mente bacata che si è immaginata tutta la gravidanza completa vista da bella invece che da Jacob, spero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti!
Questa FF è frutto della mia mente bacata che si è immaginata tutta la gravidanza completa vista da bella invece che da Jacob, spero che vi piaccia 

Attenzione!!! Spoiler Breaking Dawn


Il mio incubo più bello
Capitolo 1

Ritorno a casa

[…] trovai il numero che cercavo, un numero che mai avevo chiamato in vita mia. Premetti il tasto e incrociai le dita.
“Pronto?”, rispose una voce simile al suono di campane dorate.
“Rosalie?”, sussurrai. “Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi”.
Dall’altra parte del telefono ci fu un attimo di silenzio. Sicuramente dovevo averla colpita con la mia chiamata… ma non sapevo che altro fare, e poi solo lei poteva capire cosa significasse volere un bambino così ardentemente, tanto da morire per lui.
“Bella? Cos’è successo?”
“Rosalie…. Per favore devi aiutarmi… Edward è fuori ma potrebbe tornare tra pochissimo…”
“Avanti… dimmi cosa ti serve.”
“Sono incinta Rosalie…”
Silenzio.
Chissà se si stava domandando se avessi fatto sesso con qualcun altro. Ma non mi importava adesso. Avevo bisogno di lei, a qualsiasi costo.
“Per favore Rosalie, solo tu puoi aiutarmi!”
“Ho sentito prima che ne… ma come diavolo è…. “
“Per favore….”
“Okay Bella…. Non preoccuparti, dovranno passare sul mio cadavere se vogliono uccidere il bambino.”
“Oddio! Grazie Rosalie, veramente… non avrei saputo come fare… io…” improvvisamente mi bloccai, non solo per il conato di vomito che mi saliva su per la gola, ma per un movimento impercettibile che sentivo venire da fuori.
Edward stava tornando.
“Rose, Edward sta…”
Tuuuuuuu….. tuuuuuuuuuuu…..
Aveva messo giù immediatamente, e questa volta non era perché non volesse sentire la mia voce, ma perché se Edward avesse sentito la sua si sarebbe insospettito.
Misi già il telefono e mi precipitai in bagno, subito di fianco a me che rigettavo trovai Edward, forse accorso a vedere cosa fosse successo per mettermi a correre improvvisamente.
Mi alzai dalla tazza del water, mi girai per sciacquarmi il viso e mi vidi allo specchio, avevo un colorito quasi verde. Edward dietro di me aveva un’espressione addolorata e infuriata insieme.
“Vedrai tesoro, fra poche ore sarà tutto finito, ti salverai, non succederà nulla. Te lo giuro.”
 Non riuscii ad aprire la bocca. Come poteva dire o solo pensare una cosa del genere? Il mio… il NOSTRO bambino… e lui voleva ucciderlo…
Mi limitai ad annuire.
Mi prese in braccio e cominciò a correre attraverso la foresta, sicuramente per raggiungere la piccola barca che ci aveva condotti li. Ed infatti poco dopo eccoci arrivare. Mi mise giù solo una volta dentro e mi coprì con una coperta.
Lo guardai stupita.
“Ma non fa freddo, siamo in piena esta..”
“Lo so, ma non voglio che tu stia male più di quanto tu non stia già.”
Sapevo che sarebbe stato inutile ribattere, così mi accoccolai alla coperta e dopo poco mi addormentai, con le mani in grembo, a proteggere il mio piccolino dal mondo.
Mi svegliai solo per pochi minuti, quando Edward mi prese in braccio e mi mise sul taxi, e poi mi riaddormentai. Poco dopo, mi sentii chiamare dalla voce del mio angelo.
“Bella? Bella… non posso portarti in braccio in aeroporto, penseranno che ti ho rapita…”
“Umpf, okay.”
Mi alzai a stento, guardai le mie mani appoggiate alla pancia, e subito mi resi conto di una cosa, era più rotonda.
Edward seguì con lo sguardo il mio, e emise un basso ringhio che gli usciva dalle profondità del petto. Gli misi una mano sul petto, per cercare di calmarlo, e sul viso apparve di nuovo quell’espressione tormentata, ma non disse nulla.
Una volta fatto il check-in salimmo sull’aereo, e mi addormentai immediatamente su quegli splendidi sedili. Ma prima che il sonno prendesse il sopravvento mi chiesi come avrebbe reagito alla notizia che avrei tenuto il bambino, ma non riuscii ad immaginarmi la sua reazione perché la sua ninna nanna sussurrata al mio orecchio mi fece smettere di pensare e mi fece addormentare.

Mi svegliai dopo un po’ di tempo con la voce dell’hostess che diceva di allacciarsi le cintura perché si stava per atterrare, ma me le trovai già allacciate, ed Edward che sorrideva triste.
Guardai oltre il suo viso meraviglioso e vidi nell’oblo che eravamo finalmente a Seattle.
Ora era arrivato il momento della verità.
Ora avrei visto come avrebbe reagito.
Ora era il momento di mettermi in gioco per la vita del nostro bambino/a, e speravo ardentemente che Rosalie mi avrebbe aiutata come aveva promesso.
Edward mi aiutò ad alzarmi visto che ero ancora piuttosto intorpidita e lentamente dietro la coda di gente, scendemmo dall’aereo. Sulla scaletta vidi tutti i Cullen, la stessa maschera di dolore dipinta su ogni viso. Tranne su quello di uno. O meglio di una. Rosalie mi sorrideva comprensiva, e in quel momento capii che mi ero messa in buone mani. All’istante però inorridii. E se Edward avesse letto i pensieri di Rosalie prima che l’avessi raggiunta? Cosa diavolo sarebbe successo allora in quel caso?
Lo guardai di sottecchi, ma dal suo sguardo capì solo che era felicissimo di vedere Carlisle, poiché era a lui che rivolgeva tutta la sua attenzione.
Sospirai, mi guardò incuriosito, ma non mi chiese niente.
Scesi dalla scaletta vidi Rosalie ampliare il sorriso, e ancora prima di abbracciare Esme o Alice, mi permisi di fare un gesto mai fatto, ma che le avrebbe fatto capire quanto le fossi grata: corsi verso di lei e l’abbracciai. E lei non mi allontanò come avrebbe fatto di solito, con uno sguardo di odio, ma anzi lo ricambiò.
Dietro i suoi capelli vedevo lo sguardo esterrefatto di Alice. Mi dispiace Alice, ma tu non mi avresti mai aiutata, e da quello sguardo si capisce. Vuoi troppo bene ad Edward per metterti contro di lui e accettare la mia decisione. Per questo mi sono rivolta a Rosalie. Mi serviva un giudizio imparziale. Dietro di me improvvisamente sento arrivare un ringhio. Sapevo a chi apparteneva, era la prima cosa che mi sarei aspettata da lui, infatti mi girai e lo trovai in posizione acquattata, con i muscoli tesi, la stessa che aveva usato in passato per proteggermi. Vidi immediatamente Emmett mettersi davanti a Rose, non avrebbe mai permesso che le si fosse torto un capello.
Fu Carlisle a cercare di calmarlo.
“Edward per favore controllati. Siamo in un luogo pubblico. Torniamo a casa e parleremo in pace.”
“Carlisle! Non permetterò che quella vipera di Rosalie aiuti mia moglie a morire!”
“Edward vedi di abbassare i toni!”
Questa volta a parlare era stato Emmett, aveva in viso uno sguardo furioso e addolorato insieme. Sapevo quanto gli costasse mettersi contro Edward, perché gli voleva bene, ma non voleva nemmeno che attaccasse Rose, la sua unica ragione di vita.
Edward continuava a ringhiare lanciandomi sguardi imploranti.
Lo so cosa mi stai chiedendo Edward. Ma non posso. Mi dispiace ma questa volta non esistono compromessi. Come sono sempre stata disposta a dare la mia vita per te, sarà lo stesso per il nostro bambino.
All’improvviso non sentii più ringhiare. Lo vidi guardarsi intorno, e solo in quel momento che c’era quasi una folla radunata intorno a noi, incuriosita e spaventata dalla posizione innaturale di Edward.
Cercò immediatamente di riprendere un minimo controllo di sé. E stessa cosa fece Emmett.
“Andiamo a casa!” disse Edward con uno sguardo furioso.
Rose mi prese sottobraccio e delicatamente mi accompagnò alla sua macchina. Edward subito si bloccò quando vide che sarei salita con Emmett e Rose, ma subito sentii una calma innaturale che scendeva su tutti noi, capii subito che era stato Jasper, e lo ringraziai con un sorriso, che lui ricambiò, ma nel suo c’era una vena addolorata. In quel momento avrei voluto sapere cosa provava Edward. Lo vidi girarsi dall’altra parte, furioso, e salì in macchina con gli altri. L’ultima a salire fu Alice, che mi lanciò uno sguardo che non seppi interpretare. Dopo che furono tutti saliti, salimmo anche noi tre.
All’interno sentii Rose spiegare a Emmett cosa era successo e quali erano le mie ragioni, e le sue, per aver accettato di aiutarmi. Non sapevo se lui fosse d’accordo o meno con la mia decisione, ma disse che era un mio diritto decidere cosa avessi voluto fare, non avrebbero potuto obbligarmi con la forza a fare il contrario. Non adesso che c’erano Emmett e Rose dalla mia parte.
Senza quasi rendermene conto eravamo arrivati a casa Cullen. Dio come mi era mancata. Vidi gli altri cinque vampiri scendere dalla Mercedes. Chissà cosa si erano detti nel frattempo.
Sapevo solo che adesso sarebbe stato il momento decisivo, anche se la mia decisione era stata presa. E nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Nemmeno il vampiro che avevo sempre amato e che avrei amato per sempre.


  
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