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Autore: Tessalmighty    17/12/2014    1 recensioni
“perchè ho spento la mente, ho tolto i pensieri che mi dicevano che forse stavo sbagliando o che forse il mio cuore apparteneva ancora a lei. Ma sai cosa penso? Penso che la mente sia la cosa più incoerente mai esistita, ti dice una cosa e poi un'altra. Credo che il nostro cervello sia diviso in due parti, ed io ho smesso di ascoltare tutte e due da quando ho incontrato te. Ho iniziato ad ascoltare il cuore, perchè alla fine, è lui che comanda, è lui che vince sempre. Senza cervello possiamo vivere, ma dimmi, senza cuore possiamo?
O.S romantica e non..
Niall Horan e Reneè Printer...
Genere: Fluff, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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PARTE TERZA: THE ROYAL NAVY

 
Serva me, Servabo te.

Pov's Reneè
Non sapremo mai, quanto bene può fare
un semplice sorriso.
(Madre Teresa di Calcutta)



 
“Dai si è collegato, muoviti” uralai a Grace che era andata a prendere qualcosa da mangiare in cucina. Erano due settimane che Niall era partito, erano due settimane che Grace viveva con me; aveva deciso Niall ed io ero molto felice della proposta, Grace è una bellissima compagnia, mi svuota il frigo con un giorno, ma è davvero adorabile. “eccomi, ho preso due barrette, patatine al formaggio e ho trovato il mio mezzo panino al salame di ieri.” sorrise soddisfatta, io la guardai schifata per qualche minuto, osservando tutto il cibo che aveva portato; accettai la chiamata di Niall su skype. “amore, ciao.” disse Niall dall'altra parte del pc, lo salutai e dopo pochi secondi comparse Grace nello schermo. “ciao fratellone, come stai?” – “io bene, voi? Grace ti stai comportando bene?” – “si si tutto bene, tranquillo, è adorabile. Mi manchi tanto amore, davvero dimmi, stai bene?” – “si beh... ecco... c'è stato un piccolo attentato quando eravamo vicino al Marocco, tipo due giorni fa, ma tutto bene.” mi si mozzò il fiato, “cosa? Oddio amore, che è successo? Perchè?” – “piccola tranquilla, la nostra nave ha armi più potenti, il Marocco è una briciola per noi. Si fanno chiamare ribelli, per loro, noi siamo nemici... ma è tutto a posto” – “okay. Ora dove siete?” domandai, – “due ore fa, abbiamo superato il Senegal, e siamo diretti per le coste del Brasile, ma ci vogliono due settimane ancora. Louis come sta? Mamma e papa?” chiese “stanno tutti bene. Specialmente Louis.” dissi e Grace mi diede una gomitata mentre si ingozzava di patatine al formaggio. “perchè? Che succede? Oh mio Dio, Grace... non mi dire che ti piace Louis? È più grande di te, non ci pensare per niente.” Niall inizò ad urlare ed io e Grace ridevamo alla sua reazione... “ Reneè, dovè Louis? Ma che fai invece di stare dalla mia parte, mi vieni contro?” non riuscivo a smettere di ridere per la reazione di Niall, fratello gelosone. “dai amore, lasciala vivere, e poi Louis sta uscendo con un'altra e non credo abbia capito le intenzioni di tua sorella!” Grace era tutta rossa in viso, “ma quali intenzioni? Grace, devi arrivare vergine al matrimonio!” esclamò Niall urlando arrabbiato. “ammiragio? La attendono!” entrò un ragazzo nella stanza cercando Niall. “amore devo andare, poi parlo io con Louis. Menomale che ti avevo detto di tenerla d'occhio eh, Reneè?” – “si, si, ciao amore. Ti
amo” – “ti amo anche io. Ciao Grace.” e staccò la chiamata. Erano tre giorni che Louis veniva costantemente a casa nostra e non mollava Grace un minuto, praticamente lui l'ha vista crescere, è un amico d'infanzia di Niall, e adesso lei è grande, ha 18 anni ed è cotta di Louis. Credo che lui la vede come una sorella minore, anche perchè ne ha gia tre di sorelle. Grace è la copia di Niall, capelli castano chiaro, e gli
occhi un po' più scuri del fratello, ma belli da mozzare il fiato comunque; è dolce, gentile, simpatica, mangia di tutto ed ha un fisico da paura, è una ballerina spettacolare ed è molto, molto intelligente. È semplicemente fantastica! Non ne sarei sorpresa se a Louis piacesse, litigherebbero ogni secondo ma si vogliono bene. Dopo aver staccato la chiamata con Niall, Grace si era offerta di andare in farmacia a comprarmi delle compresse per il mal di gola, non capisco perchè io mi ammalo nelle stagioni in cui nessun essere umano potrebbe ammalarsi, eppure avevo un mal di gola pazzesco e mi girava la testa.

 
Maledetti siano i vostri occhi:
m'hanno stregata
e m'hanno diviso in due.
Una metà di me è vostra,
l'altra metà è ancor essa vostra.
Vorrei poter dir mia.
Ma se è mia, ne consegue che è vostra.
E così è tutto vostro.
(William Shakespeare)





 
Era appena entrato un gruppo di ragazze in biblioteca, di solito venivano a studiare qui, le salutai mentre mettevo a posto gli ultimi volumi arrivati questa mattina; la testa non mi lasciava un minuto di tregua, mi tormerntava da giorni e stavo davvero considerando l'idea di andare in ospedale, forse possono prescrivermi qualcosa di più forte di un semplice antidolorifico, anche se ne ho gia cambiati tre durante queste settimane. Maura e Grace dicono che sia colpa dello stress, io invece, non credo sia così, oltre a sentire dannatamente tanto la mancanza di Niall, mi sento bene, il lavoro è fantastico e stare con Grace è divertente, Louis non ci lascia un giorno senza che non ci chiami o faccia una visita a casa nostra, non sento nessun tipo di stress. Tra due settimane dovrei partire per Seattle, ho deciso di anticipare la partenza,
anche se Niall non sarà in quelle zone, vorrei passare più tempo con i miei, mi manca andare a trovare Ian, mi manca sentire il suo odore in ogni abito, o semplicemente nella sua stanza. Undici anni, quasi dodici che non vedo mio fratello, è una fottuta ingiustizia, ma è la vita, mi manca troppo, ogni tanto cerco di ricordare qualche attimo prima della sua partenza, quando mi ha dato quell'abbraccio così forte e io gli urlai di smetterla, tanto ci saremmo rivisti, a saperlo, lo avrei stretto io più forte che potevo, non lo avrei lasciato andare. Se solo potessi tornare indietro non lo avrei fatto partire, mi sarei impuntata a dire un grande 'no', ma avrei cambiato il corso della vita: non sarebbe morto solo Ian e altri due ragazzi, ma sarebbe morto un intero equipaggio, un'intera squadra di mariniai, centinaia di persone; perchè grazie ad Ian, che prima di morire lanciò un missile e colpì il nemico uccidendo anch'esso, tutti gli altri si salvarono. Quindi, ripensandoci, se potessi tornare indietro, lascierei tutto comè, anche perchè non sarei mai venuta a studiare a Dublino, non avrei mai fatto tutti questi lavori e non avrei conosciuto Niall, l'amore della mia vita, il mio Eroe.
“Reneè allora tutto pronto per domani?” Louis si presentò alle mie spalle, spaventandomi e rompendo i miei pensieri. “cazzo! -sbraitai- sei impazzito? Mi fai prendere un colpo.-dissi raccogliendo i due volumi che mi caddero dalle mani- si tutto pronto. Hai invitato anche la tua amichetta per caso?” domandai, lo vidi sbuffare e sussurrare al mio orecchio, “non potrei invitare una ragazza del genere al compleanno di
Grace, sei impazzita? Andrà su tutte le furie, ah approposito, ho sentito Niall stamattina, ma che gli prende? Mi ha detto di non avvicinarmi a sua sorella: il motivo?” sorrisi alle sue parole, “non dovrei dirtelo, ma Grace è cotta di te, lascia stare quello che dice Niall è solamente geloso
da far schifo, pensa che mi ha assicurato prima di partire che se mi avesse trovato a letto con te mi avrebbe cancellata dalla sua vita. Ti rendi conto a quanto può arrivare la sua gelosia? Con te capito? -Louis aveva cominciato a ridere molto forte e quasi tutti i presenti si girarono a guardarlo, cercai di zittirlo ma nulla- e comunque, perchè invece di spassartela con Brigitte o Valerie o come si chiama, non ti trovi davvero una ragazza che ti ama per quello che sei? Smettila di scappare dai problemi, hai 24 anni Lou, è ora di uscire dalle scappatelle del sabato sera.” – “per quello che sono? Dai Reneè, io non sono come Niall; quando i miei hanno scoperto che mi pagavano l'università ed io invece di
frequentarla stavo a casa senza fare un cazzo, mi hanno praticamente cancellato come figlio, le mie sorelle mi parlano a mala pena e le uniche persone che ho sono Niall, te e la sua famiglia. Grace per me è come una sorella, è bellissima, okay, lo ammetto. Ma se solo non funzionasse come potrebbe finire tra me e Niall? È l'unico che mi rimane. E come cazzo può pensare Niall che potrei venire a letto con te? È impazzito? Sono un coglione, ma non fino a questo punto.” disse aiutandomi a mettere a posto gli ultimi volumi che erano dentro lo scatolone. “non lo so, è troppo possessivo. Per la festa c'è solo un problema, non so come portare Grace senza farle capire nulla, ci pensi tu? Ah e per favore, non mettete musica troppo alta, la testa mi scoppia e non credo che per domani possa stare meglio” – “ma hai preso qualcosa? Possibile che non si alleggerisce? Per Grace ci penso io, tranquilla. Ora vado, ciao.” mi diede un bacio su una guancia e si allontanò, lo richiamai, “Lou? -si girò di scatto, incitandomi a parlare- sei un coglione molto dolce” mi sorrise e se ne andò, lasciandomi al mio mal di testa e tra fogli di ordini per nuove enciclopedie e saghe.


 
Una buona testa ed un buon cuore,
sono sempre una
combinazione formidabile.
(Nelson Mandela)


 
“signorina Printer, lei ha la febbre molto alta, è strano che non se ne sia accorta, non sente i sintomi?” il dottore mi parlava, io lo sentivo molto ma molto in lontananza. Dopo la festa di Grace, che non se l'aspettava per niente, sono dovuta venire in ospedale, accompagnata da Louis, il mal di testa non passava per niente al mondo, e avevo cominciato ad avere mal di pancia, sforzi di vomito e sentire tanto caldo, cosa che a metà Ottobre, a Dublino è molto strano considerando il tempo e i cinque gradi. Non sentivo per niente i sintomi della febbre, anzi è l'ultima cosa a cui avrei pensato, il dottore continuava a farmi domande ma io lo guardavo soltanto, è come se fossi bloccata nel parlare, è come
se il mio cuore si era fermato, ed il cervello stava facendo da solo tutto il resto. Non riuscivo a muovere nessun arto, non riuscivo a dire neanche una parola, riuscivo a mala pena a respirare. Ormai non lo sentivo neanche più, guardavo solo le sue labbra muoversi e il dottore agitarsi; poi vidi una donna, mi mise il respiratore, in lontananza vidi Louis, e poi più nulla....
Quando aprì gli occhi, una luce fioca invase la stanza, guardai nella direzione della finestra e notai che Louis aveva appena aperto le tende dell'ospedale, mi vide e si precipitò al mio fianco subito. “oh, Reneè, stai bene? Mi hai fatto prendere un colpo” potevo sentire, potevo muovere il viso, ma non riuscivo del tutto a parlare; scossi la testa e Louis capì di dover chiamare il dottore. Dopo cinque minuti, il dottore della sera prima, e un altro signore erano ai piedi del mio letto d'ospedale, iniziarono a parlare con calma e mi chiedevano di annuire alle loro domande se li riuscivo ad ascoltare si o no; poi mi guardarono negli occhi con una lucetta accecante e sentirono il mio battito.
“Allora, signorina Printer, la febbre è scesa a 37.5, sinceramente non riusciamo a capire cosa possa essere successo due sere fa. Non so se
si ricorda ma ha perso conoscienza ed ha dormito per due giorni, ora sono le quattro di pomeriggio, riesce a muoversi?” negai con il viso, altro non potevo fare. Porca troia, avevo dormito per due giorni, io pensavo fosse mattina presto,invece era il giorno dopo. Cavolo, Niall. Alle 18:00 ci dovremmo sentire su skype, e se non mi vedrà, penserà a qualcosa di grave, inizierà a preoccuparsi e via dicendo. Devo chiedere a Louis di non dirlgi nulla.... “abbiamo fatto un prelievo del suo sangue per capire se le analisi stanno bene, o c'è qualcosa che non va, una perdita di conoscienza quando si ha la febbre alta è normale, ma dormire per due giorni non tanto, ed il fatto che ancora non riesce a muoversi
ed a parlare, è davvero un caso strano.” – “potrebbe essere qualcosa di grave? O addirittura infettivo?” intervenne Louis, “ non credo infettivo, avrebbe dei pomfi, pustule, squame, o papule, non ha nessuna di queste lesioni sulla cute quindi non è una malattia infettiva.(1*) Di grave, come le ho già confessato non lo sappiamo, stiamo aspettando i risultati delle analisi del sangue e delle urine, per capire un qualcosa di concreto. Altrimenti dovrà essere trasferita al St.James Hospital(2*), lì avranno più conoscenze mediche e saranno molto più attrezzati di noi.” – “quindi dobbiamo solo attendere la risposta delle analisi per capire che cosa c'è che non va?” sentivo chiedere, la voce di Louis
preoccupata, io credevo di avere un semplice mal di testa ed ora mi ritrovo a non capire più nulla, immobile, senza
neanche riuscire a parlare. I dottori erano usciti dalla mia stanza e Louis mi iniziava a chiedere se avevo bisogno di qualcosa; dopo un po' arrivò Grace insieme a Maura e Bob, erano molto preoccupati, ma io volevo solamente che non dicessero nulla a Niall per non
farlo preoccupare ancora di più. Grace chiamò mia madre per rimandare la partenza di qualche settimana, la tranquillizzò e finalmente dalla bocca di Louis sentì il nome di Niall. Mi chiese di annuire se volevo che lo avvertisse della mia situazione ma negai con la testa; era frustante non poter riuscire a dire nemmeno una parola. Rimanemmo per quasi tutta la serata insieme, potevo vedere gli occhi di Louis chiudersi, non aveva dormito neanche un po'. “Lou, vai a casa, rimango io con lei” Grace si avvicinò a lui, “no tranquilla, non la lascio. Ho promesso a Niall di occuparmi di lei e non posso lasciarla qui. Sto bene” volevo poter dire a tutti e due di andare, di non preoccuparsi ma non riuscivo a fare
nulla, e cominciavo anche ad avere ancora più caldo, a sudare, il mal di testa stava tornando, rimbombando nelle mie orecchie e facendo arrestare ogni piccolo suono: potevo sentire solo il forte battito del mio cuore, chiusi gli occhi e non capì più nulla....


Pov's Niall
 
Fa che la voglia che ho di amarti,
sia più profonda della paura
di soffrire da solo,
ancora.
(Tessa)



 
“Louis? Dovè Reneè?” dall'altra parte del pc vidi la faccia preoccupata e stanca di Louis e non la mia bella fidanzata. “che succede?” chiesi ancora, conoscevo Louis e sapevo che stava cercando un modo per dirmi qualcosa. “Niall, Reneè non c'è, anzi è di là, ma non può parlare. L'abbiamo portata in ospedale, aveva un forte mal di testa, le hanno fatto punture, flebo, e imbottita di farmaci per farle calmare il tutto ma non le passa. Non riesce a muoversi e nemmeno a parlare, mi ha negato con la testa di non dirti nulla, ma se io fossi al tuo posto lo vorrei sapere. È sotto controllo, non si sa se è qualcosa di grave, stiamo aspettando i risultati delle analisi del sangue, non so cosa fare Niall.” disse tutto d'un fiato non riuscendo neanche a farmi intervenire. Cercai di assemblare il tutto appena sentito, e l'unica cosa che mi
rimbombava nella testa era 'non un'altra volta'. “Louis, calmati. Speigami bene tutto.” Rimanemmo a parlare per almeno un'ora, fino a quando la mia pausa era terminata e dovetti tornare dai miei colleghi. Mentre mi spiegava, arrivarono i risultati delle analisi, Louis mi lasciò con mia sorella dall'altra parte del tablet per sentire cosa dicesse il dottore e non far capire nulla a Reneè che io ero al corrente di tutto. Tornò dopo quindici minuti circa, ripetendo le parole del dottore, ma non riuscivo a capire nulla nelle spiegazioni affrettate di Louis allora chiesi di
parlare con il dottore, quello che sentì dalle sue parole non fu per niente tranquillizzante. Reneè aveva riscontrato una malattia abbastanza grave, fortunatamente nulla di contagioso o infettivo, mi aveva spiegato che esistono vari tipi di febbre, da quelle leggere, temporanee a quelle pesanti e permanenti, e quella che ha Reneè l'ha chiamata “febbre intermittente insieme alla piressia ondulante”(3*); ascoltavo ogni singola parola, cercando di non iniziare ad agitarmi, dovevo assolutamente rimanere lucido alla situazione. “Signor Horan, in pratica le sto dicendo che la sua fidanzata ha accusato di due gravi iperpiressie, che in genere non dovrebbe succedere, ma sfortunatamente è successo, i suoi sintomi sono: naturalmente la febbre alta, a sbalzi, può scendere per pochi minuti e poi alzarsi di nuovo, aggravando di più la
situazione di Reneè, non si può muovere perchè è molto, molto debole; il suo battito cerchiamo di tenerlo sotto controllo ogni minuto che passa, ma tende a cedere quando la febbre si abbassa di colpo. Non riesce a parlare per il motivo appena spiegato ed ha dei collassi ogni volta che la febbre ha intermittenze tra i 40 C° ed i 37 C°; è come se si abbassasse la glicemia così tanto da provocarle giramenti di testa o vomito o ancora svenimenti continui. Spero di essermi spiegato bene.” queste furono le sue parole, ma quando gli chiesi una cura a tutto ciò, mi rispose: “ in quarantatrè anni del mio lavoro non ho mai affrontato un caso del genere, oltre a tenere sotto controllo il suo battito,
cercare in ogni modo di farle abbassare la febbre definitivamente con i più giusti farmaci, non so cosa altro fare. Non so
quanto il suo cuore possa reggere ancora. I dolori da sopportare sono troppo forti e, mi permetta di aggiungere che lasua ragazza ha un gran fegato a sopportare tutto questo, le faccio un piccolo esempio del suo cuore in questo momento: ha presente una grande ondata di acqua? Credo di si visto la sua uniforme; intendo una di quelle che spazza via tutto quello che si trova davanti, una grande onda di acqua malvagia che risucchia una grande città; Reneè in questo caso è la grande città, e l'ondata di acqua è la forte febbre. Ecco, signor Horan, ora immagini la grande città spazzata via dall'acqua, forse sono stato troppo duro e franco in questo esempio, ma davvero, la febbre la sta mangiando viva. Il suo cuore sta affogando, ed a parer mio, il cuore non ha ancora imparato a nuotare in un grande andazzo di acqua.” Ero terrorizzato, non capivo più nulla, dovevo dirlo al mio superiore, dovevo abbandonare la missione, non potevo di certo rimanere qui sopra quando la donna che amo sta lottando contro la sua vita. Dopo essermi fermato un attimo a pensare a quello che avrei potuto fare, o meglio, a cosa immaginavo di poter fare a miglia di distanza da quel letto di ospedale, andai nella stanza dove si trovava l'ammiraglio della flotta, e gli chiesi gentilmente di seguirmi sul ponte per poter parlare all'aria aperta di tutta questa grave situazione. “ammiraglio cosa deve dirmi di così importante?” –
“Signore le posso gentilmente chiedere di mettere un attimo da parte le formalità e parlarle solamente da uomo a uomo?” il superiore davanti a me, si guardò intorno, mi prese per un braccio e mi portò all'estremità del ponte, proprio vicino l'asta che sosteneva la nostra bandiera britannica. “ragazzo che succede?” – “la mia fidanzata, Reneè, ho appena saputo che sta male, ha una grave iperpiressia, il dottore mi ha detto che il suo cuore non può reggere ancora per molto, ed io, Signore, non so cosa fare” – “mio Dio, di nuovo?” – “ è quello che ho pensato anche io Signore.” – “non abbatterti, ascoltami, ho delle conoscenze in Brasile, dottori molto specializzati, in questo ambito sono i migliori, posso
fare delle telefonate via radio, posso chiedere di farla trasferire.” – “i medici hanno detto che non può sopportare un trasferimento, il cuore è troppo debole, lei è praticamente paralizzata, non parla e non si muove, alcune volte solo il viso ma nient'altro. Signore, io devo abbandonare la missione, non posso stare qui quando lei sta soffrendo.” – “ Niall, l'abbandono ad una missione comporta il congedo illimitato, lo sai vero?” – “lo so, Signore, ma è l'ultimo dei miei pensieri al momento.” l'uomo di fronte a me, si passò una mano tra i capelli, guardò l'orologio e sospirò; uno di quei sospiri che ti dicono tutto, di quelli che dici 'ed ora?', uno di quelli che 'fanculo, ho perso di nuovo. La vita è ingiusta'.
Non mi accorsi di essere così fragile, non pensavo che la notizia di Reneè potesse farmi avere una reazione del genere, non mi accorsi di star piangendo, me ne resi conto solo quando quest'uomo sincero ed umile davanti a me, mi avvolse in un abbraccio, uno di quelli che gli amici ti possono dare, o semplicemente una figura paterna. Per me Lui era molto importante, mi ha fatto andare avanti dopo la morte di Sam, mi ha “inserito” nella Marina a tutti gli effetti, mi ha dato una mano come un padre fa con un figlio, e forse lui, mi considera un po' suo figlio. “cercherò via radio di parlare con le mie conoscenze in Brasile, vedo se possono almeno far recapitare in Irlanda qualche cura, o qualcosa che la possa far guarire.” Dopo avergli spiegato per filo e per segno la gravità della malattia di Reneè, il Signor Chandler chiamò via
radio il Dottor James Wilson, un americano specializzato in Europa che tre anni fa iniziò a lavorare in Brasile, all'Hospital Geral do Estardo, in Salvador. Spiegammo di nuovo anche a lui la situazione e disse che ci avrebbe fatto sapere entro ventiquattro ore se la sua teoria sarebbe stata utile, era una cura sottoforma di erbe aromatiche, tutto naturale e molto molto costoso in Brasile; dissi che non avevo problemi a pagare e lui mi rispose che aveva bisogno assolutamente delle analisi di Reneè. A quel punto, avvertimmo la caserma in Irlanda, e rispose Will, lo incaricai di andare da Louis, -da lui molto conosciuto- in ospedale e chiedere, sotto il mio nominativo, le analisi per inviare via mail
al Dottor Wilson, così che avrebbe provveduto a farci sapere se la sua teoria potesse andare bene. Ero in completa ansia, ero una corda di violino, tremavo ma non per il freddo, per paura, paura di rimanere di nuovo da solo, paura di poter perdere di nuovo la donna che considero la mia vita, la donna che amo, che pensavo e continuo a pensare sia giusta per me. “ragazzo io più di questo non posso fare. Ti chiedo gentilmente di pensare sull'abbandono della missione, se lo fai la tua carriera andrà in fumo, anni ed anni di lavoro. Pensaci Niall, pensaci bene. Ora ti concedo mezza giornata, domani ti rivoglio fresco e attento.” – “io ringrazio lei Signore, non saprò mai come ringraziarla, per tutto, per gli anni passati e perchè lei c'è sempre stato. Non la deluderò”.

 
Il “per sempre” è composto da
tanti “ora”.
(Emily Dickinson)




 
Mi rifugiai nella mia piccola stanza, tolsi l'uniforme e mi adagiai sul letto a castello che dividevo con Tomas, un mio collega molto simpatico. La divisa mi si era appiccicata alla pelle, restai solo con la canotta bianca e mi cambai con una tuta blu; dopo una mezz'ora decisi di prendere il libro che mi aveva dato Reneè prima di partire, “portalo con te, fanne buon uso, ha passato molti mesi in mare anche lui tanti anni fa.” mi disse appena me lo consegnò, pensai che quel libro per lei era molto importante, non tanto per le parole o frasi scritte nel suo interno, ma perchè la persona che glielo regalò era per lei, un punto di riferimento che svanì in un attimo, e tutto quello che le rimase, furono pagine marchiate di inchiostro e frasi che racchiudevano la vita di una storia d'amore che non era destinata a esser viva. Ho anche pensato
tante di quelle volte, come poteva amare un libro del genere, anzi, come potevamo, io e lei, amare una storia così ingiusta, quando la nostra di storia era così legittima, reale, vera... me lo sono chiesto tante di quelle volte, quando la vedevo scrutare con i suoi meravigliosi occhi parole mai dette, quando le sue lacrime a bagnare questi fogli ingialliti; ed ora, forse ho capito, perchè alla fine nulla è perfetto, nulla è per sempre. Il perfetto è il presente, non può essere il futuro, perchè il passato è stato perfetto solo quando era presente, ma poi anche l'integro è diventato passato e così come i nostri momenti, i nostri baci, le nostre risate, ormai fanno parte del passato e sono state esemplari, ma il perfetto nonpuò essere per sempre, perchè il perfetto non esite. Esistono attimi ai quali un qualcosa o un qualcuno sia perfetto, ma poi svanisce e tutto quello che era sembrato una favola, è diventata la vita reale, dove le storielle sono scomparse. Ed ora capisco il vero perchè io e lei amiamo questo libro, perchè non c'è assolutamente niente di perfetto, niente di concreto, è solo una storia ingiusta, è solo la verità, è solo ed esclusivamente la vita. E la vita delle volte è più che ingiusta, ma credo che sia la mia penitenza, sia mia la colpa a tutto questo dolore, perchè me lo merito, perchè se Sam è morta è stata colpa mia, o almeno in parte. Se solo io avessi cercato un modo per non far succedere tutto quello che alla fine è successo, ora Reneè non starebbe male, forse non mi avrebbe mai conosciuto, forse ora starebbe a Seattle, ad
insegnare filosofia in qualche college, o avrebbe pubblicato i suoi scritti, quelli ai quali lei non vuole farmi mai avvicinare perchè si vergogna che io possa leggere definitivamente anche i suoi più profondi pensieri, quel malloppo di fogli maculati di inchiostro blu, perchè lei usa solo ed esclusivamente penne blu, ha la sua penna preferita, ed è proibita per scrivere un qualcosa che non siano suoi pensieri. Forse ora, starebbe ridendo con i suoi alunni per qualche stupida battuta, o avrebbe fra le mani questo libro, che ora è stretto a me, e penserebbe alla persona che la lega a tutto ciò di così importante; penserebbe a lui, al suo viso, al suo sorriso e alle sue ultime parole prima di partire in quel viaggio così
ingiusto che la soprusa vita gli ha donato; e sicuramente una lacrima le potrebbe rigare quel meraviglioso viso, quella morbida pelle che le appartiene, così naturale e pura, così docile e innoqua, e lei la toglierebbe subito con una mano, per poi guardarsi intorno per esser sicura che nessuno l'avrebbe vista. Per come la conosco io, dopo aver fatto tutto ciò, alzerebbe il capo, chiuderebbe gli occhi e manderebbe un sorriso al cielo, permettendo ad essa stessa, e alla sua vita, ingiusta o perfetta che sia, di continuarla così come le è stata data, perchè qualcun'altro, in qualche strana curva del mondo, non ha avuto la stessa possibilità.
Aprì il libro, cominciai a leggere, passai una mezz'ora a scrutare quelle frasi che conoscevo ormai da tempo, quando girai una pagina e dei fogli caddero sul mio petto, erano fogli strappati da un'agenda, si vedeva benissimo che erano stati accartocciati, erano scrabocchiati da scritte, ed io quella grafia la conoscevo benissimo.



“Allora hanno rubato qualcosa?” mi chiese Reneè mentre ero tornato in auto, ero andato a controllare se ci fosse tutto
in casa di Sam. “no, niente. Le collane, i gioielli sono tutti in cassaforte, io non capisco il perchè di questa rapina, non
hanno preso nulla.” – “sei sicuro di aver controllato bene? Non è che aveva dei documenti importanti, o un diario, o
non lo so, qualcosa al quale lei aveva dato un valore?” – “amore non lo so okay? Non so cosa possono aver preso, di
quello che so io è tutto al suo posto. Nulla è scomparso.”

 
Sono sempre le cose semplici
che mozzano il fiato.
(Ghandi)



 
Come poteva Reneè avere questi fogli? Dove li aveva presi? Se è stata lei? Mio Dio ma cosa cazzo vado a pensare? No che non è stata lei, non sapeva neanche dell'esistenza di quell'appartamento; però il fatto di queste frasi? Dello stesso libro? Dio quante domande, sto impazzendo, sicuramente Reneè ha una spiegazione a tutto questo, solo che non posso averla ora perchè sono lontano miglia da lei, e lei non può nemmeno parlare. Quanto vorrei sentire la sua voce, la sua risata, Dio solo sa quanto vorrei abbracciarla. Rilessi in continuazione quelle frasi, guardai attentamente quella grafia, la mia preferita, poi continuai a leggere il libro, mettendo di nuovo i fogli in mezzo alle pagine precedenti. Quel libro era sottolineato, tutte le frasi più profonde erano impresse con una linea sottostante, si vedeva che era stato letto e riletto, si
vedeva che aveva avuto tanti occhi a scrutarlo; finì di leggerlo, passai all'altima pagina che in teoria doveva essere bianca, ma era piena di scritte.

Hai presente quando d'estate sei in spiaggia e hai così caldo che vorresti andare subito in acqua? Hai presente quella
sensazione? Ecco, io sento queste emozioni, quella frenesia di correre a braccia aperte in mare, quando sono con Lui.
Mi fa ridere, mi rende felice, e credo che sta diventando tanto importante per me. Io sono la parte 'brutta' della nostra
relazione, io sono la tempesta malvagia, sono quella che delude, che sopporta, che non pensa mai a se stessa, che non
si concede nemmeno un sorriso; ma quando sono con Lui, quei sorrisi, arrivano spontanei, e non solo me li concedo
con piacere, ma li desidero. E quella delusione, quel vuoto che sento dentro di me, quella fioca luce che cerca di uscire,
ma che io cerco sempre di spegnere, Lui l'accende, e non la rende una semplice luce, ma la trasforma in una luce
brillante, smagliante, desiderosa di essere sia dentro e fuori il mio corpo. Lui è tutto questo. È il mio Ikigai,(4*) è la
mia risposta alle molteplici domande che mi sono concessa di accumulare da quando tu non ci sei più; è diventanto il
mio oggi, il mio domani, e spero il mio per sempre, anche se il per sempre non esiste, io spero che almeno il profumo o
il ricordo del nostro amore, duri quel per sempre che Noi non potremmo mai durare. E mi sono accorta di una cosa,
che vivendo costantemente con i miei pensieri, ho creato una 'me' sbagliata, ma Lui l'ha resa giusta, una di quelle
anime così imperfette ma così integre da assaporare ogni piccolo difetto, e renderlo migliore, lasciandolo così come è,
ma guardarlo da una prospettiva diversa, quella prospettiva con cui Lui mi guarda, mi osserva, mi ama. Ed io hoimparato a guardarmi come mi osserva Lui, perchè sono un essere speciale, e non per merito mio, ma perchè Lui, mi
ha reso così, o almeno lo ha fatto uscire. Quindi Fratellone, mi sono innamorata, mi pare impossibile esser felice senza
di te, ma è come se vivessi in un mondo parallelo, dove qui la mia vita è così giusta. Ti porterò nel cuore fino al mio
ultimo respiro, e credo che sarai in compagnia in quel piccolo organo che io chiamo Vita.



Il mio cuore stava per scoppiare, i miei occhi non smettevano di piangere e la mia mente mi ripeteva che non potevo assolutamente perderla, non potevo permettermi di lasciarla andare, lei è la mia donna, lei è la mia vita.
 
La pazzia è relativa,
chi stabilisce
la normalità?
(Charles Bukowski)


 
Tomas mi svegliò, mi ero addormentato con il libro sul petto, guardai l'ora ed ero parecchio in ritardo, mi lavai e mi cambiai velocemente, arrivai sul ponte in orario e l'ammiragio della flotta stava per cominciare a parlare, diedi i comandi per far mettere le reclute in riga e mi misi al suo fianco aspettando i comandi del giorno. “Marinai, tra due ore navigheremo nelle acquee del Brasile, vista la nostra missione, e considerati gli attentati da parte del Marocco, faremo una breve sosta in Salvador, se qualcuno di voi, decidesse di abbandonare la missione, lo può recapitare nella mia cabina a mezzoggiorno. Avremmo sicuramente degli attacchi da parte del Messico tra tre settimane, chi delle reclute
non ha intenzione di continuare, che preparasse subito i fogli del congedo illimitato. - il mio superiore mi guardava mentre parlava del congedo, io non sapevo cosa pensare, se il fatto che ha deciso di fare una sosta in Salvador era per me o per il motivo che ha appena detto. Spero che il Dottor Wilson abbia buone notizie e che l'ammiraglio ne sia già a conoscenza.- Marinai, a lavoro.” – “riposo.” dissi io, tutte le reclute erano sparite dal ponte, ed io rimasi lì perchè il Signor Chandler mi richiamò per dirmi che la sosta in Salvador era per me e di fare una decisione. La cura che aveva trovato adeguata il dottor Wilson non poteva essere recapitata senza una persona che era a conoscenza della gravità della situazione, e il dottor Wilson non disponeva di possibilità economiche per far sì che incaricasse economicamente
qualcun'altro. “pensaci Niall, o la tua ragazza o la marina.” – “Signore, non ho bisogno di pensare, scenderò dalla nave appena attraccheremo in Salvador. Mi dispiace averla delusa, Signore.” Chandler fece un piccolo sorriso, “ragazzo se avessi deciso di rimanere su questa nave, sarei stato io a farti scendere a forza. Non mi hai deluso, hai preso la giusta decisione. Vai a preparare le tue cose e ricordati di compilare il modulo di congedo.” – “la rigrazio Signore.” lo abbracciai e mi incamminai nella mia cabina.


Foglio di congedo illimitato.
Osservavo quelle parole, non riuscivo a credere che quel giorno era arrivato, non potevo capacitarmi del fatto che stavo
lasciando la mia carriera; almeno lo stavo facendo per una buona causa: la mia Reneè.
Grado: Ammiraglio
Cognome, Nome: Horan Niall
N. Di Matricola: 00544421
lo firmai... non facevo più parte della Marina Militare Britannica, non potevo più indossare le mie uniformi, non avrei più potuto navigare sulla mia nave, sulla Royal Navy, la nave che ha segnato la storia della Marina. Un vuoto nel petto, l'immagine di Reneè invase la mia mente, era la giusta decisione. Eppure qualche mese fa ero pronto lo stesso a lasciare la Marina per lei, ma un conto è dirlo, un conto è farlo davvero. Presi il mio borsone, Tomas mi guardava stupefatto, passai tra la mensa, dove tutte le reclute stavano pranzando, mi incamminai alla cabina del mio superiore, entrai, lui era seduto dietro la sua scrivania, mi guardò, ci osservammo a vicenda, avanzai e poggiai i documenti sulla sua scrivania,
feci il mio ultimo saluto a mò di Ammiraglio della Royal Navy e mi incamminai sul ponte, aspettando l'attracco in Salvador.
 
Chi salva una vita,
salva il mondo intero.
(Schindler's list)



 
“Salve, sto cercando il Dottor James Wilson, è molto urgente.” mi trovavo davanti un'infermiera, mi disse che dovevo attendere qualche minuto e nel mentre mi accorsi che non mi ero per niente preoccupato di cambiarmi. Chiamai Louis e chiesi notizie di Reneè, mi aveva appena detto che la febbre era scesa ed aveva avuto di nuovo un collasso, era pallida e sudava freddo, tremava ed era immobile. Gli spiegai di aver abbandonato la Marina, del perchè e dove mi trovavo e l'unica cosa che mi rispose fu un “sei un grande uomo”. Gli dissi che lui era un grande amico e scoppiò in un pianto esagerato, poi dovetti staccare perchè il Dottore era arrivato. “Salve Dottore, sono Niall Horan. Io non so come ringraziarla, davvero, è molto importante per me quello che sta facendo.” – “sto facendo il mio lavoro, seguimi nel mio ufficio che ti spiego tutto.” “allora ragazzo ascoltami bene, ho già dato informazioni ai medici in Irlanda, ma voglio che tu sappia tutto. Questo è il
Lapacho, è una semplice parte interna della cortecchia di una pianta sudamericana, chiamata Tabebuia impetiginosa; si usa per fare tisane, ha proprietà antimicrobiche, antivirali, antifungine e viene usato anche per uso topico, per il trattamento di lesioni cutanee, come le punture di insetti o la psoriasi.(5*) Qualche anno fa, è stata usata anche per rallentarare il cancro, l'HIV e per curare la Candida (6*), ha anche i suoi effetti collaterali, ma dalle analisi della sua fidanzata, quegli effetti non le farebbero nemmeno il solletico per quanto sta soffrendo. Due iperpiressie di quel genere sono molto da sopportare e sono molto sorpreso -scusi la franchezza- che il suo cuore sia ancora intatto. La funzione
che compie questa pianta, che ora è sottoforma di liquido in un flacone, è quella di rallentare -come le ho appena detto- la temperatura corporea, così che torni al suo normale grado, e di rilassare i muscoli, in modo da poter riprende il controllo del corpo tornando a muoversi. Non è stato mai provato su nessun paziente, in base alle analisi ho cercato di trovare una cura sottoforma di erbe; io spero che funzioni, siamo nelle mani del destino. Ho gia inviato via mail ai colleghi di Dublino, di fare accurate visite antiallergiche, se solo la paziente dovesse essere allergica a questo tipo di erba avrebbe un collasso immediato, molto più grave di quelli che sta avendo per colpa della febbre. Mi sono spiegato?” avevo ascoltato ogni singola parola, l'ansia mi stava mangiando vivo, e ripetevo nella mia mente di potercela fare. “si,
tutto chiaro. Grazie mille Dottore.” presi la provetta che mi avevano preparato, pagai tutto per il disturbo e lasciai anche qualcosa in più per il dottore. Andai all'aereoporto, chiesi un biglietto per Dublino, mi dissero ch dovevo aspettare ventiquattro ore per il prossimo volo, risposi che ero disposto a pagare immediatamente qualsiasi cifra pur di prendere quel maledetto aereo, mi fece attendere una mezz'ora per poi accettare la mia offerta di pagare quel biglietto il triplo del normale, e imbarcarmi per poi sperare che il cuore di Reneè potesse resistere per almeno un altro po', finchè non sarei atterrato.


Pov's Reneè

 
E finchè l'inchiostro della mia penna non sarà terminato,
sarò io a decidere,
quando dare una conclusione,
alla nostra storia.
(Tessa)



 
Misi i fogli nel libro e mi addormentai.....
Stavo leggendo per l'ennesima volta il mio libro preferito, ormai sapevo ogni frase a memoria, è così bello leggere.
L'ultima pagina, è troppo bianca, presi la mia penna e cominciai a scrivere..... Lo amo, sono felice.

“portalo con te, fanne buon uso, ha passato molti mesi in mare anche lui tanti anni fa.” lo consegnai a Niall, se solo
fosse successo qualcosa anche a lui, almeno avrei avuto la consapevolezza che se ne è andato con qualcosa di mio,
dopo aver letto quello che provo per lui. Non mi piace quando lui vuole leggere quello che scrivo, ma questa è una cosa
importante e poi, per Niall, farei di tutto.




Nota D'autore:
 
Salve gente, questa è la terza parte della mia os, questo capitolo è abbastanza triste e contorto per i miei gusti, ma la
storia nella mia testa deve andare così. Ho già iniziato a scrivere la parte finale e non vedo l'ora di finirla; mi scuso se
ho sbagliato qualche verbo o qualche parola, cercherò di rimediare a tutto. Spero vi piaccia tutto questo come piace a
me, io amo questa storia, amo Niall e basta. Lol.

(1*) pomfi, pustule, squame, o papule: sono delle lesioni cutanee. Pomfo: rilievo solido della cute, arrossamento.
Pustule: piccolo rilievo della cute ripieno di pus. Squame: agglomerato di cellule corne che si distaccano dalla cute in
modo da poter essere osservabili ad occhio nudo. Papule: rilievo solido di piccole dimensioni, dovuto ad un
ispessionamento dell'epidermite.
(sono una parrucchiera, quindi ho studiato anatomia e dermatologia, queste cose per me sono pane quotidiano.)

(2*)St.James Hospital: nella realtà non è un vero ospedale dove curano i pazienti, è più che altro un'ospedale di
insegnamento universitario, il suo partner accademico è l'Università di Dublino, questo centro insegnamento è stato
aperto nel 1994. Però mi piaceva il nome e l'ho inserito.

(3*) febbre intermittente insieme alla piressia ondulante: sono malattie veramente esistenti ma quella di Reneè è
totalmente immaginaria, non credo sia possibile avere una malattia del genere. La decisione di questa malattia, viene dal
fatto che sono una grande appassionata di Dottor.House (lol), i sintomi li ho presi da un caso che ho visto in una delle
puntate dell'ultima serie, ma quella era una malattia reale, solo che era contagiosa e con un'eccessiva quantità di pustule
e vescicole su tutto il corpo. Naturalmente anche la “cura” è frutto della mia immaginazione(leggi dopo)

(4*) ikigai:  parola giapponese, significato: lo scopo della nostra esistenza, è il motivo che ci fa alzare ogni mattina.


(5*) Tabebuia impetiginosa- Lapacho: è una pianta sudamericana, realmente esistente; viene usata per tutte le funzioni
da me sopra spiegate ma naturalmente non per la “cura” della “doppia febbre” immaginaria che io ho inventato.
Davvero può rallentare il cancro e l'HIV, ma viene anche usata come semplice tisana alle erbe.

(6*) la candida: è un'infiammazione della vagina (lol) chiamata anche Candida Albicans, viene soprattutto per scarsa
igiene.

Ora, visto che siete tutte bellissime e stupende, e il mio 18esimo è tra 258 giorni, (lol) lasciatemi una recensione. Baci
Tess.

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Twitter: @niall_isapotato
ask.fm: @NiallHoranletmekissyou ho avuto un problema con il banner, era bellissimo che palle.
  
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