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Autore: Nanek    27/12/2014    5 recensioni
Le risate, le bottiglie che si scontrano, i gomiti che battono sul legno di un tavolo.
I tuoi occhi azzurri, leggermente arrossati.
Le tue dita tra i tuoi capelli biondi, ti tieni la testa che pesa più del solito, la senti calda e neanche ti accorgi di avere il pavimento sotto i piedi.
Il tuo sorriso, quello vero, quello che hai cambiato, mentre ti rivolgi a me.
Le tue guance, quel rossore e la tua voce che mi ripete quanto hai bevuto.
Quel bar è ancora aperto, le birre non sono finite, quel tavolino vicino alla finestra è ancora libero, il camino emana calore.
E sai che c’è?
C’è che manchi te.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dublino-Mullingar
 
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I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved, to be in love
All I can do is say that these arms were made for holding you
I wanna love like you made me feel
When we were 18
 
 
Dublino.
E respiro l’aria fredda, l’aria che mi manca, l’aria che non ho dimenticato mai.
Freddo.
Che mi graffia la pelle, le guance rosse, il naso congelato, le labbra coperte dalla sciarpa di lana blu che mi ha fatto nonna, i capelli biondi nascosti, gli occhi lacrimano, gli occhi azzurri.
Il fumo che faccio uscire dalla mia bocca, una sigaretta che non posso dimenticare, nella noia dell’attesa.
Il solito bus.
Il solito numero giallo che si vede da lontano, la mia mano lo chiama, si ferma, mi porterà in quelle vie che non posso proprio togliermi dalla testa.
Verde.
Bianco.
Alberi alti.
Grigio.
Bianco.
Strade non chiare.
Giallo.
La luce dei fari dell’autobus.
La luce dei lampioni di casa.
Un cartello.
Scritte nere.
Mullingar.
Sono a casa.
E tu?
Tu non ci sei.
Rumore di passi.
I miei piedi che calpestano la via.
Quel paesino così sconosciuto.
Ma ora ha un nome degno, grazie a te.
Locali aperti, finestre luminose.
Il buio fuori, il vento che non vuole andarsene, la mia ombra che avanza lentamente, rompendo il silenzio.
Quel bar è ancora aperto, il nostro bar.
Nel silenzio rimbombano i miei ricordi.
Le risate, le bottiglie che si scontrano, i gomiti che battono sul legno di un tavolo.
I tuoi occhi azzurri, leggermente arrossati.
Le tue dita tra i tuoi capelli biondi, ti tieni la testa che pesa più del solito, la senti calda e neanche ti accorgi di avere il pavimento sotto i piedi.
Il tuo sorriso, quello vero, quello che hai cambiato, mentre ti rivolgi a me.
Le tue guance, quel rossore e la tua voce che mi ripete quanto hai bevuto.
Quel bar è ancora aperto, le birre non sono finite, quel tavolino vicino alla finestra è ancora libero, il camino emana calore.
E sai che c’è?
C’è che manchi te.
Cammino verso quel quartiere.
È grigio, è anonimo, è nostro.
Le case a schiera, le auto nei rispettivi parcheggi.
Non ci sono ragazzi nella via, è buio, fa freddo, tutti si rintanano.
Ma nei miei ricordi ci sei tu.
Sotto quel lampione, sul lato sinistro, terza casa, bianca dal tetto rosso.
Sei lì, mi guardi severo.
È tardi, lo so, ma non ho potuto fare prima di così, lo sai, no?
Poi sorridi.
Apri le braccia, mi accogli al caldo, mi tieni stretta per paura che io possa scappare.
Non scappo, te lo giuro, torno tardi, ma torno.
Passo vicino a quel lampione.
Lo supero.
Sento freddo.
E sai che c’è?
C’è che manchi te.
Arrivo a casa, finalmente.
Quarta casa, bianca dal tetto rosso.
Vicino alla tua.
Ma sai che c’è?
C’è che, in casa tua, manchi te.
Fisso il mio portico, la neve pesa ma non troppo.
Fisso quel punto, dove le tue mani hanno preso le mie.
Nei miei ricordi, tu sei lì e non è più inverno.
Hai una camicia, a quadri.
I soliti jeans che non vuoi buttare.
Sempre quel sorriso, il sorriso che cambierai.
I capelli biondi, gli occhi azzurri, le guance rosse, la mano sulla mia, mentre l’altra mi spinge più vicina.
E poi sento, sulle labbra, le tue.
Sono calde, sono morbide.
Mi baci piano, mi accarezzi la schiena.
Sento il tuo profumo, sento il vento estivo che mi scompiglia i capelli, sento le tue labbra sulle mie e provo ancora quei brividi.
“Vado a X Factor”, dici tra un bacio e l’altro, quella voce che non potrò mai scordare.
Un rumore rovina tutto.
Ed è di nuovo inverno.
E sai che c’è?
C’è che manchi te.
Non sei sotto al portico di casa mia.
Non sei a casa.
Non sei sotto quel lampione.
Non sei al solito bar.
Londra.
Odio questo nome.
Tu, invece, lo ami.
Lo ami così tanto che hai lasciato me.
Non importa, mi ripeto.
Va tutto bene, mi convinco.
Passerà, mi dicono.
Ci sono io, mi rassicura lui, l’altro, che non sei tu.
Sono solo ricordi, mi calmo.
Però sai che c’è?
C’è che manchi te, Niall.
 
 


Note di Nanek
E… niente.
Non lo so cosa sia sta roba, è qualcosa di strano.
In caso, se fa così schifo, la cancello, non preoccupatevi ^^
Ringraziate Niall, ieri notte mi ha tenuta sveglia con questo pensiero in testa.
Grazie anche solo per aver letto <3
Nanek
  
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