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Autore: Fairy_Elk    31/12/2014    0 recensioni
Storia ambientata appena dopo Thriller Bark.
Mai avuto la sensazione, mentre sfogliavate le pagine di One Piece, che qualcosa non tornasse?
Che il caso girasse un po' troppo spesso a favore dei nostri nakama?
e se il caso avesse un nome ed un cognome?
e se, dopo un curioso incidente, avesse LUI ,bisogno della nostra ciurma?
questa e' la storia di coloro che neppure la morte riuscì a fermare, questa, è la storia della Death Fall.
ATTENZIONE:tutto ciò che scrivo rimane nelle idee di oda solo fino alla saga di Punk Hazard. Poi posso anche provare a seguirla.
Ma non assicuro niente.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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buondi! sfortunatamente sarò assente per i prossimi giorni. visto che non sò quanto starò via, ho deciso di postare in anticipo la "brutta " di questo capitolo.la versione riveduta e corretta verrà postata assieme al prossimo capitolo.mi scuso e viauguro una buona lettura!

Capitolo II

Il sole filtrava a stento dalla fitta boscaglia che ricopriva gran parte dell’ isola in cui i Nakama si erano imbattuti. Dopo aver ormeggiato in un insenatura solitaria, lontani da occhi indiscreti, i compagni si erano divisi in direzione dei quattro punti cardinali (escluso il sud, perche vi era solo mare , mare, qualche scoglio  ancora altro mare).

 Usop era però rimasto sulla nave, dopo un improvviso attacco di “occosacacchiopuoesserciinquelboscoenza”, una terribile malattia che lo colpiva in casi simili, paralizzandogli gli arti inferiori e scuotendoli da forti spasmi ( si, in pratica aveva la tremarella).

Comunque, gli altri gruppi si erano divisi per consentire un bilanciamento di forza nel caso uno di essi fosse stato attaccato dai marines, in base alla loro funzione come membri della ciurma e in base a sottili rapporti interpersonali per cui Sanji doveva stare almeno con una ragazza, Zoro non poteva stare con Sanji (senno sai quante botte), e Luffy non poteva stare assolutamente da solo.

Nami, essendo quella con una “concezione spaziale migliore”  migliore, o meglio, essendo l’ unica del gruppo a sapere dove fosse girata, si mosse con Zoro e Brook . La scelta non era dettata solo dalla necessità di inserire nel gruppo dello spadaccino qualcuno che lo prendesse per la manina e lo riportasse a casa, ma anche dall’improvvisa simpatia che provava lo scheletro, ovvero l’unico essere vivente (quasi vivente) sulla nave che non avesse voglia di strozzare: Robin per essere abboccata a Mary , Mary per essere cosi maledettamente sospetta, Usop, Franky e Sanji per i commenti della mattina e Zoro PERCHE’ CAZZO VOLEVA SFOGARSI!

… e anche Luffy… soprattutto Luffy … per non averla difesa …

Non che ce l’ avesse DAVVERO con gli altri, anzi, sapeva che erano solo preoccupati, e che la buttavano sul ridere, ma … per la loro salute e per il benessere del clima morale della ciurma, sarebbe stato molto meglio che non li avesse fra i piedi per almeno un paio di giorni: lo schiaffo morale della mattina bruciava ancora, e si era riuscita a trattenere dal piangere di fronte a tutti solo grazie allo spadaccino , che nelle ore precedenti la aveva consolata e calmata, fino a quando non avevano sentito l’urlo di Usop, che avvertiva la ciurma che la terra, perlomeno per il binocolo del moro, era in vista.

Ovviamente non era l’arcipelago Sabaodi, questo lo si capiva a cominciare dal fatto che oltre a un isola boscosa, con una grossa montagna al centro, non vi era nient’ altro che qualche scoglio. E questo, per la maggioranza dei nakama, era imputabile solo alla navigatrice, che non aveva potuto far nient’altro che sorridere e ingoiare la bile.

 

 

Il loro gruppo, battezzato come “gruppo in esplorazione”, stava battendo la foresta alla ricerca di qualsiasi altra cosa al di fuori del villaggetto di pescatori situato nella zona nord, dove Sanji e le restanti due donne si erano recati alla ricerca di cibo ( o stoffa, nel caso della sarta, intenzionata a confezionare un abito, probabilmente per la mora archeologa), mentre i restanti membri cercavano materie prime e risorse nel bosco, come cibo e legname.

Erano passati vari minuti da quando avevano lasciato il sentiero principale, e la foresta si incupiva sempre più, man mano che si avvicinavano al centro dell’ isola. La vegetazione si faceva sempre più fitta e minacciosa passo per passo,e ciò che da prima erano fiori diventarono rovi, mentre la luce piano svaniva, sostituita dalle ombre delle foglie.

Un fruscio, che sarebbe passato inosservato in qualunque altra situazione, colpì immediatamente i tre compagni, soprattutto perche, a parte il loro respiro,(o perlomeno il respiro di due di loro) nulla sembrava muoversi. Con scatto felino lo spadaccino estrasse una spada e la affondo fino all’ elsa nel legno di un albero a pochi metri da loro.

Un gesto abbastanza curioso, considerato che sembrava aver colpito uno a caso fra le centinaia di alberi li presenti.

Nessun altro albero, però, avrebbe tirato un sottile sospiro di paura e non avrebbe piagnucolato qualcosa di molto simile a un “ti prego non mi uccidere”.

Zoro non aveva colpito esattamente al centro del fusto, ma aveva affondato la lama piuttosto a sinistra, quasi a un palmo dal cuore del tronco.

Quasi a un palmo dal cuore di un marines, che dietro all’ albero, svenne dalla paura.

E nessuno, a quel punto, si accorse che dallo stesso albero cadevano alcune piume nere.

 

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Quando vide la sagoma dei tre dei tre pirati ( più il loro ostaggio, trascinato da Zoro) allontanarsi all’ orizzonte, , Howl decise che ricominciare a respirare sarebbe stata una scelta saggia, prima che il suo colorito passasse dal rosso al verde a causa della lunga assenza di ossigeno.

Prese lunghe boccate d’aria, ansimando, per lo scatto dello spadaccino di poco prima: aveva seriamente temuto di essere fatto a pezzi!

Ed era decisamente troppo stanco, dopo le lunghe ore di volo, per potersi dedicare appieno ad un combattimento.

Dopo essersi accertato dell’arrivo di Black sull’Isola aveva pensato di farsi una bella dormita, finalmente, e invece no! Lo spadaccino biondo lo aveva obbligato con più o meno velate minacce a seguire gli spostamenti dei ragazzi di quella ciurma … e con il sonno che aveva accumulato in sei giorni di voli e dirottamenti che si faceva sentire , era quasi impossibile.

Ancora non gli erano chiari i pani di Black per raggiungere il nuovo mondo sena farsi scoprire dalla marina, ma era chiaro che aveva intenzione di approfittarsi della fiducia che quei ragazzi riponevano in Marydoll.

Comunque, per il momento, non c’era null’altro da fare che seguire gli ordini e aspettare che il biondo trovasse il modo di contattare la sarta …

Certo però...la prossima volta , lo avrebbe lasciato annegare quell’ingrato!

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Il villaggio in realtà era molto più grande di quel che sarebbe parso all’apparenza, e otre alle poche case di pescatori che si vedevano sulla costa vi era anche un nucleo abitativo all’ interno, che pareva per lo più abitato da commercianti e piccoli borghesi.

Sanji aveva optato per il rimanere nella zona delle bancarelle a far compere, in fondo pareva che la sarta sarebbe rimasta con loro almeno fino a Sabaody. Sarta che al momento si trovava con Robin a scegliere il colore della sua nuova opera.

- E rosso? Andrà bene il rosso?- Chiedeva la ragazza a Nico Robin, che scuoteva la testa in segno di diniego.

-No, io non lo userei. E troppo vistoso.- la rossa sospirò e lanciò la stoffa insieme al resto su una pila alle sue spalle.

Una pila piuttosto alta, formata da tessuti di colore e foggia differenti. Stava cercando, anche se con scarsi risultati, una tinta che potesse andar bene alla mora. Non aveva ancora ben capito che tipo di abito volesse, e neppure per chi dovesse essere fatto ( apparentemente si avvicinava il compleanno di uno dei suoi Nakama, e voleva fargli un regalo). Ma dal tipo di abito , un kimono che avrebbe dovuto lasciare libertà ad arti e gambe, sembrava che lo spadaccino fosse il destinatario.

-Questa?- prese una preziosa seta azzurra dallo scaffale dell’ ultimo, polveroso negozio di stoffa della città.

-No … troppo vistosa … e poi non metterebbe mai qualcosa di quel colore- disse impietosa l’archeologa.

-e quella laggiù?- disse indicando un rotolo verde speranza – Non sarebbe perfetto?- chiese la ragazza.

-mhh … no … ma quello a fianco potrebbe andare bene.- Il dito indice della bruna si era alzato, indicando l’oggetto del suo desiderio.

- quello sarebbe il colore perfetto- disse fredda e incisiva come sempre.

La rossa ruotò lo sguardo. Soppesò il colore e la fattura, per poi avvicinarsi a valutare trama e consistenza.

“benissimo” si disse “nessuno noterà lo scambio”. E subito si voltò a sorridere alla bruna, complimentandosi per il suo buon gusto. Cosa che gli riuscì difficile, data la stonatura orribile che la sua opera avrebbe fatto con i capelli verdi dello spadaccino.

Ma, si sa, il lavoro e lavoro.

 

 

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Contemporaneamente, a meno di 20 miglia da lì, una nave dei marines si stava avvicinando all’ isola. Si erano sentite tramite lumacofono delle voci riguardanti la comparsa di cappello di paglia sull’isola. Cosa assai strana, considerato che quella non era la rotta che lui aveva intrapreso dalla Reverse Mountain. E il capitano di quella nave lo sapeva bene quale fosse la rotta che cappello di paglia aveva scelto: tanto per cominciare, era la stessa che aveva scelto lui, e per secondo ( ma non meno importante) motivo, lo aveva incontrato ad Alabasta, unico luogo dove fosse riuscito a raggiungerlo durante il suo inseguimento.

-TASHIJIII!- l’urlo del capitano rombava su tutta la nave. Il secondo in comando arrivò correndo, impacciata come al solito, urlando a squarciagola “eccomi capitano!”.

Si fermò davanti ad un attaccapanni, con appesa l’ uniforme sgualcita del soldato, eseguendo un perfetto saluto militare.

- TASHIJI, CAZZO , QUANTE VOLTE TI HO DETTO DÌ METTERTI GLI OCCHIALI?!-

La ragazza si inforcò al volo le sue lenti, e quasi immediatamente si girò per scusarsi con il suo capitano. Si fermò, vedendo che anziché due il bianco aveva 3 sigari in bocca.

Ciò poteva essere spiegato solo da un forte mal di testa. E ciò significava che era molto nervoso.

-scusi capitano … - chiese con voce cauta – quali sono gli ordin… -

-ORDINA AL TIMONIERE DI APPRODARE SULL’ ISOLA DI DOWNMOUNT- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

 – cappello di paglia e lì-

 

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Da un'altra parte, ma contemporaneamente, un ragazzo si stava svegliando. Era in un letto comodo, caldo, in una piccola stanzetta arredata in maniera economica. E come era successo alla sua vice prima di lui, qualcuno lo stava fissando. Era un uomo alto, vestito d bianco, con i capelli neri e ricci.

O almeno, questo notò quando si tolse la benda. In effetti aveva una piccola mascherina da letto sugli occhi, che gli impediva di osservarsi intorno. Solo una volta rimossa poté accorgersi di lui, del suo freddo sguardo che sembrava volerlo inchiodare al letto. Il solo pensare a quegli occhi provocava un gran freddo.

-chi sei?- chiese il ragazzo, mentre si passava una mano in mezzo ai folti capelli nero violacei, sfregandosi le palpebre nere.

L’uomo glielo disse.

-ah, un ammiraglio? E di che cosa? E poi, dai, Aokiji … che nome del cazzo!-

Una sbarra di ghiaccio si impiantò a mezzo metro da lui. L’espressione del moro mutò in mite sorpresa. Non tanto paura, quanto il puro stupore di vedere qualcosa di impossibile.

-Chi sei?- chiese l’ ammiraglio – E come mai sei piovuto dal cielo?-

L’espressione del moro non cambiò, rimanendo fissa sull’asta di ghiaccio.

L ‘ uomo sospirò, e si lanciò sopra di lui, bloccandolo con due spade create dal suo potere.

-Parla- disse sbrigativamente. – O ti taglio la testa-

Il moro ragazzo fissò per un attimo le gelide lame che gli incrociavano sul collo.

-CHE FICO!- urlò –Mi insegni come si fa?-

 

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Il verde acceso del bosco, illuminato dai raggi dell’ ultimo pomeriggio , incorniciava Nami, Zoro e Brook,  che assieme al loro ostaggio stavano tranquillamente percorrendo a ritroso il sentiero nella foresta. Questo suddetto ostaggio era castano, con una sottile barba, e un mantello marrone sporco teso a coprire un uniforme bianca.

Una spia dei marines, lo spadaccino ci avrebbe scommesso anche la sua arma.

Come prima cosa sarebbe convenuto portarlo sulla nave, per svegliarlo e interrogarlo. E molto alla svelta.

Quella che l’uomo portava al fianco, se gli occhi non lo ingannavano, era una mini radio snail.

Ovviamente aveva già avvertito il quartier generale, sembrava un soldato ben addestrato e lo avrebbe stupito il contrario: questo significava che da li a poco una nave piena di marines sarebbe venuta a setacciare l’isola.

E, nonostante il suo spirito combattivo lo spingesse verso l’ennesima battaglia, la ragione lo convinse a limitarsi a battersela. Ragione che si manifestò nella curiosa forma di un destro da parte nella navigatrice, che con il broncio sulla faccia, lo avvertiva di non provare nemmeno a irritare un marine. Pena la decapitazione immediata.

La foresta stava iniziando a diradarsi quando Zoro, senza nessuna ragione apparente, in mezzo a quell’ ultima  boscaglia, disse alla rossa la frase che lei più sognava di sentire.

-quando sei uscita scappando dalla cucina, a colazione … sai, quando Luffy stava per parlarti, lui non voleva in alcun modo sgridarti- disse il verde, con tutta la naturalezza con cui si poteva chiedere l’ora a un passante.

-Stava per dire ad Usop di smetterla di “dire quelle scemenze”, e riporto solo ciò che ha detto lui, parola per parola-

Il verde guardava di fronte a se , con espressione indecifrabile. La navigatrice, nel frattempo, assimilava il fatto che il suo capitano si fidasse ancora di lei. Era qualcosa che la metteva inspiegabilmente di buon umore.

Ma si, in fondo chissene di cosa pensava il cecchino, e men che meno di cosa ne pensasse il cyborg. Finche Luffy si fosse fidato di lei, tutto sarebbe andato bene.

Sorrise, improvvisamente felice di essere al mondo, con quei classici sorrisi che possono mettere davvero in imbarazzo chi li fissa, chiedendosene la ragione.

Ma lo spadaccino conosceva benissimo il motivo, e quindi le rispose con uno altrettanto largo.

-Improvvisamente di buon umore?- disse con un tono abbastanza dolce e lascivo, che lasciava intendere a quale conclusione lui fosse arrivato.

La reazione dell’ altra gli dimostrò che la sua intuizione era corretta.

Il volto di lei diventò quasi completamente rosso, mentre gli occhi si spalancavano per fissarlo

- MA COSA HAI CAPITO? NO, NONONONO … NON C’E ASSOLUTAMENTE NULL’ALTRO CHE AMICIZIA!-

Lo scheletro, che era una decina di passi dietro a loro, iniziò a intonare “fra rose e fior”, guadagnandosi un posto sulla lista nera della navigatrice  e l’ eterna simpatia da parte dello spadaccino, che rise di gusto.

Non vi fu la possibilità di proseguire il discorso, poiché oramai sullo sfondo, bagnata di un rosso sole serale, si stagliava la siluette della Sunny .

Si preannunciava una serata interessante.

 

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E incredibile quante cose uguali accadono nel mondo.

Dapprima, una ragazza si sveglia su una nave pirata circondata da sconosciuti. Ma grazie alla sua intelligenza, sa che non deve preoccuparsi.

Poi, un ragazzo dai capelli viola si sveglia in una stanza con uno sconosciuto. E a causa della sua stupidità, non vede il motivo di preoccuparsi.

E, per terzo, una spia dei marines si sveglia in un posto sconosciuto circondato da persone che, per sua sfortuna, riconosceva benissimo. La loro taglia era appesa su ogni muro in città, e indicava un valore medio di circa 150 milioni di berry. A differenza dei primi due esempi, lui aveva un carosello di motivazioni diverse per essere preoccupato.

Tanto per citarne una, una moolto vicina,la spada dell’uomo chiamato “devil beast “ Zoro era a meno di 15 cm dalla sua faccia. E sembrava molto determinata ad avvicinarsi ulteriormente nel caso quell’ammasso di muscoli dai capelli verdi lo avesse voluto.

Molto ulteriormente.

-HEI- disse la ragazza identificata come “gatta ladra”. Era seduta su una botte in legno poco distante.

- Tu, dimmi un po’-disse con voce dolce e seducente.

Si avvicinò molto, troppo, e appoggiò le mani sui braccioli della sedia a cui il marinaio si scoprì legato, permettendogli una visione completa dell’ampia scollatura della maglietta.

-me la diresti una cosuccia? Prometto che sarà un segreto fra noi 4.-

L’uomo si girò alla ricerca del fantomatico terzo pirata che oltre allo spadaccino si sarebbe aggiunto al club “uccidiamo il marine”, e vide un allegro scheletro che, appoggiato in un angolo, accordava il suo violino.

O meglio, se si fosse girato attorno, lo avrebbe visto. Ma il suo sguardo era attirato da ben altre , morbide cime, che lo distraevano e non poco dal pensare.

-Allora- chiese di nuovo la rossa, alzando e abbassando il petto ad ogni respiro

-A chi hai chiesto rinforzi?-

L’uomo deglutì pesantemente. E , a sua difesa, posso dire che ogni suo neurone ancora attivo tentò disperatamente di fermare le sue corde vocali.

Fu come tentare di respingere una cometa armati solo di una racchetta da tennis.

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Contemporaneamente, nel villaggio poco distante, Mary e Nico Robin camminavano sulla via di casa, sotto gli ultimi raggi di un sole morente. Nessun’altro oltre a loro era in strada, e a parte un paio di guaiti lontani, forse di qualche cane randagio, il silenzio era assoluto.

La sarta portava una pesante borsa, piena di stoffe di varie fogge e colori. Aveva voluto farsi la scorta, nel caso gli fosse venuta l’idea per un abito. Camminava tranquillamente, senza sforzo apparente per il peso dell’enorme sacca che aveva con se. Cosa alquanto strana, data la scarsa altezza della rossa.

Solo ora l’archeologa comprendeva la vera altezza della ragazza. La sua testolina color cremisi le arrivava a malapena all’altezza del seno:e capiva anche il suo vero … spessore … diciamo.

Uno spessore decisamente esiguo, dato che la circonferenza toracica e quella del bacino della ragazza erano più o meno uguali. Altro dato curioso che aveva notato in lei durante la giornata era uno strano pendente, una collanina formata solo da quattro cilindretti azzurri. Era stata molto evasiva su come lo avesse avuto, quando la mora glielo aveva chiesto. Ma una cosa era sicura.

Quei cilindretti erano fatti di algamatolite marina, una rara pietra che vanificava il potere dei frutti del mare.

Le era bastato sfiorare il monile per sentire la propria forza svanire. Curioso utilizzo di un materiale del genere.

A proposito, a scanso di equivoci, so che a questo punto tutti voi starete pensando “oh, ma Nico e troppo furba per credere subito a una storia cosi piena di frottole come quella esposta dalla sarta”.

 E fate bene a pensarlo, perche avete ragione.

 La suddetta archeologa aveva fatto solo finta di cadere nel tranello,si  era solamente finta un allocca che per un paio di vestitini (bei vestitini però)si scioglie in “oh, amica mia,andiamo a fare shopping? “ e sene sbatte delle altre persone. Ma era ovvio che la sarta aveva qualcosa di sospetto.

Avanti, era caduta da 5000 metri e non si era fatta nulla! Come minimo avrebbero dovuto staccarla dalla nave con una spatola!

Comunque , tutti potevano indossare i monili che volevano e come lo volevano:l’ abito non fa il monaco.

Certo, un costume può aiutare ad interpretare un ruolo, ma comunque e l’attore che fa la differenza.

Per esempio, la stessa sarta era una brava attrice. Era riuscita a fregare non solo gran parte della sua ciurma, ma anche a far fare la figura della fessa a Nami.

Neanche la scaltra archeologa aveva ancora capito bene come, ma sicuramente non era stata la navigatrice a sbagliare la rotta: la conosceva, e non avrebbe mai commesso un errore del genere.

Ergo, qualcuno aveva manomesso il timone. Ma dato per scontato che nemmeno la sarta aveva toccato il timone( ne era sicura. Chiudeva personalmente il lucchetto extra della camera delle ragazze, un lucchetto che faceva un frastuono infernale ogni volta che veniva aperto.)doveva essere stato qualcun altro. Ma chi?CHI?

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-Mhh … mi fischiano le orecchie –

L’uomo con la maschera da gufo mosse un po’ la testa a scatti , nel tentativo di stappare il proprio apparato uditivo.

Dopodiché torno a fissare in basso, verso la foresta, alla ricerca di una qualsiasi traccia umana. Per un uomo normale sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio, un pagliaio grande una decina di chilometri. Lui, grazie alla sua vista da 357 decimi e mezzo (un uomo comune arriva al massimo a 12 ) ci mise a malapena pochi secondi.

“quindi … li c’e il ragazzo con il cappello di paglia, poco più lontano l’ uomo dai capelli azzurri e infine … quella macchiolina marrone dev’essere il loro procione domestico.”

Scosse la testa, buttandosi subito dopo in picchiata verso la cima del monte al centro dell’ isola, una ventina di metri più in basso. Lui e lo spadaccino oscuro, appena approdati sull’ isola, avevano convenuto che sarebbe stato un ottimo punto di incontro. Teoricamente, secondo il loro piano, appena uno dei due avesse trovato Marydoll, avrebbe dovuto salire il monte e chiamare l’altro.

Ma, evidentemente, dato che di Black non vi era l’ombra, neppure lui doveva aver avuto fortuna.

La sarta era evidentemente rimasta sulla nave, o in qualche luogo che …

-Trovata-

L’urlo di Howl fu udibile persino a Sabaodi.

-CAZZO! MA TI SEMBRA IL MODO DI SALTARE FUORI ALL IMPROVVISO? MI AVRESTI POTUTO FERMARE IL CUORE! –

Il pennuto si ritrovò a guardare le orbite scure dell’ altro, che si liberava in aria a pochi metri da lui, volando grazie ad enormi ali da pipistrello. Commento sbagliato …

-Che c’e di male nel perdere il cuore?- disse lo spadaccino, non smettendo di battere le proprie ali violacee, che sembravano create dalle pieghe del suo lungo mantello.

Anzi, a guardare bene erano proprio un proseguimento del tessuto, che anziché cadere verso il basso, piegava e si arrotolava attorno alle sue braccia, creando un effetto simile alle membrane aeree dei draghi.

-no, nulla , dicevo cosi, per dire … - disse tutto trafelato faccia da gufo, visibilmente preoccupato-non stavo alludendo a nulla- la temperatura della conversazione si abbassò di svariati gradi.

-Ah, bene- disse il biondo , rispondendo come a una voce lontana.-Sarebbe stato un grosso errore alludere, perche sai … -

-sisisisi… infatti non ho alluso –

il moro cambio velocemente l’argomento della conversazione.- Comunque, tornando alle cose serie … se sei qui, la hai trovata-

Lo spadaccino annui, mentre la sua voce tornava al tono normale.

-Si. C’e voluto un po’, ma sono riuscito a trovarla. Era insieme alla moretta di quegli strani pirati. Quindi abbiamo avuto difficoltà nel comunicare: mi sono dovuto travestire da vecchietto per poterle passare il biglietto inosservato. Comunque sono riuscito a dirle il tuo piano- termino il ragazzo.

-bene, bene, ben fatto. Allora, possiamo procedere.- il ghigno sotto alla sua maschera era ben visibile, dato che essa finiva proprio all’ altezza della bocca.

- pensa che fortuna. Da lassù ho visto pure una nave dei marines avvicinarsi. Non potevamo sperare di meglio.-

Il suo sorriso sghembo fu corrisposto dall’altro, e insieme si dileguarono, volando piano nella notte.

Sarebbe stata una giornata memorabile.

 

 

 

   
 
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