Dal testo:
"Eppure Ben lo sapeva che non sarebbe dovuto andare a quella stupida festa.
Lo sapeva benissimo, ma c'era andato lo stesso, da perfetto rincretinito qual'era.
Però, sul momento l'idea non gli era sembrata così malsana, soprattutto di fronte all'alternativa di dover passare la serata col suo "fratello prodigio".
Adesso invece capì quanto fosse stato incommensurabilmente idiota. Ma certo, Ben, perché non passare una serata chiuso nella stessa casa con adolescenti sballati e ubriachi? A dover, magari, prestare continua attenzione affinché qualche imbecille non ti vomiti addosso?
E, soprattutto, a dover avere continuamente davanti gli occhi la visione raccapricciante della tua cotta ossessiva dai tempi del primo anno a sbaciucchiarsi e toccarsi con la sua fantomatica ragazza dalle gambe lunghe?
Davvero, non si poteva essere più idioti"
Una festa deprimente per il povero Ben.
Almeno finché il destino (o quale dio per esso) non si è mostrato nel momento in cui, al tanto imbarazzante quanto scontato gioco della bottiglia, questa non avesse deciso di regalare quei sette minuti nello stanzino proprio a lui e alla sua irraggiungibile cotta.
Sette minuti in grado di cambiare tutto.