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Autore: JeanJacquesFrancois    14/01/2015    2 recensioni
La storia di Renly e Loras dal vero e proprio inizio alla drammatica fine.
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loras Tyrell, Renly Baratheon, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 20

Il leggero ritmo del cadere della pioggia contro la parete lo svegliò. Renly mugolò, la testa che pulsava e il mondo che girava ancora leggermente intorno a lui. Si aggrappò alle lenzuola per farlo smettere, sollevato nello scoprire che le coperte di seta gli erano familiari. Era nel proprio letto. Si allungò, facendo un tentativo, con un altro sospiro di sollievo quando scoprì di essere solo nel letto. Gli occhi ancora chiusi, cercò di ricordarsi come era arrivato lì. Aveva un vago ricordo di essere tornato da una delle scale sul retro, ma gli eventi della sera precedente erano nebulosi nella sua mente, un misto confuso di cosa pensava di ricordarsi e cosa poteva essersi immaginato.

Aprì gli occhi e sobbalzò, la luce del mattino che gli faceva pulsare nuovamente la testa. Lentamente mise a fuoco la stanza. Gli occhi si posarono su Loras, seduto ai piedi del letto, con le gambe incrociate come sempre.

Si alzò di colpo, rimpiangendo all'istante di averlo fatto, quando un'ondata di nausea lo travolse. Guardando in basso, si accorse con ansia che non stava indossando niente. Di corsa, strinse le coperte attorno alla vita. Non sapeva perché si fosse preso il disturbo di farlo, in realtà. In tre anni di amicizia, Renly sapeva che Loras doveva averlo visto nudo, o più o meno così, innumerevoli volte. Nonostante questo, si sentì a disagio, tirando le coperte quanto più su poteva.

“Da quanto sei qui?” chiese a Loras, la lieve nota di panico nella sua voce palese anche a se stesso.

L’altro sembrò colto alla sprovvista dal tono di Renly. “Da pochissimo.” disse, aggrottando la fronte e guardandolo con curiosità. “Perché? C'è qualcosa che non va, Renly?” Saltò giù dal letto e andò al suo fianco, abbastanza sorpreso dallo sguardo sconcertato del lord.

Renly si rilassò visibilmente. Loras sembrava del tutto inconsapevole di quello che era successo la notte prima. “No, non c'è niente che non va, Loras.” Disse con un sospiro.

Quello sguardo però non lasciò la faccia di Loras. Non sembrava convinto.

“Sei sicuro?” gli chiese, e si spostò per sedersi accanto a Renly, dandogli un colpetto sulla spalla per provare a farlo muovere per avere più spazio.

Renly si ritrasse imbarazzato ma non si mosse. Loras si tirò indietro, improvvisamente insicuro di sé.

Seguì un momento piuttosto teso durante il quale nessuno dei due parlò. Sentendosi stranamente consapevole di sé, Renly giocò con le coperte di seta senza sapere cosa dire.

“Ti ho cercato dopo il banchetto,” disse alla fine Loras. “Dove eri andato?”

“Io... avevo bisogno di aria fresca.” disse laconicamente, senza incontrare lo sguardo del suo scudiero. “E poi sono andato a letto presto.”

Fece più male del previsto. Mentire a Loras in questo modo. Realizzò con una fitta che era probabilmente la prima volta che faceva una cosa del genere. Senza dubbio gli aveva nascosto nelle cose, magari lo aveva anche deliberatamente condotto fuori strada, ma non gli aveva mai detto una vera bugia. Sentì un bisogno irrazionale di ridere. Mentire era una seconda natura per Renly. Era cresciuto imparando a nascondere la verità, a dire alle persone quello che si volevano sentir dire, a giocare al gioco della corte. Ma non lo aveva mai fatto con Loras. E questa, sentì, era una vera e propria bugia. Non era affatto andato innocentemente a letto presto, la sera prima.

“Oh,” sembrava che l’altro non l'avesse bevuta affatto. “Perché lo avresti fatto?”

Renly sentì il rossore salirgli alle guance. Loras lo conosceva troppo bene. Sapeva che non era il tipo da perdere l'ultima parte di un banchetto, che aveva organizzato per mesi, solo perché voleva un po' di risposo. Era una bugia e pure mediocre.

Renly non poté offrirgli alcuna risposta.

Il silenzio riprese, Loras che stava piuttosto imbarazzato vicino porta, sembrando abbastanza confuso.

L'espressione addolorò Renly. Era uno sguardo che non trovava posto sulla faccia di Loras. Lui, che era sempre sicuro di tutto attorno a lui.

“Dovrei vestirmi e salutare gli ospiti.” Disse alla fine il lord, trovando la voce e sperando che Loras capisse che voleva essere lasciato solo per un momento.

Il ragazzo colse il pretesto, annuendo e andandosene silenziosamente via dalla stanza.

Renly rimase seduto per un po' dopo che Loras aveva lasciato la sua camera, la testa tra le mani, senza sapere come sentirsi. La testa gli faceva male, ma mai quanto la prevaricante vergogna che pendeva ancora su di lui, insieme a un consumante senso di colpa che non poteva spiegare.

Si buttò giù di nuovo, seppellendo la faccia nel cuscino e valutando gli eventi della notte precedente. Magari era stato un bene, provò a dirsi Renly. Avrebbe dovuto sentirsi più a suo agio adesso, più rilassato, meno nervoso. Magari aveva cacciato quei vergognosi desideri dal proprio sistema per un po', e non avrebbe dovuto allontanarsi da Loras. Magari ci sarebbe stato un ritorno alla semplice intimità che condividevano un tempo, quella che lo scudiero probabilmente pensava condividessero ancora.

Renly sospirò. Di certo la vergogna del giorno prima sarebbe valsa la pena se voleva dire che avrebbe smesso di pensare a Loras per un po'. A posteriori, l'incidente con il dorniano non aveva rovinato nulla, non aveva nulla da rovinare con lui. Anche se avesse parlato, sarebbe stato considerato solo gossip, qualcosa di cui i servi avrebbero potuto parlare per una settimana, prima di scordarsene del tutto.

Si fece sfuggire un altro sospiro. Con Loras, d'altra parte, aveva tutto da perdere. Pensò per un momento a cosa avrebbe potuto fare se non si fosse trascinato fuori il giorno prima, ma lo avesse cercato come aveva pensato di fare. Ci mancava solo che lui facesse qualcosa di incredibilmente stupido -come cercare di baciarlo- e l'amicizia che avevano costruito negli anni sarebbe crollata in pochi secondi.

Sorrise aspramente, immaginandosi bene lo sguardo d'orrore sulla faccia di Loras se avesse fatto qualcosa del genere, la mente annebbiata dal vino come era. Non pensava che avrebbe potuto sopportarlo, vedere l’amico che lo guardava con shock, con disgusto persino. Poteva solo immaginare cosa avrebbe pensato Loras. Sarebbe saltato alla conclusione, pensò tristemente. Avrebbe pensato che la loro amicizia era basata su una bugia, che Renly desiderava la sua compagnia per un motivo che lui non aveva mai realizzato o capito, perché lui amava guardarlo, toccarlo.

Questo non era vero, pensò. Lui e Loras erano stati buoni amici per tanto tempo prima che tali pensieri gli attraversassero la mente, ed era arrivato all'estremo per scacciarli.

Si chiese se Loras avrebbe capito queste cose.

Probabilmente no, pensò tristemente. Probabilmente non gli avrebbe nemmeno dato la possibilità di spiegarsi. Non era certo conosciuto per la sua pazienza. Avrebbe perso le staffe prima che Renly potesse solo provare a convincerlo che la loro amicizia non era costruita sul fatto che lo trovasse attraente.

Si prese la testa tra le mani. Magari si meritava la rabbia che Loras gli avrebbe rivolto. Magari era crudele da parte sua, quello che gli stava facendo, rifiutarsi di dirgli la verità, fingere che nulla fosse cambiato, tutto mentre continuava a guardarlo piuttosto in modo inappropiato, resistendo al bisogno di toccarlo, di mettergli le mani tra i capelli. Magari lo stava solo usando.

Si sentì in colpa fino alla nausea, all'improvviso. Pensandoci adesso, di sicuro doveva a Loras almeno un tentativo di spiegazione. Dirgli perché la loro intimità doveva finire. Piuttosto che nascondersi dietro segreti e bugie.

Sospirando, si sforzò di alzarsi dal letto e vestirsi, sempre senza sapere cosa fare perché tutto andasse bene.

…..................................

Molti degli ospiti se ne erano già andati, quando Renly scese le scale. Per ironia della sorte, tuttavia, riuscì a beccare la fine del gruppo dorniano che se ne andava, gli unici ospiti che avrebbe preferito non vedere.

Si guardò intorno nell'ingresso piuttosto furtivamente. Grazie al cielo non c'era segno dello scudiero del principe Oberyn, solo il principe in persona, che parlava con Penrose, vicino alla porta.

Renly si avvicinò, riluttante. Avrebbe preferito tornare sui propri passi e riandarsene in camera, ma il principe lo aveva visto e sarebbe sembrato scortese dileguarsi senza parlargli. Si costrinse a sorridere, indossando la maschera più facilmente di quanto si sarebbe immaginato.

“Spero vi siate divertiti, a Capo Tempesta.” Disse con calore, stringendo la mano di Oberyn.

“E' stato un torneo molto divertente, mio lord Renly.” disse il principe, fissando su di lui i suoi occhi da vipera. “Siamo stati tutti molto onorati di partecipare.”

“Il piacere è tutto mio.” Il lord si sforzò di sorridergli.

Con sua sorpresa, il principe Oberyn rispose al suo sorriso, gli occhi neri che brillavano di divertimento. “Sì, mio lord Renly,” disse piano. “Sono sicuro di sì.”

Si girò, allora, scivolando via dalla sala, il mantello con il sole ricamato che svolazzava dietro di lui mentre si univa agli uomini dorniani già radunati sugli scalini.

Renly lo guardò, incapace di trattenere la smorfia sul proprio viso. Penrose si rivolse a lui, tranquillamente divertito. “E' un elemento strano, quella vipera rossa di Dorne, no, mio lord?”

Lui annuì, cercando di nascondere il proprio disagio. “Hai visto Loras?” chiese velocemente, ansioso di cambiare argomento.

“In effetti, sì.” disse Penrose. “Era al cancello occidentale, a salutare suo fratello. Ser Garlan si è scusato per non averti potuto vedere prima di andarsene.”

Loras era in effetti dove il vecchio lo aveva visto l'ultima volta, seduto su un muretto basso fuori dal cancello a guardare distrattamente il gruppo dell'Altopiano che scompariva dietro a una collina, senza curarsi apparentemente del fatto che la pioggia si stesse facendo più fitta e che il vento soffiava tra i suoi capelli.

Sorrise quando vide Renly che si avvicinava. Se aveva trovato imbarazzante il loro incontro quella mattina, non lo dava a vedere, cosa di cui il più grande fu grato.

Sospirando, si tirò sul muretto, accanto a lui, determinato a scusarsi per essere sembrato distaccato, prima.

“Stai bene?” chiese Loras. “Non sembri in te questa mattina.”

Renly si strinse nelle spalle. “Sto bene, Loras, sono solo un po' stanco, è tutto.”

Loras si girò a guardarlo, ridendo mentre dondolava una gamba dal muro. “Sai, Renly. Sei un pessimo bugiardo.”

“No che non lo sono!” replicò Renly, genuinamente offeso da questo. “Sono un ottimo bugiardo. Non sarei così bravo a corte se non lo fossi. Trascorro gran parte di ogni giorno a fingere interesse, a convincere questo e quel lord che mi interessa almeno un minimo di quello che dicono. Sono nato mentendo.”

“Mi pare giusto.” sorrise Loras. “Correggo la mia affermazione. Sei un pessimo bugiardo quando provi a mentire a me.”

Renly si mosse imbarazzato. “Non è vero.” Disse, giocando con la propria manica.

Loras rise. “Be', stai facendo un buon lavoro per provare altrimenti.”

Renly sospirò. “Immagino che dovrò migliorare allora.”

Loras storse il naso. “Non mentirmi sarebbe più facile, sai.”

Renly buttò gli occhi al cielo e si girò dall'altra parte. Avrebbe voluto che avesse ragione.


Note
E' mercoledì ma aggiorniamo lo stesso. Date un bentornato ultra caloroso alla beta, è di nuovo tra noi! (Non ditelo in giro, ma secondo me si è spaventata del mio betaggio.)
Facciamo che siccome è gennaio e la scuola è brutta aggiorniamo quando possiamo e voi, siccome ci volete bene, fate finta che la cosa non vi irriti? :3

   
 
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