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Autore: lalla86    21/11/2008    0 recensioni
"Non mi fermo questa volta. Chiudo gli occhi e poi..salto."
..
"Il mio piede si sposta, si arrampica.
Devo scavalcare.
Devo saltare!"
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E
a nc o ra
s a l to


[ma non vorrei più farlo]






Fa freddo questa notte.
Rabbrividisco, in piedi vicino ad un lampione. La sciarpa svolazza scompostamente nell' aria invernale intecciandosi con alcune ciocche dei miei capelli, mentre il parco si svuota.
Se ne vanno tutti, tranne me. Gli ultimi attardati si limitano a gettarmi un'occhiata sfuggente passandomi affianco per poi proseguire ignari dei miei pensieri.
Il vento sbattacchia i rami tra loro, sussurra al mio orecchio parole indistinte mentre mi sospinge delicato, ma deciso, verso la riva del laghetto.
Sono sola adesso. Soltanto la staccionata legnosa dall'odore di muschio mi separa dalla massa di acqua che giace davanti a me immobile e silenziosa.
E' questo il momento.
Avanti - sembrano dirmi le continue follate ventose - Sono solo pochi passi
Quei pochi passi che ho già percorso in passato molte volte, troppe volte. Non è la prima volta che il mio sguardo scorge la mia figura solitaria che si infrange nello specchio d'acqua.
Sono già rimasta ferma in questo stesso punto.
Sono diversa ora, per i vestiti che mi avvolgono, che mi riparano, diversa per ciò che, intanto, ho vissuto ma, in fondo, sempre la stessa.
Sempre.
Solo.
Me.
I miei palmi si appoggiano nel legno impregnato di umidità insieme ai guanti sfilacciati che li avvolgono. Nonostante siano coperti sentono freddo.
Rido di scherno.
Continuo.
Non smetto.
Non è una cosa inanimata a poterli riscaldare.
Mi blocco mentre le mie labbra non emettono più suoni scomposti. Avverto di nuovo il sussurro del vento.
Salta.
Il mio piede si sposta, si arrampica.
Devo scavalcare.
Devo saltare.
Sento ancora più freddo questa volta, in piedi sopra il legno.
Le mie guance sono già schizzate di gocce fredde [..perchè stò piangendo]
So che mi ritroverò di nuovo come sono ora.
So che dovrò ricominciare ancora.
E' come se si staccasse qualcosa. Ogni salto si porta via un frammento di me. Sempre più grosso. Sempre più dal profondo. E fa più male, ogni volta.
Sono spezzata. Non posso più ricompormi.
Quanti salti ancora? Quanti ne sono rimasti?
Troverò quello che cerco prima di non poterne più fare?
Non lo so.
Allora mi sporgo.
Ma di nuovo le tue braccia mi frenano. Le tue mani mi stringono. Mi afferrano. Mi scaldano.
Sento, sotto strati di indumenti, le tue dita sulla mia pelle che ancora mi scottano, ancora mi sostengono, ancora mi accarezzano.
E' tutto inutile. Non sono in grado di disintossicarmi. Mi sei entrato in circolo.
Eppure non fai altro che rimanere appoggiato alle mie spalle in silenzio mentre il fiato fuoriesce dalle tue labbra sul mio collo.
Non vorrei. Non dovrei [..perchè poi farà più male] Eppure ti cerco. Cerco la tua presenza. Cerco il tuo tocco.
Persino adesso, che sei stretto a me, bramo desiderosa il tuo contatto.
Allora scendo.
Mi giro.
E ti guardo.
Adesso le tue labbra lo sussurrano nel silenzio, con il vento.
Salta.
Mi dispiace. So che tu lo vorresti.
Eppure non lo faccio.
[..anche se potrebbe essere tutto inutile..]
Non avanzo.
Non questa volta.
No!
Io non salto.




NOTA DELL'AUTRICE:
Seconda e ultima one-shot avente come oggetto "il salto". Decisamente un altro tipo di "salto" rispetto alla prima. Non la commento perchè penso parli da sè. Grazie a Vegeta4ever per averla messa tra le preferite. Alla prossima.


  
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