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Autore: bebe    21/11/2008    2 recensioni
A tutte le bambine piace la storia di Cenerentola, a me per prima. Adoravo farmela leggere da mia madre quando ero piccola…è la favola perfetta: la ragazza sfortunata, vittima dei soprusi della vita e delle sorelle, che viene ricompensata dal fato con l’incontro del principe, che se ne innamora e la porta con sé nel suo castello...Ed è andato tutto bene finché non ho scoperto cosa succede davvero quando il portone del castello si chiude.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie di cuore a chi legge silenziosamente e soprattutto a chi legge e recensisce!! Buona lettura!

Mentre Evie riprendeva la sua vita lavorativa da dove si era interrotta, Orlando era impegnato con le ultime riprese del film che aveva co  - prodotto, e non solo…
Neela alla fine non era stata scelta per il suo film, perché non convinceva né l’altro produttore, né il regista. Ma la ragazza non si era certo arresa: era giovane e bella, con il viso dai tratti regolari, occhi verdi, lunghi capelli mori, un fisico slanciato con le forme al punto giusto, era determinata ed aveva grinta. Ultimamente aveva preso parte ad una produzione, si trattava di una parodia, una sorta di collage di film decisamente famosi, rivisitata e corretta in chiave goliardica ed ironica; non era certo una partecipazione di spessore, ma le aveva permesso di mettersi in mostra e di far parlare di sé, cosa che le riusciva piuttosto facile.
In effetti, la ragazza non disdegnava di parlare della sua vita privata e, soprattutto, della relazione con Orlando, cosa che lui mal digeriva. Avevano già litigato più volte per questo motivo ed anche quella sera stavano discutendo, complici le ultime dichiarazioni della ragazza rilasciate in un’intervista a ‘In Touch’, corredata da foto discinte.
“E’ stato un colpo di fulmine…la scintilla è scattata subito, sin dal primo momento…è stata un’attrazione fortissima…”- lesse a voce alta lui – “Era proprio necessario? Non potevi usare altri termini? Detto così sembra che siamo finiti a letto la prima sera…”- osservò caustico.
Lei gli si avvicinò mettendosi a sedere accanto a lui.
“Non vedo il problema…ho detto la verità…mi sei piaciuto da subito e lo sai…la gente può pensare quello che vuole…non sono affari miei…”- tagliò corto in maniera sbrigativa.
“Io ero sposato…anzi, tecnicamente lo sono ancora…e ho due bambini…”- le ricordò.
“E quindi? Temi forse che possano leggere la rivista? Credo preferiscano i fumetti…”-
“A volte mi chiedo se ti sforzi o se ti riesce naturale essere così…così…superficiale….non voglio chiacchiere, non voglio pettegolezzi, ce ne sono stati fin troppi…non è giusto nei confronti dei miei figli… e nemmeno di Evie…”- la riprese.
“Ah, ecco!”- rimarcò lei alzandosi e versandosi del vino – “…è questo il problema…Evie, come sempre…”-
“E’ la madre dei miei figli…penso di doverle almeno un minimo di rispetto…”- osservò seriamente.
“Appunto, hai detto bene…tu le devi rispetto…io non le devo nulla…”- precisò secca.
Lui la fulminò con lo sguardo e si alzò velocemente per andarsene. Aveva bisogno di prendere un po’ d’aria, per evitare di dire cosa che non pensava.
“Così dimostri solo che ho ragione…”- gli fece presente.
“Pensala come ti pare…”-
“Cosa pretendi da me? Io non mi vergogno di quello che c’è tra noi…non ci vedo niente di male a parlarne…”- precisò.
“Non è questione di vergognarsi…sto parlando di rispetto…non c’è bisogno di sbandierare ai quattro venti quello che senti per me…prima di tutto dovresti dimostrarlo a me”- rispose lui deciso, guardandola negli occhi.
“Non te lo dimostro forse?”-
“Me lo dimostri a letto…ma non significa che sia amore…per il resto mi pare che tu abbia una gran voglia di pubblicità… lo capisco, sei giovane, vuoi sfondare…ma non tollero che tu  lo faccia alle mie spalle…”- le disse tagliente.
Lei lo fissò stranita.
“Non dici sul serio…adesso sei stanco, sei stressato per il film…farò finta che questa discussione non ci sia mai stata…forse ho sbagliato, ok? Ti prometto che starò più attenta…”- gli disse più conciliante.
Lui si limitò a guardarla, senza dire nulla. Poi riprese:
“Senti, forse dovremmo rallentare…è successo tutto troppo in fretta…e ho sbagliato anche io…ma non è così che volevo che andasse…io non voglio pubblicità, non voglio che parlino di me…sono un attore, è questo che faccio per vivere, non mi interessa che girino pettegolezzi, anzi mi infastidisce…quindi credo che sia meglio staccare per un po’…prenderci una pausa…” – le spiegò con determinata calma.
“Mi stai lasciando?”- gli domandò incredula.
“Ti sto chiedendo di prenderci una pausa…io finisco il mio film, tu finisci di fare le tue cose, le tue interviste, la campagna pubblicitaria che ti hanno offerto…stiamo lontani per un po’ e poi vediamo…”- precisò.
“Se è questo quello che vuoi…”- riuscì solo a dire lei.
Quindi Neela recuperò la sua borsa e se ne andò, lasciandolo solo. Ed in effetti Orlando non si era mai sentito così solo. Era come se improvvisamente vedesse Neela ed il loro rapporto con occhi disincantati: tra loro era scattata subito la scintilla, questo era vero, ma si era spenta lentamente ed inesorabilmente come un fuoco di paglia ed ora, dopo la passione, non restava quasi niente, forse nemmeno le ceneri.
E lui cominciava a chiedersi se ne fosse valsa la pena; aveva rinunciato alla sua famiglia, mandando all’aria il suo matrimonio, per stare con lei, ma ora non era più sicuro di aver fatto la scelta giusta.
Se, inizialmente, si era buttato in quella storia con l’entusiasmo di un ragazzino, come fanno tanti uomini stanchi della routine matrimoniale, adesso sentiva crescere in sé il tarlo del rimorso e tutte le pecche di cui aveva accusato Evie, tutti i suoi difetti, così come la rassicurante normalità del loro rapporto gli mancavano.
Magari non c’era più il trasporto dei primi tempi, mancava un po’ di pepe, di spensieratezza, ma era assolutamente normale per una coppia che aveva dei bambini, però di Evie era stato innamorato davvero e, forse, lo era ancora. Con Neela, invece, era stata solo una forte attrazione, le voleva bene ma aveva riversato sul loro rapporto aspettative troppo alte e decisamente eccessive. Lui non era più un bambino, era un uomo fatto ed aveva bisogno di avere accanto una donna, non una ragazzina desiderosa di notorietà e visibilità. Peccato che se ne rendesse conto solo adesso, quando oramai poteva essere tardi per recuperare cioè che aveva perso…

Passarono lentamente tre mesi, nei quali Orlando si dedicò alla promozione del film, ad interviste televisive e radiofoniche per pubblicizzarlo, mentre Evie continuava a dedicarsi alla sua rubrica sulla rivista. Era un periodo positivo per entrambi, che sembravano aver riacquistato un po’ di serenità grazie ai rispettivi impegni lavorativi.
I loro rapporti erano un po’ più distesi, ma si limitavano più che altro ai discorsi sui bambini, non andavano mai oltre, non si soffermavano a parlare di loro due o di questioni personali.
Purtroppo fu il destino a farli riavvicinare, riservando una spiacevole sorpresa ad Evie.
Suo padre, infatti, mancò improvvisamente a seguito di un infarto. Ovviamente fu un brutto colpo per lei e per la sua famiglia, sia lei che le sue sorelle erano molto legate al padre e la sua prematura scomparsa segnò un momento particolarmente doloroso per loro.
Evie cercò di farsi forza, tenendosi impegnata col lavoro ed anche Alex ed Amy le erano di grande aiuto e la sostenevano col loro amore e con la vitalità tipica della loro giovane età.
Una sera, mentre era a casa da sola, dato che i bimbi si erano fermati per la notte da sua sorella Beth in campagna, si lasciò andare alle emozioni e pianse a lungo, forse come non le succedeva da tempo. Piangeva per suo padre, ma anche per la fine del suo matrimonio. E Dio solo sa quanto ne avesse bisogno. Fino ad allora era rimasta come anestetizzata emotivamente, non aveva lasciato trasparire alcuna emozione, ora si stava concedendo un cedimento, fisiologico e comprensibile. In fondo aveva subito due lutti a distanza piuttosto ravvicinata: prima aveva ‘perso’ suo marito, poi suo padre. Ad un certo punto, sentì suonare la porta: era Orlando. Si asciugò velocemente gli occhi e, stupita, gli aprì.
“Ciao…come mai qui? I bambini non ci sono…si fermano da mia sorella per la notte…”- precisò svelta, con l’aria smarrita.
“Si, lo so…Alex mi ha chiamato e me l’ ha detto…visto che eri sola ho pensato che avessi bisogno di compagnia…”- e rispose sorridendole dolcemente.
Ovviamente non gli erano sfuggiti i suoi occhi lucidi e l’aria stanca. L’aveva vista piangere solo due volte, lacrime di felicità però, in occasione della nascita dei loro bambini. L’aveva sempre accusata di essere fredda, ma ora che la vedeva indifesa le faceva una gran tenerezza.
“Mi fai entrare? Fa freschino qui fuori…”- riprese lui.
“Ah si, certo…scusa…”- gli rispose, facendolo entrare in casa – “Che hai lì?”- riprese, riferendosi alla busta che aveva in mano.
“Solo alcuni generi di conforto primari…I tuoi biscotti preferiti, quelli al cocco e nocciola…e una bottiglia di whiskey…”- le rispose sornione.
“Da quando il whiskey è un genere di conforto primario?”- gli fece eco lei sorridendo.
“Che io sappia da sempre…!”- rispose vispo, andando con disinvoltura in cucina e prendendo due bicchieri.
Quindi si misero a sedere in salotto, davanti al camino acceso. Erano entrambi un po’ impacciati, da tempo non condividevano un’atmosfera così intima, rassicurante ed anche familiare, per molti aspetti.
Orlando versò un po’ di whiskey nei bicchieri, quindi le porse il suo.
“Non credo sia il caso…io reggo poco l’alcol…”- tentennò lei, esitando a prendere il bicchiere.
Lui la guardò e fece una smorfia piuttosto buffa.
“Oh andiamo…prendi e bevi…prometto che non mi approfitterò di te…”- aggiunse in maniera solenne.
Evie gli sorrise e finalmente afferrò il bicchiere.
“Molto bene…allora, alla nostra!…”- esclamò lui, prima di bere tutto in un sorso, salvo poi sbizzarrirsi con una serie di smorfie, cosa che fece ridere di gusto Evie.
“Ehi…non vale…tu non hai ancora bevuto…forza!…La bottiglia è ancora piena e la serata è lunga…”- la ammonì.
Lei non gli rispose, ma bevve a sua volta, quindi ripose soddisfatta il bicchierino sul tavolino.
“Oh, adesso ci siamo…”- osservò lui.
Quindi rimasero in silenzio alcuni istanti, semplicemente godendosi quel momento di inaspettata armonia fra loro e ritrovata complicità. Lui la osservava furtivamente, di tanto in tanto, ma ancora non parlava. Alla fine, si decise a chiederle quello che gli premeva sapere.
“Come stai?”-
Lei spostò lo sguardo su di lui, con un’espressione indecifrabile.
“Così…”-
“Mi è dispiaciuto tanto non poterci essere…ho provato a tornare, ma il volo è stato ritardato, ho cambiato destinazione per cercare di trovare una coincidenza ed arrivare in tempo ma non ci sono riuscito…”- le spiegò mortificato lui, riferendosi al fatto che non aveva potuto presenziare al funerale, in quanto bloccato in Europa per la promozione del film.
“Non importa…non ti preoccupare…i fiori che hai mandato erano stupendi…e anche il biglietto…sai scrivere delle cose così belle a volte…”- gli rispose sinceramente grata.
“Bè, se lo dici tu che sei sempre stata la scrittrice di casa, è di sicuro un bel complimento…”- osservò sorridendole.
“Ti accontenti di poco…”-
“Non direi…”- precisò lesto, quindi si versò altro whiskey ed aggiunse: – “…hai fatto bene a riprendere a scrivere…mi è piaciuto molto l’articolo che hai scritto sulle elezioni americane…disincantato, obiettivo, chiaro…”-
Evie rimase di stucco: non si aspettava certo che lui leggesse la sua rubrica. Tuttavia, quel complimento le fece un enorme piacere.
“Leggi le mia rubrica?”- domandò incredula.
“Certo! Perché? Non posso? Compro il giornale come tutti gli altri e lo leggo…”- le rispose disinvolto.
“E’ solo che…bè, non mi aspettavo che leggessi i miei articoli…mi sembra un po’ strano vista la nostra situazione…tutto qui…”- rispose, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, come era solita fare quando era nervosa. E la cosa ovviamente non sfuggì ad Orlando, che però preferì far finta di niente.
“Strano? Boh…non so, non ci ho mai pensato in questi termini a dir la verità…quindi deduco che non andrai a vedere il mio film…”-
“E se invece l’avessi già visto?”- rilanciò lei.
A questo punto fu lui a fissarla con aria incredula.
“Davvero?”_
In tutta risposta lei ridacchiò divertita.
“No…in realtà no…ma non è detto che non lo faccia…”- precisò – “…versane ancora anche a me per favore…”-
Lui non se lo fece ripetere due volte e la accontentò.
“Mi farebbe piacere se andassi a vederlo…magari non portarci i bambini, perché non è proprio adatto a loro…però, se hai tempo e non sai cosa fare, fai un giro al cinema…mi piacerebbe sentire la tua opinione…”- le disse sincero.
“Perché se qui?”- ripose lei, guardandolo negli occhi e cambiando repentinamente argomento.
“Te l’ ho detto…sapevo che eri sola a casa…immaginavo che non stessi granché bene e ho pensato che ti servisse compagnia…”- le spiegò.
“Lei sa che sei qui?”- gli domandò diretta, riferendosi a Neela.
Lui ci pensò un attimo prima di risponderle. Voleva dirle la verità, ma al contempo non voleva correre il rischio che lei fraintendesse il motivo della sua visita.
“Ci siamo presi una pausa…ultimamente non andavamo nella stessa direzione…”- tagliò corto.
E lei non indagò oltre. Aveva pur sempre davanti l’uomo che aveva amato con tutta se stessa per più di dieci anni, era impensabile per lei mettersi a consolarlo e ad incoraggiarlo, tra l’altro proprio in un momento in cui lei per prima aveva bisogno di consolazione.
Quindi lui si alzò ed osservò alcune foto che campeggiavano sul camino. Foto di famiglia, di loro due insieme, ma soprattutto fotografie dei loro figli.
“Sai, non ho mai capito una cosa…”- buttò lì.
“Cosa?”- gli chiede curiosa.
“Perché Alex non vuole mai vedermi…intendo, perché si rifiuta di vedermi in televisione e di guardare i miei film…non ha mai nemmeno guardato i Pirati dei Caraibi…e pensare che quando l’ ho girato speravo un giorno di farlo vedere ai miei figli!”-
“Non fare così…”- gli disse ridendo – “…e comunque, se può consolarti qualche settimana fa ha visto il primo episodio della trilogia…”-
“Allora c’è speranza!”- esclamò soddisfatto e sollevato.
“Non è che non voglia vederti o rendersi conto di quello che fai…ma per lui sei solo il suo papà, un papà che lavora e che va spesso all’estero per lavoro…il resto non gli interessa…rifiuta i tuoi film perché sa che sono quelli a tenerti lontano da lui…”- gli spiegò semplicemente…comunque adesso ha nove anni…è un ometto…comincia a metabolizzare meglio le cose…”-
“Amy però non ha mai fatto così…eppure è più piccola…”-
“Amy è diversa…non ha lo stesso carattere di Alex…lei è solare, sempre allegra…affronta tutto con spensieratezza e spero tanto che si mantenga sempre così…sono diversi Orlando…non puoi pretendere che si comportino allo stesso modo, né devi trattarli ugualmente…ognuno di loro va preso in maniera diversa…”- gli fece notare, ma non con un intento da saputella o da maestrina, bensì con tenera delicatezza.
“Mi dici come fai?”- le chiese disarmato.
“A fare che?”-
“Quello che fai”- rispose lesto – “…qualsiasi cosa fai ti riesce bene…sei sempre sicura, sempre decisa…sai sempre esattamente cosa fare…non so come ci riesci…è una cosa che ti ho sempre invidiato…sei così in tutto, come scrittrice, giornalista, come madre…”- osservò.
“E’ davvero così che mi vedi? Sicura e controllata?”-
Lui annuì, mentre lei scosse la testa, sorridendo incredula.
“Sbagli…io non sono così…e di sicuro non è vero che qualsiasi cosa faccio riesce bene…guarda noi due…”- commentò sarcasticamente.
“Bè, eravamo in due…anch’io ho la mia parte di errori…”- la rassicurò lui.
“Invece comincio a pensare di no…voglio dire, comincio a capire perché hai detto che ti sentivi sempre inadeguato e sotto esame…mi spiace, non era quello che volevo…”- osservò tristemente, ricordando le accuse che lui le aveva mosso durante la loro ultima discussione, dopo l’incidente della doccia. L’alcol le aveva sciolto la lingua…
“Ma no, no…”- si affrettò a precisare lui, andando a sedersi accanto a lei – “…senti, lascia stare quello che ho detto l’altra volta…ero arrabbiato, ma non lo pensavo davvero…ho esagerato…in fondo se non ci fossi stata tu in questi anni, mentre io ero via, i bambini non sarebbero di certo cresciuti così bene…ho sbagliato tanto anch’io…ti ho accollato anche la mia parte di responsabilità come genitore e non è stato giusto da parte mia…”- le spiegò accorato.
“Perché non me l’ hai mai detto? Perché non mi hai mai detto come ti sentivi?”- gli chiese lei in un soffio.
“Non lo so…”- ammise sincero – “…forse perché non volevo mostrami debole o insicuro…non so…”-
Evie restò in silenzio alcuni istanti, come per riordinare le idee, quindi riprese:
“L’unico motivo per cui pensavo di poter affrontare qualsiasi problema, per cui sembravo così forte…era averti al mio fianco….”- aggiunse poi sinceramente con gli occhi lucidi.
Orlando non rispose, e non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi, tanto era lo stupore e l’emozione che sentiva dentro. Aveva l’impressione che quello potesse essere il momento giusto per dirle tutta la verità, per farle capire che era pentito di quello che le aveva fatto, ma temeva di rovinare tutto.
Erano vicinissimi e lei d’istinto gli carezzò un braccio, attirando la sua attenzione. Finalmente incontrò i suoi occhioni nocciola; si fissarono per alcuni istanti e poi si baciarono. Fu un bacio dolce e delicato, che racchiudeva in sé le emozioni più differenti, come succede a chi sta insieme da sempre e si conosce alla perfezione.
Lei si staccò da lui e si alzò in piedi, tendendogli la mano perché la seguisse. Insieme salirono le scale e si ritrovarono nella loro camera da letto. Orlando era piacevolmente confuso e stupito; non si aspettava certo che le cose potessero prendere quella piega, ma non aveva nessuna intenzione di fermarla. Era come se la rivedesse per la prima volta, come se avesse di fronte la Evie che aveva conosciuto a quella festa, la stessa ragazza spontanea e piena di vita. Lei percepì il suo smarrimento e gli si avvicinò, carezzandogli lievemente una guancia; poi lo guardò negli occhi, prima di baciarlo nuovamente, ma stavolta lui la fermò. La osservò a lungo, carezzandole il viso ed i capelli, quindi la baciò, con tutto il desiderio e l’amore che si era ostinato a reprimere in quei mesi. E lei lo stringeva a sé, ricambiando con altrettanto trasporto ed accarezzandolo piano, lentamente, con amorevole dedizione
La fece stendere sul letto ed iniziò a spogliarla piano e con attenzione, mentre lei gli sfilava via il maglione. Una parte di lui gli suggeriva di fermarsi finché era in tempo, di non lasciarsi guidare dall’impulso, ma l’altra parte più istintiva aveva preso il controllo. Voleva stare con lei e farci l’amore, come se non fosse successo niente, come se quei mesi d’inferno, di litigi ed incomprensioni fossero stati solo un incubo. Voleva sentirsi nuovamente sicuro stretto a lei, amato e coccolato. La baciò a lungo, con passione e disarmante tenerezza, toccandola sapientemente; si muoveva sicuro sul suo corpo, quel corpo che conosceva bene, mentre lei assecondava i suoi movimenti e non smetteva di cercare le sue labbra.
Fare l’amore con lei era assolutamente coinvolgente e totalizzante, ed era stato così fin dalla prima volta; da subito avevano saputo creare un’intesa perfetta, avevano raggiunto un’intimità profonda, che non si misurava solo col sesso, ma che andava oltre, e che era fatta di sguardi, gesti, parole appena accennate.
Dopo quella dolce lotta, rimasero entrambi senza fiato, distesi l’uno vicino all’altra. I loro stati d’animo, però, erano ben diversi: mentre Orlando era al settimo cielo, convinto che finalmente le cose fossero tornate a posto, lei, invece, sembrava assente. Non era stata assolutamente meccanica, anzi, l’aveva sentita reattiva ed appassionata, come non era da tempo con lui, ma pareva quasi a disagio ora.
Tuttavia, non volle guastare quel momento di ritrovata quiete, preferendo tenere quell’impressione per sé. Si accoccolò meglio contro di lei e si addormentò profondamente.







  
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