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Autore: LeoValdez00    04/02/2015    2 recensioni
"Aveva talmente sofferto per la morte di Bianca, da non voler più affezionarsi a nessuno.
Amare significava donare un pezzo della propria anima.
E la sua era morta insieme a Bianca.
Il suo cuore aveva ceduto, alla scoperta della sua morte, l' amore era stato sostituito dal dolore, dalla rabbia e dal rancore.
Non aveva più provato alcun sentimento da allora"
Forse Nico non è così solo come crede.
Ci sono molte persone che tengono a lui.
Deve solo capirlo.
(Jasico Friendship, Hazel/Nico) (ambientato in The House of Hades, quindi Spoiler per chi non l' avesse ancora letto)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hazel Levesque, Jason Grace, Nico di Angelo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Codardo.
Si, sei solo un codardo.

Una lacrima scivolò solitaria sul viso magro del ragazzo.
Puoi forse negarlo?
Tu stai scappando!
Tu scappi sempre!

Il figlio di Ade strinse forte i pugni e serrò le palpebre.
Hai passato una vita intera a nasconderti.
Tu sei il Re dei Fantasmi.
Ma non sei un fantasma.
Non puoi scappare per sempre.

Il ragazzo si asciugò nervosamente una lacrima con il dorso della mano.
Anni nell’ ombra non ti fanno scomparire.
Non ti fanno morire.
Morire è da codardi.
Perché sei ancora in vita?

Dopo anni, Nico ebbe freddo.
Perché sono ancora vivo?
Non lo so.

Vivere richiede coraggio.
Morire no.
Perché è morta Bianca?
Perché non sei morto tu?

Le lacrime scivolarono indisturbate sul suo viso.
Non lo so.
Dovevo morire io.

Tua sorella era forte.
Era coraggiosa.
Era il tuo esatto opposto.
Era lei che doveva vivere!

Lo so.
Sarei dovuto morire io in quella discarica.

Nico si morse il labbro talmente forte che sentì in bocca il sapore metallico del proprio sangue.
E perché non eri con lei?
Mentre lei era in missione, tu eri al Campo!
Mentre lei moriva, tu giocavi a Mitomagia!
Mentre lei sacrificava la propria vita, tu eri al sicuro!

Lo so.
Io sono un codardo.
Dovevo essere lì con lei.
Dovevo essere io a morire.

Dovevo, dovevo, dovevo…
Intanto lei è morta.
Lo so.
E tu sei vivo.
Lo so.
Il figlio di Ade tremò.
Perché sei vivo?
Perché lei è morta?
Perché tu non eri con lei.
Dovrei essere morto io.
E’ morta per causa mia.

Se tu fossi stato con lei, ora sarebbe viva.
Nico toccò la superficie lucida di ferro dello Stige.
Per la prima volta la sentiva gelida.
Per la prima volta aveva freddo.
Freddo nell’ anima.
Lo so.
Ormai non puoi più fare nulla.
Non è vero.
Io sono un codardo.
Vivere richiede coraggio.
Ricordare ne richiede ancora di più.

Nico sentì il freddo della lama sulla propria pelle e poi dolore.
Solo dolore.
E la vita che lo abbandonava.
***
Nico si svegliò urlando, il corpo scosso da tremiti incontrollati, la testa che sembrava voler scoppiare.
Non appena aprì gli occhi e si accorse di essere sulla nave, al sicuro, nella sua cabina, non appena si accorse di essere ancora vivo, scoppiò a piangere.
Seppellì il viso nel cuscino, sperando ingenuamente che nessuno avesse sentito il suo urlo, e pianse le sue lacrime di dolore.
Lui era un codardo.
Solo un codardo,
“Nico!”
Una voce fin troppo familiare, intrisa di pura preoccupazione, arrivò dal corridoio.
Il figlio di Ade non rispose, non si degnò nemmeno di alzare la testa, continuando a piangere.
Jason lo chiamò più volte, iniziando a picchiare violenti pugni sulla porta, implorandolo di aprirla e di farlo entrare.
“Vattene…”
Un sussurro, nulla di più, un comando che solo Nico poteva sentire, ma che sperava capisse anche il figlio di Giove.
Niente.
Jason continuava a picchiare sulla porta, chiamandolo a gran voce, ma il figlio di Ade non rispondeva, non si muoveva nemmeno.
“Nico, ti prego, apri… Non ti importunerò mai più, ma ti scongiuro apri questa porta”
Forse era il tono del figlio di Giove, forse il ragazzo era solo stufo di sentirlo fuori dalla cabina.
Il figlio di Ade si alzò tremante, barcollando fino alla porta e aprendola lentamente.
Incrociò per un momento lo sguardo di ghiaccio del ragazzo in fronte a lui, certo di avere impressi sul viso i segni del recente pianto.
Jason non gli disse nulla, solo lo abbracciò.
Nico rimase stupito e tentò di divincolarsi dalla sua presa, ma il più grande non lo lasciava andare.
Il figlio di Ade allora si abbandonò di nuovo al pianto, stringendo forte l’ unica persona che, si accorse in quel momento, poteva chiamare amico.
“Cos’è successo?” sussurrò il figlio di Giove, senza accennare a volersi allontanare.
“Un incubo”
***
Nico piangeva sotto le coperte, stringendo forte il cuscino, quasi fosse un’ ancora di salvezza.
Non doveva fare rumore, non voleva che gli altri bambini lo prendessero in giro.
Ma lui continuava a piangere, trattenendo a stento i singhiozzi, finché una mano si appoggiò sulla sua spalla da sopra la coperta di lana.
Il bambino si girò di scatto e, riconoscendo il viso preoccupato della sorella, sorrise.
“Cos’è successo?”
“Un incubo”
***
“Cos’ hai sognato?”
Nico si chiese se avesse dovuto dire la verità a Jason.
Dopo la morte di Bianca, non si era mai aperto così tanto con qualcuno.
Poteva davvero fidarsi?
Il tono preoccupato del figlio di Giove lo convinse a non mentirgli, come aveva invece fatto la sera precedente.
“Qualcuno… Non so chi fosse di preciso… Mi…”
Il figlio di Ade prese un respiro profondo, imponendosi di continuare senza versare nemmeno una lacrima.
“Mi accusava di essere responsabile della morte di Bianca… E mi dava del codardo, dicendomi… dicendomi che morire è da codardi, mentre vivere richiede coraggio… e io ero d’ accordo… così… così mi sono ucciso con la mia spada” sussurrò Nico, quasi pentendosi di aver detto la verità.
Jason non disse nulla al momento, solo lo strinse più forte, quasi a fargli capire che, qualunque cosa fosse mai successa, lui ci sarebbe stato.
E il figlio di Ade ricambiò l’ abbraccio, in silenzio, contento per una volta di non essere giudicato.
***
“Non è colpa tua”
Nico, seduto sulla sedia, si voltò verso Jason, ancora i piedi, appoggiato al muro.
“Si che lo è” sussurrò il figlio di Ade, cercando inutilmente di mantenere la voce ferma.
“Tu non hai colpe. Lei è morta da eroina per salvare dei compagni”
“Io non ero con lei. Potevo fermarla. Potevo morire al posto suo” disse Nico abbassando lo sguardo, il ricordo del sorriso di Bianca che aleggiava nei suoi pensieri.
“Non te lo avrebbe mai permesso”
“Io non avrei mai dovuto permettere che lei morisse” replicò freddo, chiudendo gli occhi.
Jason non lo contraddisse, rimase in silenzio a guardare il figlio di Ade.
A cercare di immaginare che il muro che aveva eretto intorno a sé anni prima, stesse crollando lentamente.





#AngoloDiLeo
*schiva i pomodori*
Ehm... si, lo so perfettamente che volete fucilarmi...
E ne avete tutti i diritti!
Da quant'è che non aggiorno?
(coscienza) -Tanto
Taci tu!
-Va al Tartaro!
Grazie...
Comunque, mille e mille scuse per il mio IMMANE ritardo.
Avevo già scritto questo capitolo e il prossimo, ma il mio computer ha deciso di cancellarli senza alcun motivo apparente e mi sono ritrovata a dover riscrivere tutto.
In più sono stata male per una settimana in cui, lo ammetto, non ho neanche lontanamente pensato a continuare la storia...
Quindi...
MI DISPIACE!!!
Spero che questo capitolo vi piaccia e che non vogliate fucilarmi... <3
-LeoValdez00
   
 
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