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Autore: Fiamma Erin Gaunt    06/02/2015    3 recensioni
[Sequel di "Be Dauntless is a tough job but someone has to do it"]
Perchè Eric è cambiato, cosa l’ha spinto a trasformarsi da ragazzo dagli occhi di acciaio ma dal cuore ardente in una macchina fredda e apparentemente incapace di empatia? Perché ce l’ha così tanto con i Divergenti?
*
Dal capitolo due:
- Non ci sarebbe mica nulla di così sconvolgente. Avevo la sua stessa età quando noi l’abbiamo fatto … o te lo sei dimenticato? – intervenne Fiamma, strizzando l’occhio ad Alex.
- E tu non incoraggiarla. E poi per noi è stato diverso … io non sono un idiota – replicò.
- Questo lo dici tu. –
*
Dal capitolo tre:
Erano circa dieci minuti che Eric lo guardava e la cosa gli metteva addosso una certa agitazione. D’accordo, erano amici, ma quelle iridi d’acciaio non erano affatto rassicuranti quando si focalizzavano così tanto su di una persona. O forse era semplicemente lui a essere paranoico.
- Se mi stai per chiedere se sono interessato a te la risposta è no – ironizzò, alzandosi sui gomiti e rimanendo sdraiato sul letto solo per metà.
*
Dal capitolo sei:
- Vuoi che mi spogli, biondina? –
- Solo per vedere il tatuaggio, non farti strane idee – precisò.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Matthew, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Break the Ice - Genesi, vita e morte di una storia d'amore'
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 Cap 9

 

 

 

 

 

 

 

- Richard, ma mi stai ascoltando? –

Kestrel arricciò il labbro inferiore, imbronciata, lanciandogli un’occhiata a dir poco irritata.

- No, non ti stavo ascoltando – ammise candidamente.

- E me lo dici così? –

Mani sui fianchi, sguardo assottigliato e tono piccato. Sì, Kestrel cominciava decisamente a incazzarsi.

- Se preferisci te lo dico cantando -, ironizzò, - ma il senso non cambierebbe. –

- Vabbè, ho capito, non sei dell’umore. Ci si vede in giro … forse – aggiunse, allontanandosi con un colpo di ciuffo e un ancheggiamento sfrontato.

Probabilmente si sarebbe aspettata che la rincorresse, chiedendole scusa o chissà cosa, ma non era proprio da lui. Richard Kang non correva dietro a niente e nessuno, figurarsi a una ragazza qualunque. Certo era una rossa sexy, ma non poi così sexy da fare la figura del cagnolino alla ricerca di attenzioni.

E poi in quel momento aveva ben altro a cui pensare.

Per esempio a perché quella biondina riuscisse a confonderlo così tanto. Inizialmente aveva pensato di interessarle, poi però l’aveva vista buttarsi tra le braccia dell’Erudito che l’era venuta a trovare, e adesso si metteva a fare la sostenuta per poi cambiare umore in uno schiocco di dita e allestire una specie di scenata di gelosia. E andarsene impettita e orgogliosa subito dopo la suddetta scenata.

Insomma, Alex era un vero e proprio rebus. Una ragazza del genere avrebbe convinto chiunque a ritenere Eric una persona quasi facile da interpretare al confronto. Lui se non altro quando era arrabbiato o geloso lo faceva capire, ma lei … boh.

Si passò una mano tra i capelli, sbuffando.

Percorse il corridoio che portava agli appartamenti, rimuginando su di lei. Ed era ridicolo, perché non aveva mai passato il tempo a pensare a una ragazza … non a una ragazza con cui non era successo qualcosa.

Aveva bisogno di distrarsi.

Bussò alla porta di Eric, pregando mentalmente di non trovarsi davanti scene compromettenti che avevano come protagonisti lui e Fiamma. Non avrebbe sopportato uno spettacolo del genere, poco ma sicuro. E inoltre dubitava seriamente che l’amico l’avrebbe lasciato in vita se avesse putacaso scorto anche solo un millimetro delle grazie della sua ragazza.

- Entra, è aperto. –

Eric era sdraiato sul letto sfatto, i capelli leggermente umidi e l’asciugamano legato in vita dicevano chiaramente che era appena uscito dalla doccia.

In condizioni normali l’avrebbe raggiunto e si sarebbe acceso una sigaretta, ma sapeva per esperienza personale che in quei momenti Eric voleva solo rilassarsi e non certo prenderlo a pugni perché, parole sue, “gli stava appestando la stanza con quella roba tossica e nauseante”.

- Fiamma? –

- Da Nicole. Cosa è successo? –

Eccolo lì, l’Erudito soffocato sotto il ruolo di Capofazione degli Intrepidi. Sveglio e pronto di mente quanto bastava per riconoscere all’istante un problema. O forse era semplicemente che lo conosceva fin troppo bene. O magari erano vere entrambe le cose … beh, il punto non era quello.

Comunque non poteva certo affrontare la questione in modo diretto. Non sarebbe stato né saggio né salutare dirgli che pensava a sua sorella, tra l’altro dopo che Eric gli aveva espressamente proibito di provarci.

- Una discussione con Kestrel … avevo voglia di fare qualcosa di stupido così sono venuto a cercarti. –

- Perché volevi compagnia? –

- Perché volevo qualcuno che m’impedisse di fare quello che avevo in mente … e perché volevo compagnia – ammise.

Eric annuì.

Qualsiasi altra persona avrebbe chiesto cosa avesse in mente di fare, ma non lui.

- Credevo che Kestrel non contasse. Perché all’improvviso è un problema se discuti con lei? – chiese invece.

Dannata mente attenta anche al più piccolo dei dettagli. Cominciava davvero a detestare quell’attitudine erudita, rendeva mentirgli praticamente impossibile.

- Non è un problema l’averci litigato, ma il motivo per cui è successo. –

Eric inarcò un sopracciglio, in un muto invito a continuare.

- C’è una che non riesco a togliermi dalla testa, è una specie di chiodo fisso, e non riesco nemmeno a capire se le piaccio o se pensa che sia un egocentrico narcisista da cui girare alla larga. –

- Beh, tu sei un egocentrico narcisista da cui girare alla larga. –

- Grazie tante, signor sociopatia allo stato puro. –

- Non c’è di che – replicò con un ghigno. Poi assottigliò lo sguardo, scrutandolo come se volesse capire con una semplice occhiata cosa gli teneva nascosto. Fatica sprecata perché, per essere un ex Candido, se la cavava decisamente bene con le bugie. Poi aggiunse: - Di solito non ti fai mai tanti problemi. Vedi una che ti piace, ti levi lo sfizio e passi alla prossima. –

Non era propriamente una domanda, ma Richard si sentì in dovere di rispondere comunque. – Non credo proprio che sia una da una botta e via … e non riesco a capire se la cosa mi dispiaccia o meno … Oh, Cristo santo, ho bisogno di fumare - sbottò poi, ripescando il pacchetto dalla tasca interna del giubbotto.

Eric non disse nulla, si limitò a guardarlo mentre faceva scattare l’accendino e la sigaretta si illuminava mano a mano che faceva lunghi e profondi tiri. Quando l’ebbe finita la gettò e ne accese un’altra.

Una doppietta … era davvero nervoso.

Gettò anche quella e la mano corse nuovamente al pacchetto, ma la voce di Eric lo fermò proprio mentre stava per aprirlo.

- Hai deciso di trasformarti in una ciminiera? Perché forse a te non importa dei tuoi polmoni, ma io non voglio vivere in un posacenere in versione deluxe. –

Allontanò la mano con riluttanza.

Aveva ragione, fumare non avrebbe di certo risolto il problema.      

Eric prese il controllo della situazione, trascinandolo verso la porta quasi di peso e poi lungo la strada che portava al poligono. Gli piazzò tra le mani una Colt, un caricatore e un paio di cuffie. Poi lui recuperò per sé la medesima attrezzatura e si sistemò nella postazione accanto alla sua.

Richard indossò le cuffie, inserì il caricatore e mise il colpo in canna.

Inspirò ed espirò, prese la mira e rilassò le spalle. Miracolosamente la mente si svuotò, lasciando solo lui e il bersaglio.

Fece fuoco, osservando la traiettoria del proiettile che sfrecciava in avanti fino a conficcarsi all’altezza di quello che avrebbe dovuto essere il cuore del bersaglio.

Il colpo di Eric centrò la sua sagoma poco dopo, un centimetro più a destra.

Si voltò verso di lui, stringendosi nelle spalle.

Uno a zero per Richard, via con il secondo tiro.

Continuarono così per altre diciannove volte, finchè il caricatore non venne svuotato.

Allora anche la sua testa aveva rimosso tutti i pensieri che l’affollavano.

Uscirono dal poligono spintonandosi scherzosamente finchè non la intravide.

Alex era in fondo al corridoio insieme a Fiamma e a quel trasfazione Candido dai capelli biondi. Parlavano e ridevano di chissà cosa.

Come sempre, non potè fare a meno di notare come l’espressione solitamente seria e fredda di Eric si addolcisse non appena incontrava lo sguardo di Fiamma.

- Ehy – disse lei, allontanandosi dai due iniziati e rifugiandosi nella stretta sicura delle sue braccia.

- Ehy – replicò, sorridendo, chinandosi appena per permetterle di baciarlo. Fu un bacio lungo, passionale, dal quale si separarono solo dopo che Richard ebbe tossicchiato per più volte e Alex e Jace si furono lasciati scappare una risata divertita.

- Siete diabetici – disse, storcendo il naso.

- Secondo me sei solo geloso – ribattè la trasfazione, osservando la coppietta con un sorriso intenerito.

- Di farmi mettere al guinzaglio? Sì, non vedo l’ora, è sempre stato il sogno della mia vita. –

Alex indurì lo sguardo.

Che accidenti gli prendeva? Era davvero possibile che bastasse vederla vicino a un ragazzo per indispettirlo?

Doveva proprio darsi una regolata.

- Comunque, che ci facevate qui? –

- Stavamo parlando un po’ di … - iniziò Jace, ma venne folgorato da una sua occhiataccia.

- Non l’ho chiesto a te – lo liquidò.

E questo lo chiami darti una regolata, Richard? Complimenti, stai facendo proprio un ottimo lavoro.

Magnifico, adesso ci si metteva anche la sua coscienza a fare del sarcasmo.

Fiamma gli lanciò un’occhiata ammonitrice, seguita da quella stupita di Eric e quella decisamente furiosa di Alex.

- Lascia perdere, Jace – disse, facendo scivolare la mano nella sua, - Andiamo a cena, comincio ad avere fame. –

Il biondo annuì, intrecciando le dita alle sue e seguendola.

Con la coda dell’occhio vide che Eric stava guardando le loro mani con un’espressione che non doveva essere molto diversa dalla sua: avrebbe volentieri staccato le dita a quel trasfazione.

- Che succede tra quei due? – chiese, incapace di trattenersi.

- Jace mi ha chiesto di intercedere per lui con Alex. Lei gli piace, ma era troppo timido per chiederle di uscire … così ci ho pensato io. –

Inarcò un sopracciglio, beffardo. – Timido? –

Il trasfazione non gli aveva affatto dato l’impressione di essere uno timido in quei giorni.

- Quindi tu hai procurato un ragazzo a mia sorella – riepilogò Eric. Sembrava non essere in grado di capacitarsi di un tradimento così inaspettato. – Perché? – chiese con il tono affranto di chi affronta un lutto.

- Perché, malgrado non ti piaccia ammetterlo, è grande e perché Jace è il ragazzo migliore con cui potesse uscire. Alex sa perfettamente cosa vuole e cosa no, dalle un po’ di fiducia – concluse, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo risoluto.

- D’accordo, ma lo terrò comunque d’occhio – asserì, minaccioso.

- E io ti darò una mano – concluse lui.

Eric gli rivolse un breve cenno di ringraziamento.

Fiamma, dal canto suo, sorrise vittoriosa non appena fu certa che nessuno dei due ragazzi se ne accorgesse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

La squadra Cupido è ufficialmente entrata in azione. Richard riuscirà a trattenersi dallo staccare le mani a Jace? E, per quanto riguarda l’ex Candido, quale sarà mai il motivo che l’ha spinto ad accettare la proposta di Alex? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

  
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