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Autore: ohwowlovely    06/02/2015    7 recensioni
5 goffi ragazzi in uno sgangherato minivan in rotta per il Glastonbury festival vivranno le avventure più bizzarre della loro vita, tra cui scappare dalla polizia, infiltrarsi in un lussuosissimo hotel, rischiare la morte (più di una volta) e venir coinvolti in una rapina da Waitrose's durante un pit stop. Con una sognante colonna sonora che va dagli Stone Roses ai The Cure e i Blur, Michael, Calum, Ashton, Tyler e Luke capiranno che non c'è niente di meglio di un viaggio per conoscere se stessi;
L'unica domanda è: come?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=6qq0HkR6ma4
Soundtrack: https://open.spotify.com/user/11146695121/playlist/1iYmiG06Hty5uwX5WHTJrN
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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100 club



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Alle nove in punto della mattina seguente, Michael si svegliò e si girò su di un fianco, trovandosi faccia a faccia con un Luke appisolato, le gambe quasi sotto il mento ed una gocciolina di bava in un angolo della bocca; Michael rise piano e gli pulì via della saliva con un dito, Luke tirò su col naso e si voltò di scatto, trascinando con se anche gran parte del piumone. Lo schermo del cellulare di Michael si illuminò ed il ragazzo distolse l’attenzione dall’amico dormiente; per una manciata di secondi pensò che fosse un messaggio di Nina e la cosa lo emozionò, ma il momento di piacere durò ben poco, quando lesse in grassetto, nel bel mezzo del display:


32 nuovi messaggi:
-03.37
MICHAEL PERCHE’ NON RISPONDI AL TELEFONO? E’ URGENTE!!
Jillian
-03.54
Ma dove sei? Perché non rispondi?
Jillian
-04.23
MICHAEL E’ LA TRENTESIMA VOLTA CHE TI CHIAMO CHE COSA STA SUCCEDENDO?
Jillian”
 
Scorse verso il basso leggendo la serie di messaggi/minacce della sua stravagante psicologa, alcuni semplicemente riempiti da punti esclamativi, finché non giunse ad un messaggio che gli fece bloccare il respiro:
 
“Da: Mamma
03.17
Mikey tesoro va tutto bene??Ho perso le tue tracce, spero tu ti stia divertendo. Volevo avvisarti che ho prenotato il tuo biglietto di ritorno per il 13 Luglio! Rispondimi presto. Baci x”
-MERDA-
Alzò troppo il tono della voce e fece dei rumorosi movimenti bruschi che svegliarono Tyler, Luke e Calum di colpo, i quali erano sobbalzati per lo spavento.
-Che sta succ—
-MIA MADRE E LA MIA PSICOLOGA HANNO CHIAMATO-
-Jillian? Quella figa?-
-LUKE!-
Michael si passò le mani sul viso, strofinandosi gli occhi ancora intorpiditi, sperò che una volta che li avesse riaperti fosse tutto solo un brutto sogno, ma il display del telefono indicava ancora le innumerevoli chiamate perse.
-Michael rilassati, tua mamma non sospetta nulla-Lo rassicurò Calum sbadigliando.
-Ma Jillian sì-rispose l’amico.-Le ho accennato un paio di cose sul festival, prima di partire; sarà anche un po’ fuori di testa, ma non è stupida- esitò prima di rispondere e pregò gli amici di aiutarlo, mettendosi in ginocchio a mani giunte ai piedi del letto.
-Vi prego aiutatemi-li supplicò, Tyler smise di fingere di dormire e si rizzò a sedere, consigliandogli di prendere la situazione di petto e di chiamare Jillian, la quale sarebbe stata più facile da affrontare rispetto a sua madre ed i suoi interrogatori. Michael obbedì e compose il numero, sentendo il cuore battere più forte ad ogni squillo, quando al quarto bip Jillian rispose:
-MICHAELGORDONCLIFFORDSONOORECHECERCODICHIAMARTI…-
La donna, con la sua parlantina veloce e repentina, iniziò un rimprovero lunghissimo, nella sua voce nasale si deduceva fosse veramente preoccupata, dopotutto aveva visto Michael in condizioni pessime e ce n’era voluto per rimetterlo in sesto; aveva paura che gli potesse succedere qualcosa che lo potesse far finire nuovamente nel baratro, e stavolta lei sarebbe stata troppo lontana per dargli una mano.
-…MICHAELSTAIASCOLTANDOQUELLOCHETIDICO?-
-Jill-
-COSA?-
-Sto bene-
La donna fece un respiro profondo, in sottofondo Michael riconobbe una vecchia canzone dei Doors, cosa che non lo sorprese.
-Dove sei?-
-…In Inghilterra, lo sai-
-Lo so, intendo dove sei adesso-
Michael guardò i suoi amici con uno sguardo implorante, Tyler gli mimò con la bocca: “menti!”.
-Sto facendo colazione, qui alla mensa della Sandhurst…E' umido il tempo...-disse in modo confuso.
Jillian non rispose per qualche secondo, Michael quasi credette l’avesse bevuta, quando la porta del bagno si spalancò di colpo con un tonfo, ed un Ashton sorridente irruppe nella stanza aprendo le tende mentre canticchiava “Kiss” di Prince, canzone che gli era rimasta impressa in mente dalla scorsa sera, e gridando all’improvviso:
-BUONGIORNO MEZZE SEGHE!-
Michael strabuzzò gli occhi e si mise un dito sulla bocca, come a fargli segno di stare zitto.
-Michael chi era?-
-Era…eh…-Strinse gli occhi e  cercò aiuto girandosi verso gli amici, i quali si guardarono in faccia fra di loro, cercando una scusa plausibile.
-Hai esitato!- urlò Jillian.-Chi esita mente, mio caro!-
-Non è vero!-
-Sono una psicologa, non posso sbagliarmi.-
-Ma se hai comprato la tua laura in psicologia su internet-
-QUI NON STIAMO PARLANDO DI—Jillian si fermò per una pausa di riflessione, e poi esclamò.-Sei a quel festival, non è vero?-
Michael strinse gli occhi e la presa sul suo telefono, diventato rovente a contatto con la guancia.
-Lo sapevo che saresti andato lì! Tutte quelle domande, quelle curiosità—
-Ti prego non dirlo a mia madre- la supplicò.
-Michael, Michael Michael Michael—Jillian ripeté il suo nome più volte.-Pensì io sia il tipo di persona che porta spia?-
Michael esitò e non rispose, quando dall’altro capo la donna scoppiò in una fragorosa risata.
-Ho acqua in bocca!-esultò, Michael aggrottò la fronte ed allontanò un po’ il telefono dall’orecchio, per paura di lesionare l’udito a causa degli schiamazzi di Jillian.-Ma devi promettermi che stai bene.-
-Sto bene, lo giuro-
-Hai fatto uso di droghe?-
-NO!-rispose velocemente Michael, per evitare che il discorso sfociasse in altre cose.
-Michael devi essere estremamente sincero con me o dirò tutto a tua madre, ho bisogno di avere delle spiegazioni.-
E così Michael le raccontò la storia per filo e per segno, omettendo i dettagli e riassumendo gli eventi più importanti che lo avevano portato a “fuggire” dall’accademia, Jillian ascoltò con pazienza;
-E perché mi hai tenuta all’oscuro di ciò?- disse alla fine lei.
-Non ne ho fatto voce con nessuno, ed avevo paura lo avresti detto a mamma-rispose.-Ti prometto che sto bene ed andrà tutto bene, e risolverò anche con l’accademia ma tu.non.sai.nulla-scandì le ultime parole una per volta.
-Nonostante sia molto offesa del fatto che non mi hai assolutamente detto nulla ed io avrei potuto aiutarti in questa cosa, non dirò nulla.-disse lei, poi sospirò.-Devi…devi solo promettermi che starai bene-
-Te lo pro—
E la linea si interruppe; Michael guardò lo schermo, su cui lampeggiava il nome di Nina in grassetto.
 
 
No, non era uno scherzo telefonico e si, Nina gli aveva veramente lasciato il suo numero di cellulare sulla mano due sere prima. Michael stentava a crederci e rimase imbambolato a fissare il display; prese coraggio e rispose, schiarendosi la gola per far sembrare la sua voce più profonda:
-Pronto?-
-Michael…sei tu?-
-Si, perché?-
-Hai mal di gola, per caso?-
I ragazzi risero in sottofondo, mentre Tyler mormorò “molto virile” con ironia. Michael si mise un dito sulle labbra e si chiuse nel bagno, sperando di poter continuare la sua conversazione senza essere disturbato.
-Allora-esclamò Luke improvvisamente.-Com’è andata con Bean?-
Ashton avvampò appena sentì il suo nome e si voltò verso l’amico, facendo spallucce.
-Bene-rispose.
-Bene nel senso che te la sei scopata o quell’altro bene?- continuò Tyler, Luke scosse la testa ripetutamente.
-Ma per voi gay esiste solo il sesso?-
-Che volevi facessero? Che parlassero dei loro sentimenti?-Tyler fece un’espressione disgustata.-Che si tenessero per mano come i bambini delle elementari?-
-In teoria ci siamo quasi tenuti per mano-aggiunse Ashton imbarazzato, Tyler alzò gli occhi al cielo e si mise a mani giunte;
-Oh buon Dio, ti prego fa qualcosa per questa povera ed etero anima Pia che non riesce neanche ad arrivare in seconda base con una ragazza al primo appuntamento!- pregò ad alta voce, poi si girò intorno.-Queste cose mi fanno innervosire e venir voglia di bere-
-Ma sono le nove e un quarto del mattino-precisò Calum, Tyler inarcò le sopracciglia come a dire “e allora?”.
-Ma insomma, a lei piaci si o no?- chiese Luke, Ashton storse la bocca pensieroso, ripensando ai piccoli gesti della sera prima per cercare di capire cosa provasse Bean nei suoi confronti; pensò alla piccola coreografia mentre ascoltavano la radio, alle chiacchierate lunghe, le barzellette stupide, le loro mani intrecciate a destreggiarsi con le bacchette per afferrare un raviolo al vapore, come sorrideva  fuori la porta della sua suite quando sono rientrati. Qualcosa c’era, ma Ashton aveva paura di sbagliare ed illudersi.
-Non lo so-rispose interdetto, sorridendo fra se e se per le immagini che gli attraversarono la mente, Luke gli posò una mano sulla spalla e sorrise;
-Sono sicurissimo di sì. E’ palese. Vedi di non fare cazzate-gli disse, magari nella sua mente suonavano come parole di conforto, ma per Ashton sembravano quasi minacce.
In quel momento Michael uscì dal bagno sorridente, col telefono fra le mani;
-A chi va una mattinata ad east London?-
 

Trovarono Bean come al solito già seduta al tavolo del buffet, in poco fecero colazione e si diressero alla fermata della metropolitana qualche metro più avanti. Stavolta lo spazio fra una persona e l’altra c’era, ma a Bean non sembrava dispiacere rimanere appiccicata ad Ashton, con la presa ben stretta sulla sua giacca in denim.
Fu un’impresa riuscire a cambiare linea senza sbagliarsi o rimanere disorientati, ma Ashton fu una buona guida e presero il treno per Hackney central, dove si sarebbero incontrati con Nina, Matty e la loro eccentrica compagna di viaggio Peggy.
Non fu difficile individuarli; in piedi vicino ad un semaforo all’uscita della tube, i capelli platino ed accesi di Nina, la figura alta e slanciata di Matty ed il rossetto fluo di Peggy furono riconoscibili a vista d’occhio. I saluti furono molto imbarazzanti e timidi, data la poca confidenza, e nell’aria c’era della tensione quasi palpabile, qualcosa non andava e lo si percepiva.
-Ehi-Nina si avvicinò a Michael e lo strinse in un abbraccio, Michael fu preso in contropiede e non seppe come reagire in un primo momento; scosse la testa e ricambiò l’abbraccio, un po’ titubante a causa dello sguardo disgustato di Matty che gli entrava sottopelle.-Sono felice che siete venuti.-
Si staccò dopo poco, accennando un mezzo sorriso; stava ammiccando? O semplicemente era il suo modo di sorridere? Michael cercò di fermare la testa dai pensieri e prese a torturarsi le mani.
-Adorabili-esclamò Matty, sarcastico.-Ora ci muoviamo e andiamo a Columbia Road? Devo prendere qualche cosa per placare i conati di vomito.-
Nina sbuffò forte e non lo degnò neanche di uno sguardo, mentre con Peggy alle calcagna iniziava a camminare. Al contrario, scoccò un altro sorriso al resto del gruppo e disse:
-Matty ha le mestruazioni!- si pettinò nervosamente un ciuffo crespo di capelli e lo sistemò dietro l’orecchio.-Dai, andiamo-
Sicuramente qualcosa doveva essere successo fra i due, Nina si stava comportando in modo strano nei suoi confronti e non smetteva di toccarsi i capelli, segno che fosse nervosa per un qualche motivo sconosciuto agli altri, ed in particolare a Michael, il quale non sapeva come riuscire ad instaurare una conversazione con lei senza farsi dare del “maschilista bastardo”.
Questa volta indossava una maglietta a maniche lunghe raffigurante il busto di uno scheletro, un paio di anfibi in plastica che mostravano il ricamo a fiorellini dei suoi calzini ed il solito giaccone di jeans consumato, agli occhi di Michael sembrava uscita da un cartone animato giapponese.
-Vai a pararle!-gli ordinò Calum, distogliendolo dai suoi pensieri con una scossa per le spalle.
-E cosa le dico? “Belle scarpe?”- fece Michael confuso.
-So che puoi fare di meglio, avanti-gli disse, poi lo spinse verso di lei.-Credo in te!-
Michael si guardò di fianco e Nina rallentò il passo, sorridendogli imbarazzata ed infilando le mani nelle tasche della giacca; il cervello di Michael sembrò andare in cortocircuito, indeciso su cosa dire e come comportarsi, pensò che se avesse aperto bocca sarebbero usciti del fumo e delle scintille dovuto al surriscaldamento del suo lobo frontale;
-Come stai?- fu tutto ciò che riuscì a dire, avvampando di colpo e maledicendosi mentalmente per l’ottimo tatto.
-Sto bene, benissimo direi- rispose Nina con sicurezza, forse troppa.-Mai stata meglio-
-Sicura?-continuò, Nina aggrottò la fronte e gli diede uno sguardo interrogativo.
-Perché non dovrei stare bene?-
-Non lo so, forse è una mia impressione…ma ho il presentimento che sia successo qualcosa-
-I cazzi tuoi no eh, Michael?-
Nina incrociò le braccia e guardò in basso ai suoi piedi, mentre Michael avrebbe voluto prendersi a testate contro il palo della luce che aveva appena attraversato. Si voltò alle sue spalle per cercare conforto nei suoi amici, che lo stavano completamente ignorando. Aprì bocca per scusarsi, ma Nina lo fermò, sbuffando;
-Scusami, non volevo rispondere così- si giustificò mortificata, Michael fece spallucce.
-Lo so che non volevi-disse sorridendole. Poi cambiò argomento, in modo da rompere il ghiaccio e porre fine a quella situazione di imbarazzo.-Tu vivi da queste parti?-
-Nah-esclamò secca.-Qui è dove abita Matty, in un appartamento vicino Clapton Square-fece una risata sottile.-Ma posso dire di abitarci, alla fin fine. Passo tutti i weekend qui-
-Matty ci abita con la sua band?-continuò guardandosi intorno, fissando delle grosse lettere dorate che leggevano, a caratteri cubitali sul tetto di un palazzo: “HACKNEY EMPIRE”.
-Sì, lo condividono-rispose.-Non si possono permettere un loft, specialmente in una zona come questa, ma non è male. E le pareti della stanza di Matty sono insonorizzate…-
Michael inarcò un sopracciglio e fece un’espressione come a dire “fai sul serio?”, ma Nina smise di sorridere maliziosamente ed affermò:
-…Per registrare,ovviamente-
E scoppiò a ridere, trovandosi particolarmente esilarante.-Scherzi a parte, sono davvero insonorizzate-
-Buon per te-fece Michael ironico, cercando una qualche scusa per smettere di parlare delle mura isolate acusticamente di Matty per “registrare”. Diede uno sguardo alla giacca di Nina e scorse di nuovo la sua toppa rosa con uno stemma femminista, e disse: -Dove l’hai presa?-
-Questa qui?-Nina spostò i capelli e la indicò col dito.-Ad un corteo femminista qualche mese fa. L’ho cucita io!-rise-Fu un bel corteo alla fine, si presentò un sacco di gente. Per poco non mi facevo arrestare-
-E perché?-
-Per aver gridato ad un poliziotto di “ritornare a spararsi un porno lesbo” mentre strattonava via un mio amico gay dalla piazza-
Interdetto per una manciata di secondi, Michael elaborò ciò che la ragazza aveva detto, con così tanta nonchalance. Rise piano e le rivolse di nuovo lo sguardo.
-Tu sei pazza-
-Non sembra dispiacerti, vedo-
Gli sorrise di nuovo e riprese il passo, Michael sentì il calore arrivargli alle guance.
“Neanche un po’”, pensò.

 
 
Luke aveva disperatamente bisogno di bere. Di nuovo.
Sapeva che sbagliava, sapeva che doveva smetterla e che continuando così sarebbe finito per stare male e che rischiava di fare una stupidaggine che gli sarebbe costata cara e che fra qualche anno di questo giro avrebbe perso la sua figura alta e slanciata a causa di tutto l’alcool in corpo che lo avrebbe gonfiato e fatto somigliare ad un tredicenne paffuto e gigantesco, ma ne sentiva il bisogno.
Aveva furbamente pensato di nascondersi nello zaino una bottiglia di liquore scovata nel mini bar della suite, come quando si portano i cracker in caso di un attacco di fame. La bottiglia gli stava pesando sulla schiena quasi quanto il groppo che aveva in gola; si sentiva di piangere, le lacrime gli sarebbero uscite da un momento all’altro ; stavolta non era perché i suoi amici lo ignoravano, ma semplicemente per i sensi di colpa di aver pensato ad una cosa del genere e per aver ricominciato a bere.
Luke era un ragazzo sensibile, se fosse esistito il premio per la persona più emotiva del mondo lui sarebbe stato il vincitore indiscusso. Ad una prima occhiata, per la sua statura fuori la norma, il piercing al labbro, i capelli biondi perfettamente spettinati in cima alla testa ed i suoi strettissimi pantaloni stracciati, sembrerebbe quasi un ragazzo temibile, il tipico cliché del “bad boy”. E poi questa sua aurea si spegne quando si avvicina ad un cucciolo di labrador in mezzo alla strada e si lascia leccare il viso con un sorrisone da bambino di cinque anni.
E si sa, le persone sensibili sono quelle più inclini a trovare qualcosa per fermare il dolore, anche cose stupide, e Luke aveva trovato rifugio nell’alcool. E gli sembrava stupido voler piangere per aver dubitato dei propri amici, per sentirsi così solo e fuori posto quando era circondato da persone che lo volevano bene.
-Luke-Calum lo chiamò, voltandosi verso l’amico.-Tutto bene?-
-Mh-mugulò, esitando prima di rispondere.-Io…non lo so.-disse a bassa voce, l’amico gli diede un’occhiata interrogativa.-Devo andare in bagno-e la sua voce si incrinò appena, ma Calum sembrò non notarlo.
-Vuoi che ti aspe—
-No, tranquilli, vi chiamo quando ho finito- disse Luke abbozzando un sorriso forzato, Calum annuì e riprese a camminare.
Luke si infilò nel primo bar che vide, senza prestare attenzione a dove fosse e come fosse; chiese dove si trovasse il bagno e seguì le indicazioni del barista, trascinandosi verso la piccola porta verde. Era decisamente un bagno squallido e sudicio, ma sembrava rispecchiasse il suo stato d’animo in quel momento.
Esito prima di lasciarsi scivolare sulle mattonelle, poi con una scrollata di spalle si gettò di peso a sedere, arricciando il naso per il tanfo di detersivo del pavimento, ma non si lamentò.
Di certo non ho bisogno di un cesso regale per bere e piangere” pensò, sfilando la bottiglia dallo zaino e pregando di essere trovato il più tardi possibile.

 
Nina camminava a passo svelto , spiando cosa facessero Matty e Peggy più avanti;
Sapeva che a Matty una ragazza come Peggy non sarebbe mai potuta piacere, ma sfortunatamente sapeva cosa ci fosse fra i due e quella mattina ne ebbe le prove schiaccianti, beccandolo mentre si rialzava la zip dei pantaloni e scoccava un bacio appassionato a Peggy, con i capelli arruffati ed il rossetto sbavato. Di sicuro non stavano avendo una chiacchierata sul più ed il meno. Fremeva di rabbia e di rancore dentro di lei, principalmente per aver avuto anche la stupida decisione di portarsi Peggy con se, sapendo perfettamente che tipo di ragazza fosse. Da tenace femminista che era, Nina non trovava nulla di strano nella promiscuità di Peggy, non le avrebbe mai dato della “puttana” perché trovava quella parola disgustosa. Gli uomini anche amano il sesso e non vengono chiamate puttane, no?
Ma stavolta si sentiva pugnalata alle spalle da entrambi, in particolare da Matty. Finalmente credeva che fosse ritornato tutto come prima: niente più tradimenti, niente più segreti nella loro relazione. Matty era riuscito a disintossicarsi e tutto filava liscio, avevano cancellato il passato come con una gomma da cancellare ed il foglio era di nuovo bianco, pronto per un nuovo disegno da iniziare, uno di quelli che fanno i bambini all’asilo: un sole, una casetta, il prato verde fiorito, niente scarabocchi.
E invece, vide che nulla in realtà era cambiato, e non riusciva a non pensare che fosse solo un errore, era convinta che una cosa del genere fosse successa anche in passato a sua insaputa, ma lei fosse così concentrata a pianificare il nuovo disegno, dimenticando che non importa cosa fai per cambiare una situazione, delle persone sono così e basta, e non c’è nulla da fare per cambiarle.
Ma non avrebbe pianto, tantomeno lo avrebbe perdonato o schiaffato in faccia che lo aveva colto in flagrante a farsi fare un lavoretto dalla sua amica. Non avrebbe fatto niente di tutto ciò perché non voleva neanche sprecare del fiato. Bensì, si sarebbe silenziosamente vendicata.
Fece un piccolo sorriso, quasi subdolo, e si voltò verso Michael, che camminava al suo fianco con lo sguardo verso il basso e le mani in tasca, probabilmente imbarazzato dovuto all’immenso silenzio fra i due: lo doveva ammettere a se stessa che, nonostante stesse con Matty, lui l’aveva incuriosita fin da subito. Non era sicura gli piacesse o che trovasse l’idea di un flirt con lui adatta, ma di sicuro la sua compagnia non le dispiaceva affatto.
-Ti va se ci dividiamo?- disse improvvisamente, Michael alzò la testa e corrugò la fronte.
-Non stiamo accompagnando Matty a—
-Matty ha delle cose da fare-Nina cercò di non mettere troppa enfasi sul suo nome, pronunciandolo quasi stretto fra i denti.-La nostra presenza non farà di sicuro la differenza. Allora?-
-MICHAEL VAI-urlò Tyler alle sue spalle, beccandosi due occhiate confuse da parte di Michael e Nina.
-Tyler ha parlato per te-disse Nina, prendendogli velocemente la mano e trascinandolo sull’altro marciapiede.-Sento che c’è molto di cui dobbiamo parlare-
Ed i due parlarono, eccome se parlarono.
La cosa bella di Nina è che sembrava non fosse mai a corto di argomenti ed opinioni, aveva sempre qualcosa da dire ed era impossibile rimanere in silenzio. Si ritrovarono a camminare dritto lungo il marciapiede senza una meta, riempendo l’aria con le parole. Michael la temeva persino un po’, per la sua leggera follia e genialità, per la sua visione della vita così aperta. Lui le aveva raccontato un po’ di se, non tanto perché Nina non gli dava la possibilità. Aveva scoperto che da poco aveva compiuto diciotto anni (il fatto fosse più grande di lui di un anno lo intimoriva), era nata a Londra e studiato un po’ in giro per il mondo a causa del lavoro della mamma, che teneva mostre d’arte in giro per l’europa, cosa che aveva reso Nina una ragazza dalla vena artistica fin da piccola. L’anno seguente avrebbe iniziato il college e per adesso si dilettava nel dipingere, con scarsi risultati. Nina era un libro aperto, e più parlava, più Michael sperava fosse un libro abbastanza lungo, perché non voleva arrivare alla fine. Improvvisamente la ragazza si fermò, nel bel mezzo di una discussione; guardò sotto i suoi piedi soddisfatta e chiese:
-Ce l’hai un documento falso?-
Michael aggrottò la fronte e scosse la testa, Nina sbuffò;
-Certo che sei venuto equipaggiato per Glastonbury-disse ironica, poi si piegò sulle ginocchia, tastando un tombino per terra con le dita, sollevandolo.-Se ci dovessero beccare, siamo due ex dipendenti del 100 club.-
Michael strabuzzò gli occhi, stentando a credere a quello che avesse appena detto Nina.
-100 Club? Quel 100 club?- boccheggiò, Nina sogghignò ed aprì completamente il tombino.
-Proprio quello.-rispose, fiondandosi dentro e scendendo cautamente gli scaletti, Michael fu preso da una scarica di adrenalina e la seguì a ruota, chiudendo il tombino sopra di lui. Attraversarono un corridoio buio e inquietante, con le narici tappate a causa della puzza di muffa e sudore che proveniva dalle pareti strette, finchè Nina, toccando cautamente il muro, non trovò il piccolo interruttore della luce; Gli occhi di Michael sembrarono brillare ed il cuore perse un battito, si sentiva più eccitato di un bambino ad un luna park e non riusciva a proferire una singola parola; il pavimento sporco era ricoperto da un parquet nero e consumato, in tinta con delle poltroncine sdrucite poste disordinatamente attorno a dei tavolini polverosi, mentre le piccole fintestre erano sbarrate da delle assi di legno su cui c’era scritto con lo spray “ANARCHY IN THE UK”. Le pareti leggevano nomi dei più grossi gruppi musicali, frasi e dediche colorate, ci erano appiccicati poster e fotografie di vecchi concerti ed adesivi, ricordavano quasi il muro imbrattato della camera di Michael. Ma ciò che fece perdere il respiro a Michael, furono le chitarre poste sul palco, ancora intatte, con su scritto a pennarello il nome di tre leggende: “Joy Ramone-David Bryne-Iggy Pop”, la seconda aveva persino delle macchioline di sangue secco sulla superfice.
-Oh.Mio.Dio-
Michael iniziò freneticamente a camminare avanti e indietro, guardandosi intorno a bocca aperta e non credendo ai propri occhi.
-Benvenuto al 100 club-fece Nina sorridente.-Centro nevralgico di tutto ciò che si può definire musica negli ultimi quarant’anni. Sfortunatamente, adesso è un vero schifo.-
-Vuoi prendermi in giro?-strillò Michael, gettando lo zaino per terra e sorrise ancora di più.-Questo è il santuario del punk!-
Corse verso il piccolo soppalco e ci saltò sopra, sfiorando appena il muro con le dita, quasi intimorito dalla grandezza e l’importanza che quei graffiti avevano.
-I ramones!-lesse ad alta voce.-I Talking Heads!I bad Brains!...-
Continuò ad elencare i nomi con un tremolio nella voce per la troppa felicità, Nina lo guardava incuriosita.
-...Patti Smith! Cazzo capisci quante volte deve aver camminato Patti Smith su questo pavimento? Lo leccherei se non fossi così su di giri!-
Camminò di nuovo verso il centro del palco, non riusciva a stare fermo in un posto ;
-Senza questo posto non sarebbero esistiti i Sex Pistols! O i Clash! E nemmeno gli U2 che si sono ispirati a loro in Irlanda! …E senza gli U2 non ci sarebbero stati neanche i Killers!-Michael sorrise da un orecchio all’altro, correndo incontro a Nina.-La lista non finisce mai, è una catena continua!-
Gli occhi dei due si incontrarono per una manciata di secondi, entrambi non riuscivano a smettere di sorridersi;
-…Chi sei tu?-chiese di nuovo Nina.
-…Michael?-
-Abbiamo già avuto questa conversazione-continuò lei ridendo.
Michael rise piano e prese un respiro profondo, fissando un punto a caso nel muro.
-…Ha chiuso nel 2004 perché aumentarono l’affitto di parecchio-disse.-Ed il 100 club non è altro che una tappa di una squallida gita turistica. O una frase stampata su una maglietta di Urban Outfitters.-
Sospirò piano e rise flebilmente;
-Ed ha chiuso prima che io potessi venirci-
-Ma ora ci sei, no?- disse Nina sorridendogli ampiamente, Michael annuì e si sedette su di un amplificatore, contemplando ancora ogni singolo mobilio di quel posto.-Ti ci ho portato apposta. Sapevo ti sarebbe piaciuto.-
-Piaciuto? Mi sono innamorato!-
-Questo è il mio posto preferito-disse Nina, accomodandosi accanto a Michael.-Il tuo?-
Michael ricambiò il sorriso e disse;
-Da oggi è questo-
 
 
 

 
my space;
soundtrack: Rollercoaster-Bleachers
Vorrei giustificare la mia assenza da Efp in qualche modo, ma la verità è che semplicemente non avevo ispirazione.
Fino a ieri notte alle due e un quarto
Salve a tutti, carissimi (carissimi chi? Mitomane) e benvenuti ad un nuovo appuntamento con "Lucrezia non è in grado di aggiornare in modo costante e deve necessariamente andare dal parrucchiere perchè ha la ricrescita troppo lunga", mi siete mancati <3
CENTOTRENTANOVE RECENSIONI, sono così felicefelicefelicefelice del fatto che lo scorso capitolo vi sia piaciuto tanto! MI SIETE MANCATE DOVE ERAVATE FINITE I WAS ROOTING FOR YOU
E INSOMMA VI ADORO MY ANGEL CAKES OF DELIGHT <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<2+1-1+1
Considerata la scuola, i compiti e la mia mancata ispirazione, mi sa che gli aggiornamenti saranno piuttosto lenti, finchè almeno non ci saranno delle vacanze, ma in questi ultimi giorni ho programmato e pianificato il resto della storia e credetemi è solo l'inizio im so excited
In questo capitolo compaiono principalmente Nina, Matty e Michael, perchè mi sembrava di averli messo in secondo piano negli ultimi capitoli e sì, diciamoci la verità, so che tutti voi sotto sotto avete dei feels per NinaxMichael e toh, eccovi accontentati :-) 
Che ne pensate della storia d'amore "tossica" fra Matty e Nina? E Jillian sarà davvero muta come un pesce? 
Voglio le vostre teorie, nelle recensioni fatemi sapere cosa pensate succederà, sono curiosa di vedere cosa gira nelle vostre testoline
Vi ringrazio ancora, tutte quante, per aver seguito la mia storia fin dall'inizio e per i vostri bei consigli e le belle parole, ogni volta che sono giù di morale rileggo le vostre recensioni e rido come un'ebete bc ur funny as shit, siete tenerissime, mi avete aiutato molto in quest'ultima settimana un pò triste a risollevarmi su il morale, grazie <3
finisco sempre per scrivere un myspace più lungo del capitolo stesso, sarà che voglio condividere molto con voi perchè siamo emozionalmente collegate <3 smetto di dilungarmi e vi lascio i miei contatti:
Twitter: @fjuorescent
tumblr: myurlissouncool
facebook (x)
Playlist di spotify: Take me to Glastonbury- Fanfiction soundtrack
A moltomoltomoltomoltomolto presto (si spera)
Lu

ps: Il 100 club esiste davvero, tutte le informazioni sono qui
pps: ho postato il prologo di una nuova songfic che sto scrivendo, 792, se siete curiosi datele un'occhiata bc im v excited about it <<<3
 

 
  
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