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Autore: chelestine    09/02/2015    4 recensioni
"I'm down in the deep deep freeze,
what was I thinking of...
In the painful breeze,
by the frozen trees,
with a heart disease called love."

John Cooper Clarke
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Matt Helders, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10. A distant relation
 
“ Look at this picture.
We're in there, look there.
Permanent fixtures.
People who care,
Whisper who dares ”


 
E' tutto pronto?

Si, Miles. Per la quarta volta, è tutto pronto. E' tutto pronto da mezz'ora.

Arriviamo
 
Poteva leggere nello sguardo di Sunny un odio cocente; non aveva ancora conosciuto Miles Kane, ma qualcosa – probabilmente il suo ritardo di più di un'ora – la portava volontariamente e voracemente ad odiarlo, così. Andy le sorrise, perché adorava il suo modo giovanile di provare emozioni a quel modo, a prescindere: un piacere che si era negata quando aveva deciso di comportarsi da persona matura, di crescere e prendersi le proprie responsabilità.
« Allora, Miles dovrebbe arrivare con Marg tra poco, credo siano appena usciti dal ristorante. » Andy avvertì la scarna combriccola, tutta radunata per fare una sorpresa a Margareth per il suo compleanno, grazie a Miles Kane, che per quanto le aveva detto, doveva “farsi perdonare qualcosa”.
« Secondo me quella ci rimanda a casa, ma chi le fa le feste a sorpresa dopo pranzo, neanche il tempo di prendere il caffè! » Si lamentò Sunny, manifestando i vari dubbi che a quel punto pareva nutrire sul cantante di Liverpool. Andy la spinse dolcemente verso la cucina lasciando gli altri ospiti nel salotto, c'era qualcosa in quella ragazza che le faceva desiderare di passare sempre più tempo con lei, la divertiva come nessun'altro.
« Versati un bicchiere di vino. » quasi ordinò, scrutando i suoi occhi verdi, un sopracciglio alzato. « Forza! Non voglio che appena arrivato Miles finisca inghiottito da questo astio perpetuo. » Sunny rise, eseguendo l'ordine all'istante.
« Ma veramente si è presentato a casa tua in camicia leopardata? » chiese sarcastica versando il vino rosso in un secondo bicchiere in plastica. Andy rise, ricordando la sorpresa che aveva provato nel trovare il cantante nel loro piccolo appartamento.
« Senza avvertire » rispose lei annuendo. Sunny scosse la testa divertita, bevendo il primo sorso di vino.
« L'avrei denunciato. » Andy rise di nuovo, dandole una leggera spallata.
« Come minimo ci saresti finita a letto, Sunny. E non fare quella faccia!! » commentò guardandola negli occhi e bevendo a sua volta.
« Con Kane!? Per favore, sembra un cavallo. » Le andò il vino di traverso. Andy iniziò a tossire coprendosi la bocca con una mano ed arrossendo in volto; a sua volta Sunny iniziò a ridere dando piccoli colpetti alla sua schiena. « Non mi morire prima della cazzo di festa a sorpresa perché senza di te neanche li faccio entrare quei due. » Andy tossì più forte, lanciandole uno sguardo supplicante dietro alle lacrime, il volto ormai rosso. Sunny nascose un sorriso scaltro, aveva un volto così furbo, gli occhi che ricordavano leggermente i tratti orientali, come quelli di sua sorella Alana.
« Cerca di non fare commenti simili davanti a Marg. » la rimproverò Andy una volta tornato normale il suo colorito.
« Andy? Jesse ha detto che pensa di aver visto uscire da un taxi Marg e Kane. » li avvertì James entrando in cucina. « Vino?! Avete iniziato a bere senza di me, stronze?! » Andy sospirò roteando gli occhi.
« Che vuol dire pensa di aver visto? Perché Miles ha voluto invitare anche quelli.. » mormorò la ragazza riferendosi al gruppo dei the Neighourhood, per il quale Margaret gestiva le pubbliche relazioni da più di un anno. Andy sparì dalla cucina con l'intento di gestire i cinque ragazzi americani, con un sospiro. Sunny, di tutta risposta, alzò il bicchiere in plastica verso il ragazzo afroamericano.
« Un brindisi alla festa più divertente di sempre. » commentò sarcastica.








Margareth aveva reagito meglio del previsto; Andy temeva che non avrebbe gradito l'invasione di casa, per di più senza possibilità di scelta. Non avrebbe potuto cacciare nessuno dei presenti, ed avrebbe sopportato le scelte di Miles per gli inviti per un pomeriggio ed una serata interi. Ma sembrava contenta, mediamente sorpresa, ma pur sempre contenta. Andy la trovava splendida in un vestito rosso aderente, ed un paio di tacchi neri; doveva tenere molto all'appuntamento con Miles, perché l'aveva vista raramente vestita così elegante, o probabilmente sospettava che vi fosse una festa. Miles si sarà lasciato sfuggire qualcosa.
La osservava da qualche metro di distanza con un sorriso sul volto, Margareth era stata una sorta di ancora a cui rimanere aggrappata durante quei mesi. Non ricordava di essersi mai fermata così a lungo in un luogo, non da quando aveva lasciato Londra: ed adesso eccola, viveva a Los Angeles, aveva degli amici, un gruppo di amici. Non si riconosceva nella ragazza che era sorprendentemente divenuta, ma in qualche modo questo la rendeva felice, pensava di aver fatto un regalo a se stessa, non aveva più bisogno di fuggire.
Margareth non era la migliore amica che aveva mai avuto, e neanche la sua anima gemella. Era semplicemente una donna matura che la capiva, riusciva ad ascoltarla ed a farsi ascoltare; vedevano la vita in maniera simile e questo le aiutava a darsi consigli. Era da tanto che non si sentiva così felice di aver perso tempo e fatica per fare un dono per un'altra persona, per quanto astratto.
« Andy, giusto? » la ragazza si voltò di scatto, sorridendo a Jesse Rutherford, il cantante dei the Neighbourhood. Annuì.
« Jesse. » Rispose indicandolo. Se avesse dovuto immaginare la classica “faccia da schiaffi”, non si sarebbe immaginata niente di diverso dal volto che si trovava davanti.
« Lavori alla KROQ, giusto? » Andy sorrise per la ripetizione, ed annuì ancora. « Ci hanno intervistati un paio di settimane fa, ma non ricordo di averti vista. »
« Ah non faccio più le interviste. Le scrivo, più che altro. » Jesse sorrise, e la ragazza ebbe la sensazione che conoscesse più segreti che parole.
« Ti sei stufata delle rockstar? » La sua intonazione le fece per un momento temere che sapesse della notte con Alex. Ma perché dovrebbe saperlo? Ma poi che gliene fregherebbe?
« Non sono fatta per parlare davanti ad una telecamera. » rispose sorridendo.
« Di cosa si parla? Beatles? » intervenne Miles sorridente, probabilmente ricordandosi il modo in cui si era introdotto nella conversazione di Margareth ed Andy alla prima festa in cui si erano incontrati. Andy rise, scuotendo la testa divertita.
« Vado a fare rifornimento. » commentò allora alzando il bicchiere in plastica rosso. In realtà, si era un po' stufata delle rockstar, delle risposte vuote e quegli sguardi vacui che sembravano guardarla negli occhi senza davvero vederla, la trattavano come altre mille persone, in mezzo ad un milione. Non aveva più voglia di sentirsi una serva bisognosa di elemosinare due parole in più da uno sconosciuto; non tutti si comportavano in quel modo, ma molti erano comunque troppi per lei. O lo erano divenuti.
« Louder than sirens, louder than bells.. » mormorava seguendo il ritmo della canzone dei Florence + The Machine mentre si versava altro vino rosso nel bicchiere, in cucina.
« Sweeter than heaven.. And hotter than hell!! » continuò con voce stridente James.
« Florence Welch! » gridò sorpresa Andy prendendolo in giro, fingendo di averlo scambiato per la cantante del gruppo inglese.
« Miles mi ha mandato in missione. » gli rispose rimproverandola con un'occhiataccia. Andy alzò un sopracciglio stranita.
« Ha paura che mi ubriachi? Io? E te?! » chiese divertita. James la guardò di nuovo male.
« Mi ha detto di avvertirti che Alex passa di qui. L'ha chiamato, e niente. Si ferma qui. A salutare. » Andy sbarrò gli occhi, con James poteva reagire spontaneamente. Rimase in silenzio, a fissarlo negli occhi. Bevve un sorso di vino continuando a fissarlo, o almeno provandoci. Non aveva idea che Alex fosse a Los Angeles, e non si sentiva minimamente preparata ad incontrarlo di nuovo. A sua volta James la osservava, cercando di nascondere un sorriso a causa della sua reazione. « L'hai presa bene, tutto sommato. » commentò alzando le sopracciglia. « Silenzio stampa? » chiese divertito. Andy scosse una mano goffamente, continuando a guardarlo incredula. Alex. Avrebbe rivisto Alex. Credevo non l'avrei rivisto non solo a breve, ma mai più.
« Benissimo. » commentò con un filo di voce.
« Benissimo, lo stavo per dire. Sembri proprio felicissima. » la prese in giro James.
« Se mi lasci per un attimo da sola ti giuro che ti strangolo nel sonno. »
« Cioè devo farti da cagnolino nel caso fossi troppo imbarazzata da Alex? » chiese divertito alzando appena le sopracciglia.
« L'ultima volta che l'ho visto, è stata otto mesi fa. Ed abbiamo fatto sesso. » gli rispose a bassa voce scandendo lentamente le parole, per cercare di fargli capire la sua agitazione.
« Come minimo finirete a letto anche stasera. » Andy lo gelò con lo sguardo.
« Non ne parlare. Non ci pensare, non provare neanche a sfiorare il pensiero di.. di niente. Di niente, James. Ma cosa sto dicendo. Lascia perdere, ascolta. Ascolta, non mi abbandonare. Ho bisogno di te, non mi abbandonare adesso. » concluse indicandolo con un dito, accusatorio.
« Benjamin lo sa? » chiese cercando di non scoppiare a ridere. Andy si avvicinò ancora di più a lui, gli occhi sbarrati.
« Benjamin? Tu neanche dovresti sapere chi è Benjamin, se non fossi completamente squilibrato. » Serrò la mascella, ripensando a quando Jay si era presentato al piccolo caffè proprio durante quello che si era rivelato essere un primo appuntamento tra la ragazza ed il giovane scozzese. « E poi cosa deve sapere? Che ho fatto sesso con Alex Turner 8 mesi fa? Che sei uno psicopatico? Che stai rischiando la morte? » Era agitata, e sotto shock, e continuava a sorridere istericamente, tentando di calmarsi.
« Vino, per l'amor del cielo. Ti serve vino. » commentò preoccupato James, prendendole il bicchiere di mano.
« Vino. Mi serve vino. » ripetè lei con un sospiro.


I don't need to see you
to know how beautiful you are
I don't need to find you
to know you're going on so far
I don't need to wait for you
to know you're coming home


Era cambiato, eppure qualcosa in lui era tremendamente familiare. Ma era cambiato ai suoi occhi, innegabilmente. Ogni tanto tentava di osservarlo senza farsi notare, sporgendosi oltre altre conversazioni ed altre parole, ma non voleva farsi scoprire così intenta nella scoperta di nuove differenze; i suoi capelli erano così lunghi, e le occhiaie più profonde, il naso più marcato, la mascella più decisa. Sembrava la versione adulta del ragazzo che aveva conosciuto a Gennaio. O forse è solo il taglio di capelli che gli sta male.
« Quindi non lo saluti. Dopo esserti nascosta in bagno al suono del citofono, adesso vagabondi per la casa fissandolo. » intervenne Marg con un sorriso dolce. Andy trasalì, voltandosi immediatamente verso di lei, rivolgendole uno sguardo colpevole. Aveva agito da bambina, ma l'alcool le giocava brutti scherzi.
« Lo so, ho sbagliato. Ma sono entrata nel panico. Non sapevo come salutarlo.. e cosa dirgli.. ed adesso ho fatto ancora peggio, perché non lo so.. gli gravito intorno fingendo che non ci sia.. Mi sento un'idiota. » sussurrò vicino alla festeggiata. Marg gli sorrise. Per quanto tentasse di comportarsi come una donna matura, qualche volta la sua parte irrazionale prendeva il sopravvento, lasciandola indifesa dopo qualche minuto, con un senso di colpa che nessuno sarebbe riuscito ad eradicare. Avrebbe voluto farle capire che poteva comportarsi come meglio preferiva, non c'era da scusarsi, e soprattutto non doveva farsene una colpa. « Comunque non ti azzardare a stare dietro a me, è la tua festa. Goditela e non ti preoccupare. Ti prego. » aggiunse Andy con un sorriso. Marg gli sorrise a sua volta.
« Non mi preoccupo. Voglio solo che tu stia tranquilla, ok? Non hai ucciso nessuno ed adesso vi saluterete con calma. » Andy annuì, guardandola negli occhi.
« Un brindisi alla festeggiata! » Tuonò Miles non molto distante da loro, alzando il bicchiere in vetro, contenente champagne. Andy sorrise, rivolgendo il suo sguardo a Margareth. Tutti alzarono il loro bicchiere, contenente diversi tipi di bevande, guardandola. Si elevò un coro di auguri che la colsero imbarazzata.
Andy scostò lo sguardo, non riuscendo a trattenersi. A pochi metri di distanza, Alex teneva sollevato il proprio bicchiere con aria divertita, una camicia nera ed un paio di pantaloni neri, la giacca grigia. Non ci volle molto prima che la cogliesse mentre lo osservava, ed istantaneamente un piccolo sorriso imbarazzato nacque sulle sue labbra. Bevvero entrambi dal loro bicchiere con tutti gli altri invitati guardandosi di tanto in tanto, ed una volta dispersa l'attenzione, Alex prese coraggio e si avvicinò.
« Ciao » quasi un sussurro mentre la baciava sulle guance, la mano stretta attorno al bicchiere in vetro.
« Come stai? » gli chiese lei con un sorriso, il respiro corto dal nervosismo.
« Me la cavo. Siamo tornati un paio di settimane fa, cerco di riprendermi prima del tour in Sud America. » le rispose guardando in basso.« Tu? Ti trovo bene. » chiese sorridendo appena. Andy indossava un paio di pantaloni neri ed una semplice maglietta bianca, i capelli tirati su in una crocchia disordinata avevano adesso un colorito ramato sulle punte, differentemente da quanto ricordasse, e la bocca piena era colorata da un rossetto viola.
« Sto bene. Non mi aspettavo di vederti qui. » Gli disse onestamente.
« Mi ha avvertito Miles stamattina, ma non ero sicuro di riuscire a passare. » le rispose guardandola negli occhi. Pensò che doveva essere abbronzata, perché gli occhi azzurri risaltavano sin troppo sul suo volto. Avrebbe voluto farle altre mille domande, ma l'imbarazzo tra di loro era palpabile, mentre Andy si grattava distrattamente una guancia. « Non ero neanche sicuro che Marg mi volesse, non credo di essere mai entrato nelle sue grazie. » continuò con un sorriso, abbassando lo sguardo sul pavimento. Andy sorrise, scuotendo appena la testa.
« Non potrebbe che fargli piacere se Miles riuscisse a rilassarsi grazie alla tua presenza. » commentò con un sorriso storto. Alex sorrise a sua volta.
« Organizzare feste lo fa sempre uscire di testa. » Riuscì a guardarla negli occhi. Mi sei mancata. Mi sei mancata? La conoscevo da due mesi prima di partire. Come.. Ci credo che.. No. Pensa prima di parlare. « A lavoro tutto bene? » chiese con un leggero sospiro.
« Si, lavoro sempre alla KROQ. Grazie a Dio adesso mi fanno scrivere le interviste, piuttosto che condurle. » Gli rispose con un sorriso. Alex annuì, sembrava contento per lei.
« Almeno non devi stare davanti alla telecamera. » commentò serio. Andy lo fissò. Non poté fare a meno di notare la differenza nelle risposte di Jesse ed Alex, che sembrava ancora riuscire a capirla. Non sono fatta per parlare davanti ad una telecamera. Alla fine, riuscì ad annuire. Alex si passò una mano tra i lunghi capelli scuri, e la ragazza non poté fare a meno di chiedersi come dovevano sembrare al tatto. Sbatté le palpebre un paio di volte per ritrovare la concentrazione.
« E' andato tutto bene in tour? » chiese portando il vino rosso alle labbra e bevendone un sorso. Alex sospirò, deglutendo subito dopo.
« Si, è stato.. assurdo. Forse anche troppo. » Andy lo guardò negli occhi cercando di capire a cosa alludesse, ma lo sguardo di lui continuava ad indugiare sul pavimento. Da qualche parte nella mente della ragazza una vocina le gridava che si stava comportando in quel modo perché non aveva voglia di fare conversazione in generale, e si chiese se non fosse tornato il ragazzo dell'intervista che avevano fatto quasi un anno addietro. Abbassò lo sguardo a sua volta, mordendo l'interno del labbro inferiore. Alex avrebbe voluto chiederle se aveva un ragazzo, come stava, come stava davvero.
« Vado a fare rifornimento. » disse Andy, di nuovo alzando il bicchiere, in realtà ancora mezzo pieno. Alex sollevò gli occhi lentamente, annuendo con la testa in silenzio. Anche lei annuì lentamente, ingoiando le parole che voleva dirgli.








Sunny continuava ad accarezzarle i capelli dividendoli in piccole ciocche; l'aveva obbligata a scioglierli per poterci giocare, ed adesso non sembrava aver intenzione di smettere. Avevano cenato tutti insieme con un piccolo buffet di cibo freddo preparato da Alana durante la mattina, ed adesso i restanti erano seduti in salotto comodamente, continuando a bere alcool, giocando e raccontandosi storie. Andy sedeva a gambe incrociate sul pavimento appena sottostante il divano, fissando James che tentava di mimare il titolo di un film per la propria squadra, formata da Alana, Margareth, Alex e due ragazze che Andy aveva conosciuto quel giorno, amiche di lavoro della festeggiata. Non poté fare a meno di voltarsi: Alex era seduto sulla poltrona in pelle che una volta aveva accolto Margareth e Miles, e rideva tra sé e sé a causa della goffaggine del coinquilino della ragazza.
« Non è un paese per vecchi? » chiese titubante Victoria, aggrottando le sopracciglia. Aveva lunghi capelli biondi ed occhi scuri, il suo accento australiano era pressocché inconfondibile. Durante la serata Andy aveva pensato più volte quanto fosse difficile trovare una ragazza di aspetto anche lontanamente sgradevole nell'ambiente musicale: Marg e le sue colleghe erano splendide e consapevoli di esserlo. James sbuffò, allargando le braccia infastidito. Alana ed Andy risero della sua reazione.
« Ghostbusters? » chiese allora Alex con il sorriso. James si voltò verso di lui, fissandolo.
« Mi prendete in giro? »
« E' scaduto il tempo! » gridò allegramente Miles, con l'orologio alla mano.
« Che cos'era?? » chiese subito Alana, curiosa.
« Era il curioso caso di Benjamin Button! » si lamentò James gettandosi di nuovo sul divano con un tonfo.
« Quello?? » intervenne immediatamente Victoria, le sopracciglia alzate. Tutti i presenti ridacchiarono, ed Andy scosse la testa divertita all'ennesima risposta provocatoria di James, voltandosi di nuovo verso Alex. Non stava sorridendo, e lo trovò già pronto con gli occhi nei suoi. Era incantato dal modo in cui i suoi capelli risplendevano ad ogni movimento, ed avrebbe voluto sedersi al posto di Sunny per poterli accarezzare e toccare di nuovo il suo collo liscio. Andy gli sorrise istintivamente, imbarazzata. Lui fece lo stesso, con una nota di rammarico e colpevolezza, distogliendo lo sguardo. Avevano scambiato un altro paio di battute durante la cena, ma non erano ancora riusciti a tornare al loro normale status, ed il ragazzo stava iniziando a credere che non avrebbero potuto, non con tutte quelle persone attorno; in fondo ogni volta che si erano riusciti davvero a sciogliere erano soli. Anche Andy abbassò lo sguardo, sempre più convinta che tra loro non ci fosse davvero più niente.
« Sta a me! » tuonò Miles, eccitato come un bambino. Andy notò che Alex si stava alzando ed allontanando con la coda dell'occhio, e dopo essersi assicurata che fosse andato in cucina, si alzò a sua volta, cercando di non dare esageratamente nell'occhio; ma tutti sembravano occupati nel capire a cosa potessero portare gli strani e poco leggiadri movimenti del cantante di Liverpool. Quando arrivò in cucina, Alex stava versando del succo di arancia in un bicchiere pulito di plastica, con la sua camicia nera risvoltata sino ai gomiti ed i pantaloni scuri.
« Va tutto bene, tra me e te? » esordì dopo aver fatto un grande respiro. Alex si voltò sorpreso con un'espressione indifesa, cercando i suoi occhi. « Voglio dire, non c'è imbarazzo vero? Non vorrei che ce ne fosse. Tu mi stai simpatico e non voglio che ti senta a disagio. » riuscì ad articolare stupendo soprattutto se stessa. Tu mi stai simpatico. Si, ciao. Alex sorrise spontaneamente, il sapere che da parte della ragazza non c'era rancore lo tranquillizzò immediatamente. Lui sapeva cosa non andava: esattamente come al principio lei gli aveva chiesto del tempo per abituarsi a trattarlo come una persona normale, adesso ne aveva bisogno lui, per far combaciare la Andy reale a quella che in tutti quei mesi era gravitata come un fantasma sulla sua testa di tanto in tanto. Aveva pensato a lei più di quanto avrebbe mai ammesso, più di quanto lei aveva pensato a lui, e più di quanto si sarebbe aspettato; ed adesso lei era lì, dopo sette mesi in carne ed ossa, e non era quella che aveva idealizzato, era viva e poteva toccarla. Voleva toccarla.
« Va tutto bene tra me e te. » gli rispose con un sorriso, tentando di essere dolce. Andy lo guardò negli occhi, finalmente poteva ancora scrutare quei profondi pozzi scuri. Li aveva sempre immaginati pieni di risposte, ma adesso vi leggeva solamente domande, e forse alcune scuse.
« Forse ci sto solo pensando troppo. » ammise la ragazza inclinando appena la testa. Avrebbe voluto solo scherzare, dargli un pugno sulla spalla, e poi abbracciarlo. Non erano mai stati amici, si erano visti appena una mezza dozzina di volte, ma la consapevolezza che quella complicità che riuscivano a raggiungere in certi momenti non era surreale, le faceva dimenticare quanto poco in realtà si conoscessero.
« Forse, ma.. Non sono da meno, credo. » Andy sorrise, sapeva che probabilmente Alex pensava il doppio di lei, poteva quasi vedere gli ingranaggi del cervello che si muovevano con foga e precisione allo stesso momento. Il rumore le arrivava agli orecchi. Sorrise.
« Quindi siamo apposto. Bene. » Gli disse con un leggero sospiro.
« Cioè voglio dire.. » intervenne subito lui, allungando per un attimo un braccio verso Andy. « Si. Si, certo. Siamo apposto. » Andy continuò a guardarlo negli occhi. « Io.. Non so, in realtà è strano. » si costrinse ad ammettere, abbassando di nuovo lo sguardo.
« Ed è normale che lo sia, forse. Però non.. Non ti preoccupare, ok? A parte l'imbarazzo, io sono tranquilla. E spero lo sia anche tu. Niente rancore, giusto? » chiese leggermente titubante. Alex non poté fare a meno di chiedersi se sarebbe riuscito ad affrontare l'argomento nel caso lei non ne avesse parlato a cuore aperto, onestamente. Forse avrebbe lasciato perdere, e si sarebbero salutati in quel modo freddo le successive volte che si sarebbero visti, se si sarebbero visti. Se fosse stato per me, sarebbe finita qui. Codardo. C'erano così tante cose che gli piacevano di Andy, e quello sembrava solamente l'ultimo pezzo che concludeva il puzzle. Ha molto più coraggio di me, è così sincera.
« No, certo. Assolutamente no. » Deglutì sonoramente. Ad Andy sembrava che qualcosa continuasse a non quadrare nella mente del ragazzo, ma non poteva chiedergli per sempre se andava tutto bene. Sospirò, guardandolo negli occhi e rimanendo in silenzio per qualche secondo, sperando che capisse che poteva parlare; doveva. Ma lui continuava a guardarla, i grandi occhi stanchi color nocciola persi nei suoi, silenziosi come lui. Andy allora annuì, sconfitta, e si voltò. « Rinizieresti da dove abbiamo lasciato? » lo chiese talmente veloce che la ragazza ebbe difficoltà a capirlo, ma si voltò comunque con sguardo interrogativo, il petto che si abbassava ed alzava nervoso. Alex studiava il suo volto come se fosse il suo lavoro, con le sopracciglia corrucciate per lo sforzo. « L'ho detto. Io.. Io probabilmente vorrei. » Andy arrossì, e stavolta fu il suo turno di abbassare lo sguardo con un sorriso imbarazzato. A quel punto, sorrise anche lui, prendendo maggior coraggio. « Mi piace quando riesco a farti rimanere senza parole. » commentò divertito tirandosi indietro i capelli. Andy lo squadrò, gli zigomi gonfi di un sorriso.
« Che sfortunatamente accade spesso.. » commentò scuotendo la testa divertita. Alex inclinò il capo per poi fare una smorfia soddisfatta ed annuire, orgoglioso. Andy sorrise. « Si. Rinizierei, ma lo sai che non è così semplice. » Per la tua carriera, per la mia incapacità di legarmi ad un posto, e per la gelosia che ancora non sai proverei nei tuoi confronti. Una notte è una cosa, un mese è un'altra. Sono matura, ma non sono un'automa. Non avrebbe mai potuto spiegarglielo, sarebbe stato assurdo, dopo appena una notte passata insieme. Alex annuì, non poteva conoscere tutti i suoi pensieri, ma alcuni poteva intuirli, erano quelli che tenevano lontane le ragazze interessate ad una storia sera con lui da quasi un anno. Quelli, ed il mio comportamento infantile. « Ma possiamo essere comunque amici. » gli disse con un sorriso, non ci credeva neanche lei e le si leggeva in faccia. Alex sorrise, onesto.
« No, amici no. » disse seriamente, un leggero sospiro. Lei lo guardò negli occhi, sorpresa. « Amici no, Andy. O siamo qualcosa, o non siamo niente. Amici no, non devo dirtelo io. » Si, anche lei sapeva che non avrebbero preso caffè e parlato delle loro relazioni, dei loro amici.. Non senza toccarsi insistentemente, od immaginare il profumo dell'altro sotto le narici, e le lenzuola. Le parole di Alex non erano apparse categoriche, eppure in un certo senso lo erano; tentava di fare chiarezza nella propria testa ed in quella situazione, ma non sapeva se aveva imboccato la strada giusta, non lo sapeva mai. Amici no. L'aveva ripetuto tre volte e neanche se ne era reso conto, neanche ne era convinto.
Andy deglutì sonoramente, le sue parole andavano incontro ai bisogni che sentiva, lei la pensava come lui, ma non era facile esprimerlo, dirlo, e soprattutto rispettarlo. O qualcosa, o niente. Annuì piano, portandosi indietro i capelli e scompigliandoli.
« Allora immagino che.. non lo so, lo scopriremo? Non ti aspettavi una risposta. » era una constatazione, non una domanda. E lui scosse la testa, con un sorriso dolce.
« Non era una domanda, non mi devi dare una risposta tu. Neanche io potrei dartela. » Andy scosse la testa, riusciva sempre a trovare parole più adatte e poetiche delle sue. Alex passò celermente la lingua sulle labbra, indeciso. Avrebbe voluto avvicinarsi e baciarla, o quantomeno abbracciarla, ma non era abbastanza ubriaco e non si sentiva in grado di sopportare le conseguenze. Andy annuì, un sorriso divertito.
« Allora torniamo di là. Vedrai il miglior mimo della storia. » disse riferendosi a se stessa con un sopracciglio alzato.








« Ascolta, non sto dicendo che i film de Lo Hobbit siano migliori di quelli del Signore degli Anelli..»
« Ci mancherebbe altro! » Jay e Andy interruppero all'unisono Miles Kane. Lui sospirò, sconfitto.
« Non mi fate neanche parlare! » si lamentò strofinando il volto con il palmo della mano, erano ubriachi, ed era notte fonda.
« Prima hai confuso Pipino con Samvise Gamgee. » si giustificò Andy, la testa abbandonata contro la porta a vetro che separava l'interno di casa di Margareth dal giardino.
« Ha chiamato Gandalf Silente » precisò James, seduto sulla sedia a dondolo con gli occhi chiusi. Sia Miles che Andy risero, ripensandoci. Seguirono diversi secondi di silenzio. Margareth si era addormentata sul divano, e loro tre erano gli ultimi rimasti alla festa: non avevano idea di come avrebbero fatto a tornare a casa.
« Sai.. Pensavo che tornassi a casa con Alex stasera. » Miles sorprese entrambi, con voce soffice ed un tono neutro. Andy sospirò, un leggero sorriso sul volto.
« Anche io.. ad un certo punto, credo? » pensò ad alta voce. Miles non parve stupito, annuì lentamente.
« Avrete altre occasioni. » le rispose con un tono divertito, continuando a bere la sua birra. James e Andy avevano abbandonato l'alcool oramai da ore, ma il cantante sembrava volerci andare a dormire, con quella bottiglia in vetro.
« Sto uscendo con un ragazzo. » disse Andy, un piccolo sorriso amaro. « In realtà siamo usciti solamente una volta, ma.. sono stata bene. Sembra forte, dovremmo vederci di nuovo domani. » continuò riferendosi a Ben, il ragazzo scozzese conosciuto nel piccolo caffè vicino al suo ufficio. Miles la guardò per diversi secondi, prima di parlare di nuovo.
« E' una cosa seria? » Andy ridacchiò, poggiando di nuovo la testa al vetro, un sospiro. Si voltò verso James, che si era addormentato.
« Potrebbe diventarlo. Sembra veramente interessato. »
« Quindi era stanotte o mai più, mi pare di capire. » commentò con un sorriso furbo studiando la figura della ragazza.
« Più o meno. » rispose sorridendogli. Non aveva avuto neanche il coraggio di accennare la situazione ed Alex, tanto era presa dalla loro conversazione in cucina. « Sono sicura che spezzerà il cuore di Alex. » continuò ironicamente. Miles ridacchiò con lei, scuotendo la testa divertito.
« Almeno non l'hai rimpiazzato con un altro cantante. » commentò Miles.
« Marcus Mumford è sempre sulla lista però! » scherzò Andy riferendosi al cantante dei Mumford and Sons. « Miles.. so che forse non dovrei chiederlo, perché non sono fatti miei.. Ma tra te e Margareth.. » la ragazza lasciò morire la domanda senza specificarne la fine, sapeva che avrebbe capito. Miles sorrise brevemente, tanto che Andy pensò di esserselo immaginato.
« E' complicato.. e credimi non lo dico perché non voglio raccontartelo, ma perché è difficile da spiegare. Fondamentalmente circa sette anni fa stavamo insieme, ho fatto una cazzata, ed adesso provo a riconquistarla ma.. più che altro è sesso. » Sospirò « da parte sua. »
« Non è completamente disinteressata, anche sentimentalmente. » provò ad intervenire Andy. Miles le sorrise, riconoscente. Sembrava che parlare di Margareth per lui fosse una tortura: i suoi occhi si facevano tristi e le dita non smettevano di rincorrersi dal nervosismo.
« Non è lo stesso, non.. Non è lo stesso. » commentò strofinandosi di nuovo il volto.
« Ok, scusa io non volevo.. mi dispiace. » Miles inclinò la testa, con un sorriso.
« E per cosa? Per essere una buona amica? » Andy sapeva bene che si stava riferendo all'amicizia che aveva con Margareth, non alla loro.. Riconducibile a malapena ad una conoscenza leggermente più approfondita. Quel commento le fece però estremamente piacere, e sorrise apertamente, toccandosi distrattamente i capelli di nuovo legati. Tra meno di un'ora sarebbe sorta l'alba, e provava un gran desiderio di vederla, cercando di non pensare a niente. Miles sospirò, tirandosi in piedi a fatica, la bottiglia in vetro ancora stretta in mano. « E' un peccato per Alex. Sei una delle migliori che abbia mai avuto. » Andy rimase sorpresa, ed alzò il volto per guardarlo negli occhi, con un'espressione confusa.
« Non siamo neanche stati insieme. » precisò, ben decisa ad opporsi a quell'affermazione. Miles si strinse nelle spalle.
« Avreste potuto. »


 

Come sempre, ci ho messo una vita. Sono pessima, ma sono anche in dirittura d'arrivo con la tesi.
Mi scuso innanzitutto con le autrici delle storie che stavo seguendo, che purtroppo non sono riuscita a commentare,
ma prometto che cercherò di rimettermi in pari! Seconda di poi, spero che questo capitolo possa essere
soddisfacente. Dopo settimane di nulla cosmico (ma più che altro creativo) l'ho scritto in praticamente due
giorni, e questo è il risultato (spero non maldestro). Infine, vi ringrazio, tutti. Chiunque abbia favorito (??) o seguito
questa storia, chi lascia recensioni, chi la legge e basta.. Insomma, grazie mille. Mi rendete veramente felice
come una Pasqua! Al prossimo capitolo, un abbraccio graaaandissimo (e mannaggia alla miseria che cicalone
era ieri sera ai grammys). !

la canzone citata è Coco Chitty - King Charles: https://www.youtube.com/watch?v=jZmIRfL1Xqw

Florence + The Machine - Drumming song: https://www.youtube.com/watch?v=3SZ0p05bAlI
 
   
 
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