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Autore: KikiWhiteFly    13/12/2008    14 recensioni
"Va bene", cercai di calmarmi. "Rimediamo subito: io non ti ho mai conosciuto, chiaro?"
Dissi, avvolgendomi il lenzuolo attorno al corpo e scattando in piedi. Eravamo l'uno di fronte all'altra... Solo quel letto ci separava, custode delle nostre reminiscenze più segrete. Mi sentii nervosa, poi, serrando i pugni, afferrai i miei abiti, sparsi qua e là per la camera. "Chiarissimo"
[Completa][Long fic; AU; AkitoSana]
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sposati...  per caso!






La lunga fila di persone sembrava non cessare mai. Sporgevo lo sguardo ogni tanto, chiedendomi quando sarebbe stato il nostro turno. Le figure imponenti dei body guard controllavano le carte d'identità con aria piuttosto seria, ispezionandone ogni minimo particolare.
Sospirai in modo seccato, per l'ennesima volta, prendendo dalla borsa argentata il cellulare e controllandone l'ora . Eravamo lì da un'ora... Diamine!


"Sana! Calmati... Fra poco sarà il nostro turno!"


Eccola. La mia migliore amica di sempre. Aya Sugita. Una ragazza davvero deliziosa, dai modi educati e la grazia di una principessa.

Una brava ragazza, insomma. E oltretutto anche molto carina. Quella sera si era acconciata in modo davvero... Sexy, in una parola!

La minigonna a balze nere le sfiorava appena il sedere, mostrando le gambe in tutta la loro bellezza e una grazioso top scintillante le dava un tocco davvero spiritoso. Era semplicemente... Perfetta. Un evidente imbarazzo, non era nuovo sulle sue gote. Più volte quella sera aveva indugiato se mettere qualcosa di più “composto”, ma alla fine sotto i miei sacrosanti consigli, era uscita da timida ragazzina qual era... Una bomba di carica sensuale per gli uomini.


Era incredibile come fossimo diverse. In tutto e per tutto. Eppure eravamo amiche. Non lo credevo assolutamente possibile umanamente, eppure avevo avuto una prova schiacciante. La mia amicizia con Aya durava da lunghissimi anni, non saprei dire esattamente quanti. Mi sembrava un tempo infinitamente lungo e, al contempo, era passato in un lampo. Eravamo cresciute insieme, scambiandoci idee e opinioni comuni. E ora era al mio fianco, a sorridermi teneramente.


"Aya! è un ora che pazientiamo! Uffa!"


Borbottai annoiata, scorgendo ancora decine e decine di persone. Chi me l'aveva fatto fare di venire a visitare la discoteca più discussa del Giappone? C'era ogni tipo di lusso e, in più, godeva di fama... Ma per entrare avevamo fatto i salti mortali.

"Ecco... Il nostro turno!"


Sorrise Aya. I due uomini ci squadrarono dall'alto in basso, mentre controllavano i due documenti. Avevano un aria a dir poco terrificante, incutevano un certo timore e altrettanta soggezione.

"Passate", mugugnò uno dei due, con un gesto della mano, che aveva ben poco di cortese.

Non badammo alla galanteria degli uomini in nero, quando entrammo però ci parve di vedere un altro mondo. Luci, colori, suoni. Tutto così perfetto, sembrava far roteare la testa, mettere a dura prova i nostri nervi saldi, i cocktail che ci offrivano i camerieri sopra pretenziosi servizi d'argenteria e qualche stuzzichino che si poteva assaggiare grazie all'uso di un ombrellino-stuzzicadenti, doveva fungere da forchetta. Non me lo feci ripetere due volte: presi quel bicchierino tutto per me, buttandolo giù tutto d'un sorso. La gola bruciava, ma la sensazione di euforia che avrei sentito immediatamente dopo ne valeva la pena. Aya mi stava guardando smarrita e preoccupata e iniziò a ricordarmi le regole, a cui dovevo essere assolutamente ligia.

"Sei sicura di reggerlo?"

"Certo!" Affermai con enfasi.

Il mio sguardo correva verso la fila di ragazzi che stavano dando prova del loro esibizionismo in quella vasta platea. Un coro di voci l'una mischiata all'altra affondava nei miei timpani, ogni rumore pareva essere amplificato con un megafono, le mie orecchie non riuscivano a reggere. Poi, spostai lo sguardo. Il bar serviva qualunque liquido alcolico, i barman erano dei gentili signori sulla trentina, con dei sorrisi stampati in volto. Ora però c'era qualcosa di diverso nel mio sguardo... Avevo appena visto qualcosa che avrei preferito ignorare, dovevo inghiottire il boccone amaro e rendere conto alla realtà. Sorrisi, ma di quel sorriso falso e turbato che mostravo solamente quando non volevo cadere in commiserazione.


"Oh... Aya... Ti dispiace se vado a ballare?"

Avevo appena sentito una musica abbastanza ballabile e volevo gettarmi in pista. Al mio fianco c'era un ragazzo dai capelli castani che già mi stava facendo fare qualche piroetta. Uno di quei ragazzi da palestra, alti e muscolosi... Uno da una botta e via.

"Certo" aggiunse, dopo un attimo di silenzio "... Sana?"

Mi chiamò, squillante. Mi girai, captando gli occhi della mia amica. "...Tutto bene?"

"Non potrei stare meglio!"


Feci, mostrando il miglior sorriso che potessi fabbricare. Aya sospirò, dopo che mi fui voltata, così decise di prendere qualcosa anche lei. Sfilò dalla borsetta qualche yen, rovistando tra le varie cose che vi erano dentro, quali cellulare e documenti.

I suoi occhi incontrarono la figura elegante di Naozumi Kamura.

Sgranò le iridi, trovandosi a stringere la borsa, in una presa molto più forte. Stava conversando con una ragazza.

Conversando, effettivamente, era un termine poco appropriato, dato che le sue mani si adagiavano coraggiose sulle cosce della bionda, coperta solamente da un mini vestito di raso, appena sotto il sedere. Le mani esploravano coraggiose la pelle e, mentre parlavano, ogni tanto tirava indietro un ciuffo ribelle e mostrava il suo miglior sorriso.

La donna beveva di tanto in tanto, aveva tutta l'aria di essere sul punto di ubriacarsi.

Aya strinse i pugni. Quello era lo stesso uomo che avevo amato per ben cinque anni. Colui per il quale avevo pianto la notte – lacrime amare sulla spalla di Aya – , con Naozumi avevo condiviso ogni tipo di emozione. Ci eravamo lasciati da un mese, forse un po' di meno. E lui già se la spassava con la prima oca di turno.

Aya sapeva di non doversi intromettere nella situazione, ma in qualità di migliore amica le dava tremendamente fastidio quel comportamento. In fondo, era come aver sentito sulla pelle le stesse cose, quando le raccontavo di Naozumi, sembrava quasi sull'orlo di un precipizio. E Aya non poteva che essermi vicina, abbracciarmi e consolarmi, per quanto possibile. Per quel motivo, nonostante l'ira crescente, strinse le nocche e fece dietrofront, gettando lo sguardo verso di me, che stavo ballando audacemente, presa dal brivido del momento.
Eppure, sotto quello sguardo così radioso... Fingevo.

Fingevo che tutto andasse per il verso giusto. Avevo visto quella scena e probabilmente il mio cuore aveva perso un battito.




Aya si trovava da sola in quel momento, non aveva mai avuto una grande opinione per quanto riguardava quel genere di balli, indi si trovava a commentare la pista da ballo e le modeste proporzioni dell'ambiente in tutta solitudine, con il suo cocktail in mano.

"Ahia"


Le scappò, quando capì di essere sbattuta contro qualcuno. Le luci dei riflettori si accendevano e si spegnevano, mostrando i colori più vivaci. Denotò solo allora la figura di un ragazzo: indossava una camicia chiara e dei semplici jeans. Nulla di estremamente vistoso.
Si trovò ad arrossire come una liceale al primo appuntamento.

"Scusami!"

Disse, colpevole di chissà quale reato.

"D-Di niente!"

Rispose lui, balbuziente.

Imbarazzata e presa da un'improvvisa vampata di calore chiese la cosa più semplice e naturale possibile: "Sei con qualcuno?"

Il ragazzo le indicò un punto indefinito e seguendo la direzione, Aya si accorse di un uomo dai capelli dorati, da quello che poteva scorgere da quella prospettiva, il quale stava ballando proprio con Sana.

Sembravano veramente affiatati. I loro corpi fremevano e si toccavano, gli sguardi incatenati tra loro e la voglia di ballare che sembrava non avere fine.

"Oh... Quella vicina è la mia amica!"


"Capisco... Piuttosto audace"

La buttò sullo scherzoso.

Aya mugugnò un: "Già", cercando di capire se Sana fosse già ubriaca oppure se era l'effetto del biondino.


"Tu non balli?" le chiese ad un certo punto.


"Ehm... No. Non amo molto la discoteca, più che altro ci vengo per Sana... La mia amica."


"Oh... Ti capisco benissimo . Anche Akito, il ragazzo, l'ho accompagnato qua, per fargli levare dalla testa un'altra ragazza"

Si portò una mano alla testa.


"Wow. La stessa cosa!. Solo Sana con un ragazzo!"


Oddio. Sentiva di aver detto una cosa stupida. Le guance s'imporporarono quando videro il ragazzo portarsi una mano dietro la nuca e ridere convulsamente.


"Beh certo... Mi sembra ovvio!"


Avvampò all'istante.

Poteva cancellare gli ultimi dieci secondi di conversazione?







La serata trascorse in modo piacevole, Aya scoprì che il misterioso ragazzo si chiamava Tsuyoshi . Era un po' timido ma le sembrava leale e generoso. Esattamente come lei.

Rise ancora una volta, allargando vistosamente la bocca. I suoi occhi si gettarono verso l'immenso spazio dove ballavano tutti. Non vedeva più né l'ombra di Sana, né quella del ragazzo... Che fossero fuggiti insieme?





Continua







   
 
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