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Autore: emotjon    24/03/2015    5 recensioni
QUESTA STORIA E' IL SEGUITO DI "HIGHER.".
SE NON AVETE LETTO LA PRIMA, NON CAPIRETE QUESTA.
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"Una volta mi hanno chiesto come facessi ad amarli entrambi.
All'inizio non capivo. Amare entrambi nello stesso momento.
Era folle. Totalmente fuori di testa.
Poi ho capito.
Io amavo ognuno di loro in modo che non mi mancasse l'altro.
Ed era folle. Ma era il meglio che potessi chiedere..."
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Deeper. // Capitolo 6. – “Can I trust you?”



 
L’ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentire era il suono penetrante e fastidioso del campanello. Dopotutto era un angelo invisibile sotto al caldo sole di Los Angeles, e gli unici che avrebbero potuto aver bisogno di lui erano angeli anch'essi, quindi non c’era bisogno che lo facessero alzare dal divano per farsi aprire; un angelo sarebbe entrato e basta, nell’appartamento di un altro angelo. Ed era quasi certo non potesse essere un demone, perché l’unico che sarebbe potuto comparire una volta aperta la porta doveva essere lontano, con la donna che entrambi amavano da secoli.
Ma forse Harry aveva fatto male i conti, quando al secondo suono del campanello riuscì ad alzarsi dal divano e a camminare verso l’ingresso con la camicia sbottonata e una mano incastrata tra i capelli ricci. Gli occhi rossi contornati da profonde occhiaie violacee e le labbra distrutte dai morsi erano solo un effetto collaterale dell’aver lasciato andare volontariamente l’unica ragazza che fosse mai riuscito ad amare. Madeleine gli mancava come l’aria, ma in una situazione come quella doveva tenerla lontana, anche a costo di lasciarla andare con un demone. anche a costo di percepirli fare l’amore a centinaia di chilometri di distanza, morendo dentro un secondo dopo l’altro.
E forse Harry aveva davvero fatto male i conti, mentre borbottava qualcosa di poco comprensibile persino alle proprie orecchie e apriva la porta di ingresso con uno sbuffo annoiato e infastidito. Davanti a sé, l’ultima persona che i propri occhi avrebbero dovuto vedere, anch’egli con le labbra torturate dai morsi e le occhiaie violacee che spiccavano intorno ai suoi occhi scuri; anche lui trasandato, spettinato, infastidito. Forse Harry aveva fatto male i propri conti, o non si sarebbe trovato di fronte proprio l’unico demone che sarebbe dovuto essere altrove, lontano anni luce da lì.
Zayn non aveva più alcuna luce negli occhi da quando aveva chiesto a Remember di prendersi cura di Madeleine ed era volato via senza nemmeno salutare. Non aveva dormito, da quel momento. Aveva a malapena messo qualcosa sotto i denti, dal momento in cui aveva dovuto lasciare Madeleine - senza salutare per il semplice motivo che lei l'avrebbe fermato, gli avrebbe sfiorato il viso, avrebbe sussurrato qualche parola e lui si sarebbe dimenticato di tutto pur di non lasciarla. Sapeva che sarebbe successo, era inevitabile. Ed era il motivo per cui era praticamente scappato come un criminale. Zayn era come... svuotato. Come se facesse fatica a respirare, a restare in piedi. Come facesse fatica a vivere, lontano da lei.
Zayn aveva gli occhi stanchi, il viso stanco, le labbra rovinate e la barba incolta. Zayn era spettinato, col respiro lieve e stanco, quasi uno sbuffo diretto in pieno viso dell'angelo. Zayn aveva ancora le ali aperte dal lungo volo, le piume in disordine, fredde e umide di pioggia per aver volato tanto in alto. Aveva addosso una felpa aperta su una canottiera nera e un paio di jeans stretti che avevano visto giorni migliori.
Zayn era semplicemente stanco. Esausto.
E Zayn guardava negli occhi verdi di Harry sperando di non trovarci quel dolore che invece c'era. Guardava in quegli occhi sperando che Harry fosse solo arrabbiato e sorpreso di vederlo lí, nell'ultimo posto dove effettivamente sarebbe dovuto essere. Perchè dal suo punto di vista l'angelo dai capelli ricci non avrebbe dovuto avere tutto quel dolore nelle iridi; non avrebbe dovuto soffrire dopo aver trattato in quel modo Madeleine. Non aveva alcun senso che si sentisse in colpa... non doveva sentirsi in colpa, significava che ci teneva ancora, che la amava ancora, e in quel modo Zayn vedeva i suoi progressi sfumare nel tempo in cui avrebbe potuto battere le palpebre.
E aveva ragione, Zayn.
La sorpresa negli occhi di Harry era evidente ed era normale che ci fosse. Sorpreso di vederselo di fronte quando pensava di non rivederlo per parecchio, forse mai più. Sorpreso di vedere quella stanchezza sotto ai suoi occhi castani, perchè sembrava come se gli mancasse un pezzo lontano da Madeleine - e lui poteva capirlo più di chiunque altro al mondo. Sorpreso dalla leggera rabbia che poteva intravedere nel tremito delle sue ali nere perchè, diamine, doveva essere lui quello arrabbiato! Zayn era fuori dal suo appartamento con l'atteggiamento di uno che avrebbe davvero dovuto essere lì. E, cazzo, lo stava prendendo in giro?
«Che ci fai tu qui?». La voce dell'angelo sembrava essere impregnata dalla stessa rabbia che gli faceva stringere i pugni fino a far sbiancare le nocche e che faceva vibrare l'aria intorno a lui, tesa per via delle sue ali che bramavano di essere spiegate, di tremare, di attaccare. E ad ogni parola Harry gli stava più vicino, fino a trovarglisi ad un palmo dal naso - tanto vicino da prenderlo per il colletto della felpa e spingerlo poco delicatamente contro il muro, abbastanza forte da fargli contrarre la mascella per il dolore, ma più che altro per impedirsi di attaccarlo. «Tu, dovresti essere lontano da qui, con Madeleine... dovresti proteggere Madeleine», gli disse con astio, con le ali bianche finalmente spiegate, tremanti contro quelle inerti del demone.
«Lei ha pianto per te, è stata male per te, non ha dormito per colpa tua ed è riuscita a stento a respirare senza di te... e tu vieni a dire a me che dovrei proteggerla?». Se all'inizio la voce del demone era stata pacata a tranquilla, di parola in parola si era alzata, improvvisamente arrabbiata, colma di rancore. Harry lo stava davvero incolpando di non essere con lei quando lui era stato il primo ad allontanarsi e a gettarla via come fosse spazzatura? «Tu l'hai paragonata ad Akielah, cazzo! L'hai distrutta, Harry! Non hai il diritto di venirmi a dire che dovrei essere con lei e proteggerla, quando tu sei il primo che non l'ha fatto...», esclamò a voce sempre più alta, spingendolo abbastanza forte da farlo allontanare e lasciando che le proprie ali vibrassero e brillassero di buio, mentre difendeva l'unica donna che avesse mai amato incondizionatamente, l'unica che entrambi avessero mai amato.
«Pensi che ci abbia trovato gusto a darle della puttana, Zayn? Davvero?».
«Di certo lei non ci ha provato gusto a sentirselo dire... perchè, poi?».
«Perchè era l'unico modo per tenerla al sicuro...», riuscì a mormorare il riccio dopo aver preso un respiro profondo.
Zayn lo osservò fare qualche passo all'indietro e lasciarsi scivolare esausto contro lo stipite della porta; lo osservò prendere un respiro profondo e lasciarselo scivolare dalle labbra, terribilmente stanco e improvvisamente senza forze. Il moro schiuse le labbra e abbassò le palpebre per qualche istante, pensando a quella risposta, sussurrata perchè urlargliela contro sarebbe stato troppo faticoso per le sue membra stanche.
«Harry...».
«Era l'unico modo per allontanarla da me e dai Nephilim, l'unico modo per tenerla viva, anche se lasciarla tra le tue braccia è stata la cosa più dolorosa che potessi fare...». L'angelo fece una pausa, prendendo un respiro profondo e passandosi una mano prima sugli occhi e poi tra i capelli, prima di tornare a guardare l'altro, scivolato anch'egli lungo la parete. Occhi negli occhi, separati dalla distanza di qualche metro appena ma uniti come non mai dal dolore di Madeleine. «Farle male, distruggerla... è l'unico modo che ho trovato per salvarla, e se salvarla vuol dire lasciarla con te sempre, allora la lascerei stare con te, sempre Zayn», aggiunse accennando un sorriso - che in qualche modo riuscì a celare il profondo dolore che macchiava i suoi occhi verdi.
E il demone forse se l'aspettava, ma sentirselo dire rischiando di affogare nel suo dolore senza riuscire a tornare a galla era troppo da sopportare. Anche se erano in competizione da sempre, e anche se il dolore di Madeleine aveva rischiato di ucciderlo. Zayn in qualche modo lo capiva, capiva perchè l'avesse fatto, per qualche assurdo motivo; di certo non l'avrebbe giustificato, ma lo capiva. «Io non l'avrei fatto...», ammise il moro in un soffio. Appena udibile perchè lui lo sentisse. E, davvero, lui non l'avrebbe fatto... lui, egoisticamente, non l'avrebbe lasciata andare con Harry.
«Il solito egoista, no?».
«Tipico dei demoni, giusto?».
Harry si concesse una mezza risata, seppur stanca, prima di tornare a guardare l'altro negli occhi e vederci un briciolo di serenità. Solo un briciolo, ma abbastanza per fargli desiderare di essere lui, abbastanza da sentire i rimorsi e i sensi di colpa per aver ferito Madeleine ingigantirsi fino a stringergli il cuore in una morsa, fino a desiderare di essere inghiottito dall'inferno - perchè era quello che era diventato, un angelo all'inferno.
Si concesse l'accenno di una risata, prima che Zayn pronunciasse le parole che sperava di sentire da quando gli aveva aperto la porta. Quelle parole in cui davvero aveva sperato, perchè se Madeleine fosse rimasta da sola solo perchè a lui era venuto in mente che gli serviva una spiegazione... non se lo sarebbe perdonato, mai e poi mai, non importava quante altre vite sarebbero trascorse.
«Sky e Rem sono con lei...», ammise finalmente, posando la testa contro il muro e passandosi velocemente la lingua sulle labbra. Come stesse recuperando le forze, riprendendo fiato. O forse come stesse prendendo coraggio per dire le parole che l'avrebbero distrutto. «Credi davvero che avrei potuto lasciarla sola?», gli chiese, leggermente ironico, prima di alzarsi dal pavimento e tornare da dov'era venuto.
Le sue risposte le aveva avute. Di dolore in quegli occhi verdi ne aveva visto abbastanza. Non restava che chiudere gli occhi, riaprire le ali e tornare dall'unica persona dalla quale non sarebbe più voluto scappare. Non restava che farsi portare dal vento fino a Madeleine, come un demone in paradiso.
La castana si era legata i capelli in una coda alta giusto per tenere occupate le mani e per evitare che le tremassero. Non riusciva a smettere di tremare di impazienza quasi quanto non riusciva a smettere di camminare avanti e indietro per il vecchio parcheggio sotterraneo; le sue vecchie scarpe da ginnastica ne avevano calpestato ogni centimetro pur di tenersi occupata, pur di non mettersi a pensare a come Zayn l'avesse lasciata in quel modo con una ragazza che la odiava ed un ragazzo che probabilmente la amava senza nemmeno avvertirla che sarebbe partito... senza nemmeno salutare.
Aveva addosso un paio di vecchi pantaloncini da basket che Skylar aveva portato da Los Angeles e una delle magliette larghissime che aveva comprato con Zayn il giorno che avevano fatto shopping insieme, il giorno che poi avevano finito per amarsi su quel vecchio materasso dalle lenzuola logorate dalle tarme. Le scappò un mezzo sorriso ripensando a quella notte, a come le ali del demone che amava così tanto da tremare quando lui non c'era si fossero schiarite, illuminate di paradiso - in qualche strano modo che ancora non era riuscita nemmeno lontanamente a capire.
E quasi rise, al rendersi conto che sembrava passato un secolo da quel giorno, quando in realtà era solo qualche giorno. Eppure le sembrava davvero che fosse successo in un'altra vita, quasi come non fosse stato reale averlo toccato in quel modo o essersi lasciata toccare così; quasi come fosse un ricordo lontano che però non riusciva a togliersi di mente, che non riusciva a smettere di rivivere ogni volta che abbassava le palpebre e automaticamente si lasciava andare ad un sorriso e al conseguente sospiro che puntualmente le sfuggiva senza che riuscisse a fermarlo.
Stava ripensando alla dolcezza con cui Zayn l'aveva svegliata la mattina successiva, sdraiato su di lei ma senza pesarle, scostando il lenzuolo bianco a mano a mano che le sue labbra scendevano di bacio in bacio più in basso lungo la sua pelle. Dalla sua gola, lungo i seni e giù fino all'ombelico, prima di tornare su al sentirla ridacchiare e posarle un bacio più lungo direttamente sulle labbra. Il leggero "buongiorno" che poi le era arrivato alle orecchie - terribilmente roco e sensuale - l'aveva fatta sciogliere completamente mentre lo tirava a sè per un altro bacio.
Non riusciva a smettere di pensarci. Non riusciva a smettere di sorridere.
«Ci stai ripensando, ancora», la prese in giro Remember mentre un passo dietro l'altro la raggiungeva quasi senza accorgersene. La guardò, Madeleine, e capì a giudicare dal sorriso che la mora le rivolse che forse non la odiava... forse non l'aveva mai fatto, forse non era odio ma qualcos'altro. Eppure, la stava trattando bene, tutta sorrisi, abbracci e occhiate leggermente maliziose quando finivano per parlare di Zayn. «Non ti biasimo, lo sai... insomma, Zayn è una bomba a letto», aggiunse ridacchiando.
La castana però si irrigidì, mentre finalmente le mani smettevano di tremarle e le si stringevano in due pugni. Forse si sbagliava, Madeleine. Remember doveva odiarla davvero, se le aveva appena rivolto le ultime parole che avrebbe voluto sentire, capendo anche - in un battito di ciglia - di essere inequivocabilmente gelosa di Zayn. Il demone osservò la ragazza prendere un respiro profondo e serrare la mascella, mentre le veniva da ridere.
«Davvero?». Un soffio portato dal vento.
Il demone scoppiò a ridere di fronte a quella reazione, scuotendo poi la testa, tirandosela più vicina e aiutandola a sedersi sul bancone del cucinotto. «Stavo scherzando, angelo», le disse giocosamente posandole un bacio rassicurante sulla tempia che le fece esalare un sospiro di sollievo, prima che potesse concedersi un sorriso e darle un gomitata nel fianco che la fece scoppiare a ridere di nuovo. Divertita da quella gelosia tanto da non poter fare a meno di ridere. «Io non avrei mai potuto... non con Zayn comunque».
E la ragazza al suo fianco si morse un labbro, di nuovo a disagio davanti a quelle insinuazioni. Di nuovo gelosa, col sangue a ribollirle nelle vene come lava. Di nuovo con una strana freddezza negli occhi castani che fece sorridere Remember di quel sorriso vero che di solito regalava solo ad una persona, solo a Cherubiel. «E' ovvio che io non pensassi che potesse essere stato solo con me in centinaia di anni, okay... è solo che... fa male pensare che lui possa aver toccato o baciato chiunque altra come tocca o bacia me, Rem».
«Lo so, piccola...».
«Con chi...?».
Madeleine si morse il labbro per impedirsi di continuare la frase, ma alle orecchie del demone al suo fianco era già abbastanza chiaro cosa volesse dire. Con chi è stato. Chi si è scopato. Comunque la si mettesse o qualsiasi parole si usassero il risultato non sarebbe cambiato, lei voleva solo sapere chi avrebbe dovuto guardare con occhi diversi da quel momento in avanti. Perchè l'avrebbe sicuramente fatto, avrebbe cambiato modo di guardare chiunque fosse stata con Zayn, chiunque fosse.
«Kismet, più che altro... e poi c'è sempre stata Helena», aggiunse la mora dopo qualche secondo, osservando attentamente la reazione dell'altra, cercando di capire se avesse detto troppo, se magari sarebbe stato meglio tenere la bocca chiusa e cambiare discorso. Madeleine sembrava più che altro confusa, a giudicare dalle sopracciglia aggrottate e dal labbro inferiore stretto tra i denti; sembrava più che altro che stesse cercando di ricordare dove avesse già sentito quel nome, sembrava fosse come se le si fosse accesa una lampadina. «Comunque... non era questo che volevo dirti».
La ragazza rilassò il viso, passando in un batter di ciglia dalla confusione alla curiosità. Si passò rapidamente la lingua sulle labbra, prendendo un respiro profondo a cercando di scacciare la brutta sensazione che l'aveva colpita in pieno insieme alla gelosia quando Remember aveva nominato quella ragazza... il nome non le era nuovo, ed era come se dentro le si fosse acceso qualcosa, ma proprio non sapeva che viso associare a quel nome nè riusciva a collocare quello stesso nome ad un periodo in cui doveva sicuramente averla conosciuta.
Evitò di chiedere però. Era quasi sicura che se quella ragazza era stata importante per Zayn prima o poi sarebbe saltata fuori anche in quella vita; quasi sicura che chiunque quella Helena fosse, dovesse significare qualcosa anche per lei, o Remember non l'avrebbe nemmeno nominata... non fosse stata importante la mora non avrebbe nemmeno aperto il discorso.
«Cosa volevi dirmi?».
«Volevo dirti che mi dispiace, Maddie...». Ed era l'ultima cosa che Madeleine si aspettava Remember potesse dire. Non tanto per il diminutivo - che le fece ricordare la sua stessa voce chiamarla nello stesso modo, diverse vite prima. Più che altro non si aspettava che potesse scusarsi, anche perchè non capiva il motivo di quelle scuse. Forse era per qualcosa che non ricordava. «Io... ti ho sempre trattata di merda, vita dopo vita, e lo so che è praticamente impossibile che tu mi perdoni, ma volevo comunque... scusarmi, perchè non ti meriti la vita che hai e non ti meriti che ci sia io sempre intorno a metterti i bastoni tra le ruote».
Ti ho sempre trattata di merda. La ragazza annuì appena, come ad incitarla a continuare, prendendole la mano e stringendogliela mentre lei prendeva un respiro profondo e si impediva di scoppiare a piangere. Non voleva mostrarsi debole, non voleva che Madeleine la compatisse. E del resto la castana non voleva che piangesse, per quanto volesse una spiegazione a quelle scuse.
«Sono sempre stata invidiosa di te e di Zayn... voi due vi siete amati vita dopo vita, non vi siete mai arresi, e io ho sempre voluto qualcuno che provasse ad amarmi almeno la metà di come lui ama te». Il demone fece una pausa, stringendo più forte la mano dell'altra e cercando di cacciare indietro le poche lacrime superstiti e di non pensare nemmeno per sbaglio a Cherubiel. «Voi due mi ricordate la mia storia con lei e...». Le sfuggì un singhiozzo prima che potesse fermarlo con la mano libera, le sfuggì il dolore che cercava di tenere al proprio posto per non crollare e le sfuggì una lacrima sulla guancia leggermente arrossata - bollente contro la pelle fresca.
«Rem, shhh... non piangere, ti prego». Maddie, shhh... non piangere, ti prego. Sembrava quasi un deja-vu, come se le parole che aveva appena sussurrato al demone abbracciandola stretta le fossero state sussurrate da labbra che non ricordava, in un tempo troppo lontano perchè riuscisse a rammentarsene. «Calmati, tesoro», aggiunse in un soffio accarezzandole i boccoli e continuando a stringerle la mano, cercando di calmarla e farla smettere di piangere.
Il demone provò ad annuire, anche se poco convinta. «E' solo che lui non ti ha mai fatto del male, io volevo solo qualcuno che facesse lo stesso con me...». E te la sei presa con me, avrebbe voluto dire Madeleine, ma al contrario non disse nulla. La sua voce era spezzata come lo era il suo povero cuore, a stento sarebbe riuscita a respirare, se la castana non avesse preso ad accarezzarle la schiena in piccoli cerchi, senza smettere fino a che non la sentì riprendere a respirare normalmente, fino a che non smise di piangere.
«Va meglio?».
L'altra annuì appena, tirando su col naso e passandosi poi una mano tra i capelli, tentando un sorriso che portò Madeleine a stringerla anche più forte, prima di posarle un bacio su una guancia e asciugarle delicatamente le lacrime dalle guance coi pollici. «Mi dispiace così tanto di averti fatto del male...». Si bloccò ancora, Remember, fermata dal sopracciglio inarcato dell'amica. E' solo che perdere lei mi ha fatto capire che nessuno si merita quel dolore, nemmeno tu, nemmeno Zayn.
«Se può farti sentire meglio, mi ricordo ancora troppo poco di te per odiarti», scherzò Madeleine guardando in quegli occhi celesti ancora lucidi di lacrime. Riuscì a farla sorridere, anche se solo per un attimo. Riuscì a spazzare via la tristezza dalla sua pelle con una semplice carezza che nemmeno credeva di poterle regalare.
«Se può farti sentire meglio, ho sempre tifato per Zayn», le disse il demone di rimando, facendo scoppiare la ragazza a ridere, gli occhi lucidi di ironia e il labbro stretto giocosamente tra i denti - come faceva sempre anche Zayn stesso quando rideva. «E puoi fidarti di me, okay?».
«Okay, Rem».
A Skylar veniva da ridere a sentirle parlare così.
Remember era sempre stata la più stronza nei suoi confronti, ed era sempre andato bene a tutti; insomma, il demone l'avrebbe volentieri uccisa ogni volta che la sentiva parlare male della donna di cui era innamorato, ma la mora era fatta così e col suo carattere di merda non ci si poteva fare nulla. E Madeleine l'aveva quasi sempre sopportata a stento, eppure in quel momento la stava rassicurando, abbracciando, le stava asciugando le lacrime e anche se pareva incredibile la stava perdonando per qualcosa che ancora non riusciva a ricordare del tutto - o che non aveva ricordato per nulla.
E a Skylar veniva solo da ridere a sentirle parlare così. Anche se probabilmente era colpa - o merito - dell'alcool e gli sarebbe venuto da ridere anche per la minima stronzata accaduta chissà dove sulla faccia della terra. A lui veniva da ridere perchè davvero non poteva credere alle proprie orecchie, perchè davvero Remember non si sarebbe dovuta scusare e non avrebbe dovuto piangere e non avrebbe dovuto pensare a Cherubiel perchè, cazzo, gliel'aveva promesso. Gli veniva da ridere per la gelosia di Madeleine nei confronti di Zayn, per il fatto che non riuscisse a smettere di pensarci e per la consapevolezza che Madeleine non l'avrebbe mai amato come lui non riusciva a smettere di amarla.
E rise forte, nel silenzio del parcheggio abbandonato. Rise forte, noncurante del fatto che le due ragazze l'avrebbero sicuramente sentito. Rise e basta, prima di inciampare nei propri piedi e cadere sul cemento grigio imprecando a mezza voce, ma abbastanza perchè le due ragazze poco lontane si irrigidissero. Rise, imprecò e subito dopo pianse fino a sciogliersi in singhiozzi, Skylar.
Non avrebbe voluto piangere. Non doveva piangere.
La sua risata era da far venire i brividi lungo la schiena. E Madeleine in effetti prese a tremare non appena la sentì, credendo che fossero i Nephilim. Credendo che chiunque fosse, fosse lì per ucciderla, per rapirla, per negarla a Zayn. Prese davvero a tremare come una foglia, mentre anche Remember si irrigidiva ma continuava ad accarezzarle i capelli cercando di calmarla. Poi però lo sentirono imprecare, e la mora scosse la testa prendendo poi un respiro profondo e lasciando un bacio leggero tra i capelli della castana.
«E' solo Sky... ci penso io, okay?».
La voce le si ruppe mentre scendeva con un saltello dal bancone pronunciando il nome dell'amico, e Madeleine si morse un labbro per non fare la stessa cosa, per non correre dal demone e aiutarlo - ma sapeva che avrebbe solo peggiorato le cose. La mora era abituata a vedere Skylar in quello stato, abituata a doverlo risollevare quando si ubriacava, abituata a stringerlo a sè e sussurrargli che sarebbe andato tutto bene tenendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi neri come il buio, come il cielo di una notte senza stelle, come l'inferno da cui provenivano entrambi. Era abituata a tenerlo lontano da Madeleine quando crollava, abituata a tenere lei a distanza perchè non si facesse del male vedendolo in quello stato per colpa sua - perchè non si facessero del male a vicenda.
Abituata ad inginocchiarglisi di fianco - con le ginocchia nude sul cemento freddo e ricoperto di vecchia polvere grigia come del resto lo era tutto lì dentro. Abituata a sussurrare il suo nome per attirare la sua attenzione, a sprofondare in quegli occhi neri, ad asciugargli le lacrime e a sussurrare «Va tutto bene, piccolo» abbracciandolo stretto mentre lui continuava a piangere tra i suoi boccoli neri. Abituata a sentirlo sussurrare «La amo così tanto che mi sembra di morire», ogni volta come fosse la prima.
E come Remember era abituata a sorreggere Skylar quando crollava, Madeleine in qualche modo sembrava essere abituata a sentirsi in colpa. Abituata a sospirare, passarsi una mano tra i capelli e osservare l'altra lasciarla da sola quando succedeva. Abituata a cercare di ricordare perchè si sentisse in colpa o perchè Skylar crollasse.
Abituata... ma distratta dagli occhi nocciola di Zayn improvvisamente nei propri. Distratta dalla sua figura stanca ma leggermente sorridente, distratta dalla sua mano inaspettatamente sulla propria guancia, mentre apriva e chiudeva la bocca - sorpresa - cercando di dire qualcosa, cercando di non fermarsi troppo a fissare le sue labbra rovinate dai morsi o i suoi occhi che sembravano chiedere scusa solo fermandosi nei propri. Cercando di tenere le mani al proprio posto per non toccarlo, per non tirarselo contro, abbracciarlo stretto e chiedergli di baciarla. Cercando di non far vedere quanto gli fosse mancato.
«Piccola, scusa...».
Un sussurro più lieve del vento. Un sussurro che la ragazza fece spegnere contro le proprie dita, ferme sulle sue labbra, a sfiorarlo quando si era ripromessa di non farlo, a sentirlo proprio solo grazie a quelle due dita quando avrebbe voluto avere la forza di spingerlo, urlare e rimproverargli di essere sparito senza nemmeno degnarsi di salutarla. Un sussurro che le solleticò le orecchie come una carezza e che le fece sentire la solita sensazione allo stomaco che non riusciva a smettere di provare quando lo sfiorava.
Un sussurro che era come le la stesse pregando di non limitarsi a sfiorargli le labbra - come se la mano che mosse verso il suo petto, posata direttamente sul suo cuore e quasi senza farlo apposta, si fosse mossa perchè gliel'aveva chiesto Zayn mormorando le sue scuse. E un sussurro che lei ricambiò ancora più lievemente, quasi come un brivido che le scivolò dalle labbra rosa e finì portato dal suo respiro dritto sulla nuca del demone, pronto a scivolargli lungo la schiena e poi a sparire come non fosse mai esistito.
«Posso fidarmi di te?», gli chiese, guardandolo negli occhi per capire dalla luce leggera nelle sue iridi se stesse mentendo o se potesse davvero fidarsi di lui con anima e corpo. Non che prima non si fidasse... solo, vederselo scivolare dalle dita le aveva fatto capire che per quanto potesse amarlo e per quanto potesse essere amata da lui, ci sarebbe sempre stato un minimo spiraglio di perderlo, ed era l'ultima cosa che voleva.
Il demone annuì appena, lo sguardo addolcito da quella richiesta fatta con un filo di voce, quasi come Madeleine avesse avuto paura di chiedere - quasi come se, se l'avesse detto a voce più alta, Zayn avrebbe potuto rispondere in modo diverso. O quasi come dicendolo a voce alta rendesse tutto più vero, o rendesse meno vera la sua risposta, mormorata anch'essa come fosse il loro piccolo segreto. «Certo», le sussurrò contro le labbra, dopo aver intrecciato le dita della propria mano con quelle della castana, ancora posate sul proprio cuore. «Certo che puoi fidarti di me, piccola», mormorò ancora, come stesse morendo in quel sussurro, come stesse morendo sulle sue labbra.
Come volesse morire baciandola.




 
   
 
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