Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Sweet_Killer    06/04/2015    6 recensioni
Sky, solo diciotto anni e una grande responsabilità alle spalle.
E sì, quello che tutti chiamano colpo di fulmine esiste veramente! Zayn lo sa, anche se il suo è stato più un colpo che un fulmine.
Nella sua vita è entrata Sky Tomlinson.
Ma chi sarà in realtà? Cosa nasconde quella ragazzina tenera e impacciata? E' davvero così, o in realtà ha una vita spericolata?
E così quel povero ragazzo verrà coinvolto in quella che sembra la seconda vita di Sky, tutt'altro che rosa e fiori.
------------
Spero di avervi incuriosite almeno un po'. :)
Attenzione: Accenni LARRY!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 2

Finì di lavare i piatti e si diresse verso la porta, pronta a chiudere il locale.

Ed era passata così un’altra giornata di lavoro.

Entrò in macchina, esausta per quelle otto ore passate a distribuire piatti e piattini a quei viziati.

Mise in moto la macchina, ma le vennero in mente una serie di impegni per quella nottata. Girò facendo sgommare quella povera auto.

Prese un cornetto alla crema e lo divorò in un boccone, stava per andare al lavoro, quello vero però.

Prese un bigliettino su cui c’erano scritti una serie di indirizzi.

“Il Bronx, New York” lesse per primo, sottolineato da una leggera linea di evidenziatore.

‘E ora chi ci arriva fino a New York?’ pensò, mentre si sistemava i capelli raccogliendoli in una coda alta.

Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.

Aumentò la velocità fino a toccare i duecento chilometri orari, attraversando tutta la super strada come se niente fosse.

Quello spettacolo non era nuovo per lei, gli abbaglianti delle macchine accesi, coppiette che limonavano sul ciglio della strada e ragazzi ubriachi che non sapevano nemmeno più guidare, ormai faceva parte della sua vita.

Aprì il cruscotto della macchina e uscì una pistola, carica.

Dopo un’oretta di viaggio abbastanza spericolato arrivò a New York.

Parcheggiò in un posto sconosciuto da tutti e fece la sua apparizione in quel quartiere di periferia in cui tutti la temevano.

Infilò la pistola in tasca e camminò fino a una cabina telefonica.

Quel giorno il quartiere non era molto movimentato, le strade in cui di solito alloggiavano gli spacciatori con la loro robaccia allucinogena erano stranamente vuote.

Digitò il numero di suo fratello e avvicinò la cornetta all’orecchio.

-Ciao Lou- lo salutò, guardandosi attorno.

-Ehi Sky, che c’è?-

-Senti, credo che mi fermerò tutta stanotte a New York per impegni di lavoro-

-Capito, hai la pistola carica?-

-Sì, non ti preoccupare- lo rassicurò, ma appena sentì delle urla dovette chiudere la cornetta.

Seguì quei suoni fino a un locale. Si sentiva puzza di cocaina nell’aria, ormai la percepiva come un cane addestrato.

Entrò senza farsi vedere per poi uscire allo scoperto con un –Tutti con le mani in alto! Polizia di Los Angeles!-

La guardarono divertiti.

-Ma dai, è un pesce d’Aprile anticipato per caso? Da quando una bambina fa parte della polizia?- rispose un ragazzo, avvicinandosi pericolosamente a lei.

-Non le consiglio di fare un altro passo- lo avvisò Sky estraendo la pistola e puntandogliela al petto.

Di tutta risposta lui si allontanò, facendola passare.

Ora le loro facce non avevano più nulla di divertito.

-So che qui dentro c’è della droga, e voi dovete fare i bravi bambini mentre do un’occhiata in giro- li avvertì accarezzando l’arma.

Guardò da tutte le parti, stando attenta alle reazioni di chi si trovava davanti, finché non trovo la roba chiusa in un ripostiglio.

Prese un sacco di tela da terra e mise tutto dentro, attenta.

Appena stava per uscire un tizio cercò di acchiapparla, con scarsi risultati dato che la ragazza prese la gamba di una sedia e riuscì a sbattergliela in testa.

Con le mani sporche di sangue prese il sacco e lo caricò nel cofano della macchina. Una mano la afferrò da dietro facendola cadere per terra.

-Ci vediamo piccola!- urlò un ragazzo prima di entrare in macchina e scappare con la droga.

Sky riuscì ad aggrapparsi al portabagagli e dovette tenersi stretta per non volare via.

Raggiunse il tetto della macchina e bloccò il braccio dell’uomo dal finestrino, poggiando i piedi sul vetro d’avanti in modo che non potesse vedere nulla e quindi non andare avanti.

Si buttò dentro la macchina e iniziò a spingere il ladro fuori per farlo cadere giù dall’auto, ma lui fu più veloce ad estrarre un coltellino svizzero dalla tasca e a ferirla al collo e alla testa.

Il dolore della ragazza si trasformò piano in rabbia.

Lo prese per le spalle e lo spinse violentemente giù, mettendosi poi alla guida e andando via con una ferita sanguinante e la maglia strappata.

Strinse i denti per non urlare dal dolore quando il sangue iniziò a scendere più copioso dalla ferita sul collo.

Estrasse la pistola e la ripose nel cruscotto.

Proprio in quel momento qualcosa colpì il vetro facendola andare fuori strada.

Cercò di non far sbandare la macchina, ma i risultati furono inutili.

Non aveva mai avuto paura come in quel momento.

La macchina partì dopo un po’, a fatica e per tornare a Los Angeles ci mise un’ora in più del dovuto.

Parcheggiò la macchina davanti al distretto di polizia ed entrò con il sacco.

-Ecco qua, ho sequestrato otto chili di cocaina da un locale nel Bronx, ora mi potete pagare così me ne vado a casa felice e contenta?- chiese implorando il capo di non affidarle un altro compito.

-Vai pure a casa Sky, aggiungeremo il doppio della paga al tuo stipendio mensile, promesso- la rassicurò Julia, invitandola a uscire da lì.

Sollevata, Sky si diresse ancora un po’ acciaccata verso la macchina e appena vi entrò tirò un sospiro di sollievo.

Mise in moto e tornò a casa, tra un po’ avrebbe baciato anche il pavimento dalla felicità.

-E un’altra nottata è finita- biascicò andando in bagno e chiudendosi a chiave per non farsi vedere dai suoi fratellini.

Si spogliò lentamente e si infilò nella doccia, iniziando a lavare via il sangue. Appena finito di lavarsi si disinfettò le ferite e infilò il pigiama, pronta per andare a dormire.

Salì le scale aggrappandosi alla ringhiera e appena fu nel letto si addormentò, soddisfatta del suo lavoro.

Fu la sveglia a interrompere il suo sonno, svegliandola da quella ‘lunghissima’ dormita di almeno tre ore.

Borbottò qualcosa ed uscì dal suo morbido letto.

Camminò fino alla finestra e l’aprì, per vedere che tempo faceva.

Stupita da tutto quel sole si precipitò allegra di sotto e accese i fornelli, facendoci bollire il latte.

Sistemò il tavolo per la colazione, erano tre posti esclusa lei, che l’avrebbe fatta al bar per la troppa fretta.

Salì ancora una volta di sopra ed entrò nella camera di Amanda, aprendo la finestra e avvicinandosi al letto di sua sorella.

-Sorellina, svegliati che è Sabato, oggi non vai a scuola e puoi passare tutta la giornata a divertirti-

In preda alla frenesia di passare una giornata solo giocando la bimba aprì gli occhi e si alzò di scatto, correndo a svegliare i due uomini di casa.

Saltò sul letto di Louis finché lui non si decise a lanciarle il cuscino addosso e a scendere da quel maledettissimo materasso.

Luke era già di sotto appiccicato alla tv per guardare le nuove puntate de ‘I due fantagenitori’ mentre Amy era intenta a spalmare la nutella sul suo panino.

-Io vado a cambiarmi- li avvisò per poi andare in bagno e lavarsi.

Con l’asciugamano addosso si diresse in camera sua e indossò un paio di Jeans e una maglietta azzurra, per poi avvicinarsi allo specchio, pettinarsi un po’ e stendere un filo di eyeliner sugli occhi.

Scese di sotto e prese la tracolla.

-Ciao, ci vediamo tra poco!- salutò gli altri uscendo di casa.

Fuori faceva stranamente caldo, eppure era ottobre.

Entrò in una caffetteria e si sedette a un tavolino, aspettando il cameriere.

Mentre era intenta a leggere il giornale come una vecchietta sentì il rumore della sedia di fronte a lei.

Abbassò la rivista e guardò meglio.

‘Non può essere!’ pensò tra sé e sé, mentre il cuore le iniziò a battere all’impazzata.

-Buongiorno signorina- la salutò cortese.

-Buongiorno signor Malik- cercò di rispondere, ma forse la sua euforia era troppo evidente e la voce le uscì più acuta del solito.

Quel ragazzo era davvero niente male.

-E’ occupato questo posto?-

-Credo da lei, ora-

Iniziò a osservarlo, indossava una canotta bianca che gli fasciava perfettamente il petto, coperta da una giacca di jeans.

-Forse ieri non ci siamo conosciuti nel modo più consono-

-Sì, le devo anche le mie scuse per la sua povera camicia-

-Mi dia del tu-

-No, mi sentirei fuori luogo a dare del tu a uno che mi da del lei-

-Ok Sky, desideri qualcosa?-

-Non so, forse sì, forse no- rispose facendo la misteriosa e guadagnandosi un sorriso da parte del ragazzo.

Ci si poteva specchiare in quei denti, erano così bianchi, così candidi, a dir poco perfetti.

Li raggiunse il cameriere, con in mano il solito dannato foglietto per le ordinazioni.

-Buongiorno ragazzi, cosa desiderate?- chiese, garbato.

-Io prendo un cornetto al cioccolato e un cappuccino- rispose Malik, sfoggiando il suo stupendo sorriso a trentadue denti.

La ragazza invece optò per il suo solito noiosissimo cornetto alla crema e un caffè freddo.

-Allora Malik, tu che lavoro fai?- chiese Sky, nascondendosi le mani nel maglione con fare timido.

-Mio padre è un imprenditore famoso in tutto il mondo. Diciamo che gli do una mano con il lavoro-

‘Bene, un altro figlio di papà, figuriamoci se trovavo un ragazzo semplice in quel ristorante a cinque stelle’ pensò, facendosi scappare un verso disgustato.

-C’è qualche problema?- chiese, alzando un sopracciglio.

Sky non rispose e tornò a giocherellare con i suoi capelli, mentre il moro la osservava accarezzandosi il labbro con l’indice.

-No, non c’è nessuno problema-

-Sai che mi da fastidio quando mi giudicano per il mio lavoro senza conoscermi? Non sono un ragazzo viziato come tutti pensano-

-Proverò a crederci- disse la ragazza.

Appena arrivò il cameriere con l’ordine i due iniziarono a mangiare parlando del più e del meno.

-E’ stato un piacere incontrarti- lo salutò Sky andando verso il bancone per pagare, ma fu preceduta da Zayn che pagò per entrambi il barista.

-Anche a me è piaciuto molto, spero di rincontrarti- aggiunse lui uscendo da lì e vedendo la ragazza allontanasi.

-Anche io lo spero- borbottò la ragazza girandosi verso di lui e sorridendogli.

‘Come diceva quel film? Se dopo averti salutato una ragazza si volta e ti sorride, vuol dire che le piaci’ pensò lui grattandosi la nuca e facendo un cenno di saluto, per poi incamminarsi verso casa.

 

*** BOOM! ***

Ciao meraviglie!!!

Eccomi qua con il secondo capitolo di questo scempio di fan fiction.

Spero che non mi sputiate in faccia dopo averlo letto e che continuerete a seguire la storia.

Sto dando il meglio di me per farla essere più seria e matura, infatti è un modo di scrivere decisamente diverso da quello che ho usato nelle altre mie storie.

Ciao e al prossimo capitolo!!

-GiuGi


   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Sweet_Killer