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Autore: Illidan    27/12/2008    8 recensioni
1998! Non scorderò mai quell’anno... Gli zombie mi mangiarono il mio cellulare nuovo! Ebbene sì, questa è la parodia di Resident Evil 4!!!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ada Wong, Albert Wesker, Altro Personaggio, Leon Scott Kennedy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO OTTO: DUE INCUBI E DUE MOSTRI

CAPITOLO OTTO: DUE INCUBI E DUE MOSTRI

 

Ida apre gli occhi. È in una chiesa, in piedi davanti all’altare, dietro il quale c’è un prete che legge qualcosa dalla Bibbia. La chiesa è piena di gente, tutta vestita elegante, come se fossero a un matrimonio. Ida si volta e vede le sue amiche, Stefy, Meg e Anne, vestite come damigelle. Poi scorge Miss Tattler che si soffia rumorosamente il naso e il mendicante cieco che la tiene a braccetto. Si accorge di avere addosso un abito bianco dal lungo strascico e di portare un anello d’oro al dito. Con un po’ di timore si gira lentamente alla sua sinistra e vede Weskor in tight, ma sempre con i suoi occhiali neri.

 

Prete:- Vuoi tu Adalberto Weskor prendere questa donna come tua legittima sposa nella gioia e nel dolore, nella salute e nell’infezione da virus, finchè morte o mutazione genetica non vi separi?-

 

Weskor (raggiante):- Sì, lo voglio!-

 

Prete:- Per l’autorità conferitami dalla chiesa di Scientology, io vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.- (Weskor fa per baciare l’allibita Ida, ma proprio un attimo prima che le loro labbra si tocchino la porta della chiesa si apre di schianto.)

 

Leon (entrando con una mitraglietta in mano):- Non ci provare, bastardo!!!-

 

Weskor (estraendo due 44 magnum):- Lei ormai è mia moglie! Sparisci, idiota!- (Cominciano a spararsi. Ida e le sue amiche si buttano a terra. I proiettili vaganti fanno fuori metà della gente presente, inclusi il prete e il mendicante cieco. Poi Weskor finisce i colpi.)

 

Leon:- Sei finito!- (Gli spara una raffica di proiettili e lo butta a terra.)

 

Weskor (morente):- Maledetto...- (Miss Tattler corre a soccorrerlo.)

 

Miss Tattler (piangendo):- No! Non muoia, giovanotto! La prego, non muoia! Ci racconti una barzelletta invece!-

 

Wekor:- Questo è troppo! Argh!- (Muore. Leon getta via la mitraglietta. Ida gli corre incontro e lo abbraccia.)

 

Ida:- Amore mio, mi hai salvata!-

 

Leon:- Roba da niente, baby!-

 

Ida:- Mio eroe!- (Si baciano appassionatamente.)

 

Ida si sveglia urlando in una caverna. Si accorge di essere su un altare sacrificale e vede con la coda dell’occhio un bergamados che solleva una scure e la cala veloce. Ida compie un movimento acrobatico complicatissimo (una specie di verticale e capriola in aria) e si ritrova in piedi di fianco all’altare. Guarda i bergamados con aria furba, ma vede che in realtà la scure ha tagliato un’enorme forma di taleggio appoggiata su un altro altare di fianco al suo.

 

Ida (un po’ contrariata):- Mi avete fatto fare quell’acrobazia per niente!-

 

Uomo con la scure:- Oh, scusa...- (L’uomo con il pancione gli tira uno scappellotto.)

 

Uomo con il pancione:- Sa fet, biggül? Nur sèm catif, domandem minga escusa!- [trad: Cosa fai, cretino? Noi siamo cattivi, non domandiamo mica scusa!]

 

Uomo con la scure:- Ah, scusa...- (L’uomo con il pancione gli tira un altro scappellotto.)

 

Uomo con il pancione:- Te ta capeset ‘na zverza, matòch!- [trad: Non capisci un cavolo, stupido!]

 

Uomo con il mestolo della polenta (arrivando da un’altra grotta):- La pulenta l’è pront! Masì la cinese e egnì col furmài!- [trad: La polenta è pronta! Ammazzate la cinese e venite col formaggio!-]

 

Uomo con il pancione (all’uomo con la scure):- Möes sèfol!- [trad: Muoviti babbeo!]

 

Uomo con la scure (sollevandola e avvicinandosi a Ida):- Scusa, eh!- (In quel momento si sente un cellulare che squilla. L’uomo con il mestolo della polenta tira fuori da una tasca un cellulare ultimo modello.)

 

Ida (con gli occhi fuori dalle orbite dalla rabbia):- Quello... è... il mio cellulare!!! E tu, brutto cafone, lo stai toccando con quelle mani lerce di polenta e di formaggio!!! (Estrae fulminea la pistola.) Morirete per questo!!!- (Spara quattro colpi e fa fuori l’uomo con il mestolo della polenta e l’uomo con il pancione.)

 

Uomo con la scure:- Scusa, scusa!!!- (Ida ammazza anche lui. Poi corre a raccogliere il cellulare.)

 

Ida (osservandolo):- Meno male, non si è sporcato. (Rivolta ai cadaveri.) Per vostra fortuna, altrimenti potevo non essere così comprensiva. (Risponde.) Pronto? Anne, ciao!!! Hai trovato Jack? No? Hum, guardati intorno, secondo me c’è un informatore... Uffa, anche tu con questa storia, non sono fissata! Senti, devo assolutamente raccontarti un incubo che ho fatto... Sì, mi hanno narcotizzata o qualcosa del genere, ma non importa questo. Devi proprio sentirlo, è una cosa totalmente assurda e soprattutto piuttosto terrificante! Allora...-

 

Mentre Ida racconta alla sua amica l’incubo, Leon sta per affrontare un mostro gigantesco, chiamato el sach da gras! Ma come ci è arrivato? Per saperlo, bisogna tornare indietro di alcune ore. Dopo aver concluso la conversazione con Ingrid, Leon esce dalla casa a due piani e si dirige verso la chiesa. Stranamente riesce a trovarla subito passando attraverso un passaggio segreto sotterraneo. Sale sul colle attraversando il cimitero e spinge la porta con tutte le sue forze, ma non si apre.

 

Leon:- Dev’essere chiusa! Hum... Forse la chiave è sotto il tappeto. (Alza il tappeto e trova un foglietto.) “La chiave è nascosta dall’altra parte del lago. Così quell’imbesel dell’americà andrà a cercarla e verrà divorato dal mòster da lach.” Accidenti! Perchè lasciano sempre messaggi così criptici? (Lo legge e lo rilegge.) Credo di aver capito di dover superare un lago... Chissà cosa vorrà dire “mòster da lach”?-

 

Leon prosegue e, dopo essere miracolosamente sfuggito a innumerevoli agguati dei bergamados, arriva sulla riva del lago. Da lì non si può vedere l’altra riva per via della nebbia, ma con il cannocchiale Leon osserva una piccola barca sulla quale ci sono due bergamados e il poliziotto ancora vivo. Leon non sente ciò che si dicono, ma vede che discutono animatamente.

 

Poliziotto (supplichevole):- Ehm, amici! Perchè volete buttarmi nel lago? Ve l’ho detto che era quell’altro alla guida, non io!-

 

Uomo con il nasone:- Nur gh’em zemò mültàt ‘l tò amìs!- [trad: L’abbiamo già multato il tuo amico!]

 

Poliziotto:- Alla faccia della multa! Comunque, sono sicuro che se la meritava! Io invece potrei andare?-

 

Uomo con la barba tagliata male:- No! Ma toca da da mangià al mòster ura!- [trad: No! Noi dobbiamo dar da mangiare al mostro ora!]

 

Poliziotto:- Mostro??? No, aspettate! Io sono uno di voi! Sono di Casirate d’Adda!-

 

Uomo con il nasone:- Dabù?- [trad: Davvero?]

 

Poliziotto:- Pòta!- [trad: Certo!]

 

Uomo con la barba tagliata male:- Me crède mia! Chi ‘l era ‘l tò pupà?- [trad: Non ci credo mica! Chi era il tuo papà?]

 

Poliziotto:- Bartolomeo, dìt el capà.- [trad: Bartolomeo, detto l’acchiappato, cioè portato all’ospizio con la forza.]

 

Uomo con il nasone:- Ah, Bartolomeo! Me ‘l recurdè! Puarèt!- [trad: Ah, Bartolomeo! Me lo ricordo! Poveretto!]

 

Uomo con la barba tagliata male (abbracciando il poliziotto con le lacrime agli occhi):- Fredèl! Fredèl mè! Mè gh’ò truàt tà a la fi!- [trad: Fratello! Fratello mio! Ti ho trovato alla fine!]

 

Poliziotto (anche lui con le lacrime agli occhi):- Ca gioia, fredèl!- [trad: Che gioia, fratello!] (L’uomo con il nasone si soffia il nasone in un fazzoletto.)

 

Uomo con la barba tagliata male:- Ura nur non ma spartèserèm !- [trad: Ora non ci divideremo mai più!]

 

Mentre i tre festeggiano il ricongiungimento fraterno, il mostro sale dal profondo del lago e li inghiotte tutti. Ma Leon non vede il mostro, è troppo impegnato a osservare il volo di una farfalla.

 

Leon:- Ah, mi ricorda quelle sul vestito di Ida Wrong, quella povera ragazza che non ha saputo resistere al mio fascino... Chissà se la rivedrò mai... (Torna a osservare il lago, ma non c’è più nessuna barca.) Uffa! Mi distraggo un attimo e quelli spariscono subito! Che antipatici!-

 

Leon va verso un piccolo attracco per le barche, dove c’è una barchetta a motore. Ci salta su e parte. Sembra che tutto vada bene, ma quando è circa in mezzo al lago un enorme mostro acquatico dal colore grigio-bianco con le fauci spalancate salta fuori dall’acqua.

 

Leon (terrorizzato):- AAAAHH!!! Ecco cos’era il mòster da lach: il mostro del lago!!! (Il mostro punta verso la sua barca.) Calma, dovrei avere degli arpioni! (Guarda dentro la barca, ma trova solo un foglietto.) “Mè gh’ò töc in prestet i arpion. Bruno.” [trad: Ho preso in prestito gli arpioni. Bruno.] Non so chi sia questo Bruno, ma spero che muoia fra atroci tormenti!!! (Il mostro si fa sempre più vicino e spalanca la bocca, pronto ad inghiottire anche questa barca.) Ci vorrebbe un miracolo! Oh, ti prego, Dio, non abbandonarmi proprio ora! Fa’ che io sia ancora incredibilmente fortunato!- (In quel momento dalla nebbia emerge un veliero ottocentesco, sulla cui prua si agita un vecchio con una gamba di legno e un arpione nella mano destra.)

 

Capitan Achab:- La balena bianca!!! Più veloci uomini! Non fatela fuggire! La balena bianca è mia!!! (Lancia l’arpione e prende il mostro, che è costretto ad abbandonare il suo pasto e a difendersi.) Questa volta ti avrò, maledetta!!! Mi fumerò il tuo grasso nella pipa!!!- (Leon osserva il mostro e la nave allontanarsi.)

 

Leon (alzando le braccia al cielo):- Grazie San Herman Melville! Giuro che la prima cosa che farò appena tornato a casa sarà leggere Moby Dick!-

 

Leon fa ripartire il motore e arriva sull’altra riva. Scende dalla barca e si incammina sul sentiero. Poi però si sente male. Un dolore tremendo lo prende al torace e allo stomaco. Arranca fino a una baracca e si butta dentro. Sopraffatto dalla sofferenza crolla sul pavimento privo di sensi. Dopo un po’ riapre gli occhi tossendo.

 

Leon:- Ooohh! Non mangerò mai più insalata russa sull’aereo! Che mal di pancia! (Si solleva e si mette a sedere. Poi si guarda le braccia e vede qualcosa di strano, come se le sue arterie si stessero ingrossando e diventando più visibili.) Che diavolo succede? Non credevo che l’insalata russa facesse così male! (Delle linee nere ora coprono tutte le sue braccia e mani e salgono verso il suo collo.) Maledetti avvelenatori! L’avranno coltivata a Chernobyl! AAAHH!!!-

 

Proprio in quel momento Leon si sveglia di soprassalto perchè sente la suoneria del suo cellulare.

 

Leon (guardandosi le braccia):- Oh, meno male! Sono normali, era solo un incubo... (Risponde al telefonino.) Pronto?-

 

Mamma (arrabbiata):- Ti avevo detto di mandarmi un SMS la sera!!! Lo sai che ore sono?-

 

Leon:- Non lo so, mamma...-

 

Mamma:- Le dieci e mezza!!! Ma per cosa te l’ho comprato a fare il cellulare se non lo usi??? Ti costava tanto mandarmi un breve messaggio con scritto:“Ciao mamma, va tutto bene”???-

 

Leon (contrito):- Scusa, mi spiace di averti fatta preoccupare...- 

 

Mamma (dolce):- Lo sai che ti voglio bene, tesoro! Tu sei il mio bambino, io mi preoccupo sempre per te.-

 

Leon:- Lo so, mamma.-

 

Mamma:- Beh, allora com’è l’Italia?-

 

Leon:- Sinceramente per quel che sto vedendo non mi sembra un gran che... Il paesaggio è piuttosto bello, ma la gente è totalmente fuori di testa e poi parlano lingue incomprensibili!-

 

Mamma:- Fuori di testa? Mi avevi detto che non c’erano zombie!-

 

Leon:- Il capo mi ha fregato ancora: questi sono bergamados, cioè sono zombie in grado di parlare, ma dicono più che altro idiozie.-

 

Mamma:- Ah davvero? Adesso quel brutto cattivone del tuo capo mi sente! Nessuno può trattare così il mio bambino!- (Mette giù.)

 

Leon:- No! Mamma, ti prego no! (Si accorge che ha messo giù.) Oh dannazione! Mi fa sempre fare la figura del mammone! Per questo nessuna donna mi vuole...- (Squilla la ricetrasmittente. Leon risponde.)

 

Ingrid:- Leon, sono sei ore che cerco di chiamarti!-

 

Leon:- Forse devo alzare la suoneria... Comunque avevo perso i sensi.-

 

Ingrid:- Perso i sensi? Cos’hai mangiato sull’aereo?-

 

Leon:- L’insalata russa, ma non c’entra!-

 

Ingrid:- Eh, non c’entra! Se mangi quella roba è chiaro che poi stai male! Hai trovato la chiesa?-

 

Leon:- Sì, ma era chiusa. Sto cercando la chiave adesso.-

 

Ingrid:- Ok, sbrigati però!-

 

Leon:- Sei impaziente di uscire con me?-

 

Ingrid (piuttosto scocciata):- No, il Presidente ha già comprato per Ashley il biglietto della sfilata di moda di dopodomani e non vorrebbe che andasse sprecato.-

 

Leon:- Ah...-

 

Ingrid:- Ci sentiamo più tardi allora. E te lo dico per l’ultima volta: non voglio uscire con te!- (Riattacca.)

 

Leon (tra sè):- Sto cominciando a far colpo!-

 

Esce dalla baracca e corre sul sentiero buio illuminato da poche torce. A un certo punto gli si parano di fronte due bergamados.

 

Uomo con il pancione (indicando Leon):- Il terùn!-

 

Uomo con il cappello schifoso:- Oh, no! Nur sèm sulamènt du! Ca püdèsem fa?- [trad: Oh, no! Noi siamo solo due! Che cosa possiamo fare?]

 

Uomo con il pancione:- Me gh'ò gna la pröma idèa!- [trad: Non ne ho la più pallida idea!]

 

Uomo con il cappello schifoso:- Pensa! Pensa! Pensa!- (L’uomo con il pancione fa uno sforzo incredibile, si prende la testa fra le mani, diventa viola e alla fine la testa gli esplode con un grosso scoppio.)

 

Leon:- Pensare gli ha fatto un po’ male, si vede che non era abituato. (Ma dal collo dell’uomo col pancione esce la Verzas, con tentacoli alle cui estremità sono legate lame affilate.) Oh, non facciamo scherzi! Che è quella roba?- (La Verzas si muove veloce. Leon si abbassa di scatto, ma la lama non si ferma, fa il giro completo e infilza l’altro bergamados.)

 

Uomo con il cappello schifoso:- Ma te tà sèt proprio un barlafüss!!!- (La Verzas dell’uomo con il pancione non riesce più a muoversi, perchè la lama si è incastrata nello stomaco del bergamados e si è aggrovigliata con la sua Verzas. L’uomo con il cappello schifoso cerca di togliersi la lama dalla stomaco con tutte le forze, ma non ci riesce. Leon guarda la scena pietosa.)

 

Leon:- Scusate...-

 

Uomo con il cappello schifoso (tirando la Verzas con entrambe le mani):- Spacca minga i ball, terùn!-

 

Leon:- Me ne vado subito. Ma prima può dirmi dov'è la chiave della chiesa?-

 

Uomo con il cappello schifoso:- Non te lo dirò mai, terùn! Non ti dirò mai che la ciaf de la ceza è in quella cassetta laggiù!- (Indica una cassetta di legno a margine del sentiero.)

 

Leon:- Grazie mille!- (Va a prendere la chiave.)

 

Uomo con il cappello schifoso:- Porca aca!- [trad: Porca vacca!]

 

Leon prende la chiave e si allontana salutando i due bergamados. Sale di nuovo sulla barchetta e riattraversa il lago. Scende e ripercorre la strada dell’andata. Non appena entra all’interno di una palizzata, però, subito dei bergamados chiudono l’entrata e l’uscita. Contemporaneamente altri aprono velocemente un’enorme portone. Leon estrae la pistola allontanandosi per precauzione. Poi dal portone esce un terribile... tappo! Un nano alto un metro scarso che salterella allegro fuori dall’enorme portone. I bergamados sbalorditi guardano bene cosa c’è scritto sopra sullo stipite:“L’om püse bas da töc, ‘l bas basent ca püse bas non sa pöl”, cioè “L’uomo più basso di tutti, bassissimo che più basso non si può”. Un bergamados tira un calcio al tappo e lo manda in orbita, mentre gli altri vanno ad aprire il portone di fianco, dove c’è scritto invece:“El sach da gras”. Appena lo aprono esce un gigante grassissimo che si muove a fatica per via della ciccia. Nonostante ciò, comincia subito a fare a pezzi i bergamados.

 

Uomo con le bretelle (indicando Leon):- La! La ‘l duì masà!- [trad: Lui! Lui devi ammazzare!] (El sach da gras lo schiaccia con un pugno.)

 

Uomo con la roncola (scappando):- Merda!- (El sach da gras lo calpesta.)

 

Uomo con il mestolo:- No! Biggül, no!- [trad: No! Scemo, no!] (El sach da gras si siede e lo riduce in poltiglia con le sue immense chiappe. Poi si rialza e, visto che i bergamados sono finiti, si muove verso Leon.)

 

Leon (sparandogli):- Non gli fanno niente i proiettili! Non riescono neanche a scalfire la superficie del grasso! Dannato colesterolo! (El sach da gras sta per afferrarlo, ma un cane ulula e lo distrae.) È quel cane di prima! (Il cane arriva di corsa e azzanna Leon alla gamba.) AAAAHH!!! Sì, è proprio quello di prima!!! Lasciami bastardo! Lasciami!!! (Leon saltella con il cane attaccato alla gamba destra. La vista di una scena così patetica fa sbellicare el sach da gras.) Bastardo! Figlio d’un cane! Mollami!!! (El sach da gras ha le lacrime agli occhi da quanto ride. Cade a terra prono e batte i pugni. A un certo punto arriva a star tanto male per via delle risate che la Verzas gli esce sulla schiena.) E lasciami!!! (Tira un pugno al cane che finalmente lo lascia e scappa. Leon, infuriato, gli spara dietro con la pistola e la doppietta, ovviamente mancandolo. In compenso però colpisce la Verzas del sach da gras. Il mostruoso gigante stramazza morto, mantenendo tuttavia il sorriso sul muso.) Uao! Quel cane mi ha salvato in effetti!-

 

La porta si riapre. Leon la attraversa e va verso la chiesa. Finalmente arrivato, infila la chiave e prova a girare, ma non ci riesce. Preso dalla rabbia, spinge con forza la porta, ma non si apre ancora.

 

Leon (urlando):- Perchè non ti apri??? (Prende a calci e pugni la porta, ma non serve a niente. Disperato, alza gli occhi al cielo e nota in alto un piccolo cartellino. Lo legge.) “Tirare, non spingere.”...-

 

 

Ringraziamenti:

 

@Suikotsu: Eh, già è stato proprio fortunato, anche col cane, eh?

 

@nueblackcrowfriend: Ci metto un po’ di più per aggiornare perchè faccio anche capitoli più lunghi qui! E poi tu non sai che difficoltà dover usare quelle astruse lingue! Comunque no, Devil May Cry non lo conosco, ma ne ho sentito parlare... Perchè?

 

@AnimaDannata: Beh, credo sia normale che tu la odi: la concorrenza da sempre fastidio, no? Scherzo, metti via la motosega!!! AAAAAHH!!!

 

@utada_hikaru: Ida preferisce sgozzarlo con le sue stesse mani, ma in mancanza di meglio forse le potrebbe interessare anche quel quaderno...

 

@BaschVR: Non ci crederai, ma il cane-piattola è arrivato sul serio!!! La sorella di un mio amico ha comprato un bassotto che ha cercato di mordermi i pantaloni!!! Adesso basta! Io vado a comprare un qualche amuleto contro le tue maledizioni perchè sennò non arrivo vivo alla fine di questa fic!

 

@Sengir: Eh, i traslocatori sono ancora impegnati purtroppo...

 

@Smile94: Beh, rispetto a quando hai commentato tu è presto, no?

 

@Alexis Lockheart: Uao, sei una vera divoratrice di fanfic!

 

Per chi non avesse capito:

 

ciaf de la ceza=chiave della chiesa.

   
 
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