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Autore: Sid Draco    02/05/2015    1 recensioni
Nuova generazione, nuovi personaggi, nuovi eventi.
Hogwarts é finalmente stata ricostruita dopo la fine della seconda guerra magica, pronta ad ospitare nuovi studenti, vite intrecciate e, ovviamente misteri!
ma cosa c'entrano L'ade e Dante Alighieri con i la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Senza aspettare risposta Vled presentò “Eleonore, lui è Ted Lupin; Ted, lei è Eleonore Whrite. Accomodati pure.” Aggiunse poi indicando con la mano il letto accanto al davanzale. Ted ci si sedette sopra, stando di fronte alla Serpeverde, in piedi poggiata al letto opposto.
“allora, dicevo…” riprese Vled. – “Tu fumi?” la interruppe stupito Ted. La ragazza inarcó un sopraciglio. “a quanto pare.” Disse freddamente, poi si volse verso Eleonore, come se non fosse mai stata interrotta. “Dicevo, Hogwarts è su suolo magico anti-sommossa, i terremoti non si sentono, ammeno che l’ipocentro non sia all’interno del castello.” – “O sotto il castello” la corregge la compagna di stanza.
“Scusate, ma che significa?” s’intromise Ted, perplesso. Eleonore giá immagina l’espressione irritata di Vled, ma si stupí di vederla sorridere verso il ragazzo.
“I terremoti, Ted, sono scosse terresti, cioè della terra. La terra è una palla, piú in dentro vai, piú è calda, quindi è quasi liquida. Sopra al liquido ci sono enormi pezzi di rocce, grandi come interi continenti, che si muovo e si spingono. A volte quando si spingono, essendo l’impatto troppo forte, c’è un terremoto, cioè le scosse. Il punto da dove partono le scosse, cioè dove c’è l’urto, si chiama ‘ipocentro’.” Spiegó cercando di far capire in poche frasi quel concetto tanto complicato. Per sua fortuna Ted parve pensarci qualche istante, e poi sorridere. “Credo di aver capito. Quindi le rocce sono appena sotto Hogwarts?” Fu Eleonore a rispondergli, preso in simpatia quel ragazzo cosí giovane e sveglio. “si, è quello che pensiamo. Le rocce, chiamate ‘placche continentali’, devono essersi scontate proprio sotto Horgwarts.” Improvvisamente Vled balzó giú dal davanzale, lasciando la sigaretta accesa sulla roccia fredda.
“Aspettate!” esclamó, dirigendosi verso il proprio baule. Estrasse una chiave che teneva legata al collo con uno spago sotto la camicia, a mo’ di collana, la inserí nel lucchetto che chiudeva il baule, e toltolo aprí il coperchio, fiondandocisi dentro. Cercó per qualche decina di secondi, mentre gli altri due la fissavano silenziosi, ed infilata la mano sotto una pila di vestiti ne estrasse un libro.
Lo aprí alle prime pagine, lesse qualcosa, lo sfoglió frenetica ed in fine alzó lo sguardo, trionfante.
Si recó dagli altri due. “Guardate, in questo libro di scienze c’è la cartina delle placche continentali e…” – “La Gran Bretagna sta sopra un’unica placca. Ció significa che…” Aggiunse Eleonore. Alzó lo sguardo incrociando quello della Grifondoro.
Il silenzio cadde, e con sorpresa di tutti, fu interrotto da Ted.
“Significa che il terremoto non è provocato dalle placche, ma da una magia.”
Il terrore si dipinse sul volto dei tre.
“A tutti gli studenti, le lezioni riprenderanno tra dieci minuti. Siete pregati di tornare in classe.”
La voce della preside risuonó in tutto il castello, al che Vled, Eleonore e Ted si di ressero verso la porta, silenziosi.
“Ci vediamo piú tardi, Ted.” Salutó Vled, prendendo la propria borsa in cuoio da terra, imitata dagli altri due.
Uscirono dal ritratto, ed imboccato un corridoio finalmente qualcuno parló. “Cosa credete sia stato?” – “Non ne ho idea, Lupin.” Rispose la Serpeverde. “Nemmeno io.” Ammise neutra Vled.
“C’è un’altra cosa che peró non mi spiego.” Ammise Eleonore con un leggero tremolio di imbarazzo ed insicurezza nella voce. “perché nel tuo baule ci sono libri scolastici da liceo babbano?” rivolse esitante la domanda alla Grifondoro.
Con un’alzata di spalle risose solamente “trovo affascinante il mondo babbano, e spesso l’apprendimento della magia non lascia spazio allo studio di ció che ci circonda. Cerco di tenermi in pari con tutto.”
“Io ho pozioni, devo scendere” annunció Teddy prima di imboccare un corridoio che portava alle scale per scendere. “ciao Ted”- “Lupin.”
Le ragazze proseguirono sul piano, diretti all’aula di Trasfigurazione.
“Cos’ hai la prossima ora?” chiese la Serpeverde per fare conversazione. “Difesa Contro Le Arti Oscure, tu?” rispose senza guardarla, camminando composta ed elegantemente fluida. Appariva estremamente purosangue, pensó Eleonore.
“Divinazione.” – “com’è come materia? Io non la frequento, non la trovo abbastanza scientifica.” Ammise Vled, leggermente incuriosita.
“La magia non è scientifica.” Sorrise Eleonore. “È particolare, sinceramente non so se sia un ramo della magia attendibile, non so proprio se sia magia. Peró è interessante.”
Erano arrivate davanti all’aula di Trasfigurazione, Vled sospinse la porta, tenendola aperta per far passare la compagna di dormitorio prima di lei. Ella ringrazió perplessa e leggermente imbarazzata per quel gesto tanto formale eppure fatto con tale naturalezza.
“Buongiorno Professoressa.” Salutó formalmente Vled, e subito Eleonore la imitó. La seguí anche a sedersi al primo banco, alla sia sinistra. Vled la guardó inarcando le sopracciglia e schiudendo le labbra, ed Eleonore quasi temette di essere stata troppo invadente. Vled parve intuire i suoi pensieri, al ché sorrise rassicurante, con il suo solito ghigno forzato e privo di allegria, formale.
“Buongiorno Signorina Vled, Signorina Whrite.” Le accolse la Preside, dalla cattedra.
“Signorina? Sembra piú un’uomo per com’è vestita.” Sussurró un ragazzo dai capelli biondo cenere, abbastanza forte da farsi sentire dal soggetto della conversazione.
La ragazza si volse verso il corvonero che aveva parlato, affiancato da un tassorosso alto e secco, con capelli mori ed occhi marroni.
“devi ammettere, peró, che sembra tipo un conte. Hai visto come si atteggia, da superiore?” rincaró la dose il moro, silenziosamente osservato da Vled, un ghigno divertito sulle labbra.
“Sebbene io non sia sicura che fosse inteso come complimento, ti ringrazio. Il titolo di Conte è estremamente ben visto, per non parlare del valore simbolico. Per quanto riguarda la mia presunta arroganza ed i miei modi, si chiama eleganza, ed anche una buona dose di educazione. E non parlo di educazione purosangue, bensí di umanitá.”
Detto cío si volse incrociando lo sguardo della Preside, impenetrabile. Vled le sorrise inespressiva, si piegó ad estrarre il materiale necessario per la lezione dalla borsa e posato il tutto sul tavolo, si sedette composta sulla sedia, attendendo l’inizio della lezione.
“Ragazzi, prendete posto prego.” Cominció la lezione la preside dopo aver lanciato un’occhiata incuriosita ma illeggibile a Vled.
“Bene, come tutti saprete io sono la Preside McGranitt. Per quest’anno sono anche vostra insegnante di Trasfigurazione, ho deciso di restare per accertarmi io stessa della ripresa di Hogwarts dopo undici anni passati a ricostruire il castello. Probabilmente la mia carica durerá poco, ma finché sono qui, pretendo il massimo rispetto da parte vostra, della mia autoritá, delle regole e dei vostri compagni di casa.” Detto ció il suo sguardo si soffermó sul Tassorosso ed il Corvonero che avevano avuto l’arroganza di giudicare senza conoscere una sua alunna.
“Detto questo, cominciamo la lezione. Non vi conosco ancora molto bene, dunque ho preparato una serie di domande sulla Trasfigurazione teorica, alle quali risponderete per iscritto.”
Con un battito di bacchetta una serie di fogli si alzó in volo dalla cattedra, distribuendosi da soli agli studenti.
“Avete un’ora di tempo.” Detto ció batté su una clessidra con la bacchetta, la cui sabbia bloccata magicamente nella parte superiore cominció a scorrere.
Vled scorse tutte le domande, aprendosi in un furbo sorriso sempre piú amplio mano a mano che i suoi occhi scorrevano.
Cominció a scrivere con una penna nera ed inchiostro verde.
“Vled.” Chiamó sottovoce Eleonore. “Dimmi.” Rispose l’altra. “la cinque.” Disse la Serpeverde.
Vled lesse la domanda cinque, la quale citava “A che ramo della Trasfigurazione appartiene l’essere un’animagus?’ – “Trasfigurazione Umana.” Suggerí la Grifondoro.
“Grazie.”
Dopo una decina di minuti Vled posó la penna, chiuse la boccetta d’inchiosto, arrotoló la pergamenta contenente le domande e rispose del compito e poggió la testa sul banco, sopra le braccia incrociate.
Un colpo di tosse le fece alzare lo sguardo annoiato in direzione della Preside.
“Non si sente bene, signorina Vled?” chiese lla preside.
L’interpellata, sotto lo sgardo di tutti, si alzó in piedi, diritta. “Al contrario, professoressa. Sto benissimo.” Sorrise cordiale. “allora potresti, gentilmente, spiegarmi come mai hai interrotto il compito?”
“Al contrario, professoressa!” esclamó dunque Vled. “non l’ho interrotto, l’ho terminato.” Anche le ultime penne smisero di scrivere, e tutti gli occhi si volsero verso la ragazza.
“mi sembra improbabile, il compito era pensato per tenervi occupati almeno mezz’ora. Non è possibile tu abbia giá finito, ricontrolla le risposte.” Detto ció continuó a scrivere qualunque cosa stesse scrivendo prima di interrompersi.
Vled srotolò la pergamena, la lesse due volte, senza mai impugnare la penna, poi la arrotolò nuovamente. Stette seduta composta, fissando il banco.
La preside alzó lo sguardo nuovamente, per poi interpellarla. “Vled, cosa stai facendo?”
La ragzza si alzó in piedi, composta, le braccia dietro la schiena, e spiegó “attendo, Preside.” La McGranitt cominció a spazientirsi, eppure non riusciva a cogliere la minima arroganza o sfida nei modi della ragazza.
“Ho giá suggerito di ricontrollare il compito.” – “L’ho fatto, Preside. Piú volte.”
“Consegnami il compito.” Ordinó dunque la donna. Vled eseguí, e la McGranitt srotoló la pergamena, cominciando a leggere. I suoi occhi scorrevano veloci sul foglio, mascherando l’incredultá.
“Quindici punti a Grifondoro.” Disse semplicemente, per poi tornare a sedere alla cattedra, facendo segno a Vled di tornare al proprio posto.
 
“Come hai fatto?” esclamó Eleonore a fine lezione, uscendo assieme alla Grifondoro dall’aula. “fatto cosa?” chiese disinvolta l’altra. “Oh andiamo, lo sai! Come hai fatto a finire tutto in dieci minuti?” Insistette. Vled alzó le spalle, per nulla presa dalla discussione.
“Ho semplicemente pensato e scritto. Non ho fatto nulla di incredibile. Comunque la Preside resterá parecchio delusa quando scoprirá che non sono per nulla brava in Trasfigurazione.” – “Non sei brava?!” esclamó la Serpeverde, svoltando l’angolo. “Hai fatto tutto in dieci minuti!” – “Smettila.” Disse secca Vled, piú aggressiva di quanto avesse voluto.
L’altra si zittí all’istante, perplessa e vagamente in imbrazzo. “per favore, smettila.” Ripeté piú cordialmente la Grifondoro, con un sorriso forzato ad incresparle le labbra.
“La teoria non è tutto, per la Trasfigurazione è necessaria una grande fantasia visiva, ed io non ne ho. Non so nemmeno disegnare.” La sua voce suonava disinvolta ed annoiata. “Probabilmente non so piú nemmeno piú sognare.” Si volse verso la coetanea, con un sorriso enigmatico, privo di gioia e di dolore. “Ma pazienza, non si può avere tutto dalla vita, immagino. Ed io sono giá stata fin troppo fortunata.”
S’arrestó di colpo, alla fine del corridoio, di fianco ad un’armatura. Si volse verso la Serpeverde, salutó e s’incamminò, lasciandola lí, sola e pensierosa.
Eleonore si sentí spiazzata, quella ragazza era parecchio particolare e misteriosa. Aveva uno strano comportamento, era estranea a tutto e tutti, celata dietro una maschera di buone maniere e disinvoltura. Qualcosa c’era, ne era certa, eppure Vled pareva non curarsi di nulla. Semplicemente era lí, viveva. E sorrideva, sempre. Come fosse una condizione sociale, piú che un’espressione di emozioni.
Eleonore sospiró e si diresse verso l’aula di Divinazione, pensando al tempo che aveva a disposizione per conoscere meglio quella particolare ragazza.
 
                                    *                                  *                                  *
 
“Buongiorno ragazzi!” esclamó un uomo sulla trentina, saltando fuori da dietro la cattedra. Lasciando perplessa la gran parte della classe. Vled, dall’ultimo banco dove si era seduta, alzó la testa, fissando l’uomo, scettica. “Io sono il professor Wild, e vi insegneró la difesa contro le arti oscure, ma prima, chi sa dirmi cosa sono le arti oscure?”
Vled pensó che sembrasse un’attore sul palco, recitava quella frase come se fosse stato al centro del mondo.
“Ridicolo.” Sussuró una ragazza dalla cravatta rosso-oro seduta accanto a Vled. Non sapeva chi fosse quella giovane, l’aveva appena intravista in Sala Grande durante la colazione, mentre raccontava qualcosa di apparentemente molto divertente ad un gruppetto di ragazzi della medesima casa.
“Piacere, io sono Lea Morrison” aggiunse porgendo la mano alla vicina di banco, che, seconda volta nel giro di pochi secondi, alzó un spraciglio scettica.
Strinse educatamente la mano della ragazza, presentandosi “Vled.”. Lea sfoderó un sorriso amabile e con una certa eccitazione, come se non aspettasse altro, si mise a blaterare. “Allora sei tu il Conte Vled! Non vedevo l’ora di conoscerti!” – “peccato che non possa dire la stessa cosa.” Sbuffó la ragazza, ma Lea nemmeno l’ascoltó, continuando il suo sproloquio.
Nel frattempo il Professore aveva posto la fatidica domanda alla classe, di qule fosse la creatura magica piú pericolosa al mondo.
“Allora, dimmi” non demorse Morrison. “qual’è il tuo segreto? Chi sei in realtá? Un rivendicatore del Mago Oscuro? Una discendente di uno dei Quattro Fondatori? Andiamo, a me puoi dirlo!” – “ah si?” domandó scettica Vled. “e come mai dovrei fidarmi proprio di te? Ti conosco da due minuti e giá mi pare che parli troppo. Non ispiri poi una gran fiducia.” Prima che Lea potesse protestare, fintamente ferita, il Professore interruppe quello spiacevole scambio di opinioni.
“Ragazze, per favore, fate silenzio.” Le rimproveró l’uomo dai tondi occhiali. Vled pensó che in fondo non avesse un’aria poi troppo sveglia.
“Se non volete che vi tolga dei punti farete meglio a dirmi che creatura è, a vostro parere, la piú pericolosa nel mondo magico.” Sorrise amabile, andando a fermarsi davanti al banco delle due. Lea cominció a balbettare qualcosa di confuso, indecisa, l’altra invece si alzó educatamente, guardando negli occhi il Professore, e rispose al quesito.
“Secondo me, Professore, la creatura piú pericolosa, nel mondo magico e non, è un’essere umano con cattive intenzioni.”
Odiava i sussurri che si propagavano per la classe quando diceva qualcosa di intelligente, e le occhiatacce dei Corvonero, come della sua compagna di dormitorio, piene di astio ed invidia.
 
                                    *                                  *                                  *
 
“Wild è un’imbecille.” Constató Vled, affiancata da Ted ed Eleonore, diretta in Sala Grande per la cena. “Chi?” chiese la Serpeverde, unica a non aver ancora avuto la lezione di Difesa Contro Le Arti Oscure quel giorno.
“Wild, l’insegnante di Difesa. Quello magro con gli occhiali da pesce.” Spiegó l’undicenne. “Lo odio, mi ha giá tolto venticinque punti.” Ammise Ted, varcando la soglia della sala.
“Come mai?” fu il turno di Vled di chiedere spiegazioni, mentre disinvolta seguiva Eleonore al tavolo di Serpeverde. Il Grifondoro si strinse nelle spalle e la Serpeverde si strinse nelle spalle, perplessa. Vled, invece, non dava segno di curarsi della direzione che avevano preso. Difatti fu la prima a sedersi al tavolo Verde-Argento, subito seguita dagli altri due, che sbigottiti si guardarono attorno, notando che in effetti piú studenti sedevano ad un tavolo che non fosse della loro Casa d’appartenenza, ma nessuno privo di Cravatta Verde-Argento sedeva al tavolo di Serpeverde.
Non sembrava un problema per la Grifondoro, che si stava servendo una generosa porzione di fagioli.
“Allora Ted, perché il pazzo ti ha tolto venticinque punti?” chiese mangiando un boccone. Il ragazzo, servendosi patate arrosto, rispose rigidamente. “Mah, Yaxel, un serpeverde mi ha chiamato figlio di un ibrido.” Tentó di apparire disinvolto come spesso faceva Vled, ma senza realmente riuscirvi.
Alla Grifondoro cadde la forchetta di mano. “E tu che hai fatto?” Eleonore conosceva il cognome dell’undicenne, sebbene si fosse sempre comportata come nulla fosse, la sua riservatezza Serpeverde a farsi sentire.
“gli ho tirato un pugno in faccia.” Sorrise tristemente Teddy, i suoi capelli avevano acquisito un colore piú spento del solito.
Vled raccolse elegantemente la posata, per continuare a mangiare composta. “Bravo Ted, cosí si fa.” Si complimentó con il ragazzo, un sorriso furbo ad increspargli le labbra.
“Oh, oh, chi abbiamo qui?” chiese una voce profonda alle spalle della Grifondoro. “Ciao Avery.” Salutó lei senza voltarsi, riconoscendo lo stampo vocale del suo interlocutore.
“ragazzi, abbiamo degli ospiti.” Annunció al suo fedele gruppetto di amici purosangue.
“della feccia al nostro tavolo.” Puntualizzó Zabini.
“Abbiamo persino un mezzo ibrido.” Rise Yaxel, al che Teddy fece per alzarsi e gridare, ma una mano di Vled sulla spalla lo bloccó, fermandolo seduto sulla panca.
“Che bell’occhio, Yaxel.” Commentó la Grifondoro, facendo infuriare l’undicenne. “Vedo che le hai prese di santa ragione.” Senza curarsi oltre del giovane, si volse verso il maggiore del gruppo.
“A cosa dobbiamo il piacere della vostra amichevole visita?” sorrise amabilmente Vled, priva di gioia. “Veramente siete voi ad essere al nostro tavolo.” Ribatté Zabini, gonfiando il petto.
“Sarebbe un problema? Mi pare di vedere studenti di tutte le case seduti ad ogni tavolo, anche se, pensandoci bene, nessuno è tra voi Serpeverde.” Constató Vled, con finta aria pensierosa.
“giá, perché qui non vi ha invitato nessuno, mi pare.” Fu la tagliente risposta di Avery. “non siete degni di sedervi tra noi. Tornate quando sarete i benvenuti.”
Un colpo di tosse fermó tutto. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma fu Eleonore a parlare, dopo aver riportato l’attenzione su di sé.
“Temo di dovervi contraddire, ragazzi. Li ho invitati io a sedersi qui, e se anche non lo avessi fatto, non vedo dove sia il problema. Chiunque è benvenuto a sedersi al nostro tavolo, come a qualunque altro posto della Sala Grande. Ora, se permettete, vorremmo finire il nostro pasto senza fanatici Purosangue arroganti tra le palle.”
Il grupo si guardó sbigottito, e senza trovare nulla da ribattere, Avery si volse per andarsene, non prima di aver dato il suo parere. “Sporca Traditrice del tuo stesso sangue.” E rivolto a Vled. “questa me la paghi, te lo prometto.”
“Sei stata grande!” si complimentó Ted, esaltato. “Li hai fatti stare zitti in un’attimo! Grandiosa!” – “Ora si spiega perché sei a Serpeverde.” Sorrise Vled, sporgendosi sul tavolo per batterle una mano sulla spalla.
“Si beh, quando ci vuole ci vuole.” Ammise Eleonore, arrossendo leggermente.
“Bene, ora possiamo continuare il nostro pasto in pace.” Concluse la Grifondoro.


buonasera. grazie a chi ha letto fin qui, a chi segue e a sefoev per aver recensito.
spero vi sia piaciuto il capitolo e che mi facciate sapere cosa ne pensate.
sid draco
 
 
  
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