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Autore: IheartHatakeKakashi    30/12/2008    6 recensioni
[12.Thankful]“Grazie.” Sospirò dolcemente Tenten. E gli era davvero grata. Per la prima volta in tanti lunghi anni, realizzò di non essere sola, ed era molto, molto grata per questo, e lo doveva a Neji.
QUESTA ONE SHOT PARTECIPA AL WATER PRISON DAY DEL NEJITEN FAN FORUM
Traduzione by celiane4ever
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Tenten
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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QUESTA ONE SHOT PARTECIPA AL

WATER PRISON DAY

DEL NEJITEN FAN FORUM.

‘cause NejiTen is love!

 

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THANKFUL

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Le strade buie di Konoha erano vuote. Era ormai sera inoltrata, non lontano dal crepuscolo. Un’ombra solitaria sedeva in equilibrio sul parapetto di un ponte rosso acceso costruito sul fiumiciattolo che attraversava il villaggio. Era una gelida notte d’autunno; la figura solitaria tremò, scossa da una brezza ghiacciata.

Tenten guardava l’acqua scorrerle sotto. Aveva sempre amato quel posto, qualcosa di quell’acqua che scorreva riusciva a calmarla. Si celava un’elegante potere dietro all’impetuoso ruscello che rifletteva l’orgogliosa luna sovrastante.

Si stava avvicinando velocemente il periodo di vacanza, e come sempre, ricordi di giorni di un passato lontano invasero i pensieri della kunoichi. Era stato in una notte simile a quella che Tenten aveva udito uno speranzoso bussare alla porta. Era molto piccola, e viveva da sola col padre. Lui era uno shinobi forte e impavido, e Tenten era sempre stata fiera di essere sua figlia, anche se lui non si era mai comportato come un genitore affettuoso. Non che non l’amasse, Tenten sapeva che non era vero; c’erano perfino alcuni momenti in cui lui si permetteva di abbassare la guardia e mostrare il suo lato più gentile, ma davvero di rado. Il più delle volte, si comportava in modo distante, riuscendo a malapena a guardarla.

Tenten non aveva mai conosciuto sua madre; era morta dandola alla luce, e per molto tempo, credeva che suo padre la maledicesse per questo, anche se non l’aveva mai detto. Si era sempre chiesta che tipo di donna dovesse essere sua madre. Da bambina l’aveva spesso domandato al padre, ma lui non ne voleva mai parlare di lei, o della loro vita assieme; non menzionava mai neanche il suo nome. Non avevano foto della donna, e per molti anni Tenten non aveva saputo nemmeno che aspetto avesse.

Nessuno nel villaggio aveva mai parlato di lei, tanto che si era persino chiesta se avesse mai davvero avuto una madre. Non fu prima di essere grande abbastanza che realizzò che il silenzio era dolore. Suo padre non stava cercando di tenerla all’oscuro di tutto, solo non riusciva a pensare alla donna che aveva amato: gli causava troppo dolore. Si era dedicato, anime e corpo, al mondo degli shinobi, diventando uno dei membri più rispettabili degli ANBU, tutto per dimenticare il dolore che sentiva dentro. I cittadini che avevano conosciuto sua madre avevano deciso di rimanere in silenzio per rispetto del suo dolore. Ma nessuno aveva mai pensato a quanto questo facesse sentire male Tenten, che non sapeva nulla di sua madre.

All’età di cinque anni, aveva trovato un’immagine nascosta della donna. Sapeva che era lei senza che nessuno gliel’avesse detto perché quella donna era identica a lei, solo più grande. In quel momento Tenten capì che suo padre non la guardava non perché la maledicesse per la morte di sua madre, ma perché gli ricordava così tanto la donna che aveva amato e perso.

A poco a poco, Tenten aveva ricostruito il passato della madre. Era stata una kunoichi, un fattore che l’aveva motivata nell’iscriversi all’accademia e diventare la più grande kunoichi nella storia del villaggio. Anche se aveva sempre detto di voler diventare forte come lady Tsunade, la verità era che voleva assomigliare a sua madre. Era entrata nell’accademia perché aveva sperato che attraversando gli stessi luoghi in cui era stata sua madre, si sarebbe sentita più vicina a lei.

Durante gli anni dell’accademia, Tenten si ritrovava spesso seduta in un banco a chiedersi se anche sua madre si fosse mai seduta lì; allenandosi coi bersagli, si chiedeva se anche sua madre avesse tirato kunai a quell’albero che aveva appena colpito. In questo modo, anche se non l’aveva mai conosciuta, si sentiva più vicina a lei, e quindi anche al padre.

Ma tutto questo finì quando un frettoloso bussare alla porta svegliò Tenten otto anni prima. Aveva nove anni a quel tempo. Nel mezzo di una fredda notte autunnale, Tenten si era precipitata all’ingresso credendo che suo padre fosse tornato prima dalla missione. Sfortunatamente non era quello il caso, e lui non tornò mai.

Lo shinobi che l’attendeva sulla soglia la informò che suo padre era stato ucciso in battaglia. Era morto in modo onorevole, per servire il villaggio. Era stato salutato come un eroe al funerale, e Tenten non avrebbe potuto essere più orgogliosa o felice per lui, sapendo che si sarebbe presto riunito alla donna che non era mai stato capace di dimenticare. Ma questo non attutiva il suo dolore. Ora non aveva né padre né madre. Quella notte, era diventata orfana, una casualità della vita da shinobi. Suo padre non aveva una famiglia, e sua madre era originaria di una terra straniera. Tenten era rimasta completamente sola al mondo.

Avendo compreso il modo in cui suo padre reagiva al dolore di una perdita, e credendo che fosse quello che uno shinobi forte avrebbe dovuto fare, Tenten decise di seguire il suo esempio. Ma la sua freddezza le procurava troppa attenzione da adulti preoccupati, mentre tutto quello che voleva era essere lasciata sola. Così decise di mascherare il dolore dietro a sorrisi e normalità. Ad ogni modo, come suo padre, dedicava sempre più tempo agli studi dell’accademia, riuscendo a rendere perfetta la sua mira. Vedeva la scuola e la pratica come un modo per allontanarsi dal dolore. Dopo essersi diplomata, riuscì ad a passare con il secondo voto più alto della classe. Come risultato, era stata inserita nel team Gai assieme alle due persone con voto più alto e più basso del corso, in modo che i due più bravi bilanciassero le inadeguatezze del membro meno dotato.

L’uomo che doveva essere il suo sensei, era lo stesso che anni prima aveva bussato alla sua porta, informandola della morte del padre. A quel tempo, le era sembrato l’uomo più spaventoso che potesse esistere, ma dopo averlo incontrato ancora, appariva tutta un’altra persona. Era un personaggio decisamente atipico, ma in qualche modo, questo le aveva permesso di dimenticare chi fosse stato per lei in passato. Spesso si era chiesta se lui la ricordasse. Se sapesse che era lei la stessa ragazzina che gli era collassata ai piedi, piangente, mentre la sua vita veniva distrutta.

Anche gli altri compagni di squadra erano inusuali. Anche se era andata a scuola con entrambi, non li aveva mai notati dato che era sempre stata più attenta nel provare ad ignorare la  vita circostante e concentrarsi solo sulle sue armi e sull’abilità nel utilizzarle. Il ragazzino che aveva cominciato subito ad adorare il loro sensei era il più strano dei tre. Si era guadagnato il voto più basso al diploma poiché non era in grado di eseguire ninjutsu o genjutsu, ed essendo relativamente scarso in taijutsu. Sfidava spesso l’altro loro compagno, un proclamato genio, affermando che per merito del duro lavoro, anche un fallimento come lui poteva battere un prodigio. Lo Hyuga non l’aveva apprezzato, e criticava spesso l’altro ragazzo, dopo averlo battuto in ogni combattimento.

Tenten aveva cominciato ad ammirare il giovane genio. Le ricordava così tanto suo padre.  Era stato proprio quel pensiero a rompere il suo proposito. Fino a quel momento aveva mascherato la vera se stessa dal mondo, nascondendo la tristezza nel suo cuore. Suo padre era stato un grande shinobi, ma tuttavia un uomo pietoso, sempre solo anche se rispettato e adorato da molti. Vedendo quanto Neji assomigliasse allo spirito solitario di suo padre, Tenten sentì un incontenibile desiderio di stare al fianco dello Hyuga, per impedirgli di diventare vittima della stessa solitudine che aveva strappato suo padre da questo mondo. Era vero che era morto in battaglia, ma era passato molto da quando aveva cessato di essere parte di quel mondo in cui aveva vissuto per così tanti anni prima che il suo cuore smettesse di battere.

All’inizio, Tenten se l’era presa col compagno dagli occhi bianchi. Aveva risvegliato in lei dolori che era riuscita a seppellire e dimenticare da tempo. Ma dopo un po’, realizzò di avere bisogno di lui tanto quanto lui ne aveva di lei. La solitudine negli occhi di lui rispecchiava la solitudine nella sua anima. Quando lo capì, Tenten giurò che gli sarebbe stata affianco, sperando che almeno un uomo nella sua vita fosse stato capace di colmare la fredda solitudine che si era impadronita del suo spirito. Era stata estremamente contenta quando Neji aveva cominciato a cambiare dopo la sconfitta contro Naruto. Anche se continuava ad essere il solito stoico e serio se stesso, la solitudine dietro ai suoi occhi era scomparsa, e aveva imparato a sorridere e far entrare gli altri. Era felice per lui. Ma ora che lui cominciava ad aprire il suo cuore al mondo, a riaggiustare amicizie rotte, a farsi nuovi amici, Tenten si chiedeva se avesse ancora bisogno di lei. Questo pensiero riportò il freddo vuoto che aveva provato non troppo tempo prima.

“Tenten.”

“huh?” la voce profonda dietro la kunoichi la fece uscire rapidamente dai suoi pensieri, mentre si voltava per vedere chi l’aveva chiamata.

“È tardi.” Neji si avvicinò alla ragazza seduta sul parapetto rosso.

“Ne sono consapevole Neji.” Replicò lei tristemente.

“Hn.” la solita risposta dello Hyuga.

“Cosa ci fai qui?” domandò Tenten.

“Potrei chiederti lo stesso.” Ribattè l’altro.

“Solo pensando.” La ragazza abbassò lo sguardo sul riflesso della luna, sapendo che Neji era esattamente dietro di lei.

“…” lui non disse niente, sapendo che la kunoichi avrebbe continuato, se avesse voluto.

“Odio questa parte dell’anno.” Sospirò Tenten.

“Hn.” Neji aveva notato spesso che l’amica si deprimeva facilmente durante i mesi autunnali, ma non si era mai dato pensiero di chiedersi il perché.

“Mio padre è morto in questo periodo dell’anno.” Continuò lei, “ e mi ha lasciata completamente sola.” Lo sussurrò a mala pena, cercando di trattenere le lacrime che le salivano agli occhi.

Un lungo silenzio scese sui due mentre Tenten cercava disperatamente di mantenere la compostezza. Anche se aveva abbandonato quel dolore da molto, non aveva realizzato fino a quel momento quanto Neji significasse per lei. Si era detta spesso che loro due erano diventati amici intimi solo perché obbligati a stare in squadra con due pazzi, o perché nessuno dei due aveva i genitori, e in qualche modo significava che si capivano a vicenda. Ma la verità era che… lo amava. E il pensiero che lui potesse non aver più bisogno di lei nella sua vita la terrificava. Se se ne fosse andato, sarebbe stata nuovamente sola. Vero, sapeva di avere altri amici e altre persone importanti nella sua vita, ma Neji era speciale.

“Noi sei sola Tenten.” Parlò finalmente lui.

“…”

“Non ti lascerò mai essere sola.”  Due braccia robuste si avvolsero dolcemente attorno a lei, stringendola al petto del Jounin.

“Grazie.” Sospirò dolcemente Tenten. E gli era davvero grata. Per la prima volta in tanti lunghi anni, realizzò di non essere sola, ed era molto, molto grata per questo, e lo doveva a Neji.

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--- Celiane4ever’s space ---

Wooooo NejiTen regna!! ^o^

Spero che abbiate guardato tutti, carissimi lettori YingYang, la puntata della prigione acquatica di oggi, che resterà per sempre nel mio cuore NejiTentennoso ç.ç

I doppiatori italiani per una volta hanno fatto il loro lavoro più che egregiamente! BRAVI!

Ovviamente, questa oneshot partecipa al Water Prison Day, indetto dal NejiTen Fan Forum (www.nejitenfanforum.forumfree.net).

Ecco il link originale del capitolo:

http://www.fanfiction.net/s/3634145/13/One_shots_Neji_and_Tenten

Auguro a tutti un felice anno nuovo all’insegna del NejiTen, e ingenerale all’insegna del canon.

Prossimo aggiornamentO: Razorblade Kiss (con un vero capitolo piccante muahahaha)

Baci a tutti quelli che amano questa coppia stupenda ^o^

Vale

  
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