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Autore: Lara Ponte    16/05/2015    1 recensioni
L'ambientazione è una delle più classiche del genere 'Fantasy'.
Lo spettro di una probabile guerra e un'importante vita da salvare.
Il giovane protagonista, Alster, vive come ospite nella casa di una famiglia di mercanti...
Questa mia storia in realtà è un edita della fine del 2013.
L'avevo rimossa per correggerla e revisionarla. Ma alla fine ho anche cambiato il titolo.
Trovate tutti i dettagli nelle note a fine capitolo.
Buona lettura.
Lara
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III

Cospirazioni


 

Lord Risenhall, organizzatore della serata, sedeva divertito coi suoi compagni al tavolo della saletta privata di una vecchia taverna, trasformata di recente in un locale per bene. Alla sua destra Ser Kenin sorseggiava una tazza del nuovo infuso di colore scuro, appena importato dai paesi dell'ovest e diventato di gran moda in tutti gli ambienti. Era uno dei pochi che riuscisse a berlo la sera, senza avere dopo nessun problema a prender sonno. Alla sua sinistra invece Lady Vanderfields, spizzicava con uno stecchino alcune olive salate avanzate da una ciotola d'argento là accanto. Theodore Norathus invece se ne stava composto sorseggiando un calice di vino rosso, aspettando il suo turno per prendere la parola.

L'età media del gruppetto si aggirava sui cinquanta, il più anziano Ser Kenin arrivava quasi a sessanta mentre la Lady che li accompagnava, una cugina di Risenhall coi suoi trentanove anni appena compiuti era la più giovane, nonché la più ambiziosa. Nessuno di loro era vestito in modo particolarmente sfarzoso, le tinte dei loro abiti variavano dal marrone al grigio scuro, colori anonimi per non attirare l'attenzione. Quella riunione sembrava in tutto e per tutto una banale cena tra vecchi compari. Avevano chiacchierato a lungo di affari e pettegolezzi. Le voci sui draghi si facevano di giorno in giorno più insistenti, tuttavia nessuno tra loro riteneva ci fosse nulla di fondato. Concordavano invece si trattasse di una qualche messa in scena ad opera di qualche mago dotato di scarso senso dell'umorismo. Verso la fine della serata infine l'argomento si era spostato sulle pressioni ai confini da parte del regno rivale e dell'eventualità che potesse scatenarsi a breve un conflitto.

“Lo sanno tutti che il nostro Re non ha le palle per attaccare quegli sciagurati!” Si lamentò Ser Kenin a voce bassa.

“Finirà col rovinare il nostro regno. Anche mio padre lo dice sempre...” Fu il commento della donna.

“Ed è proprio per questo che è nostro dovere intervenire.” Sottolineò Lord Risenhall. “Possiamo contare su di voi o avete cambiato idea?” Chiese rivolgendosi al mercante.

“Per il bene del regno farò tutto ciò che mi chiederete, avete la mia parola.”

“Perfetto: era quello che volevamo sentire. Vedrete che dalle nostre decisioni di oggi, nascerà finalmente un impero degno di tale nome!” Era difficile stabilire se nello sguardo di quel uomo vi fosse più avidità o semplice brama di gloria.
 

***

 

In quello stesso momento, in una piccola sala avvolta nella penombra una candela nera si accese all'improvviso. La fiamma incantata, di un colore azzurro brillante, era impossibile osservarla da vicino senza avere fastidi alla vista. Un uomo poco più che quarantenne sedeva su una poltrona accanto ad un caminetto acceso. Quella luce attirò subito la sua attenzione, in realtà aveva sperato fino all'ultimo che non si accendesse mai. Si alzò lentamente spostandosi dal viso una ciocca di capelli lisci castani, che erano finiti sull'occhio sano; quello destro lo aveva perso da tempo. Si accostò alla mensola dove brillava il piccolo lume e si mise a riflettere qualche momento. 'Le predizioni sono risultate esatte.'

In quel momento un giovane adepto, con indosso una tonaca nera fin troppo abbondante per il suo esile fisico, entrò nella stanza distraendolo dai propri pensieri.

“Buonasera signore, scusi per il disturbo. Mi manda Meyar, dice che vorrebbe parlarle.”

“Può raggiungermi anche subito.” Lord Ulrick Woodstone non amava farsi attendere, soprattutto in momenti come quello.

Poco dopo fece la sua comparsa una donna, non più giovane ma ancora molto attraente. Alla tonaca tradizionale preferiva abiti sobri di velluto nero, era l'unica cui fosse concesso scegliere da se i propri vestiti, le sue capacità sensitive e di preveggenza erano forse le più acute in tutto il continente. Lunghi capelli ricci dal colore dell'argento fuso, le coprivano tutta la schiena. Quel colore così chiaro e brillante era stata una conseguenza di una pozione provata da ragazza. Aveva voluto amplificare il suo potere e quello, dopo una settimana di totale incoscienza, alla fine era stato il prezzo minore. Nei primi tempi aveva anche provato a ricolorarli ma tutte le tinture scomparivano in poche ore, tuttavia il contrasto di colori che si venne a creare tra quei capelli evanescenti e i grandi occhi, quasi del tutto neri, contribuì a creare la sua leggenda.

“Quell'uomo ha fatto la sua scelta...” Annunciò al capo appena arrivata.

“Ho visto e non sono disposto a tollerarla!” Il suo unico occhio verde, si posò sulla candela. Un semplice pensiero e una folata di vento arrivata dal nulla la spense. 'Quegli stolti non hanno idea di cosa sia una guerra. Attaccare Siaharas scatenerebbe subito le potenze del Sud e quelli del Nord, che non aspettano altro, correrebbero subito in nostro aiuto. In men che non si dica, l'intero continente finirebbe devastato dalla portata del conflitto...'

“Presto dovremo richiamare Edward...”

“Vuoi procedere subito o domani?” Domandò lei.

“Due giorni. Voglio vedere se il sigillo continua ad indebolirsi da solo. Era da tempo che cercavo un modo per mettere alla prova la sua volontà e per ora sono rimasto soddisfatto.”

“E tuo figlio, non potrà mai essere di meno da te!”

“E' per questo che sono in pensiero, ho paura di come reagirà quando sarà tornato.”

Ripensò a quand'era ancora un ragazzino. Non era stato semplice addestrarlo nell'arte della magia e delle lame. Il suo potere si era manifestato troppo precocemente ed il piccolo aveva reagito come fosse una specie di maledizione. Egli in veste di maestro dovette imparare ad accettare i suoi tempi senza calcare troppo la mano, non era certo il talento a mancargli. Eppure, ogni volta che gli lasciava un momento libero lo trovava sepolto nei libri o a suonare il primo strumento gli capitasse sotto mano.

Da adolescente, una decina di anni prima, ebbero una grossa discussione sul perché dovesse per forza essere lui ad ereditare 'Quel ruolo'. Si concluse solo dopo giorni di pazienti spiegazioni sull'importanza della loro gilda; per quanto alcuni aspetti apparissero macabri e stomachevoli agli occhi della maggior parte della gente comune. Erano Maghi, ma anche Negromanti. 'Conoscere la vita e la morte...' Alcune delle parole scritte nel loro giuramento di servire e proteggere i popoli.

'Ha preso troppo da sua madre...' Si disse. A volte si pentiva di non aver dato al figlio un'altra figura materna, tuttavia era stato troppo innamorato di lei per pensare di risposarsi. La stessa Meyar ci aveva provato un paio di volte, senza ottenere alcun risultato.

'E' perché sono sterile che non mi vuoi?!' Gli aveva urlato in faccia una sera d'estate, dopo avergli lanciato addosso un vaso. All'epoca erano entrambi trentenni ed Edward poco più che un bambino. Per fare la pace, la accompagnò alla tomba della sua Arianna. 'Non riuscirò mai ad amare nessun altra. E lei che desideri come rivale?' Le aveva domandato pazientemente, guardando il giovane viso ritratto nella lapide. Dal giorno lei seppellì l'ascia di guerra e col tempo tornarono ad essere buoni amici e confratelli.

“Piuttosto, prima che mi dimentichi. Cosa puoi dirmi sui draghi?”

“Non molto. I miei poteri sono limitati nei loro confronti, tuttavia se può essere d'aiuto, almeno per ora non ho avvertito nessuna intenzione negativa.”

“Se siamo fortunati, devono essere i 'Figli dell'argento'. Di solito quelle creature preferiscono rimanere neutrali nei confronti della razza umana.”

“Meglio. Se non altro abbiamo un problema di meno.” Cercò di rincuorarlo la veggente mentre si allontanava.
 

***
 

Poche ore dopo Theodore faceva il suo rientro a casa. Le uniche persone ancora sveglie quando entrò nella villa erano due guardie che facevano il turno notturno ed il siniscalco, intento a leggere a lume di candela nella grande biblioteca. Dopo averli salutati raggiunse la moglie nelle proprie stanze. La trovò addormentata con con in braccio un libro di sermoni. Dopo tutti quegli anni non aveva ancora capito se la sua fosse vera devozione o solo una radicata abitudine, ad ogni modo era una brava donna, questo non poteva negarlo.

Faticava a prendere sonno, perché nel profondo del suo animo si sentiva turbato, eppure in qualche modo la sua mente si ostinava a convincerlo che ciò era stato deciso fosse la cosa giusta da fare. I nobili avevano già un piano. Quando l'attuale Re non sarebbe più stato in grado di governare, Lord Risenhall avrebbe fatto sposare il proprio rampollo con la maggiore tra le principesse1. Egli in qualità di Reggente, prima che il futuro erede al trono potesse far valere i suoi diritti, avrebbe conquistato il regno di Siaharas, portando in patria tesori tali da garantire prosperità per i prossimi duecento anni. 'Sarà davvero così semplice?' Si chiese.

La famiglia Norathus da generazioni riforniva il castello di ogni sorta di bene. Dai sacchi di frumento alla tappezzeria, fino ai gioielli. Lui in quanto persona fidata, aveva accesso diretto alle stanze regali, dove spesso riempiva personalmente gli armadi di nuovi abiti dopo aver ritirato quelli vecchi. Tra due settimane avrebbe effettuato la prossima consegna.



1) Re Gareth Orathio III aveva cinque figli, quattro femmine di cui due in età adulta e un neonato maschio ancora in fasce. La Regina era sopravvissuta per miracolo all'ultimo parto ed era tutt'ora di salute cagionevole.


 

  
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