Buona
domenica lettori e lettrici! Non posso credere che siamo arrivati allultimo
capitolo di Pictures
of You. Credo mi mancherเ
aggiornare questa storia, ma dopo un viaggio tanto lungo direi che
tutti voi vi
siete meritati un finale degno di questo nome. Ci vediamo a fondo fic
per le
note di rito e, ancora per una volta,
Buona
lettura!
Domino,
29 febbraio 2004
Atem
rimise in tasca il
cellulare non appena letto il messaggio.
Anche
il cellulare era un
regalo di Yugi. Ogni cosa che possedeva lo era. Persino se stesso. Ne
era
grato, certo, ma non fino al punto da cambiare idea.
Lo
schermo del telefonino
si spense da solo dopo qualche secondo, la luce elettronica smise di
filtrare
attraverso la tasca della felpa grigia e Atem ingoi๒
un sospiro. Era passata una settimana da quando Yugi gli
aveva detto che avrebbe ultimato il programma per quella domenica e da
quel
giorno, Atem non lo aveva pi๙
sentito. Sapeva di non aver bisogno di
rassicurazioni perch้
anche se gli aveva mentito tutto questo
tempo, questa volta Yugi sarebbe stato sincero. Ryou, Anzu, tutte le
poche
persone con le quali avesse parlato non avevano fatto altro che
ripetere che
Yugi era la persona pi๙
onesta che conoscevano. Peccato avesse
deciso di mostrare ad Atem unaltra
parte del suo carattere. In buona
fede, certo. Sapeva che era stato tutto in buona fede. Lui non odiava
Yugi. Non
pi๙.
Gli
avrebbe fatto piacere
rivederlo unultima
volta, accomiatarsi
in fondo avevano passato dei bei momenti, anche se Atem
non provava mai nulla di pi๙
forte che la mera tentazione di sorridere
quando si soffermava sulle volte in cui aveva stretto Yugi a s้,
convinto che fosse la cosa giusta da fare. Non cerano
farfalle nello stomaco, non cera
calore che gli pizzicasse le dita. E non sapeva se
era per via di quello che non avrebbe mai provato per Yugi, o perch้
erano cose che semplicemente non era stato programmato
per provare.
Programmato
Non
lavrebbe
mai saputo, preferiva concedersi il
beneficio del dubbio e andarsene con la convinzione di preservare
ancora un
briciolo di umanitเ,
anche se Yugi aveva insistito nel
ripetergli che ne possedeva ben pi๙
di
quella che dava a vedere.
ซVieni
in laboratorio il 29. Se hai davvero deciso, porta Ryou con te. Ti
voglio beneป.
Ripens๒
per lennesima
volta allsms
di Yugi. Non riusciva a spiegarsi perch้
gli chiedesse di portare anche Ryou. Forse servivano due
persone per occuparsi di Atem una volta spento, e Yugi da solo non
bastava,
anche se era strano visto che la prima volta il ragazzo era stato da
solo
Forse sarebbe stato semplicemente troppo scosso per
occuparsene, forse aveva bisogno dellappoggio
di un amico. Anche non comprendendola completamente, Atem era cosciente
del
peso che questa seconda separazione avrebbe avuto per Yugi, e almeno
per questa
sua richiesta, lo giustificava.
In
fondo erano poche le
cose che Atem comprendeva, o che riusciva a provare, e fra queste non cera
il rimorso. Non si sentiva egoista nel desiderare la
morte. Avrebbe messo le cose a posto, sarebbe stato il suo modo di
chiedere
scusa e di evitare di soffrire in futuro, di scoprire cosa volesse dire
non
essere vivo mentre le persone attorno a lui cadevano una a una col
passare
degli anni. Proprio come aveva detto Yugi: le persone si indeboliscono,
scompaiono a poco a poco, invece lui sarebbe stato risparmiato, ma Atem
non lo
voleva. A lui non sembrava una maledizione invecchiare, era una
possibilitเ
che avrebbe accolto con serenitเ.
Ti
voglio bene.
E
poi
quelle parole. Perch้
aveva sentito il bisogno di scriverle, dopo tutto quello che si erano
detti? Yugi
sapeva che non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea, cos์
come sapeva che Atem non avrebbe risposto al suo
messaggio. Era stato Ryou a farlo infatti, aveva chiamato per chiedere
davvero
conferma: in sette giorni il programma sarebbe stato pronto.
Atem
non aveva idea di
come Yugi facesse a essere cos์
preciso con la data, ma prefer์
continuare a ignorarlo: anche se si fosse trattato solo
di stime, gli avrebbe concesso due o tre giorni in pi๙
se necessari, non avrebbero cambiato le cose.
Quello
che era strano era
invece laver
lasciato interamente ad Atem il
compito di chiedere a Ryou di venire: quando Atem aveva chiesto al suo
nuovo
inquilino se Yugi gli avesse domandato di fare qualcosa, il ragazzo dai
capelli
bianchi aveva scosso il capo con aria confusa. Era evidente che non
sapesse
nulla, ignorava che la sua presenza era stata richiesta durante la
procedura:
Yugi non lo aveva coinvolto ulteriormente, lasciando ad Atem tutte le
responsabilitเ
del caso. Poteva tirarsi indietro o
accettare, ma per farlo avrebbe avuto bisogno dellaiuto
di qualcuno. Era un handicap studiato apposta per
ostacolarlo? Forse s์.
Neanche Atem ne era del tutto sicuro. Se
fosse stato abbastanza convinto delle proprie emozioni, se si fosse
fidato
abbastanza di loro, sarebbe stato pronto a giurare di aver un
presentimento. Ma
non si fidava di quello che gli dettava il suo cervello di titanio, cos์
lo ignor๒.
Il
corridoio per lingresso
passava di fronte alla camera da letto di Ryou,
ora in universitเ.
Neolaureato. Chissเ
dove lo avrebbe portato il futuro. Magari in Egitto, loggetto
della sua tesi
Ad
Atem non sarebbe dispiaciuto visitare lEgitto,
gliene avevano parlato cos์
tante volte... Era una delle pochissime
cose delle quali avesse memoria, anche se quei ricordi non erano i
suoi, e si
chiedeva come sarebbe stato vedere le piramidi, vedere i luoghi che
avevano
segnato la vita della persona che prima di lui aveva portato il suo
nome, vedere
quello che Yugi non era riuscito a dimenticare.
Non
avrebbe mai avuto
occasione di ripensarci, sorrise debolmente, non esisteva alcun aldilเ
per lui, alcun posto in cui tornare, c'era solo il
nulla, il vuoto, il nero. Le sue esperienze non contavano. Atem era
stato
creato per cancellare il passato, era condannato a un eterno presente e
non
esisteva nulla che potesse fare per cambiare quella realtเ.
Salvo non accettarla. Salvo distruggersi.
Il
sole brillava con
insolito vigore per la stagione invernale, un mattino cos์
particolare, come la sua data, e i raggi bianchi
scintillavano sul vetro del piccolo mobile accanto al letto di Ryou,
fratturandosi in minuscole gocce di arcobaleno. Dietro, al di lเ
della superficie trasparente, giacevano ancora le
statuine del vecchio RPG, sul cui conto Atem non aveva mai osato fare
domande.
La figurina del piccolo incantatore somigliava fin troppo a Yugi, ma
questa
volta le sensazioni che Atem prov๒
guardandola furono ben diverse da quelle che gli avevano attraversato
la mente
mesi prima, quando laveva
presa in mano per la prima e unica
volta. Quel giorno stava cercando di ingannare il tempo perch้
la sua mente era affollata da cos์
tante domande che non era in grado di intavolare una
conversazione coerente come gli altri, quel giorno si sentiva un
bambino
spaurito, abbandonato allasilo
per la prima volta, il bambino che,
quando sua madre si ferma a parlare di cose da grandi con le amiche,
tira fuori
di tasca il giocattolo che si era portato da casa e aspetta
pazientemente che lei
finisca di chiacchierare e torni a prestargli attenzione.
Yugi
gliene aveva
prestata fin troppa. Yugi
madre... Atem prefer์
allontanare il pensiero non appena riaffior๒
di nuovo, presto sarebbe stato tutto finito, non cera
bisogno di tormentarsi ancora la coscienza, sempre
ammesso che lui ne avesse una. Eppure le bamboline al di lเ
della vetrinetta sembravano guardarlo ancora e per un
secondo fu tentato di avvicinarsi, aprirla e tirarne fuori una per
portarla con
s้
a casa di Yugi. In un certo senso si sentiva identico a
loro. Vuoto. Magari Ryou ne avrebbe costruita anche una a sua immagine,
per
ricordo
Ryou.
Ryou non sarebbe
venuto con lui in laboratorio: Atem aveva pensato di mandargli un
messaggio
poco prima che il programma di spegnimento venisse avviato, in modo che
potesse
raggiungerli pi๙
tardi, a procedura conclusa, e aiutare
Yugi in qualunque cosa avesse bisogno di aiuto. Lo aveva giเ
salutato. La sera prima, quando Ryou gli aveva chiesto
conferma della data, e poi quella mattina stessa, prima che uscisse per
andare
in universitเ.
Si
erano abbracciati,
Ryou aveva gli occhi lucidi, Atem si sentiva cos์
vuoto da non riuscire a piangere. Non aveva mai pianto. Non era neanche
sicuro
di esserne capace. Visto lo zelo di Yugi nel costruirlo per๒,
non lo escludeva. Ryou sembrava non averci fatto caso.
Si era asciugato gli occhi con il dorso della mano, e stringendo di
nuovo Atem gli
aveva confidato per la prima volta la sua opinione.
ซMi
mancheraiป.
Pietrificato
da quelle
parole, Atem era rimasto in silenzio, alla ricerca di una risposta con
cui
controbattere.
ซMa
io non sono luiป
aveva mormorato alla fine, unobiezione
che sentiva il dovere di dover fare.
ซLo
so. Lo abbiamo sempre saputo. Ma eri una
parte del gruppo ormai
eravamo tornati a sorridere
Ma ่
una tua decisone, ่
quello che vuoi
non
ti chieder๒
di restareป.
Ryou
aveva sorriso dolcemente,
poi gli aveva dato le spalle ed era uscito agitando la mano in segno di
saluto.
Atem non poteva credere che qualcuno, a parte Yugi magari, avrebbe mai
sentito
la sua mancanza. Mancanza per lui,
non
per quello che la gente vedeva in
lui. Non per laltro
Yugi. Ma non sarebbe mai stato capace
di discernere da quale dei due derivassero i sentimenti delle persone
che lo
circondavano: anche ammesso che Ryou fosse sincero, che cosa dire degli
altri? Loro
non avrebbero rimpianto la sua
assenza. Laltro
Yugi se ne era andato. Atem era un
incidente di percorso.
Atem
non avvertiva il
freddo. La sua pelle diventava pi๙
rossa o pi๙
pallida a seconda della temperatura, ma
lui non era in grado di determinare cosa fosse caldo o cosa fosse
freddo. E laria
gelida di fine febbraio, contraddizione dei raggi di
sole che poco prima rimbalzavano sul vetro del mobile, non era nulla di
cui lui
avesse consapevolezza.
Camminava
con passo
sostenuto, rifiutandosi di pensare ancora, di elaborare scenari e
possibilitเ,
di cambiare idea. Era la scelta giusta, lo sapeva, era
meglio per Yugi e meglio per tutti. I morti devono restare tra i morti.
Era
una lezione che Yugi
ragazzo avrebbe dovuto apprendere alla vecchia maniera, forse ancora pi๙
dolorosamente della prima volta. In fondo, non era
bastata
Yugi
non aveva idea di quello che sarebbe successo da
quel momento in poi.
Non
cera
modo di controllare
quello che sarebbe successo dopo, ma ad alleviare il suo cuore cera
la consapevolezza di sapere che era giusto cos์:
non aveva pi๙
diritto di controllare nulla nella vita di Atem, e tanto meno dei suoi
amici.
Ripose il diario nel cassetto, consapevole di non averlo concluso con
una vera
e propria fine ma, in fondo, lui non era mai stato uno scrittore. Quel
libro
cos์
simile a unagenda,
dalla copertina
cobalto sbiadita, era stato il suo compagno durante quel viaggio. Ora
che il
viaggio era finito era giusto che riposassero entrambi. Eppure... chissเ...
magari Atem sarebbe stato in grado di scrivere un degno finale.
Yugi
scosse la testa con un piccolo sorriso mentre
richiudeva a chiave il cassetto che aveva ospitato il diario per tutti
questi
anni, salvo i periodi trascorsi a Tokyo e al MIT. Si slacci๒
la
catenina, sottilissima, dal peso quasi irrisorio come la chiave che da
essa
pendeva, e pure cos์
fine, la collana lasci๒
attorno al suo collo ormai vuoto un senso di mancanza che lo colm๒
di
sconforto. Era come perdere il puzzle ancora una volta. Perderne i
pezzi. Non
poterlo pi๙
ricostruire.
Rimise
a posto la penna, ripieg๒
con
cura la lettera. Anche quel gesto non era certo stato il lavoro di un
grande
artista della letteratura, ma piuttosto che sparire nel nulla, aveva
preferito salutare
unultima
volta i suoi amici. Ammesso che loro
lo considerassero ancora tale dopo quello che avrebbe fatto.
Si
alz๒
dalla scrivania
riponendo con cura la sedia, si avvi๒
in bagno e afferr๒
le
scatole di sonniferi, se le infil๒
nelle tasche per poi
tornare ancora una volta nel laboratorio. Accese il computer
principale, apr์
il
programma, spense il monitor. Afferr๒
la giacca e trasfer์
le
pastiglie negli ampi scompartimenti di tessuto del cappotto.
Si
guard๒
intorno unultima
volta, sospirando impercettibilmente. Richiuse la porta alle sue
spalle. E usc์.
Linsegna
infantile del Kame
Game Shop brillava di un giallo giocoso in lontananza, ma
Atem non affrett๒
il passo. Il tempo, ora che sapeva che era contato,
scorreva con un fluire insolito, come se fosse in grado di dare valore
alle pi๙
piccole frazioni di secondo o buttare via minuti interi
perdendoli nella noncuranza e nella fretta. Era una sensazione strana,
per la
prima volta da quando aveva scoperto chi fosse veramente si sentiva
padrone di
qualcosa. Padrone della propria morte.
Ripens๒
alle giornate che aveva passato in negozio aiutando Yugi
a servire i clienti, di quel giorno che il ragazzo gli aveva insegnato
a
giocare a Duel Monsters, di quando
aveva insistito per cedergli una delle carte pi๙
rare del proprio deck. Una carta che, aveva detto, era la stessa che un
caro
amico adorava. Adesso Atem sapeva chi fosse il caro amico a cui Yugi si
riferiva, sapeva cosa aveva voluto dire per lui separarsi da quel Mago
Nero.
Sapeva che era sbagliato, ma non lo sentiva.
Forse perch้
non aveva mai conosciuto laltro
Yugi. O forse perch้
era
solo una macchina.
Anche
se allingresso
faceva bella vista un cartello bianco con la
scritta chiuso,
la
porta del negozio era aperta e Atem entr๒
accolto dal tintinnio dei campanellini del piccolo scacciapensieri,
appeso
proprio sopra luscio.
Gli era sempre piaciuto quel suono.
Sorrise. Poi il suo volto si fece grave e impassibile di nuovo mentre
avanzava
verso il bancone. Si guard๒
intorno alla ricerca di qualche segno che
gli dicesse dove fosse Yugi. Il ragazzo avrebbe dovuto aspettarlo nel
laboratorio, ma Atem non riusciva a sentire nessun suono proveniente da
quella
stanza e decise che, prima di controllare l์,
avrebbe fatto un ultimo giro per la casa alla ricerca del suo creatore
e di
qualche ricordo, ricordi diversi da quelli che avevano condiviso in
quei giorni
di ignoranza, ricordi del vero lui: del finto Atem.
La
scala gli parlava
proprio di questo, di continui bip elettronici che si affacciavano a
intermittenza nella sua mente man mano che il suo cervello eseguiva le
procedure di accensione.
Bip.
Scansione
ambiente
circostante.
Bip.
Registrazione
forme di
vita.
Bip.
Attivazione
memoria.
Bip.
"Yugi".
Poi
la scala. La camera
di Yugi. Il nome di Atem. I ricordi che non volevano saperne di
combaciare e
che adesso, sapeva, non lavrebbero
mai fatto. Lo specchio. Il suo
viso. Il vuoto e il sentirsi inutili. Yugi che non lo aveva mai fatto
sentire
inutile. Yugi che si era fatto del male per lui, Yugi che si era illuso
fino a
questo punto.
Era
una bomba a
orologeria destinata ad esplodere, e lo avrebbe fatto con la stessa
serenitเ
degli stormi di kamikaze che si buttavano in picchiata
contro le navi da guerra americane.
Quando
decise che ne
aveva abbastanza, Atem torn๒
finalmente in negozio e si decise ad
aprire la porta del retrobottega.
ซYugi-ป.
La
stanza era vuota. Le
sedie rigorosamente al loro posto. La superficie del tavolo immacolata.
Lentamente,
come immerso
in un sogno, Atem si avvicin๒
alla scrivania.
Dovera
Yugi? Avrebbe dovuto essere l์
ad accoglierlo, a provare a fargli cambiare idea unultima
volta magari, ad aiutarlo ad avviare il programma
di spegnimento per poi essere raggiunto da Ryou quando Atem non avesse
avuto pi๙
modo di sapere cosa stava succedendo intorno a lui.
ซYugi?ป.
Le
sue parole gli
rimbalzarono contro come uneco
e per un lungo minuto Atem rimase
immobile al centro della stanza, in attesa.
ซYugi!ป
url๒
finalmente.
Ancora
una volta non
ricevette risposta.
Atem
sentiva la rabbia
cominciare ad accumularsi dentro di lui: Yugi era scappato, lo aveva
abbandonato per non doversi addossare la colpa della sua morte, lennesima
scusa per rimandare e non abbandonare il
passato.
Era
tentato di chiamare
Ryou e chiedergli se ne sapeva qualcosa, se poteva aiutarlo a cercarlo,
se
conosceva qualche altro modo per spegnere Atem. E poi i suoi occhi si
fermarono
su un foglio di carta piegato in due, a sinistra della tastiera del
computer
principale. E Atem si accorse che il pc non era spento, ma
semplicemente in
standby. Muovendo il mouse, lo schermo nero rivel๒
una
schermata di cifre e pagine fittamente scritte, in un piccolo blimp
apparve unicona,
chiedendo allutente
Mutou
di inserire il cavo
nellunitเ
ATM
per avviare la procedura. Atem afferr๒
il foglio e lo apr์:
magari conteneva istruzioni sul programma, magari avrebbe potuto fare
anche
senza Yugi. Forse lui non ce laveva
fatta ad assisterlo, ma almeno aveva
tenuto fede alla sua parola e aveva ultimato il programma. O almeno cos์
sperava.
Era
una lettera. Due
pagine di inchiostro fittamente scritto, nella calligrafia un po
disordinata di Yugi. Una di esse cominciava con una
data, laltra
era intitolata procedura
di spegnimento.
Mise
da parte questultima
per concentrarsi sulla prima. Una parola alla
volta avrebbe letto tutto quello che cera
da leggere.
27
febbraio 2004
Credo
che sarai tu il primo, e forse lunico,
a leggere questa lettera, perci๒
comincer๒
cos์:
Caro
Atem,
Non
sono molto bravo con le parole, ma so di essere anche
peggio a gestire le mie emozioni, per questo preferisco non salutarti
di
persona.
Sai
giเ
quanto mi dispiaccia per
tutto quello che ti ho fatto, sai giเ
tutto quello che penso,
cos์
come io conosco tutti i tuoi pensieri. Ci
siamo giเ
detti tutto quello che cera
da dire, e lo abbiamo accettato.
Ti
ho privato della libertเ
nel momento stesso in
cui credevo di avertela concessa, quando hai aperto gli occhi per la
prima
volta, e finch้
sei stato al mio fianco,
non sei stato mai veramente libero. Valeva anche per me, sai, sentivo
il dovere
di proteggerti, di starti vicino, ma non rimpiango di aver sacrificato
la mia libertเ,
era una scelta che sono stato contento di fare. Ma, come ho detto, la
mia ่
stata una scelta. A te non ่
mai stata concessa la
possibilitเ
di scegliere.
Il
primo momento in cui sei stato libero ่
stato il giorno che sei scappato da me, quando hai lasciato la mia
gabbia.
Eppure non lo eri ancora, neanche quando ti sei rifugiato a casa di
Ryou,
neanche quando ti sei rifiutato di parlarmi per tutti quei giorni,
neanche
quando hai deciso di morire. Nessuna di esse era una scelta libera.
Erano tutte
dettate dal fatto che io fossi sempre l์,
a pendere sulla tua
testa come una minaccia, un metro per misurare ogni tua azione, un
paragone di
cui non potevi fare a meno. Tu dipendevi da me. Persino nel morire hai
dovuto
chiedere il mio aiuto. E io te lo dovevo: ti ho mentito e tenuto
prigioniero,
ma sono stato sincero questa volta. Insieme a questa lettera troverai
un altro
foglio, contiene tutte le istruzioni per avviare il programma, il cavo
necessario ่
nel secondo cassetto
della scrivania, puoi inserirlo da solo.
Spero
tu abbia detto a Ryou di venire, e se non lo hai ancora
fatto, sarเ
meglio che tu lo faccia
prima di avviare la procedura perch้,
anche se non sarai
completamente spento se non nel giro di unora,
non sarai pi๙
in
grado di digitare un numero o parlare. Come avrai capito, io non sar๒
l์
ad
occuparmi di te una volta che il programma sarเ
eseguito. Non posso.
Ti
sto offrendo lultima
possibilitเ
che
posso offrirti, e non ่
quella di morire. Ti
offro di essere libero. Senza di me potrai finalmente esserlo: non ci
sarเ
bisogno che tu smetta di vivere per me. Lo far๒
io. Non preoccuparti,
non intendo scappare unaltra
volta: non dovrai
preoccuparti che io possa rispuntare da un momento allaltro
e intromettermi di nuovo nella tua vita. Questo ่
il mio addio.
Per
favore, saluta i miei amici da parte mia, io non ne
ho avuto il coraggio. Saluta Jonouchi, Anzu, Honda, Ryou, d์
loro di contattare la mia famiglia e dire a mia madre e a mio padre che
li amo
e che in cambio saluter๒
per loro il nonno.
Ho
sempre voluto bene a tutti, anche a te, lo sai, ่
per
questo che ti lascio. Non voglio fare ancora una volta una scelta al
posto tuo,
ti chiedo solo di pensare attentamente a ci๒
che vuoi, nel profondo
del tuo cuore, e a ci๒
che ti impedisce di
raggiungerlo, perch้
potresti arrivare alla
stessa conclusione a cui sono arrivato io: tu sei Atem. Tu puoi vivere
come te
stesso.
Il
programma sarเ
sempre qui per quando
avrai voglia di metterlo in funzione.
Non
ho idea di cosa mi aspetti da questo punto in poi, n้
posso sapere quello che riserverเ
a te e a voi tutti il
futuro, e credo che accoglierai con sollievo queste parole, significano
che non
decider๒
mai pi๙
per te.
Sayounara
allora, e buona fortuna,
Yugi
Il
mondo dei morti ่
un reame di assoluta luce.
La
luce ่
cos์
tanta che non se ne va mai del tutto,
nemmeno quando il sole si addormenta al di sotto dellorizzonte.
Allora ่
notte, ma ่
la notte di unestate
polare, e la luce prova ancora a penetrare
attraverso il manto blu del cielo e le stelle sono come tanti piccoli
fori in
una trapunta scura. ศ
luce rassicurante eppure abbaglia e
circonda, soffoca a volte, e Yugi non riesce a spiegarsi come sia
possibile per
un luogo essere cos์
abbagliante e per i suoi occhi non esserne
perforati, accecati.
Eppure
lui vede. E sa
dove si trova. E sorride. Timidamente.
C่
un desiderio che pizzica allinterno
del suo cuore, e Yugi non credeva fosse possibile
per lui avere ancora un cuore che batte e forse non ่
davvero un organo ma solo il suo fantasma, eppure lo
sente agitarsi mentre il desiderio cresce e cresce, al punto che dopo
un po
lo sente arrestarsi timorosamente: ha quasi paura di
venire pi๙
a galla di cos์,
di farsi strada, perch้
่
incredibile, eppure Yugi sa di
trovarsi nellunico
posto al mondo in cui anche laltro
se stesso pu๒
esistere.
Perch้
questo posto non si trova nel mondo.
Yugi
ha paura della
reazione di Atem, perch้
sa di averlo deluso e ferito. Sa di aver
deluso tutti e di dover scontare le sue colpe, ma prima desidera
rivedere le
persone che ama, anche solo un istante, per accontentare il suo cuore
dopo anni
di lontananza. Yugi si assumerเ
le sue responsabilitเ,
Yugi lo ha sempre fatto, ed ่
per questo che ่
convinto di aver preso la decisione giusta, di aver concluso lavventura
col finale che meritava.
Yugi
sente qualcosa sfiorargli
la spalla, il peso incorporeo delle dita del vento, delle dita di uno
spirito
che conosce fin troppo bene. Si gira di colpo, i suoi gesti cos์
goffi e cos์
poco in linea con latmosfera
che si respira in quel luogo, col
contegno della persona con cui si ritrova a incrociare lo sguardo, un
abitante
di quel reame di luce ormai da molto tempo. Ma Atem ha anche una certa
dimestichezza con i reami,
Yugi
non ่
sorpreso nel constatare che quel luogo si adatta a lui
alla perfezione.
Atem
sorride, la mano
ancora sulla spalla del suo vecchio partner. E Yugi non pu๒
far a meno di perdersi nei suoi occhi, quel rosso vivo
che ormai aveva quasi dimenticato, e la luce che inonda il regno dei
morti ่
cos์
folgorante da farli splendere come braci
di un fuoco. Braci scoppiettanti.
Yugi
sa di non meritare
quel sorriso, ma decide di ricambiarlo ugualmente perch้
il desiderio che pizzicava allinterno
del suo cuore adesso si ่
trasformato in una scintilla di felicitเ,
purissima come quel luogo, e non si accontenta pi๙
di rimanere nascosta, ma avvampa, gorgoglia, viene a
galla e si manifesta nel sorriso pi๙
dolce che Yugi abbia mai riservato a nessuno.
Non
c่
bisogno di parole.
Il
regno dei morti ่
il regno della libertเ
assoluta. Le parole limitano le emozioni, la lingua frena i sentimenti
e la
voce trattiene la sinceritเ.
Ma Atem e Yugi si capiscono allistante,
lo hanno sempre fatto in fondo, e, almeno per un
aspetto, il regno dei morti cessa di essere completamente nuovo agli
occhi del
pi๙
giovane dei due.
Yugi
cerca la mano di
Atem, ancora perso nei suoi occhi. La stringe con forza, alito di vento
contro
alito di vento, ancora una volta un gesto poco regale, poco adatto al
mondo che
li circonda. Ma Yugi imparerเ
come comportarsi in quel regno unaltra
volta.
Perch้,
per la prima volta da quando si sono conosciuti, anni
prima, Yugi sa che adesso avranno tutto il tempo possibile.
Owari
Ed
่
con grande soddisfazione
che dichiaro di aver terminato finalmente una multichapter!
Lepilogo
่
doppio e semi aperto: preferirei che foste voi a decidere che cosa
succederเ
ai
personaggi da questo momento in poi, ma potete sempre mandarmi un
messaggio o scrivermi
nelle rece per qualsiasi domanda concernente questa o altre storie. Ho
diversi
headcanons legati a Pictures
of You
Un
grazie enorme per aver avuto la pazienza di seguire una
storia che va avanti da dicembre a tutti voi che state leggendo adesso
queste
parole: a tutti quelli che hanno letto ogni capitolo sin dalla prima
settimana,
a chi ่
arrivato pi๙
tardi e poi si ่
appassionato, a chi ha letto tutto di fila, a chi lo ha fatto
lentamente, a chi
ha avuto il buon cuore di recensire, inviare messaggi, aggiungere la
storia fra
preferite, ricordate ecc., ai The
Last Goodnight per avermi dato loccasione
di martoriare i cuori del fandom ancora una volta e a tutti gli altri.
Un
grazie enormissimo e speciale a La_Fe10 che ha
sopportato e supportato Pic of You
sin dai suoi primi vagiti, che si ่
sorbita tutte le mie
pippe mentali su tutti i personaggi che nella mia furia omicida avrei
voluto
fare fuori, che ha corretto tutti i (troppi) accenti sbagliati e che ha
bocciato tutti quei plot bunny troppo lacrimosi perfino per me con
spietata e
ironica imparzialitเ.
Thank
you sweetie, really.
Per
chi non ne avesse ancora abbastanza di angst, eccomi
ad autosponsorizzare la mia nuova oneshot Nerofumo e il mio fanmix personale per Pictures
of You.
E adesso, off we go to new and crazier
angstier projects!
Ache