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Autore: Julia Weasley    04/01/2009    10 recensioni
Un bel giorno, Teddy Lupin trova in soffitta il vecchio diario di sua nonna Andromeda e, incuriosito, comincia a leggerlo. Scoprirà la storia di Andromeda Black nel periodo di cui la Rowling non parla, dal primo anno a Hogwarts alla scelta che le cambierà per sempre la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Famiglia Black, Sorelle Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Prologo

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“Teddy, dove ti sei cacciato?”
 
Nessuna risposta. Andromeda sospirò. Quel ragazzino era veramente una peste. Nonostante la casa in cui vivevano fosse piccola, lui riusciva sempre a trovare un posto nuovo in cui nascondersi. Certe volte lei aveva passato ore intere a cercarlo.


“Teddy, non farmi arrabbiare. Non ho voglia di giocare, oggi. Mi vuoi rispondere?!”


Ancora nulla. Esasperata, Andromeda lasciò il salotto dove era rimasta fino a quel momento per pulire e salì le scale. Al secondo piano, attraversò un corridoio che terminava con una porta. Bussò ma, non ricevendo alcuna risposta, entrò ugualmente.

La camera di Teddy era, come al solito, disordinatissima. I libri scolastici appena comprati per il suo primo anno ad Hogwarts erano sparsi sul letto non rifatto e sul tappeto stropicciato. Quella scena non le risultava nuova. Tanti anni prima, anche una bambina dai capelli cangianti era solita mettere a soqquadro la propria stanza…

Il campanello d’allarme nella sua testa suonò il segnale di pericolo.

No, non ricominciare! Lo sai che non devi pensare a certe cose. Ti fa male.

Andromeda si riscosse e tornò a cercare suo nipote.


“Teddy! Vuoi rispondermi?” gridò ad alta voce.

“Sono qui, nonna!” rispose in quel momento la voce del ragazzino. “Su in soffitta!”


Chiedendosi cosa mai ci facesse lì sopra, Andromeda uscì dalla stanza e salì le scale per un’altra rampa. La soffitta era come tutte le soffitte del mondo. Vecchi scatoloni ammucchiati dappertutto contenevano cianfrusaglie inutilizzate, ricordi messi da parte. A lei non piaceva andare lassù: le ricordava dei momenti che avrebbe dovuto tenere sigillati nel cassetto della sua memoria.

L’undicenne Ted, detto Teddy, era stravaccato per terra, cosa che fece storcere il naso alla donna.


“Teddy, lì è tutto sporco! Alzati, forza…”

“Nonna, guarda cosa ho trovato in quei vecchi scatoloni!” esclamò lui entusiasta, sventolando qualcosa che somigliava ad un vecchio quaderno. “Mi sa che era tuo..”


Con un improvviso nodo alla gola, Andromeda lo prese dalle mani del nipote. Non era un quaderno. Era un diario, il suo diario. Aveva iniziato a scriverci sopra proprio quando aveva l’età di Teddy ma lo aveva messo via dieci anni prima, quando la sua vita era finita…Gli occhi le si riempirono di lacrime ma cercò di mantenere un contegno.


“Nonna, che ti prende?” chiese il ragazzino preoccupato.

“Niente, non ti preoccupare. Metti via questa roba, e vatti a fare una doccia. Sei tutto impolverato…”

“Nonna? Posso tenerlo?” chiese lui, indicando il diario. “Voglio leggerlo. Posso?”

“Non te lo consiglio. Non è molto divertente da leggere. Rimettilo dove l’hai trovato”.

“D’accordo…” fece lui, mentre i suoi capelli cambiavano colore, dal castano chiaro al verde.


Andromeda finse di non aver visto quel repentino mutamento, segno che i propri ordini non sarebbero stati eseguiti.


“Non combinare altri disastri, Teddy. Ci ho messo mezz’ora ad aggiustare quella lampada che hai rovesciato…”


I capelli del ragazzino cambiarono di nuovo colore, diventando rossi.


“Mi dispiace, sono inciampato! Allora questo lo metto via, eh?”


Andromeda fece un mezzo sorriso e s’incamminò verso le scale. Quando si fu assicurato che la nonna fosse scesa al piano di sotto, Teddy nascose il vecchio diario sotto la camicia e di fiondò a nasconderlo in camera sua.


Quella sera a cena era così curioso di cominciare a leggere le memorie di sua nonna che ingurgitò un piatto dopo l’altro con una velocità allarmante.


“Ted, guarda che non c’è nessuna fretta” osservò Andromeda sbalordita.

“Ehm... è che…devo andare a fare una cosa…” mugugnò lui, sbrodolandosi con il sugo.


Finalmente, arrivò la frutta. Teddy si limitò a prendere mezza mela ed eccolo che già augurava la buonanotte ad una Andromeda soncertata e si rifugiava in camera sua. Accese la luce e spostò in malo modo i libri di Incantesimi e Trasfigurazione deposti sul tappeto. Dopodiché recuperò il diario da sotto il materasso e si sdraiò per terra a pancia sotto. Percorso da una curiosità impellente, sfogliò velocemente le pagine ingiallite dal tempo. La nonna aveva scritto per quelli che sembravano anni, in una grafia precisa ed elegante.


Credo che non leggerò mai qualcosa di più lungo, disse tra sé.

Dopodiché aprì il diario alla prima pagina e cominciò a leggere: “25 agosto 1964…”.


 

  
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