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Autore: Love_in_London_night    15/06/2015    3 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9


Nona puntata


 

Haylee, nella speranza che fosse stato l’impeto del momento a far parlare Jared, una volta tornata nella casa era più che convinta a evitarlo, ma il cantante la trascinò su per le scale, seguito a ruota da Dylan che voleva capire come mai Jared fosse così pressante nei confronti della ragazza.
Sapeva di dover approfittare di quell’istante, perché la scoperta di sette coppie su dieci voleva dire essere vicinissimi al traguardo da un milione di dollari, ed era il momento giusto di sfoderare le strategie per mettere a posto ciò che c’era di sbagliato. Jared sapeva di far parte della minoranza da aggiustare, ma quella sera più che mai avrebbe lasciato agli altri il perverso piacere di mettersi attorno a un tavolo per capire come sistemare la cosa e capire quali coppie fossero quelle giuste e quali no, lui aveva altro da fare.
«Vuole che gli tagli i capelli» disse Haylee a Dylan con fare ombroso. Non voleva avere la responsabilità dell’impulsività di Jared tra le mani, sapeva che poteva ritorcersi contro di lei, ed era certa che la scelta fosse dettata dalla rabbia del momento, un modo di Jared per vendicarsi di Jade e farle capire che non era l’unica a poter giocare sporco.
Il bello era che nemmeno sapeva cosa fosse successo tra loro, né cosa c’entrassero i capelli, ma sapeva solo che qualcosa era accaduto, perché non avrebbero litigato per una cosa da poco, non dopo che aveva sentito raccontare da Jade che Jared le aveva perdonato l’omissione riguardo Olivia.
Dylan alzò le sopracciglia per dimostrare la sua incredulità a riguardo. Era abbastanza sveglio per fare lo stesso ragionamento silenzioso di Haylee e capire le sue remore a riguardo.
«Sei sicuro?» Gli domandò il barman.
«Non voglio che mi rinfacci il lavoro a cose fatte perché te ne penti». Lo rimbeccò lei contrariata. Jared era un uomo fantastico, ma le metteva una certa soggezione, non voleva passare attraverso il suo giudizio, specialmente se viziato dai suoi gesti precipitosi e dalle conseguenze che ne sarebbero derivate.
«Non me ne pentirò». Alzò gli occhi al cielo, impaziente. «E se anche fosse la colpa sarebbe mia, non del modo in cui me li tagli. Sei brava, ho visto cosa sai fare… e mi fido. In caso li farò ricrescere. Per fortuna non ho tempi di attesa molto lunghi».
Le sorrise più sereno, quasi avesse ripreso padronanza di se stesso, tanto che Haylee sospirò arresa.
Peccato che quella fosse solo la facciata, il Jared attore che sfoderava il proprio talento recitativo, perché era fuori di sé e voleva solo trovare un modo per allontanarsi da ciò che in quei giorni gli aveva fatto più male.
«Ti prego soltanto di prendere le forbici e tagliare».
Haylee scosse la testa prima di dirigersi verso il bagno e rivolgergli la parola.
«Allora, cosa vuoi che faccia?»
Jared le sorrise trionfante, sapeva che avrebbe ottenuto ciò che voleva. Le spiegò per filo e per segno come tagliarli, aveva un’idea precisa in mente e si aspettava di vederla realizzata alla perfezione, sapeva che Haylee era all’altezza.


Dylan, dopo aver assistito a quella conversazione, aveva promesso agli interessati di non proferire parola a riguardo e si era unito alla maggior parte del gruppo per capire come muoversi, trovare le coppie sbagliate e tentare di sistemarle.
Uno sguardo preoccupato di Jade, conscia che qualcosa stava succedendo a Jared, gli fece capire che voleva sapere quello che riguardava il cantante, ma Dylan, sconsolato, scosse la testa in un invito a lasciar perdere.
Dopo un’ora passata a controllare dal salotto l’entrata della camera da letto e l’ingresso del bagno, vide uscirne Haylee con aria stanca e scura in volto. Non la perse di vista un attimo, nemmeno quando si mise a sedere accanto al barman, evitando accuratamente lo sguardo di Jade.
L’insistenza rivolta all’amica le costò qualcosa, però. Voleva sapere cosa fosse successo a Jared senza affrontarlo, ma lo sguardo fisso su Haylee le aveva fatto perdere gli spostamenti del cantante, tanto che vide la luce della camera spenta, segno che doveva essersi messo a letto senza rivolgere parola a nessuno.
Jade si avvicinò a Haylee prima di vedere lo sguardo colpevole di lei.
«Cosa è successo?» Anche se non era sicura di voler sapere la verità, forse non era pronta.
Haylee scosse la testa, dispiaciuta per non poterle dire quello che aveva fatto.
«Suppongo lo scoprirai domani».


E così fu.
Jared sapeva di non potersi negare per sempre agli occhi degli altri, né comunque ne aveva l’intenzione.
Scese di sotto una volta sveglio e salutò tutti con estrema naturalezza, come se nulla fosse successo.
Per Jade era così, dato che era assonnata con i piedi nell’acqua della piscina mentre scherzava con Leigh e Taylor, ma capì che c’era qualcosa nell’aria quando sentirono distintamente provenire dalla casa esclamazioni sorprese e di approvazione.
«Non ci posso credere! Stai benissimo!» Liam, che si stava dirigendo verso le ragazze in piscina, si era girato verso l’interno e aveva interrotto la propria andatura. «È una sfortuna sfacciata quella di essere così belli da stare bene con tutto».
Si rivolse alla persona che in casa aveva attirato tutto quel clamore su di sé.
«Ehi Liam!» Taylor richiamò la sua attenzione mentre appoggiava le braccia al bordo, accanto alle gambe di Jade. «Cosa succede?»
«Jared» rispose lui con la faccia allucinata e un sorriso. «Si è fatto tagliare i capelli».
Le tre corsero fuori dall’acqua e si diressero verso la porta finestra che dava sul salotto per osservare cosa era successo. 
Lo fissarono con interesse, finché gli occhi di Jared non incontrarono quelli di Jade in un chiaro segno di sfida.
Ora capiva perché Haylee la sera prima fosse sparita, per fare la stessa che qualche giorno addietro aveva fatto con lei. E Jared era lì a scrutarla per cercare una sua reazione, ma lei non riusciva a fare altro che spalancare gli occhi, inespressivi, e a contenere il tremore del labbro mentre il petto si alzava e si abbassava veloce; era agitata e arrabbiata, perché Jared non aveva capito il perché si fosse tagliata i capelli, non aveva colto il senso del suo gesto, l’aveva preso come una sfida, sminuendo il tutto.
Era bello, ma non di quella bellezza banale e scontata che piaceva a Olivia. Aveva i capelli che gli sfioravano appena la base del collo e la riga, leggermente spostata a sinistra, metteva in risalto il taglio scalato che gli incorniciava il viso, ricordandole il taglio che lui aveva avuto anni prima. Lo shatush era sparito, così come la lunghezza, nonostante i capelli non fossero corti.
Stava bene, ma a colpire Jade era il fatto che, nonostante il taglio gli donasse, sembrasse una persona diversa, non il Jared con cui aveva scambiato le proprie osservazioni fino a qualche giorno prima, ma un estraneo che la guardava con occhi gelidi e arrabbiati.
Poteva capire come si fosse sentito lui al ritorno dalla fuga d’amore, perché anche lei in quel momento si sentì così: tradita.
Girò i tacchi e tornò in piscina cercando di controllare la propria andatura e frenare la voglia di allontanarsi di lì il prima possibile, non voleva far insospettire nessuno, né dare a vedere quanto la cosa l’avesse turbata.
Ferita.
Jared, una volta concluso lo scambio silenzioso con Jade, si dedicò agli altri e ai complimenti che gli rivolgevano. Tutti gli dissero che stava bene, e che tra barba e capelli aveva dato una bella sfoltita generale e non erano abituati a vedergli la faccia; era un cambiamento strano ma positivo, e il cantante accolse volentieri il calore sincero che per la prima volta la casa gli stava dimostrando, arrivava in un momento in cui aveva perso le speranze e aveva riso sincero a causa del loro commenti. 
«E vi dirò di più: ho intenzione di tenerli legati». Subito dopo averlo detto prese l’elastico che si era fatto dare da Haylee la sera prima e li legò in un codino basso da cui sfuggiva il ciuffo accanto al viso, troppo corto per essere catturato dal laccio. Aveva un codino piccolo che sbucava appena sulla nuca, facendolo risultare ancora più giovane di prima e lasciando stupiti tutti perché non lo credevano possibile.
La mattinata si protrasse in un clima irreale, anche se tutto era concentrato su Jared e i suoi capelli, cosa che contribuì a rendere nero l’umore di Jade, l’unica che sembrava aver colto la provocazione di Jared.
Ma era normale, era l’unica persona lì dentro a conoscerlo così bene.
Era nervosa e scattava appena qualcuno le rivolgeva parola, cosa che la portava a guardare male Jared ogni volta, perché era lui la causa di tutto quello.
A fine pranzo, con tutti ancora in cucina a sistemare il caos lasciato sulla tavola, Jared sbottò.
«Si può sapere cos’hai?» Le disse dopo aver sopportato le sue occhiate troppo a lungo.
Sperava di indurla a parlare con quel taglio. Era una provocazione bella e buona e desiderava di vederla sbottare per capire cosa si celasse dentro Jade una buona volta, ma la ragazza aveva imparato a fare buon viso a cattivo gioco e si era chiusa a riccio.
Per tutta la mattinata Jared si chiese quanto lui avesse contribuito a quella reazione con la sua proposta di amicizia cominciata all’inizio del programma.
«Niente, sei tu che pensi che io debba avere qualcosa se prendo una decisione senza consultarti. Mi dispiace Jared, ma non ho bisogno del tuo consenso per fare qualcosa». Per dimostrare ciò che aveva detto si toccò una ciocca di capelli, come a ribadire che il suo atteggiamento era una reazione a quello di Jared.
Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontarsi, ma non pensava ci sarebbe stato del pubblico. Però era anche inutile che si isolassero, dato che i toni che avevano usato in quel breve scambio di battute erano stati tutt’altro che pacati e neutri; li avrebbero sentiti anche se si fossero confrontati in giardino o in camera da letto. La distanza sarebbe stata inutile, non avrebbe garantito loro nessuna riservatezza.
«Non ho mai voluto questo». Le fece notare Jared, molto più tranquillo rispetto a prima. Era vero, non l’aveva fatto per un capriccio, ma perché era venuta meno a una promessa che gli aveva fatto, dimostrando quanta poca considerazione avesse per le loro parole, a quanto poco le importasse di lui quando per Jared non era così.
«Mh mh. Però nel momento in cui l’ho fatto ti sei subito scaldato». Jade alzò le spalle, facendogli capire che la sua reazione alla vista del proprio taglio non le era affatto sfuggita. Sapeva cosa volevano dire i propri capelli per Jared, e lei l’aveva colpito lì per quel motivo preciso. Voleva disintegrare le sue certezze.
Non aveva considerato, però, che lui potesse distruggere quelle di lei allo stesso modo.
«Vedo di non essere l’unico, comunque». La colpì sul vivo, sapendo di aver provocato in lei la stessa cosa che aveva sperimentato lui sulla propria pelle. «Mi sono sentito preso in giro. Mi era parso che tu mi avessi promesso che non te li saresti tagliati mai, poi torno da una giornata fuori e vedo che sei venuta meno a quello che ci siamo detti in queste settimane».
Aveva il fiato corto, e non voleva mostrare quanto fosse alterato, ma aveva detto quella frase con una foga che nemmeno Jared pensava di avere.
«Mi sono sentita scimmiottata, come se avessi sminuito il mio gesto». Jade si giustificò per la reazione incontrollata della mattina, perché sapeva di essere stata colta in fallo, poi rispose con più veemenza, tornando al punto principale della questione per lei. «Non ti devo niente. E poi non sei l’unico a sentirsi preso in giro, se lo vuoi sapere»
«Cosa vorresti dire?» Jared aveva smosso qualcosa, era la prima volta che Jade si apriva a quel modo e voleva approfittare della situazione per capirla, comprendere cosa nascondesse e il perché avesse mentito su quel dettaglio così piccolo da risultare fondamentale per loro.
«Forse mi confondi un attimo, no?» Lo provocò, alzando sempre più il tono di voce e aumentando la velocità con cui parlava. «Prima mi imponi il paletto dell’amicizia, poi… succede quel che succede, quindi penso determinate cose, però infine passi a Leigh come se fosse la cosa più normale del mondo e ci fosse stata sempre e solo lei. Scusami se mi sento tradita, ma anche io ho dei sentimenti».
Ansimava e aveva le guance rosse. Sapeva che tutti li stavano guardando, erano chiusi nello stesso spazio, eppure non vedeva nessuna delle persone attorno a loro, che avevano creato un silenzio opprimente in modo da non perdersi una sola sillaba che volava tra lei e Jared.
Annaspava perché le costava dire tutto quello, aprirsi e sentirsi esposta, ma era arrivato il momento di mettersi a nudo, di far capire a Jared che era stufa dei suoi comportamenti e del fatto che non la rispettasse quando lui pretendeva lo stesso. L’aveva saturata al punto da farla esplodere, era stanca di essere annientata da un suo sguardo, una parola o un gesto.
Non era da lei subire così le decisioni di un’altra persona, ci era già passata e aveva deciso di mollare la situazione e cambiarla se si fosse ripresentata, ed era quello che voleva fare capire al cantante.
«Tradita, tu? Cosa dovrei dire io, allora, che scopro tramite il tuo ex he non sei stata sincera con me, ma con Scott sì? Su un argomento che hai sollevato tu, tra l’altro». Aveva posto l’attenzione sul soggetto per farle capire che non era l’unica a stare male per una decisione altrui. Si sentiva spaventoso, probabilmente lo era, ma Jade gli aveva fatto perdere la pazienza, era stanco e spossato da quella casa dopo nove settimane di clausura e confusione: non l’aveva vissuta tranquillamente e non sapeva spiegarsi perché, ma la cosa stava venendo fuori costringendolo a esporre il proprio disagio. «Cosa vuoi da un rapporto, ricordi? Travis mi ha detto che hai dato due versioni diverse, ma solo una combaciava con quella che avevi dato a lui tempo prima. Cosa dovrei dire io, riguardo al sentirsi traditi da una persona importante di cui ci si fidava?»
Jade si mise una mano davanti alla bocca, colpevole. Non sapeva cosa dire.
Ora capiva l’odio di Jared, capiva il suo sguardo truce e i modi scostanti. Parlare con Travis e conoscere la vera risposta non doveva essere facile, ma non le aveva nemmeno chiesto perché avesse agito così, non le aveva dato la possibilità di spiegare le sue ragioni.
Ancora una volta aveva dimostrato di non tenere minimamente a lei o al suo parere.
«Dove sta la verità, Jade?» Le domandò stanco, quasi fossero arrivati alla resa dei conti.
Ma Jade non era pronta a cedergli il passo e dargliela vinta, non quando lui l’accusava senza scavare dietro il suo gesto, la condannava senza darle l’opportunità di difendersi. Lei ai suoi occhi era colpevole, voleva solo una confessione scritta.
Peccato, non l’avrebbe avuta perché anche lei aveva un paio di cose da rinfacciargli. Sentiva il dovere morale di aprirgli gli occhi, perché non tutti i suoi comportamenti erano corretti come lui pensava.
Non era senza peccati come voleva apparire in casa, e lei era una delle poche persone ad averli notati e a non farglieli pesare. Non l’aveva mai giudicato per quello, era andata oltre, ma a lui non era bastato.
«Come puoi pretendere da me l’onestà quando hai sempre voluto gestire le cose a modo tuo, Jared? Hai scoperto che ero una tua fan e mi hai tagliato fuori dai giochi senza il minimo scrupolo per paura che la cosa ti sfuggisse di mano, quindi ho cambiato risposta solo per rispettare il tuo insano volere, rispettare la tua volontà in ogni caso. Quanto avresti creduto alla sincerità della mia risposta, essendo venuta dopo la tua?»  Urlava, ne era consapevole, ma non era il livello di voce a colpire tutti, quanto la disperazione che ne usciva. Jade aveva visto la verità prima di Jared stesso, la stava solo palesando. «Mi dispiace dirtelo, ma sono ben più di una tua fan, e il fatto che tu non lo veda non vuol dire che io non lo sia».
Si sentiva svuotata, perché sperava che lui l’avesse capito, sperava di averglielo dimostrato che era molto di più, ma lui non vedeva o, peggio, non voleva vedere.
Jade era trasparente, l’alone facile da rimuovere dalla vista, e l’aveva capito solo in quel momento.
«Non è questo il punto…» Jared non aveva più la convinzione di prima. 
Non aveva mai pensato alle sue motivazioni, non si era domandato il perché della cosa, né aveva valutato la tempistica. Ancora una volta Jade dimostrava di conoscerlo bene, mentre lui dell’amica non aveva capito nulla.
«È questo invece il punto di tutto. Settimana scorsa, durante una discussione, hai invitato gli altri a non giudicare le persone in base ai propri preconcetti, ma tu con me l’hai fatto perché sono una echelon. Sei un ipocrita, non puoi venire a fare la paternale a me quando tu stesso non sei stato limpido nelle tue intenzioni. Specialmente dopo settimana scorsa!»
I continui riferimenti alla settimana appena passata lo fecero imbestialire di nuovo, perché lui non ne aveva fatto un caso di stato, ma Jade continuava a tornare su quel punto, quasi volesse un chiarimento riguardo a quello. Eppure Jared non aveva una spiegazione per quel gesto, né aveva provato un vero pentimento prima di sapere la verità da Scott.
Si avvicinò a Jade con fare deciso, tanto che lei fece un passo indietro, ma si ritrovò con le spalle al muro.
«Ah, è questo che vuoi da me, un’opportunità? Si riduce tutto a questo, giusto?» Jared si era avvicinato così tanto a lei da bloccarle i polsi contro il muro, ma Jade era così impietrita dalla sua presenza, dal profumo e dalla rabbia che la incollavano lì, che non si sarebbe mai spostata. «Beh, eccola».
Non le diede il tempo di reagire e la baciò. Non c’era grazia nel gesto, ma collera e risentimento. Aveva l’aria di essere una punizione e l’aggressività di Jared stonava con la paura di Jade, tanto che lei iniziò a divincolarsi per liberarsi da quel contatto. La violenza urgente con cui lui si imprimeva sulle labbra di lei era spaventosa e gelida, come lo erano stati loro durante quella discussione.
Dove erano finite le due persone che si capivano con un gesto e si accarezzavano con uno sguardo?
Era sbagliato, faceva male, ma c’era qualcosa che voleva farla arrendere, lei stessa avrebbe voluto arrendersi, se solo Jared avesse voluto baciarla davvero, come lei aveva ricordo.
Scosse il corpo con forza finché lui non si allontanò, mettendo fine a tutto in modo inaspettato così come era iniziato.
«Tanto è già successo settimana scorsa, no?!» Minimizzò la cosa davanti a tutti in modo che sapessero e non intervenissero e, forse, per ferire Scott. A quanto pare Jade non aveva segreti solo nei suoi confronti. «Ti pensavo diversa, invece sei come le altre. Forse anche peggio».
Le lasciò i polsi e allontanò il viso dal suo, lasciando entrambi fuori di loro stessi per essersi sputati addosso e mischiati tutto quel veleno.
«Non mi sono presa gioco di te. Ho sfruttato l’unica possibilità che mi hai dato». Jade aveva le lacrime agli occhi, umiliata da quel bacio, ferita dal ridicolizzare di lui e dare poca importanza a quello precedente che c’era stato tra loro. Per lei non era stata una cosa da poco.
«Hai dimenticato di aggiungere male, l’hai sfruttata male». Uscì dalla cucina come una furia e la lasciò da sola ad affrontare gli sguardi attoniti e il silenzio carico di domande dei coinquilini.
Era troppo anche per lei e corse fuori prima che qualcuno potesse formulare una domanda o anche solo una parola. Sentiva il bisogno di piangere, nascondersi era diventato secondario.


Jade aveva visto Jared rintanarsi in camera da letto, aveva bisogno di sovrastare tutto e ammirare una vasta porzione di mondo con lo sguardo, aveva bisogno di sentirsi parte di qualcosa, così le aveva detto una volta, quando si erano scambiati informazioni su come sfuggivano ai problemi in casi estremi, tipo quando lui era in tour e non poteva scappare sulle colline di Hollywood per abbracciare Los Angeles con gli occhi.
E lei? Dove sarebbe andata per cercare di nascondersi dal mondo, nel tentativo di ignorarlo?
Corse verso il posto in cui si rifugiava con l’amico, e capì che Jared l’aveva evitato proprio perché l’ultima volta in cui ci erano stati era successo tutto: il bacio, la tensione dopo, la scelta di Leigh per la prova, il taglio e il litigio.
Jared non avrebbe profanato quel posto, non ci sarebbe tornato dopo aver dato prova proprio lì della sua debolezza, ma lei ne aveva bisogno. 
Necessitava di respirare la stessa aria di una settimana prima, di cullarsi nel pensiero di quel bacio. Aveva immaginato tante volte come potesse essere baciare Jared, ed si era aspettata impeto e passione, un gesto deciso che l’avrebbe sopraffatta.
Invece Jared si era dimostrato delicato. Si era avvicinato con calma per lasciarle il tempo di allontanarsi se non avesse voluto che accadesse, la sua incertezza l’aveva reso umano e ancora più bello agli occhi di Jade. Le aveva sfiorato le labbra e la barba pizzicato la carne, ma tutto era venuto meno. Non c’era nulla più importante di quel contatto con Jared, del suo respiro accelerato che si infrangeva con il suo, del permesso che le aveva chiesto con dolcezza per schiuderle la bocca ed esplorarla, la lingua che si introduceva con lentezza perché lei si abituasse e non lo respingesse.
Non l’avrebbe mai fatto.
Non pensava che Jared potesse chiedere il permesso per un semplice bacio, ma aveva apprezzato. Si era sentita importante, rispettata. Unica.
Era stata Jade a imprimere decisione al bacio, facendo capire che lo voleva, e non sapeva dire da quanto. Lo voleva da star male.
E quel primo bacio l’aveva annientata. Si era persa in quel gesto, nel suo respiro, e non si era più ritrovata, nemmeno dopo essersi separati. Era diventata aria, sangue e battito.
Era stato così bello da essere surreale, perfetto nella sua unicità da sentire il cuore uscire dal petto, quasi fosse stata pronta a donarglielo.
E ora si trovava lì, con i soli pensieri in testa e le sensazioni che aveva provato, e che l’avevano accompagnata fino alla prova, dove aveva sperato di essere scelta, dove l’aveva visto preferire Leigh con una convinzione che la aveva fatto sanguinare nel petto, dove mancava il battito del cuore che aveva lasciato a lui solo la mattina.
No, passare il tempo lì non le avrebbe fatto bene, inoltre era assetata e sapeva benissimo di non poter passare il tempo che rimaneva fino alla fine della settimana nascosta nel posto più sperduto della casa, era ora di affrontare la realtà.
Si diresse con passo trascinato verso le mura di casa, il posto dove si era sentita accolta fino a poco prima.
«Proprio te cercavo». Scott la intercettò dai lettini attorno alla piscina, era solo e pensieroso, lo poteva dedurre dallo sguardo serio e la posizione del corpo. «Vieni qui».
Panico. Non solo c’era il problema Jared, un problema che per lei era morto e sepolto dato che non c’era soluzione. Non aveva intenzione di chiedergli scusa o di giustificare ancora le proprie scelte, dato che erano tese ad accontentare quelle di lui.
C’era anche la questione Scott, e quella non poteva essere arginata, anche se poteva provare a temporeggiare.
«Oh no, non ci penso proprio». Jade aumentò il passo, lo sguardo fisso verso le vetrate.
«Pensi di sfuggirmi in eterno?»
Una domanda semplice quella del ragazzo, ma anche accurata e mirata a centrare il punto della questione.
Prima o poi avrebbe dovuto cedere, e prolungare l’agonia non sarebbe a servito a nulla, se non a portare l’illusione che tutto si sarebbe messo a posto con il silenzio.
«Mi piacerebbe almeno tentare» rispose lei riluttante.
Scott alzò un angolo della bocca, apprezzava il velato umorismo con cui si era esposta. Si mise a sedere e le fece cenno di sedersi sulla sdraio, aveva catturato la sua attenzione, fermandone l’avanzata, non voleva perdere quel vantaggio.
«Perché scappi?»
Perché non voleva affrontare la verità. Non sapeva nemmeno se avesse una verità da affrontare.
«Non ho voglia di parlarne». Le spalle di Jade si abbassarono, come se all’improvviso il peso di tutte quelle settimane e gli ultimi sviluppi le fosse piombato addosso. «Di parlare con te di quello che è successo».
Era imbarazzante, e sapeva per esperienza personale che Scott non si sarebbe accontentato di un semplice sì o no, voleva capire la situazione più di quanto lo desiderasse Jade.
«Perché? Hai paura che ti giudichi o che ti faccia domande scomode?»
Lei annuì, ma mosse lo stesso un passo nella sua direzione.
Non capiva come mai non fosse arrabbiato, la cosa la incuriosiva.
«Non scomode…» Ammise. «Però domande a cui non so dare risposta».
Scott non demorse, aveva bisogno di conoscere il suo stato d’animo e il proprio, perché si sentiva stupido e messo da parte, per quanto anche lui non fosse stato cristallino nei confronti di lei.
«Siamo adulti, proviamo a parlare come tali».
Appoggiò i piedi ai lati del lettino e la invitò a sedersi vicino a lui, ma Jade si accoccolò contro il suo petto, appoggiando la schiena in quella posizione protettiva che avevano già assunto in passato.
Parlare così sarebbe stato più facile, non doveva guardarlo in faccia a meno che non l’avesse voluto.
«Perché avevi paura a dirmi che vi siete baciati?»
«Perché… temevo potessi fraintendere». Non solo, perché per parlarne avrebbe dovuto fare i conti con se stessa, sviscerare emozioni che aveva chiuso sottochiave dopo la seconda settimana e che era convinta di aver tenuto sottocontrollo per tutto quel tempo in una sorta di ibernazione sentimentale. Eppure la fragilità di quel momento le diceva che il risultato non era stato dei migliori.
Scott le sospirò accanto a un orecchio e la fece rabbrividire, così con il braccio destro le cinse le scapole fino ad accarezzarle la spalla sinistra con la mano.
«Jade, non vorrei sembrarti stronzo, ma se pensi che ci sia qualcosa di fraintendibile, forse dipende da te»
«Io non so cosa pensare». Si coprì la faccia con entrambe le mani, travolta da una vergogna che non ricordava di aver mai provato in vita sua. «Non so nemmeno perché mi abbia baciata».
Scott, sorpreso, smise di muovere la mano.
«Ti ha baciato lui?»
«Pensi sia così impossibile?» Domandò di rimando, offesa. Era stufa che tutti la sottovalutassero. Poteva piacere a ogni uomo, poteva piacere anche a una celebrità piena di mille talenti, a un giardiniere, a uno dello staff e anche a una donna. Perché nessuno vedeva in lei del potenziale? 
Era frustrante.
«No, affatto. Però pensavo fosse stato… voluto da entrambi».
Lui riprese ad accarezzarle la pelle per calmarla e Jade rilassò le spalle, sentendosi stupida. Era giunta alla conclusione sbagliata senza che lui avesse dato mezza motivazione a riguardo: aveva agito proprio come Jared e la cosa non le andava giù.
Sospirò per recuperare lucidità e si fece forza per parlare di nuovo.
«No, è stato Jared. Stavamo parlando, eravamo vicini, e… beh, è successo. Si è avvicinato a me e ha azzerato le distanze».
Cercò di non rabbrividire, e si stupì di essere così brava a reprimere le emozioni. Si focalizzò sul tepore del corpo di Scott e si sentì accolta per la prima volta dopo giorni infernali. Con lui diventava tutto tranquillo e possibile. Come faceva a sapere cosa pensare riguardo a Jared se anche Scott riusciva a toglierle razionalità?
«È normale. Succede, sai?» Deglutì con difficoltà, era arrivato il momento difficile anche per lui. «A tal proposito, prima di fare quello che parla di chiarezza e poi passa per stronzo… ho baciato Leigh».
Non conosceva altri modi per dirlo, né voleva trovare un metodo meno diretto.
Brutale, ma chiaro e sincero.
Jade sorrise e lui poté solo percepire quel gesto dal respiro. «Lo so».
Fece di tutto per farla voltare.
«Lo sai?»
Jade si convinse a guardarlo. Era stato sincero e non era tenuto a farlo, in più Leighton era una persona che gli era sempre piaciuta, Scott non doveva nascondere il proprio interesse, per quanto questo la facesse sentire incerta, sospesa. Lo apprezzava perché sapeva essere uomo: aveva confessato per mettersi sullo stesso piano e farle capire che non era sbagliata.
Era un ragazzo d’oro.
«So osservare». Sorrise. C’era stata tanta tensione tra loro, era possibile vederla. Poi d’un tratto si era dissipata e loro avevano iniziato a comportarsi in modo naturale, come se tutto fosse spontaneo. Anche un cieco l’avrebbe capito. «E no, prima che tu possa chiedermelo, non ce l’ho con te».
Scott aggrottò le sopracciglia, curioso di sapere perché lei non ce l’avesse con lui e lui, invece, avrebbe dovuto giudicarla. La situazione era simile, anche se Jade faceva di tutto per combattere il proprio interesse per Jared. Ma nessuno gliel’avrebbe fatto capire se non fosse stato lo stesso Jared a dirle di sentirsi libera di provare quello che era più giusto per lei.
Lui era ambiguo e indeciso, e lei aveva paura di essere totalmente se stessa, un timore che derivava dal non essere accettata per quella che era.
«E perché io allora dovrei essere arrabbiato nei tuoi confronti?»
Jade si morse un labbro prima di tormentarlo con le dita, e Scott le levò subito da lì prima che potessero irritarsi. Non era giusto che si infliggesse una punizione per qualcosa che non era colpa sua.
«Perché Jared… con lui è complicato. Sono la fan, era solo un amico». Stava cercando di dirgli che lui per Leighton aveva dimostrato sempre un interesse, mentre lei e Jared continuavano a sostenere che tra loro ci fosse solo amicizia, ma non era più sicura fosse così.
«Proviamo a capire cosa succede. Cosa hai provato?» La cullò con un tono tenue e profondo, così rassicurante che non le permise di agitarsi. «Quando ti ha baciata, intendo».
«Non lo so».
La verità era che non ci voleva pensare. Era più facile se non affrontava se stessa e giungeva a delle conclusioni su Jared.
Scott strinse un po’ di più la presa attorno al suo corpo senza farle male.
Le parlò a bassa voce e con tono pacato, ma prima spostò il ciuffo di capelli scuri dagli occhi nocciola, un gesto che le piaceva sempre da morire.
«Ecco, questo penso sia un po’ difficile da credere. Come è possibile Jade? Nessuna resisterebbe a Jared. Probabilmente nemmeno io!»
Sdrammatizzò per farle capire che non gliene faceva una colpa, ma di certo era strano rimanere impassibili davanti a un uomo come lui, e Scott lo capiva con un certa facilità.
Jade espirò, poi si mise ad accarezzargli il tatuaggio sull’avambraccio per distrarsi.
«Ho paura a pensare a Jared in un modo che non sia quello che lui mi ha imposto, in un certo senso. Gli voglio bene, gli sono affezionata, ma non so dove possa arrivare. Ho il terrore che sia frutto della mia conoscenza pregressa su di lui, una cosa viziata dall’idea di Jared che avevo prima, forse perché si è rivelato più simile di quanto pensassi a come l’ho sempre percepito. Ma è anche una persona nuova per me, e questa dualità mi confonde, non so capire quale lato sia vero e quale mi piaccia. Se mi piaccia o meno».
O forse Jared aveva così tanti lati che Jade pensava di non essere all’altezza e risultare manchevole nei suoi confronti a una più accurata analisi. Era poliedrico, invece lei di dimensioni ne aveva molte meno, come avrebbe potuto reggere il confronto? 
L’unica cosa certa era che ritrovarselo nel programma, al posto di facilitare le cose, le aveva solo complicate. Non capiva se le percezioni su di lui fossero viziate dalle sue idealizzazioni o se Jared avesse mostrato solo una parte di sé per non esporsi troppo davanti a una telecamera.
Erano troppi se e non aveva intenzione di mettersi in gioco.
«È strano, perché di solito un bacio mette solo chiarezza Jade, almeno dal mio punto di vista. Toglie ogni incertezza, nel bene o nel male». Lui aveva compreso che Leigh gli piaceva, e il bacio gli aveva fatto capire che l’interesse nei confronti di lei era tanto, ed era coinvolgente. «Come è possibile che a te abbia solo complicato la vita?»
«Non lo so» ripeté ancora una volta. 
Jade avrebbe voluto dare una risposta diversa, ma non ne aveva altre a disposizione. Se le avessero chiesto di rappresentare con un simbolo il tempo trascorso nella casa avrebbe usato un punto di domanda per descriverlo.
«Vorrei soltanto aiutarti» le disse scott, sincero. «Cosa posso fare con te?»
Voleva sapere se doveva lasciarla perdere prima di essere troppo coinvolto, oppure se doveva palesare il proprio interesse e smettere di nicchiare. Una qualsiasi cosa che potesse toglierli dall’impasse di quella situazione complicata e delicata.
«C’è… in effetti c’è una cosa» mormorò Jade rossa in viso, mordicchiandosi un labbro, nervosa. «Forse mi manca un metro di paragone».
Rimase in silenzio, sperando che le sue parole attecchissero.
Dopo qualche secondo lo sentì deglutire a vuoto, sapeva che aveva capito.
Si girò a guardarlo, perché il fatto che Scott non parlasse non prometteva nulla di buono. Incontrò il suo sguardo e scorse un barlume di speranza e possibilità. Era così vicino che il cuore non poté non accelerare il battito.
Jade gli accarezzò la nuca, e Scott accorciò le distanze.
C’era qualcosa di così timido in quel bacio da renderlo dolce. Solo quando Jade affondò le dita tra i capelli  di lui, Scott divenne più sicuro, iniziando a esplorare la bocca e i suoi contorni.
Era bello, era eccitante e adrenalinico, ma mancava qualcosa. L’alchimia. Forse erano troppo frenati dalla loro imbranataggine, in fondo era da settimane che giravano attorno alla questione senza mai arrivare al dunque, un punto che era giunto dopo un percorso particolare.
Si separarono con l’affanno, gli occhi lucidi e le guance rosse. Avevano lo sguardo languido e un sorriso innocente e soddisfatto.
Come metro di paragone era stato buono. Molto.
Anche se c’erano cose che non potevano essere eguagliate.


«Venite, presto!» Olivia, in un moto di noia, si era messa a dare un’occhiata fuori, per vedere chi ci fosse e cosa stesse combinando. Vedere Jade e Scott avvinghiati era l’ultima delle cose che si sarebbe aspettata di trovare su un lettino attorno alla piscina. «Qualcuno si sta dando da fare».
La soddisfazione con cui annunciò la cosa passò inosservata, i presenti erano intenti a capire di chi si parlasse, tanto che si misero all’erta, pronti a scattare.
«Chi?» domandarono quasi in coro.
«La finta vittima e il tatuatore codardo» rispose convinta mentre i presenti si alzarono per correre alla porta finestra e assistere alla cosa.
«Finalmente ha perso la verginità nel programma». La  prese in giro senza che qualcuno la seguisse. «Agli occhi di tutti, questa volta. E con il suo consenso».
Aveva guardato Jared, sapendo bene che nonostante fosse stato lui il primo uomo a baciare Jade, con la scusa che non era stato ripreso sarebbe contato meno di zero.
Scott aveva vinto.
Olivia lo guardava soddisfatta, un compiacimento che passò quando vide la tristezza in Jared, non pensava che potesse importargli così tanto di Jade.
«Attenzione». Li mise in guardia Simon, incurante di quei pensieri e dei rispettivi gesti. «Forse c’è il bis».




«Un ottimo spunto da cui partire». Esalò Jade quasi vergognosa mentre Scott le accarezzava con il pollice la guancia.
Si alzò come se fosse stata morsicata da una tarantola senza che il sorriso luminoso abbandonasse le sue labbra.
«Dove vai?» Era confuso.
«A riflettere sulle cose belle che accadono e possono complicarti la vita». Gli rivolse uno sguardo malizioso. Se i baci complicavano le cose avrebbe desiderato solo situazioni indecifrabili, probabilmente. «Non credi?»
«Già» rispose lui con un sorriso trasognato. «Decisamente».
Prima di allontanarsi si piegò su di lui e impresse ancora le labbra su quelle di Scott, con più convinzione e disinvoltura rispetto al bacio precedente, una cosa più spontanea e con maggiore coinvolgimento. Le piaceva la posizione di vantaggio e poter reggergli il mento tra pollice e indice.
Baciare Scott era liberatorio, la faceva sentire se stessa.
Sicura.
La sensazione di incertezza provata con Jared era sparita.
«E questo a cosa lo devo?» Scott si riscosse dal contatto, estasiato e confuso.
«Jared il suo secondo bacio se l’è preso con la forza. Io a te l’ho dato volontariamente… volevo farti capire la differenza».
Non attese risposta, lo lasciò lì a pensare, esattamente come avrebbe fatto lei di lì a poco nella sua solitudine.


Si ritrovarono in spiaggia per la penultima sfida della loro esperienza, l’ultima se avessero trovato le coppie giuste alla cerimonia di accoppiamento.
Ryan spiegò loro che dovevano legarsi più punti del corpo stando schiena contro schiena, affrontare un percorso a ostacoli e recuperare la bandierine che c’era alla fine di esso. Al ritorno avrebbe dovuto condurre chi non l’aveva fatto all’andata. Avrebbero vinto le tre coppie che portavano a termine il tragitto nel minor tempo possibile.
«Prego ragazzi, scegliete il vostro partner». Li invitò con un gesto delle mani e i ragazzi scelsero la persona con cui affrontare la prova.
Jade si diresse verso Scott, ma lo vide già impegnato con Leighton, così si guardò attorno e l’unica altra persona libera era Jared. Entrambi si fissarono rigidi e a disagio, ma era la realtà dei fatti, dato che tutti avevano un compagno: avrebbero fatto coppia.
I coinquilini si guardarono soddisfatti: oltre a dare un po’ di respiro a Leighton e Scott, coinvolti dagli altri due e – quindi – confusi, avevano pensato che l’attrito tra Jade e Jared potesse nascondere altro, e una loro unione poteva appianare i dissapori o metterli davanti alla realtà dei fatti; era un modo per aprire loro gli occhi sul potenziale della cosa, perché dopo le litigate dei giorni scorsi pensavano che ci fosse troppo coinvolgimento per essere una semplice amicizia. 
Ma dovevano procedere con cautela, perché l’equilibrio era precario. Ci mancava poco che quei due si saltassero al collo per azzannarsi, se qualcuno avesse fatto capire loro che la cosa era voluta dal gruppo, questo avrebbe rischiato un tracollo collettivo e definitivo, perché erano sicuri che Jade e Jared non l’avrebbero fatta passare loro liscia.
Le coppie si legarono per le caviglie e la vita e poi Ryan diede via al tempo.
Jared e Jade partirono svantaggiati a causa della complicità che tra loro era sparita, rendendo la sincronia un’impresa ardua. Più volte Jared, che si era messo alla guida del duo, aveva confuso la sua destra con quella di Jade, causando delle incomprensioni che rallentarono l’avanzata verso la bandierina.
«Sembri un bradipo ubriaco con la labirintite!» Lo apostrofò lei dopo che l’indicazione sbagliata del cantante li fece cadere a terra proprio in prossimità della bandierina, facendo ridere gli altri attorno.
«E tu sei utile come un navigatore in mandarino antico!» Jared le tornò il complimento dopo poco, perché gli aveva fatto prendere lo spigolo di un cubo con piede, facendogli vedere le stelle.
«Non è colpa mia se hai delle pinne al posto dei piedi» disse Jade a denti stretti nel tragitto del ritorno. 
A Jared parve di sentire anche un “ben ti sta” appena sussurrato. Se avesse avuto ancora i capelli lunghi avrebbe fatto di tutto per far sì che si impigliassero nelle corde che dovevano scavalcare, era un vero peccato li avesse tagliati.
Arrivarono quinti, e la cosa non permise loro di aggiudicarsi la fuga d’amore, ma non era contemplata, dato che non avevano la minima intenzione di trascorrere altro tempo insieme, soprattutto se costretti. Avevano partecipato solo perché non potevano esimersi.
Vinsero Mark e Taylor, Simon e Dakota e, inaspettatamente, Drew e Olivia.
«Bene, avete vinto un giro tra la giungla con i go kart e un barbecue in uno scenario coinvolgente come quello della foresta che vi accoglierà nella giornata».
Ryan li salutò con una sorpresa. «Ma c’è di più: per premiare i vostri successi stasera ci sarà una festa sulla spiaggia solo per voi!»
Per un attimo tutti dimenticarono gli attriti e le tensioni per esultare. Una festa con della buona musica era una splendida occasione per divertirsi e lasciare che i più timidi e gli indecisi si sciogliessero.
Tornarono a casa elettrizzati e pronti a prepararsi per la serata, soprattutto le ragazze, che si sbizzarrirono con l’abbigliamento, il trucco e i capelli.
I ragazzi non si fecero trovare impreparati e ci misero del loro meglio per tirarsi a lucido e attenderle poi nel salotto. Quando le donne di casa scesero di sotto rimasero estasiati: forse ci avevano messo più del dovuto a prepararsi, ma ne era valsa la pena tanto erano belle. Era una sfilata di gonne corte, vestiti e pantaloni attillati che mettevano in risalto il lato seducente di tutte loro.
Era come sapere che la persona che interessava all’altra era nello stesso locale e i ragazzi erano pronti a sedurre la propria preda, in un gioco che ravvivava la routine data dal programma. Era una novità e tutti sembravano intenzionati a sfruttarla al meglio.
Si posizionarono sul piccolo pullman che di solito li portava alla spiaggia, e così fece anche quella volta, ma il posto era diverso dal solito, non era la striscia di terra dove si svolgevano le prove, ma un angolo un po’ più nascosto dalle piante. C’era un pavimento di legno posizionato apposta per l’occasione, e negli angoli c’era una struttura in ferro nero che sorreggeva i teli bianchi che svolazzavano pigri al vento proveniente dal mare, mentre una band locale suonava musiche caraibiche molto coinvolgenti.
Per l’occasione si unirono a loro anche le tre coppie perfette, felici di poter passare del tempo con il resto del gruppo.
Si buttarono subito in pista, pronti per ballare con un bicchiere di cocktail in mano. L’atmosfera era frizzante e positiva, e tutti si erano messi d’impegno per seguire una specie di coreografia improvvisata da Simon, passi che ben si addicevano al ritmo passionale della musica caraibica.
Il risultato fu esilarante. Alcune ragazze si erano scoperte portate per la danza e avevano catturato molti sguardi, mentre gli uomini – fatta eccezione per Simon – facevano fatica a dimostrarsi all’altezza dei suoni incalzanti, e i peggiori si erano rivelati Jared e Liam. Liam era incapace di muoversi, avendo la stessa flessibilità di una statua di marmo, Jared, invece, sapeva dimenarsi, il problema era che non riusciva nemmeno per sbaglio a farlo a tempo, scatenando così le risate dei presenti. Ma lui, incurante delle reazioni divertite, ci provava con tutte le sue forze a ballare e a coinvolgere le ragazze con poco aggraziate piroette.
Nonostante l’incapacità dimostrata era riuscito ad animare la serata.
Una pausa tra una canzone e l’altra spinse i ragazzi ad avventarsi nuovamente al piccolo bancone del bar adibito per loro. L’alcool iniziava a disinibire i più, facendoli esibire in performance al limite della decenza, dove erano coinvolte bocche, lingue e mani lungo il corpo.
La festa stava prendendo la piega che tutti si erano aspettati, e anche Drew e Daisy non erano da meno. Vicini dopo settimane, potevano godersi più tempo insieme senza rispettare i tempi della cerimonia di accoppiamento, così si ritagliarono spazio per loro, incuranti degli sguardi tristi di Spencer, che decise di divertirsi e ballare con la gente che non ne voleva sapere di lasciare la pista da ballo, tra cui Jade, che vedeva Scott e Leighton flirtare e ferirla più del dovuto, ma non aveva voce in capitolo.
Era con Haylee, Dylan, Spencer, Taylor e altri pronta a dimenarsi. Aveva abbandonato i sandali con il tacco vicino a un divano sistemato al bordo della pista e si muoveva a ritmo con la solita eleganza che la contraddistingueva. Aveva indossato una gonna aderente e corta dalla fantasia tribale con colori tenui ma variegati, dal rosa al viola, al grigio e all’azzurro polvere, e aveva abbinato una canotta dello stesso azzurro da portare infilata nella gonna e un po’ rimborsata, di modo che coprisse lo stacco dei due capi.
Jared, seduto sui divani più lontani dalla pista, continuava a osservarla, arrabbiato e famelico, e sentiva crescere dentro il disappunto. Stava iniziando ad aprire gli occhi e i gesti di Jade di quella sera non contribuivano a rendergli facile la cosa. Era elegante ma sfrontata, si comportava come al solito, libera dal ruolo di donna fatale che molte altre lì dentro interpretavano, per quello risultava molto più seducente. I suoi movimenti erano sicuri ma non esagerati, e la cosa la rendeva desiderabile. Lo stesso modo di scuotere i capelli ormai corti era un richiamo irresistibile per Jared, e si detestava per quello. 
In quel momento quasi non si ricordava perché avessero litigato né il vero motivo per cui ce l’aveva con lei, poi però pensava a come fosse stato facile per Jade omettere più volte la verità nei suoi confronti, una realtà che lo riguardava da vicino entrambe le volte, e si sentiva tradito; ferito perché Jade non l’aveva ritenuto in grado di capire, o forse perché non lo reputava all’altezza della situazione. Faceva male sapere che la persona in cui si avevano riposto tutte le speranze, e qualcosa di più della semplice amicizia, non riusciva a reputare l’altro degno della stessa fiducia e del medesimo affetto.
Con Jade aveva ritrovato, soprattutto nelle settimane prima dei loro litigi, il senso di appartenenza che aveva dimenticato da tempo. Non doveva sforzarsi di contenersi o essere ciò che non era, non doveva smettere di essere quello che semplicemente era diventato con il tempo. Per lei era semplicemente Jared, e aveva capito che andava più che bene così. Eppure non sembrava che Jade avesse bisogno di più da lui, perché aveva Scott, e Jared si considerava un di più che, fino a una settimana prima, aveva capito di essere intenzionato a darle.
Ma era bastata la verità per spazzare via tutto, e al cantante sembrava un chiaro segno di quanto potessero essere fragili le sue sensazioni. Probabilmente erano anche sbagliate.
La cosa che dava più fastidio a Jared, però, era essere arrabbiato con lei, non avere la minima intenzione di chiedere scusa, ma non essere in grado di staccarle gli occhi di dosso e perdere anche un solo movimento avvenuto in quella serata.
L’essere il suo idolo, un punto che aveva sempre considerato fosse a suo favore, era diventato in realtà un ostacolo, perché tra loro si era creato un muro invisibile che non erano più riusciti a superare con il tempo, ed era stato creato proprio da lui con le sue richieste iniziali della seconda settimana. Era doloroso rendersi conto della situazione e sapere di esserne stato il fautore, soprattutto se non riusciva più a scindere Jade e le sensazioni che la riguardavano da come lui si sentiva e si poneva verso il gruppo.
Jared si era reso conto in quel momento di avere dei punti deboli e che se li avesse uniti avrebbe disegnato Jade, e la cosa lo indisponeva. Capire di aver sbagliato il modo di vivere l’esperienza era un duro colpo da accettare, e non era ancora pronto ad abbracciare le proprie colpe.
Eppure Jade sembrava felice in quel momento, come se lei non fosse arrivata alle stesse sue conclusioni, come se non le fosse importato nulla di quello che era successo tra loro in quelle ultime settimane e, soprattutto, i litigi che avevano caratterizzato le loro recenti interazioni, così Jared lasciò perdere i discorsi interiori, accantonò i pensieri e si diresse da Leighton per chiederle un ballo, convinto che fosse lei la sua anima gemella, nonostante non corrispondesse, allo stato attuale, a ciò che Jared prediligeva. Sperava soltanto di essere confuso dal coinvolgimento della festa.
Jade, una volta che Jared e Leighton si erano avviati verso la pista, aveva deciso di concedersi un cocktail al bar e parlare con le persone che non erano in casa da un po’, almeno con le ragazze, rubando a Drew la piccola e innocente Daisy.
Con un bicchiere pieno di vodka lemon in mano si sedettero sui divani comodi e spaziosi, cercando di non badare al disturbo crescente che la vista di Leighton e Jared le dava.
Quando però partì il lento, con Leigh che venne rubata al cantante da Scott, fu troppo, e Jade chiese scusa agli interlocutori che si erano uniti a loro, aveva bisogno di prendere un po’ d’aria.
Era triste. Aveva perso l’unico suo punto fermo in casa, e Scott non faceva altro che scegliere, anche se involontariamente, la compagnia di Leigh. In ogni caso non si sentiva mai all’altezza della persona con cui aveva scelto di intraprendere un percorso. Iniziava a pensare di non aver capito nulla di quel programma, ancora meno di quanto avesse creduto.
Si diresse verso la spiaggia libera e scura adiacente il luogo della festa per ritrovarsi un po’, aveva bisogno di stare da sola.
Sentiva la rabbia montare. Percepiva gli occhi di Jared su di sé mentre la guardava allontanarsi in solitudine, avrebbe riconosciuto il tocco possessivo e insondabile ovunque, ma non si girò perché sapeva, sentiva, che lui non avrebbe mosso un passo verso di lei, e Jade non sarebbe stata la debole della situazione, pronta a chiedere scusa per aver assecondato fino in fondo il volere di lui, non quella volta.
Si sedette vicino al bagnasciuga, sbirciando con la coda dell’occhio il tendone leggero che ospitava la festa, con la consapevolezza che nessuno aveva badato al fatto che se ne fosse andata, oltre al cantante.
Poteva ancora vedere Jared in lontananza, appoggiato al palo di ferro, mentre la osservava senza fare nulla.
Lo detestava perché non solo aveva preteso da lei risposte che non era in grado di dare nemmeno a se stessa, ma non aveva fatto niente per giustificare il suo atteggiamento, cambiato radicalmente dopo il loro bacio. Lui pretendeva ma in cambio non dava mai, ed era stufa marcia di quell’atteggiamento che l’aveva intossicata; si era ribellata e ora scontava il prezzo di quella specie di amore malato a discapito della loro amicizia.
Lo odiava ancora di più perché, nonostante tutto, era lì a fissarla con lo sguardo impenetrabile come se fosse la tempesta in procinto di abbattersi dal mare, e non aveva mosso un passo verso di lei; ma Jade, soprattutto, odiava se stessa, perché nonostante tutto il male che le aveva fatto e che le stava facendo desiderava con tutto il cuore che lui la raggiungesse, perché probabilmente era l’unico in grado di riempire il vuoto che sentiva, anche se Jared non era la sua anima gemella. Si detestava perché nonostante il dolore che lui era in grado di provocarle, lo voleva accanto a sé fino in fondo, fino alla fine.
Appoggiò il bicchiere sulla sabbia per poi scavare un piccolo posto e far sì che si reggesse in piedi da solo, così da permetterle di abbracciare le ginocchia con le braccia e portare il mento sopra le prime. Voleva fingere che la musica proveniente dal gazebo non esistesse nel tentativo di confondersi con il rumore del mare, che di solito la tranquillizzava.
«Ehi piccola pazza». La salutò dopo un po’ la persona che aveva invaso la sua privacy. Aveva gli occhi così fissi sul nero dell’acqua da essere convinta di averli chiusi. «Cosa fai qui tutta sola? C’è una festa in corso, e ha bisogno di ogni singolo contributo!»
«E tu cosa ci fai qui, allora?» rispose con un sorriso divertito alla sua frase.
Senza attendere risposta Spencer le si sedette accanto e prese un sorso della birra che aveva portato con sé.
«Vengo a recuperare la principessa caduta in depressione per riportarla al party e salvare la serata». Rise prima di continuare con il suo tono canzonatorio. «Non te l’ha detto nessuno che sono il vero protagonista di questo programma? Tutti invidiosi del sottoscritto».
Scherzò nel tentativo di divertirla e toglierle l’espressione triste che non abbandonava la faccia di Jade da tutta la sera.
«Ho sempre apprezzato la tua modestia» rispose lei allegra.
«Non mi inganni con del sarcasmo, bambolina, anche se quel taglio ti dona particolarmente e sei una fantastica distrazione». Jade annuì con la testa per ringraziarlo del complimento mentre Spencer riprese a parlare. «Come mai sei triste e senza un cavaliere pronto a consolarti?»
«Perché avevo bisogno di stare da sola». Sospirò, sapendo di non poter scappare da quelle domande, eppure si decise a rispondere con sincerità, Spencer non era lì per giudicarla, ma per distrarla e farla parlare nel tentativo di sfogare un po’ tutto quello che aveva dentro. «E penso che i miei cavalieri si stiano contendendo le attenzioni di un’altra principessa».
Indicò con il mento la festa che stava andando avanti senza di loro, focalizzandosi su Scott in pista avvinghiato a Leighton e Jared seduto sui divani, intento a parlare con altra gente e a controllare gli altri due.
«Ho saputo quello che è successo in queste settimane… mi dispiace».
Le piaceva il fatto che non lesinasse in sincerità, apprezzava tanto che arrivasse dritto al punto senza tanti giri di parole.
«Per cosa? Per il fatto che io abbia mentito o che io non venga calcolata dalle persone con cui decido di aprirmi?» Tradire ed essere tradita, le facce di quella medaglia che pensava in quel momento la rappresentassero alla perfezione.
«Mi dispiace perché sei innamorata della stessa persona che ti ha ferita». Sussurrò Spencer a voce bassa e comprensiva. La vide pronta a ribellarsi a quell’affermazione, ma la interruppe sul nascere. «Non provare a negare, non puoi fregare un uomo che si trova nella tua stessa situazione».
Sorrise amaro, con un solo angolo della bocca, e prese un altro po’ di birra. Aveva passato troppo tempo in compagnia dei suoi pensieri e dei sentimenti per Daisy, sapeva riconoscere una persona che si trovava nella stessa impasse.
«Io non sono innamorata» replicò Jade con terrore.
Non poteva arrivare lui dopo nove settimane e dire certe cose con una facilità simile, era da tempo che cercava di combattere contro se stessa e i propri sentimenti, non aveva il diritto di metterla davanti alla verità con una frase così scarna e cruda.
Jade non riusciva ad ammettere che il trasporto per Jared fosse più reale di quello verso Scott, perché aveva capito che la sua anima gemella era il tatuatore, anche le cerimonie di accoppiamento portavano tutte in quella direzione, non poteva ammettere che il suo interesse si basava su una forma distorta di paura e convincimento, non era pronta a fallire così miseramente per l’ennesima volta.
«Ammettiamo che non si tratti di amore, il fatto che tu non voglia ammetterlo a te stessa e con lui, non rende il coinvolgimento meno reale». Spencer era comprensivo, ma sapeva quanto potesse essere difficile parlare con Jade della cosa, quando era la prima a negare l’evidenza.
«Io… non so cosa farci. Ci abbiamo provato e dopo un solo bacio è andato tutto all’aria. E ho perso un grande uomo che avevo almeno come amico».
Era la sintesi più chiara degli ultimi avvenimenti: si erano baciati, convinti di essere coinvolti, e dopo un unico bacio qualcosa tra loro si era rotto, frantumando l’amicizia cresciuta nel corso di otto settimane. Due mesi a stretto contatto ogni giorno, piccoli gesti che accrescevano l’intimità, il senso di appartenenza e la chimica, e aveva perso tutto in una giornata, senza nemmeno sapere il perché.
Poteva un bacio rovinare tutto?
«Forse perché non gli basta essere solo amico». Una conclusione quasi ovvia per una simile osservazione. Spencer sperò di essere risultato incisivo e convincente.
«Ho solo rispettato il suo volere»
«E dove siete finiti agendo in questo modo?» Il ragazzo continuò a insistere su quel punto. Essere amici, tra loro, non aveva funzionato. Era il modo d’agire a non essere giusto, invece loro pensavano di aver sbagliato qualcosa lungo il percorso, non all’inizio di quello. Era chiaro a tutti ormai.
«Senza parlare, senza la persona più importante per me qui dentro e fuori». Jade e il primo barlume di verità.
Jared era stato importante fuori dal programma, prima che lo conoscesse, poi però era diventato fondamentale, e nemmeno lei si era aspettata una simile cosa. Era diventato reale e umano, passibile di errori e pieno di difetti, ma mai come in quel momento tutti quei dettagli lo avvicinavano a lei in maniera straziante, perché erano piccole cose che Jade aveva imparato a conoscere e di cui prima non era al corrente. Non poteva, perché Jared, prima, non era reale per lei.
«Sai cosa dovresti fare? Agire come ti fa sentire meglio, senza preoccuparti dei limiti che ha imposto Jared al vostro rapporto. Se questi confini hanno portato entrambi a soffrire vorrà pur dir qualcosa, magari che non è la strada giusta». Un parere sul loro rapporto che sperava potesse aprirle gli occhi.
«Magari la strada giusta è quella intrapresa adesso, quella che ci vede separati». Jade era sconsolata. Non si parlavano da giorni e nessuno dei due aveva la minima intenzione di tornare sui propri passi. Non si ricordava il motivo del litigio e della conseguente rabbia, sapeva soltanto che Jared l’aveva ferita e non sapeva come risolvere la cosa.
«Certo, ed è per questo motivo che è tutta sera che ti controlla a vista d’occhio». Spencer girò il capo e vide il cantante che spesso guardava nella loro direzione. Poteva sembrare un gesto involontario, fatto più per dare un’occhiata in giro più che altro, ma sapeva cosa gli occhi di Jared cercavano, perché indugiavano su di loro qualche secondo di troppo anche senza fissare con precisione il punto in cui si trovavano.
«Tu come hai fatto?» Domandò all’improvviso Jade nel tentativo di spostare l’attenzione su Spencer, magari la risposta poteva tornarle utile.
«Io sto cercando di far capire a Daisy che se siamo anime gemelle c’è un motivo, e parlando prima o poi capirà quali sono queste motivazioni. Non ho fretta, so di essere la scelta giusta per lei». Spencer alzò le spalle per minimizzare la cosa, ma la scelta fatta richiedeva un coraggio non indifferente, e lui era uno dei pochi all’interno della casa a poter prendere una simile decisione.
«Vorrei avere la tua stessa sicurezza» ammise lei a mezza voce.
«Ce l’hai, se no non avresti dubbi con Scott»
«Non ho dubbi con Scott!» Aveva delle certezze, come per esempio il fatto che Scott fosse la sua anima gemella nonostante dopo il bacio di Jared non fosse più così convinta di ricambiarlo, ma non poteva cambiare la cosa, era lì per trovare il proprio match perfetto e vincere i soldi, non era automatico innamorarsi del proprio partner, anche se non si era mai augurata una cosa simile per sé.
«E allora perché andare con i piedi di piombo nell’attesa che arrivi qualcun altro a baciarti o a salvarti da questa situazione?» Spencer aveva alzato un solo sopracciglio nel tentativo di essere sarcastico e sicuro di se stesso.
Jade scosse la testa, non riusciva più affrontare l’argomento, era troppo difficile e delicato anche per lei.
«Cosa dicevi prima? Non eri tu quello che doveva salvare la principessa e la festa?» Cambiò argomento per fargli capire che non aveva più nulla da dirgli, soprattutto perché non era ancora giunta alle conclusioni che il programma le aveva offerto, non aveva intenzione di rivelare a lui cose che non erano chiare nemmeno a se se stessa. «Forse è arrivata l’ora di rianimare quel mortorio».
Gli tese una mano per invitarlo ad alzarsi e a seguirla, chiaro segno che la conversazione era finita.
«Andiamo tigre, dimostra la donna indipendente che sei, li avrai tutti ai tuoi piedi. Se vuoi mi sacrifico per farli ingelosire, sono un buon partito, sai?» Accettò la mano e senza attendere risposta prese il controllo della situazione, guidandola verso la pista mentre ammiccava per farla ridere.
«Tanto buono quanto bugiardo». Lo prese in giro lei, divertita da quel fare arrogante. «Non ti crederebbe nessuno»
«Allora sono in buona compagnia, ci sono bugie a cui non credono più nemmeno le persone che le dicono. Stasera ne ho avuto la prova».
Jade non si arrabbiò, sapeva che Spencer cercava di spronarla, ma lei non era ancora pronta a farsi un esame di coscienza su Jared, non quando aveva la certezza che le risposte avrebbero cambiato l’intera visione del gioco e di se stessa.


«Ho fatto proprio un buon lavoro su questi capelli, sono davvero soddisfatta!»
Haylee era passata accanto a Jared, seduto sul divano a guardare due persone in riva al mare, e non aveva resistito, gli aveva passato una mano tra i capelli per attirare la sua attenzione.
«Sei bellissima stasera».
Jared, dopo aver rivolto la sua attenzione a chi la richiamava, le fece il complimento più sincero che gli uscì dalla bocca, perché Haylee toglieva il fiato. Dylan era fortunato.
«Sì, lo so, grazie, ma ci sono ragazze più belle di me, giusto?» E, al posto di indicare la spiaggia alle spalle di lui, Haylee si sedette accanto al cantante. «No, non mi compri con un complimento, per quanto sincero e apprezzato sia».
Gli sorrise bonaria. A dire il vero era da un po’ che voleva parlare con Jared, e quella le sembrava l’occasione più adatta. Da quando aveva litigato con Jade non doveva molte occasioni di sfogarsi, voleva fargli capire che non era solo, e avrebbe avuto sempre una spalla su cui piangere se ne avesse avuto bisogno.
«Sei sempre stata troppo intelligente per i miei gusti». La prese in giro con affetto.
Eppure la frase le servì da appiglio.
«O forse i tuoi gusti erano semplicemente altri».
Haylee sfoderò un’espressione tranquilla e comprensiva, non voleva irritarlo, solo fargli capire che c’erano cose così evidenti che erano sotto l’occhio di tutti, eccetto il suo.
«Se tu l’hai capito al posto mio potevi dirlo prima, no?» Cercò di sviare il discorso con un sorriso affascinante, ma sapeva quanto l’altra fosse un osso duro.
«Jared, non fare il finto tonto. Il fatto che tu abbia posto dei paletti tra te e Jade non avrebbe dovuto impedirti di aprire gli occhi». Diretta e incisiva. Reputava Jared troppo intelligente per girare attorno al discorso, era convinta che una terapia d’urto, in quel momento, potesse risultare più efficace.
«Li ho aperti, e quello che ho visto non mi è piaciuto».
Perché l’aveva vista tardi, nel momento in cui le sue sicurezze nei confronti di Jade erano venute a mancare, e non era stato piacevole. Per niente.
«Eppure, nonostante tutto, sei qui in punizione quando tutti – anche Olivia – si stanno divertendo. Non ti sei chiesto come mai?» Se pure l’arrivista per eccellenza era riuscita a buttarsi la situazione spiacevole alle spalle, voleva dire qualcosa. Jared, al contrario della stylist, non riusciva a superare il blocco che si era posto con Jade, e doveva capire perché non volesse allontanarsi da lei. «La vuoi nonostante ti abbia ferito e abbia compiuto delle scelte sbagliate. Io ho sempre visto del potenziale in voi, ma lei ha sempre avuto paura di andare contro il tuo volere, e tu… perché non me lo dici tu cosa ti frena, Jared?»
Concluse spaventata e confusa dopo qualche momento, sapendo che quella domanda era difficile da porre tanto quanto fosse complicata per lui per via della risposta.
«Non mi frena nulla, sono soltanto stato ferito da una persona di cui mi fidavo. Mi sento tradito». Eppure era vero, era lì a cercare di fare un passo verso Jade o, meglio, sperare che lei chiedesse scusa e cancellare così l’ultima settimana. Ma non riusciva a dirlo a Haylee, per quanto fosse una ragazza fantastica, non era la donna con cui di solito si confidava.
«Ma se non ti importasse così tanto non saresti qui a struggerti, sbaglio? Perché è stato così facile andare avanti con Mia, e anche con Olivia, ma non con Jade?» Perché era perso, era coinvolto e non voleva perderla. Era così difficile ammetterlo?
«Perché non avevo instaurato lo stesso rapporto».
Sì, doveva essere difficile accettare un sentimento così forte, soprattutto se aveva investito tutto se stesso nella sua negazione.
«Appunto. L’unica persona a cui hai permesso di avvicinarti davvero è stata Jade, non Olivia… o Leighton. È lei a cui ti sei mostrato, ed è Jade che si è mostrata a te sotto ogni lato, non a Scott». Tentò di farlo ragionare. «Non ho capito perché siate gli unici a non voler vedere il potenziale che avete».
Anche Scott e Leighton, seppur così coinvolti, avevano trovato strano quell’atteggiamento. Jade e Jared si erano allontanati proprio come Haylee e Dylan settimane prima, e tra loro il coinvolgimento era ben diverso dall’amicizia. E il fatto che a notarlo fossero stati proprio gli altri due aveva fatto capire ai coinquilini la gravità della cosa.
«Forse perché siamo gli unici a rendersi davvero conto della situazione» rispose Jared, fingendo una convinzione che non aveva. Era stanco e iniziava a cedere ai sentimenti che aveva cercato di arginare, ma non si era ancora arreso. Magari stare separati come in quel momento era la cosa più giusta perché, in realtà, non avevano nulla a che spartire.
«O magari siete terrorizzati dalla grandezza della cosa». Alzò gli occhi al cielo, esasperata.
«Non riuscirai a convincermi Haylee. Apprezzo il fatto che tu voglia farmi sfogare e mi faccia sentire che non sono solo, ma non è questo il punto della questione».
Il punto della questione era che non aveva Jade al suo fianco, e non sapeva come riaverla come prima, quando tutto era perfetto e positivo.
«Esatto. Il punto è, Jared, che Jade è la cosa più vicina a un’amica per me qui dentro, e vorrei vederla felice. E so che la cosa dipende da te». Gli si rivolse guardandolo dritto negli occhi. Quanto voleva sapeva incutere timore. «E mi piacerebbe vedere anche te contento, perché penso che tu sia la persona che qua lo meriti più di tutti noi».
«Grazie». Non avrebbe saputo cos’altro aggiungere, non pensava che Haylee avesse una così alta opinione di lui, e la cosa lo rinfrancò. Nonostante i casini che aveva portato nel programma, i suoi compagni di avventura credevano in lui e nelle sue capacità.
«Prego». Haylee sorrise prima di alzarsi. Jade stava tornando dalla spiaggia e non voleva impensierirla ulteriormente. «Spero che tu possa vedere al più presto quello che per gli altri è evidente, non te ne pentiresti».
Cosa gli sarebbe rimasto di quel percorso affrontato insieme, se non l’avesse avuta al suo fianco?
Niente.
Avrebbe perso la persona più importante in un momento così particolare, come se quell’esperienza non l’avesse mai fatta e condivisa con lei.
Doveva solo capire se fosse valsa la pena volerla con sé e dimenticare ciò che era successo.


Il venerdì arrivò presto, e con lui la fuga d’amore.
Il sabato fu il momento della cabina della verità, la quale ricadde sulla coppia più improbabile: Drew e Olivia.
Tutti avevano convenuto che insieme potevano funzionare, data l’unione nel momento peggiore per entrambi, ma la vera motivazione per cui la maggioranza ebbe votato per loro fu che volevano sbarazzarsi di Olivia, e quello sembrava l’unico modo.
Quando sullo schermò comparì la scritta PERFECT MATCH, dunque, nessuno era pronto a credere che il loro piano avesse funzionato.
Olivia era distrutta: non riusciva a credere di dover rinunciare a Jared senza aver lottato fino in fondo, né tantomeno di aver trovato la propria anima gemella. Metà che, appena conosciuto il risultato, aveva espresso la propria felicità per raggiungere la persona che amava con una settimana di anticipo. Era il suo peggior incubo che si realizzava.
I ragazzi si presentarono alla cerimonia su di giri: trovare un quarto match perfetto non rientrava nei loro programmi ma li aveva galvanizzati, avevano la sensazione che il milione fosse veramente vicino. Erano sicuri di poter avere delle coppie in più per quella serata, e se i fasci di luce fossero stati nove voleva dire automaticamente vincere il programma, perché per forza avrebbe dovuto accendersi anche il decimo.
Prima di dare inizio alla cerimonia, però, Ryan fece accomodare Olivia e Drew sui divani accanto alle altre coppie tra lo stupore di quelle ultime, la gioia del resto dei concorrenti e la disperazione di Ols.
Poi Ryan, una volta completata quella parte, si dedicò al resto delle coppie, chiamando a sé Dylan, che senza indecisione scelse Haylee.
Dopo venne Mark, il quale puntò certo su Taylor.
La palla passò a Jared che scelse Leighton senza dimostrare la minima esitazione, e successivamente toccò a Scott che, con la stessa sicurezza del cantante, scelse Jade, ancora tesa per l’entusiasmo mostrato da Jared poco prima.
Liam chiamò Larissa e, infine, Simon rimase con Dakota, anche se la cosa non gli dispiacque affatto, dato che era voluta come situazione. Quasi tutte le coppie, quella sera, erano frutto di un pensiero ponderato che, inaspettatamente, combaciava ai voleri delle persone coinvolte, gli unici match a essere lasciati a loro stessi erano quelli composti dalle persone più indecise nella casa, ovvero Jade, Leighton, Scott e Jared.
Ryan, senza ulteriori esitazioni, fece in modo che si accendessero quattro fasci di luce, uno per ogni coppia perfetta indovinata, e lasciò che gli altri si unissero a quelli già presenti.
Da cinque divennero sei, facendo gioire i ragazzi, sperando di vederne accendere altri per arrivare almeno al record dell’altra volta. E così fu, perché si accese anche il settimo, facendoli saltare sulle sedute, e poi anche l’ottavo, che scandì il massimo punteggio raggiunto accompagnato dalla felicità della gente. Non solo erano vicini al milione, ma anche alla persona giusta per loro.
Invocarono in grazia il nono, chiamando a loro così anche la vittoria, ma come risposta ottennero un secondo di buio in cui i fasci si spensero per lasciare di nuovo spazio alle luci dello studio ricreato sotto il cielo stellato.
«Otto coppie ragazzi, complimenti!» Ryan era felice per i ragazzi, ormai vicini alla meta. «Vi manca tanto così per arrivare alla vittoria. Vi basta scambiare due coppie e otterrete il risultato perfetto. Avete ancora una settimana per far sì che la cosa funzioni, vi auguro di trovare la soluzione e vincere così i soldi e l’amore!»
Batté le mani seguito dai ragazzi, erano così euforici che non riuscivano a stare fermi sul posto, impassibili.
«Scommetto che avete qualche idea riguardo a cosa sistemare. Ora vi lascio tornare nella casa, così potete confrontarvi e cercare di risolvere la questione. A settimana prossima!»
Li seguì con lo sguardo speranzoso mentre percorrevano il dialetto verso la porta della villa. Sperava che riuscissero a mettere a posto il tassello mancante; contava sul gruppo affinché i singoli non sbagliassero un’altra volta.



*
 

«E io che pensavo che Jared fosse intelligente!» Esclamò Vicki dopo aver visto la puntata.
Tomo annuì distratto, poi si rese conto di quello che aveva detto la moglie e si irrigidì. Non capiva da dove provenisse tutta quella sfiducia, anche perché doveva credere che Jared fosse nel pieno delle sue facoltà mentali, se no chi avrebbe scritto i testi delle loro canzoni?
Se Shannon si fosse occupato della questione ne sarebbe uscito un album di grugniti monosillabici, e se le avesse scritte lui… beh, probabilmente sarebbe assomigliate a invettive contro chi maltrattava gli animali e l’ambiente. Sì, era un tipo da canzoni di denuncia e protesta.
Non insinuava che lui e Shannon non fossero in grado di comporre i testi delle canzoni, ma era Jared ad avere idee e input, colui che dava il la al trio e li indirizzava sulla giusta strada. Perdere la brillantezza di un simile elemento metteva a rischio l’intera band.
«Perchè?»
«Tomo, davvero?» Scosse la testa, come se la cosa fosse evidente. «Jade è l’unica persona con cui ha litigato e poi ha cercato di chiarire. Nonostante tutto quello che è successo la controlla a distanza come se la sentisse sua, però durante la cerimonia sceglie Leighton? È infantile».
Dio, era così ovvio che non riuscisse a staccarsi da lei e a lasciarla perdere, perché allora non dimostrarle che ci teneva e prendersela?
«Sveglia Vicki! Gli uomini sono infantili da che mondo è mondo». Le rispose Tomo con tono ovvio. Prima di continuare, però, fu interrotto dalla moglie.
«Un po’ come il fatto che le donne e la ragione vadano a braccetto».
Lui ignorò il commento per tornare a spiegarsi.
«Difatti avevi ragione tu all’inizio. Jared si è avvicinato a Jade tanto da rimanerne coinvolto, più del dovuto, ma ora è confuso e terrorizzato». Era bello tornare a leggere il suo amico dopo i dubbi di un paio di settimane prima, gli faceva capire che Jared stava tornando se stesso ed era un buon segno. «Detesta sbagliarsi, figurati se dovesse capire di essere preso. L’ultima donna importante della sua vita è stata la stessa che gli ha spezzato il cuore, ed era stato pronto a sposarla. Biasimeresti una persona che aveva deciso di non mettersi più in gioco che, dopo anni, scopre di volerlo fare di nuovo con l’ultima donna con cui si sarebbe mai aspettato di farlo?»
Un ragionamento contorto forse, ma di sicuro accurato, perché riusciva a capirlo di nuovo, era sicuro di quello che aveva detto a Vicki.
«Capisco il tuo punto di vista, ma Jared ha sbagliato. Aveva l’opportunità di riscattarsi, scegliendola durante la cerimonia, e invece ha preferito Leigh. Di nuovo. Non può pensare che Jade stia lì ad aspettare che lui si decida e si faccia coraggio, non funziona così». Vicki, comprensiva e risoluta, gli spiegava il punto di vista femminile della faccenda. Capiva Jade, e sapeva che si sentiva ferita, ogni suo gesto lo faceva capire.
E aveva dato opportunità a Jared per recuperare, tra tutte l’essersi allontanata in spiaggia durante la festa, ma lui non ne aveva mai colta una. Lei voleva essere raggiunta, salvata e rassicurata da Jared, non da Spencer, eppure non era andata così.
«Cosa intendi?»
«Potrebbe essere tardi. Lui ha paura, lei è convinta che la sua anima gemella sia Scott perché è confusa dal comportamento di Jared di tutte quelle settimane. Non pensi che possa aver già dato per spacciata la possibilità che ci poteva essere tra loro?» Jade probabilmente era confusa dall’idea di Jared che aveva sviluppato in precedenza e dall’ascendente che lui aveva su di lei, non era facile che non capisse fino a che punto le proprie illusioni si mischiassero alla verità. Di certo non era un gioco accettare di essere coinvolta con il proprio idolo, doveva spaventare.
«Secondo te è davvero tardi?»
Vicki strinse le spalle, non essendo più sicura di niente. Era convinta che fossero anime gemelle, ma non era detto che avessero ancora il modo di scoprirlo e approfondire la questione.
«Non lo so, ma se non si parlano alla svelta le possibilità di riprendere la cosa sono basse, molto basse».
«Chi potrebbe fare un primo passo tra i due?» Tomo si fidava di sua moglie, per quello la stava riempiendo di domande, sembrava avere un quadro più chiaro della situazione. Forse l’aveva sempre avuto.
«Non lo so, e questo mi spaventa più di tutto» ammise lei a malincuore.
Uno dei due avrebbe dovuto cedere, ed era difficile che accadesse prima che fosse troppo tardi, se considerava i caratteri delle persone coinvolte.
Non aveva un buon presentimento, non più.



*

 

«Di’ qualcosa». Constance aveva la mano attorno all’avambraccio del figlio, le unghie conficcate nella pelle mentre gli occhi erano fissi sullo schermo.
Le era capitato spesso di vedere Jared arrabbiato, ma mai ferito e pronto ad attaccare per difendersi. Si sentiva male per lui.
«E perché devo iniziare io a parlare? Tanto quello che dico non va mai bene» replicò Shannon a mezza bocca. Era scioccato tanto quanto lei, sperava che la madre dicesse qualcosa per sapere poi cosa rispondere a riguardo.
«Shannon, sono preoccupata». Smise di mordicchiare l’unghia per continuare il discorso. «L’ho visto stare male per una donna soltanto. Sono contenta che sia riuscito a farsi coinvolgere a tal punto da un’altra ragazza, ma… non lo vedo stare bene».
Ed era solo colpa sua, sua e della propria voglia di vederlo felice. Come era potuto saltarle in mente che un simile programma fosse una buona idea?
«No, per nulla. Ha capito che gli piace e sta cercando di combattere la cosa» rispose il batterista, meditabondo. «Battaglia persa, tra l’altro».
Constance si girò a guardarlo, incuriosita.
«Perché mi sembri tranquillo?»
Più che tranquillo era rassegnato, ma poteva soprassedere su quella minuscola svista.
«Conosco Jared». Iniziò mentre cercava di dare un senso alle parole che gli passavano per la mente. «Magari ci ha messo tanto tempo a capirlo, ma non si lascerà sfuggire l’occasione. Dagli qualche giorno e ti stupirà»
«Dici?» Constance, vista l’impasse in cui sia il figlio sia Jade si trovavano, non era affatto sicura che la situazione potesse sbloccarsi con facilità, né che uno dei due prendesse l’iniziativa per scusarsi o provare a chiarire la questione.
«Dico». Annuì convinto Shannon dopo aver incrociato le braccia al petto. «Conosco quello sguardo, è determinato. Sta… pensando a qualcosa».
Non sapeva dire se fosse qualcosa di positivo o meno, ma era sicuro che Jared stesse cercando un modo per affrontare la cosa. Se una persona gli stava a cuore trovava sempre una via, non lasciava nulla di intentato, fosse stato anche solo per chiarire la presa di posizione assunta e giustificare la distanza presa.
«Un modo di agire?» Constance capì che la via non era una sola, e nemmeno Shannon era a conoscenza di quale Jared avrebbe potuto intraprendere, ma non riusciva a farsi contagiare dalla speranza del figlio.
«Penso. Beh, spero». Attese un attimo prima di continuare, ancora più serio rispetto a prima. «È preso mamma, lo conosco, se si lasciasse scappare l’opportunità sarebbe un coglione. Glielo rinfaccerei a vita»
«Non riesco a seguirti».
Il fatto che Shannon fosse diventato di colpo team Jade la lasciava perplessa. Quella ragazza le era piaciuta fin dall’inizio, nonostante gli errori commessi, e non era un mistero che con il tempo avesse conquistato anche le simpatia del figlio maggiore, ma una difesa così diretta e sentita non se l’era di certo aspettata.
«Ok, Jade ha mentito, ma lui l’ha ferita nel modo peggiore possibile, negandosi dopo averla baciata. Sono convinto che sia la persona giusta per lui. Non è detto che sia la sua anima gemella, ma di sicuro è la persona che fa al caso suo». Vide sua madre stupita da quelle parole, così decise di spiegarsi meglio e rendere l’idea che aveva in testa riguardo quella ragazza. «Lo supporta, ha fiducia in lui e non lo giudica. Jade è stata in grado di stargli accanto senza prevaricare le sue scelte, mai, e penso sia una dote fondamentale e per nulla facile da trovare in una donna, per chi fa il nostro lavoro».
Constance era colpita dai pensieri del figlio, tanto che non riuscì a proferire verbo.
«Chi se ne frega se è echelon!» Concluse Shannon, ormai concitato. Aveva avuto ragione Jade durante la discussione con Jared, il fatto che fosse una loro fan non le impediva di essere altro solo perché lui non lo vedeva. E aveva davvero molto da offrire, era donna in modi che Olivia si sarebbe mai sognata in una vita intera.
«A volte mi stupisco del fatto che tu non abbia ancora una donna accanto degna di te». La madre gli accarezzò la guancia ispida. Con la scusa che i Mars erano in uno stato di pausa forzata, Shannon aveva abolito il rasoio e le gite dal parrucchiere, come era solito fare quando registravano.
«Le evito… troppi casini!» Si permise di prenderla in giro per alleggerire i toni. «Ma se dovessi incontrarne una lungo la mia strada non la scanserei di certo come sta facendo Jared».
Per sottolineare la cosa indicò la televisione con il mento.
«Spero soltanto che finisca bene la cosa tra loro, non me lo perdonerei mai se soffrisse ancora». Constance si sentiva la responsabilità della felicità del figlio, soprattutto in quel momento. Non aveva preso in considerazione che Jared potesse rinfacciarle una simile scelta, ma lei aveva agito solo per il suo bene. «Non avevo pensato che potesse andargli male».
La sciocca convinzione di una madre di avere un figlio ineccepibile che meritava solo il meglio. Era ancora convinta di ciò, ma non aveva pensato che anche Jared fosse passibile di errore e, quindi, il risultato non fosse certo.
«Su, tranquilla, c’è ancora una settimana e di cose ne possono succedere». Shannon la strinse a sé per consolarla, gli dispiaceva che si preoccupasse più del dovuto. «E sono sicuro che tu gli abbia fatto un favore»
«Non ne sono affatto sicura al momento».
Si morse un labbro per evitare di aggiungere altro e passare per una donna troppo sentimentale a cui piaceva crogiolarsi nel vittimismo.
«Io sì invece. Aveva bisogno di sentirsi umano di nuovo e provare sentimenti forti che non fossero legati allo stare sul palco. Quest’esperienza l’ha riportato alla vita, qualunque cosa accada ne uscirà un uomo migliore».
Era da tanto che non vedeva Jared così vivo, e lo rincuorava parecchio. Suo fratello tendeva a considerare solo il proprio lato artistico che, seppur sensibile, era troppo impeccabile per renderlo coinvolto, ma in quel momento l’aveva visto sfaccettato come solo una volta riusciva a essere. Era un uomo dai mille volti, ed era bello che tornasse a mostrarli tutti.
«Spero tu abbia ragione». Constance posò il viso sulla spalla del figlio mentre si augurava che la cosa potesse concludersi per il meglio, voleva solo la felicità di Jared.





 
Eccomi, ci sono.
Scusate ma ho problemi con la linea e anche con GOT oggi, perchè la puntata finale mi ha fatto imbestialire che non vi dico, ma penso che solo chi lo guarda possa capire.
Ma parliamo del capitolo.
Prima di tutto. Ora la situazione di Jared è questa, lo immagino così.
Poi... Ehm... ora sapete cosa è successo nel loro posticino, giusto?
Vi aspettavate queste prese di posizione? Aspetto pareri. *sorride per rassicurare il pubblico*
Per vedere il look di Jade della serata cliccate qui sopra.
Le coppie sbagliate saranno proprio quelle? Insomma... non c'è certezza.
Comunque iniziano a crollare le sicurezze di entrambi e i due testoni entrano, PIANO, nella fase della consapevolezza. Ma... ovvio, c'è un ma: riusciranno a perdonarsi questi aspetti? E cosa ne sarebbe di loro se non fossero anime gemelle?
Lo sono o non lo sono.
Ok, ho finito. Vi ricordo soltanto che quello di settimana prossimo è l'ultimo capitolo, mentre l'undici è un epilogo, più o meno. Quindi il tempo stringe per loro.
Per info, aggiornamenti, spoiler e curiosità mi trovate qui: Love Doses.
A lunedì prossimo, Xo, Cris.
   
 
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