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Autore: Alyx    20/06/2015    2 recensioni
La vita di Julie sembrava andare meravigliosamente bene quando improvvisamente tutto si sgretola tra le sue stesse mani. Perde il controllo di quel che le succede intorno, di più ogni secondo che passa, tutto si rovescia, salta in aria, si rompe in tantissimi pezzetti che si ricompongono in maniera così assurda che niente ha più un senso logico. Le persone alle quali voleva bene si allontanano da lei come se avesse una strana malattia che loro soltanto sono in grado di riconoscere. E il suo ultimo anno scolastico si trasforma in un incubo giornaliero che non avrebbe mai potuto immaginare. Ma forse la soluzione a tutto è più vicina di quel che immagina...
*
«Julie…»
«So come mi chiamo, Scorpius.» replico tentando di mantenere un cipiglio serio e freddo. Riley è bravissima in queste cose. Lui mi sbarra repentinamente la strada. Incrocio le braccia sotto il seno, fissandolo.
«Non è colpa mia.» afferma scandendo bene le sillabe.
Sbuffo. «Lo dici tutte le volte.»
«Ma questa volta ho ragione!»
«Dici anche questo tutte le volte.»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo Tre
 
 
 
«Aspetta. Non credo di aver capito.» mi dice Riley dosando la voce. «Te e Scorpius vi siete urlati addosso perché lui non ti vuole dire cosa gli sta succendo?»
Annuisco cercando di capire in quale anno questi maledetti Folletti si siano rivoltati. 
«E...» rimane un attimo senza parole. «E perché scusa?»
Alzo lo sguardo su di lei. «Te l'ho già detto.»
«Ma appunto. Perché te la prendi tanto se non vuole dirti in faccia che... si diverte con qualche ragazza?»
Il mio stomaco si stringe. «Non è questo. Non va lì per questo.»
Riley sospira. «Lo so che... Insomma nemmeno io volevo crederci. Siamo amici da anni ormai. Ma... L'hanno visto, Julie.» mi dice delicata. 
Stringo convulsamente la penna. 
«Non mi importa cosa hanno visto gli altri. Lui non è così.»
Riley sbuffa. «L'hai ammesso tu stessa che è diverso. Che è cambiato.»
Mi infilo le mani nei capelli, troppo chiari per essere definiti castani e troppo scuri per essere definiti biondi. 
«È tutto così complicato, ultimamente.» mi lascio sfuggire. 
Riley mi guarda con aria quasi materna. 
«Non è il solo a essere cambiato, Julie. Siete cresciuti entrambi. Avete preso possesso delle vostre vite in modo differente. E vi siete improvvisamente accorti che l'amico che hai di fronte non ha più undici anni. Che l'amica che frequenti non porta più i pantaloni e che i ragazzi le fissano le gambe.»
«Non è questo, Riley. C'è... c'è qualcosa di più profondo che ci lega. Qualcosa che...» mi interrompo vagando nella mia testa. 
Albus spunta improvvisamente dal nulla facendomi sobbalzare. «Si chiama tensione sessuale, Julie.»
Arrossisco violentemente. «Non stavamo parlando di quello, Albus! Smettila!»
«Certo, come no.» ghigna, mettendosi a sedere accanto a Riley che incrocia le braccia al petto sbuffando. 
«Esatto. No.» ricalco. «L'hai notato anche tu il cambiamento di Scorpius e...»
Mi interrompe. «E io so che cos'è. Ma semplicemente non posso dirvelo, fanciulle.»
Mi irrigidisco. «Tu sai... sai cosa?»
Per tutti questi anni Albus Potter sapeva dell'esistenza di Nihal e Scorpius non me l'ha mai detto?
«È una cosa, da uomini, Julie. Non capiresti.»
«Ancora questa storia! Non sono mica scema!»
«Non ne sono del tutto convinto, ma davvero, Julie. Dovresti lasciare perdere e permettergli di tenere per se' un qualcosa che non è ancora in grado di ammettere.» ribatte serio il suo migliore amico. 
Ci sono alcuni attimo di silenzio poi il secondogenito Potter riprende a parlare. «Backwood. Ti ho aspettato ieri sera, ma non sei venuta...»
Riley gli lancia un'occhiataccia. «Davvero, queste sono le frasi con le quali cerchi di conquistare una donna?»
Lui fa finta di pensarci un attimo su. «Mmm, in genere non ho bisogno delle parole per conquistare una donna...»
Riley lascia correre e ignora la battuta, ma sbuffa e scuote la testa, sotto il ghigno divertito di Albus. 
Scende il silenzio e io riprendo a leggere gli appunti di Storia della Magia -di Riley ovviamente. 
La quiete della Sala Comune insolitamente vuota viene interrotta improvvisamente da uno starnuto della mia migliore amica. 
«Sai che è impossibile starnutire con gli occhi aperti?» domanda retorico Albus, impegnato a giocare con una penna. 
«Sai che sono intollerante alla tua presenza, Albus Potter?» replica gelida Riley.
Sbuffo mentre cerco di ignorare il loro ennesimo battibecco e invece concentrarmi su Storia della Magia.
«Sei acida come una vecchia zitella, Blackwood.»
«Tu invece sei un bambino viziato.»
I folletti... I folletti... 1877 o 1788?
«Già. Ma almeno io sono simpatico.»
Riley ride amara. «Simpatico?! Ma per favore, Potter! Sei solamente irritante.»
Folletti... O Elfi? Erano folletti, vero? 
«Parla quella più acida di...»
«La volete smettere, Merlino! Sto cercando di studiare! Mi farete saltare i nervi!» 
Agito nervosamente la piuma sotto il naso di Albus. 
Sobbalziamo tutti quando vengo interrotta dalla bibliotecaria, madama Reed. «Questa è una biblioteca, ragazzi. Non un locale babbano!» ci intima seria, aggrottando le sopracciglia fini in modo spaventoso. 
«Ci scusi.» borbotto dispiaciuta. 
«Tanto me ne stavo andando.» sibila Albus alzandosi rumorosamente dalla sedia e afferrando la sua tracolla. 
Riley non apre bocca mentre Iris Reed sparisce veloce come è apparsa. 
«Ah, Julie.» mi chiama prima di sparire. «Scorpius ti stava cercando.» 
Mi alzo di scatto dalla panca e per poco rischio di cadere con la faccia a terra, inciampando nei miei piedi. 
«Cosa?! Quando? Cosa aspettavi a dirmelo, razza di idiota!» dico troppo forte cercando di afferrare la mia borsa incastrata. 
Ci faccio scivolare dentro un po' di cose che ho sparpagliato sul tavolo mentre Albus sparisce ghignando dalla biblioteca. 
«Dove stai andando adesso? Devi studiare.» mi dice seccata la mia migliore amica. 
«Più tardi!» esclamo agitata correndo verso l'uscita. 
Sento il sospiro di Riley proprio mentre chiudo la porta dietro di me e madama Reed dice qualcosa come: «Finalmente, non ne potevo più.»
Mi metto a correre. 
 
 
Vado prima nei dormitori ma non ci trovo nessuno. Passo per la Sala Grande e i corridoi chiedendo a chiunque incontro notizie del mio migliore amico. 
Sto per arrendermi e tornarmene in biblioteca quando Yasmine Guillard, una cacciatrice della squadra di Quidditch Serpeverde, mi balbetta confusa di averlo visto avviarsi al settimo piano. 
Le parole "Stanza delle Necessità" e "Specchio delle Brame" mi lampeggiano furiosamente nella testa. 
Corro su per le scale, sbagliando anche strada ad un certo punto, e raggiungo l'ultimo piano. 
Mi sento un po' stupida quando comincio a fare avanti e indietro a una parete vuota parlando da sola. Compare una piccola porta che cautamente spingo quando entro in punta di piedi. Girovago, mentre scruto attentamente ogni oggetto poggiato nella stanza, fino a quando non scorgo in un angolo un grande specchio allungato, ai piedi del quale giace un telo che forse una volta doveva essere stato bianco. 
Di Scorpius nessuna traccia. 
Giro la testa da una parte all'altra cercando in tutti i modi di non guardare dentro lo Specchio. 
Sussulto appena con la coda dell'occhio vedo una testa bionda riflessa.
«Scorpius?»
Mi giro di scatto ma dietro di me non c'è nessuno. Faccio qualche passo indeciso verso la superficie lucida e leggermente sporca. La figura di Scorpius -è proprio lui, ne sono sicura- prende una forma sempre più solida dall'altra parte dell'oggetto stregato. 
Sorride, sorride a me, indossa la divisa di scuola e i capelli biondi chiarissimi sono spettinati. I suoi occhi mi sembrano stranamente azzurri. 
È un dettaglio un po' inquietante. 
Sono riflessa davanti a lui e seguo i movimenti dello Scorpius dello specchio che alza un braccio e mi posa la mano sulla spalla. Istintivamente volto la testa sulla mia spalla reale ma ovviamente non c'è niente. Mi incanto a fissarlo. Lui intanto fissa me. Non succede nient'altro. 
So che dovrei andarmene ma non ce la faccio. Una forza invisibile mi tiene ancorata nella mia posizione. La testa comincia a farsi leggera mentre la realtà si confonde all'immaginazione. Scorpius non batte mai le palpebre e io cerco di farlo il minor numero di volte possibile. 
Ho perso quasi tutti i contatti col mondo reale quando improvvisamente una mano mi si posa sulla spalla. Sobbalzo per lo spavento. 
«Sono io.» dice Scorpius -quello vero. 
I suoi occhi sono normalmente grigi, come sempre. Sbatto velocemente le palpebre mentre la consapevolezza di quel che c'era dentro lo specchio mi investe, lasciandomi interdetta. 
È  lui che bramo, io? Il mio amico?
Scuoto la testa cercando di convincermi che è certamente dovuto al suo comportamento strano degli ultimi tempi. Quegli occhi azzurri... Che vogliono dire?
Scorpius lascia la mia spalla. 
«Dì qualcosa.» sussurra. 
Boccheggio per un attimo. «Non... so.» 
Mi fissa. In modo diverso da come lo faceva nello specchio; lì era dolce e premuroso. Nella realtà è rigido e freddo. 
«Cosa hai visto nello specchio?» domanda severo.
Vado nel panico cercando una buona bugia. «Un... Uomo.» 
Non male come menzogna. Non è nemmeno tanto lontana dalla verità. 
«Lo conosci?»
Faccio segno di no con la testa. 
«Com'è?» 
Improvviso. «Non vedo la sua faccia. È... moro e alto. Sì, piuttosto alto. Vestito di nero.»
Lui si fa dubbioso e preoccupato. 
«Non è un Mangiamorte.» aggiungo velocemente mentre mi chiedo per quale assurdo motivo ci sia lui nel mio Specchio. 
Scorpius annuisce lentamente, poi si allontana e copre l'oggetto col suo telo. 
«Andiamo. È ora di cena.» 
Lo fisso uscire dalla stanza mentre aggrotto le sopracciglia scettica. 
«Ma è ancora presto per cenare.»
Scorpius si gira a guardarmi. «No.» dice dopo un po'. E capisco. Capisco che quello Specchio mi ha fatto perdere la cognizione del tempo. Completamente. 
Scuoto la testa e lo raggiungo. 
Senza dire una parola ci chiudiamo la stanza alle spalle e scendiamo le scale, immersi nel silenzio più totale, prigionieri delle nostre menti. 
 
 
 
Angolo dell'Autrice:
Credo che sia proprio vero il detto che dice che la fame vien mangiando. E che soprattutto la Maturità ti fa desiderare di tornare all'asilo. Perciò si fa di tutto per non studiare. 
Brava Alice, così si che passerai l'esame. 
Comunque la cosa risulta incredibilmente positiva per voi. Ho dato un'occhio, e l'ultima volta che ho aggiornato era più di un anno fa. Cioè faccio schifo. 
Però mi è preso un fastidio spaventoso all'idea di avere tanti (circa) capitoli scritti e le pubblicazioni abbandonate. Quindi, ecco qui il tanto aspettato terzo capitolo. 
Augurate buona fortuna alla sottoscritta che è sopravvissuta a prima e seconda prova ma che è estremamente indietro per la terza, e che dovrebbe andarsene a studiare anziché mettersi a litigare con l'editor. 
Non mi aspetto grandi riscontri dopo tanto tempo, ma fa sempre piacere ricevere commenti e impressioni. Aspetto le vostre recensioni! 
Un bacio a tutti, 
A presto.
Alice 
 
Ps. La fame vien mangiando, perché sono tornata alla ribalta su EFP con un'atra long jily, che in caso dovesse interessarvi si chiama Sirius Diaries e che prometto di continuare ad aggiornare abbastanza periodicamente :D
 
   
 
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