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Autore: 50shadesofLOTS_Always    23/06/2015    1 recensioni
La vita può cambiare in un attimo. In una sola notte. Per sempre. Come ritrovare allora la gioia di vivere e quella sensazione di amare e sentirsi amati? Alle volte,basta una tavolozza di colori,una paio di punte da ballo ed un ragazzo dagli occhi nocciola...
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Un amore piú forte del Destino'
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Qualche giorno dopo...

Lo osservo adagiare il mazzetto di fiori freschi ai piedi della lapide. Solo due giorni fa',domenica,c'é stato il funerale. Una cerimonia sentita,silenziosa a cui Tiberio ha voluto che io assistessi. Ho dovuto trattenere le lacrime per asciugare quelle del mio migliore amico,ora seduto sui talloni di fronte alla tomba di suo padre << Non doveva andarsene... >> mormora con voce spenta,come se fosse un fantasma. Mi chino,vicino a lui,posandogli una mano sulla spalla << Tutti noi vorremmo che le persone a cui teniamo di piú,vivessero piú a lungo... >>. Lui inclina la testa di lato per poggiarla sulla mia spalla << Bologna era la sua ultima possibilità... Per questo,io... >>. Lo fermo prima che aggiunga altro << Non serve che mi spieghi... >> lo rassicuro a bassa voce. Lui mi osserva prima di poggiare la fronte nell'incavo del mio collo,piangendo << Fa' male... >> sussurra fra i singhiozzi << Lo so... >> sussurro in risposta,non potendo dirgli altro.

*****

Scaldo le caviglie,a cui ho allacciato le mie affezionate punte imbancate per la pece. Oggi Andrea mi ha ceduto una sala per provare prima della lezione. La danza é il mio solo modo per liberare la mente dai pensieri,svuotarla e sfogarmi. É l'unico modo per stare in pace col mio corpo e ripristinare i miei equilibri. Metto in play lo stereo e comincio a ballare senza freni. Senza provare una coreografia. Eseguo i passi che mi vengono,le pirouettese che sento di fare ed i salti che voglio fare. La musica rimbomba imperterrita ed io mi arrendo al suo incantesimo di note,seguendola. Alzo la gamba con un solo slancio,salendo sulla punta e gettando le braccia in alto prima di scivolare in spaccata. Stringo le gambe al petto,prima l'una poi l'altra,girando su me stessa e rialzandomi con una semplice rovesciata invertita. Preparazione,cinque fuettès,tre pirouettès e salto alla seconda. Mentre la musica finisce con unico suono di violino,la sala piomba nel silenzio,interrotto solo dal mio respiro pesante e dal ronzio quasi impercettibile delle luci al neon. Improvvisamente, sento qualcuno applaudire alle mie spalle. Mi volto di scatto e vedo Marco sulla soglia,con indosso una T-Shirt,dei pantaloni di tuta e dei calzini,alti fino al polpaccio << Da quanto mi stavi spiando? >> chiedo,abbassando il cappuccio della felpa che dopo il salto si era posato sulla mia testa << Da poco... - dice entrando nella sala - Se balli cosí bene da sola,perché non ti applichi nel nostro passo a due? >> chiede e sembra quasi offeso. Lo squadro dall'alto in basso << Perché il passo a due é diverso... >> sbotto come punta sul vivo. Sembra che Tiberio abbia taciuto << Ti sbagli. Il tuo problema non é il passo a due in sé... >>. Alzo gli occhi al cielo << Ah,no?! E sentiamo qual é? >>. Lui punta gli occhi nei miei,ipnotizzandomi << Il tuo problema sono io. Non ti fidi di me >>. In realtà,non mi fido di nessun "cromosoma y". Ad un tratto,me lo ritrovo ad un passo di distanza << Devi imparare a farlo e per prima cosa... - mormora sfilandomi gli occhiali - Questi se ne vanno >> << Scherzi?! Come vuoi che balli,se non vedo dove vado! >> dico stizzita mentre vedo la sua sagoma allontanarsi per un attimo. Non riesco a distinguere bene i contorni,ma riesco a vedere il suo sorriso sardonico << É questo il punto. Non hai bisogno di vedere,ti basta sentire... >> sussurra facendosi più vicino col volto. Ora lo vedo bene. Il suo volto é a meno di una spanna dal mio ed avverto il leggero soffio del suo respiro caldo,dal sapore di mentolo << Cos'é che ti fa' paura? >> mi chiede con le labbra vicine al mio orecchio,senza toccarmi. E se avesse capito? No,mio Dio non può aver capito una cosa del genere! << L'oblio... >> sussurro d'istinto. Siamo soli in una sala da ballo e chiunque fosse esterno a quest'assurda situazione,potrebbe pensare qualsiasi cosa. Avverto il suo sorriso divertito << Non é il momento di far filosofia... Mi riferisco a qualcosa di concreto,di più superficiale e semplice... >>. Abbasso lo sguardo, fissando un punto non ben precisato del parqué sotto i nostri piedi << Ho paura delle tue mani... >>. Lui sembra irrigidirsi per un brevissimo lasso di tempo << Perché? >>. Resto in silenzio,come senza parole. Cerco di non far trapelare la mia ansia,ma non é semplice con lui cosí vicino. Troppo vicino forse. Eppure la sua presenza é quasi confortante. << Se credi che stia facendo domande indiscrete,sei libera di darmi un calcio... >>. Mi sfugge una risata nervosa << A quest'ora avresti le gambe in pezzi... >>. La sua risata riempe le pareti vuote della stanza per qualche secondo << Cos'hanno le mie mani che non vanno? - chiede perplesso - Se pensi che possa farti del male,ti sbagli di grosso... >> mormora con stizza,quasi fosse ferito dalla mie silenziose insinuazioni sulla sua vera natura maschile. Apro la bocca,decisa a parlare mentre lo guardo da sotto le ciglia,ma la porta della sala si apre di colpo. Una ragazza un pò più bassa di me e dal viso fine,entra come se fosse di casa. I capelli lisci e corvini raccolti in una coda,ondeggiano ad ogni suo passo << Rossella,non abbiamo finito >> esordisce Marco con un tono gentile. Finto,cosí come il suo sguardo amorevole ed il sorriso accennato. Un'espressione la sua,che mi mette i brividi << Scusa,ma ho bisogno della sala per l'assolo di punte... >> sputa con noncuranza. Noto le mani di Marco stringersi a pugno,lungo i fianchi mentre Rossella si volta a guardarmi << Avete provato il passo a due? >>. Inarca un sopracciglio scuro con fare arrogante mentre mi si avvicina << Sí e siamo anche ad un buon punto >> dico senza lasciar spazio ad ulteriori scambi di battute mentre prendo la mano di Marco nella mia. Le nostre dita si intrecciano subito,come un riflesso naturale. Lei mi fissa gelidamente,ma non mi spaventa. Alla fine cede al mio sguardo e si limita ad iniziare le prove,mentre io e Marco usciamo dalla sala.
   
 
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