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Autore: Severus00    10/07/2015    9 recensioni
Questa storia rappresenta un'altra visione del mondo magico descritto dalla Rowling.
Naturalmente tutto è ambientato nella scuola e i personaggi sono i medesimi, ma la loro vita verrà stravolta.
Hermione Granger mostrerà un altro lato di sé, quello che fino ad oggi ci è rimasto sconosciuto.
Si accorgerà di provare dei sentimenti per una persona che fino a quel momento non aveva nemmeno preso in considerazione e si renderà conto che le emozioni non sono guidate dalla ragione, ma da un'istinto che giace dentro ognuno di noi.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Severus Piton, Viktor Krum | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao a tutte carissime! Scusate il ritardo, ma sono in vacanza ed internet non prende quasi mai...questo capitolo è pronto da un bel po', ma dato che non l'ho potuto rileggere bene mi scuso in anticipo se ci fossero degli errori di battitura. Vi informo che la storia sta per finire(*piange in un angolino)...spero che il capitolo vi piaccia e spero anche di aggiornare il prima possibile. Buone vacanze a tutte! :D
-Cami :P

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La mattina della partenza arrivò troppo velocemente sia per Hermione che per Severus.
Non si erano più ritrovati soli, ma i loro sguardi si incrociavano sempre in Sala Grande ed a lezione. Era rassicurante per entrambi sapere che l'altro c'era.
Adesso però Hermione sarebbe stata per tre mesi in America e Severus non sapeva davvero come avrebbe reagito trovandosi senza di lei per così tanto tempo. Non avrebbe sentito la sua risata per più di 90 giorni! E chi poteva sapere se quando fosse tornata non avrebbe preso una scelta completamente diversa da quella che gli aveva promesso? Chi poteva dire che non avrebbe incontrato un ragazzo e se ne sarebbe innamorata? Nessuno sano di mente. Hermione era sveglia, intelligente e brillante e Severus era sicuro che avrebbe avuto il seguito di ammiratori anche in un altro continente.
Mentre il professore rimetteva a posto le carte ed i foglietti vari che erano sulla sua scrivania non poteva fare a meno di pensare che un altro uomo avrebbe preso le sue valigie e sarebbe partito con la persona che amava, ma lui no. E non perché non era convinto dei suoi sentimenti e nemmeno perché non voleva sacrificarsi per lei. Il fatto era che voleva lasciarle tempo per pensare a cosa fosse meglio per la sua vita, a cosa volesse per il suo futuro. Severus era un uomo complicato, estremamente chiuso, sarcastico e burbero: forse Hermione si sarebbe resa conto che non desiderava passare il resto della sua vita con lui.
Tutte quelle incertezze lo facevano sentire ancora più patetico. Solitamente non gli era importato niente del suo futuro, ciò che vedeva era solo sangue e tristezza, ma adesso che Hermione era entrata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno non poteva fare a meno di pensare al fantastico futuro che si prospettava davanti a lui.
L'orologio che era sulla mensola del suo ufficio suonò le otto di mattina: mancava solo un'ora alla partenza di Hermione. Lasciò le carte sul tavolo di legno, indossò la sua veste e si precipitò in Sala Grande dove sapeva che Hermione sarebbe passata prima della sua partenza.
Quando arrivò a destinazione si stupì nel trovarsi davanti così tante persone: studenti di ogni età, professori ed anche alcuni membri dell'Ordine.
Da lontano vide anche Potter e Weasley stretti in un abbraccio imbarazzante ad Hermione.

Da quanto la ragazza ha fatto pace con Rosso Malpelo? pensò Severus tra sé e sé, lanciando un occhiataccia ai due. Ginevra Weasley era un po' in disparte, evidentemente triste per la partenza della sua migliore amica.
Quando il professore passò vicino al Golden Trio alzò un sopracciglio e ghignò.
“Potrei vomitare” disse, con il pizzico di sarcasmo che contraddistingueva la sua voce.
“Professore! Che piacere vederla, è venuto per salutare Hermione?” chiese Harry tranquillamente, tenendo il braccio sempre dietro alla spalla di Hermione, che sorrideva a Severus.
Se questa dannata ragazza continua a sorridermi mando tutto al diavolo in questo istante, pensò l'uomo.
“Potter, io sarei venuto in Sala Grande per godermi la mia colazione, ma vedo che ciò è impossibile con la tua presenza!” mentì Severus.
“Professore, Hermione parte per tre mesi, non potevo proprio non salutarla!” replicò il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto.
Non ricordarmi anche tu che Hermione parte, te ne prego!
Non mi interessa il motivo della tua presenza, Potter! Mi interessa solo che non mi assilli con le tue domande!” rispose lui.
“Oh, Severus suvvia! Gli amici di Hermione hanno fatto bene a venire qua per salutarla, dopo tutto parte per tre mesi....” intervenne la McGranitt, con un sorrisetto innocente.
Ci mancava solo la vecchia megera! pensò Severus, guardando la donna in cagnesco.
“Si, ho capito, ho capito...” sbuffò l'uomo, irritato. Si lasciò alle spalle quei Grifondoro e proseguì verso il tavolo degli insegnanti.
Prese il suo solito caffé nero ed amaro, ma quandò cercò di asciugarsi i bordi della bocca con il fazzolettino si rese conto che sopra c'era un appunto scritto con il lapis.
“8.45, Torre di Astronomia.”
Come poteva non riconoscere quella calligrafia? Aveva passato sette anni della sua vita a correggere i suoi temi sempre troppo lunghi rispetto a quanto lui desiderasse.
L'uomo alzò gli occhi e cercò Hermione con lo sguardo. Era stretta in un abbraccio a Remus e lui le stava sussurrando qualcosa nell'orecchio. Severus si sentì ribollire dalla rabbia, tanto che la Sprout gli chiese se fosse successo qualcosa.
Hermione si voltò pochi secondi dopo verso il professore ed ammiccò un sorriso, che non venne ricambiato. Poi, alle 8.45 in punto, la ragazza disse che aveva lasciato una cosa importante nel dormitorio e che sarebbe tornata subito, mentre Severus si limitò ad alzarsi e uscire dalla Sala Grande furtivamente, senza dare spiegazioni a nessuno.
Entrambi, però, non sapevano che Harry Potter li stava guardando da almeno 15 minuti.


----

 

Quando Severus entrò nella Torre di Astronomia fece un sorriso fugace. Quel posto era pieno di ricordi. Il più brutto della sua vita, ed il più bello. L'assassinio di Silente ed il primo bacio con Hermione. Due cose così contrastanti che Severus si sorprese di come quel luogo fosse riuscito ad ospitarle entrambe. Perso nei suoi pensieri quasi non si rese conto dell'arrivo di Hermione, che si affiancò a lui ammirando il paesaggio mozzafiato che circondava la scuola.
“Ciao” disse lei, facendo uno dei suoi soliti sorrisi.
Lui non rispose, si limitò a fare un cenno nella sua direzione. Stettero in silenzio per vari secondi, fino a che l'uomo interruppe quello stato di quiete.
“Cosa voleva il lupo?” chiese, voltandosi verso di lei.
“Non lo chiamare così, Severus!” sbottò lei, indignata.
“Non capisco perché lo difendi”.
“E' mio amico!”
Severus sbuffò contrariato.
“E' tutta una cazzata, Hermione”.
“Severus! Ma cosa ti prende?!”
“Voglio solo sapere cosa voleva Lupin”.
“Mi ha semplicemente detto di essere felice e se questo significa stare con te non si opporrà!”.
“Certo! Noi avevamo proprio bisogno della sua benedizione...”
“Dai, Sev, è stato carino da parte sua...”
“Sì, certo...”mormorò lui “perché mi volevi vedere?” concluse a bruciapelo.
“Oh, ehm, io in realtà...” balbettò lei imbarazzata.
Lui alzò un sopracciglio in risposa.
“Oh, ma chi voglio prendere in giro? Avevo bisogno di te!”
Severus ghignò e si avvicinò al volto della ragazza.
“Sei una Grifondoro fin troppo testarda, Hermione Jane Granger!”
“E tu sei un Serpeverde fin troppo-”
Severus la baciò delicatamente sulla labbra prima che potesse terminare la frase. Un calore lo avvolse e lui si fece cullare da quella sensazione.
“Mi mancavano le tue labbra” sussurrò lei, con le gote imporporate.
Lui la prese in collo e lei agganciò le sue gambe intorno alla vita dell'uomo: formavano un intreccio perfetto.
“Mi raccomando, ragazzina, comportati per bene!” disse lui, per poi morderle il labbro inferiore.
“Sennò cosa mi fai?” rispose lei, sorridendo.
“Cosa ti faccio?! Adesso lo vedrai!” disse l'uomo, iniziando a farle il solletico sulla pancia.
La ragazza iniziò a ridere e lui si beò di quella sensazione così familiare.
Era proprio bella Hermione. Con i suoi occhi ambrati, il suo nasino all'insù e il suo sorriso splendente...si sentiva accecato da tutta la bellezza che emanava quella creatura.
“Sev smettila mi fa male la pancia!” disse la ragazza, mentre gesticolava per liberarsi dal solletico.
“Così impari, ragazzina!” rispose lui, fermando le mani di Hermione tra le sue.
SI guardarono per qualche istante e poi lei iniziò a ridere. Una risata pura, una risata folgorante, capace di coinvolgere chiunque. Severus fece un sorriso vero, per dimostrarle quanto i suoi sentimenti per lei fossero reali.
Quella scena così quotidiana stupì molto Severus, che si ritrovò a pensare che voleva vedere quel sorriso ogni giorno della sua vita. Voleva vederlo quando tornava a casa da lavoro, mentre lei era seduta sulla poltrona e mezza addormentata. Voleva vederlo la mattina, quando i suoi lineamenti erano colpiti dalle prime luci dell'alba. Voleva vederlo la notte, quando lei era abbracciata a lui, cullata da quell'amore impossibile che però non era mai sembrato più vero che in quel momento.
E poi...poi non servirono più parole.


----

 

 


Hermione è partita. Hermione è partita. Hermione è partita.
Questo era la frase che si ripeteva Severus mentre camminava verso il suo ufficio.
Non riusciva quasi a realizzare che non l'avrebbe vista per tre mesi. Era agitato, preoccupato, ansioso ed anche impaurito per la prima volta nella sua vita

Quando Severus girò l'angolo si trovò davanti due occhi verdi smeraldo.
Cosa diamine ci fa Potter davanti al mio ufficio?
“Professor Piton” disse il Prescelto, facendo un breve inchino di cortesia.
“Potter, perché invadi il mio spazio personale?” rispose lui in cagnesco.
“Professore, potrei rubarle solo qualche minuto?”disse il ragazzo, sorridendo.
“No” disse lui secco, arrivando alla porta.
“E' importante. Riguarda Hermione” rispose lui, scrutando la reazione dell'uomo.
“Entra” disse Severus cupo “ti lascio solo cinque minuti”.
“Me li farò bastare” rispose lui, entrando nella stanza.
Riguardava Hermione? Potter aveva capito qualcosa?

“Professore, cercherò di essere breve” iniziò Harry, sedendosi “secondo me, tra lei ed Hermione c'è qualcosa”.
Severus impallidì. Dannato di un Potter!
“La signorina Granger è una mia allieva, Potter” rispose il professore, deciso.
“Ne sono consapevole, ma... come si dice? Al cuor non si comanda”.
“Non so di cosa tu stia parlando, Potter. E mi chiedo come i pochi neuroni che possiedi siano arrivati ad una conclusione simile”
“Beh, professore, certe cosa si notano. Non sono mai stato una cima nella sua materia, come d'altronde nelle altre, ma ci sono sguardi che non possono essere fraintesi. Mi spiego meglio: già durante l'uscita ad Hogsmeade avevo notato che c'era qualcosa di strano, quando Hermione ha lasciato Dean i miei sospetti sono aumentati, ma è stato stamattina che ho avuto la prova finale. Quando lei è entrato in Sala Grande non staccava gli occhi da Hermione, nemmeno quando era seduto al tavolo degli insegnati; poi ho notato la sua espressione quando Remus l'ha abbracciata: era impossibile non capire che qualcosa bolliva nel calderone. E' stato quando siete usciti nello stesso momento dalla Sala, però, che non ho avuto più dubbi” disse il ragazzo, pacatamente.
Severus aveva ascoltato tutto con il volto impassibile. Dannato Potter, dannatissimo Potter!
“Potter, come investigatore non convinci nessuno” disse lui, serio.
Harry sorrise.
“Non voglio che lei mi confessi cosa prova per Hermione” proseguì lui “però, se non vuole farlo sapere in giro, deve sembrare meno innamorato in pubblico”.
“Potter, non sono innamorato della Granger” sentenziò l'uomo.
Sono sono completamente pazzo di lei!
“Professore, io so per certo che lei può amare e le ricordo anche che conosco Hermione come le mie tasche! Lei non mi ha detto niente, ma i sentimenti si leggono negli occhi” disse lui, sorridendo.
“Potter, vedo che si è dato alle frasi ad affetto. Cos'è, all'addestramento degli Auror vi fanno studiare le poesie contemporanee?” ghignò Severus.
“Professore, si goda l'amore di Hermione e magari si addolcirà anche lei, un giorno” rispose Harry, tranquillo.
Piton deglutì.
“Potter, guardami negli occhi perché questa cosa te la dirò solo una volta” disse Severus serio “Non voglio che tu ti intrometta tra me ed Hermione, intesi?”
“Quindi sta confessando! Lei ed Hermione-” disse Harry, prima di essere interrotto.
“POTTER!” urlò Severus, arrabbiato.
“Eh va bene, intesi...” rispose il ragazzo, piano.
“Adesso vattene, i cinque minuti a tua disposizione sono scaduti da un pezzo” disse Severus.
“No, ma professore, io volevo chiederle-”
“POTTER! FUORI, ADESSO!” gridò ancora una volta l'uomo, felice di come il suo tono austero facesse paura agli ex-allievi.
“Arrivederci, professore” disse Harry, uscendo dalla porta senza ricevere una risposta.
“Hermione i tuoi amici non mi sono mai piaciuti...” mormorò Severus una volta solo, guardando il soffitto del suo ufficio.
 

   
 
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