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Autore: 9Pepe4    21/01/2009    9 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 – Aura

Goten era esterrefatto. In poche settimane, Trunks sembrava essere tornato quello di prima. Rispondeva al cellulare, parlava senza dare la sensazione di essere da tutta altra parte col pensiero, a volte persino un sorriso gli sfiorava il viso. Un’espressione di gioia che non accendeva mai del tutto i suoi lineamenti, ma che gli restituiva un po’ di umanità.
Eppure non era del tutto tornato il suo amico di un tempo. A volte gli diceva (con poche e concise parole) di avere incubi su Bra, ma mentre ne parlava sembrava quasi esaltato, non solo spaventato. A tratti tornava ancora torvo e introverso, escludeva il mondo e rimaneva solo con se stesso. Ma accettava di uscire con lui e non rivolgeva più occhiate furiose a chi si lamentava dei propri fratelli minori.
Nonostante tutti i miglioramenti, gli mancava qualcosa.
Gli mancava Bra.

Trunks era chino ad allacciarsi una scarpa. Goten lo osservò per qualche momento, poi azzardò a proporre: «Trunks... stasera ti andrebbe di venire a casa mia?»
Il Brief si rialzò. Parve riflettere per un attimo, poi domandò: «Dopo cena?»
«Sì, pensavo di sì» rispose cautamente il figlio di Goku.
«Allora no» replicò deciso Trunks, «devo andare a letto presto...»
Goten non ribatté, mordendosi il labbro. Poi chiese, temendo la risposta: «Perché devi andare a letto presto?»
Una strana luce passò negli occhi di Trunks, e Goten la riconobbe. Quello era lo sguardo del Trunks che era stato profondamente cambiato dalla scomparsa della sorellina. Poi il lilla fissò l’amico come se avesse fatto la domanda più idiota del mondo. Infine rispose: «Devo sapere dov’è lei».
Goten si trattenne dal replicare alcunché e si incamminarono in silenzio.
Trunks era immerso nei propri pensieri. I sogni lo angosciavano e lo facevano sentire vittorioso allo stesso tempo. Quando era sveglio non anelava ad altro che a immergersi nei propri incubi. Per ogni risveglio che lo trovava sudato e urlante, la sicurezza che Bra fosse ancora viva diventava più tangibile. Quegli incubi lo rassicuravano, gli toglievano la paura che Bra potesse essersene andata definitivamente.
Sua madre era in cucina. Da quando era scomparsa Bra, non apparecchiava più la tavola, ma lasciava che tale compito venisse svolto da una domestica. Troppo, per Bulma, dover accorgersi ogni volta di aver calcolato quattro posti, quando erano solo in tre. Lei, Trunks e Vegeta. Bra non c’era più, non occorreva più il piatto e la forchetta e il cucchiaio e il bicchiere che le sarebbero spettati.
«Cosa si mangia, mamma?» chiese Trunks, indifferente.
Lei gli rivolse un sorriso tirato e una risposta incerta.
«Buono» commentò il ragazzo, senza mutare il proprio tono piatto.
Fu il primo ad alzarsi dalla tavola. Diede una frettolosa buonanotte ai genitori e si ritirò nella propria stanza. Indossò svelto il pigiama, si coricò impaziente.
Esitò un solo momento prima di chiudere le palpebre, turbato dall’aspettativa di vivere nuovamente quell’incubo, poi serrò gli occhi.
Rimase immobile per un tempo indefinito, poi sbadigliò e scivolò nel sonno.

Un pianeta, un pianeta rosso. Il ragazzo non capisce dove si trova, né da quale prospettiva vede quel pianeta. Dopo qualche istante capisce: è così che si immaginava il mondo di origine dei saiyan.
Una lieve insoddisfazione gli suggerisce che non è quello che voleva vedere, ma, dal momento che si trova lì, decide di stare a guardare.
Compaiono delle linee frastagliate sulla superficie del pianeta, si allargano sempre più ed infine esso esplode, scomparendo per sempre dalla Galassia.
Il ragazzo non sa come sentirsi.
Non capisce cosa c’entri.
Prima che possa riflettere, il paesaggio cambia, e si ritrova in un prato enorme. Muove qualche passo smarrito, sentendosi confuso e incerto. Poi la vede.
Una bella bambina, dalle guance paffute e i ciuffi azzurri. Allora il suo passo si fa più deciso, gli sembra che i pensieri gli si schiariscano all’improvviso.
Va da lei.
È seduta sul prato e piange. Gli occhi celesti sono pieni di lacrime.
Lui vorrebbe consolarla, ma ha paura dell’aria triste della bambina. Quando non ce la fa più muove un passo verso di lei. Il momento dopo si ritrae.
La bimba irradia disperazione, un’angoscia totale che per lui è come più di una ferita fisica.
Il ragazzo si siede, non riesce a proseguire oltre. Ascolta i singhiozzi della piccola farsi più laceranti. Sa, senza bisogno di parole, che se la abbracciasse la spaventerebbe ancora di più.
Ma si sente inutile, e stupido.
Inutile perché non può fare nulla, stupido perché, nonostante tutto, si sente lui quello senza via di uscita, si sente lui quello che desidera un po’ di calore umano.
La bambina piange, e lui si sente un verme. È tutta colpa sua, lo sa. Lui le ha preso i suoi genitori, la sua vita fatta di piccole cose. Lui l’ha abbandonata.
«Bra, io...» sussurra.
La piccola alza lo sguardo smarrito, pervaso di solitudine.
Trunks si irrigidisce, ha la gola secca. «Bra, io ti voglio bene». La sua sorellina ora piange il pianto di chi si sente tradito dopo una bugia troppo grande per essere perdonata.
«Io ti voglio ritrovare. Dove sei?»
All’improvviso si sente un caldo intenso, che mozza il fiato a Trunks. Bra non sembra accorgersene.
«Dove sei?» ripete Trunks, ma si sente soffocare. Indietreggia, quasi d’istinto. Scivola su qualcosa, poggia la mano su una pietra bollente. Ritrae il palmo arso.
«Dove sei?»
La bambina scompare.
Lui rimane solo.

La mano gli bruciava. Trunks inspirò pesantemente, convinto di essere ancora nel sogno, deciso a svegliarsi, a tentare di cancellare dalla propria mente l’immagine di sua sorella in lacrime.
«Era solo un sogno» disse a voce alta, per la prima volta sperando che fosse davvero così.
Il dolore alla mano divenne insopportabile. Il ragazzo si alzò di scatto e corse in bagno, dove sottopose il palmo ad un getto di acqua fredda.
Una volta che il bruciore si fece meno intenso, il giovane alzò la mano e la osservò. Non c’era alcun segno di ustione, se non una piccola macchia scura che scottava. Assorto, vi premette sopra il polpastrello del dito indice della mano destra. Combaciava perfettamente. Non aveva coperto l’ustione con il dito, l’aveva fatta coincidere in modo esatto con esso.
Era assurdo e strano.
Ed era il modo per trovare Bra, si disse subito.
Tornò nella propria stanza, rovistando tra le cose che possedeva. Si fermò al guanto della sorella. E a quel punto avvertì qualcosa che lo fece cadere in ginocchio con le braccia strette al petto.
L’aura di Bra.
Una percezione debole, timida, incerta, ma reale.
Trunks sentì una lacrima bagnargli la guancia.
Si alzò in piedi, spalancò la finestra con una spinta decisa. Inspirò l’aria fredda della notte, e improvvisamente fu preso da un capogiro. La vista gli si annebbiò per un attimo, e in quel nero scorse nella propria mente lo scintillio di una lama.
La vista gli si schiarì. Lui tese i sensi. Percepiva ancora la lieve forza spirituale della sorellina.
Seguendo quell’aura così speciale, si alzò in volo.





Continua...




Eccomi qua, stranamente non ad un ritardo catastrofico (ebbene sì, i miracoli esistono! xD). Grazie a quelli che leggono e naturalmente ai recensitori!!! <-- Parola inesistente, con ogni probabilità, ma vabbe’...

DarK_FirE: bene Gemy!!! Hai espresso esattamente quel che volevo comunicare con lo scorso capitolo U_U A me onestamente metteva molta inquietudine la parola euforia pensando a Trunks che si sente vittorioso dopo gli incubi XD Ci si avvicina al mistero ^__^ Kiss (io msn me lo sto dimenticando ç__ç è il periodo delle verifiche/interrogazioni, grr!)

babypunk90: infatti lo scorso capitolo era più che altro un passaggio, per far appunto capire i sentimenti di Trunks ^-^ Mentre scrivevo questo avevo anche più ispirazione... credo si capisca, fammi sapere ^_- Baci

giusiemo291: non preoccuparti, la tua recensione è stata molto gradita! ^-^ Posso dire che ha fatto male alla mia modestia, ma in compenso un gran bene all’autostima... Mi ha fatto piacere sapere che hai seguito così tanto questa ff e altre nonostante non fossi ancora in grado di recensire^^ Un grazie enorme^^ Spero di risentirti presto!

Al prossimo capitolo, allora!
  
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