II
Fred e George
Nella
periferia di un piccolo villaggio, al limite del bosco, viveva una
famiglia di maghi composta dai genitori e da sette figli. Il loro
tratto caratteristico erano una folta chioma di capelli rossi.
I
ragazzi vivevano felici, a contatto con la natura, cavalcando a volte
le loro scope e improvvisando piccoli tornei di Quidditch.
Tra
i sette fratelli però c'era una coppia di gemelli. Questi
provocavano sempre enormi danni perché si divertivano a
combinare
marachelle e a mettere gli altri poveri fratelli nei guai.
Molte
volte il povero Percy era stato costretto a vedere le proprie
pergamene incrostate di inchiostro indelebile, con tanto di crisi di
nervi che sfociavano in scintille colorate che sprizzavano fuori
dalla bacchetta e rincorrevano i gemelli per tutto il perimetro de La
Tana.
Ma
chi risentiva di più dell'effetto dei gemelli era il povero
Ronald,
che molte volte si era ritrovato a testa in giù su una
tinozza piena
di ragnetti.
Una
sera i gemelli, mentre stavano per rincasare, dopo un'escursione
molto proficua nella foresta per trovare nuovo materiale da usare nel
negozio di scherzi che avrebbero tanto voluto aprire, udirono un
lontano suono simile al pianto di un bambino.
«È
il pianto di un neonato» esclamò George.
«Cerchiamolo»
disse Fred.
Si
addentrarono di nuovo tra gli alberi, nella direzione dalla quale
proveniva il lamento.
Nel
frattempo si stava facendo buio e tutto diventata grigio e freddo.
«Torniamo»
disse George, «c'è qualcosa di innaturale in
questo gelo»
«Sei
un codardo e un fifone tremendo!» lo rimbeccò Fred.
«Tuo
fratello ha ragione. È da stupidi girare per il bosco a
quest'ora,
quindi è meglio che torniate indietro!»
I
gemelli ebbero un sobbalzo. Chi aveva parlato?
«Sono
io... sono qui.» continuò una vocetta stridula.
Fred
fu il primo a vederlo «Un corvo? Cosa ci fai tu
qui?»
«In
realtà» rispose il corvo «sono Filius
Flitwick. Mi hanno fatto un
incantesimo e i suoi effetti si protrarranno fino alla morte della
strega che ha lanciato la maledizione»
«Professore!»
esclamarono all'unisono i gemelli «ha sentito il pianto di un
bambino?»
«State
tranquilli, avete udito me»
«Lei?»
rise Fred «Non dica sciocchezze! La sua voce è
sì stridula —scusi
prof— ma non assomiglia lontanamente al pianto di un
bambino»
Il
corvo stava per rispondere loro quando intervenne George «non
essere
maleducato Freddie! Prof, se possiamo aiutarla in qualsiasi modo non
esiti a chiedere»
George
sentiva già il sapore dell'avventura. Avrebbero cercato
quella
vecchia megera che aveva incantato Flitwick e avrebbero anche trovato
un bel po' di cose su cui fare esperimenti per il negozio di scherzi.
«Weasley,
sei molto buono. Ma di questi tempi non mi sembra saggio affidarvi un
simile compito. Il punto è che questo incantesimo non mi
permette di
lasciare la foresta, e voi siete i primi che vi entrano. Ora tornate
a casa e dite a qualcuno che sono qui e che quella megera mi ha
stregato»
«Ma
professore, se potessimo aiutarla... il bosco è fin troppo
grande, e
magari potremmo non trovarla più al nostro
ritorno» rispose Fred,
ormai avendo capito le intenzioni del fratello.
«Ah,
non posso rischiare... e va bene, vi confiderò un segreto.
Se andate
più avanti, troverete una casetta di cioccolata»
«Una
casa di cioccolata?» boccheggiò Fred
«Dove?»
«Pochi
passi ancora e ci sarete»
«Non
ci sarà nessun incantesimo per rivelare la presenza di
intrusi?»
«No.
La vecchia è convinta di potersela cavare da sola quando,
ahimè,
non riesce a distinguere nemmeno un incantesimo di levitazione da un
incantesimo del fuoco.
Comunque,
andando avanti per la foresta la potrete presto vedere. È
tutta
colorata e piena di caramelle sulle pareti. È fatta di
cioccolato,
di torrone e di marzapane! Una delizia. Dentro ci sono così
tanti
tipi di dolci da far impallidire Mielandia»
«E
potremo mangiarli?» chiese ancora Fred.
«Certo»
rispose il corvo «basta volerlo. Seguitemi»
Per
uno che si era dimostrato inizialmente molto restio a portare i
gemelli alla casa della strega, ora si stava dimostrando fin troppo
desideroso di condurre i gemelli nella tana del
“rospo”.
«Freddie»
sussurrò a metà strada George «penso
sia una trappola, faremo bene
a non toccare, né mangiare nulla»
«Sicuro»
rispose Fred.
Dopo
dieci minuti di cammino i gemelli giungere in una radura, nella quale
splendeva una meravigliosa casetta fatta di cioccolato.
«Che
meraviglia» esclamò George.
«Allora
esiste davvero!» disse entusiasta Fred.
La
realtà superava la fantasia. Al fianco della porta c'erano
dei
bastoni di zucchero.
Le
pietre del sentiero erano caramelle di tutti i gusti: menta, limone,
banana; pino... Quando si avvicinarono alla casa si aprì la
porta e
una donna tozza, con gli occhi da rospo ed un fiocco di velluto sulla
testa li incoraggiò con un sorriso fintamente zuccheroso ad
entrare.
«Avanti,
entrate figlioli, siete giunti in tempo! Ho appena finito di fare
questa torta. Ne volete un pezzo?»
I
gemelli boccheggiarono per parecchi minuti.
Dolores
Jane Umbridge si ergeva in tutta la sua bassezza davanti alla casa,
esibendo un sorriso falso che non ingannava nessuno.
Dopo
aver ripreso il controllo il primo a parlare fu Fred, che disse
«certo» e si avviarono dentro.
In
qualche modo dovevano far pagare alla megera quello che aveva fatto
quando era stata Inquisitore Supremo di Hogwarts.
Con
una sola occhiata i due gemelli seppero subito cosa fare, in fondo
avevano lasciato Hogwarts nello stesso identico modo... o quasi.
Finsero di accettare dei dolci e posizionarono per tutta la casa dei
fuochi d'artificio, ben felici di essersi portati dietro dei
fiammiferi.
Una
volta posizionato il tutto, i gemelli decisero che era giunta l'ora
di andare via.
«Ehm,
grazie per i dolci. Non possiamo più mangiarne, ma torneremo
a
trovarla qualche volta» disse Fred.
«Ragazzi,
il bosco è già buio, fermatevi qui a dormire.
Domani potrete andare
via» disse la Umbridge, esibendo l'ennesimo sorriso finto
della
serata.
«Lo
faremmo volentieri» replicò Fred «ma i
nostri genitori ci stanno
aspettando... il professo... ehm, il corvo ci farà da guida
per il
ritorno»
«Niente
affatto» disse il corvo, che per tutto il tempo era stato
appollaiato su un trespolo sopra il camino «ho troppo
sonno»
«Allora
ce ne andiamo da soli» disse Fred «andiamo
George»
La
Umbridge cessò improvvisamente di sorridere, e infuriata
gridò
«fermo dove sei ragazzino insolente! Voi non tornerete
più dai
vostri genitori, LA PAGHERETE per quello che mi avete combinato ad
Hogwarts. Vi crucerò senza pietà e finirete al
San Mungo con il
cervello spappolato, pestiferi che non siete altro!»
Il
corvo, appollaiato sulla spalla della vecchia strega, gridava
«potrai
finirli con l'Avada Kedavra, il Ministero non lo saprà mai,
in fondo
sei un membro anziano del Consiglio!»
Fred
e George, terrorizzati, ascoltavano increduli. Sì, sapevano
che la
Umbridge era fuori di testa, che dopo il piccolo soggiorno dai
centauri era persino peggiorata, ma usare delle maledizioni senza
perdono andava oltre il loro concetto di “fare pagare
qualcosa a
qualcuno”.
«Era
meglio se tornavamo a casa Freddie. Non ho molta paura di questo...
ma se la mamma lo viene a sapere...» rabbrividì.
«Non
temere Fred» esordì George «è
tutto pronto. Dobbiamo solo
accendere il fiammifero e correre fuori»
La
Umbridge fece per levare la bacchetta quando Fred e George riuscirono
ad accendere due fiammiferi e lanciarli per terra, incendiando il
pavimento oltre che i fuochi d'artificio.
In
preda al panico, la Umbridge cercò di spegnere i fuochi,
senza
successo, mentre i gemelli coglievano l'occasione per andare via di
lì.
Una
volta di nuovo nel fitto bosco videro la casa bruciare, con la
Umbridge dentro.
«Stavamo
per rimetterci la pelle!» urlò Fred
«“andiamo col corvo, andiamo
col corvo”» lo scimmiottò.
«La
credevo una bella avventura. E lo è stata, no? Il corvo mica
lo
sapeva che Flitwick in questo momento è a casa nostra
perché
invitato a cena dalla mamma»
E
ancora ridendo i due gemelli corsero come se ne dipendesse della loro
vita, alla volta de La Tana.
***Note Finali***
Buonsalve!
Lo so, ho pubblicato la raccolta solo ieri sera, ma visto che avevo
anche questo capitolo pronto e betato, mi son detta
“perché non
postarlo stasera stessa?”
Questo
è uno dei miei difetti. O aggiorno dopo davvero POCO tempo,
o dopo
davvero TANTO tempo.
Riguardo
questa piccola storia non ho nulla da dire, solo che è,
ovviamente
come avrete capito, ispirata alla storiella di Hansel e Gretel.
Spero
che questo capitolo sia stato di vostro gradimento; con affetto,
Rijin.